Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MimiRyuugu    24/01/2016    3 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonasseera *V* *si affaccia di poco per vedere se le tirano i pomodori*
Sono di nuovo sparita. Però oh, solo due settimane stavolta! Sabato scorso era il mio compleanno, così non ho avuto molto tempo di star dietro agli aggiornamenti ç^ç senza contare i brutti fatti successi (Alan ç_ç), non me la son sentita di rimetter mano subito alla ff :/ 

Avvertenze: occtudine, mooolta bradiposità e incongruenza dei fatti XD cioè, Hermione teoricamente dovrebbe avere un anno in più degli altri, ma io me ne sono ricordata troppo tardi e mi urtava doverle far passare un anno di differenza con le altre.

In questo capitolo troviamo Gives You Hell degli The All-American Rejects e Non l'hai Mica Capito di Vasco Rossi (che io credevo chiamarsi Ti Voglio Bene XD). Corro a aggiornare anche la playlist di Spotify, in cui mi chiamo mimiryuugu ed inserisco tutte le canzoni dei capitoli man mano che escono u.u

Detto ciò vi lascio all'aggiornamento *^*
Buona lettura <3



Ventiseiesimo Capitolo

La neve continuò a cadere lieve. I piccoli fiocchi si accumulavano per terra placidi. Formando altri strati di manto bianco. Hermione e Mark rimasero fuori per tutta la sera. Seduti sul muretto. A parlare. Il prefetto aveva raccontato quella che le era sembrata la sua epica storia. Mentre il ragazzo ascoltava interessato. Annuendo e facendo pronti commenti. Intanto nel castello qualcuno dormiva già, nei sotterranei. Con gli occhi chiusi il respiro tranquillo, Anna si era addormentata in un punto impreciso della serata. Solo quando Draco sentì che non c’era più risposta alle sue parole lo notò. Così si strinse a lei. E chiuse a sua volta gli occhi. Lasciandosi cullare dal rumore del respiro della sua amata. E poco più in la in un ufficio, si presentava una singolare scena. Dopo il primo bicchiere di spumante Giulia si era messa ad accendere i fuochi d’artificio. Coinvolgendo Severus. Quando non rimase più nemmeno un misero fuocherello da usare i due si erano seduti alla scrivania. La ragazza aveva ricominciato a bere lo spumante. Mentre il professore la guardava, divertito. In attesa di toglierle il bicchiere dalle mani. “È stato un bel capodanno vero?” sorrise Giulia. Piton annuì. “Speriamo che ce ne siano altri…” commentò ancora la ragazza. appoggiando le braccia sulla scrivania. In una mano il bicchiere quasi vuoto. “Ce ne saranno altri signorina Wyspet…” sospirò Severus. Giulia alzò di poco lo sguardo. Gli occhi nocciola sfocati dallo spumante. “Chissà se a Eveline piaceranno i fuochi artificiali…” disse piano. “Ovvio che le piaceranno…a quale bambino non piacciono?” rimbeccò il professore. La ragazza sorrise. Poi finì il sorso che aveva nel bicchiere. “Sa professore, ho immaginato tante ricorrenze…con la nostra futura famiglia come protagonista…però il Capodanno…mai…” iniziò a dire. Appoggiando la testa sulle braccia. “Ah davvero?” commentò ancora Piton. La ragazza annuì. “Ora che ci penso però…ci vedo…noi tre…insieme nel giardino di casa…Eveline gioca con i fuochi, nel suo bel vestitino da festa…” descrisse poi. Severus sorrise. Non era una così brutta visione. “Subito la raggiungono Elizabeth e Rose…ed è felice…la vede professore?” gli chiese Giulia. Piton chiuse gli occhi. “Certo signorina Wyspet…che corre per il prato senza fare attenzione e capitombola ogni momento…però si rialza subito e torna a giocare…ammirando i fuochi colorati…” proseguì. La ragazza annuì e chiuse anche lei gli occhi per vedere meglio. “Poi piena di gioia inizia a cantare e corre da noi…indicando il cielo…dove ci sono altri fuochi, molto più belli…” continuò a raccontare Piton. Lasciandosi trasportare. Era davvero una bella visione. La piccola Eveline che li prendeva per mano. Forse per essere presa in braccio. Oppure solo per poter far vedere i fuochi a loro. I suo genitori. Severus poteva quasi sentirlo. Il calore della sua piccola mano. La sua risata meravigliosa. Con quella voce cristallina identica a quella della madre. Era davvero una prospettiva allettante. Che Piton non avrebbe mai creduto di poter realizzare per se stesso. Dopo aver rivisitato la scena il professore aprì gli occhi. “Signorina Wyspet?” la chiamò. Ma dopo aver visto ciò che gli si presentava davanti capì che non gli avrebbe risposto. Non per quel momento almeno. Giulia se ne stava con la testa inclinata. Appoggiata alle braccia. Il bicchiere in bilico in una mano. Gli occhi chiusi. La frangia ribelle che le ricadeva piano sul viso. Il respiro tranquillo. Si era addormentata. Severus scosse la testa divertito. Si alzò, per poi far sparire i bicchieri e la bottiglia con un colpo di bacchetta. “È ora di andare a dormire…” sussurrò. Prendendo la ragazza fra le braccia. E portandola in camera. La adagiò fra le calde coperte. Facendole una carezza sulla testa. Piton sapeva che sarebbe rimasto sveglio a guardarla per almeno un’ora. Quell’angelo accanto a lui era la cosa più bella che avesse mai visto. E voleva imprimersela nella mente. Per ricordarla. Quando le circostanze l’avrebbero costretto a starle lontano.
