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Autore: dolcefavola    24/01/2016    0 recensioni
Una grande STORIA D'AMORE tra Nami e Zoro, che insieme alla ciurma continuano il loro viaggio. Dopo molto tempo e tra mille difficoltà lo spadaccino e la navigatrice non avevano mai smesso di amarsi, ma la situazione si complicherà con l'arrivo di Law che diventerà l'amico e l'amante della navigatrice. Anche Robin e Sanji sono legati da un forte sentimento ma nessuno dei due ha il coraggio di farsi avanti.
Un intreccio di passione, di gelosia, di amore, di bugie, di odio che cambierà la vita dei membri della ciurma.
Questa è la mia prima fiction spero che vi piaccia.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Tashiji, Trafalgar Law, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Il tempo passava, la nostra famiglia diventata sempre più grande, il piccolo Chopper si unì alla ciurma, aveva delle strabilianti conoscenze mediche, proprio per questo è il dottore della nostra ciurma, hai quali noi tutti siamo debitori, perché se oggi siamo ancora vivi, è grazie a lui che ci ha curato, medicato e si è preoccupato in questi anni della nostra salute.
Intanto mentre i giorni trascorrevano, uno strano sentimento, che fino a quel momento non avevo mai provato, iniziò a prendere il sopravvento: la gelosia. Dovunque quella donna passava non rimaneva inosservata, ogni volta che camminavo dietro di te, vedevo come gli uomini e ragazzi osservavano la tua bellezza. Molto spesso qualcuno si avvicinava per corteggiarti o per invitarti a uscire, ma nonostante sembravi divertita a ricevere così tante attenzioni, respingevi sempre tutti.
Invece all’interno della ciurma tutti si affezionarono subito a te, eri la prima ad aiutare gli altri, quando qualcuno aveva bisogno di ricevere un consiglio o un aiuto chiedevano sempre a te, eri il punto di riferimento di ognuno di noi, guidavi non solo la nave nella giusta rotta, ma sapevi condurre chiunque nella giusta strada. Stando con te mi  ho capito che la presenza di una donna all’interno della ciurma non era così male, davi un tocco di femminilità a ogni cosa. Da subito si poteva notare il legame tra te e il capitano, tra di voi si era creato qualcosa di più di una semplice amicizia, avevate un modo di fare e di parlare molto diverso. Il capitano assumeva un comportamento molto protettivo nei tuoi confronti, accontentandoti in tutto, ascoltando sempre i tuoi consigli, eri diventata una sorella per lui.
Oltre al capitano anche con gli altri compagni andavi molto d'accordo, solo con me ti comportavi in maniera diversa, sembravi più divertita a giocare, a litigare, a provocarmi, perché io a differenza dei nostri amici, non accettavo il tuo modo di comandare tutti a bacchetta e non tolleravo la tua imposizione di controllare tutto, come ad esempio, il denaro. Chissà perché ero l'unico a essere in debito con te, visto che mi avevi prestato molto denaro e proprio per questo ti divertirmi a raccattarmi e aumentare il debito che avevo con te.

Poi arrivo un’altra nostra cara amica, Vivi, che era entrata a fare parte della ciurma anche se per poco tempo. Rufy passava molto tempo con lei, diventato super protettivo nei suoi confronti, anche tu ti affezionasti subito a lei, diventando strette amiche. Proprio in quei giorni compresi lo strano comportamento del capitano, osservarlo per tutto il giorno su come si comportava in maniera diversa tra la principessa e te, il mio cuore si rasserenò. Compresi non solo quanto era profonda l’amicizia tra te e il capitano ma notai, anche, come Rufy si comportava e parlava in maniera diversa nei confronti di Vivi, voleva mostragli sempre di se alla sua nuova amica, cercava di attirare la sua attenzione. Lui si era innamorato perdutamente della principessa e sembrava essere ricambiato. Così mentre il cuore di capello di paglia si stava facendo impossessare dalla principessa, io decisi di smettere di evitarti, in fondo anche tu eri un membro della ciurma. Inizi a trattarti come tale, tentando di sopprimere i miei sentimenti, ma stavo sbagliando perché in questo modo tu ti avvicinavi sempre di più a me.

