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Autore: Clahp    16/03/2009    4 recensioni
Sette giorni fa, le donne della loro vita li hanno lasciati.
Cinque giorni fa, hanno pensato qualcosa come “tanto non ho bisogno di te!”.
Tre giorni fa, tutti gli abitanti di quel maledetto Villaggio hanno detto che la colpa, obiettivamente, è la loro.
E ieri, hanno come iniziato a sentire un’assurda mancanza di seccature…
[NaruSaku + ShikaTema]
[Accenni KibaHina, NejiTen, Sasu?!?]
Genere: Romantico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo cinque

 

 

Capitolo cinque

 

[Why don’t you and I...?]

 

Everytime I try to talk to you
I get tongue-tied
Seems like everything I say to you
Comes out wrong and never comes out right

 

 So I'll say:  “Why don't you and I get together

 and take on the world

and be together forever?”
Heads we will and tails we'll try again
So I say: “Why don't you and I hold each other

and fly to the moon

and straight on to heaven?”
Cause without you they're never going to let me in

 

 

 

Ogni volta in cui cerco di parlarti

La mia lingua diventa annodata

Sembra che ogni cosa che ti dico

Venga male e non venga mai giusta

 

Dunque dirò: “Perché tu ed io non ci mettiamo insieme

E prendiamo il mondo

E stiamo insieme per sempre?”

Proveremo ancora da capo a piedi

Dunque dico: “Perché tu ed io non ci stringiamo l’un l’altra

E voliamo fino alla luna

E direttamente al paradiso?”

Perché senza di te non mi faranno mai entrare…

 

 

 

 

 

 

 

 

-Ehi, Naruto!-

Qualcuno mi chiama; io mi giro e sorrido alla figura. E’ Ino.

-Ehilà!-

Sono davanti al negozio di fiori dei suoi genitori, dove lei lavora; mi invita ad entrare ed io accetto molto volentieri.

-Allora, come va?-, mi chiede, molto gentilmente… anche troppo gentilmente per essere credibile: e tutta questa gentilezza è sospetta. Sento puzza di cazziatone… e il mio fiuto per questo genere di cose è sempre stato ottimo.

Io pondero sulla risposta da dare… già, perché sicuramente Sakura le avrà detto ogni singolo dettaglio della nostra litigata, dal momento che sono amiche del cuore… se dicessi che va tutto bene, mi direbbe sicuramente di vergognarmi, poiché Sakura sta malissimo; se dicessi che sto a pezzi, mi direbbe che me lo sono meritato, dal momento che ho ferito Sakura per nonsoancoraquale motivo… che fare?

Ah! Oramai le donne non hanno più segreti per me…

-Be’, tiriamo avanti… sì.-

Lei mi squadra.

-Non mi sembri molto in forma, a dire il vero…-

Deglutisco.

-Uhm, sono appena tornato da una missione. La vecchiacc-ehm, Somma Hokage me ne ha affibbiata una piuttosto difficile. Ma è comprensibile, d’altronde io diventerò il prossimo Hokage, no?-, dico, ridendo.

Lei sorride; sembra spontanea, ma a me non la si fa…

-Già… Sakura dice che ripeti questa cosa in continuazione… Forse anche troppo.-

-Ah, davvero?-

Inizio mentalmente a contare i secondi che mancano all’imminente cazziatone.

-A proposito, come sta? Due giorni fa l’ho vista solo di sfuggita…-borbotta.

-Ah…? E, ehm, che dice?-

-E’ venuta con Sasuke a prendere un mazzo di fiori e…-, dice, ma poi arrossisce e si morde un labbro, incerta -… ma perché lo chiedi a me, scusa?-

Uhm, questo fatto di Sasuke e Sakura inizia a puzzarmi; ma non vi bado neanche troppo, concentrandomi più sulla sua domanda… Cos’è questo, un metodo per farmi confessare? Le donne…

-Ah… uhm… be’, in verità io non la vedo da un po’. Già.-

Lei strabuzza gli occhi… è davvero un’ottima attrice, lo ammetto!

-Avete litigato?! Ancora?!-

-Sì. Più o meno.-

-Una cosa non grave, spero…-

-… No no.-

No, certo! Non stavo semplicemente meditando il suicidio per i sensi di colpa, nooo!

-…Senti, Naruto, dovrei dirti una cosa…-, inizia lei.

Ah! Eccolo! Il cazziatone arriva!

-…In verità, Ino, sono passato qui davanti proprio per -ehm!- portarle un bel romantico mazzo di fiori… per scusarmi, sai. Quale mi consigli, tu?-

Lei mi squadra, e ovviamente capisce al volo che l’ho presa bellamente per i fondelli; ma io faccio buonissimo viso a cattivo gioco, come mio solito.

-Sei davvero passato qui per questo?-

Veramente, sono passato qui davanti perché è la strada più breve per l’ospedale, e non avrei neanche notato il tuo negozio di fiori se non mi avessi salutato tu.

…Ma questo, forse, è meglio non dirglielo, no; le donne sono piuttosto suscettibili, Shikamaru ha perfettamente ragione.

-Esattamente. Quale modo migliore per farsi perdonare di un mazzo di fiori?-

Lei sorride e mi fa strada attraverso il negozio, ma poi si ferma e mi chiede:

-Avevi in mente un fiore particolare…?-

-Oh, ehm, in verità, ecco, per me sono tutti uguali…-, borbotto, grattandomi la testa a mo’ di scusa.

Lei sbuffa e alza gli occhi al cielo; mi conduce un po’ più in là e mi mostra un bellissimo mazzo arancione. Io lo guardo e lo riguardo, e mi piace davvero... uhm, perché no? E poi, l’arancione è anche il mio colore preferito…

Mi immagino già la scena: andrò in ospedale, le farò vedere i fiori, le urlerò qualcosa di estremamente dolce (una di quelle cose che alle donne, ma in particolare alla mia bellissima Sakura, fanno così tanto piacere), lei si squaglierà, mi perdonerà, la abbraccerò, tutto l’ospedale applaudirà, la prenderò in braccio, lei urlerà qualcosa come “Oh, che uomo!”, Sasuke (ma sì, mettiamoci pure lui!) rosicherà tremendamente perché lui inste cose non è assolutamente pratico, attraverseremo tutta la città ridendo e la bacerò e…

-Allora, che hai deciso?!-, domanda Ino, piuttosto scocciata per l’attesa.

