Capitolo cinque
[Why don’t you and
I...?]
Everytime I try to
talk to you
I get tongue-tied
Seems like everything I say to you
Comes out wrong and never comes out right
So I'll say: “Why don't you and I get together
and
take on the world
and
be together forever?”
Heads we will and tails we'll try again
So I say: “Why don't you and I hold each other
and
fly to the moon
and
straight on to heaven?”
‘Cause without you they're never
going to let me in…
Ogni volta in cui cerco
di parlarti
La mia lingua diventa
annodata
Sembra che ogni cosa che ti
dico
Venga male e non venga
mai giusta
Dunque dirò:
“Perché tu ed io non ci mettiamo insieme
E prendiamo il mondo
E
stiamo insieme per sempre?”
Proveremo ancora da capo
a piedi
Dunque dico:
“Perché tu ed io non ci stringiamo l’un
l’altra
E voliamo fino alla luna
E
direttamente al paradiso?”
Perché senza di te
non mi faranno mai entrare…
-Ehi, Naruto!-
Qualcuno
mi chiama; io mi giro e sorrido alla figura. E’ Ino.
-Ehilà!-
Sono
davanti al negozio di fiori dei suoi genitori, dove lei lavora; mi invita ad
entrare ed io accetto molto volentieri.
-Allora,
come va?-, mi chiede, molto gentilmente… anche troppo gentilmente per
essere credibile: e tutta questa gentilezza è sospetta. Sento puzza di cazziatone… e il
mio fiuto per questo genere di cose è sempre stato ottimo.
Io
pondero sulla risposta da dare… già, perché sicuramente
Sakura le avrà detto ogni singolo dettaglio della nostra litigata, dal
momento che sono amiche del cuore… se dicessi che va tutto bene, mi
direbbe sicuramente di vergognarmi, poiché Sakura sta malissimo; se
dicessi che sto a pezzi, mi direbbe che me lo sono
meritato, dal momento che ho ferito Sakura per nonsoancoraquale
motivo… che fare?
Ah!
Oramai le donne non hanno più segreti per me…
-Be’,
tiriamo avanti… sì.-
Lei mi
squadra.
-Non mi
sembri molto in forma, a dire il vero…-
Deglutisco.
-Uhm,
sono appena tornato da una missione. La vecchiacc-ehm,
Somma Hokage me ne ha affibbiata una piuttosto
difficile. Ma è comprensibile, d’altronde io diventerò il
prossimo Hokage, no?-, dico, ridendo.
Lei
sorride; sembra spontanea, ma a me non la si fa…
-Già…
Sakura dice che ripeti questa cosa in continuazione… Forse anche troppo.-
-Ah,
davvero?-
Inizio
mentalmente a contare i secondi che mancano all’imminente cazziatone.
-A
proposito, come sta? Due giorni fa l’ho vista solo di
sfuggita…-borbotta.
-Ah…?
E, ehm, che dice?-
-E’
venuta con Sasuke a prendere un mazzo di fiori
e…-, dice, ma poi arrossisce e si morde un labbro, incerta
-… ma perché lo chiedi a me, scusa?-
Uhm,
questo fatto di Sasuke e Sakura inizia a puzzarmi; ma
non vi bado neanche troppo, concentrandomi più sulla sua domanda… Cos’è
questo, un metodo per farmi confessare? Le donne…
-Ah…
uhm… be’, in verità io non la vedo
da un po’. Già.-
Lei
strabuzza gli occhi… è davvero un’ottima attrice, lo
ammetto!
-Avete
litigato?! Ancora?!-
-Sì.
Più o meno.-
-Una
cosa non grave, spero…-
-…
No no.-
No,
certo! Non stavo semplicemente meditando il suicidio per i sensi di colpa, nooo!
-…Senti,
Naruto, dovrei dirti una cosa…-, inizia lei.
Ah!
Eccolo! Il cazziatone arriva!
-…In
verità, Ino, sono passato qui davanti proprio
per -ehm!- portarle un bel romantico
mazzo di fiori… per scusarmi, sai. Quale mi consigli,
tu?-
Lei mi
squadra, e ovviamente capisce al volo che l’ho presa bellamente per i
fondelli; ma io faccio buonissimo viso a cattivo gioco, come mio solito.
-Sei davvero passato qui per questo?-
Veramente,
sono passato qui davanti perché è la strada più breve per
l’ospedale, e non avrei neanche notato il tuo negozio di fiori se non mi
avessi salutato tu.
…Ma
questo, forse, è meglio non
dirglielo, no; le donne sono piuttosto suscettibili, Shikamaru
ha perfettamente ragione.
-Esattamente.
Quale modo migliore per farsi perdonare di un mazzo di fiori?-
Lei
sorride e mi fa strada attraverso il negozio, ma poi si ferma e mi chiede:
-Avevi in
mente un fiore particolare…?-
-Oh, ehm,
in verità, ecco, per me sono tutti uguali…-, borbotto, grattandomi
la testa a mo’ di scusa.
Lei
sbuffa e alza gli occhi al cielo; mi conduce un po’ più in
là e mi mostra un bellissimo mazzo arancione. Io lo guardo e lo riguardo, e mi piace davvero... uhm, perché no? E
poi, l’arancione è anche il mio colore preferito…
Mi
immagino già la scena: andrò in ospedale, le farò vedere i
fiori, le urlerò qualcosa di estremamente dolce (una di quelle cose che
alle donne, ma in particolare alla mia bellissima Sakura, fanno così
tanto piacere), lei si squaglierà, mi perdonerà, la
abbraccerò, tutto l’ospedale applaudirà, la prenderò
in braccio, lei urlerà qualcosa come “Oh, che uomo!”, Sasuke (ma
sì, mettiamoci pure lui!) rosicherà tremendamente perché
lui in ‘ste cose non
è assolutamente pratico, attraverseremo tutta la città ridendo e
la bacerò e…
-Allora,
che hai deciso?!-, domanda Ino,
piuttosto scocciata per l’attesa.
