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Autore: casty    25/01/2016    4 recensioni
Cosa ci fanno Sherlock e John travestiti da Merlin e Arthur al Comicon di Londra? Cercano un serial killer, che domande! Se la dovranno vedere con un gruppo di fanciulle furbe, spietate e ossessionate da una strana passione...
[post stagione 3][rapimento]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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«Tentacle porn?»
«Io direi nudi sotto la doccia! Sherlock che insapona la schiena di John, poi la mano scende e le dita di Sherlock si intrufolano tra le natiche sode del bel soldato.»
«E poi lui con un rantolo animalesco…»
«No, no, che ne dite di una vampire AU?»
«Che palle, basta coi vampiri...»
«Vampiri che si nutrono di sperma anziché di sangue!»
«Questo è più interessante.»
«Insisto sul tentacle porn.»
«Io vorrei vedere una cenetta romantica a lume di candela…»
«Fluff! Bleah!»
«Ma quale fluff, lo sanno tutti che il cibo è una metafora sessuale.»
«Se John fosse una creatura aliena con i tentacoli e…»
«Pensa ad esempio alle possibilità suggestive che può avere succhiare un ghiacciolo»
«Solo se poi gli strappa la camicia e gli passa il ghiaccio sui capezzoli»
«E infine glielo lecca via.»
«Con un tentacolo gli slaccia la patta, con l’altro gli tira giù le mutande, col terzo già sta accarezzando il perineo, e il quarto…»
«Idea: John è uno schiavo incatenato nelle segrete del castello del malvagio principe Sherlock, appassionato fetish. Nella prima scena ha una ball gag in bocca e un divaricatore in…»
«Con i tentacoli si possono stimolare contemporaneamente il pene, l’ano, i capezzoli, la bocca…»
«Io insisto sulla cenetta»
«Oppure John potrebbe essere il tavolo su cui vengono servite le portate che Sherlock dovrà mangiare»
«Posso costruire dei tentacoli animatronici!»
«Oppure…»
«Oppure basta, ve l’ho detto, la prossima prova per ora è in sospeso» disse Midonz infastidita.
Normalmente avrebbe condiviso l’entusiasmo delle sue compagne di avventura e progettato la prova insieme a loro, ma qualcosa era cambiato.
Sherlock aveva deciso di collaborare con loro.
L’occasione di assistere a una conquista non pilotata era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
«Questo gioco è durato fin troppo, mi dichiaro sconfitto. Collaborerò con voi.» aveva detto Sherlock lasciando Midonz a bocca aperta.
Qualche giorno prima, subito dopo l’allucinazione indotta, Sherlock aveva chiesto a Midonz un colloquio privato. John ovviamente aveva protestato, ma doveva aver pensato che Sherlock avesse qualche piano in serbo per farli uscire di lì, perché aveva ceduto abbastanza rapidamente alle insistenze del suo amato.
E invece nessun piano, Sherlock aveva stupito Midonz con quella affermazione.
«Cosa ti ha fatto cambiare idea?» aveva chiesto Midonz.
«State tormentando inutilmente delle persone innocenti, tenendole prigioniere. Liberate tutti gli ostaggi rimasti, tutti contemporaneamente, e in cambio conquisterò John davanti ai vostri occhi.»
«E lo fai solo per liberare gli ostaggi?»
«Ovviamente.»
Midonz sospirò al ricordo di quel dialogo. Era ovvio che Sherlock stesse mentendo. Diceva di voler collaborare per il bene degli ostaggi, ma in realtà stava sfruttando quell’occasione come autogiustificazione per amoreggiare con John. Sherlock amava John, non c’era dubbio. E John amava Sherlock. Solo che erano troppo oppressi dalla società eteronormativa per ammetterlo a se stessi.
Midonz non aveva ovviamente accettato subito la proposta di Sherlock, ma gli aveva detto che ci avrebbe pensato se Sherlock fosse riuscito a dimostrarle qualcosa. Se le avesse dato un segno tangibile delle sue capacità di conquista.
«D’accordo.» aveva ribattutto lui «A patto che la prossima sia una prova d’azione. Una ricerca sul campo, magari, o un caso, o…»
Midonz era scoppiata a ridere. «Un caso? Sei impazzito Sherlock? Secondo te vi lasceremmo scorrazzare in giro per Londra?»
