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Autore: lilarose    23/01/2016    3 recensioni
Questa storia racconta del sentimento che sorprenderá in tempi diversi i due grandi protagonisti dell'anime.Seguirà l'anime ma non fedelmente, soprattutto per un particolare. Spero sia una cosa gradita per qualcuno. Il nocciolo della questione è sempre il loro amore che in questa storia spero veda un doppio lieto fine
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Il tempo trascorreva lento e intenso, la situazione era precipitata a Parigi. E in Oscar alcune  certezze erano crollate , lasciando il posto a nuovi ideali. Ideali di giustizia e uguaglianza. Adesso vedeva chiaramente le ingiustizie e gli errori dei Reali, per i quali continuava a provare affetto ma non stima. Ebbene sì, aveva disobbedito a un ordine di sua maestà, aveva anche impedito alle Guardia Reali di portare a termine tale compito, di sparare su una platea disarmata. Non era affatto pentita, solo una cosa le premeva ora ed era quella di salvare i suoi soldati, che erano stati condannati per tale mancanza e che ben presto sarebbero stati giustiziati. Galoppavano verso casa lei e Andrè, il fatto che le cose tra loro si erano appianate le dava quella sicurezza che per un po' le era mancata, che lei stessa aveva voluto farsi mancare, ma con Andrè accanto si sentiva coraggiosa e impavida. Sapeva di avere spalle coperte e si sentiva più forte e meno vulnerabile, poteva essere un uomo pur sapendo bene di essere una donna. Sì, adesso lo sapeva che il suo era un cuore di donna, lo aveva capito innamorandosi di Fersen, lo aveva accettato capendo che per lei Andrè era qualcosa di più e che soprattutto era un uomo, un bell'uomo. Ecco lei lo guardava da donna e sentiva le sue guance avvampare, si voltava per paura di essere vista paonazza in viso, si allontanava e cercava di darsi un contegno. Ma il tempo loro era un tempo ritrovato, leggevano e ragionavano sui nuovi ideali, Andrè era sempre ben informato e Oscar lo ascoltava rapita, i suoi modi gentili e pacati, la sua risata ironica per spezzare discorsi pesanti... si Andrè era un uomo completo, il più nobile degli uomini, mancava solo di uno sciocco titolo, che spesso etichetta un animo di uomini spregevoli, pronti alla sopraffazione del più debole. In questo lei non si sentiva "aristocratica", non più, lei si sentiva in tutto e per tutto dalla parte di Andrè.
- sei preoccupata Oscar?-.
-Sì, francamente sì, ma non voglio lasciarmi prendere dallo sconforto, domani andremo a parlare con Bernard.-
-Sì vedrai che insieme troveremo una soluzione.-
-Già ma sarò accusata lo stesso di tradimento, spero solo di riuscire a salvare i miei soldati prima che sia troppo tardi-.
Andrè rimase in silenzio in piedi accanto a lei e non poteva nemmeno immaginare  quali sarebbero potute essere le conseguenze per oscar, forse sarebbe stata dimessa dal suo incarico, forse retrocessa di grado, ma al peggio non ci voleva pensare, finché i suoi pensieri furono interrotti dalla voce preoccupata della nonna.
-Oscar tuo padre ti desidera, ti aspetta nel suo studio, mi è sembrato parecchio preoccupato, ecco -.