La guardo di sottecchi, visceralmente offeso per l’interruzione del mio meraviglioso filmino, e borbotto:

-Che tipo di fiori sono…?-

-Queste sono delle calendule; indicano dispiacere. E’ il modo migliore per chiedere scusa. A mio parere, sono molto belli; questi fiori germogliano al mattino e si chiudono la sera… si pensa che in questo modo piangano la partenza del sole, sai.-

Mi guarda e fa l’occhiolino, sorridendo. –E’ un fiore molto romantico. E a noi donne questo tipo di cose piacciono molto… e Fronte Spaziosa non ne resterà immune! Vedrai che ti perdonerà! -

Annuisco, sorridendo, e le rivolgo un’occhiata apprezzante: è davvero molto competente. E’ piuttosto maturata negli ultimi tempi, in effetti; anni fa era una piattola e stava sempre a lamentarsi, invece adesso è diventata più adulta e più gentile. E’ ancora un po’ frivola, e a volte è piuttosto isterica e lunatica, ma ha un carattere che fa spesso sorridere e che la rende una buona amica; è riuscita addirittura a fare amicizia con Temari, che davvero non poteva sopportare i primi tempi in cui quest’ultima stava con Shikamaru, e adesso stanno spesso insieme. Sakura mi dice (… mi diceva) sempre che spera si sistemi più in fretta possibile, insomma…

 Decido di prenderne un bel mazzo, pago, la saluto e faccio per andarmene, quando lei mi richiama:

-Naruto…-

-Sì?-

Eccolo, eccolo, si avvicina…

Lei sorride. –Ecco… Volevo dirti che…-, ci pensa un po’, per poi scuotere la testa. -…No, niente, non è importante. Fammi sapere com’è andata con quella scema della mia amica, poi! E dille di non preoccuparsi per quanto riguarda lui, andrà tutto bene!-

Io sorrido… Cazziatone evitato! Ma cosa avrà voluto dire…?

La saluto e mi avvio all’ospedale; mentre cammino, guardo e riguardo i fiori che tengo stretti. Sono davvero belli. Questo profumo mi riporta a quel giorno…

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

-Hai litigato con la zia? Di nuovo?!-

Sbuffo, al solito. Da qualche mese a questa parte il marmocchio ha preso l’abitudine di chiamare Temari ‘zia’, comportando il mio più totale imbarazzo e la di lei più totale gioia.

-…Più o meno, insomma. Ma questi non sono affari tuoi…-, lo ammonisco.

Ora tocca a lui a sbuffare; muove distrattamente la pedina, con un’abile mossa.

-Zio, tu sei proprio cretino, sai?-

Dunque, in tre giorni mi hanno affibbiato la colpa e mi hanno dato del cretino più volte che in tutta la mia vita –per citare solo qualcuno: Ino, mia madre, Choji, Naruto, Kiba, Neji, le vicine impiccioni di casa mia, le colleghe di Temari, l’Hokage in persona, Kurenai, e adesso perfino un moccioso rompiscatole di neanche sette anni-… ma non ero io il genio dal quoziente intellettivo estremamente portentoso?!

-…Insomma, hai una donna così bella e dolce come lei, e ci litighi sempre! Ma come fai? E’ la donna più dolce del mondo! E state così bene insieme!-

Dolce, forse, per lui. Temari, infatti, con il piccolino si scioglie letteralmente come neve al sole e tende a diventare paziente e dolcissima; è una persona talmente diversa che sbalordisce addirittura me… Ma le donne vanno così tutte in brodo di giuggiole quando si tratta di bambini?

 E… be’, spesso, ho scorto nei suoi occhi uno sguardo diverso, quando gioca con lui; uno sguardo estasiato, sorridente, felice… E questo contribuisce non poco ad alimentare i miei sensi di colpa. Noi conviviamo da un anno ormai, ma né i miei genitori né –figuriamoci…- i suoi fratelli sono mai stati contenti della cosa. D’altronde, stiamo (…stavamo?) insieme da quattro, e prima eravamo costantemente costretti a fare spola l’uno al villaggio dell’altra e viceversa; così, avevamo entrambi preso la decisione di vivere insieme.

Però è una cosa così strana… Io sono un tipo così intrinsecamente ed irrimediabilmente pigro che non ho mai fatto niente, assolutamente niente che richiedesse anche un minimo sforzo… e invece mi sono andato a scegliere donna così energica e testarda come lei, che di pigro e svogliato non ha proprio niente. Ma Temari è sempre stata l’unica capace di tenere testa al mio profondo orgoglio, l’unica capace di farmi smuovere il culo e camminare ininterrottamente per tre giorni per passare con lei solo qualche ora; e il sorriso -quel sorriso di cui tanto spesso mio padre mi ha parlato- che di tanto in tanto rivolge solo a me è l’unica cosa per cui vale davvero la pena affrontare qualche seccatura o noia in più.

Nell’ultimo mese, però, alla mia dolce seccatura non stava più bene la nostra situazione: voleva che ci sposassimo. Cosa, questa, che la mia pigrizia mi ha fatto sempre rifiutare… stiamo benissimo così, perché fare il grande passo? Siamo così giovani… abbiamo ancora tempo, no?

-Lo so, ma… vedi, le donne sono spesso delle seccature, e non sono mai costanti nell’umore… Possono cambiare idea molto facilmente.-

E si dà il caso che Temari sia precisamente fra quelle.

-Non la zia! Io la conosco, sai?-

-Eh, ma mai quanto me…-, sbuffo, muovendo un alfiere e guardando negli occhi il marmocchio, il quale assomiglia così tanto al mio Maestro che non posso non sorridere di gusto. Ha la sua stessa corporatura massiccia, la sua stessa pelle scura e i suoi stessi tratti piuttosto rozzi; i suoi occhi e il suo modo di fare però sono identici a quelli di Kurenai.