«Chi ha parlato di Londra? Con i vostri mezzi siete perfettamente in grado di organizzare una prova su un set controllato. Anzi, non mi stupirebbe che vi siate già preparate per l’evenienza. Il numero di situazioni ricreabili indoor è limitato, e ci sono talmente tante splendide fanfiction di ambientazione militare…»
E Sherlock aveva ragione, si erano preparate all’evenienza e la prova paintball era stata organizzata da un po’, il motivo per cui non l’avevano ancora inscenata era che diverse shipper pensavano fosse rischioso portare John e Sherlock all’aperto, dove avrebbero potuto scappare con più facilità. Ma Midonz non aveva mai avuto timori: si trattava del bosco adiacente al capannone col set della casa, una ex zona di addestramento militare ora chiusa al pubblico e completamente recintata. Sherlock e John avrebbero potuto muoversi solo in una zona ben delimitata del bosco, c’erano pronte fior di cecchine con dardi tranquillanti e non bisognava dimenticare la minaccia degli ostaggi: non sarebbero mai fuggiti rischiando di mettere in pericolo gli ostaggi.
E quindi la battaglia a paintball era stata organizzata ed era stata un successo. Alla fine delle prove, psicologicamente provato, John si era lasciato andare a un gesto di tenerezza con Sherlock: gli aveva preso la mano.
Era stato Sherlock a provocarlo, dimostrando a Midonz che era vero: era in grado di stimolare la presa di coscienza sentimentale del suo amico. Gli aveva detto che era la cosa più importante e aveva teso la mano verso di lui.
Ed era impossibile descrivere la profondità emotiva, l’intimità, la dolcezza espresse dallo sguardo di John quando le dita dei due uomini si erano intrecciate tra loro.
Midonz riguardava la scena a ripetizione, da tutte le angolazioni possibili, e ogni volta sentiva un tuffo al cuore.
E ora era arrivato il momento di parlare di nuovo con Sherlock, sapere come pensava di agire per far capitolare definitivamente John.
Dopo il colloquio, avrebbe contattato M., la suprema comandante shipper, per avere dei consigli su come agire, perché la faccenda si stava facendo complicata. M. era la principale finanziatrice del progetto, ma comunicava con loro solo lo stretto necessario: ogni sera le mandavano dei video con gli highlight della giornata, ma gli ordini erano stati di contattarla solo in caso di estrema necessità. Il comando operativo della missione era in mano a Midonz, che aveva deciso praticamente tutto, dalla trappola al Comicon alle prove d’amore. M. aveva totale fiducia in lei, e la cosa la lusingava perché dalle poche interazioni Midonz aveva percepito di avere a che fare con una donna dall’intelligenza sopraffina, forse superiore persino alla sua.

Midonz entrò in sala monitor, dove due ragazze stavano controllando la situazione.
Sherlock e John stavano pranzando in silenzio. Sherlock stava osservando John con uno sguardo tenerissimo.
«Ogni tanto John solleva gli occhi, i loro sguardi si incontrano e John abbassa lo sguardo sorridendo imbarazzato. Abbiamo già fatto una compilation degli screencap con gli sguardi migliori.» disse Janet, irlandese, esperta di robotica.
«È cotto. Ancora non lo sa, ma è cotto.» disse Mary, inglese, cintura nera secondo dan di taekwondo.
Midonz non badò alle svenevolezze delle due ragazze e ordinò seccamente di lasciarla sola. Le due uscirono in tutta fretta dalla stanza.
Midonz osservò i due uomini sullo schermo e sorrise notando lo sguardo tenero di Sherlock e l’atteggiamento imbarazzato di John. Appena finito il colloquio si sarebbe certamente guardata la compilation preparata da Janet.
Si sistemò sulla sedia, accese il microfono e parlò.
«Buongiorno piccioncini! Come state?»
Sherlock e John sollevarono lo sguardo, entrambi con fare annoiato.
«È già il momento della nuova prova d’amore?» chiese John in tono sarcastico.
«Non ancora» disse Midonz «Voglio parlare da sola con Sherlock, vai in camera, John.»
«Perché non posso restare?» protestò lui. «Cosa state complottando?» Poi lanciò uno sguardo corrucciato a Sherlock.
«Non protestare John, sai che non servirebbe. Lasciaci soli.» disse Sherlock.
E John obbedì, alzando le mani con aria sconsolata. «Va bene, va vene…» disse. Si avviò alla camera da letto, dove già risuonava una sinfonia di Mozart che avrebbe coperto ogni suono proveniente dal salotto.
Ah, come obbediva all’istante agli ordini del suo Master! Midonz era convinta che i due fossero una perfetta coppia BDSM, con John nel ruolo dello slave, ovviamente.
