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Autore: Manu75    25/01/2016    1 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Grazie, come sempre, ad EcateCallisto per aver recensito ^_^ e grazie a chi legge questa mia ff, aggiorno con un nuovo capitolo perché domani è lunedì...inizio settimana tedioso, sigh!

Mentre il capitolo precedente è stato, ed è tutt'ora, uno dei miei preferiti, scrivere questo  è stato pesante, lo ricordo bene, così come lo è stato revisionarlo. Mi ha dato la stessa sensazione che si ha sulle montagne russe, la risalita faticosa prima della discesa a tutta velocità. Questo capitolo mi ha richiesto uno sforzo notevole, tuttavia lo considero un preludio importante. Buona lettura!


UN GELIDO DESTINO

 

Undicesimo capitolo

 

(Natale – quarta parte – l’orgoglio della vendetta e il potere di una maledizione (parte prima))

 

Mentre Lucius svolgeva, impeccabilmente, i suoi doveri di padrone di casa facendo le veci del padre, Narcissa si cullava nel buio della notte al suono dolce e melanconico del carillon che le era stato appena donato.
Dopo un po’ respirò a fondo l’aria fredda e pungente e decise che era il caso di rientrare, anche se a malincuore.
Non aveva ancora mosso due passi che un sussurro le giunse all’improvviso nell’oscurità, bloccandola e facendola tornare sui propri passi.
Aveva riconosciuto la voce di sua sorella Bellatrix.

 

