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Autore: Lady_Wolf_91    24/01/2016    3 recensioni
Lauren è sempre stata una persona razionale e poco incline alle storie romantiche.
Qualcosa però -o per meglio dire qualcuno- sta per ridurre in mille pezzi tutte le sue convinzioni.
E voi, siete pronti ad innamorarvi?
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ti amerò ancora

 
 
Dicono che ci sono incontri capaci di cambiare un’intera vita, di rivoluzionare il tuo stesso essere, sconvolgere quelle che fino al giorno prima erano le tue più solide convinzioni.
Quando questi incontri capitano si dice siano stati voluti dal cielo, dal destino.
Per una persona razionale come me credere a questo rientra tra le assurdità più disparate come credere ai fantasmi o ai lupi mannari.
Eppure sono consapevole che ci siano delle cose capaci di sfuggire al nostro controllo, cose che riescono a ribaltare completamente le nostre stesse certezze.
E ciò che fece crepare quel mio muro di razionalità e scetticismo avvenne il venticinque febbraio del duemilaquindici.
Quello per me era il giorno della mia totale indipendenza, finalmente infatti avevo fatto il grande passo: abitare da sola, non fraintendetemi però, non ero rimasta a casa dei miei genitori per tutto quel tempo – ventisette anni sono tanti- ma mi ero sempre appoggiata a qualcuno, una zia, mia nonna, un ragazzo, la mia miglior amica fino al giorno prima, senza mai trovare il coraggio – e diciamocelo anche la possibilità economica- per fare quello che in fondo era un grande piccolo salto.
Ed ero felice, l’appartamento che avevo scelto era in un piccolo condominio, una vecchia soffitta trasformata in una piccola casa accogliente, era stato amore a prima vista e prima di rendermene conto avevo già firmato il contratto.
E finalmente, dopo aver ultimato le ultime cose come dei piccoli ritocchi ai muri, una rinfrescata di pittura e una bella pulita, ero pronta per il mio primo giorno da sola.
Giorno, in realtà era notte inoltrata, le tre e trentaquattro per essere precisi, avevo lavorato senza sosta ripetendo più volte il motto dell’azienda nella testa – puliamo qualsiasi cosa, in qualsiasi posto a qualsiasi ora- maledicendo chiunque l’avesse inventato, alle due e mezzo avevo finalmente staccato e avevo preso un taxi per raggiungere la mia nuova casa.
“I turni di notte mi uccidono”
“Ti ucciderebbero meno se facessi un solo lavoro, non credi?”
La voce all’altro capo del telefono era della mia miglior amica, colei che aveva visto le luci e le ombre di me ed era sempre rimasta al mio fianco, che aveva minacciato di mettere alla porta il marito piuttosto che lasciarmi in mezzo alla strada.
Era inutile dirle che ormai ero grande, come d’abitudine quando avevo i turni di notte rimaneva sempre a telefono con me fino a che non ero al sicuro.
Incastrai il telefono tra la spalla e l’orecchio e iniziai a frugare nella borsa alla ricerca delle chiavi mentre contemporaneamente rispondevo alla sua domanda “Ho appena affittato  casa, non posso permettermi meno dei lavori che faccio.”
Sentii uno sbuffo ed ero sicura che stesse alzando gli occhi al cielo in quel momento:
“Hai affittato una casetta grande quanto una borsa, non una villa con giardino, potresti almeno ridurre a due!”
Intanto, trovate le chiavi, entrai in casa andando direttamente a sprofondare sul divano poggiando malamente i piedi sul tavolino di fronte, mi sentivo talmente distrutta che anche la sola idea di alzarmi per mettere il pigiama e andare a letto era troppo faticosa.
Ispirai a fondo: “Beth ti prego, non ho fatto altro che pulire bagni di persone con evidenti problemi di mira e domani mi toccheranno i necrologi, possiamo evitare questo discorso?”
“Va bene. Sei a casa? Stai bene?”
“Sì, sono a casa e nessuno ha tentato di abusare di me o di rubarmi i pacchetti di fazzoletti che ho in borsa.”
Dall’altro capo del telefono Beth fece una piccola risata “Ok è che è il tuo primo giorno, sono in ansia.”
“Lo so, sei una mamma chioccia ma sto bene, davvero.”
“Notte allora, a domani.”
“Notte.”         
Sospirai lasciando scivolare il telefono sul divano, chiunque avesse comprato quel divano – avevo tenuto molti dei vecchi mobili- doveva aver avuto un favoloso gusto nello scegliere cose super comode, sentivo gli occhi chiudersi sempre di più e non vedevo l’ora di sprofondare nel mondo dei sogni.
“Scusami! Sei stata cresciuta da un branco di cani selvaggi forse?”
Sobbalzai sentendo il cuore battere furioso nel petto mentre cercavo di capire cosa ci faceva un uomo nel bel mezzo del mio salotto e soprattutto come diavolo era entrato.
“O-ok senti…io non ho soldi ok? D-davvero non c’è molto da rubare qui tranne forse qualche mobile ma-”
“Non sono un ladro.”
Cercai di rimanere calma e di afferrare il cellulare senza essere vista “Va bene, non sei un ladro s-sei qui quindi perché…non vuoi uccidermi vero?”
“Tu…mi vedi?”
Lo sconosciuto alzò un sopracciglio facendo un passo verso di me mentre io cercavo di strusciare più lontano possibile, sembrava turbato, come se quella domanda avesse un vero senso.
“O Dio, sei uscito da qualche centro psichiatrico vero? Mia madre lo diceva sempre che attiro solo matti.”
“Non capisco, mi vedi come una strana presenza confusa o mi vedi vedi? Cioè se dovessi descrivermi saresti in grado di farlo?”
E quello era più strano di tutto, cosa diavolo stava farneticando?
“Senti, tu hai dei problemi ma ci sono persone che possono aiutarti devi solo stare calmo e non fare niente di avventato.”
Approfittai della sua confusione per scappare in bagno, in quel momento non avevo pensato al fatto che potesse essere armato, il mio unico pensiero era rifugiarmi da qualche parte e chiamare aiuto.
“Pronto, qui è la stazione di polizia di Baker Street come possiamo aiutarvi?”
Cercai di respirare lentamente e far capire la gravità della situazione “Io, io ho bisogno d’aiuto c’è, c’è un uomo in casa mia d-dovete mandare qualcuno.”
“Si calmi signorina e mi descriva il soggetto.”
Certo, c’era solo questo sconosciuto in casa mia che voleva uccidermi o chi sa cosa e io dovevo stare calma e descriverglielo sì, niente di più semplice: “E’, altezza media credo e, dei capelli scuri ricci e o-occhi… senta non lo so ok? Non sono sta lì a guardarlo.”
“Saprebbe dirmi cos’indossa?”
“Cosa?! Ma perché mi fa tutte queste domande, non può mandare qualcuno e basta?”
Dall’altro capo non si udì nessuna risposta così sospirai “Ha un maglione viola e degli assurdi pantaloni verdi, è un ricercato per caso o cosa?”
“Oh ma allora mi vedi davvero!”
Sobbalzai lasciando cadere il telefono a terra, come diavolo era entrato nel bagno?
“E che cosa volevi dire con assurdi pantaloni verdi?”
Quindi era una specie di pazzo mago delle serrature? Eppure la porta continuava a essere chiusa ed io non ci capivo assolutamente niente.
Fissai il telefono, almeno avevo chiamato la polizia, la conversazione si era interrotta o forse era ancora dall’altro capo del telefono e stava ascoltando tutto ma in ogni caso avrebbe mandato una volante.
Lo sconosciuto seguì il mio sguardo e si passò una mano dietro la nuca “Ehm, mi spiace per quello ti ho un po’ preso in giro, è che volevo davvero sapere se mi vedevi.”
“C-che vuoi dire? Io ho chiamato la polizia e tra poco saranno qui, dovresti andartene.”
“Dopo anni una che finalmente può vedermi e me la mandano tarda, non hai parlato con la polizia, ero io, un piccolo trucco sempre efficace.”
Poteva quella situazione diventare ancora più assurda? Evidentemente sì.
“E’ impossibile e poi, ho parlato con una donna…”
Lui si schiarì la gola roteando gli occhi “…potrebbe descrivermi il soggetto?
E anche se ancora non riuscivo a crederci era la stessa, identica voce.
“Come, come diavolo hai fatto?”
“Come ho già detto prima: un piccolo trucco e tu sei un po’ tarda.”
“Chi sei tu?”
“Potrei dirti che mi chiamo Liam, che sono un affascinante ragazzo di appena ventisette anni, che ho acquistato questa casa circa cinque anni fa –e per inciso ci tengo molto alla mia mobilia e non avrei mai messo i piedi sul mio prezioso tavolino- e che sono eccitato e allo stesso tempo annoiato in questo momento, potrei dirti tutto questo  e molto altro ma sfuggiremo alla vera ed essenziale domanda, cosa sono?”
“C-cosa sei?”
“Morto, sfortunatamente e sono circa tre anni che nessuno riesce a vedermi. Ora la domanda da farci è, perché? Perché tu sì?”
Morto, morto nel senso di morto? No, tutto quello non aveva minimamente senso.
“Questa è una follia. Ma certo, ho sbattuto la testa e ora sono in coma, sto avendo una qualche allucinazione ovvio.”
“Quindi sarebbe normale avere un’allucinazione su un uomo che ti dice di essere morto?”
“Il potere dell’inconscio… e ora sta zitto, tu non sei reale o forse lo sei ma sei solo tanto pazzo.”
“Perché dovresti immaginare qualcuno di morto?”
Raccolsi tutto il mio coraggio e gli scaglia contro la prima cosa che trovai e –recuperato il telefono- presi a correre più forte che potevo, senza girarmi indietro, senza vedere il porta sapone che avevo lanciato attraversare quel tipo come se fosse fatto d’aria.
 







