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Autore: Theyaremyworld    23/01/2016    0 recensioni
Cosa succederebbe se ad un tratto ti svegliassi non essendo più la stessa persona di prima?
Come reagiresti alla vista di angeli e demoni?
Come affronteresti il tuo destino?
Ma soprattutto: sceglieresti la vita o la morte?
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HALF III
-ARIA CALDA-
 
 
<< Louis! >> gridò con tutta la voce che aveva.
Si mise a correre verso di lui per poi inginocchiarsi al suo fianco mentre il suo corpo era completamente steso per terra ora.
<< Louis >> sussurrò di nuovo con la speranza che il ragazzo le rispondesse.
<< Rosy >>
Nella sua voce sottile si poteva sentire il dolore e le parole trascinate per lo sforzo.
<< Cristo, che faccio ora? >> chiese più a se stessa che a lui.
<< P-potresti chiamare qualcuno, gentilmente? >>
Rosy si alzò velocemente da terra lasciando che qualche parola uscisse dalla bocca.
<< Sì, sì. Torno subito >>
Corse in casa chiamando l'unico nome che aveva in testa da giorni e che in quel momento ricordava.
<< Harry! >> continuò ad urlare correndo lungo il corridoio quasi buio della casa per poi affacciarsi nel salotto. Lui non c'era.
Salì di fretta le scale che portavano al piano di sopra chiamandolo ancora.
<< Harry, per favore, Louis sta male! Harry! >>
Una porta del corridoio si aprì mostrando la figura alta del riccio che guardò contrariato Rosy.
<< Che ci fai tu qui, di nuovo? >> disse sottolineando le ultime due parole.
<< Louis sta male >>
Vide Harry spalancare gli occhi e iniziare a bussare alle altre porte presenti accanto alla sua.
<< Zayn, Liam, Niall! >> ringhiò i loro nomi tanto da far spaventare Rosy verso la quale si voltò dopo.
<< Dov'è? >>
Lei intanto aveva già iniziato a scendere le scale seguita subito dopo da lui
<< Fuori  >>
Uscirono dal portone sforzandosi di correre ancora un altro po' per raggiungere Louis che era ancora steso per terra e respirava più che poteva.
<< Louis >> sussurrò Harry.
Rosy sentì la preoccupazione in quelle parole e le si strinse il cuore.
In quel momento pensò che forse Louis era l'unico in grado di far addolcire Harry.
Lo conosceva da poco, era vero, ma non l'aveva mai sentito parlare con quel tono. Avrebbe voluto abbracciarlo.
<< Come stai? >> continuò con la voce più roca del solito.
<< E' passato, ma riportatemi in casa >>
Harry e Rosy lo presero facendo scivolare le braccia di Louis intorno ai loro colli e tenendolo per i fianchi.
Le loro mani si sfiorarono e Rosy sentì uno strano brivido scorrerle in tutto il corpo, ma in quel momento doveva pensare a Louis, a lui e basta.
Una volta entrati in casa lo fecero sedere sulla sua poltrona presente nel salotto sospirando alla fine per vederlo ancora respirare.
<< Cosa è successo, Louis? >> chiese Rosy ora in ginocchio davanti a lui
<< Tranquilla, Rosy. E' stato solo un piccolo mancamento >>
<< Non si urla in quel modo per un piccolo mancamento >>
Louis le sorrise per rassicurarla ancora.
<< Saresti così gentile da prepararmi un tè? >>
<< Sì, certo >> rispose prontamente alzandosi
<< Harry ti aiuterà >>  continuò guardando ora il riccio poggiato allo stipite della porta a braccia incrociate.
<< Perché lo fai? >> disse lui fissandolo intensamente.
<< Perché devo. >>
Intanto Rosy non poteva fare altro se non guardarsi le scarpe e stare ad ascoltare.
Quando sentì il silenzio tra di loro alzò lo sguardo per ritrovarsi persa in quello verde smeraldo di Harry.
Dio, i suoi occhi, erano così belli.
Le fece un piccolo cenno con la testa e iniziò a camminare per il corridoio illuminato solo dalle piccole lampade.
Rosy rivolse prima uno sguardo a Louis che le sorrise per poi seguire il riccio.
Arrivata in cucina, Harry stava già trafficando con l'acqua calda e gli infusi.
<< Siediti e sta ferma >> le disse e come un impulso ad obbedire lei lo fece.
