Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lady_Wolf_91    25/01/2016    3 recensioni
Lauren è sempre stata una persona razionale e poco incline alle storie romantiche.
Qualcosa però -o per meglio dire qualcuno- sta per ridurre in mille pezzi tutte le sue convinzioni.
E voi, siete pronti ad innamorarvi?
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Feci l’unica cosa che dopo quell’assurda situazione aveva un senso: fermai un taxi e mi feci portare a casa di Beth.
Considerata l’ora mi aspettava sicuramente una sfuriata per non parlare di Marcus – il marito di Beth- che avrebbe trovato nuovi motivi per odiarmi ma, davvero, non avevo la più pallida idea di che cosa fare certo, potevo richiamare la polizia ma dopo quello che avevo sentito, dopo quello che avevo visto mi sentivo turbata e c’era una vocina nella mia testa che continuava a ripetermi che la polizia non avrebbe risolto nulla.
Arrivata davanti al portone composi il numero d’emergenza di Beth – un telefono che rimaneva acceso e con la suoneria al massimo a  qualsiasi ora del giorno e della notte-  e in meno di cinque minuti mi aveva accolto in casa.
“Tesoro, che brutta cera, cos’è successo?”
 
Mi portò in cucina e di fronte ad una tazza di tè le raccontai tutto.
“Quindi mi stai dicendo che a casa tua c’era un tizio in grado di attraversare le porte senza aprirle che crede di essere morto?”
Mi strinsi nella coperta sapendo perfettamente quanto tutto quello risultasse assurdo “Lo so, stento a crederci anche io ma inizio a pensare che stesse dicendo la verità, insomma io ero chiusa in bagno e lui era lì e… e poi la voce n-non so più che pensare.”
Beth ispirò a lungo allacciandosi per l’ennesima volta la cinta della vestaglia “Lo sapevo. Era troppo presto, non saresti dovuta andare a vivere da sola tutto in una volta.”
“Credi che mi sia immaginata tutto?”
Lei arricciò il naso “No, credo che ci sia un tizio morto a casa tua che si diverte a farti scherzi telefonici di cattivo gusto. Ovvio che credo che tu ti sia immaginata tutto.”
“Beth io sono scappata in bagno ok? E ho preso il telefono per chiamare la polizia e…”
Smisi di parlare sentendo dei passi per il corridoio e dopo alcuni minuti Marcus fece il suo ingresso in cucina “Sto sognando e questo è uno dei miei incubi, ditemi che è così per favore.”
“Tesoro, perché non prendi una tazza di tè?”
“Oh ma certo, certo che gradisco una tazza di tè e magari anche un bel piatto di biscotti eh? Ah no aspetta, sono le quattro e mezzo del mattino, del mattino Beth. Non avete più sedici anni ok?”
“E tu li hai mai avuti sedici anni Marcus?!” mi morsi la lingua ormai troppo tardi, Beth mi strinse la mano guardando il marito negli occhi “Marcus è una cosa seria, qualcuno si è introdotto nell’appartamento di Lauren e le ha fatto uno scherzo telefonico di cattivo gusto.”
Lui fece una smorfia prendendo poi dell’acqua dal frigo “No, davvero? Che cosa spregevole, dovrebbero inventare un servizio che offra aiuto in casi come questi e-oh ma aspetta, l’hanno già fatto si chiama polizia, è lì che la tua amica dovrebbe essere, non qui da noi a quest’ora della notte.”
Roteai gli occhi verso il soffitto e mi alzai scostando rumorosamente la sedia “Sei stato delicatamente chiaro come al solito Marcus! Mi spiace Beth, non sarei dovuta venire qui per una sciocchezza del genere.”
Lei si alzò con me lanciando un’occhiata gelida al marito “Ora basta, ricordate le regole di questa casa: non ci si comporta da bambini, fuori da qui potete anche prendervi a sassate ma in casa mia vi comporterete da persone adulte e mature, non è forse così Marcus? Allora?!”