-Padre, volevate parlarmi?-
-Sì, sarò molto franco  Oscar, tu hai disobbedito a un ordine di sua Maestà,sai bene che l'accusa è di tradimento ed una delle macchie peggiori per una famiglia nobile, devo ucciderti cn le mie mani, ma non preoccuparti io ti seguirò chiedendo persono a Dio-.
-Padre, so che la colpa di cui mi sono macchiata è riprovevole e la soluzione sarebbe puntarsi una pistola alla testa, ma non posso morire ora, ci sono 12 dei mie soldati rinchiusi nell'abbazia e saranno fucilati, prima devo salvare la loro vita e inoltre non posso contemplare la vostra soluzione come giusta perché comporterebbe anche la vostra morte e questa per me sarebbe la peggiore delle soluzioni,non posso permettere che moriate per una colpa solo mia, vi prego Padre di ascoltarmi-.
-Mi dispiace, non posso perdonarti.-
Un lampo squarcio il cielo, la pioggia cadeva come le lacrime sul volto del generale, la spada alta e impugnata,  ma un colpo secco aprì la porta e in un attimo André era su di lui, lo aveva disarmato, la spada era a terra poco distante la braccio del Generale su cui Andrè aveva saldato la sua stretta. I due uomini a terra coi volti bagnati dalle lacrime, Oscar li guardava impietrita, due uomini che amava e rispettava per ragioni diverse, quasi  non sapeva cosa fare, cosa dire.
-Vattene Adreè! Cosa fai lasciami!-
-No, non me ne vado signor Generale, non vi permetterò di uccidere Oscar, badate sono pronto a sparare, adesso io e Oscar ce ne andremo-.
-Cosa? Vorresti scappare con Oscar? E magari vorresti sposarla, ma sarebbe un errore la differenza di rango che c'è tra voi non si cancellerebbe mai!!-
Si rimise in piedi  e riprese la sua spada, mentre André gli puntava ancora la pistola. Con grande
vantaggi sul giovane lo intimò con la spada ferendogli la mano, facendogli cadere la pistola che svelto allontanò; era pur sempre un militare con anni di esperienza, per quanto dura gli costasse quella esecuzione non poteva permettere la fuga a quei due, riversando sulla sua famiglia altra vergogna!
-Mi dispiace, Dio mi perdoni, ma io non posso perdonarvi-.
-Allora se ci dovete uccidere, uccidetemi per primo, perché se mi uccidete dopo sarò costretto a vedere la morte della donna che amo . -
- Va bene, farò come vuoi, ti ucciderò per primo.-
-No, no Padre ve ne prego, Andrè non c'entra! Riflettete Padre l'onore non può equivalere a morte.-
Con queste parole Oscar si riportò in avanti prendendo la pistola, un altro tuono squarciò il silenzio, e tra i singhiozzi soffocati della nonna e la pioggia battente si udì il galoppo di un cavallo che fermò proprio fuori palazzo Jarjayes.
-Aprite! Aprite, sono un messo di sua Maestà-
Il Generale accorse nell'atrio dove la nonna aveva accolto il messo, sentendo le parole che più di tutte nella sua vita l'avrebbero rimesso al mondo.
-Parlate!- Lo intimò il Generale.
- Non sarà preso nessun provvedimento o sanzione nei confronti di Oscar Francois de Jarjayes, si auspica soltanto in futuro più fedeltà verso la Corona-.
Il Generale guardò Oscar che era rimasta sulle scale con Andrè e le disse che era contento che la sua vita fosse salva, dopo di ché si ritirò nel suo studio. I due ragazzi, rimasti soli, tornarono nel salottino al paino terra, seduti uno di fronte all'altro accanto al camino gli sguardi bassi, le mani tremanti. Calò un grave silenzio tra loro, fu Oscar a parlare per prima.
-Andrè, grazie, ancora una volta mi hai salvato la vita, se non ci fossi stato tu a quest'ora sarei già morta, una morte vana, non avrei potuto fare niente per i miei soldati e sarei stata anche la conseguenza della morte di mio Padre, ci pensi Andrè?
Il ragazzo annuì, mentre molti pensieri attraversavano la sua mente, le parole di Oscar sullo sfondo, ma poi Oscar riprese a parlare prima che lui potesse prender parola.
- Ma sai qual è stata la cosa che mi ha lasciato pietrificata? quel momento in cui hai offerto la tua vita, quando ho capito che di lì a poco saresti morto davanti ai miei occhi, tutto il dolore del mondo mi ha schiacciata, immobilizzata, avrei voluto urlare  e invece sono riuscita a dire solo quelle poche parole, a prendere la pistola, senza avere la forza di puntarla, perché avevo paura di fare un passo falso.
si era alzata Oscar, aveva camminato per la stanza, e ora era in piedi davanti ad Andrè che l'aveva raggiunta, uno di fronte all'altro, il volto di Oscar rigato dalle lacrime.
- Oscar..-.
- Aspetta Andrè, non ho finito. Ho combattuto spesso, sono stata un soldato valoroso, ma non ho mai provato tanta paura come pochi attimi fa. E  anche adesso, guardami tremo, perché lo so, lo so che tu mi ami, me lo hai detto e dimostrato sempre, più volte, anche in silenzio, ma quello che non sai, quello che non ti ho detto è che anche io ti amo Andrè, ti amo, veramente e non come a un fratello, è un sentimento che è cresciuto, mutando dentro di me e cambiandomi a sua volta. Tu ci sei sempre per me, mi segui come un'ombra, paziente  e discreto. Mi infondi coraggio e mi regali, paradossalmente, la luce. Svegli la mia coscienza e non mi lasci mai, ebbene Andrè puoi giurarlo che mai lo farai? Mi prometti che non soffrirò mai più la sola idea della tua assenza? puoi giurare che mi amerai per sempre?-
- Oscar, ho sperato sempre in cuor mio che questo giorno potesse arrivare. " Per sempre ", mi chiedi Oscar? Se esiste qualcosa di più del per sempre sarà quello. Io ti amo da sempre e non ti lascerò mai, come mai ho fatto. Tu sei il sole, la sera, sei gli attimi di tutti i miei gironi, non cambierà mai tutto questo.
Così dicendo si avvicinò e all'unisono si strinsero forte, i corpi incollati in un abbraccio che sembrava eterno.
Poi dopo un tempo che sembrò infinito lui allentò l'abbraccio la guardò negli occhi poggiando delicatamente le labbra su quelle di lei, che assecondava ogni suo gesto, rapita da qualcosa di così tremendamente avvolgente. Il bacio si fece più intenso e appassionato, l'amore li rapiva . Non ebbero il coraggio di separasi, si sedettero vicini accanto al camino e di lì a poco Oscar si addormentò nell'abbraccio di Andrè, finché non li sorprese l'alba.


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Pubblico questo quarto capitolo con un po' di timore, spero comunque sia di vostro gradimento, ho voluto anticipare il tempo delle dichiarazioni d'amore ,seguendo la linea del manga, così da dare un po' di spazio in più al lro amore.

   
 
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