Tu ricordi il giorno del nostro primo bacio?
Eravamo arrivati in un'isola disabitata, come al solito ci siamo divisi per perlustrare la zona, coso vuole che nel gruppo andai a finire con te. Camminavamo uno affianco all’altro senza parlare, mi domandavo perché da quando eravamo da soli, tu eri così silenziosa.. Iniziò a piovere, ci siamo riparati, avevamo i vestiti bagnati e tu tremavi per il freddo, ma non volevi che io me ne accorgersi. Ecco perché ti vidi alzare e sederti lontano da me. << Nami che stai facendo? >>, << niente, sto cercando di non bagnarmi per non rovinarmi i capelli >>, << i tuoi capelli sono già bagnati, poi stai tramando di freddo >>, << non è assolutamente vero >>. Il tuo vizio di dire sempre bugie e di mentire mi infastidiva, ma sapevi che con me quelle frasi non funzionavano, così ti tirai per un braccio avvicinandoti a me. Quella vicinanza non mi bastava così ti ho abbracciato, ma per la tua testardaggine, stavi per rovinare quel momento, dove io ti stavo mostrando il mio affetto nei tuoi confronti.
<< Che cosa stai facendo tu Zoro? >>, << ti sto riscaldando >>, << perché? >>, << sei una mia compagna non permetterò che ti succede qualcosa >>, << quindi se eri con Sanji e lui aveva freddo tu l’avresti abbracciato? >>, << ma cosa dici, non è la stessa cosa >>, << non è un tuo compagno? >>, << Si ma lui è un uomo, mentre tu sei una donna >>.Che discorsi stupidi, di certo il tuo ragionamento era molto logico, sapevo dove volevi arrivare, difatti con il tuo modo di fare mi avevi messo in imbarazzo. Non contenta del modo in cui ti avevo risposto, per dimostrarmi che avevo sbagliato risposta e che desideravi qualcosa di più, mi spinsi per allontanarti dalle mie braccia. << Sei un maschilista, io non ho bisogno di aiuto >>. Ti allontanasti da me dicendomi questa frase e di scatto ti misi a correre scomparendo tra gli alberi. Non mi diedi il tempo di alzarmi che ti persi di vista, iniziai a cercarti inutilmente, mi ero perso tra quelle strade che sembravano tutte uguali. Ti dovevo trovare, i nostri compagni si sarebbero arrabbiati se ti avessi lasciato sola, ma pure io non me lo sarei mai perdonato.
Dopo aver girato per non so quanto tempo, finalmente ti trovai, eri seduta rannicchiata su te stessa, coprivi la testa con le mani, nascondendo il tuo volto. << Stupida mi hai fatto preoccupare, sei fradicia, ti vuoi ammalare? >> .Non mi risposi, mi sedetti davanti a te, ad aspettare una tua qualsiasi reazione, non capivo del perché avevi deciso di non rivolgermi la parola e di evitare il mio sguardo. Poco dopo persi la pazienza e avvicinai la mia mano sul tuo viso per sollevarti la testa, adesso non potevi più evitare il mio sguardo.
<< Nami ti riprendi che cosa stai facendo? >>, << di cosa stai parlando? >>, << mi stai facendo soffrire >>, << io a te? >>, << si >>, << perché? Datti una risposta da solo e adesso vattene, lasciami stare >>, << stai facendo la bambina, Nami alzati, se stai qua ti ammalerai >>, << non mi importa, anche tu potresti ammalarti >>, << Nami io prima volevo solo che non prendessi freddo>>. Tu sapevi benissimo come ferirmi, anche quando ti comporta da bambina riuscivi a farmi battere il cuore. Era da molto tempo che cercavo di evitare quel sentimento, in quella situazione non riuscivo a trattenermi, a controllarmi i miei sentimenti. Ti alzasti per allontanarti di nuovo da me, ma questa volta non ti diedi il tempo di scappare, ti afferrai immediatamente per il braccio fermandoti. Per la prima volta osservai i suoi occhi colmi di lacrime per causa mia, potevi farmi tutto quello che volevi, ma non sopportavo di vederti soffrire per me. << Come l’hai capito? >>, << cosa? >>, << che sono pazzo di te >>;. Ti lasciai il braccio, con una mano ti accarezzai i capelli bagnati, con l’altra ti afferrai alla vita, ti avvinai a me, finché le nostre labbra non si unirono.