Siamo adesso entrambi in giardino, seduti davanti un tavolo di shoji, gioco in cui il piccolo Hisaki Sarutobi eccelle; a volte, riesce persino a mettermi in difficoltà. Io e Temari passiamo a trovarlo molto spesso; di solito, io gioco con lui un po’ controvoglia –i bambini sono troppo seccanti per i miei gusti-, Temari invece ogni volta si diverte davvero:  è proprio per questo che il piccoletto le si è affezionato così tanto.

In verità, però, adesso non vorrei assolutamente essere qui… Sono passato a casa di Sakura, tanto per vedere se Temari stesse bene (d’accordo, le parole di Choji mi hanno allarmato e non poco, lo ammetto), ma non ho trovato nessuno; sono andato in ospedale, sperando di trovarla e di farmi dire dove fosse quella lì, ma mi hanno detto che era uscita da poco con un ragazzo (segno che le cose fra lei e Naruto si sono riconciliate, finalmente…); disperato, sono infine passato qui, e mi sono intrattenuto con lui ad una partita di shoji, che il mio orgoglio non può farmi perdere.

Hisaki infatti capisce di non avere speranze di vincere e mi scruta, ridendo.

-Zio…-

-Eh.-

-…Ma tu e lei quando vi siete fidanzati…?-

Pondero un po’ la risposta: il piccoletto è troppo seccante, per i miei gusti…

-Quattro anni fa, circa.-, dico, iniziando a diventare piuttosto rosso e accendendomi una sigaretta per i sensi di colpa che mi attanagliano le viscere.

-E quando vi sposate?-

E per la seconda volta in pochi giorni, prendo una boccata di nicotina di troppo; maledicendo Temari e il mio stupido vizio del fumo, inizio a tossire così pesantemente che il marmocchio mi dà piccole pacche sulla schiena, sorridendo ed ammiccando.

La seccatura ha istruito per bene il piccoletto a far leva sui miei sensi di colpa, non c’è che dire…

-N-non l’abbiamo ancora d-deciso…-

-E cosa è successo quando vi siete fidanzati? Eh? Eh?-

I bambini, che seccatura… se mai avrò un figlio, egli -perché sarà rigorosamente maschio, le femmine sono anche peggiori - starà zitto tutto il tempo, non piangerà, non griderà, non…

Inconsciamente, mi ritrovo a sudare freddo. Se mai avrò un figlio, ho pensato… Un figlio. Un figlio… da Temari. Ultimamente, insomma, le capitava sempre più spesso di pensare al nostro futuro… Ma siamo così giovani, ripetevo, che non ne vedevo il motivo; e alla fin fine, questo bambino è come se fosse un figlio per entrambi. D’accordo, avere un figlio mio e suo sarebbe molto diverso, ma per il momento non ne vedo la necessità, per farla breve…

Gli sorrido e mi avvicino a lui.

-…Vuoi che ti racconti?-

Lui annuisce e mi guarda con due enormi occhi, curioso.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

[ Quattro anni prima ]

 

 

 

Calmo, Naruto, calmo. E’ solo una cena. Una stupida cena.

Quella era la quarta volta che il ragazzo si ripeteva la medesima frase, quella sera; ed era la quarta volta in cui aveva sospirato. Si sentiva un idiota lì, al freddo e al gelo, sui gradini ci casa Haruno, aspettando che Sakura scendesse.

All’inizio, tuttavia, la sua non gli era sembrata un’idea malvagia: tre giorni prima aveva infatti proposto una cena a tutto il Team 7 in onore della sua recente promozione a jonin e quella di Sakura a capo-infermiera. E allora, perché mai erano solo lei e lui a cena fuori? E soprattutto, si era chiesto più e più volte il ragazzo, perché mai lei aveva accettato…? In tanti anni che la conosceva, e con tante proposte che le aveva fatto, la ragazza non aveva mai accettato un appuntam- un invito fuori, insomma. E invece, quando gliel’aveva proposto, Sakura si era limitata a sorridere, a stringersi nelle spalle, ad arrossire, e a dire che, se gliel’avesse pagata lui, alla fin fine sarebbe venuta, ovviamente molto di controvoglia…

Naruto era dunque felicemente andato dagli altri tre; ma Kakashi aveva un impegno; Sasuke non poteva; e Sai avrebbe potuto, ma aveva deciso –fra strani ammiccamenti e riferimenti piuttosto espliciti- che insomma si sarebbe sentito di troppo; e così, lui la stava pazientemente aspettando da quella che era una buona mezz’ora sotto casa, non osando entrare per via delle probabili ramanzine e/o minacce del padre di lei riguardo a ciò che sarebbe successo se lui avesse osato trattarla male.

-Naruto… un attimo e scendo, eh!-, urlò la ragazza dal secondo piano dell’abitazione; egli si limitò a sorridere e ad urlare che andava tutto bene.

Il ragazzo si ritrovò a sorridere: era estremamente felice in quel periodo, dal momento che tutto sembrava andare per il meglio, in effetti. Sasuke era tornato da quasi un anno oramai; era adesso una specie di eroe, a Konoha. Dopo aver ucciso suo fratello, infatti, e aver scoperto varie cose sul conto del suo clan (i cui membri alla fin fine non erano così buoni come li avevano sempre descritti) aveva strettamente collaborato con la Foglia per distruggere l’Akatsuki dall’interno, facendo dunque un pericoloso doppiogioco; una volta ottenuto questo, e sventato un colpo di stato, aveva esiliato Danzou e il Consiglio degli Anziani di Konoha, responsabili delle malefatte ai danni del fratello stesso. E così Sasuke Uchiha aveva praticamente salvato tutti, divenendo quasi un eroe per il Villaggio stesso e riportando il clan –usando le sue stesse parole- “agli antichi splendori”.

Tutto sommato, non c’erano stati eccessivi spargimenti di sangue, l’Akatsuki era stata debellata (e per buona parte anche grazie a Naruto) e –cosa più importante- l’Uzumaki aveva di nuovo suo fratello. Certo, le prime volte non era stato propriamente facile farlo reintegrare con il resto degli abitanti, dapprima restii ad accettarlo perché traditore del Villaggio; ma con il tempo si era tutto più o meno sistemato, tranne il carattere impossibile di lui -ma “Per quello, purtroppo, non c’è rimedio!” ripeteva in continuazione Naruto, ridendo.