Angolo autrice.
Wo...mi sono spesso chiesta che effetto avrebbe fatto ritornare su efp e wau...non saprei dirlo nemmeno io.
E' circa un anno che manco su questi lidi(?) ed è circa un anno -forse di più- che non scrivo più.
Chi mi conosce sa che l'ultima storia che ho pubblicato è stata 'Ossidiana' e beh...è stata anche l'ultima che ho scritto (E a proposito, se qualcuno che la leggeva è qui(?) l'ho ripresa in mano e conto di finirla e poi pubblicarla, non sapete quanto mi sia dispiaciuto avervi lasciato così)
Non sto qui a raccontarvi i drammi della mia vita che mi hanno portato a questo lungo blocco e non so se sia corretto dire che sono tornata(?) Ma sono circondata da persone meravigliose che mi hanno sempre dato affetto e carica infiniti, così a poco a poco ho ripreso a scrivere e cosa meglio di una bella romantica drammatica per tornare? XD
Ci tengo a precisare che la storia è già conclusa sul mio pc quindi gli aggiornamenti saranno regolari(pensavo uno al giorno, vita permettendo ovviamente) E niente. Io spero che questa storia possa piacervi, che ci sia qualcuno che abbia voglia di dirmi cosa ne pensa(fosse anche un: fa schifo) E...credo di aver finito.
Grazie Mamy, questa storia è per te :*
 
   
 
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