La guardo
di sottecchi, visceralmente offeso per l’interruzione del mio
meraviglioso filmino, e borbotto:
-Che tipo
di fiori sono…?-
-Queste sono delle
calendule; indicano dispiacere. E’ il modo migliore per chiedere scusa. A
mio parere, sono molto belli; questi fiori germogliano al mattino e si chiudono
la sera… si pensa che in questo modo piangano la partenza del sole, sai.-
Mi guarda e
fa l’occhiolino, sorridendo. –E’ un fiore molto romantico. E
a noi donne questo tipo di cose piacciono molto… e Fronte Spaziosa non ne
resterà immune! Vedrai che ti perdonerà! -
Annuisco,
sorridendo, e le rivolgo un’occhiata apprezzante: è davvero molto
competente. E’ piuttosto maturata negli ultimi tempi, in effetti; anni fa
era una piattola e stava sempre a lamentarsi, invece adesso è diventata più
adulta e più gentile. E’ ancora un po’ frivola, e a volte
è piuttosto isterica e lunatica, ma ha un carattere che fa spesso
sorridere e che la rende una buona amica; è riuscita addirittura a fare
amicizia con Temari, che davvero non poteva
sopportare i primi tempi in cui quest’ultima stava con Shikamaru, e adesso stanno spesso insieme. Sakura mi dice (…
mi diceva) sempre che spera si
sistemi più in fretta possibile, insomma…
Decido di prenderne un bel mazzo, pago,
la saluto e faccio per andarmene, quando lei mi richiama:
-Naruto…-
-Sì?-
Eccolo,
eccolo, si avvicina…
Lei sorride.
–Ecco… Volevo dirti che…-, ci pensa un po’, per poi
scuotere la testa. -…No, niente, non è importante. Fammi sapere
com’è andata con quella scema della mia amica, poi! E dille di non
preoccuparsi per quanto riguarda lui, andrà
tutto bene!-
Io
sorrido… Cazziatone evitato! Ma cosa avrà voluto dire…?
La saluto e
mi avvio all’ospedale; mentre cammino, guardo e riguardo i fiori che tengo stretti. Sono davvero belli. Questo
profumo mi riporta a quel
giorno…
*
-Hai
litigato con la zia? Di nuovo?!-
Sbuffo,
al solito. Da qualche mese a questa parte il marmocchio ha preso
l’abitudine di chiamare Temari ‘zia’,
comportando il mio più totale imbarazzo e la di lei più totale
gioia.
-…Più
o meno, insomma. Ma questi non sono
affari tuoi…-, lo ammonisco.
Ora tocca
a lui a sbuffare; muove distrattamente la pedina, con un’abile mossa.
-Zio, tu
sei proprio cretino, sai?-
Dunque,
in tre giorni mi hanno affibbiato la
colpa e mi hanno dato del cretino più volte che in tutta la mia vita
–per citare solo qualcuno: Ino, mia madre, Choji, Naruto, Kiba, Neji, le
vicine impiccioni di casa mia, le colleghe di Temari,
l’Hokage in persona, Kurenai,
e adesso perfino un moccioso rompiscatole di neanche sette anni-… ma non
ero io il genio dal quoziente intellettivo estremamente portentoso?!
-…Insomma,
hai una donna così bella e dolce come lei, e ci litighi sempre! Ma come
fai? E’ la donna più dolce del mondo! E state così bene
insieme!-
Dolce,
forse, per lui. Temari, infatti, con il piccolino si
scioglie letteralmente come neve al
sole e tende a diventare paziente e dolcissima; è una persona talmente
diversa che sbalordisce addirittura me… Ma le
donne vanno così tutte in brodo di giuggiole quando si tratta di bambini?
E… be’,
spesso, ho scorto nei suoi occhi uno sguardo diverso, quando gioca con lui; uno
sguardo estasiato, sorridente, felice… E questo contribuisce non poco ad
alimentare i miei sensi di colpa. Noi conviviamo da un anno ormai, ma né
i miei genitori né –figuriamoci…- i suoi fratelli sono mai
stati contenti della cosa. D’altronde, stiamo (…stavamo?) insieme
da quattro, e prima eravamo costantemente costretti a fare spola l’uno al
villaggio dell’altra e viceversa; così, avevamo entrambi preso la decisione
di vivere insieme.
Però
è una cosa così strana… Io sono un tipo così
intrinsecamente ed irrimediabilmente pigro che non ho mai fatto niente,
assolutamente niente che richiedesse
anche un minimo sforzo… e invece mi sono andato a scegliere donna
così energica e testarda come lei, che di pigro e svogliato non ha
proprio niente. Ma Temari è sempre stata
l’unica capace di tenere testa al mio profondo orgoglio, l’unica
capace di farmi smuovere il culo e camminare ininterrottamente per tre giorni
per passare con lei solo qualche ora; e il sorriso -quel sorriso di cui tanto spesso mio padre mi ha parlato- che di
tanto in tanto rivolge solo a me è l’unica cosa per cui vale
davvero la pena affrontare qualche seccatura o noia in più.
Nell’ultimo
mese, però, alla mia dolce
seccatura non stava più bene la nostra situazione: voleva che ci
sposassimo. Cosa, questa, che la mia pigrizia mi ha fatto sempre
rifiutare… stiamo benissimo così, perché fare il grande passo?
Siamo così giovani… abbiamo ancora tempo, no?
-Lo so,
ma… vedi, le donne sono spesso delle seccature, e non sono mai costanti
nell’umore… Possono cambiare idea molto facilmente.-
E si
dà il caso che Temari sia precisamente fra
quelle.
-Non la
zia! Io la conosco, sai?-
-Eh, ma
mai quanto me…-, sbuffo, muovendo un alfiere e guardando negli occhi il
marmocchio, il quale assomiglia così tanto al mio Maestro che non posso
non sorridere di gusto. Ha la sua stessa corporatura massiccia, la sua stessa
pelle scura e i suoi stessi tratti piuttosto rozzi; i suoi occhi e il suo modo
di fare però sono identici a quelli di Kurenai.