E, con il ritorno dell’Uchiha, un altro esistenziale problema affliggeva il ragazzo: ciò che Sakura avrebbe deciso di fare. Più e più volte ne era stato preoccupato: e se la ragazza, una volta tornato l’adorato “Sasuke-kun”, fosse ritornata ad essere quella di un tempo, quella che non poteva sopportarlo e che lo trattava sempre male…? Cosa avrebbe fatto Naruto? Avrebbe combattuto con l’altro e se la sarebbe presa a forza, o avrebbe lasciato che le cose andassero come dovevano andare…? Nei primi mesi dopo il ritorno di Sasuke, il rapporto fra questi e lei (e anche gli altri dieci loro compagni, sebbene in modo molto più accentuato) era piuttosto instabile; negli ultimi tempi, però, i due avevano ripreso i contatti e adesso erano davvero buoni amici… per come si possa essere buoni amici con Sasuke Uchiha, ovviamente. Naruto era solito guardarli dall’esterno: insomma, va bene che era scemo e stupido, va bene che aveva la sensibilità di un elefante, ma era chiaro anche ad uno come lui che fra lei e Sasuke stesse ricominciando a nascere qualcosa…

 Questo, gli aveva più e più volte ripetuto Shikamaru, non era stato propriamente un comportamento carino né da parte di lei né da parte di lui; e tuttavia, a lui stava bene così, in fondo. Se lei era davvero felice così, e soprattutto se questa cosa avesse levato l’espressione perennemente annoiata di lui, Naruto si sarebbe semplicemente fatto da parte. Come del resto sempre aveva fatto, sebbene questa cosa l’Ero-sennin non l’avrebbe decisamente accettata, se fosse stato lì…

La porta sbatté e Sakura apparve.

-Oh, ehm, è tanto che aspetti…? Sono in leggero ritardo, scusami, è che…-

-Figurati, solo tre quarti d’ora a gelar…-, rispose il ragazzo, girandosi; ma non riuscì a finire la frase e rimase a bocca aperta. Aveva sempre considerato Sakura una ragazza molto carina, sebbene non fosse solo quello l’aspetto che più gli piacesse di lei; gli era sempre piaciuta la sua spontaneità, la sua poca femminilità, la sua forza d’animo, il suo isterismo…

Ma quella sera lei… era uno schianto.

-…Ecco, lo sapevo! Stupida Ino che mi ha consigliato questo stupido vestito e…-, borbottò lei, arrossita a causa dello sguardo (poco casto) di lui.

Passò qualche secondo in silenzio, finché lei scese dal gradino e si trovò faccia a faccia con lui, arrabbiata.

-…Che cavolo c’è, cretino?-

Lui la squadrò ancora una volta: la ragazza indossava un kimono estremamente corto e piuttosto scollato (ma non troppo: non sarebbe stato nel suo stile, dopotutto) che le stava davvero bene. Il ragazzo sorrise: avrebbe dovuto veramente ringraziare Ino, il giorno dopo…

-Sakura-chan… Sei bellissima.-

E il violento rossore che le guance di lei avevano assunto qualche minuto prima non era niente in confronto a quello totale che apparve in quell’istante sul suo volto; balbettando e cercando di suonare cordiale lo ringraziò.

Durante il tragitto da casa sua al ristorante, il ragazzo non le staccò gli occhi di dosso mentre continuava a parlare in modo decisamente logorroico di cosa aveva fatto lui quel giorno, di cosa avrebbero mangiato loro quella sera, di quanto già non sopportasse più Sasuke, di quanto Tsunade lo caricasse di lavoro e di quanto avesse fame; Sakura sorrideva, poiché la compagnia di Naruto era così genuina e così solare e così spontanea che credeva che non avrebbe mai voluto farne a meno, se fosse stato possibile. Con lui, lei si sentiva veramente se stessa: poteva picchiarlo, malmenarlo, litigarci, farci pace… e lui ci sarebbe sempre stato, a discapito del suo caratteraccio. Sempre. E il loro rapporto, ultimamente, si era fatto sempre più costante, tant’è che alla ragazza quell’uscita serale non era dispiaciuta affatto, anzi… Oramai, non pensava davvero più a Sasuke, ma era piuttosto sicura del fatto che Naruto, ingenuo e fantasioso come al solito,avesse totalmente frainteso il loro rapporto, che era costituito oramai solo da pura amicizia.

Arrivarono al ristorante (scelto, ovviamente, da lei: ne aveva davvero abbastanza del solito ramen dell’Ichiraku) e si sedettero, finché Naruto non notò qualcosa… o qualcuno. Si avvicinò furtivo al tavolo giusto, seguito da una Sakura che non riusciva a smettere di ridere, e rimase a bocca aperta: davanti a loro c’erano un apatico Shikamaru e una (stranamente) sorridente Temari intenti a leggere ognuno il proprio menù.

-Ah-ah! Sapevo che prima o poi voi due avreste fatto scintille!-, urlò il biondo; i due sobbalzarono ed arrossirono contemporaneamente; Naruto, avvicinandosi al tavolo, continuò:

-Allora anche voi due state insieme?-

Sakura gli diede uno scappellotto piuttosto forte, intimandogli di abbassare la voce: Temari sorrise furbescamente e chiese, rivolgendosi al compagno in tono di scherno:

-Uhm… Nara, ma noi due stiamo insieme?-

Lui la fulminò con lo sguardo e disse, rosso in faccia:

-Naruto, stiamo solamente festeggiando l’esito della missione affidataci dall’Hokage… E tu, seccatura, non andare a diffondere illazioni sul mio conto, ho una certa fama che vorrei non venisse intaccata…-

L’Uzumaki ammiccò maliziosamente, piegandosi verso il ragazzo seduto e circondandogli le spalle con un braccio.