L’interpellato si lasciò cadere sulla sedia sbuffando rumorosamente e incrociando le braccia sul petto muscoloso –Marcus era una di quelle poche persone che anche col freddo che faceva in quei giorni continuava a dormire in boxer, come se usare il pigiama fosse una minaccia alla sua mascolinità- ispirando a lungo “Seh… mi dispiace aver alzato la voce. Quindi, qualcuno si è introdotto in casa tua, hai chiamato la polizia prima di correre qui come una def- come una persona che ha corso qui nel pieno della notte?”
“E più complicato di così tesoro, lei ha visto questo tipo in casa sua e ha chiamato la polizia ma lui deve averle hackerato il cellulare o qualcosa del genere, l’ha spaventata a morte ed è per questo che è corsa qui, da quella che per lei è la sua famiglia.”
Questa volta fu il suo turno di roteare gli occhi, Marcus era burbero, riusciva a programmare la sua intera vita e quando qualcosa –e quel qualcosa spesso ero io- disturbava la sua linea retta dava di matto ma non era una persona cattiva, Beth mi ricordava sempre che lei non avrebbe mai sposato una persona cattiva,  solo che nella vita tutti abbiamo qualcuno che tira fuori il nostro lato peggiore e io per Marcus ero quella persona, col tempo però aveva cercato di placare l’irritazione nei miei confronti per amore di Beth e per lei cercavo di farlo anche io. Ma semplicemente alcune persone non sono fatte per andare d’accordo ed io e Marcus vivevamo in una costante guerra fredda fatta di frecciatine e allusioni, Beth era la nostra Svizzera, l’unica ragione per cui l’uno poteva acconsentire alla presenza dell’altro.
“Ok, quindi vuoi chiamare la polizia, vuoi che ti accompagni a vedere se è ancora lì o…vuoi rimanere qui e domani mattina decideremo che fare? E sia chiaro che per domani mattina intendo tra poche ore perché sapete io mi sveglio presto, ho un lavoro io.”
Grattai via una macchia inesistente dal tavolo in legno, a volte era semplicemente impossibile non stuzzicarci “Già, perché io invece domani vado a caccia di unicorni.”
“La cosa non mi stupirebbe.”
“Ragazzi! Per piacere, a volte mi chiedo cosa ci trovi io in voi. Faremo così: tesoro tu dormirai sul divano e domani mattina andremo all’appartamento tutti insieme e vedremo se sia il caso di chiamare la polizia.”
Marcus sbuffò ancora “Bene, buonanotte, il divano è comodissimo, divertiti.”
Beth gli poggiò una mano sulla spalla “No tesoro, intendevo tu.”
“Prego?”
“Tu dormirai sul divano Marcus, e sarai felice di farlo perché Lauren è una nostra ospite e noi non facciamo dormire gli ospiti sul divano, giusto?”
Lui trattenne uno sbuffo frustrato e borbottando qualcosa sulle persone che prima sono di famiglia e poi quando fa loro comodo diventano ospiti si diresse in soggiorno mentre noi due andammo nella stanza.
“Grazie Beth, mi spiace per tutto questo.”
“Non lo dire nemmeno.”
“E se mi sono davvero immaginata tutto ?”
“Allora ci faremo delle grasse risate pensando all’esaurimento nervoso che ha sfiorato Marcus questa sera.”
E ridendo ci addormentammo per quelle poche ore che la notte ancora ci concedeva.
 
 
 
Il giorno dopo scendemmo alle prime luci dell’alba con un Marcus stranamente silenzioso e Beth che cercava di tranquillizzarmi mentre trasudava agitazione da tutti i pori.
Io non sapevo cosa aspettarmi, c’era una parte di me che continuava a ripetermi che tutto quello era una follia, che sicuramente mi ero immaginata tutto o che era davvero stato uno scherzo magistralmente architettato. Un’altra però affermava con sicurezza che era tutto troppo strano, che nessuno avrebbe potuto imitare una voce con tale perfezione figurarsi attraversare delle porte chiuse poi. Ma quello che questa piccola parte sosteneva era impossibile e andava contro ogni mia logica quindi decisi di ignorarla il più possibile.
Arrivati all’appartamento –la porta ancora aperta dalla sera prima- non notammo niente di strano, a parte il porta sapone a terra niente sembrava essere stato toccato, quindi chiunque fosse non era davvero un ladro.
