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Autore: Manu75    24/01/2016    1 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Grazie a sweetsirius ed Ecatecallisto per aver recensito ^_^

Ho sempre immaginato il mondo dei maghi purosangue come una società chiusa e leggermente arcaia, con dei rapporti e dei legami molto simili ad una società nobiliare ottocentesca. Buona lettura!



UN GELIDO DESTINO

 

Decimo capitolo

 

(Natale – Terza parte – Narcissa)


Il rientro a Weirwater si svolse in un silenzio pesante.
Bellatrix era immersa nei propri pensieri, Narcissa le lanciava delle occhiate di sottecchi, ancora incredula per quello a cui aveva assistito.
Dorothy era pallida e stanca.
Per dei lunghi e angosciosi attimi aveva perduto di vista le due ragazze e, sebbene Cissy fosse ricomparsa poco dopo dicendo di essere stata travolta dalla folla e Bella si fosse regolarmente presentata al rendez-vous, davanti al Ghirigoro, quei minuti di panico l’avevano lasciata in uno stato di prostrazione.
Alla fine, una volta rientrate a casa, ognuna delle tre si ritirò nella propria stanza, senza pronunciare parola.

 

La sera verso le sei, la Governante bussò alla porta di Narcissa e, ottenuto il permesso, entrò portando tra le braccia una confezione trasparente che lasciava intravedere qualcosa di argentato e vaporoso.
- Ecco il vestito!- annunciò la brava donna allegramente.
Narcissa si alzò dalla poltrona nella quale era sprofondata con compostezza ma, dentro di sé, bruciava di una curiosità piena di aspettativa.
Liberò l’abito dal suo involucro con delicatezza e alla fine lo osservò in silenzio, per qualche istante, estasiata.
- Una Ninfa della Luna! Non è il più bell’abito che tu abbia mai visto, Dorothy? Non ho fatto un’ottima scelta?- chiese la ragazzina, vibrante di orgoglio e soddisfazione.
- Nessuno indosserà un abito più bello! – le assicurò la domestica, con convinzione – E' meglio cominciare a prepararsi, tra poco più di un’ora dovrete andare alla festa!-
I preparativi richiesero molto tempo.
Dorothy acconciò amorevolmente i capelli biondi della sua diletta, con cura ed attenzione.
Il risultato fu un’acconciatura che raccoglieva i capelli sulla sommità della nuca, per poi farli ricadere qua e la in piccoli boccoli, intrecciati a dei scintillanti nastri argentati.
L’abito era una piccola nuvola di chiffon color argento, intessuto con dei lucidi nastri rosa pallido, lo stesso colore delle piccole scarpine fatte su misura.
Una maschera, tempestata di piccoli brillanti e di Topazi rosa, celava in parte il bel volto ovale della ragazza.
Il risultato finale era tutto grazia e delicatezza.
- Avete dei gusti proprio raffinati!- esclamò, piena di orgoglio, Dorothy.
Narcissa si sentiva davvero eccitata e non vedeva l’ora di farsi ammirare nel suo vestito meraviglioso.

 