-E perché siete in due?!-

-Gli altri erano ancora più pesaculo di questo qui e non hanno voluto venire a festeggiare...- commentò Temari, piuttosto seccata.

Naruto, rivolgendosi un'altra volta all’amico, chiese:

-Eddai, non prendermi in giro… Questo è un appuntamento?!-

Nara alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Quel ragazzo era, per i suoi gusti, fin troppo pieno d’energia: sembrava non avere un interruttore ed era fin troppo iperattivo. Era, insomma, tutto il contrario di lui, che rimpiangeva in continuazione la sua amaca in giardino e le sue adorate nuvole; ma quella sera qualcosa gli aveva suggerito di non rimanere a casa…

-Ma va’. Mi pare di avertelo già detto… preferisco tipi più femminili.-

Temari non si lasciò scappare l’opportunità e ribattè:

-Esattamente. E io, odio i piagnucoloni, vero cry-baby? ...Invece, voi due?-

Stavolta fu Sakura a rispondere, guardando trucidante il compagno.

-Lascia perdere questo cretino… Stiamo semplicemente festeggiando. Come voi. Naruto, andiamo, su, sto morendo di fame…-

Lui si rimise in piedi e sorrise.

-E se festeggiassimo tutti e quattro…?!-

Gli altri tre negarono all’unisono, guardandolo aspramente; lui sorrise ed esclamò:

-Ok, ok, basta dirlo…! Ciao ciao, piccioncini!-

Shikamaru lo squadrò, mentre il ragazzo e Sakura se ne andavano al proprio tavolo. Questa gliel’avrebbe fatta pagare…

 

La cena, almeno secondo Naruto, andò bene; non parlarono di niente in particolare, litigarono tutto sommato poco –lei gli dava di tanto in tanto quale potente calcio sotto il tavolino per via delle sue osservazioni sulla nuova cameriera del locale-, mangiarono bene e si divertirono (Naruto pagò cavallerescamente la cena anche per lei, che ovviamente non rifiutò).

Finito il pasto, le offrì gentilmente di riaccompagnarla a casa. Cosa che lei naturalmente respinse, sbuffando.

-Naruto, ma non serve, dài! Guarda che mi so difendere, eh!-

Lui alzò gli occhi al cielo. Sempre la stessa storia…

-Lo so benissimo –i pugni che mi hai sempre dato sono una testimonianza della tua spiccata femminilità. Ma non è comunque bello che una ragazza torni da sola a casa così tardi. E tuo padre non mi perdonerebbe mai-, concluse.

Lei sorrise; a lui si sciolse il cuore. Valeva la pena fare molta strada in più solo per il suo sorriso. Si incamminarono dunque verso casa di lei; inebriati dall’ottimo vino bevuto, ridevano e parlavano ad alta voce, fermandosi di tanto in tanto per riprendere fiato. E, tanto per finir bene la serata, il ragazzo finì definitivamente tutti i soldi delle sue missioni a tutti i suoi risparmi comprandole un fiore al negozio dei genitori di Ino – una semplice, economica e banalissima rosa rossa.

Non appena la mostrò alla ragazza, davanti casa di lei, ella arrossì violentemente e non riuscì a parlare. Anni e anni prima, non si sarebbe mai aspettata di essere così felice per ogni minimo gesto di Naruto; non si sarebbe mai aspettata di gioire per ogni singolo istante passato con lui, che era l’imperfezione fatta a persona -era troppo rumoroso, troppo chiacchierone, troppo impulsivo, troppo scemo, troppo arancione, troppo poco alto-; aveva, d’altronde, sempre sognato un principe azzurro perfetto e bellissimo, che si sarebbe dichiarato a lei nella maniera più romantica possibile… eppure, non era davvero mai stata così felice come quella sera.

-Oh! Ma… ma! Insomma, tu… non dovevi!-

-Su, su, accettala, prima che io dica qualcosa di assolutamente stupido e rovini quest’atmosfera!-

Lei non riusciva a non sorridere; continuava a portarsi ciocche di capelli dietro l’orecchio, nervosa, come era solita fare. Traboccava letteralmente di felicità.

-Ma, NarutoPerché…?-

Lui deglutì. Perché glielo chiedeva…? Sakura conosceva perfettamente i sentimenti di lui per lei, dal momento che non si era mai dato la preoccupazione di nasconderli, sebbene fosse stato sempre assolutamente conscio che lei non li ricambiasse. Ma a lui era sempre andato bene così… prima la felicità di Sakura-chan, poi tutto il resto, no?

-…Niente. Così, tanto per ringraziarti della serata. Buonanotte, allora.-

La salutò sorridendo, si voltò e fece un passo indietro… quando la sua voce la bloccò.

-Naruto, uhm… perché tu e io… non…?-

Eh?

-Insomma… io pensavo che… se vuoi, insomma… perché tu ed io non…?-

Egli si girò a guardarla: lei aveva un’espressione molto tesa e un sorriso (…piuttosto ebete, oggettivamente parlando) sulla faccia.

Calò il silenzio. Naruto sorrise; sicuramente aveva capito male. Ridendo e ammiccando, disse:

-E’ un invito a farmi salire da te?! Dov’è andato a finire il tuo spirito casto e puro, eh, Sakura-chan?!-

Lei da timida ed impacciata passò ad essere arrabbiata, come al solito; dandogli un potente pugno nello stomaco (a cui lui tuttavia era decisamente abituato), urlò:

-Idiota, sto facendo un discorso serio! Ci possiamo mettere insieme o no?!-

Passò qualche minuto in perfetto silenzio; erano immobili a qualche metro dall’arco della porta, lei con un’espressione minacciosa in volto e lui totalmente sconvolto: Naruto non riusciva a pensare razionalmente… Non aveva sentito bene, sicuramente! Dopotutto, lui non era Sasuke

Lei indietreggiò fino all’arco della porta, mordendosi un labbro e non riuscendo più a guardarlo negli occhi.

-…No, c-certo. Cioè, sì, sono stupida… ma che bella figura…! A-allora, buonanott-

…Ma non riuscì a finire il discorso, poiché il ragazzo aveva preso una rincorsa talmente potente che lei finì a terra sotto di lui, schiacciata dal corpo dell’altro, con le loro labbra unite.

