Serie TV > The Originals
Segui la storia  |       
Autore: Robigna88    24/01/2016    2 recensioni
SEQUEL DI THE FAMILY BUSINESS
Elijah ed Allison stanno insieme da poco quando John Constantine, che di solito preferisce lavorare da solo, chiede aiuto alla cacciatrice. Lei è l'unica di cui, a parte Chas e Zed, si fida a sufficienza. E' una persona che come lui conosce le atrocità di quella vita e che nonostante tutto combatte ancora. Una persona che ha molti amici e molti nemici, che ha stabilito alleanze e ha una grande abilità nel cacciare. I loro cammini si sono incrociati diverse volte per piccoli casi risolti velocemente. Stavolta però si tratterà di lavorare fianco a fianco per lungo tempo, dare vita a nuove collaborazioni e combattere nuovi e oscuri nemici. Questa collaborazione quanto minerà gli equilibri della appena nata relazione tra l'Originale elegante e la bella cacciatrice?
IL CROSSOVER COMPRENDE, OLTRE A CONSTANTINE, ANCHE SPN E TVD.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NDA: Ah, colpi di scena a go-go... chi se li aspettava? Vi piacciono? Lasciatemi un pensiero se vi va, buona lettura, Roby.
Ps: piccolo spazio pubblicitario... Se vi va passate a leggere la mia nuova fanfiction su The Originals
A Blast from the past e  What if? e lasciatemi un commento se avete voglia :)

no

22.

 

 

 

 

 

Tristan arrivò al luogo dell’appuntamento con la strana sensazione che ogni cosa, quella sera, sarebbe cambiata.

Era una sensazione che lo sopraffaceva e in qualche modo gli metteva addosso un’adrenalina che non provava purtroppo da tanto, troppo tempo. Quando il suo autista fermò l’automobile davanti a quell’edificio fatiscente il suo entusiasmo sembrò spegnersi.

Era un posto orribile e lui di posti brutti ne aveva visti tanti. Non era possibile che chi gli aveva mandato il messaggio avesse scelto di incontrarlo lì, quindi meglio alzare la guardia perché qualcosa non andava.

Scese lentamente e mise le mani nelle tasche del suo cappotto grigio fumo – o almeno era così che lo aveva definito la giovane commessa che aveva soggiogato per farselo regalare – e si avviò verso l’entrata.

Aveva fatto sì e no mezzo metro quando una figura poco illuminata gli andò incontro; il sole era oramai tramontato ma i grandi alberi intorno, fitti com’erano, oscuravano quasi interamente la luce della luna.

Si fermò, così da costringere chi gli stava davanti ad avvicinarsi, ma gli fu subito chiaro che non era la persona che sperava di vedere.

“Matthew” gli disse piegando poco il capo quando finalmente riuscì a vederlo bene in viso. “Devo essere onesto, lei non è proprio il Morgan che mi aspettavo di vedere.”

L’altro si strinse nelle spalle. “Beh sapevo che l’idea di vedere mia sorella ti avrebbe fatto più piacere dell’idea di vedere me, ecco perché mi sono spacciato per lei nel messaggio che ti ho inviato.”

Tristan abbozzò un sorriso nervoso. “Astuto ma anche banale, devo ammetterlo.”

“Eppure ci sei cascato in pieno…” rispose Matthew avvicinandosi ancora di qualche passo. “Devo dirtelo, quando ho saputo che ti eri preso una cotta per Allison ero sorpreso, ma molte cose hanno avuto un senso.”

“Ad esempio?”

“Ad esempio perché otto anni fa sei sparito di colpo con la tua organizzazione super letale dopo avermi promesso un posto all’interno” ricordò Matt. “Non capivo perché ti fossi rifiutato di aiutarmi ad uccidere mia sorella nonostante il tuo odio smisurato per i cacciatori del soprannaturale che tentano sempre di metterti i bastoni tra le ruote. Ma poi, recentemente, ho sentito alcune voci, alcuni… sussurri e tutto è stato chiaro. Ti sei innamorato di lei e probabilmente è successo il giorno che l’hai vista per la prima volta, il giorno che io ti ho chiesto di rintracciarla.”

“Ne ho abbastanza di questo incontro, cosa vuole signor Morgan?” tagliò corto Tristan.

“Voglio che tu mi dica tutto quello che c’è da sapere su questa dannata profezia secondo la quale Allison è destinata ad uccidere l’uomo che ama e la sua intera famiglia.”

“E immagino che lei abbia saputo della profezia sempre grazie ai soliti… sussurri. Giusto?”

“Non ha importanza come l’ho saputo, voglio saperne di più. Voglio sapere tutto.”