Si guardò intorno: dal soffitto alto alcune applique, che sostituivano il lampadario, pendevano emanando una luce calda che illuminava davvero poco quello spazio immenso. Se non fosse stato per l'enorme finestra dalla quale si intravedeva la foresta illuminata dal sole quella stanza sarebbe stata un buco nero.
A differenza delle altre pareti, quelle erano completamente prive di quadri e il color beige si espandeva su di esse aiutando quel posto ad essere un po' più chiaro.
Un enorme tavolo era presente nella stanza accanto, era lungo e completamente bianco così come le sedie attorno ad esso. Sopra vi erano poggiati alcuni libri. Nessuna porta le divideva in quanto open-space.
Per essere una casa abitata da soli ragazzi era davvero...pulita.
Rosy ritornò con lo sguardo su Harry: ogni suo movimento era leggero, si muoveva delicatamente facendo attenzione a non buttare niente né sporcare qualcosa di troppo.
C'era comunque troppo silenzio e lei decise di spezzarlo.
<< Harry, perché ti do così fastidio? >> nessuna risposta.
<< Sei sempre così scontroso? >>
Rosy odiava quando qualcuno non rispondeva alle sue domande, aveva sempre voluto sapere tutto.
Questo le dava solo la spinta a continuare.
<< Lo sai che è maleducazione non rispondere a chi ti rivolge delle domande? >>
<< Mi piace il silenzio, va bene? Quindi ti dispiacerebbe stare zitta? >> disse alzando un po' la voce.
<< Anche rispondere con un'altra domanda non è carino >>
Harry si voltò a guardarla con quella che sembrava essere un espressione arrabbiata chiamando il suo nome come avvertimento.
Fu quello a far rimanere Rosy in silenzio.
Il suo nome pronunciato da Harry le fece perdere un battito. Anche se l'aveva detto per rimproverarla aveva amato il modo in cui era uscito fuori dalle sue labbra rosee.
Era così stupido pensare queste cose, si disse.
Non lo conosceva, non conosceva Harry nemmeno un po'.
Avrebbe dovuto darsi una calmata e respirare. Perché per un paio di secondi si dimenticò come funzionasse.
Fece finta di sbuffare e incrociare le braccia al petto. Harry scosse la testa prendendo ormai il vassoio pronto con il tè e lo zucchero.
<< Forza muoviti >> le disse camminando fuori dalla cucina.
Raggiunsero Louis che intanto era stato affiancato dagli altri tre ragazzi.
Harry si avvicinò poggiando il tutto sul tavolino mentre Louis gustava la sua bevanda calda.
Niall fu il primo ad accorgersi della presenza di Rosy timidamente nascosta dietro la figura alta del riccio.
<< Hey, Rosy! >> la salutò lasciandole un sorriso che venne ricambiato
<< Ciao Niall >>
Liam e Zayn la salutarono cordialmente per poi riconcentrarsi su Louis.
<< Rosy >> la chiamò proprio quest ultimo
<< Sì? >>
<< Come mai eri qui vicino? >> dannazione.
"Pensa velocemente. Muoviti, fatti venire in mente qualcosa."
Per quanto quelle parole le riempissero la mente nessuna idea sembrava venire a galla.
O, forse, era proprio per via di quel continuo pensiero e della paura che le attanagliava il petto che non riusciva ad inventare una scusa plausibile.
<< Uhm. Ero passata per salutarti. Cioè, salutarvi >> disse affogando nel rossore delle sue guance.
Si morse il labbro guardando per terra sperando di non essere colta in fallo.
<< Che pensiero gentile >> sorrise Louis guardando di sfuggita gli altri che come lui avevano stampato in faccia un sorriso.
Ovviamente, Harry no.
<< Io...ora devo andare, quindi- >>
<< Vai già via? >> quasi piagnucolò Liam scatenando un certo divertimento in Rosy
<< Sì, magari ci si vede in giro >> annuì lei.
Rivolse a tutti un sorriso, tralasciando Harry, e si voltò.
Se quello era il suo gioco allora lei avrebbe giocato.
<< Oh, Louis >> disse fermandosi un secondo << è normale che l'aria qui vicino sia così...calda? >>
Vide in un attimo l'espressione dei ragazzi di fronte a lei cambiare.
Quello non era affatto un buon segno.
Cercarono di rimanere più indifferenti possibile, ma dai loro movimenti si vedeva l'agitazione che si era impossessata dei loro corpi in quel momento.
<< Sì, sì è una cosa...normale. Harry perché non accompagni Rosy a casa, non è carino lasciare che attraversi la foresta da sola >>