Siamo
adesso entrambi in giardino, seduti davanti un tavolo di shoji,
gioco in cui il piccolo Hisaki Sarutobi eccelle; a volte, riesce persino a mettermi in
difficoltà. Io e Temari passiamo a trovarlo
molto spesso; di solito, io gioco con lui un po’ controvoglia –i
bambini sono troppo seccanti per i miei gusti-, Temari
invece ogni volta si diverte davvero: è proprio per questo che il
piccoletto le si è affezionato così tanto.
In
verità, però, adesso non vorrei assolutamente essere qui… Sono
passato a casa di Sakura, tanto per vedere se Temari
stesse bene (d’accordo, le parole di Choji mi
hanno allarmato e non poco, lo ammetto), ma non ho trovato nessuno; sono andato
in ospedale, sperando di trovarla e di farmi dire dove fosse quella lì, ma mi hanno detto che
era uscita da poco con un ragazzo (segno che le cose fra lei e Naruto si sono riconciliate, finalmente…); disperato,
sono infine passato qui, e mi sono intrattenuto con lui ad una partita di shoji, che il mio orgoglio non può farmi perdere.
Hisaki infatti capisce di non avere speranze di vincere e mi scruta,
ridendo.
-Zio…-
-Eh.-
-…Ma
tu e lei quando vi siete fidanzati…?-
Pondero
un po’ la risposta: il piccoletto è troppo seccante, per i miei
gusti…
-Quattro
anni fa, circa.-, dico, iniziando a diventare piuttosto rosso e accendendomi
una sigaretta per i sensi di colpa che mi attanagliano le viscere.
-E quando
vi sposate?-
E per la
seconda volta in pochi giorni, prendo una boccata di nicotina di troppo;
maledicendo Temari e il mio stupido vizio del fumo,
inizio a tossire così pesantemente che il marmocchio mi dà
piccole pacche sulla schiena, sorridendo ed ammiccando.
La
seccatura ha istruito per bene il piccoletto a far leva sui miei sensi di
colpa, non c’è che dire…
-N-non l’abbiamo ancora d-deciso…-
-E cosa
è successo quando vi siete fidanzati? Eh? Eh?-
I
bambini, che seccatura… se mai avrò un figlio, egli -perché sarà
rigorosamente maschio, le femmine sono anche peggiori - starà zitto
tutto il tempo, non piangerà, non griderà, non…
Inconsciamente,
mi ritrovo a sudare freddo. Se mai
avrò un figlio, ho pensato… Un figlio. Un figlio… da Temari. Ultimamente, insomma, le capitava sempre più
spesso di pensare al nostro futuro… Ma siamo così giovani,
ripetevo, che non ne vedevo il motivo; e alla fin fine, questo bambino è
come se fosse un figlio per entrambi. D’accordo, avere un figlio mio e
suo sarebbe molto diverso, ma per il momento non ne vedo la necessità, per
farla breve…
Gli
sorrido e mi avvicino a lui.
-…Vuoi
che ti racconti?-
Lui
annuisce e mi guarda con due enormi occhi, curioso.
***
[ Quattro anni prima ]
Calmo, Naruto, calmo. E’ solo una cena.
Una stupida cena.
Quella era la quarta volta che il
ragazzo si ripeteva la medesima frase, quella sera; ed era la quarta volta in
cui aveva sospirato. Si sentiva un
idiota lì, al freddo e al gelo, sui gradini ci
casa Haruno, aspettando che Sakura scendesse.
All’inizio, tuttavia, la sua non
gli era sembrata un’idea malvagia: tre giorni prima aveva infatti proposto una cena a tutto il Team
Naruto
era dunque felicemente andato dagli altri tre; ma Kakashi
aveva un impegno; Sasuke non poteva; e Sai avrebbe
potuto, ma aveva deciso –fra strani ammiccamenti e riferimenti piuttosto
espliciti- che insomma si sarebbe sentito di troppo; e così, lui la
stava pazientemente aspettando da quella che era una buona mezz’ora sotto
casa, non osando entrare per via delle probabili ramanzine e/o minacce del
padre di lei riguardo a ciò che sarebbe successo se lui avesse osato
trattarla male.
-Naruto…
un attimo e scendo, eh!-, urlò la ragazza dal secondo piano
dell’abitazione; egli si limitò a sorridere e ad urlare che andava
tutto bene.
Il
ragazzo si ritrovò a sorridere: era estremamente felice in quel periodo,
dal momento che tutto sembrava andare per il meglio, in effetti. Sasuke era tornato da quasi un anno oramai; era adesso una
specie di eroe, a Konoha. Dopo aver ucciso suo
fratello, infatti, e aver scoperto varie cose sul conto del suo clan (i cui
membri alla fin fine non erano così buoni come li avevano sempre
descritti) aveva strettamente collaborato con
Tutto
sommato, non c’erano stati eccessivi spargimenti di sangue, l’Akatsuki era stata debellata (e per buona parte anche
grazie a Naruto) e –cosa più importante-
l’Uzumaki aveva di nuovo suo fratello. Certo, le prime volte non era
stato propriamente facile farlo reintegrare con il resto degli abitanti,
dapprima restii ad accettarlo perché traditore del Villaggio; ma con il
tempo si era tutto più o meno sistemato, tranne il carattere impossibile
di lui -ma “Per quello, purtroppo, non c’è rimedio!”
ripeteva in continuazione Naruto, ridendo.
E, con il
ritorno dell’Uchiha, un altro esistenziale
problema affliggeva il ragazzo: ciò che Sakura avrebbe deciso di fare.