Nel frattempo Hermione e Mark erano rientrati. Camminavano tranquilli per i corridoi. Chiacchierando, ancora. Durante tutta la serata avevano parlato praticamente di tutto. Gusti personali, materie preferite. “E così odi Storia della Magia eh?” commentò divertito il ragazzo. Il prefetto annuì. “Lo so…anche se sinceramente non so perché tutti credono che io ami tutte le materie…” rimbeccò. “Perché sei una secchiona…semplice…” esordì Mark. Hermione gli diede una spinta. Che però non lo mosse di nemmeno un centimetro. “Senti chi parla! Hai avuto G.U.F.O. più alti dei miei!” sbottò poi. Il ragazzo iniziò a fischiettare innocente. Mentre il prefetto ridacchiava. Era da tanto che non si divertiva così tanto in compagnia di qualcuno che non fossero le sue amiche. Aveva perfino preso un passo trotterellante degno di Giulia. Purtroppo però mancava poco all’arrivo. Dopo svoltato l’angolo i due si trovarono all’entrata della Sala Comune Grifondoro. “Grazie per la bella serata Mark…mi sono divertita davvero tanto!” lo ringraziò Hermione. Lui sorrise soddisfatto. Per poi fare un piccolo inchino. “Se vuoi possiamo uscire ancora…nessuno ce lo vieta! E poi se hai bisogno di aiuto con i compiti sarò felice di darti una mano…sai, l’esperienza…” si vantò finto snob. Il prefetto scosse la testa. “È meglio se me ne torno in dormitorio…” osservò divertita. Anche se non ne aveva così tanta voglia. Dietro di lei la Signora Grassa dormiva placida. “Non mi sembra che il quadro abbia molta voglia di farti passare…” commentò Mark. Hermione allungò una mano verso il ritratto. Toccando la cornice con la mano fredda. La Signora Grassa sobbalzò. “Ma ti sembra il modo di svegliare una povera donna che dorme?! E poi il coprifuoco è scattato da più di due ore! Ti sembra educato?!” iniziò a sbraitare. Il prefetto la guardò dubbiosa. “Sono io la prima a tornare al dormitorio?” le chiese. La donna annuì imbronciata. Mentre Hermione dava un’occhiata all’orologio. Era l’una e mezza passata. Strano che nemmeno Giulia fosse tornata. Poi collegò la possibilità che lei e Piton avessero festeggiato fino a tardi. Così tutto tornò. “Cavolo…né Giulia né Anna sono tornate…e non penso lo faranno…” sbuffò. Non le andava di starsene in dormitorio. Seduta sul davanzale. A pensare. Aveva bisogno di oscurarsi la mente ancora per un po’. “Se non ti dispiace Hermione, io ti farei ancora un po’ di compagnia…” propose Mark. Il prefetto scosse la testa. “Non posso obbligarti a stare con me solo perché faccio i capricci…” osservò dispiaciuta. Il ragazzo sorrise divertito. Poi allungò una mano e le fece una carezza sulla testa. “In verità non ci siamo ancora detti un sacco di cose…” puntualizzò. Hermione lo guardò intenerita. “Ti ho raccontato praticamente tutto!” rispose. Mark scosse la testa. “Non abbiamo ancora parlato di musica…e poi c’è sempre Dante che tappa i buchi…” disse subito. La ragazza sorrise. “Povero Dante, ridotto a tappabuchi…” sospirò. Il ragazzo rise. Per poi circondarle le spalle con un braccio. Hermione arrossì. “Bene signorina Granger…che ne dice di un bel tour per i corridoi della scuola? È un suo dovere di prefetto! Chiacchiere comprese…” propose Mark. La ragazza annuì. Così i due fecero dietrofront. Accompagnati dagli urli di imprecazione della Signora Grassa.
Hermione e Mark rimasero in giro fino a quando l’alba non si vide spuntare all’orizzonte. Era la prima volta che il prefetto faceva così tardi. Però era anche la prima volta dopo tanto che si addormentava con un grosso sorriso stampato sul viso. Anna si risvegliò verso mezzogiorno. E con lei Draco. Rimasero al caldo sotto le coperte per un po’. Fino a quando la fame si fece sentire. Anche Giulia si svegliò tardi. Trovandosi inaspettatamente nel letto di Piton. Quando si ricordò di aver bevuto troppo si scusò con il professore. Lui si limitò ad un piccolo rimprovero, con tono divertito. Poi la spedì a fare colazione. Giulia, Anna e Draco si incrociarono nel corridoio di sopra. Appena usciti dai sotterranei. I due uragani si stupirono di non vedere anche Hermione in Sala Grande. Per una come lei, che non sopportava dormire troppo a lungo, era davvero un record! Le due optarono per tornare in dormitorio appena finito di mangiare. Trovarono la camera silenziosa. Fuori il cielo era coperto da dense nubi nevose. Così il sole non colpiva la stanza. Ma la cosa che più le lasciò di stucco fu la famigliare testolina castana che usciva dalle coperte. Le amiche si avvicinarono piano. “Hey bella addormentata!” la chiamò Anna. Hermione si rigirò nelle coperte. “Anna parla a bassa voce…magari sta male!” la rimproverò Giulia. Il prefetto si portò le coperte sulla testa. “Secondo me le hanno fatto il lavaggio del cervello…” commentò ancora la castana. Hermione grugnì di disappunto. “Ecco, si è svegliata…” sbottò esasperata Giulia. Lentamente il prefetto si scoprì. Poi sbadigliò. Aprendo gli occhi. “Cosa c’è? Perché mi guardate così?” chiese dubbiosa. Anna la squadrò da capo a piedi. “Per me sta bene…” confermò. “Perché non dovrei stare bene?” rimbeccò stranita Hermione. Giulia scosse la testa divertita. “Ma Herm…sai che ore sono vero?” le chiese la castana. “Certo! Che domande Anna! Sarà mezzogiorno…” rispose sicura il prefetto. Le amiche strabuzzarono gli occhi. “In verità è l’una e mezza passata…” le confessò Giulia. Hermione per poco cadde dal letto. Si voltò di scatto verso la sveglia sul comodino. Segnava le 13.40. “Per Merlino…non ho mai dormito così tanto in vita mia!” boccheggiò. Ecco. Aveva definitivamente rovinato la sua condotta perfetta. “Ma a che ora sei tornata ieri sera Herm?” le chiese Giulia. Il prefetto tossicchiò. “Voi piuttosto! Non siete tornate a dormire!” cercò di sviare lei. “Herm non attacca…a che ora?” ghignò Anna. Hermione sorrise sorniona. Stava per avere una ramanzina dalle sue amiche. Lei! “All’alba…” rispose. Quasi fiera. Anna si aggrappò a Giulia. “Stavolta ha quasi fatto cadere me!” sbottò stupita. L’altra sorrise. Mentre il prefetto si gustava le loro facce. Da quando assisteva a certe scene? Uscire con ragazzi più grandi. Tornare all’alba. Dormire fino a tardi. Vivere, finalmente! “Non fate quelle facce, ho imparato dalle maestre…” commentò secca. Poi alzò e si diresse in bagno. Mentre le amiche la seguivano. “Santo Manson Herm…ti abbiamo proprio contagiata!” esclamò soddisfatta Anna. Il prefetto