E questa volta lui non obbiettò, prese il cappotto e la trascinò vicino alla porta senza lasciarle il tempo di rivolgere un'ultima parola agli altri.
<< Guarda che non è necessario >> provò a dire, ma la voce del riccio la interruppe subito.
<< Va bene così >>
<< Sul serio, io posso- >>
<< Dannazione, Rosy. Ho detto che va bene >> disse voltandosi verso di lei mentre un secondo prima era intendo a scendere gli scalini fuori dall'abitazione. Il suo tono di voce si era fatto terribilmente duro e lei si irrigidì per un attimo.
<< Okay, scusa. Sta calmo >> disse lei superandolo e camminando velocemente.
Anche se non serviva poi a molto, Harry e le sue lunghe gambe la raggiunsero con una non-chalance che la fece innervosire.
<< Sei così fastidioso >> mormorò
<< Ah io sarei fastidioso? Sei tu quella che continua a parlare e parlare e ancora maledettamente a parlare >>
<< Oh, be scusa signor ''mi piace il silenzio'' >>
<< Sono due motivi per startene a casa tua e non tornare >> disse facendola così tanto arrabbiare che si fermò
<< E' questo il tuo problema? Il fatto che io venga qui a trovare Louis? >>
<< Il mio problema sei tu, il fatto che sei sempre tra i piedi! Quindi vorrei tanto che, sì, te ne stessi a casa tua brava e buona >> rispose Harry alterandosi.
<< Non puoi decidere per me >> disse Rosy fissandolo tanto intensamente quanto lo stava facendo lui.
Poi ruppe il contatto e riprese a camminare.
Adesso non le importava se Harry la stesse seguendo oppure no.
Non aveva bisogno del baby-sitter o qualcuno che le guardasse le spalle, a casa ci poteva andare da sola.
Tuttavia la sua curiosità vinse su di lei e spiando, con la coda dell'occhio, vide Harry che la seguiva in silenzio guardandosi intorno.
<< Che caldo >> sussurrò Rosy sventolandosi il viso con la mano.
Di nuovo l'aria era diventata scottante ed ebbe l'impressione che fu questo a far scattare Harry.
Si sentì circondare la vita con un braccio e tirarsi verso il corpo di Harry che la incitava a camminare più velocemente possibile.
Rosy si sentì così incapace di respirare e di capire quello che stava succedendo che dovette aggrapparsi alla maglietta del riccio.
Era come se la stesse abbracciando, ma le sembrò così strano che iniziò ad avere paura.
<< Harry, che succede? >>
<< Niente, solo che c'è troppo caldo e non voglio che tu rimanga indietro >> disse continuando a spingerla un po' più velocemente.
<< Credo di non sentirmi bene >> sussurrò Rosy aggrappandosi sempre di più alla maglietta di Harry
<< Non stai per svenire, vero? >>
<< No, credo.  Oddio, non lo so. Come fai a sapere se stai per svenire oppure no? >>
<< I-io non lo so. Forza Rosy, aumenta il passo ...fa troppo caldo >> cercò di fingere per rassicurarla un po'.
Non voleva spaventarla, tantomeno vederla svenire.
Voleva solo portarla a casa, sapere che fosse chiusa dentro e ritornare da dove erano partiti.
Arrivarono sul porticato: Rosy con l'affanno per aver fatto quella camminata un po' troppo veloce ed Harry come se niente fosse accaduto.
Nessun segno di affaticamento, nessuna piccola goccia di sudore che minacciava di apparire.
Niente di niente, impassibile.
<< Non me lo dirai, vero? >> chiese Rosy abbassando lo sguardo sulle sue converse ormai vecchie
<< Dirti cosa? >>
<< Quello che è appena successo. Non me lo spiegherai mai >> affermò
<< Non è successo niente >> la ragazza scosse la testa dandogli le spalle per poi aprire la porta di casa.
<< Non ti credo >>
Era pronta a chiuderlo fuori, come se volesse tenerlo lontano da lei.
Cazzate.
Ogni minuto che passava sentiva la voglia di stare accanto ad Harry che le stringeva il petto, sempre più forte.
Fece per chiudere la porta ma fu fermata dalla voce roca di lui.
<< Rosy, chiudi la porta a chiave >>
Lei non rispose.
Lo guardò e basta, già stanca di non sapere cosa voleva nascondere.
Cosa c'era di così importante e segreto da non poterlo rivelare?
Rosy voleva solo scoprirlo.
Chiuse la porta.
 