Più e più volte ne era stato preoccupato: e se la ragazza, una
volta tornato l’adorato “Sasuke-kun”,
fosse ritornata ad essere quella di un tempo, quella che non poteva sopportarlo
e che lo trattava sempre male…? Cosa avrebbe fatto Naruto? Avrebbe combattuto con l’altro
e se la sarebbe presa a forza, o avrebbe lasciato che le cose andassero come
dovevano andare…? Nei primi mesi dopo il ritorno di Sasuke,
il rapporto fra questi e lei (e anche gli altri dieci loro compagni, sebbene in
modo molto più accentuato) era piuttosto instabile; negli ultimi tempi,
però, i due avevano ripreso i contatti e adesso erano davvero buoni
amici… per come si possa essere buoni amici con Sasuke
Uchiha, ovviamente. Naruto
era solito guardarli dall’esterno: insomma, va bene che era scemo e
stupido, va bene che aveva la sensibilità di un elefante, ma era chiaro
anche ad uno come lui che fra lei e Sasuke stesse ricominciando a nascere qualcosa…
Questo, gli aveva più e più
volte ripetuto Shikamaru, non era stato propriamente
un comportamento carino né da parte di lei né da parte di lui; e
tuttavia, a lui stava bene così, in fondo. Se lei era davvero felice
così, e soprattutto se questa cosa avesse levato l’espressione
perennemente annoiata di lui, Naruto si sarebbe
semplicemente fatto da parte. Come del resto sempre aveva fatto, sebbene questa
cosa l’Ero-sennin non
l’avrebbe decisamente accettata, se fosse stato lì…
La porta
sbatté e Sakura apparve.
-Oh, ehm,
è tanto che aspetti…? Sono in leggero ritardo, scusami, è
che…-
-Figurati,
solo tre quarti d’ora a gelar…-, rispose il ragazzo, girandosi; ma
non riuscì a finire la frase e rimase a bocca aperta. Aveva sempre
considerato Sakura una ragazza molto carina, sebbene non fosse solo quello
l’aspetto che più gli piacesse di lei; gli era sempre piaciuta la
sua spontaneità, la sua poca femminilità, la sua forza
d’animo, il suo isterismo…
Ma quella
sera lei… era uno schianto.
-…Ecco,
lo sapevo! Stupida Ino che mi ha consigliato questo
stupido vestito e…-, borbottò lei, arrossita a causa dello sguardo
(poco casto) di lui.
Passò
qualche secondo in silenzio, finché lei scese dal gradino e si
trovò faccia a faccia con lui, arrabbiata.
-…Che
cavolo c’è, cretino?-
Lui la squadrò ancora una volta: la ragazza indossava un kimono
estremamente corto e piuttosto scollato (ma non troppo: non sarebbe stato nel
suo stile, dopotutto) che le stava davvero bene. Il ragazzo sorrise: avrebbe
dovuto veramente ringraziare Ino, il giorno
dopo…
-Sakura-chan… Sei bellissima.-
E il
violento rossore che le guance di lei avevano assunto qualche minuto prima non
era niente in confronto a quello totale che apparve in quell’istante sul
suo volto; balbettando e cercando di suonare cordiale lo ringraziò.
Durante
il tragitto da casa sua al ristorante, il ragazzo non le staccò gli
occhi di dosso mentre continuava a parlare in modo decisamente logorroico di cosa
aveva fatto lui quel giorno, di cosa avrebbero mangiato loro quella sera, di
quanto già non sopportasse più Sasuke, di quanto Tsunade lo caricasse di lavoro e di quanto avesse fame; Sakura
sorrideva, poiché la compagnia di Naruto era
così genuina e così solare e così spontanea che credeva
che non avrebbe mai voluto farne a meno, se fosse stato possibile. Con lui, lei
si sentiva veramente se stessa: poteva picchiarlo, malmenarlo, litigarci, farci
pace… e lui ci sarebbe sempre stato, a discapito del suo caratteraccio. Sempre. E il loro rapporto, ultimamente,
si era fatto sempre più costante, tant’è che alla ragazza
quell’uscita serale non era dispiaciuta affatto, anzi… Oramai, non
pensava davvero più a Sasuke, ma era piuttosto
sicura del fatto che Naruto, ingenuo e fantasioso
come al solito,avesse totalmente frainteso il loro
rapporto, che era costituito oramai solo da pura amicizia.
Arrivarono
al ristorante (scelto, ovviamente, da lei: ne aveva davvero abbastanza del
solito ramen dell’Ichiraku)
e si sedettero, finché Naruto non notò
qualcosa… o qualcuno. Si avvicinò furtivo al tavolo giusto, seguito
da una Sakura che non riusciva a smettere di ridere, e rimase a bocca aperta: davanti
a loro c’erano un apatico Shikamaru e una (stranamente)
sorridente Temari intenti a leggere ognuno il proprio
menù.
-Ah-ah! Sapevo che prima o poi voi due avreste fatto
scintille!-, urlò il biondo; i due sobbalzarono ed arrossirono contemporaneamente;
Naruto, avvicinandosi al tavolo, continuò:
-Allora anche voi due state insieme?-
Sakura gli diede uno scappellotto piuttosto forte, intimandogli di
abbassare la voce: Temari sorrise furbescamente e
chiese, rivolgendosi al compagno in tono di scherno:
-Uhm…
Nara, ma noi
due stiamo insieme?-
Lui la
fulminò con lo sguardo e disse, rosso in faccia:
-Naruto,
stiamo solamente festeggiando l’esito della missione affidataci
dall’Hokage… E tu, seccatura, non andare
a diffondere illazioni sul mio conto, ho una certa fama che vorrei non venisse
intaccata…-
L’Uzumaki ammiccò maliziosamente, piegandosi verso il
ragazzo seduto e circondandogli le spalle con un braccio.
-E
perché siete in due?!-
-Gli
altri erano ancora più pesaculo di questo qui
e non hanno voluto venire a festeggiare...-
commentò Temari, piuttosto seccata.
Naruto,
rivolgendosi un'altra volta all’amico, chiese:
-Eddai,
non prendermi in giro… Questo è un appuntamento?!-
Nara
alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Quel ragazzo era, per i suoi gusti,
fin troppo pieno d’energia: sembrava non avere un interruttore ed era fin
troppo iperattivo. Era, insomma, tutto il contrario di lui, che rimpiangeva in
continuazione la sua amaca in giardino e le sue adorate nuvole; ma quella sera
qualcosa gli aveva suggerito di non rimanere a casa…
-Ma
va’. Mi pare di avertelo già detto… preferisco tipi
più femminili.-
Temari
non si lasciò scappare l’opportunità e ribattè:
-Esattamente.