alzò le spalle. “Non durerà per molto…quando saranno finite la vacanze avrò così tanti compiti da non potermi muovere dalla biblioteca…” precisò entrando in bagno. La castana ghignò. “Con Mark magari…” soffiò. Hermione la ignorò. “Herm…non è che…si insomma…quando tornerà Ron tu…ti dimenticherai di Mark, vero?” le chiese Giulia. Il prefetto scosse la testa sicura. “Nemmeno per sogno! Anzi! Ci siamo già accordati per studiare assieme…” spiegò. “Devo dedurre che la serata ieri è andata bene allora…” sorrise ancora l’amica. Hermione annuì. “Abbiamo parlato di tutto! È davvero un ragazzo intelligente! E poi ascolta musica classica…e anche rock abbastanza vecchio…” decantò felice. “Edward…” tossicchiò Anna. Giulia le diede una gomitata nel fianco. Era contenta di vedere il prefetto così allegra. Era come se d’improvviso avesse ricevuto una scarica di adrenalina. Come fosse tornata a vivere dopo un’ibernazione sentimentale. Dopo il bagno Hermione dovette raccontare i particolari alle amiche. Anche loro poi raccontarono i dettagli della sera prima. Così per i tre uragani passò il pomeriggio. La sera si divisero ancora. E tra appuntamenti e racconti passarono i giorni delle vacanze. Giulia si era recata da Piton quasi ogni sera. Lui continuava a farle frecciatine sullo spumante. Mentre lei divertita leggeva il libro di poesie. Anna e Draco si videro più di quanto avessero fatto nei primi giorni di vacanza. Dovevano sfruttare il tempo libero che avevano per stare insieme. La castana lo pensava solo per sfizio. Ma per il biondo era oramai un obbligo. Ed infine Hermione si incontrò qualche pomeriggio in biblioteca con Mark. Senza dimenticare le uscite serali. In quei pochi giorni approfondirono la conoscenza l’uno dell’altra. Il prefetto si sentiva a suo agio con il ragazzo. E lui era felice di parlare con lei, di confrontare le opinioni, di aiutarla con lo studio. Poi come un lampo arrivò. Le tre ragazze si trovarono la sera del 5 gennaio in dormitorio. Il giorno dopo sarebbero tornati i compagni. E fra due giorni la scuola sarebbe ripresa. “Santo Manson come sono volate le vacanze!” osservò Anna, quasi seccata. Di certo non schifava quella vita di nullafacenza. “Davvero! Però ci siamo divertite almeno…giusto?” sorrise Giulia. Hermione annuì. Un po’ dispiaciuta. Doveva tornare alla vita normale. Ultimamente si era concessa troppi lussi. “Grazie a voi dopodomani non riuscirò a svegliarmi in tempo…” sbuffò. La castana ghignò. “Benvenuta nel club delle incasinate Herm…” esordì soddisfatta. Il prefetto la ignorò. “Herm puoi continuare a vivere come più ti piace se è questo che vuoi…nessuno te lo impedisce…” osservò Giulia. L’amica scosse la testa. “Un pensiero molto carino Giulia…ma non posso…sono un prefetto e dovrei dare il buon esempio…non posso andare a dormire tardi e arrivare in ritardo alle lezioni mattutine…non posso saltare le ronde la sera…” elencò affranta. Anna sbuffò. “Se rimani li a lagnarti non combinerai nulla Herm! Va bene, sei un prefetto…però sei un essere umano…devi pur divertirti un po’ no?” commentò. Hermione tirò a se Grattastinchi. Che fino a un momento prima dormicchiava beato sul letto accanto a lei. Poi lo strinse in un abbraccio. “Anna…questa non sono io…io non vado in giro a bere limoncello, non sto in giro tutta la notte a fare baldoria, non cerco mai di svoltare ai miei doveri di prefetto…questa non è la Hermione Granger che conosco io!” spiegò. Appoggiando mogia il mento sulla testolina del gatto, ancora mezzo addormentato. Giulia sospirò. “Allora non ti conosci bene…tu hai sempre fatto casino per i corridoi la notte, hai sempre bevuto senza permesso, hai anche violato le regole…l’unica differenza è che lo facevi con noi,quindi ti sembrava normale…” commentò. Hermione alzò la testa stupita. “Giulia ha ragione Herm…e poi se non ti riconosci più non è detto che sei cambiata in peggio…sei solo cresciuta…hai liberato quegli istinti che prima tenevi oppressi…Santo Manson, abbiamo quasi diciassette anni!” ragionò Anna. Il prefetto ci pensò. Era cresciuta come dicevano loro? Eppure a lei sembrava solo di essere peggiorata. “In verità se proprio devo dirla tutta Herm…era da un po’ che non ti vedevo così felice…ora sei così piena di vita…perché bloccare tutto?” le chiese sincera Giulia. Hermione sorrise. Era vero allora. Era cresciuta. Ed era tornata alla vita dopo quello che era stato un orribile periodo. Però nessuno di quegli ultimi ricordi che le avevano dato energia era da disprezzare. Dalla Vigilia con Pansy alle gite notturne con Mark. “Grazie ragazze…” le ringraziò. Giulia ed Anna sorrisero. “È compreso nel nostro contratto di amiche…dico bene?” esclamò la prima. La seconda le fece l’occhiolino in segno di assenso. Ci fu qualche minuto di silenzio. Mentre Grattastinchi ancora stava fra le braccia della padrona. Troppo assonnato per accorgersi perfino di essersi alzato dalla sua posizione. “Quindi domani…” iniziò a chiedere Anna. Giulia si voltò verso Hermione. “Se volete possiamo andare alle carrozze…dopotutto tornano Ginny e Mary Kate…” propose. Le amiche si guardarono. Sapevano che appena Ron avesse toccato suolo scolastico Lavanda sarebbe apparsa dal nulla e si sarebbe gettata fra le sue braccia urlando smancerie. Di certo quello non poteva essere un bel clima di pace. Il prefetto captò i pensieri delle amiche. “Tranquille, non sono più così sensibile da non poter nemmeno guardare quei due pomiciare…so controllarmi…” commentò saggia. Giulia sospirò. “Se vogliamo svegliarci entro mezzogiorno allora dovremmo andare a dormire ora…” osservò. Anna rabbrividì. “Ma è presto!” sbottò. Poi sobbalzò. “Ora che mi ci fate pensare…Silente ha deciso di far arrivare gli studenti tramite Metropolvere…quindi non servirà che usciamo e ci addentriamo nella neve ad ore inumane…” spiegò convinta. Hermione la guardò scettica. “Mezzogiorno ti sembra un’ora inumana?” rimbeccò. La castana la fulminò con lo sguardo. “Chi è che si è svegliato all’una e mezza?” tossicchiò. Il prefetto arrossì e si voltò indispettita. “Questa cosa della Metropolvere l’avevo sentita anche io…quindi mi sa che ha ragione Anna…” la assecondò Giulia. La castana sorrise sorniona. Così le ragazze rimasero ancora sveglie. Il proposito era quello di continuare ciò che stavano facendo. Però alla fine abbandonarono le attività per darsi a chiacchiere e dolci. Il mattino