 
Harry attraversò di nuovo la foresta.
Passo dopo passo lo sentiva sempre più vicino, era sicuro fosse lui.
<< Ares >> chiamò con un tono di voce forte e sicuro. Non ci fu nessuna risposta.
<< Ares, so che sei lì. Esci fuori >>
Da dietro un albero dal tronco robusto sbucò Ares.
Sempre avvolto nel suo cappotto grigio topo con sopra la spilla argentata.
<< Ciao, Harry >> si avvicinò al riccio che rimase immobile senza alcuna espressione in viso.
<< Non parlare come se fossimo amici >> disse
Ares, teatralmente, si portò una mano sul cuore e finse un'espressione triste.
<< Oh, Harry. Non sei più mio amico? >>
<< Smettila con queste scenate. Sei sempre così esagerato >> rispose alzando gli occhi al cielo mentre l'altro si appoggiava al tronco di un albero.
<< Sì, e tu sempre più depresso >>
Harry ci passò sopra.
<< Perché non lasci in pace tutti e torni da dove sei venuto? >> disse facendo crescere sul viso dell'altro un sorriso. Sapevano entrambi a cosa si riferiva.
<< Ammiro il tuo coraggio nel voler proteggere mia sorella, Harry. Ma non hai ancora capito una cosa. >>
<< Sarebbe? >>
Ares, si avvicinò ad Harry guardandolo negli occhi intensamente.
<< Non puoi proteggerla da me >>
Il movimento fu istantaneo.
Ares, si ritrovò incollato al tronco mentre Harry gli stringeva il colletto della camicia nera.
<< Io >> sottolineò  quella piccola parola a denti stretti << la proteggerò da tutto e da tutti. Soprattutto da te e dal tuo capo. Posso distruggervi ad occhi chiusi, se solo la toccate >>
<< Lei è sangue del mio sangue! >> urlò l'altro allontanando il riccio con uno spintone << Lei appartiene a me! >>
<< Il tuo sangue è veleno! Il suo è puro, non ti permetterò di infettarlo >> 
Harry continuava a respirare sempre più velocemente, avrebbe voluto risolvere la faccenda in quell'istante, ma il viso di Rosy gli tornò alla mente facendo cancellare da essa i pensieri più brutti e vili.
<< Lasciala in pace Ares >> disse prima di sorpassarlo e, a passo svelto, ritornò sulla strada di casa.
 