Sakura si staccò violentemente: voleva urlargli che faceva sempre casino, che nessuno gli aveva chiesto una dimostrazione di affetto così esagerata, che era troppo rumoroso e impulsivo, cazzo!, e che quello era il primo stupido bacio che avesse mai dato e che avrebbe voluto che fosse un pochino più romantico, e che esagerava come al solito, perché era solo un cretino, e che...

 Ma non ce la fece; come rapita da lui, riprese a baciarlo, con ancora più foga, ridendosela di gusto.

Si sarebbero entrambi sempre ricordati la ramanzina del padre di lei, che un’ora dopo li scoprì in ingresso ancora sdraiati per terra a baciarsi.

 

 

 

 

*

 

 

 

-Non penserai di poter fumare di fronte a me?! Non te lo concedo! Mi rovini il bel panorama e la salute!-

Donne… che seccatura.

-E allora girati, se non ti piace…-

-Devo girarmi io, quando hai torto tu?! Ti sembra normale?!-

Lui alzò gli occhi al cielo stellato e spense la cicca sul legno della panchina.

-Temari, ma con i tuoi spasimanti fai sempre così? Ora capisco perché sei ancora zitella…-, borbottò lui, ridendo.

-E tu porti sempre le tue mille ragazze a vedere cose così pallose e antiquate come le stelle?- replicò lei, che stava contemplando il medesimo scenario.

Lui la squadrò di sottecchi, senza girarsi, indispettito: quella maledetta doveva avere sempre l’ultima parola. E la stupida pigrizia di lui la lasciava fare: era troppo seccante dover controbattere alle sua battutine… ma era comunque piacevolissimo.

-Oh, sì. Ma sai, quella è la prima tappa; la seconda… be’, è meglio se non te lo dico. Sei ancora troppo piccola per queste cose, in effetti.-

Temari digrignò i denti e si girò a guardarlo per la prima volta dopo un po’ di tempo.

-Ma se io ho tre anni più di te, nanerottolo!-

Lui si voltò a sua volta e sorrise.

-Ahi ahi, Temari… non dovresti dare appuntamenti con i ragazzi più piccoli! Dov’è finita la tua dignità?-

Lei però arrossì violentemente e indietreggiò. Il ragazzo era sbalordito: in tanto tempo che la conosceva, non l’aveva mai vista arrossire e fuggire da un possibile litigio verbale… e così imbarazzata sembrava molto più umana (e bella, si ritrovò a pensare il ragazzo) di quanto lei stessa non avrebbe mai voluto ammettere.

-Questo… questo non è un appuntamento!-, urlò la ragazza, colta sul punto.

-Nessuno ha mai detto che lo fosse, mi pare… Ma tu lo vorresti, non è vero?-, chiese lui, avvicinandosi a lei.

-Tsk! Preferisco uomini più attivi, grazie!-

-Chi disprezza compra, lo sai?-

-Non in questo caso!-, ribatté infine lei, assumendo un’aria molto arcigna e dura.

Lui sbuffò ancora e si stravaccò sulla panchina. Temari non lo avrebbe mai ammesso, ma non era così terribilmente dura e ribelle come voleva continuamente apparire: era testarda (terribilmente testarda), orgogliosa e forte, è vero, ma spesso era piuttosto insicura e fragile –era, se così si può dire, la personificazione del proverbio “can che abbaia non morde” - e questo Shikamaru lo aveva capito già da tempo.

Calò il silenzio; si erano inconsciamente avvicinati.

-Be’… a me, però, non dispiacerebbe se lo fosse, un appuntamento.- bofonchiò lui, burbero.

-Il panorama, in effetti, è meraviglioso.-, commentò lei, per poi pentirsi del sentimento con cui aveva detto quelle parole. Eppure, era così bello stare su quella rozza panchina, in un appuntamento così decisamente inusuale, e poter per una volta parlare con quello lì senza dover battibeccare…

-Solo il panorama?-, chiese l’altro, piccato. Lei sorrise e rispose:

-Uhm, la compagnia potrebbe essere migliore, ma non mi lamento.-

La conversazione morì nuovamente lì. Temari era davvero estasiata dal panorama: a Suna non ce n’era di così belli.

Dopo un po’, il ragazzo borbottò:

-E’ tardi. Le brave ragazze non dovrebbero essere fuori, con un ragazzo, a quest’ora.-.

-Le brave ragazze, appunto.-, commentò lei, ridendo.

-Temari, vecchia volpona! L’ho sempre detto che non eri come sembravi, e nessuno mi credeva!-

La ragazza borbottò un “idiota” e schioccò la lingua, scocciata.

-Mi dai una sigaretta?-

Shikamaru strabuzzò gli occhi; non riusciva ancora a capire totalmente cambiamenti di umore di lei.

-Ma se due secondi fa mi stavi maleden…-

-Be’? Problemi?-

Lui alzò reiteratamente gli occhi in su e le offrì una sigaretta, prendendone una a sua volta. Temari la assaggiò, inspirando.

-Puah. Come ti fa a piacere ‘sta roba?-

-…Mi rilassa. E ciò basta. Cosa che servirebbe anche a te.-

La ragazza, infatti, non smetteva di tamburellare concitatamente le dita sulla sua coscia e di battere il piede a terra; era nervosa. Tutta quella apatia non rientrava nel suo carattere e, comunque, il giorno dopo all’alba sarebbe dovuta ripartire per il suo Villaggio; non voleva sprecare così un’occasione…

Certo, non era stato proprio coerente dire da parte sua, qualche minuto prima, “Non mi lamento della compagnia” dopo che avevano passato gomito a gomito le ultime due settimane in quella missione, e dopo che lui le aveva bellamente salvato la vita.