E io, odio i piagnucoloni, vero cry-baby? ...Invece,
voi due?-
Stavolta
fu Sakura a rispondere, guardando trucidante il compagno.
-Lascia
perdere questo cretino… Stiamo semplicemente festeggiando. Come voi. Naruto, andiamo, su, sto morendo di fame…-
Lui si
rimise in piedi e sorrise.
-E se
festeggiassimo tutti e quattro…?!-
Gli altri
tre negarono all’unisono, guardandolo aspramente; lui sorrise ed
esclamò:
-Ok, ok,
basta dirlo…! Ciao ciao, piccioncini!-
Shikamaru
lo squadrò, mentre il ragazzo e Sakura se ne andavano al proprio tavolo.
Questa gliel’avrebbe fatta pagare…
La cena,
almeno secondo Naruto, andò bene; non parlarono
di niente in particolare, litigarono tutto sommato poco –lei gli dava di
tanto in tanto quale potente calcio sotto il tavolino per via delle sue osservazioni
sulla nuova cameriera del locale-, mangiarono bene e si divertirono (Naruto pagò cavallerescamente la cena anche per lei,
che ovviamente non rifiutò).
Finito il
pasto, le offrì gentilmente di riaccompagnarla a casa. Cosa che lei naturalmente
respinse, sbuffando.
-Naruto,
ma non serve, dài!
Guarda che mi so difendere, eh!-
Lui
alzò gli occhi al cielo. Sempre la stessa storia…
-Lo so
benissimo –i pugni che mi hai sempre dato sono una testimonianza della
tua spiccata femminilità. Ma
non è comunque bello che una ragazza torni da sola a casa
così tardi. E tuo padre non mi perdonerebbe mai-, concluse.
Lei
sorrise; a lui si sciolse il cuore. Valeva la pena fare molta strada in
più solo per il suo sorriso. Si incamminarono dunque verso casa di lei;
inebriati dall’ottimo vino bevuto, ridevano e parlavano ad alta voce,
fermandosi di tanto in tanto per riprendere fiato. E, tanto per finir bene la
serata, il ragazzo finì definitivamente tutti i soldi delle sue missioni
a tutti i suoi risparmi comprandole un fiore al negozio dei genitori di Ino – una semplice, economica e banalissima rosa rossa.
Non
appena la mostrò alla ragazza, davanti casa di lei, ella arrossì
violentemente e non riuscì a parlare. Anni e anni prima, non si sarebbe
mai aspettata di essere così felice per ogni minimo gesto di Naruto; non si sarebbe mai aspettata di gioire per ogni
singolo istante passato con lui, che era l’imperfezione fatta a persona -era
troppo rumoroso, troppo chiacchierone, troppo impulsivo, troppo scemo, troppo
arancione, troppo poco alto-; aveva, d’altronde, sempre sognato un
principe azzurro perfetto e bellissimo, che si sarebbe dichiarato a lei nella
maniera più romantica possibile… eppure, non era davvero mai stata
così felice come quella sera.
-Oh! Ma…
ma! Insomma, tu… non dovevi!-
-Su, su,
accettala, prima che io dica qualcosa di assolutamente stupido e rovini
quest’atmosfera!-
Lei non
riusciva a non sorridere; continuava a portarsi ciocche di capelli dietro
l’orecchio, nervosa, come era solita fare. Traboccava letteralmente di
felicità.
-Ma, Naruto… Perché…?-
Lui deglutì.
Perché glielo chiedeva…? Sakura conosceva perfettamente i
sentimenti di lui per lei, dal momento che non si era mai dato la
preoccupazione di nasconderli, sebbene fosse stato sempre assolutamente conscio
che lei non li ricambiasse. Ma a lui era sempre andato bene così…
prima la felicità di Sakura-chan, poi tutto il
resto, no?
-…Niente.
Così, tanto per ringraziarti della serata. Buonanotte, allora.-
La
salutò sorridendo, si voltò e fece un passo indietro…
quando la sua voce la bloccò.
-Naruto,
uhm… perché tu e io… non…?-
Eh?
-Insomma…
io pensavo che… se vuoi, insomma…
perché tu ed io non…?-
Egli si
girò a guardarla: lei aveva un’espressione molto tesa e un sorriso
(…piuttosto ebete, oggettivamente parlando) sulla faccia.
Calò
il silenzio. Naruto sorrise; sicuramente aveva capito
male. Ridendo e ammiccando, disse:
-E’
un invito a farmi salire da te?! Dov’è
andato a finire il tuo spirito casto e puro, eh, Sakura-chan?!-
Lei da
timida ed impacciata passò ad essere arrabbiata, come al solito;
dandogli un potente pugno nello stomaco (a cui lui tuttavia era decisamente
abituato), urlò:
-Idiota,
sto facendo un discorso serio! Ci possiamo mettere insieme o no?!-
Passò
qualche minuto in perfetto silenzio; erano immobili a qualche metro
dall’arco della porta, lei con un’espressione minacciosa in volto e
lui totalmente sconvolto: Naruto non riusciva a
pensare razionalmente… Non aveva sentito bene, sicuramente! Dopotutto, lui
non era Sasuke…
Lei
indietreggiò fino all’arco della porta, mordendosi un labbro e non
riuscendo più a guardarlo negli occhi.
-…No,
c-certo. Cioè, sì, sono stupida… ma che bella
figura…! A-allora, buonanott-
…Ma
non riuscì a finire il discorso, poiché il ragazzo aveva preso
una rincorsa talmente potente che lei finì a terra sotto di lui,
schiacciata dal corpo dell’altro, con le loro labbra unite.