Ares lo guardò andare via.
Con le spalle curve per proteggersi dall'aria bollente che li circondava, la testa abbassata, le falcate lunghe e decise.
<< Vedrai come finirà, Harry, lo vedrai >> borbottò anche sapendo che lui non poteva più sentirlo.
Quella notte sarebbe rientrato nei sogni di Rosy e in un modo o nell'altro sarebbe riuscito a dirle la verità.
 
Appena Rosy si fu messa a letto e la luce della sua stanza si spense, Ares, senza fare rumore entrò dalla finestra che sbadatamente lei aveva lasciato aperta.
Non era un problema per lui, infondo, era quello che era: arrampicarsi per raggiungere una finestra era solo un gioco.
Si mise nell'ombra come sempre per non farsi vedere e non appena vide che Rosy era caduta in un sonno profondo, si tolse il cappotto e si arrotolò la manica sinistra della sua camicia nera fino al gomito.
Chiudendo gli occhi per concentrarsi continuava a sfiorare la cicatrice orizzontale che entrambi avevano.
Non appena sentì la sensazione del vuoto seppe di essere di nuovo riuscito ad entrare nei sogni di Rosy.
Aprendo gli occhi si ritrovò vicino al castello dove abitavano Harry e i suoi detestabili amici.
Lo vide affacciato alla finestra mentre fissava qualcosa davanti a sé. Ares seguì il suo sguardo trovando sua sorella che pian piano si avvicinava.
Era la prima volta che Rosy sognava Harry. Quella casa l'aveva sognata forse una decina di volte, ma Harry non era mai presente. Fece finta di niente.
Sorridendo le andò incontro. Lei vedendolo sorrise a sua volta, e lo raggiunse.
Ares prese la sua mano e sfiorò il dorso per lasciare un piccolo bacio.
<< Ci rincontriamo, bella ragazza >> le disse continuando a sorridere.
<< Già, come sempre >>
<< Ti va di passeggiare? >>
<< Certo, però, voglio anche sapere. >> rispose iniziando a camminare al suo fianco
<< Sapere cosa? >>
<< Tutto. Per qualche strana ragione non riesci mai a finire le tue storie >>
<< L'hai notato anche tu, vero? >> lei si limitò ad annuire << Ma è per questo che sono qui, oggi ti dirò tutta la verità >>
<< Riguardo a cosa? >> chiese Rosy sempre più ansiosa di sapere di più
<< Me. Quello che riguarda te, e tutto l'indispensabile che hai bisogno di sapere >>
<< Che aspetti allora? >>
<< Vedi, Rosy, io non sono di queste parti. Il posto da cui provengo non è mica questo spazio rotondo che ruota, il mio si trova più in alto >> disse indicando il cielo.
Rosy lo guardò aggrottando le sopracciglia cercando di capirci qualcosa.
<< Vieni da Marte? Sei un alieno? >> chiese scatenando le risate di lui
<< Oh, no. Io vengo da un posto molto caldo >>
<< Come si chiama? >>
E prima che potesse parlare Rosy sentì qualcuno gridare il suo nome e dirle di iniziare a correre.
Vide Ares tenersi stretto il braccio sinistro ed urlare dal dolore. Poi tutto svanì.
 
Nella realtà, Rosy continuava a rigirarsi nel letto a causa di quel sogno.
Ares, ancora nell'ombra, si mordeva il labbro fino a farlo sanguinare per non permettersi di urlare.
Il suo braccio sinistro gli causava molto dolore, era rotto.
Quel piccolo bastardo glielo aveva rotto senza farsi vedere. Era anche per quello che odiava i sogni: se non volevi farti vedere, potevi benissimo essere invisibile.
Tenendosi il braccio stretto al petto, prese il cappotto come poteva ed uscì dalla finestra.
Poteva anche essere un demone, ma un braccio rotto rimaneva tale. Fino a quando non sarebbe tornato a posto, a causa del gesso che avrebbe dovuto portare, non sarebbe potuto entrare nei sogni di Rosy per un po'.
Dannazione, non c'era riuscito nemmeno quella volta.
 
 
Nel castello, Harry aprì gli occhi nello stesso momento in cui il sogno di Rosy sparì.
Non aveva potuto staccarsi dalla finestra mentre avrebbe voluto fare qualcosa.
Sicuramente, c'era lo zampino di Abel. Solo lui, avrebbe potuto tenerlo fermo.
Respirando velocemente si mise seduto sul divano, guardandosi intorno.  Notò i ragazzi intorno a lui.
Li fissò per lunghi istanti per poi lasciare il suo sguardo su Niall con l'aria un po' più felice degli altri: capì che era stato lui a rompere il braccio ad Ares.
Poi Liam parlò:
<< Ce l'abbiamo fatta anche questa volta, Harry. >>

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E siamo qui anche questo sabato.
O meglio, io ci sono, voi? #conduttricetime
Okay, okay, torniamo seri. 
Inizio col scusarmi per non star aggiornando TACITURNITY, ma purtroppo ho il blocco.
Mi spiace un sacco, spero di poter ricominciare a pubblicare al più presto. 
Volevo dirvelo la volta scorsa, ma ovviamente ho tante cose da dire e l'unico risultato è che scompaiono tutte dal mio cervello, già abbastanza piccolino. 
Ora, spero che il capitolo vi piaccia: lasciate voti, recensioni, commenti con brutte parole, baci e abbracci, ma per favore, fatemi sapere cosa ne pensate.
Detto questo, vi saluto e ci sentiamo la prossima settimana!
 
PER LO SCAMBIO/SPAZIO PUBBLICITA' SCRIVETEMI.
 
 
  
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