Quando la ragazza aveva chiesto delucidazioni a Tsunade-sama sul perché la Foglia chiamasse sempre e solo lei quando proprio Shikamaru doveva affrontare missioni particolarmente complicate, questa si era limitata a dire che spettava alla sorella del Kazekage mantenere rapporti diplomatici con la Foglia, e che comunque “Voi due, testardi come siete, non vi darete mai una mossa! e lei, in quanto Hokage, aveva il dovere (e anche il piacere, sì) di fare qualcosa. La ragazza era dunque arrossita e aveva negato più e più volte, fin quando non l’aveva ringraziata; la donna aveva solamente commentato: “D’altra parte, è compito dei vecchi essere d’esempio alle generazioni future ed aiutarle, non credi?

Ma il caso (o il destino, o chi per lui) volle che Shikamaru, in quello stesso istante, stesse pensando alle stesse parole che gli aveva detto proprio Tsunade prima di partire per quella missione –poiché anche lui le aveva chiesto insistentemente perché ogni volta la Foglia dovesse convocare proprio quella ragazza.

Si decise; trovò il coraggio, prese aria, ma…

-Shikamaru, senti… Piantiamola, una buona volta.-

Lui si girò, sorpreso, ancora con la bocca semiaperta, e assunse un’espressione attonita.

-Eh?-

Cercando di non pensare dove il ragazzo avesse messo il suo tanto decantato QI, lei continuò:

-Insomma… quel che sto tentando di dirti…- iniziò, ma era troppo nervosa per stare ferma e il torpore della scena era arrivata a livelli veramente insopportabili per lei; si alzò e iniziò a muoversi (si scrocchiava le dita, tamburellava il piede per terra, si aggiustava i capelli) cercando di trovare le parole giuste.

-Cioè… noi due… Siamo stati due settimane in costante contatto, sempre uniti, sempre insieme… Sono anni che ci frequentiamo e… CAZZO!- urlò poi: la cicca della stupida sigaretta che si stava fumando le era andata sul kimono nuovo e le aveva provocato un forellino. Il ragazzo si alzò prontamente (talmente prontamente che lei ne rimase stupefatta) e le soffiò via la cenere rimasta, pulendole per bene il tessuto e ridacchiando.

Erano vicini. Pericolosamente vicini.

-Dicevi…?-, sussurrò lui.

-Be’… quindi, insomma, stavo pensando se… perché tu e io non…?-

-NO! Assolutamente no!-, la interruppe l’altro, urlando.

A Temari, semplicemente, si ghiacciò il sangue nelle vene; le venne un pauroso groppo alla gola. Adesso, va bene che non era bella come quella Ino, va bene che il suo carattere non era precisamente amabile, va bene che suo fratello minore qualche anno prima aveva gentilmente minacciato di ucciderlo in un ospedale, va bene che aveva i fianchi grossi… ma, insomma, quel secco diniego ferì profondamente lei e –soprattutto- il suo orgoglio, che addirittura si era abbassato a chiedere una cosa così… così… sciocca! Per una volta, un’unica volta in cui era riuscita a non essere un orso nei sentimenti, veniva ripagata così…?

-Ah. No, certo, ecco… cioè, mi pare ovvio che io… che tutto ciò sia estremamente seccante per te e…-

-Ma di cosa stai parlando?! Non è per quello! Ovvio che voglio stare con te, sono pazzo di te, sebbene tu sia estremamente seccante! Ma… non posso assolutamente accettare che tu, in quanto donna, ti proponga per prima! E’ l’uomo che deve fare la proposta!-

Temari rimase assolutamente sbigottita; e, sebbene quella fosse una dichiarazione in piena regola, lasciò stare il contenuto e badò ai dettagli:

-Il solito sessista cretino! Ma la vuoi finire con questo maschilismo?!-

-Scusa tanto, ma non posso sopportare che una donna si proponga prima di me! Sarebbe troppo… umiliante!-

-Quanto sei stupido! Voglio proprio conoscere la persona che ti ha sottoposto a quel celeberrimo test di intelligenza, gli consiglierei un bravissimo psichiatra!-

-Non credo che accetterebbe se è lo stesso da cui vai tu, visti i risultati!-

-COME TI PERMETTI?! Io stavo facendo un discorso serio, prima che mi interrompessi, pesaculo che non sei altro!-, urlò la ragazza.

-E io ti ho risposto, mi pare!-, rispose l’altro, accigliato.

Presero entrambi fiato, esausti per le grida.

Temari sorrise. –E… e quindi…?-

-E quindi…-  borbottò lui, burbero e arrossito  -Temari… una buona volta, perché tu ed io non ci mettiamo insieme?-

Lei assottigliò gli occhi.

-Quasi quasi, mi verrebbe voglia di dirti di no. Il mio orgoglio femminile me lo impedisce. Anzi, rifiuto proprio, ecco!-

-Donne… che seccatura.-, sbuffò lui.

-Non sai dire altro?!-

-Evidentemente, non mi ispiri altro.-, provocò il ragazzo, ridendo di gusto. Lei, ovviamente, ci cascò con tutte le scarpe:

-Non ti ispiro…?! Ah, sì?! Beccati questo!-, urlò, per poi farsi avanti e baciarlo passionalmente; rimasero entrambi parecchi minuti lì, immobili, avvinghiati e stretti come non mai, finché lei non proferì, staccandosi assai controvoglia dalle labbra di lui:

-Ahi ahi, Nara… Ti ho baciata io, per prima… Come la mettiamo adesso?-

Shikamaru sgranò gli occhi, infastidito per il piccolo particolare e la lontananza delle labbra di lei.

-Seccatura…-, borbottò infine, per poi ricominciare a baciarla ancor più irrazionalmente di prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Scusate. L’enorme. Ritardo.