«Sono molto soddisfatta di come procede la conquista. John mi sembra sempre più cotto, anche se avrei preferito vi foste anche baciati, ieri, oltre che prendevi per mano.»
«Se avessi bruciato le tappe l’unica risposta che avrei ottenuto da lui sarebbe stato un violento rifiuto. Pensavo ci fossero anche delle esperte di psicologia, nel vostro gruppo, è un principio basilare.» commentò Sherlock con un’aria di sufficienza.
«Sei rimasto stupito dalle rivelazioni sul maggiore Sholto? Scommetto che non ne sapevi nulla.»
Sherlock sollevò un sopracciglio. «Non sapevo nulla del bacio, ma che John fosse stato innamorato di quell’uomo era evidentissimo, solo uno sciocco non se ne sarebbe accorto e io non sono uno sciocco. Se il vostro intento era quello di stupire me, oltre che turbare John, be’, non ci siete riuscite.»
Midonz rise. Sherlock cercava di fare l’indifferente con lei, ma era così chiaro che fosse perdutamente innamorato di John.
«E se posso avanzare una seconda critica, la battaglia a paintball è stata una farsa. Cecchine addestrate che sbagliano mira apposta per non colpirci? Campionesse di arti marziali che si nascondono tra i cespugli lasciando spuntare un piede o un braccio per farsi notare? A proposito, correggimi se sbaglio: una cintura nera secondo dan di taekwondo, un’istruttrice di kick-boxing, almeno tre o forse quattro con addestramento militare.»
«Errore: tre con addestramento militare e un’ex poliziotta.»
Sherlock sbuffò. «È quasi la stessa cosa ed è il motivo per cui ero indeciso sulla quarta. Sulle tecniche di combattimento ci ho preso?»
«Sì, ma ne hai mancata una: abbiamo anche una cintura nera di judo.»
«Che non ho avuto modo di osservare abbastanza a lungo, altrimenti avrei scoperto anche lei.»
«E quindi non sei soddisfatto della prova?»
«Per nulla. Mi aspettavo una gara divertente che avrebbe stimolato John mentalmente e avrebbe creato un sostrato fertile per il germogliare dei sentimenti, se mi passate la similitudine botanica. Ci avete dato una prova di estrema facilità e dubbia utilità per la conquista.»
Midonz sospirò. Se John aveva iniziato a cedere la strada era quella giusta, era evidente.
«Ma fortunatamente sono riuscito a recuperare in extremis.» continuò Sherlock. «John sta iniziando a cedere e so come fare per farlo… uhm… che parole avevate usato…? ah sì: per “fargli prendere coscienza dei suoi sentimenti”.»
«Dimmi cosa hai in mente.» lo incalzò Midonz.
«Semplicissimo: voglio riprodurre la scena della nostra prima cena insieme. Il nostro primo appuntamento, l’avete definito voi: la cena da Angelo dove John ha superato il blocco mentale che gli faceva rifiutare l’idea di essere fisicamente sano: quella sera John ha smesso di zoppicare. Ricreando quella scena sono certo di riuscire a fargli superare il blocco mentale che gli fa rifiutare l’idea di essere sentimentalmente sano: John smetterà di rifiutare i suoi sentimenti di attrazione per me.»
I suoi sentimenti di attrazione per me.
Quindi Sherlock capiva l’amore di John! Midonz era quasi commossa.
Ed era certa che risvegliando i sentimenti dell’amico, Sherlock avrebbe risvegliato anche i suoi, di sentimenti. Sherlock già sapeva di amarlo, ma non voleva ammetterlo a se stesso. Esattamente come John.
Era tutto perfetto.
«Niente di più facile» disse infine Midonz «Abbiamo già pronto il set che riproduce il ristorante Angelo’s, dobbiamo solo allestirlo.»
«Deve essere tutto perfettamente identico.»
«Ti dirò di più, abbiamo anche Angelo! È uno dei nostri ostaggi.»
«Però non sapete come eravamo vestiti.»
«Abbiamo ricostruito quasi tutto dagli appunti della dottoressa Thompson. Sappiamo che tu avevi il tuo solito cappotto Belstaff, dei pantaloni neri e…»
«No, dovete essere precise. So che avete tutti i nostri abiti in guardaroba, portatemeli e vi dirò quali sono i capi che indossavamo.»
Midonz riflettè qualche istante.
«Va bene, direi che si può fare.»
«E poi c’è una cosa che sicuramente non avete.»
Midonz aggrottò le sopracciglia incuriosita.
«E cioè?»