Marcus ispezionò la casa con cura cercando dietro le tende e tra gli armadi qualsiasi cosa mentre io e Beth ci fissavamo sedute sul divano.
“Quindi…vedi qualcosa?”
Era diversi minuti che eravamo in casa e forse, forse mi ero davvero immaginata tutto, forse ero semplicemente troppo stanca e spaventata di abitare da sola in quella casa sconosciuta, forse era stata solo un unione di tutte quelle cose e forse…
“Uscire e lasciare la porta di casa aperta. Davvero un’ottima idea, credi forse di abitare nel pianeta dei piccole orsetti gommosi o cosa? Oh forse sei una sostenitrice dei diritti dei ladri? Del tipo: facilitiamo loro il lavoro così che anche loro possano vivere felici?”
Mi voltai deglutendo e lui era lì. Lo stesso identico ragazzo della sera prima, con esattamente gli stessi vestiti, mi girai rapidamente verso Beth intenta a scrivere un messaggio, ma cosa? Perché non si era girata? Non l’aveva sentito parlare?
“Scusami? Sto parlando con te sai è irritante non essere guardato mentre parlo…AH, in effetti è divertente perché per la maggior parte delle volte parlo ma le persone non possono effettivamente sentirmi né tanto meno vedermi, quindi non sono maleducate solo ignorano fastidiosamente la mia esistenza ma tu no, quindi sei maleducata ed irritante, non che potessi aspettarmi qualcosa di diverso da qualcuno che poggia i piedi sul mio povero tavolino.”
E lui continuava a parlare e Beth semplicemente non lo sentiva, ora le ipotesi erano due: o faceva parte di quel grosso e fastidioso scherzo o era improvvisamente diventata sorda, stavo per girarmi e scuoterla quando vidi Marcus avvicinarsi, ecco, lui l’avrebbe visto di sicuro, camminò con passo spedito verso il divano ma non disse niente, non si fermò nemmeno davanti al ragazzo, semplicemente e inspiegabilmente lo oltrepassò.
E non intendo dire che gli passò accanto o lo spostò di lato o altro.
Lui lo oltrepassò.
Come se il tizio fosse fatto d’aria e non di carne ed ossa, gli passò attraverso facendolo svanire nel nulla.
“Woh, odio quando succede.”
Mi girai questa volta dal lato di Beth e lui ora era proprio vicino a lei.
E davvero, cosa diavolo stava succedendo?
“Tesoro? Stai bene?”
Cercai di concentrarmi sulla mia amica mentre il tizio continuava a fare facce strane.
“Uhm, cosa?”
“Dicevo che Marcus ha controllato e non c’è niente e nessuno, tu hai visto qualcuno o…?”
“Che domande fai? Se avesse visto qualcuno l’avresti visto anche tu no? Ti prego Beth non incitare questa follia. Non c’è nessuno e dall’ordine che abbiamo trovato dubito ci sia mai stato. Il che è anche abbastanza strano considerando che la casa è rimasta aperta e abbandonata a se stessa per tutta la notte. Ora possiamo andare? Davvero io dovrei lavorare e sono già in ritardo.”
Quindi, era ovvio che in quella situazione c’era qualcosa di strano, qualcosa che non quadrava minimamente ma non avevo prove di niente e non ci tenevo a passare per la pazza della situazione quindi, semplicemente decisi che era meglio far finta di niente.
“Certo. Uhm, va tutto bene, grazie per avermi accompagnato.”
“Sicura? Vuoi che rimango con te? Posso chiamare a lavoro e prendermi una giornata.”
“Ma no, non è necessario davvero Beth, avevi sicuramente ragione tu e ora è tutto a posto.”
“Mi chiamerai in caso di qualcosa?”
“Certo.”
Beth mi abbracciò mentre Marcus sbuffava ancora e dopo altre rassicurazioni –mentre lui continuava a tirarla verso l’uscita- se ne andarono.





Angoletto
Non ho molto da dire, solo grazie a tutti quelli che hanno letto, che seguono e commentano ^^
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lady_Wolf_91