dopo si svegliarono ancora verso l’ora di pranzo. Erano appena arrivate in Sala Comune che un fulmine le investì. O almeno, prese in pieno Anna. Facendola arretrare di qualche passo. A passo più moderato arrivò dietro di lei una figura rossa. “Anna! Cavolo non sai cosa ti sei persa!” strepitò Mary Kate. Aveva avvolto la sorella in un abbraccio stritolatore. “Mary Kate…mi…stai…togliendo il respiro…” cercò di protestare la castana. Hermione e Giulia sorrisero. Poi andarono ad abbracciare Ginny. Il prefetto le mollò un pugno in testa. “Che male Hermione! Ma che ho fatto?!” sbottò contrariata. L’altra incrociò le braccia al petto con fare severo. “Così impari a divulgare le mie informazioni in giro, soprattutto a tuo fratello…” sbuffò. La rossa rimase a bocca aperta imbarazzata. “Io te l’avevo detto che te la faceva pagare…” gracchiò Mary Kate. Ginny le fece la linguaccia. “Scusa Hermione, lo so che è colpa mia se avete litigato…ti giuro che mi sento davvero in colpa!” cercò di scusarsi poi. Il prefetto sospirò. “Fa nulla…il danno è fatto oramai…” commentò esasperata. “Però ti assicuro che Ron ti ha pensata durante tutte le vacanze! Ogni volta che Harry ti nominava faceva un’espressione ebete…e poi gli è piaciuto il cd! Lo ha ascoltato a ripetizione…non ne potevamo davvero più!” raccontò ancora Ginny. Hermione mantenne l’espressione fredda. Però il cuore aveva cominciato a batterle forte. Gli era mancata allora! Però almeno un gufo poteva sprecarsi a mandarlo. Quel bradipo insensibile ed orgoglioso! Anna e Giulia guardarono l’amica sorridendo. Perfetto. In pochi giorni tutto sarebbe tornato come prima. Così le ragazze trascorsero il pomeriggio. La biblioteca ora oramai il posto di ritrovo quotidiano. Ginny e Mary Kate invece avevano preferito dividersi. La prima era andata a cercare il suo Dean. Mentre la seconda Blaise. I tre uragani controllarono gli ultimi compiti. Con l’aggiunta di due nuovi membri. Mark e Draco. Hermione doveva ammettere che era piacevole stare tutti assieme così in allegria. A quanto pare i due Serpeverde si conoscevano già. E poi era utile avere uno studente dell’ultimo anno a cui chiedere aiuto. Ovviamente Anna e Draco ne approfittarono cercando di farsi correggere i temi. Però Mark non cedette. O almeno senza il consenso di Hermione. Dopo la biblioteca si diressero tutti e cinque alla Sala Grande. Per l’ultima cena ufficiale delle vacanze. Le ragazze rimasero senza fiato al vedere tutti i tavoli ghermiti di studenti. Quello Grifondoro poi, era il più rumoroso. I tre uragani salutarono i due Serpeverde e si accomodarono alla tavolata. Accanto a loro Ginny e Mary Kate. Poco più in là Neville ed Harry. E vicino a quest’ultimo. Hermione diede solo una sbirciatina. Si. Ron era li. A poca distanza da lei. Era intento ad esaminare i piatti davanti a lui. All’inizio una sensazione di tristezza invase il prefetto. Si ricordò di quante lacrime aveva versato in quella vacanze e oltre. La sera della partita di Quiddich. Il pomeriggio di Natale. Tutto le passò davanti come un film. Poi però si riprese. L’immagine dello Specchio delle Brame scacciò via tutti i pensieri. Hermione strinse i pugni e si decise. Doveva parlargli. In quel momento sentì qualcuno chiamarla. Il prefetto si voltò e vide che Ginny cercava di attirare la sua attenzione. Appena vide che lei l’aveva notata si chinò. “Hey Hermione! Stasera Ron ha deciso di andare a fare ronda da prefetto…” le sussurrò. La diretta interessata arrossì. Mentre la rossa sorrise. Era il suo modo per cercare di riparare al danno fatto. Ed Hermione lo apprezzò. “Grazie Ginny…” la ringraziò. Una scarica di adrenalina le si iniettò nelle vene. Giulia e Anna si scambiarono uno sguardo di comune accordo. La sera avrebbero seguito da lontano l’amica. Per aiutarla nel caso una cornacchia giuliva si presentasse a guastare la festa. E nel mezzo di propositi e piani telepatici anche la cena finì. I dolci sparirono e tutti tornarono ai dormitori. Hermione si sistemò la spilla da prefetto sul maglione azzurro. Il suo preferito. Poi si mise il fermaglio a fiocco fra i capelli. “Bene ragazze! Spero di fare più in fretta possibile…domani si ricomincia!” esordì il prefetto. Per poi salutarle. Ed uscire dalla camera. Le amiche aspettarono qualche minuto. “Dici che possiamo andare?” chiese Anna. Giulia annuì. Così le due si alzarono. E seguirono Hermione. Che aveva già passato la Sala Comune. Ed era arrivata a metà corridoio. Aveva il passo più frettoloso del solito. Inoltre aveva iniziato a guardarsi in giro. “Avanti Hermione! Non sai proprio cosa vuol dire il concetto di nonchalance allora…” si rimproverò. Rallentando il passo. Ora sembrava più tranquilla. Tirò un sospiro di sollievo. E fu allora che venne colpita. “Hey tu! Il coprifuoco è scattato da esattamente cinque minuti!” esclamò qualcuno. La ragazza riconobbe quella voce all’istante. E la cosiddetta nonchalance andò a farsi benedire. I wake up every evening with a big smile on my face and it never feels out of place. Ron la raggiunse subito. Sobbalzando nel riconoscerla. Eccola finalmente, la sua Mione. L’aveva pensata per tutte le vacanze. Ed ora era li davanti a lui. Una vocina nella sua testa gridò immediatamente di inginocchiarsi e di chiedere perdono. Ma il corpo non la ascoltava. “Oh…sei tu Mio…ehm…Hermione…” disse solo. La ragazza abbassò lo sguardo. Il cuore del rosso sobbalzò. Forse l’aveva offesa? Eppure gli sembrava così da maleducato chiamarla ancora con il suo soprannome. “S…si…ecco…volevo…fare un giro nelle vicinanze…” rispose solo Hermione. Maledicendosi. Doveva trovare tutto il coraggio che era sicura di avere trovato in quei giorni. Mark l’aveva preparata a quel momento. Era cresciuta. Avevano ragione le sue amiche dopotutto. La vecchia Hermione non c’era più! Doveva dimostrarlo. And you're still probably working at a nine to five pace, I wonder how bad that tastes. Così di scatto alzò la testa. E lo guardò negli occhi. “Ron…ecco…io…devo…” iniziò a dire. Il rosso si immobilizzò. Gli era mancato il suono della sua voce. Per non parlare di quegli occhi. Che per colpa sua aveva visto pieni di lacrime. “Si…?” la incoraggiò subito. Forse voleva fare pace. Forse non lo odiava più. O forse voleva insultarlo. Le avrebbe comunque dato ragione. “Ecco…io…ci ho pensato…e vorrei…” continuò imbarazzata. Però qualcosa la interruppe. Dal