«Il pomeriggio di quello stesso giorno mio fratello Mycroft era venuto a trovarmi. Andandosene aveva dimenticato uno dei suoi ombrelli a casa mia. Quando la sera siamo usciti, mi sono portato dietro l’ombrello di Mycroft, visto che pioveva. In seguito gliel’ho restituito.»
«D’accordo, descrivici l’ombrello e ne costruiremo uno identico.»
«Purtroppo non è possibile.»
Midonz osservò l’immagine di Sherlock per qualche secondo: non era certa di aver capito bene.
«In che senso non è possibile?»
«Dovete sapere che Mycroft possiede una vasta e preziosa collezione di ombrelli. L’ombrello che aveva dimenticato a casa mia era un pezzo unico di quella collezione. Si trattava di un ombrello Fox realizzato a mano per il cinquantesimo compleanno di Re Giorgio Sesto, con manico in legno intarsiato, rifiniture in oro e copertura in seta nera con un motivo decorativo tono su tono. Posto che riusciate a trovare uno scampolo di seta identico a quello, impresa impossibile visto che si tratta di un manufatto di settant’anni fa, anche solo per riprodurre l’intarsio sul manico ci impieghereste qualche mese, e dovreste avere l’originale accanto. Dovete recuperare l’originale.»
«E Mycroft aveva dimenticato un ombrello tanto prezioso a casa tua?» aveva chiesto Midonz incredula.
«Mycroft perde e dimentica in continuazione i suoi preziosi ombrelli in giro. E poi spende molti soldi per ritrovarli, riuscendoci sempre.» Sherlock sbuffò, scuotendo la testa.
«E noi dovremmo rischiare tanto, compiere un’infrazione e un furto in una delle case meglio sorvegliate di tutta l’Inghilterra, solo per recuperare uno stupido ombrello?»
«L’ombrello è fondamentale, come ogni altro particolare.» disse Sherlock con solennità. «Ogni piccolo elemento della scena può funzionare da gancio emotivo per suscitare la reazione di John.  E poi sono certo che grazie al vostro contatto governativo abbiate una mappa dettagliata della casa di Mycroft. Con le vostre esperte informatiche riuscirete a disattivare i sistemi di sicurezza, e per intrufolarvi in casa avete ben tre ex soldatesse, di cui una… ah già prima avevo dimenticato di precisarlo: una appartenente al corpo di elite dei Navy Seals.»
Midonz era dubbiosa, ma effettivamente non sembrava un’impresa impossibile.
Temeva che l’ombrello fosse un trucco di Sherlock per mettersi in contatto col fratello: poteva trattarsi di un’ombrello tecnologico, alla James Bond, che conteneva un dispositivo di comunicazione radio o wi-fi. Ma con dei semplici rilevatori si poteva scoprire se l’ombrello lanciava o riceveva segnali. Una volta rubato (se avessero deciso di rubarlo), avrebbero passato l’ombrello ai raggi-x e se avesse avuto dispositivi nascosti al suo interno l’avrebbero saputo in un istante.
Ma più ci pensava, più Midonz si convinceva che si trattasse davvero solo di uno stupido ombrello. Infatti, se le shipper avessero scoperto che si trattava dell’ombrello di James Bond si sarebbero vendicate sugli ostaggi, per punire il tentativo di insubordinazione di Sherlock. Sherlock questo lo sapeva e non avrebbe mai corso un rischio così grande.
«Dove si trovano questi ombrelli? Li tiene sotto chiave? In cassaforte?» chiese infine Midonz.
«No, si trovano in un’ala della sua stanza guardaroba.»
«Ci penserò. Ne riparliamo domani.» disse lei, per chiudere il discorso.
«Va bene.» disse Sherlock annuendo con la testa.
«Puoi andare dal tuo amato, ora.»
E così dicendo Midonz chiuse la comunicazione, pensando a cosa avrebbe chiesto a M. Voleva sapere cosa ne pensava di quella faccenda dell’ombrello.



Le utilissime note dell'autrice

Siamo in dirittura d’arrivo, ho in programma altri tre massimo quattro capitoli e finalmente la fanfic dalla gestazione più lunga del mondo sarà finita! Spero apprezzerete il campio di POV di questo capitolo: oltre a servirmi a scopi narrativi, ho pensato che mostrare per una volta il punto di vista della cattiva potesse essere interessante.
Il prossimo capitolo col POV di John è già scritto e pronto e lo pubblicherò a fine settimana, per farmi perdonare delle lunghe attese ^^'
Grazie a tutti per la pazienza :)
   
 
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