In un piccolo anfratto del giardino di Malfoy Manor, poco distante dalle immense vetrate della villa dalle quali giungevano le luci sfavillanti della festa mascherata, sostavano due figure, l’una di fronte all’altra, in piedi.
Narcissa nascosta da un albero secolare, socchiuse gli occhi per mettere a fuoco la scena e vide che si trattava proprio di sua sorella maggiore e, purtroppo non vi era alcun dubbio, del signor Alderman.
- Siamo sicuri che qui non possa vederci nessuno?- chiese l’uomo, evidentemente preoccupato.
- Naturalmente!- lo rassicurò Bella -Puoi stare tranquillo, nessuno si è accorto che siamo spariti dalla festa. – la ragazza aveva una voce calda e ammaliante che Narcissa a malapena riconobbe.
Il signor Alderman si avvicinò alla fanciulla e, presala tra le braccia, la baciò con passione e trasporto.
Cissy fremette di disgusto e fece per andarsene, decisa a non assistere alle tresche clandestine di sua sorella ma, proprio in quel momento, il padre di Rubinia si allontanò di un passo e la ragazzina lo vide posare un sacchetto di velluto tra le mani di Bellatrix.
Ricordando il famoso dono che sua sorella aveva preteso da quell’ uomo, Narcissa si impose di rimanere dov’era, vinta dalla curiosità.
Bellatrix sorrise facendo scintillare i suoi denti bianchissimi, poi aprì il nastro che teneva uniti i lembi del sacchetto nero e ne rivelò il contenuto.
Cissy represse appena in tempo un singulto di meraviglia e ammirazione e, contemporaneamente, fu invasa dall’orrore della comprensione.
Nella notte, catturando la poca luce esterna che emetteva la Luna e quella artificiale che proveniva dall’interno della casa, brillava una favolosa collana d’oro tempestata di gemme preziose.
Bellatrix la fissò rapita, sollevandola davanti agli occhi.
- Mettimela!- ordinò, con voce pacata ma vibrante di soddisfazione, al Signor Alderman.
Lui prese il superbo gioiello dalle mani della ragazza e, soggiogato, gliela allacciò sulla nuca, sigillando il gesto con un piccolo bacio devoto sul collo della sua splendida innamorata.
Bellatrix fece una piroetta su se stessa, allontanandosi di qualche passo e lasciandosi ammirare.
La collana era stretta intorno al collo e scendeva lungo il decolleté, aprendosi come una rete di finissimo oro e, ad ogni delicato incrocio della filigrana preziosa, vi era incastonata una pietra preziosa.
Erano almeno un centinaio di gemme, grandi come nocciole, diamanti e rubini che si alternavano scintillando intensi nella notte.
Narcissa era senza parole.
Quella collana era quella che la Signora Alderman indossava ad ogni occasione importante. Apparteneva alla famiglia della donna da secoli e rappresentava uno dei più preziosi gioielli esistenti in tutta la Gran Bretagna.
Rubinia l’avrebbe avuta in dote il giorno delle sue nozze; tutti conoscevano quella collana, tutti.
Narcissa non capiva come il Signor Alderman avesse potuto cedere alla folle richiesta di sua sorella e correre un rischio così grande.
Quanto a Bella…non vi erano parole adatte per descrivere la sua scelleratezza.
-Come sei riuscito a prendergliela?- chiese la ragazza – Immagino volesse indossarla stasera, lo fa sempre nelle occasioni importanti…-
- Le ho detto che la portavo da un Orafo di Diagon Alley.- disse lui, ansioso- Che gliela avrebbe lucidata e riparata per la Festa di Capodanno…la chiusura ha un piccolo difetto, non ha fatto molte storie…- le spiegò l’uomo, con una voce bassa e quasi timorosa.
- Allora!- la voce di Bellatrix non era più un sussurro -Non sono bella? Non mi sta d’incanto?- gli chiese la ragazza, con voce colma di giubilo.
Lui le rivolse un pallido sorriso di risposta e poi le tese le braccia, invitandola a raggiungerlo.
Bellatrix continuò ad allontanarsi, facendo delle piroette e ridendo nell’oscurità.
Narcissa sentì il proprio cuore mancare un battito.
La risata della sorella era diversa ora: era fredda e senza gioia. Un brutto presentimento la colse.
Il Signor Alderman, sorridendo appena, cominciò a seguire Bella come in un gioco, mentre lei continuava ad allontanarsi e, come notò Cissy con orrore, a dirigersi velocemente verso la villa.
- Dai! Non fare la monella, vieni qui!- le sussurrava nella notte il Signor Alderman, divertito.
Narcissa si mosse dal suo nascondiglio e seguì i due, badando di restare sempre nascosta.
- Se vuoi prendermi devi raggiungermi!- rideva piano Bellatrix -Devi prendermi, prima che io rientri in casa…- aggiunse ad un certo punto, con una voce cattiva.
L’atmosfera cambiò di colpo.
Il Signor Alderman sembrò destarsi improvvisamente dal suo sogno.
L’uomo si rese conto, e Narcissa con lui, che ora erano sul lato est del grande Palazzo, proprio accanto ad una portafinestra socchiusa che dava su un salottino appartato.
Dal salottino giungevano delle allegre voci di donna.
