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Autore: Irian    24/01/2016    1 recensioni
Salve a tutti, ho scritto davvero poco in questa sezione,
ma oggi vi propongo un viaggio nella mia storia.
La mia storia parla di magia, di combattimento,
di amore, di tradimenti, di odio, di follia,
di atti spietati, di rispetto e libertà.
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SPECIALE
WENDY
Sentì il sole del mattino pizzicarle le guance, anche se il vento che spirava dalla finestra sembrava urlarle di alzarsi.
Era entrata nella S.M.A., ed era domenica, quello che sarebbe dovuto essere un giorno pieno di riposo prima di partire per la sua prima missione.
Eppure non lo sembrava affatto, si era alzata sentendo tutti i muscoli legati tra loro, si stiracchiò in minuti interminabili e gli occhi sembravano non volere affatto rimanere aperti.
Ma oggi era quel giorno, intendo dire, QUEL GIORNO.
Il 25 gennaio, il giorno del suo compleanno, e anche il giorno migliore della sua vita.
Se fosse stata a casa.
Perché lì nessuno, e intendo dire, nessuno, sapeva che giorno era nata, a malapena sapevano il suo cognome.
Eppure non volle avvertire nessuno, si concesse un giorno di riposo dentro la sua camera, si promise che non sarebbe uscita per nessun motivo.
Prese il computer e girò per i siti internet di streaming, e mentre cliccava sul sito scelto, l’immagine del computer le sembrò deformarsi e poi tornare normale.
Cominciò a guardare un episodio di Once upon a time, notoriamente la sua serie preferita.
Andò perfettamente per 11 minuti e 46 secondi, finchè Erin non entrò nella camera.
“Wendy…ciao, senti lo so che non ci conosciamo ma stanotte giuro che ho sognato un cane che voleva stuprarmi e uccidermi”
Sbattè gli occhi per tre volte prima di realizzare ciò che aveva appena detto Erin, e, senza mentire a se stessa, desiderò che in quei tre secondi Erin sparisse.
Odiava come poche cose al mondo fare la psicologa, negromante, o tizia che interpreta sogni/speranze/aspirazioni altrui.
“Come un cane, in che senso un cane?”
“Un cane, verde, voleva stuprarmi e poi uccidermi, lo so, me lo sento nelle ossa, nel suo sguardo c’erano furia, malizia e crimine, E SANGUE!”
In meno di quindici secondi, Erin aveva snocciolato dalla sua materia grigia questa risposta, e Wendy avrebbe voluto sprofondare, dio santo, lo avrebbe davvero voluto.
“Seeeenti…era un sogno. Fine. Non devi parlarne con me, io che ne so di sogni? Niente, esatto, proprio nulla”
“Oooookay…” disse Erin guardandola di sbieco “Allora torno di sotto”
“Ciao” disse sventolando la mano in segno di saluto, poi sbuffò e tornò a guardare il pc, mentre alcuni problemi riguardo alla sanità mentale di Erin continuavano a perseguitarla.
La puntata finì, ne guardò un’altra, un’altra ancora, poi una del Trono di Spade e metà di un film di Hayao Miazaki, finchè non sentì bussare alla porta.
“Hey Wendy, sono io, Erin! Volevo dirti che mi sono appisolata di sotto e ho sognato un burattino che cantava –complemento d’agente, di causa efficiente! - e ti giuro, ti spergiuro, che avevo paura che volesse uccidermi!”
Wendy fece finta di dormire spegnendo la luce e tirandosi le coperte sulla testa, quando Erin aprì piano la porta la vide e se andò cercando di non fare rumore.
No, non l’avrebbe sopportata ulteriormente.
Il suo intento di ignorarla funzionò a metà, nel senso che nelle morbide coperte finì per addormentarsi di nuovo.
Sognò che era il 5 maggio e stava vagando per la città con uno spirito alle spalle che continuava a sussurrarle nell’orecchio: ”Ei fu siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore, orba di tanto spiro…”.
Cercava di ignorarlo scuotendo i (corti) capelli color biondo cenere nel tentativo di scollarselo di dosso, niente da fare.
Dopo che nel cielo vide delle nuvole rincorrersi e parlare con delle bocche disegnate con lo stilo grassoccio di paint, dubitò lei stessa della sua sanità mentale.
In più le conversazioni erano decisamente strane.
“Qual è il tuo organo preferito?” disse una all’altra con fare civettuolo
“Il mio…beh, lo stomaco!”
Wendy alzò le sopracciglia e proseguì a camminare senza farsi troppe domande.Vide piccoli uomini seduti a piccoli tavoli spalmare del burro sul pane e si chiese come mai.
Vide ragazzi strani proiettati per terra mangiare panini enormi, scrivere, scrivere, scrivere, e infine vide una grande clessidra con un liquido verde segnare i secondi, i minuti.
 Poi vide le sue scarpe arrivarle in faccia.
Si sentì rotolare per tutta la strada senza essersi accorta di aver inciampato da qualche parte, emise un urlo fortissimo e si risvegliò nel letto tutta sudata.
Si guardò allo specchio e vide i capelli disordinati, gli occhi stanchi e due grosse occhiaie, dentro la testa le rimbombava una poesia di Pablo Neruda e non capiva come mai.
Appoggiò la testa sul letto e respirò profondamente, si fece la doccia e si vestì mettendosi un grande cappello in testa.
Scese le scale e urlò a tutti che oggi era il giorno del suo compleanno.
 
 
Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l'un l'altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia...

Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.

(tu sai Wendy, tu sai…)
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ora scriverò delle note lunghe come il capitolo.
Prima di tutto, questo capitolo è dedicato a Isabella che oggi compie gli anni e siccome sono stupidina e non sapevo che regalo farle, ecco qua!
Ti volevo dire che ti adoro e che ogni scena del capitolo è collegata ad un evento/conversazione che abbiamo fatto (volevo mettere anche i maiali insaccati ma vabbè…).
Seconda cosa.
Volevamo avvertirvi che dal momento che io e Manu non andiamo più nella stessa scuola (il liceo divide le persone gne) ormai era diventato impossibile scrivere i capitoli alternati dato che ci vediamo molto meno (tutti i capitoli pubblicati fin’ora sono stati scritti durante gli esami).
Quindi da adesso in poi vedrete solo me scrivere (mi spiace per voi eh eh).
Detto ciò, la storia va avanti anche se con le dovute pause (in parte dovute alla mia prof che mi appioppa tantissime bellissime versioni).
Un bacio grande!
IRIAN

 
  
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