fondo del corridoio un rumore di passi veloce si propagò. Ed una figura aveva preso ad avanzare. “RonRon!” esclamò. When you see my face hope it gives you hell, hope it gives you hell. La voce squillante di Lavanda creò sgradevoli rimbombi in tutto il corridoio. Il rosso si irrigidì e imprecò mentalmente. Perché quella cornacchia doveva apparire proprio in quel momento?! “Finalmente ti ho trovato! Harry mi ha detto che dovevi fare la ronda…così sono venuta a farti compagnia…” squittì ancora Lavanda. Una volta arrivata dai due scoccò uno sguardo ad Hermione. Strinse gli occhi in due fessure. Poi stritolò un braccio di Ron fra le sue. “Non puoi stare qui fuori Lavanda…tornatene in dormitorio…” la ammonì lui. La ragazza sgranò gli occhi. Iniziando poi a far tremare il labbro inferiore. Hermione ebbe la tentazione di saltarle addosso e strappare ogni singolo capello. Prenderla a calci e pugni. Ma se ne rimase semplicemente ferma li. “Ma RonRon io voglio stare con te!” lo pregò ancora Lavanda. Il rosso sbuffò esasperato. “Me ne tornerò io in dormitorio, finisci pure tu la ronda…” biascicò solo Hermione. Poi lo salutò veloce con un cenno della mano. E fece dietro front. Ron avanzò di un passo. Ma Lavanda lo tenne inchiodato a lei. When you walk my way hope it gives you hell, hope it gives you hell. Intanto Anna e Giulia osservavano la scena con rabbia da dietro un arazzo. Intrufolate in uno dei tanti passaggi segreti. “Ora vado la e la ammazzo! Giuro quanto è vero che mi chiamo Anna Alvis Haliwell!” ringhiò la castana. L’amica dovette tenerla ferma. “Accuccia Anna! Dobbiamo tornare in dormitorio…prima che Herm distrugga la camera…” osservò. La castana annuì. Così ripercorsero il passaggio. Appena fuori però Giulia andò a sbattere contro qualcuno. “Stai attenta dove vai idiota! Oh Wyspet…guarda chi si vede…” ghignò Pansy. Anna avanzò. “Non ti conviene attaccar briga Parkinson! Siamo già abbastanza agitate…” la minacciò. “Oh che paura Haliwell! Me la sto già facendo sotto!” rimbeccò l’altra. Giulia sbuffò. “Anna dobbiamo andare da Herm!” le ricordò. La castana si calmò. “Giusto…non abbiamo tempo da perdere con te…” soffiò. Pansy però già non l’ascoltava più. “Ho sentito la Brown e Weasley cinguettare più in la…è successo qualcosa?” si lasciò sfuggire. Anna rimase a bocca aperta. “In effetti…Herm stava per parlare con Ron ma è apparsa quella cornacchia…” spiegò Giulia. La Serpeverde strabuzzò gli occhi. Poi alzò le maniche. “Bene, ci penso io…” commentò. La castana scosse la testa. “Eh no! Quella è già roba mia!” ringhiò. Giulia sbuffò. “Calma ragazze…sembrate due cani che vogliono dividersi una bistecca…” osservò esasperata. Le due rivali abbassarono il cipiglio battagliero. “Ecco…va già meglio…” sorrise la terza. “Però ora che si fa? Se quella è nei dintorni Herm non può parlare con Ron…” disse Anna. Pansy annuì. “Dovremmo cercare di distrarla in qualche modo…” suggerì Giulia. “Potremmo allontanarla da loro senza che se ne accorga…” aggiunse poi la serpe. La castana la guardò stupita. “Giusto a titolo informativo…ma…perché ci stai aiutando?” le chiese. Giulia le diede una gomitata nello stomaco. Pansy sorrise. “Diciamo solo che la mia stima per la Granger è salita dalla Vigilia…non so se vi ha raccontato…” spiegò. Le altre due annuirono. “Bene…ecco…è nato tutto da li…e comunque se è troppo impegnata a soffrire per quel coso lentigginoso non è più divertente provocarla…” osservò ancora. Anna ghignò. “Allora dichiariamo tregua!” esclamò entusiasta Giulia. “E tregua sia…” sospirò Pansy. Così lei e la castana si strinsero la mano. Poi passarono dieci minuti buoni a fare congetture su un ipotetico piano. “Dunque, ricapitolando…” iniziò a dire Anna. “Hermione e Ron si trovano nel corridoio…Lavanda arriva sempre da quello opposto, così…” proseguì Giulia. “…così noi la blocchiamo prima che possa fare danni e la allontaniamo…” concluse soddisfatta Pansy. “Allora a domani sera!” la salutò Giulia. La Serpeverde annuì. Le tre si separarono. E i due uragani rimasti andarono in dormitorio. Trovarono un mucchio di piume per la stanza. Ed Hermione intenta a farle sparire con la magia. “Oh Santo Manson! Che spettacolo orribile! Una strage di cuscini!” esclamò finta terrorizzata Anna. “Non ho fatto apposta…cioè…si…li ho fatti esplodere…” sospirò affranta il prefetto. Giulia la raggiunse subito. “Può capitare dai…” la rassicurò. Hermione si buttò a sedere sul suo letto. Levando un sacco di piume in aria. “Perché quella deve sempre rovinare tutto?! È un essere inutile!” sbottò. Poi una solitaria lacrima le scivolò su una guancia. L’amica si sedette accanto a lei. “Lavanda non deve avere le tue lacrime Herm!” esclamò subito Anna. Ma il prefetto abbassò lo sguardo. “Herm…sai che cos’è Lavanda? Solo una proiezione…tu sei Beatrice…e Ron è il tuo Dante…lei è la sua donna schermo ma in realtà lui ama te…” le sussurrò Giulia. Hermione alzò piano lo sguardo. Mentre Anna le guardava dubbiosa. “Da quando Lavanda è una tv?” esclamò. Le due amiche si voltarono verso di lei e scoppiarono in una sonora risata. “Anna…devi sempre rovinare i bei momenti!” esclamò Giulia ridendo. Hermione era piegata in due dal ridere. La castana sbuffò. “Volete prendermi in giro eh? Vedrete ora se non mi vendico!” esordì. Poi prese un cumulo di piume accanto a lei. E vi sommerse le due amiche. “Quanto sono diabolica!” esclamò. Aggiungendo poi una risata maligna. Hermione riemerse dal cumulo che era diventato il suo letto. “Anna…guarda che hai anche tu una piuma in testa…” precisò divertita. La castana rabbrividì. “Toglimi quella cosa bianca immediatamente!” iniziò a sbraitare. Il prefetto crollò di nuovo presa dalle risate. Passò qualche minuto. In cui le tre finalmente si ripresero. Anna e Giulia aiutarono Hermione a liberarsi delle prove del misfatto. “Comunque non ti preoccupare Herm! Domani vai a fare la ronda…al resto, pensiamo noi!” disse convinta la prima. Dapprima il prefetto la guardò dubbiosa. Poi però sorrise. Voleva sapere cosa stavano macchinando le sue amiche. Però si fidava di loro. Qualunque cosa fosse l’avrebbero fatta per il suo bene. E a lei bastava. In meno di mezzora i tre uragani ripulirono tutto. Subito di cambiarono e si infilarono a letto. Consapevoli che l’indomani avrebbero ripreso le lezioni. In un misto di impazienza e dispiacere. Ma anche felicità e allegria.