Scese le scale sollevando delicatamente l’orlo del abito e aspettò di sentire i commenti dei suoi genitori.
Ma non arrivò alcun commento.
Cygnus aveva un’aria cupa e tetra e Druella non c’era perché, alla fine, si era rifiutata di presenziare adducendo una qualche indisposizione.
Bellatrix era favolosa.
Indossava un attillato abito nero che le fasciava il bel corpo sensuale, una coda di chiffon viola e blu pavone le ornava il retro del vestito, che aveva una scollatura generosa che evidenziava il décolleté e le belle spalle dalla carnagione dorata.
Le labbra erano dipinte di rosso e il volto era coperto per buona parte da una maschera nera, contornata da piccole piume di pavone.
Era bella, straordinariamente sexy……e ‘leggermente volgare’, sospirò tra sé e sé Narcissa, sapendo che nessuno avrebbe notato ciò.
- Andiamo?- borbottò Cygnus, con voce fredda.
Narcissa nascose la propria delusione per l’indifferenza paterna e si apprestò ad uscire.
- Sembri proprio una bambolina!- le sussurrò Bella, sarcastica - Una bambolina molto piccola, Ninfa della Luna , eh? Chissà che risate si farà Lucius Malfoy! Sempre che non si metta a piangere invece, come sei patetica…Ninfadora…- e con un sorrisetto crudele uscì di casa.
Suo malgrado Cissy arrossì leggermente sotto la maschera.
Bellatrix aveva capito il significato del suo abito e questo la faceva sentire umiliata.
Quando erano bambine, Andromeda le aveva sempre deliziate raccontando loro delle storie, allegre o di paura, che inventava di sana pianta. Così un giorno, Narcissa aveva deciso di inventare un racconto per Andromeda e aveva inventato la storia della Ninfa della Luna: Ninfadora. Bellatrix, che all’epoca era ancora la sua compagna di giochi, aveva borbottato e si era lamentata ma alla fine l’aveva aiutata a scrivere la storia e aveva decorato i fogli di pergamena con dei bei disegni, nei quali era molto abile.
Ninfadora era una Ninfa dai capelli rosa che vestiva un abito bellissimo tutto d’argento e rosa, che danzava al chiaro di Luna aspettando il suo perduto amore e incontrando esseri meravigliosi e incantati.
Andromeda, ricevendo quel dono era scoppiata in lacrime e le aveva abbracciate e baciate entrambe, promettendo che avrebbe conservato la storia per sempre.
- Sono certa che prima o poi incontrerò Ninfadora…una Ninfa dai capelli rosa deve per forza entrare nella mia vita e diventare mia amica!- aveva esclamato la ragazza, accarezzando la guancia di Cissy.
Narcissa si avviò verso la carrozza dei Black, con l’entusiasmo che si era volatilizzato in un istante.
Aveva completamente scordato che la Festa si svolgeva a Malfoy Manor e che, quindi, avrebbe rivisto Lucius Malfoy.

 