Sakura si
staccò violentemente: voleva urlargli che faceva sempre casino, che
nessuno gli aveva chiesto una dimostrazione di affetto così esagerata,
che era troppo rumoroso e impulsivo, cazzo!, e che quello era il primo stupido bacio che avesse mai
dato e che avrebbe voluto che fosse un pochino più romantico, e che esagerava come al solito, perché era solo
un cretino, e che...
Ma non ce la fece; come rapita da lui,
riprese a baciarlo, con ancora più foga, ridendosela di gusto.
Si
sarebbero entrambi sempre ricordati la ramanzina del padre di lei, che
un’ora dopo li scoprì in ingresso ancora sdraiati per terra a
baciarsi.
*
-Non
penserai di poter fumare di fronte a me?! Non te lo
concedo! Mi rovini il bel panorama e la salute!-
Donne… che seccatura.
-E allora
girati, se non ti piace…-
-Devo
girarmi io, quando hai torto tu?! Ti sembra normale?!-
Lui
alzò gli occhi al cielo stellato e spense la cicca sul legno della
panchina.
-Temari,
ma con i tuoi spasimanti fai sempre così? Ora capisco perché sei
ancora zitella…-, borbottò lui, ridendo.
-E tu porti
sempre le tue mille ragazze a vedere cose così pallose e antiquate come
le stelle?- replicò lei, che
stava contemplando il medesimo scenario.
Lui la
squadrò di sottecchi, senza girarsi, indispettito: quella maledetta
doveva avere sempre l’ultima parola. E la stupida pigrizia di lui la
lasciava fare: era troppo seccante dover controbattere alle
sua battutine… ma era comunque piacevolissimo.
-Oh,
sì. Ma sai, quella è la prima tappa; la seconda… be’, è meglio se non te lo dico. Sei ancora
troppo piccola per queste cose, in effetti.-
Temari
digrignò i denti e si girò a guardarlo per la prima volta dopo un
po’ di tempo.
-Ma se io
ho tre anni più di te, nanerottolo!-
Lui si
voltò a sua volta e sorrise.
-Ahi ahi,
Temari… non dovresti dare appuntamenti con i
ragazzi più piccoli! Dov’è finita la tua dignità?-
Lei
però arrossì violentemente e indietreggiò. Il ragazzo era
sbalordito: in tanto tempo che la conosceva, non l’aveva mai vista
arrossire e fuggire da un possibile litigio verbale… e così
imbarazzata sembrava molto più umana (e bella, si ritrovò a pensare il ragazzo) di quanto lei
stessa non avrebbe mai voluto ammettere.
-Questo…
questo non è un
appuntamento!-, urlò la ragazza, colta sul punto.
-Nessuno
ha mai detto che lo fosse, mi pare… Ma tu lo vorresti, non è
vero?-, chiese lui, avvicinandosi a lei.
-Tsk! Preferisco uomini più
attivi, grazie!-
-Chi
disprezza compra, lo sai?-
-Non in
questo caso!-, ribatté infine lei, assumendo un’aria molto arcigna
e dura.
Lui sbuffò ancora e si stravaccò sulla
panchina. Temari non lo
avrebbe mai ammesso, ma non era così terribilmente dura e ribelle come
voleva continuamente apparire: era testarda (terribilmente testarda), orgogliosa e forte, è vero, ma
spesso era piuttosto insicura e fragile –era, se così si
può dire, la personificazione del proverbio “can che abbaia non morde” - e questo Shikamaru
lo aveva capito già da tempo.
Calò
il silenzio; si erano inconsciamente avvicinati.
-Be’…
a me, però, non dispiacerebbe se lo fosse, un appuntamento.-
bofonchiò lui, burbero.
-Il
panorama, in effetti, è meraviglioso.-, commentò lei, per poi
pentirsi del sentimento con cui aveva detto quelle parole. Eppure, era
così bello stare su quella rozza panchina, in un appuntamento
così decisamente inusuale, e poter per una volta parlare con quello lì senza dover
battibeccare…
-Solo il panorama?-, chiese
l’altro, piccato. Lei sorrise e rispose:
-Uhm, la
compagnia potrebbe essere migliore, ma non
mi lamento.-
La
conversazione morì nuovamente lì. Temari
era davvero estasiata dal panorama: a Suna non ce
n’era di così belli.
Dopo un
po’, il ragazzo borbottò:
-E’
tardi. Le brave ragazze non dovrebbero essere fuori, con un ragazzo, a quest’ora.-.
-Le
brave ragazze, appunto.-, commentò lei, ridendo.
-Temari,
vecchia volpona! L’ho sempre detto che non eri come sembravi, e nessuno
mi credeva!-
La
ragazza borbottò un “idiota” e schioccò la lingua,
scocciata.
-Mi dai
una sigaretta?-
Shikamaru
strabuzzò gli occhi; non riusciva ancora a capire totalmente cambiamenti
di umore di lei.
-Ma se
due secondi fa mi stavi maleden…-
-Be’?
Problemi?-
Lui
alzò reiteratamente gli occhi in su e le
offrì una sigaretta, prendendone una a sua volta. Temari
la assaggiò, inspirando.
-Puah. Come ti fa a piacere ‘sta
roba?-
-…Mi
rilassa. E ciò basta. Cosa che servirebbe anche a te.-
La
ragazza, infatti, non smetteva di tamburellare concitatamente le dita sulla sua
coscia e di battere il piede a terra; era nervosa. Tutta quella apatia non
rientrava nel suo carattere e, comunque, il giorno dopo all’alba sarebbe
dovuta ripartire per il suo Villaggio; non voleva sprecare così
un’occasione…
Certo,
non era stato proprio coerente dire da parte sua, qualche minuto prima, “Non mi lamento della compagnia”
dopo che avevano passato gomito a gomito le ultime due settimane in quella
missione, e dopo che lui le aveva bellamente salvato la vita.