Il giorno dopo la sveglia tornò a fare il suo lavoro. Squillò alle 7.00 precise. E come di consuetudine la prima a scattare fu Hermione. Le mattinate passate a dormire fino a tardi non l’avevano condizionata in male per fortuna. Anche altre due ripresero i loro ritmi. Giulia si svegliò per seconda. Mentre Anna per ultima. Si prepararono e uscirono dalla camera. Quando passarono davanti alla bacheca della Sala Comune però qualcosa attirò la loro attenzione. “Lezioni di Materializzazione…se hai diciassette anni, o li compirai entro il 31 agosto, sei idoneo per un corso di dodici settimane di lezioni di Materializzazione tenuto da un Istruttore del Ministero della Magia. Se desideri partecipare sei pregato di apporre qui sotto la tua firma. Iscrizione: 12 galeoni.” lesse Giulia. “Immaginavo che l’avrebbero affisso in questi giorni…” commentò quasi annoiata Hermione. Anna invece prese subito la piuma li accanto. “Allora che dite, ci iscriviamo?” propose. Giulia sorrise. “Perché no? Può essere utile…” osservò. La castana mise il suo nome sotto i pochi nomi che c’era già. Subito dopo Giulia. Ed infine Hermione. A vederla firmare però Anna la guardò dubbiosa. “Herm…tu compi gli anni in settembre…” precisò. Il prefetto sfoderò un sorrisone sornione. “È vero…però data la mia ottima media scolastica e la mia maturità Silente ha deciso di permettermi di frequentare il corso…a patto che io mi materializzi solo al compimento della maggiore età…” spiegò fiera. Era vero. Hermione era la più piccola delle tre. Però era forse la più responsabile. Le amiche annuirono felici. Avrebbero frequentato il corso tutte assieme. Così uscirono anche dalla Sala Comune. Commentando curiose la nuova esperienza. Arrivarono in Sala Grande. E si buttarono sulla ricca colazione. Per quel giorno nessuna aveva ore buche. Ma tutte e tre avevano un’ora in meno al pomeriggio. Le lezioni mattutine passarono come al solito. Fra Storia della Magia. Trasfigurazione. Ed infine Pozioni. Il carico di compiti per il giorno dopo era tale che i tre uragano dovettero recarsi urgentemente in biblioteca. Madama Pince era tornata al suo solito posto da avvoltoio. Pronta a scovare qualcuno intento a parlare. Le ragazze si sedettero al solito tavolo. L’ultimo infondo, vicino agli scaffali. “Che ne dite di iniziare con Pozioni?” propose Hermione. Giulia annuì. “Dopo la battuta che ha fatto Lumacorno io i compiti non li faccio…” sbottò Anna. Il prefetto la colpì in testa con una pergamena arrotolata. “Dopo un’intera lezione sulla pozione della memoria, è d’obbligo un’esercitazione pratica! Quindi per domani voglio l’albero genealogico della vostra famiglia…altrimenti…potete sempre venire da me…e io vi darò un goccio della pozione…” lo imitò ancora la castana. Giulia rise. “In effetti è un po’ inutile…” commentò Hermione. Ma non avevano altra scelta. Così ognuna prese una pergamena. “Io scrivo l’albero genealogico Cullen…” esordì Anna. Il prefetto sbuffò esasperata. “Io però non so tutti i miei avi e tris avi…” si lamentò Giulia. “Da quando c’è l’ora di disegno in questa scuola?” commentò una voce, apparendo da dietro Anna. Hermione sobbalzò presa alla sprovvista, rovesciando la boccetta di inchiostro sul foglio. “Scusa Herm…riparo subito…” sorrise Mark. Draco si chinò sul foglio della castana. “E questo sgorbio cos’è?” sbottò divertito. Anna gli diede un pugno nello stomaco. “Dobbiamo fare il nostro albero genealogico per Lumacorno…” spiegò Giulia. I due Serpeverde annuirono. E presero posto accanto ai tre uragani. “Se volete ho un incantesimo per voi…” propose Mark. Anna si voltò interessata. “Al settimo anno ci hanno insegnato un incantesimo che trasferisce  nostri ricordi su carta…è una figata!” spiegò tutto elettrizzato. Hermione scosse la testa divertita. “E ovviamente da bravo secchione quale sei, lo sai eseguire perfettamente vero?” lo prese in giro. Il ragazzo si sporse verso di lei. “Hey mocciosa, bada a come parli sai!” ghignò. Picchiettandole un dito sulla fronte. “Anche Herm è una secchiona…” esordì Anna. La diretta interessata sbuffò. Draco sbirciò qualche nome nella mappa della castana. “Certo che per la tua età hai la memoria un po’ ridotta…” commentò maligno. “Senti chi parla…” rimbeccò lei. Giulia appuntò qualche altro nome. “Ah Draco! Sai, ci siamo iscritte alle lezioni di Materializzazione!” raccontò ancora Anna. Sembrava una bambina che attendeva l’arrivo di un nuovo giocattolo. “Un altro pericolo in circolazione allora…” ghignò il biondo. La castana gli mollò un altro gancio in testa. “Per fortuna che Herm dovrà aspettare fino a settembre…altrimenti…” aggiunse Mark. Hermione si voltò dall’altra parte finta offesa. Dopo altri cinque minuti di giochi e risa le ragazze si rimisero al lavoro. Con l’aiuto di Mark ovvio. I compiti ricevettero un’accelerata colossale. Così le tre ebbero finito per l’ora di cena. Tornarono in dormitorio per mollare borse e libri. Poi tornarono alla Sala Grande. Anna e Giulia si voltarono un paio di volte verso Pansy. Anche lei sembrava non stare più nella pelle. Mentre Hermione era ancora agitata. Sarebbe riuscita a parlare con Ron? In tutto il giorno lo aveva visto solo a lezione. Ma non aveva provato nemmeno una volta a parlarle. Ed ecco che in un attimo anche i dolci sparirono. Le ragazze tornarono in dormitorio. E la scena della sera prima si ripetè. Il prefetto si preparò come la sera prima. Si cambiò l’uniforme e si mise il maglione azzurro. Ed il fermaglio fra i capelli. Mentre le amiche aspettavano allerti sui loro letti. Hermione annunciò la sua uscita. Anna e Giulia aspettarono qualche minuto. Ed uscirono dalla