“Così potrà usare queste informazioni per ricattare sua sorella in qualche… malvagio modo degno delle sue diaboliche macchinazioni?”

Matthew scosse il capo, poi sorrise. “Non sono più quel Matt, sono cambiato. Voglio che tu mi dica tutto perché voglio aiutarla.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Allison!”

La voce di Klaus risuonò nello spazio circostante la casa; era un urlo agitato, spaventato, intenso. Ma che Allison non poteva sentire anche se lui non lo sapeva ancora.

L’Ibrido avanzò a passo lento, stringendo in braccio Camille, gli occhi chiusi… quei bei capelli biondi impiastricciati di sangue. Si lasciò cadere in ginocchio, gli occhi colmi di rabbia e lacrime, nessun dubbio su chi fosse il responsabile per quella tragedia che lo aveva colpito nel momento in cui aveva finalmente trovato la felicità per tanto tempo rifuggita.

“Allison…” chiamò, stavolta quasi in un sussurro. Ma il viso che vide quando alzò gli occhi fu quello di Elijah.

“Niklaus!” esclamò lui raggiungendolo e piegandosi sulle ginocchia. “Cosa è successo?”

Le mani dell’Originale elegante si spostarono sul viso di Camille, due dita presero ad accarezzarle la guancia fredda, gli occhi smarriti mentre guardava suo fratello. “Cosa le è successo?”

“Aurora” sibilò Klaus a denti stretti. “L’ha soggiogata affinché si togliesse la vita. Stavamo dormendo e quando ho aperto gli occhi lei… lei non c’era più. Non mi sono accorto di niente” raccontò.

“Mi dispiace fratello, mi dispiace così tanto” disse Elijah scuotendo il capo.

“Ho bisogno di Allison” gli fece sapere Klaus guardandolo. “Tristan sembra dannatamente ossessionato da lei, se lei lo chiama verrà ed io potrò catturarlo e torturarlo per attirare Aurora e ucciderla. Dove si trova?”

Elijah deglutì a vuoto, poi si perse per un attimo nei suoi pensieri.

 

 

 

TRE ORE PRIMA

 

“Stai bene?”

Elijah si mise a sedere su una sedia accanto a lei dopo averle baciato il capo e le spostò dal viso una ciocca di capelli sorridendo guardandola. “Le mie camicie stanno più bene a te che a me.”

Lei sorrise ma era chiaro che qualcosa non andasse. Infatti quando si voltò a guardarlo, l’Originale si accorse che i suoi begli occhi nocciola erano colmi di lacrime.

“Cosa c’è che non va?”  le chiese accarezzandole una guancia.

“Devo dirti una cosa” sussurrò lei, le mani tremanti  si sollevarono per poggiarsi sulla sua. “E avrei dovuto farlo già da parecchio tempo, ma con tutto quello che è successo io… non sono riuscita a farlo.”

“Ti ascolto amore mio” le disse lui cercando i suoi occhi per rassicurarla, per calmare quell’ansia che sentiva nella sua voce.

Lei deglutì a vuoto, poi fece un grosso respiro e si mise in piedi passandosi una mano tra i capelli. “Quando stavo male, quando io e Jonas siamo rimasti da soli mentre tu ti occupavi di Tristan… lui mi ha detto qualcosa. Qualcosa in merito alla profezia su di te, Klaus e Rebekah.”

Elijah corrugò la fronte, e dopo qualche secondo si alzò e la raggiunse afferrandola delicatamente per le spalle da dietro, avvolgendola con dolcezza. Quasi fosse un invito a continuare.

“Disse che qualche tempo prima la Strige lo aveva contattato e lo aveva assunto per occuparsi di una faccenda. In cambio gli offrirono protezione e visto che  aveva parecchi nemici lui accettò. Ma quando scoprì che la faccenda di cui avrebbe dovuto occuparsi in qualche modo coinvolgeva me, si era tirato indietro e per questo Tristan aveva iniziato a dargli la caccia” raccontò Allison. “Mi ha detto di sapere chi sarà il responsabile della vostra fine Elijah, mi ha detto che…”

“Lo so” la interruppe lui stringendola poco più forte. “So ogni cosa.”

Lei si girò rimanendo però nelle sue braccia e lo fissò confusa. “Lo sai? Cosa sai?”

“Che sei tu… la grande minaccia per la mia famiglia.” Elijah le accarezzò dolcemente la schiena. Poi continuò. “Lucien me lo ha detto e mi ha detto anche altro.”

“Cosa?”

“Non ha importanza, perché a me non importa assolutamente nulla di quella dannata profezia.”