Quando la
ragazza aveva chiesto delucidazioni a Tsunade-sama
sul perché
Ma il
caso (o il destino, o chi per lui) volle che Shikamaru,
in quello stesso istante, stesse pensando alle stesse parole che gli aveva
detto proprio Tsunade prima di partire per quella
missione –poiché anche lui le aveva chiesto insistentemente
perché ogni volta
Si
decise; trovò il coraggio, prese aria,
ma…
-Shikamaru, senti… Piantiamola, una buona volta.-
Lui si
girò, sorpreso, ancora con la bocca semiaperta, e assunse
un’espressione attonita.
-Eh?-
Cercando
di non pensare dove il ragazzo avesse
messo il suo tanto decantato QI, lei continuò:
-Insomma…
quel che sto tentando di dirti…- iniziò, ma era troppo nervosa per
stare ferma e il torpore della scena era arrivata a livelli veramente insopportabili
per lei; si alzò e iniziò a muoversi (si scrocchiava le dita,
tamburellava il piede per terra, si aggiustava i capelli) cercando di trovare
le parole giuste.
-Cioè…
noi due… Siamo stati due settimane in costante contatto, sempre uniti,
sempre insieme… Sono anni che ci frequentiamo e… CAZZO!- urlò poi: la cicca della
stupida sigaretta che si stava fumando le era andata sul kimono nuovo e le
aveva provocato un forellino. Il ragazzo si alzò prontamente (talmente
prontamente che lei ne rimase stupefatta) e le soffiò via la cenere
rimasta, pulendole per bene il tessuto e ridacchiando.
Erano
vicini. Pericolosamente vicini.
-Dicevi…?-,
sussurrò lui.
-Be’…
quindi, insomma, stavo pensando se… perché tu e io non…?-
-NO! Assolutamente no!-, la interruppe
l’altro, urlando.
A Temari, semplicemente, si ghiacciò il sangue nelle
vene; le venne un pauroso groppo alla gola. Adesso, va bene che non era bella
come quella Ino, va bene che il suo carattere non era
precisamente amabile, va bene che suo fratello minore qualche anno prima aveva gentilmente
minacciato di ucciderlo in un ospedale, va bene che aveva i fianchi
grossi… ma, insomma, quel secco diniego ferì profondamente lei e
–soprattutto- il suo orgoglio, che addirittura
si era abbassato a chiedere una cosa così… così…
sciocca! Per una volta, un’unica
volta in cui era riuscita a non essere un orso nei sentimenti, veniva ripagata
così…?
-Ah. No,
certo, ecco… cioè, mi pare ovvio che io… che tutto
ciò sia estremamente seccante
per te e…-
-Ma di
cosa stai parlando?! Non è per quello! Ovvio
che voglio stare con te, sono pazzo di te, sebbene tu sia estremamente seccante! Ma… non posso assolutamente accettare
che tu, in quanto donna, ti proponga per prima! E’ l’uomo che deve fare la proposta!-
Temari
rimase assolutamente sbigottita; e, sebbene quella fosse una dichiarazione in
piena regola, lasciò stare il contenuto e badò ai dettagli:
-Il
solito sessista cretino! Ma la vuoi finire con questo maschilismo?!-
-Scusa
tanto, ma non posso sopportare che una donna si proponga prima di me! Sarebbe
troppo… umiliante!-
-Quanto
sei stupido! Voglio proprio conoscere la persona che ti ha sottoposto a quel
celeberrimo test di intelligenza, gli consiglierei un bravissimo psichiatra!-
-Non
credo che accetterebbe se è lo stesso da cui vai tu, visti i risultati!-
-COME TI
PERMETTI?! Io stavo facendo un discorso serio, prima
che mi interrompessi, pesaculo che non sei altro!-, urlò la
ragazza.
-E io ti
ho risposto, mi pare!-, rispose
l’altro, accigliato.
Presero
entrambi fiato, esausti per le grida.
Temari
sorrise. –E… e quindi…?-
-E
quindi…- borbottò
lui, burbero e arrossito -Temari… una buona volta, perché tu ed io non
ci mettiamo insieme?-
Lei
assottigliò gli occhi.
-Quasi
quasi, mi verrebbe voglia di dirti di no.
Il mio orgoglio femminile me lo impedisce. Anzi, rifiuto proprio, ecco!-
-Donne…
che seccatura.-, sbuffò lui.
-Non sai
dire altro?!-
-Evidentemente,
non mi ispiri altro.-, provocò il ragazzo, ridendo di gusto. Lei,
ovviamente, ci cascò con tutte le scarpe:
-Non ti
ispiro…?! Ah, sì?!
Beccati questo!-, urlò, per
poi farsi avanti e baciarlo passionalmente; rimasero entrambi parecchi minuti
lì, immobili, avvinghiati e stretti come non mai, finché lei non
proferì, staccandosi assai controvoglia dalle labbra di lui:
-Ahi ahi,
Nara… Ti ho baciata io, per prima… Come
la mettiamo adesso?-
Shikamaru
sgranò gli occhi, infastidito per il piccolo particolare e la lontananza
delle labbra di lei.
-Seccatura…-,
borbottò infine, per poi ricominciare a baciarla ancor più
irrazionalmente di prima.
************
Scusate.
L’enorme. Ritardo.
Scusate scusate scusateeeeeeee
><” Ma questo capitolo non voleva assolutamente scriversi -.-‘
Mi è costato tantissimo, ci ho messo una vita, ma adesso sono
soddisfatta! Non troppo, insomma, ma ci ho messo talmente tanto che non ne
voglio più sentir parlare! xD Sono mesi e mesi
che non scrivo in terza persona, spero che lo stile vi aggradi lo stesso ^^
Ok, lo so che
è un capitolo piuttosto inutile perché non porta avanti la
storia, ma volevo veramente mettercelo: innanzitutto, perché dovevo
spiegare la faccenda di Sasuke, e poi perché
volevo mostrare come si sono messi insieme questi quattro. Senza contare poi
che volevo mettere tutta una serie di frasi o circostanze che in una NaruSaku/ShikaTema DEVONO esserci (per esempio: l’iniziale
gelosia di Temari per Ino,
il fatto che Sakura con Naruto sia veramente se
stessa e con Sasuke no, il fatto che Sakura non si
sarebbe mai aspettata di innamorarsi di Naruto
perché voleva una cosa perfetta eccetera eccetera)
ma non potevo farlo nel resto della fanfic (mi
sembrerebbe strano se i personaggi lo pensassero dopo tanti anni che stanno
insieme con le rispettive metà, no? ^^)
In ogni
caso, spero veramente vi piaccia. Mi ci è voluto un sacco, credetemi xD la canzone è la meravigliosa “Why don’t you and I”
dei Nickelback & Santana (adoro veramente la
canzone, adoro Santana e i Nickelback sono il mio
gruppo preferito, xD); la potete ascoltare qui -> http://www.youtube.com/watch?v=5T65-QpqZ3M&feature=related ; vi consiglierei di ascoltarla, la trovo molto adatta al
capitolo, tutto sommato^^
Ultima
cosa: qui compare per la prima volta Ino.