camera. Fuori dalla Sala Comune trovarono Pansy. Le tre si unirono subito e seguirono il prefetto a distanza. Arrivate ad un arazzo svoltarono. Entrarono nel passaggio segreto. “Allora…ricapitoliamo…” esordì Anna. le altre due annuirono. Le bacchette sguainate per illuminare la strada. “Giulia si apposterà all’entrata del passaggio che sbocca un poco più in la dove si bloccheranno Ron ed Herm…” continuò la castana. La ragazza annuì. “Io starò alla fine del passaggio mentre Pansy starà nel corridoio di destra…” aggiunse poi. L’altra annuì a sua volta. “Quando sentirai Lavanda arrivare, la porterai nel tuo corridoio prima che possa far danni, poi la terrai occupata…falle un po’ paura…non avrà il coraggio di strillare o cose simili…” spiegò ancora Anna. Pansy ghignò. “Tu Giulia tieni sottocontrollo come va fra i due…quando vedi che hanno finito di parlare e si sono separati, verrai da me e poi io farò segno a Pansy di lasciare Lavanda…così Ron ed Herm faranno pace…e la cornacchia non sospetterà di nulla…” concluse la castana. Le altre due concordarono. Poco dopo le ragazze arrivarono alla fine del passaggio. “Bene allora…l’operazione “Salviamo la bella e il Bradipo” ha inizio!” esclamò Giulia trionfante. Anna e Pansy storsero il naso a sentire il nome. Poi lasciarono perdere. Tutte e tre unirono le mani. Poi si incitarono con un coro che annunciava l’inizio del piano. Pansy uscì dal passaggio segreto e si mise appoggiata al muro. La castana rimase dietro l’arazzo. Mentre Giulia tornava indietro. Svoltando però a sinistra. In questo modo sarebbe arrivata nel punto prefissato. Intanto Hermione aveva continuato la sua ronda. Non c’era nessuno nei paraggi. Dubitava che Ron facesse il giro due sere di fila. Però se le sue amiche avevano dato la loro parola non doveva dubitare. Se poi c’era anche Pansy di mezzo! Le tre avevano fatto tregua per aiutarla. E lei avrebbe fatto del suo meglio per terminare quella faccenda una volta per tutte. Il prefetto era arrivata a metà corridoio. Esattamente nel punto della sera prima. All’inizio non vide nulla. Poi però. Quando notò una figura avvicinarsi. Il suo cuore sobbalzò. “Ferma la! Il coprifuoco è già iniziato!” esclamò una voce. Hermione sorrise. La fortuna era dalla sua parte per quella sera. Ron la raggiunse subito. Rimanendo stupito nel vederla. La stessa scena per la seconda volta di fila. Sapeva che Lavanda si sarebbe intromessa anche quella sera. Lo faceva apposta. Lo cercava sempre quando faceva la ronda. Forse sospettava che lui la facesse solo per vedere Hermione. Che in effetti era la verità. In tutto il giorno non aveva provato ad avvicinarsi nemmeno una volta. Era stato il solito cretino. Però ora basta, era arrivato il momento di farla finita. Doveva smettere quella messinscena dell’uomo ferito. “Oh…ciao…scusa, pensavo fossi uno studente…” la salutò svelto il rosso. Hermione sorrise. Ron per poco ebbe un infarto. Il suo cuore accelerò in modo pazzesco. Quella sera la sua Mione era più bella del solito. Illuminata dai raggi lunari. Scusa non ho capito, vuoi ripetere, che cosa avevi da fare. E mentre la guardava. Ancora immerso nel suo splendore. Lo notò. Il fermaglio a fiocco azzurro. Che fosse stato un segno? Ron lo sperò vivamente. Così si lasciò andare ad un sorriso. “Stasera…stasera è davvero tranquillo eh?” esordì stupidamente. Hermione annuì. Prendendo poi un profondo respiro. Doveva farlo. Di tanto importante da non potere proprio proprio rimandare. Da lontano dei passi saltellanti iniziarono a propagarsi. Diventavano sempre più vicini. Pansy non dovette fare molte ipotesi su chi potesse essere. Piano si sporse dall’angolo. Lavanda trotterellava per il corridoio con fare giulivo. La Serpeverde ghignò. Appena vide il braccio pallido della ragazza la tirò nel suo territorio. Da dietro l’arazzo Anna guardava incuriosita. “Hey! Ma che modi!” si lagnò Lavanda. Pansy sorrise maligna. E trascinò la ragazza contro il muro. Non fu difficile. La Serpeverde era due volte lei. “Ma….ma….Parkinson…cosa…cosa fai qui? Il coprifuoco…è…già…scattato…” squittì Lavanda. Era già titubante. Pansy sorrise. “Da quanto sei diventata un prefetto Brown?” commentò. La ragazza cercò di sovrastare l’altezza della sua rivale. “Ecco…io…io non sono un prefetto! Ma RonRon si! E vedrai cosa ti farà se ti trova qui!” gracchiò. Pansy fece una grossa risata. “Mamma mia che paura! Il prefetto cattivo sta per venire a prendermi!” esclamò. Lavanda si appiattì contro il muro. “Veniamo al dunque cara…” iniziò a dire la Serpeverde soddisfatta. A sentire l’appellativo la ragazza si fece piccola piccola. “Sai…le tue smancerie con il lenticchia hanno stufato un po’ tutta Hogwarts…ma più di tutti me…” iniziò a dire Pansy. “Ecco…se…se sei frustrata perché Draco sta con quella sgualdrina della Haliwell…ecco…noi non centriamo!” si fece coraggiosa Lavanda. Anna si dovette trattenere per uscire dalla sua postazione ed andare a riempire di schiaffi quella piccola vipera. “Sgualdrina eh? Vedo che nemmeno fra voi Grifondoro siete leggeri con i termini…” osservò. Lavanda fece un sorrisetto sornione, che fece innervosire Pansy ancora di più. “Credi che io sia stupida Brown? Cercare di fare la leccapiedi non ti salverà…e poi…se la Haliwell è una sgualdrina, tu che cosa sei?” ghignò maligna. La ragazza sgranò gli occhioni da cerbiatta. Mentre Anna era quasi scoppiata a ridere. Doveva ammetterlo, stava davvero rivalutando la Parkinson. “Io…io amo solo il mio RonRon!” esclamò sull’orlo delle lacrime. La Serpeverde scosse la testa esasperata. “Ma va? Che novità! Però vedi…non è che dovete pomiciare in ogni angolo di Hogwarts…mi