Scusate scusate scusateeeeeeee ><” Ma questo capitolo non voleva assolutamente scriversi -.-‘ Mi è costato tantissimo, ci ho messo una vita, ma adesso sono soddisfatta! Non troppo, insomma, ma ci ho messo talmente tanto che non ne voglio più sentir parlare! xD Sono mesi e mesi che non scrivo in terza persona, spero che lo stile vi aggradi lo stesso ^^

Ok, lo so che è un capitolo piuttosto inutile perché non porta avanti la storia, ma volevo veramente mettercelo: innanzitutto, perché dovevo spiegare la faccenda di Sasuke, e poi perché volevo mostrare come si sono messi insieme questi quattro. Senza contare poi che volevo mettere tutta una serie di frasi o circostanze  che in una NaruSaku/ShikaTema DEVONO esserci (per esempio: l’iniziale gelosia di Temari per Ino, il fatto che Sakura con Naruto sia veramente se stessa e con Sasuke no, il fatto che Sakura non si sarebbe mai aspettata di innamorarsi di Naruto perché voleva una cosa perfetta eccetera eccetera) ma non potevo farlo nel resto della fanfic (mi sembrerebbe strano se i personaggi lo pensassero dopo tanti anni che stanno insieme con le rispettive metà, no? ^^)

In ogni caso, spero veramente vi piaccia. Mi ci è voluto un sacco, credetemi xD la canzone è la meravigliosa “Why don’t you and I” dei Nickelback & Santana (adoro veramente la canzone, adoro Santana e i Nickelback sono il mio gruppo preferito, xD); la potete ascoltare qui -> http://www.youtube.com/watch?v=5T65-QpqZ3M&feature=related ; vi consiglierei di ascoltarla, la trovo molto adatta al capitolo, tutto sommato^^

Ultima cosa: qui compare per la prima volta Ino. Sinceramente, non capisco perché nel 90% delle ShikaTema lei stia sempre in mezzo a loro, arrivando perfino ad assumere comportamenti da ragazza-di-facili-costumi… io personalmente non ce la vedo. Spero di averla resa bene; voglio comunque comunicare che è un personaggio sì frivolo ma anche dolce e gentile. Io, poi, non l’ho mai vista innamorata di Shikamaru: sono solo migliori amici, la loro è solo una bella amicizia, basta (<- ok, diciamolo: io lo ShikaIno non lo capisco proprio ^^’). Ho voluto rendere Temari gelosa di lei solo all’inizio, e mi sembra pure piuttosto umano essere gelose della migliore amica del proprio ragazzo, no? xD

 

E infine… grazie a tutte le sette persone –SAKURACHAN, gloria7, Clara_chan, a crazycotton, Lele 91, trinity87-  che hanno commentato lo scorso capitolo!! *____* Grazieeee!** E ringrazio anche le 21 persone che hanno inserito questa storia nei preferiti! ^_^

@ SAKURACHAN: nel prossimo capitolo si parlerà in modo piuttosto approfondito del litigio fra i due! Anzi, sarà proprio l’argomento centrale da qui in poi! ^^

@ Clara_chan: io tengo la bocca chiusissima XD Per quanto riguarda Sakura… nel prossimo capitolo si avrà qualche sospetto in più… ma non posso dire altro!

@ Lele91: dunque, cosa posso dire? Ovviamente non espliciterò nulla, altrimenti vi toglierei tutta la suspance, però… insomma, ho stabilito la storia di questa fanfic molto tempo fa (l’estate scorsa °_° ebbene sì), e ho previsto tutti i suoi sviluppi sin da allora… molto probabilmente, questi sviluppi non piaceranno ad una parte di voi, ma capitemi: ho previsto che la trama vada avanti in un certo modo e così sarà, sebbene –ripeto- magari stupirà o desterà fastidio. Ma forse a molti di voi questi sviluppi piaceranno pure, chissà? Non posso dire altro per ora. ^^

@ Jiraiya: io Temari la vedo gelosissima all’inizio, soprattutto verso Ino, che è così perfetta rispetto a lei! Però poi la giudico abbastanza intelligente e perspicace da lasciarlo vivere in pace. Shikamaru invece no XD Vuole fare finta di essere menefreghista, e invece è geloso marcio! ^_^

@ Shatzy: sì, Shika è proprio scemo, e sì, Temari ha fatto benissimo ad andarsene! Infatti lui se ne sta pian piano rendendo conto e si sta iniziando a dare una mossa (è andato a casa di Sakura ma Temari non c’era… chissà dove sarà andata? XD); nel prossimo capitolo lo vedrai proprio scapocciare XD Per quanto riguarda Neji… ci sarà ancora, non preoccuparti! xD Ti ringrazio tanto per il commento sullo stile, anche io sono molto pignola ma qualcosa scappa sempre ^^’ (per quanto riguarda il “moralizzatore”: come parola esiste, è sia aggettivo che sostantivo; è un sinonimo un po’ antiquato di “moralista”! ti ringrazio tanto per starci così attenta, comunque! ^_^) Riguardo al numero dei capitoli: credo saranno circa dieci, al massimo! ^^ Infine, è stato quasi un dovere recensire la tua fanfic, dal momento che tu recensisci sempre questa! In ogni caso, mi vergogno da morire perché ho scritto pochissimo sulla recensione ;_; e invece tu ogni volta scrivi un sacco e mi dai bei consigli! Adesso ti ricommento, te lo prometto, mi è piaciuta veramente un sacco! Non puoi capire quanto ho riso mentre leggevo XD Kankuro e Gaara sono assolutamente perfetti nella parte dei fratelli gelosi! Nel prossimo capitolo compariranno anche loro, uhuhu xD

 

 

Pubblicitààà! Qualche giorno fa ho pubblicato la mia prima fanfic Suigetsu/Karin per un concorso (sono arrivata terza^^), se la leggeste mi fareste un enorme favore! ^_^ Grazie! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=334752&i=1

 

 

E dopo questo enorme spazio autore, vi saluto! Al prossimo capitolo! (dovrete attendere un po’, non l’ho ancora scritto per niente °_° ma ho le idee molto chiare e non ci metterò molto! Spero… xD)

 

Clahp

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Coming soon!

Dicono che nella vita non ci sia niente di peggio di un fratello estremamente geloso della propria ragazza.

L’ho sentito dire molto spesso, e sinceramente non ci ho mai creduto tanto; infatti, adesso, sono assolutamente certo della falsità di questa affermazione.

Sapete che vi dico? E’ un’enorme, immane cazzata.

Perché vi posso assicurare che, nella vita, non c’è niente di peggio di una sola cosa…

…due fratelli pazzamente gelosi che ti minacciano, nel salotto di casa tua, guardandoti male per ciò che è stato un tuo stupido sbaglio.

  
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