-Bella, che fai?!...torna qui!- sussurrò l’uomo con una voce colma di panico perché, tra quelle voci femminili, spiccava netta quella della Signora Alderman.
-No!- gli rispose Bellatrix, maligna.
Narcissa dovette premersi una mano sulla bocca per reprimere un gemito di terrore.
Conosceva sua sorella e sapeva che non stava scherzando, non più.
-…Suvvia..- le sussurrò implorante il signor Alderman -Non fare così, vieni qui! C’è Aloise li dentro, vuoi rovinarmi?Smettila di scherzare…- cercò di sorridere ma le sue labbra non si distesero.
- Ma io non sto affatto scherzando! Ho intenzione di entrare li dentro, esattamente tra meno di un minuto!- gli rispose Bella, smettendo finalmente di ridere e perdendo la sua aria giocosa in un istante.
Il Signor Alderman fissò il volto della ragazza per la quale aveva perduto del tutto la ragione e sembrò rinsavire di colpo, mentre la piena comprensione di ciò che stava per avvenire lo colpiva con tutta la sua forza devastante.
- Bella, ma che dici...perché?- sussurrò, inerme.
-Credevi davvero che io ti amassi? Non mi dirai che pensavi che potessi amare un essere debole e stolto come te, vero?- lo interrogò lei, sinceramente incredula -Perché, mi chiedi?...Dovresti chiederlo a tua moglie!- gli rispose con una voce dura e fredda Bellatrix - Quella maledetta che ha fatto in modo che mia madre fosse esclusa dal Concilio! Calunniandola, adducendo il fatto che è una malata di mente e tutto ciò solo perché è invidiosa! Invidiosa della sua bellezza, da sempre! Invidiosa del fatto che abbia sposato l’uomo che lei voleva per sé: mio padre! Ha precluso l’entrata nel Concilio a me e alle mie sorelle, mia zia Walburga ha assistito alla votazione!-  la voce di Bella era piena di odio e Cissy capiva finalmente il perché.
‘The United Kingdom Council of Pureblood Witches’ era un’Istituzione millenaria che, da sempre, riuniva le streghe più nobili e facoltose di tutto il Regno Unito.
Bastava essere una purosangue e l’accesso era pressoché automatico, se ne veniva escluse solo per motivi gravissimi e, questa esclusione, era un’umiliazione terribile.
Su mozione di Albus Silente, il Ministero aveva pensato di abolire questa specie di società elitaria in quanto, nei secoli passati, essa riuniva delle Streghe Oscure di potenza e malvagità inaudite e, ancora oggi, si vociferava che le pratiche di quel particolare circolo non fossero così limpide.
La mozione, tuttavia, non era passata, in quanto i maghi purosangue avevano ancora il predominio al Ministero e in tutte le cariche più in vista.
Narcissa sentì finalmente di capire i sentimenti di sua sorella, ma comprendeva anche la pericolosità della situazione; nulla avrebbe distolto Bella dai suo propositi di vendetta ma un simile gesto non sarebbe stato esente da gravi conseguenze.
- Ha fatto pressioni affinché fosse isolata del tutto dalla buona società.- stava continuando, infatti, la ragazza - E ha convinto alcune delle famiglie di Purosangue più importanti ad escluderla da ogni avvenimento di rilievo, umiliandola ancora e ancora e poi, l’ultima volta che mia madre ha fatto la sua comparsa in pubblico, l’estate scorsa, io ero presente... da allora mia madre non si è più mossa da Weirwater!-
-M-ma che dici…? Aloise non ha questo potere all’interno del Concilio!- balbettò il Signor Alderman, incredulo.
-Povero patetico omuncolo!- Bellatrix gli sputò addosso quelle parole come se fossero dardi infuocati - Tua moglie è molto più di quello che credi! - proseguì ancora la ragazza, che sembrava godere nell’umiliarlo -L’ultima volta che ha incontrato mia madre ha indossato il diadema che era appartenuto alla mia trisnonna e che avrebbe dovuto far parte del corredo nuziale di mia madre!- Bellatrix sembrava davvero fuori di sé, Cissy non l’aveva mai veduta con una simile espressione sul volto - Avrebbe dovuto indossarlo il giorno delle sue nozze se tua moglie non avesse convinto mia nonna a donarglielo con l'inganno!Sai, la cara Aloise è molto esperta nelle arti oscure, sa come irretire le persone per convincerle a fare ciò che desidera! Quella sera ha indossato quella tiara per deridere mia madre e umiliarla di nuovo, come se farla escludere dal Concilio e farla isolare e ignorare da tutti non fosse stato sufficiente! Mia madre era distrutta dal dolore…-
Narcissa rammentava quella particolare sera d’estate in cui sua madre era rientrata da un impegno mondano insieme a Bella, in preda ad una grande prostrazione.
Da allora si era praticamente chiusa in casa senza uscirne più.
-Non è così!- esclamò il Signor Alderman, improvvisamente sollevato dal poter fornire una spiegazione -Non dare ascolto a tutto quello che dice tua madre! Druella è malata, è vero e tu lo sai benissimo!Mia moglie non ha ingannato nessuno per avere quel diadema, tua nonna era anche la prozia di Aloise e glielo donò spontaneamente! Non faceva parte di alcun corredo nuziale, tua madre ebbe il suo corredo al completo ma distrusse il proprio diadema in uno dei suoi eccessi di rabbia, prima di sposare tuo padre!-