date il voltastomaco…” sbuffò. Lavanda la guardò dubbiosa. “E quindi cosa dovremmo fare scusa?” le chiese. “Smetterla di farvi di qua e di la…” rispose ovvia Pansy. Anna stava per morire dalla risate. Si stava godendo ogni minimo insulto. Non mi dire, ti prego, non mi dire che dovevi solo studiare. Intanto più in la le cose andavano a rilento. Dopo qualche minuto di silenzio finalmente Hermione si decise. Purtroppo anche Ron fece lo stesso. “Ieri sera mi stavi per dire qualcosa…” esclamò lui. “Ecco…io…” disse all’unisono lei. Poi i due si guardarono. “Scusa, continua…” si scusò il rosso. Hermione annuì. “Si, ecco…ieri sera stavo per…stavo per…” cercò di dire. Ron la guardava curioso. E speranzoso. La ragazza strinse i pugni e prese coraggio. “Volevo parlare di quello che è successo…che sta succedendo fra noi…è una cosa davvero stupida…” disse finalmente. Il rosso annuì sicuro. “Ci stiamo comportando come due bambini…” aggiunse. Hermione evitò di puntualizzare che ad iniziare era stato lui. Dopo sedici anni aveva capito come interagire con quegli animali chiamati maschi. E ti sembra un buon motivo, questo, per non farti neanche sentire! “Mi dispiace per come ho reagito…ecco…tu sei libero di stare con chi vuoi, sono stata una egoista a pretendere di…di avere la tua esclusiva…” si scusò Hermione. Ron rimase a bocca aperta. Era la prima volta che la sentiva ammettere di aver sbagliato. Però c’era un errore. Stavolta lei aveva pienamente ragione. “No…Hermione non ti devi scusare…sono io lo stupido…ho reagito d’impulso e mi sono trovato in qualcosa di più grande di me…” si scusò a sua volta il rosso. La ragazza annuì. “So quello che ti ha detto Ginny…” precisò poi. Ron arrossì fino alle orecchie. “Dovrebbe imparare a tenere quel forno di bocca chiuso…” soffiò acido. “Decisamente si…” concordò Hermione. Sì ti ho capito, t'interessa più la scuola e poi del resto chissà come sei brava. “Però…capiscimi…come avresti reagito se ti avessero detto una cosa del genere?” esclamò d’improvviso Ron. La ragazza sbarrò gli occhi. “È successo due anni fa! Due lontani anni fa! Oramai con Krum non ho più nessun contatto!” rimbeccò. Il rosso abbassò lo sguardo. “Io…pensavo che il bacio di Halloween fosse stato il primo…” precisò. Hermione sospirò. “No…non lo è stato…però per me è stato importante…più importante di quanto potesse contare un bacio dato da un palestrato russo che nemmeno sapeva pronunciare il mio nome!” commentò. Ron alzò il viso e la guardò negli occhi. “Però all’ora Krum ti piaceva no?” esordì. La ragazza sbuffò esasperata. “Si, all’ora mi piaceva…e sai perché? Perché si era avvicinato e mi aveva invitata al ballo! E non mi aveva lasciata come ultima risorsa!” si lasciò sfuggire. Ma scusa, tra i vari interessi che hai, dimmi che posto mi dai! Il rosso rimase impietrito. “Anche io avrei voluto andare al ballo con te Hermione…e lo sai bene…” osservò. La ragazza strinse i pugni. Perché non capiva? “Allora avresti potuto invitarmi! Non mi vedevi nemmeno come una ragazza!” rimbeccò. Gli occhi le diventarono lucidi. Esattamente come alla fine del ballo. Il cuore di Ron ebbe un sussulto. Lo stava facendo di nuovo. Stava cercando di aggrapparsi a scuse. Doveva smetterla di lasciarsi guidare dall’orgoglio e dare retta per una buona volta al suo sentimento. Ti voglio bene, non l'hai mica capito. “Mione…scusa…sono stato e sono ancora un’idiota…ti sto ferendo per la millesima volta…e mi dispiace…” si scusò. Al sentirsi chiamare in quel modo il cuore della ragazza ebbe un fremito. “So benissimo che ora Krum non ti piace più e sono stato uno stupido a non accorgermi di te prima…sarei dovuto venire a parlarne con te, non mettermi con la prima che capitava…” continuò Ron. Sinceramente in colpa. Ti voglio bene, lascia stare il vestito. Hermione sorrise. “Io non voglio che tu soffra più…lo sai bene che ho la sfera emotiva di un bradipo e che potrei farti soffrire altre volte senza accorgermene…forse è meglio se ti dimentichi di me…” commentò. La ragazza scosse la testa. “Io non voglio dimenticarti Ron…non ci riuscirei…” rispose. Il rosso sorrise. “È tuo masochismo che parla?” esordì. Hermione annuì. “Al mio masochismo piacciono i bradipi…” sorrise. Ti voglio bene, non cambiare discorso dai non scherzare! “E al bradipo qui presente piace come quel fermaglio sta alla padrona del masochismo…” commentò Ron. La ragazza arrossì. “Gra...grazie…era proprio quello che volevo…” sorrise timida. Il rosso annuì spavaldo. “Ma come facevi a saperlo?” gli chiese lei. Ron alzò le spalle. “Ad Hogsmeade ti ho vista entrare nel negozio con Anna e Giulia…mi sono avvicinato e ti ho vista attraverso la vetrina…guardavi il fermaglio poi l’hai lasciato perdere e sei uscita…così per farti una sorpresa senza farmi vedere sono entrato e l’ho comprato…” spiegò quasi ovvio. Hermione sorrise. Ti voglio bene, smetti di giocare. “Anche tu però hai gusto nello scegliere i cd…” osservò poi Ron. La ragazza arrossì. “Sapevo che era un gruppo che ti piaceva…e poi…” disse piano. Il rosso annuì. “C’era la canzone di Halloween…mentre noi eravamo sul balcone…” concluse. Hermione lo guardò stupita. “Non me ne sono dimenticato…” precisò ancora Ron. Ti voglio bene...nonostante tutto. Poi le si avvicinò veloce. E la abbracciò. “Mi sei mancata Mione…” le sussurrò. La ragazza lo strinse forte. Mentre gli occhi le diventarono lucidi dalla felicità. “Anche tu mi sei mancato…” rispose piano. E così. Mentre intorno a loro c’era il silenzio. I due rimasero stretti. Senza aggiungere altro. Godendosi la vicinanza l’uno dell’altro. 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MimiRyuugu