Malfoy  Manor era la tenuta principale della famiglia Malfoy e si trovava in una zona isolata, non molto distante da Londra.
Per quanto Weirwater fosse grande e bella e per quanto la loro casa londinese fosse elegante, Narcissa non poté che prendere atto di come la residenza dei Malfoy fosse il più imponente, maestoso e sfarzoso edificio che avesse mai veduto.
Era illuminato da centinaia e centinaia di innumerevoli piccole fate, evidentemente costrette da un Incantesimo Congelante a rimanere immobili e sospese nell'aria.Non sembravano molto felici.
Una volta all’interno, i Black furono accolti da Abraxas in persona.
- Cygnus!- esclamò con calore e strinse la mano del suo ospite – ...tua moglie non è venuta?- chiese con tono leggermente deluso, poi scorse Bellatrix e Narcissa e, alla vista di quest’ultima, il suo volto si illuminò.
- Davvero due dame splendide! – mormorò galante – Lucius dovrebbe essere qui a momenti, sta facendo gli onori di casa... nel salone…- mormorò poi, accigliato.
Alla fine fece accomodare Cygnus e le sue figlie nell’immensa sala delle feste, dove il party era cominciato e dove vi erano almeno duecento persone, mascherate di tutto punto.
Cygnus fu subito catturato da un gruppo di maghi, che stavano discutendo molto animatamente.
Narcissa poté udire solo le parole ‘Silente’ e ‘vergognoso’, poi venne risucchiata dagli ospiti e così si trovò sola.
Bellatrix era sparita.
- Narcissa!- la chiamò una voce conosciuta e la ragazzina vide spuntare la sua amica Rubinia al fianco della madre.
Ruby era vestita con un abito rosso ed attillato che, sul suo esile e ossuto corpicino di bimba, pendeva sgraziatamente. Al collo portava delle perle e sul viso aveva una mascherina nera.
Sembrava la patetica imitazione di una donna adulta.
Sua madre era vestita più o meno allo stesso modo.
- Ciao Ruby!- esclamò Narcissa, trattenendo il disappunto per la mise infelice della sua amica e rinnovando l’orgoglio per la propria.
La signora Alderman strinse gli occhi, osservando la grazia piena di innata eleganza di Narcissa.
- Vi lascio sole…- mormorò la donna – Non allontanatevi dal salone, va bene Rubinia?- esclamò con voce fredda.
Le due ragazzine si misero in un angolino appartato ad osservare tutti quegli adulti che danzavano, parlavano e si godevano il buffet.
- Che bello il tuo vestito!- le disse Ruby, facendo sentire Narcissa leggermente in colpa – Sai…- aggiunse esitante ma con i pallidi occhi che si illuminarono di colpo – Rodolphus è qui! Me l’ha detto la mamma, finalmente lo conoscerò!-
Cissy aggrottò le sopracciglia.
- Ma non l’hai mai visto, Ruby?-
La ragazzina scosse la testa.
- Ma ho visto un suo ritratto sai, è bello e alto! Potrò ringraziarlo per i regali, se riuscirò a parlare…sono così emozionata!-
Narcissa non disse nulla, in fondo anche se lei conosceva a mala pena il suo futuro marito, almeno poteva dire di averlo visto.
Ad un certo punto udirono la voce di Bellatrix poco distante, provenire dall’angolo dove si servivano gli alcolici.
-…mi tolga le mani di dosso…signore!- stava sibilando, rivolta ad un giovane che, chiaramente in preda ai fumi dell’alcool, la stava importunando, trattenendola per un braccio.
Il giovane aveva un volto pingue e molle, che lo invecchiava pesantemente, i capelli gli scendevano sudati lungo il volto, anch’esso sudato e accaldato.
Aveva già un doppio mento pronunciato e degli occhi piccoli e poco espressivi, accesi da una luce di bramosia mentre studiava il bel volto di Bellatrix.
La ragazza osservava il giovane sconosciuto con disgusto, cercando inutilmente di liberarsi dalla stretta.
-Rodolphus...che fai?- intervenne ad un certo punto una terza persona.
Rubinia e Narcissa sussultarono contemporaneamente.
Il Signor Alderman era comparso al fianco di Bella e la stava liberando dalla presa dell’altro uomo.
-…Sei ubriaco…questa è una delle signorine Black…!- lo rimproverò aspramente – Cosa credi di fare? Lasciala e ricordati che Rubinia è presente stasera! Vedi di comportarti decentemente!Comportati come un Lestrange, per una volta!-
Narcissa si voltò verso la sua amica e vide che Rubinia era di un pallore spettrale, un muto orrore dipinto sul volto, poté quasi sentire il rumore di un sogno che si infrangeva e di un’illusione che svaniva.
La piccola Alderman fece dietro front e scappò fuori in giardino.
Narcissa si morse le labbra.
Da una parte vide il Signor Alderman allontanarsi con Bellatrix, dall’altra vide Rubinia accasciarsi poco lontano.
Decise di raggiungere la sua amica e lasciare sua sorella al proprio destino, almeno per il momento.
Rubinia era accucciata come una piccola anima tormentata, stringendosi convulsamente il ventre, in preda ad un forte dolore.
Gli occhi erano pieni di lacrime.
-…Rubinia…- le sussurrò Narcissa, sinceramente dispiaciuta.
- Ho solo male alla pancia…- mormorò l’altra, sofferente – Cissy, mi accompagni in un posto dove io possa stendermi…?-
Narcissa annuì e si accucciò accanto all’amica, pronta ad aiutarla a rialzarsi, con il vestito che si gonfiò attorno a lei.
Le due ragazzine si rialzarono, Rubinia col magro braccino ricoperto da un lungo guanto, attorno al collo di Cissy.
Nel momento in cui si voltarono si trovarono di fronte Rodolphus Lestrange.
Lui le osservò barcollando leggermente, con gli occhi stretti a fessura, nel difficoltoso tentativo di metterle a fuoco.
- M-mi hanno…d-detto- biascicò, chiaramente in difficoltà -…che Miss Alderman è uscita…qui…chi sei..? Quale delle due…?- chiese, con grande sforzo.
Rubinia soffocò un’esclamazione di puro terrore e, lasciato il sostegno di Narcissa, si precipitò dentro.
Cissy cercò di seguirla ma Rodolphus la bloccò.
-…S-sei tu..?- le chiese, con un pesante alito di alcool.
La ragazzina rabbrividì leggermente e lui le mise le mani sulle spalle, rischiando di farla cadere di schianto, in quanto si appoggiò con tutto il suo notevole peso.
-…Sei piccola….- mormorò, aggrottando le sopracciglia e avvicinando il volto a quello della ragazzina per guardarla meglio -...Ma sei bella, meglio di niente!-
Le afferrò una mano e se la portò alle labbra, in un goffo baciamani.
Narcissa rabbrividì di disgusto, avrebbe voluto gridare, ma rimase immobile.
-…T-ti sono piaciuti i miei regali…? Li ha scelti mio padre, veramente, ma visto che sei così graziosa la prossima volta lo scelgo io…va bene?...ti piacciono le bambole?-
- Rodolphus...- chiamò una voce fredda e strascicata – Se proprio vuoi importunare una sposa bambina, fallo con quella giusta. Si da il caso che questa sia la mia.-
Narcissa si sciolse per il sollievo, Lucius era spuntato alle spalle del giovane Lestrange e lo aveva tirato indietro, facendo sì che si allontanasse dalla ragazza.
Indossava un sontuosissimo abito nero e argento e nessuna maschera a coprirgli il volto.
-…L-lucius..?- chiese Rodolphus, cercando di non balbettare.
-In persona.- confermò Lucius, gelido- Vai dentro Rodolphus, tuo padre ti cerca.- aggiunse, osservando l’altro leggermente disgustato – E prenditi una mentina, dammi retta…-
Rodolphus sembrò accartocciarsi sotto lo sguardo freddo dell'altro ragazzo e si voltò, rientrando nel salone quasi strisciando.
Tra Narcissa e Lucius cadde il silenzio.
Lui osservò la minuta figuretta della ragazzina, avvolta da tutto quel tulle scintillante ed i piccoli boccoli che addolcivano i lineamenti del fine visetto, coperto dalla maschera.
Allungò la mano e gliela levò dal volto.
- Toglila, è ridicola!- le disse infastidito, poi fece per andarsene.
- Grazie…- gli disse Narcissa, soffocando il suo orgoglio e sentendo le lacrime fare capolino agli angoli degli occhi: finalmente era riuscita a dirlo.
Lui si voltò e, con una piccola smorfia, le sorrise.
-Almeno hai imparato l’educazione!- la studiò ancora qualche secondo – In realtà ti stavo cercando, ho un regalo per te. -aggiunse con aria annoiata.
Narcissa sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Mio padre ha voluto. – specificò lui – Ciò non toglie che il disturbo per sceglierlo me lo sono dovuto prendere io…- fece un’altra smorfia e, estratta la bacchetta, fece comparire un pacchetto grande poco più di un libro, quindi glielo fece volare direttamente in mano.
Narcissa lo afferrò e poi, con mani leggermente tremanti, lo aprì.
Era un cofanetto portagioie di squisita fattura, con incisi dei piccoli unicorni. Lo aprì e una musica malinconica fuoriuscì, riempiendo la notte.
- Non avevo idea di cosa potesse piacerti….e sono quasi certo che tu non giochi più con le bambole…- sorrise con ironia.
Involontariamente un sorriso si aprì sul volto di Narcissa e poi lei tornò a fissare il cofanetto.
- Buon Natale. - le disse il ragazzo, stringendosi nelle spalle e allontanandosi.
Narcissa rimase ferma al buio, chiedendosi come mai avesse tanta voglia di piangere e rimproverandosi per quella sua debolezza.
Non riusciva a decidersi a chiudere il cofanetto e continuò ad ascoltare la musica ancora a lungo, sotto la luce delle Luna.


