25
dicembre 1944. Ufficio del Professor Silente, ore 04:50
Quando
Hermione bussò alla porta dello studio di Albus
Silente, in vestaglia e quasi alle cinque del mattino,
l’ultima cosa che si
sarebbe mai aspettata era di essere fatta accomodare
all’interno da
nientepopodimeno che da Tom Orvoloson Riddle, anche lui in vestaglia da
notte.
L’espressione
sbigottita della ragazza era evidente, ma Tom
sembrava così stremato che finì per accomodarsi
sulla sedia che Albus Silente
le indicava da dietro la sua scrivania invece di iniziare subito con le
domande. Il luccichio negli occhi del futuro preside più
vivo che mai.
«Immagino
che anche lei sia stata disturbata dagli incubi,
miss Evans» esordì Silente.
Hermione
annuì piano guardando Riddle.
«Non
sarà sorpresa di scoprire che anche il nostro signor
Riddle è qui per la stessa ragione. Oltre che per parlarmi
del recente vincolo
che vi unisce che ha portato rimedio ad un problema del quale, temo,
non
essermi mai accorto. Una grave mancanza che avrebbe potuto portare a
conseguenze deplorevoli, per fortuna arginate appena in tempo. Ora,
Hermione,
saresti così gentile da raccontare ciò che ti ha
spinta a cercarmi a quest’ora
del mattino, per favore?»
«Certamente,
professore.» disse Hermione e, dopo un’ultima
occhiata verso Riddle, cercò di spiegare il più
chiaramente possibile il suo
sogno, che aveva il timore potesse rivelarsi premonitore di quella sera.
«Allora,
professore?» chiese ansiosa, «Cosa ne
pensa?»
Il
professor Silente si alzò dalla sua sedia e diede le spalle
ai due studenti borbottando qualcosa fra sé.
Tom,
nel frattempo, si era seduto sulla sedia vicino quella di
Hermione ed aveva posato una mano sulla sua gamba.
L’espressione
turbata della serpe si spostò immediatamente sul
suo fidanzato -le faceva ancora
strano pensare a Tom in quei termini- e come di riflesso mise una mano
sulla
sua facendo intrecciare le loro dita.
Non
potevano permettersi altro davanti a Silente (o davanti a
chiunque altro, a dirla tutta), ed Hermione sapeva che per Tom quello
era anche
tanto, considerato che detestava simili manifestazioni di affetto,
quindi fu
sorpresa che lui non si fosse sottratto a quel contatto.
Quello
a cui non era decisamente preparata era alla reazione
del suo corpo, che al primo contatto con il bel Riddle si era
decisamente
surriscaldato.
Lo
guardò meglio, e ancora una volta si ritrovò ad
ammirarlo
per come riuscisse a sembrare un fotomodello anche in vestaglia e
babbucce.
Il
ragazzo fece un sorrisetto che in realtà era più
un ghigno
ed Hermione sospettò che avesse letto i suoi pensieri,
quindi, infastidita,
pensò ad un’immagine che ebbe il potere di far
arrossire leggermente il
Serpeverde e costringerlo a portarsi entrambe le mani in grembo.
Nascondendo
a fatica un ghignetto divertito, Hermione riportò
la sua attenzione sul professor Silente che, notò, era
rimasto a fissarli
interrompendo il suo monologo.
Immediatamente
delle maschere impassibili calarono sui volti
dei due ragazzi, e Albus Silente iniziò a parlare, senza
riuscire a nascondere
del tutto il suo divertimento.
«Immagino
non sarà sorpresa di sentire, miss Evans, che il
signor Riddle qui presente è venuto a narrarmi un
pressocchè analogo racconto
riguardo il suo sogno, e le mie conclusioni in merito sono che, in
seguito
all’incanto Amor Mortis, oltre alle vostre vite avete
vincolato anche i vostri
pensieri, più o meno. Da quel che so, entrambi tenete sempre
attiva una
barriera mentale molto forte, tuttavia durante il sonno tale barriera
tende a
diminuire di intensità e voi due potete arrivare a
condividere ciò che sognate.
Non accade spesso, né può accadere
volontariamente, ma ieri sera è successo.
Quella
premonizione, perché di una premonizione si trattava,
immagino sia stata scaturita dall’incanto Amor Mortis stesso,
che oltre ad
unirvi vi ha fornito una protezione contro ciò che potrebbe
dividervi,
mostrandovelo prima che inevitabilmente questo accada.»
«Qundi
non c’è alcuna speranza?»
domandò Hermione con voce
roca. Tom le prese di nuovo la mano stringendogliela forte.
«Io
non permetterò che accada.» disse con la voce di
uno che
avrebbe fatto di tutto per evitare l’inevitabile, ed Hermione
sapeva che
sarebbe stato capace anche di dannarsi l’anima pur di
salvarla. Ironia della
sorte, proprio quello che lei voleva evitare.