Sinceramente, non capisco perché nel 90% delle ShikaTema
lei stia sempre in mezzo a loro, arrivando perfino ad assumere comportamenti da
ragazza-di-facili-costumi…
io personalmente non ce la vedo. Spero di averla resa bene; voglio comunque
comunicare che è un personaggio sì frivolo ma anche dolce e
gentile. Io, poi, non l’ho mai vista innamorata di Shikamaru: sono solo migliori amici, la loro è solo
una bella amicizia, basta (<- ok, diciamolo: io lo ShikaIno
non lo capisco proprio ^^’). Ho voluto rendere Temari
gelosa di lei solo all’inizio, e mi sembra pure piuttosto umano essere
gelose della migliore amica del proprio ragazzo, no? xD
E
infine… grazie a tutte le sette persone –SAKURACHAN, gloria7, Clara_chan, a crazycotton,
Lele 91, trinity87-
che hanno commentato lo scorso capitolo!! *____* Grazieeee!** E ringrazio anche le 21 persone che hanno
inserito questa storia nei preferiti! ^_^
@ SAKURACHAN: nel prossimo capitolo si
parlerà in modo piuttosto approfondito del litigio fra i due! Anzi,
sarà proprio l’argomento centrale da qui in poi! ^^
@ Clara_chan: io
tengo la bocca chiusissima XD Per quanto riguarda Sakura… nel prossimo
capitolo si avrà qualche sospetto in più… ma non posso dire
altro!
@ Lele91: dunque, cosa posso dire?
Ovviamente non espliciterò nulla, altrimenti vi toglierei tutta la suspance, però… insomma, ho stabilito la
storia di questa fanfic molto tempo fa
(l’estate scorsa °_° ebbene sì), e ho previsto tutti i
suoi sviluppi sin da allora… molto probabilmente, questi sviluppi non
piaceranno ad una parte di voi, ma capitemi: ho previsto che la trama vada
avanti in un certo modo e così sarà, sebbene –ripeto-
magari stupirà o desterà fastidio. Ma forse a molti di voi questi
sviluppi piaceranno pure, chissà? Non posso dire altro per ora. ^^
@ Jiraiya: io Temari la vedo gelosissima all’inizio, soprattutto
verso Ino, che è così perfetta rispetto
a lei! Però poi la giudico abbastanza intelligente e perspicace da
lasciarlo vivere in pace. Shikamaru invece no XD
Vuole fare finta di essere menefreghista, e invece è geloso marcio! ^_^
@ Shatzy:
sì, Shika è proprio scemo, e sì,
Temari ha fatto benissimo ad andarsene! Infatti lui se ne sta pian piano rendendo conto e si sta
iniziando a dare una mossa (è andato a casa di Sakura ma Temari non c’era… chissà dove sarà andata? XD); nel
prossimo capitolo lo vedrai proprio scapocciare XD
Per quanto riguarda Neji… ci sarà
ancora, non preoccuparti! xD
Ti ringrazio tanto per il commento sullo stile, anche io sono molto pignola ma
qualcosa scappa sempre ^^’ (per quanto riguarda il
“moralizzatore”: come parola esiste, è sia aggettivo che
sostantivo; è un sinonimo un po’ antiquato di
“moralista”! ti ringrazio tanto per starci
così attenta, comunque! ^_^) Riguardo al numero dei capitoli: credo
saranno circa dieci, al massimo! ^^ Infine, è stato quasi un dovere
recensire la tua fanfic, dal momento che tu
recensisci sempre questa! In ogni caso, mi vergogno da morire perché ho
scritto pochissimo sulla recensione ;_; e invece tu
ogni volta scrivi un sacco e mi dai bei consigli! Adesso ti ricommento,
te lo prometto, mi è piaciuta veramente un sacco! Non puoi capire quanto
ho riso mentre leggevo XD Kankuro e Gaara sono assolutamente perfetti nella parte dei fratelli gelosi! Nel prossimo capitolo
compariranno anche loro, uhuhu xD
Pubblicitààà! Qualche giorno fa ho pubblicato
la mia prima fanfic Suigetsu/Karin
per un concorso (sono arrivata terza^^), se la leggeste mi fareste un enorme
favore! ^_^ Grazie! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=334752&i=1
E dopo
questo enorme spazio autore, vi saluto! Al prossimo capitolo! (dovrete
attendere un po’, non l’ho ancora scritto per niente °_° ma
ho le idee molto chiare e non ci metterò molto! Spero… xD)
Clahp
Coming soon!
Dicono che nella vita non ci sia
niente di peggio di un fratello estremamente geloso della propria ragazza.
L’ho sentito dire molto
spesso, e sinceramente non ci ho mai creduto tanto; infatti, adesso, sono
assolutamente certo della falsità di questa affermazione.
Sapete che vi dico? E’
un’enorme, immane cazzata.
Perché vi posso assicurare
che, nella vita, non c’è niente di peggio di una sola cosa…
…due fratelli pazzamente gelosi che ti
minacciano, nel salotto di casa tua, guardandoti male per ciò che
è stato un tuo stupido sbaglio.