Il cuore di Narcissa fece una capriola e lo stomaco le si strinse dall’ansia, avrebbe potuto giurare, infatti, di aver visto l’ombra del dubbio attraversare gli occhi di sua sorella.
-Il diadema è solo un dettaglio!- si riprese Bellatrix con prontezza -E' il modo in cui l’ha trattata, il modo in cui cerca di gettare fango su tutte noi. La temi vero? In fondo sai che lei è potente e pericolosa, molto più di te. Ma anche lei ha un punto debole – Bella riprese fiato - E sei proprio tu!- l’uomo aprì la bocca ma non riuscì a parlare –Si, persino una donna come quella, una strega così potente, può amare e, io lo so, lei ti ama moltissimo!- la voce di Bellatrix ora era incredula – Non capisco perché, un uomo così debole!-
Il Signor Alderman sembrò annichilito da quel tono così sprezzante e Cissy provò quasi pena per lui.
-Mi sono avvicinata a te solo per questo. - aggiunse la ragazza con uno sguardo malvagio -E' stato così facile! Sei caduto ai miei piedi in un istante...e tutto solo per questo momento...- sussurrò Bella, quasi sognante adesso – Il momento in cui frantumerò in un solo colpo l’anima, l’orgoglio e persino il cuore di quella donna: di tua moglie. –
-Ma ora, che intendi fare…?!Non puoi andare lì dentro con quella al collo! – il Signor Alderman era in preda al terrore.
Bella gli rivolse un ghigno di derisione e si voltò per varcare la portafinestra,  l’uomo estrasse la propria bacchetta, pronto a colpirla.
-…Bella!- l’avvertì Narciss,a piano ma con decisione, uscendo allo scoperto e correndo accanto alla sorella, che si volse sorpresa.
-Cissy!- le sussurrò in risposta, guardando prima lei poi il suo ex amante, che la teneva sotto tiro.
- Che cosa crede di fare?- gli chiese Narcissa, sollevando il mento e nascondendo la paura, stringendo forte al petto il carillon di Lucius.
-Non posso permetterti di rovinarmi…- disse l’uomo, fissando Bella e ignorando Narcissa.
-Credi che io mi lasci colpire così?- gli rispose lei, afferrando la sorella minore per il braccio e scostandola dalla traiettoria della bacchetta.
-Non puoi, non puoi usare la magia fuori da Hogwarts è la nuova legge, lo sai!Sei minorenne, dammi la collana e non ti farò nulla…altrimenti ti bloccherò e me la riprenderò comunque ma tua sorella si farà male!- minacciò con voce tremante e il volto lucido di sudore.
Entrambe le ragazze lo fissarono disgustate.
-Hai ragione, io non posso usare la magia, ma c’è chi può farlo per me…- sorrise con malizia Bellatrix, schioccando le dita.
Un secondo dopo, comparve un piccolo essere disgustoso che si inchinò profondamente ai suoi piedi.
-La padrona chiama e io corro…mia Signora….- sussurrò l’essere, con la testa rotonda che sfiorava il manto erboso del giardino.
-Kreacher!- sussurrò Narcissa, colpita; riconoscendo l’Elfo Domestico che serviva fedelmente i Black di Grimmauld Place e che, generalmente, accompagnava sempre i suoi cugini: Regulus e Sirius.
-Bravo Kreacher!- approvò Bella, soddisfatta – Zia Walburga mi aveva assicurato che mi avresti ubbidito quando ti ho chiesto in prestito, sarà soddisfatta di te…- lo rassicurò lei.
Lui mugolò di contentezza, quasi facendo le fusa.
-..Sai quello che devi fare…- concluse la ragazza e l’Elfo osservò maligno il Signor Alderman, che ancora non si era ripreso da quella improvvisa apparizione, e fece schioccare le dita.
L’uomo fu istantaneamente colpito da un Incantesimo Congelante e rimase immobile e muto, ma pienamente consapevole di tutto ciò che accadeva attorno a lui.
-Molto bene Kreacher.- approvò Bellatrix -Nessuno saprà mai che hai usato la magia contro un mago, puoi stare tranquillo! Non permetterò che ti accada nulla.– mormorò la ragazza all’ Elfo domestico, che la fissava devoto con uno sguardo quasi innamorato – Ora resta qui di guardia, sai come agire se arriva qualcuno…-
Lui si inchinò di nuovo profondamente, nemmeno a Sirius e Regulus ubbidiva con così docile convinzione.
-E quanto a te... – disse lei, voltandosi verso il suo ex innamorato, che la fissava inorridito e immobile - Ecco, assisti ora alla rovina della tua famiglia, povero stolto! Nessuno, nessuno umilia un Black…- e, ignorando la mano di Narcissa che si sollevò poco convinta a fermarla, Bellatrix raddrizzò la schiena, facendo scintillare quasi furiosamente la splendida collana che indossava, e fece il suo ingresso all’interno del salottino privato da dove giungevano le voci sobrie e ovattate delle dame presenti alla festa.

 

FINE UNDICESIMA PARTE


ps: io detesto il genere di uomo che il Signor Alderman rappresenta, Bellatrix ha fatto da portavoce per questo mio disprezzo XD
  
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