«Il
futuro non è scritto, signorina Evans. Lei, più
di tutti,
dovrebbe saperlo.»
29
Maggio
1998. Casa di Remus Lupin.
Remus
Lupin camminava avanti e indietro fuori dalla porta
della stanza nella quale sua moglie stava partorendo.
Andare
al San Mungo sarebbe stato troppo pericoloso, così
quando Ninfadora aveva avvertito la rottura delle acque tutte le donne
presenti
in quel momento – ovvero Andromeda, Lily e Mary –
l’avevano portata in una
stanza da letto e con tanta pazienza si stavano dando da fare per far
partorire
la ragazza secondo le usanze babbane, ovvero con pezze e acqua calda.
Così,
mentre dall’interno della stanza si sentivano urla degne
della trasformazione in lupo mannaro di Remus, all’esterno vi
erano James,
Sirius con la piccola Cassiopea, e un povero Remus in piena crisi
isterica per
non poter fare nulla per alleviare il dolore della consorte.
«Rem,
siediti che così scavi un fosso.» gli disse James
con un
sorriso teso cercando di far rilassare l’amico.
Remus
lo guardò male.
«Devo
forse ricordarti che dopo la nascita di Harry hai dovuto
farti un incantesimo per far ricrescere i capelli che ti eri
strappato?»
Sirius
scoppiò nella sua grassa risata latrato.
«È
vero James, quella volta sei stato proprio...»
Non
si riuscì a capire come Sirius avrebbe definito James
quando era nato Harry, perché in quel momento tutti e tre si
zittirono, per
udire meglio quel vagito che proveniva da oltre la porta.
James
fece appena in tempo a sorreggere Remus e a metterlo su
una sedia prima che il lupacchiotto svenisse, tra le risate dei suoi
amici. Al
suo risveglio, la prima cosa che vide fu la sua Ninfadora con il
piccolo Teddy
in braccio, i cui capelli cambiavano già colore ogni cinque
secondi, e mai
visione gli sembrò più bella.
Nella
stanza c’erano tutti i loro amici, e Mary scattò
una
foto quando Remus si sporse per prendere suo figlio dalle braccia della
moglie.
Era
tutto perfetto, come sarebbe dovuto sempre essere.
I
coniugi Lupin chiesero a Lily Evans Potter di essere la
madrina del loro primogenito, e lei fece appena in tempo ad accettare
con le
lacrime agli occhi prima che un partronus li interrompesse.
«Sono
Bill Weasley. Harry e Ron sono a villa
conchiglia con me e mia moglie.»
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Scusate
per il capitolo corto, a mia difesa posso solo dire
che, adesso che ci stiamo avvicinando alla fine, è sempre
più difficile
scrivere capitoli lunghi senza arrampicarmi sugli specchi, considerato
che, se
notate nelle cronologie di Harry Potter, praticamente da dicembre ad
aprile
paradossalmente non succede granchè che non riguardi Harry.
Cioè,
lui sta a caccia degli Horcrux e tutto ma, non parlando
di lui, mi sembrava monotono scrivere dei mesi in cui i malandrini
praticamente
si sono rigirati i polli non potendo fare niente di attivo per aiutare
Harry e
senza fargli avere uno shock emotivo.
La
nascita di Teddy mi sembrava molto significativa invece.
Cioè,
i malandrini hanno assistito alla nascita di Harry, ed
era doveroso che ci fossero anche per quella di Teddy.
Ho
deciso di mettere come madrina Lily Potter perché ho
pensato che Remus avesse scelto Harry in quanto unico legame con i suoi
vecchi
amici, mentre con la rinascita di tutti è sempre stata Lily
la sua migliore
amica, senza nulla togliere a James e Sirius. Nel senso che secondo me,
poiché
James e Sirius erano come fratelli, Sirius era il padrino di Harry e
James sarebbe
diventato il padrino di Cassiopea (ops… piccolo spoiler ;)),
Lily sembrava la
scelta più appropriata, ecco…
Inoltre,
e ci tengo a specificarlo, anche se nel film non si
capisce affatto se Peter Minus è morto o no, in questa
fanfic lo è, e inoltre,
poiché i due ragazzi non hanno dovuto salvare Hermione da
Bellatrix, anche
Dobby e vivo.
Piccola
postilla: la scena con Hermione e Tom è stata breve
perché avevo in mente di mettere la loro prima volta
esattamente dopo il
colloquio di Silente ma, poiché in quel caso avrei dovuto
DECISAMENTE cambiare
il rating ho deciso che scriverò una one shot a parte ROSSA
che parte da quando
loro due escono dallo studio del vecchio.
In
questa fic, invece, si ripartirà quasi direttamente dalla
scena col ballo.
A
presto, si spera, Mary Evans