Lucius rientrò e cercò suo padre trovandolo, infine, nel suo studio, dove stava sistemando delle carte con aria seria e concentrata, prima di rientrare alla festa.
-Padre.- chiamò freddamente.
Lui e Abraxas non avevano un grande rapporto, Lucius considerava suo padre troppo debole e permissivo, in molti settori.
- Lucius…devo sbrigare un paio di cose urgenti, vai a fare gli onori di casa- gli disse l'uomo, senza distogliere gli occhi dalle pergamene sulla sua scrivania.
-Volevo solo dirVi che, se gli sviluppi futuri lo consentiranno, non ho più alcun dubbio: accetto di prendere, al momento opportuno, Narcissa Black come mia fidanzata e poi moglie.- la voce di Lucius era fredda come di consueto, ma aveva perso il solito tono sprezzante.
Abraxas sollevò finalmente la testa, stupito.
- Mi compiaccio – mormorò, stringendo gli occhi e studiando il volto di suo figlio – A cosa devo questo cambiamento così radicale?-
Lucius rifletté un istante, sostenendo l’esame di suo padre.
- Diciamo che sarebbe potuto andarmi peggio!- le sue labbra si arricciarono - So riconoscere un buon investimento quando lo vedo, me lo dite sempre anche Voi che ho un buon naso per gli affari…- si voltò e lasciò la stanza, tornando in mezzo agli invitati, nel Salone della Casa che un giorno gli sarebbe appartenuta.
Così come, Lucius non aveva dubbi, gli sarebbe appartenuta anche Narcissa.

FINE DECIMO CAPITOLO

  
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