Era evidente che nessuno poteva fare a meno dell'altro, ma era anche chiaro quanta sofferenza provavi nel non poter stare con me, mi odiavi perché sapevo che ti avevo e ti avrei fatto soffrire. Stavo diventando il centro delle tue fantasie, ma era anche la causa della tua tristezza.

Quello è stato il primo bacio, che io oggi maledico, perché non ha fatto altro che essere l’inizio di mille sofferenze. Quella notte il buio nascose il nostro peccato, la pioggia mi aiutò a nascondere i miei pensieri e i miei sentimenti che avrei voluto urlare al mondo intero.

Da quel giorno il bacio sembrava essere rimasto solo un sogno, così mente tu cominciavi a essere infastidita dei mie comportamenti e diventati sempre più acida nei miei confronti, io cercavo di evitare quei sentimenti che ormai mi tormentavano. I giorni passavano, ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano, le nostre litigate iniziavano a finire con dei sorrisi, i nostri gesti erano sempre più affettuosi, era inutile evitarci, perché più tempo passava, più ti desideravo e tu aumentatavi il tuo odio nei miei confronti.
Intanto alla nostra ciurma si unirono, Robin, Franky e infine Brook.
Quando eravamo nell’isola di Thriller Bark, io decisi di salvare il mio capitano, prendendo la decisione di entrare in quella sfera che inglobava il dolore e le fatiche di Rufy, il mio ultimo pensiero eri stata proprio tu, ero convinto di non farcela, invece vittoriosamente sono sopravvissuto. Ero convinto che solo Sanji aveva capito quello che era effettivamente successo, invece anche tu lo avevi compreso tutto, ma non sapevo se mi avevi visto o te lo avevano detto, ma non mi importava. Al mio risveglio il mio corpo era coperto di fasciature, la ciurma festeggiava la vittoria e tu dormivi affianco a me. Io mi alzai allontanandomi. Volevo rimanere un po’ da solo, al tuo risveglio preoccupata hai iniziato a cercarmi, finché non mi avevi trovato, difatti poco dopo ti senti raggiungere, non mi voltai ma sentivo che eri poco distante da me, quando mi vidi da lontano corsi verso di me abbracciandomi, e per la seconda volta ti osservai piangere. Rimasi impietrito e indifferente dal tuo pianto, cercai di assumere quel comportamento per non mostrarmi debole, non volevo commettere lo stesso errore. L’unica cosa che sono riuscito a dirti era stata << non soffrire per me >>, poi me ne andai lasciandoti mentre versavi lacrime per me. Avevi saputo ho intuito quello che mi era successo, ma non dovevi preoccuparti di me, perché io avrei fatto di tutto per salvare la vita ai nostri compagni e sopratutto la tua.

All’Arcipelago Sabaody avevamo commesso un peccato, un grosso errore imperdonabile, entrambi eravamo colpevoli, ma la persona che tra noi due aveva sofferto di più eri proprio tu. Qualche giorno dopo la nostra ciurma era stata divisa, ognuno di noi si trovava in un posto sperduto tra i mari, tutti eravamo soli e scioccati per ciò che era accaduto. Tra tutti i membri della ciurma, tu avevo sofferto di più di tutti. Quando io venni a conoscenza della causa, ormai era troppo tardi, erano passati due lunghi anni.

 
   
 
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