“Come può non importarti?” chiese lei allontanandosi poco, dandogli di nuovo le spalle anche se solo per un secondo.

“Non mi importa perché so che tu non faresti mai del male a nessuno di noi.”

“E questo basta a farti stare tranquillo?” chiese lei guardandolo. “Perché io non sono affatto tranquilla.”

“Allison, io ti amo e tu ami me. Sei praticamente l’unica persona al mondo che chiama mio fratello Klaus amico, che gli vuol bene nonostante tutte le cose terribili che ha fatto. E adori Rebekah… non ci faresti mai del male e lo sai.”

“No, certo che non vi farei mai del male, non volontariamente. Ma che succede se trovano il modo di manipolarmi? Di farmi fare anche quello che non voglio fare?”

“Io mi fido di te!” esclamò lui avvicinandosi per prenderle il viso tra le mani.

“E che succederà quando lo diremo a Klaus? Credi che anche lui si fiderà di me Elijah?”

“Non deve saperlo per forza… Sai com’è fatto Niklaus, se glielo diciamo diventerà paranoico, smetterà di fidarsi di te e…”

“Mi ucciderà?” finì Allison per lui. “Se non glielo diremo noi lo farà Lucien presto o tardi, come ha fatto con te. E allora si sentirà davvero tradito e sì, mi ucciderà.”

Seguì un minuto di lungo silenzio, poi Allison parlò di nuovo.

“Credo che la cosa migliore da fare sia che io me ne vada,” disse facendo un grosso respiro, vedendo gli occhi del suo bel fidanzato colorarsi di smarrimento. “Per un po’ almeno. Questo maledetto anno sta per finire, e quando sarà finito tornerò e finalmente ci sposeremo e saremo felici.”

“No” Elijah scosse il capo. “È assurdo, non voglio che tu te ne vada.”

“E credi che io voglia? Mi sento… morire al solo pensiero di starti lontana ma è la cosa migliore da fare. Devi fidarti di me Elijah… me ne andrò e tu racconterai tutto a Klaus in modo che non si senta tradito o ingannato venendolo a sapere da altri. E quando questi mesi saranno trascorsi ci prenderemo la felicità che ci spetta, tu ed io.”

“Allison…”

Lei lo zittì con un bacio, poi si sfilò l’anello.

 

 

 

“Lei non è qui” rispose a Klaus ridestandosi dai suoi pensieri.

“Che significa che non è qui?”

Elijah si prese un attimo per pensare alla giusta risposta, stava per parlare quando Camille si risvegliò con un grosso respiro. Gli occhi chiari confusi esattamente come i suoi. Esattamente come quelli di Niklaus.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Non ho ancora ben capito perché cavolo abbiamo lasciato New Orleans,” John scosse il capo muovendosi a disagio sul sedile del passeggero.

Allison sospirò svoltando a destra. “Era ora di cambiare aria, te l’ho detto.”

“Cambiare aria? E io che credevo che dopo essere scampata alla morte ti saresti affrettata ad organizzare il tuo matrimonio” le disse l’uomo sbuffando. “Ma forse, visto che quel bel brillocco non orna più il tuo dito mi sono perso qualche passaggio Vuoi dirmi perché siamo davvero partiti o no?”

“O no!” esclamò lei fermando l’auto. “Siamo arrivati.”

Constantine guardò davanti a sé; il bunker degli Uomini di lettere gli riempì gli occhi in tutta la sua dannata decadenza. “Ci fermiamo qui?” chiese. “Se avevi bisogno di cambiare aria per un po’, il mio mulino era più vicino da raggiungere.”

“Lo so, ma qui mi sento a casa e ho bisogno di questo adesso. Se vuoi andare ti darò la mia auto, non sei costretto a rimanere.”

Constantine la seguì quando lei scese dall’auto, si accese una sigaretta e la raggiunse al bagagliaio. “Rimarrò, con il vostro strampalato Team Free Will non ci si annoia mai… Ma chiamerò Chas e Zed se sei d’accordo,  quantomeno per far sapere loro che stiamo bene.”

“Okay” sussurrò Allison richiudendo il portabagagli e avvicinandosi alla porta a passo svelto. Bussò diverse volte, poi finalmente Dean aprì. Sembrava assonnato nonostante fosse pomeriggio inoltrato.

“Allison” mormorò guardandola. “E John…” salutò anche l’uomo.

“Hey” lo salutò la cacciatrice. “Posso rimanere qui per un po’?”

Il maggiore dei Winchester la guardò per un lungo istante, poi annuì comprensivo prendendole il borsone di mano. “Ben tornata a casa.”

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Originals / Vai alla pagina dell'autore: Robigna88