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Autore: hopeless_fangirl    25/01/2016    0 recensioni
E se Ottaviano non fosse morto? E se fosse tornato al Campo? E perché dovrebbe odiare il Natale? Forse non è così crudele come si può pensare, e forse riuscirà a cambiare idea sulla festa più bella dell'anno.
[Octachel-Percabeth-Solangelo]
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Apollo, Octavian, Rachel Elizabeth Dare
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Le immagini che aveva appena visto continuavano a passargli davanti agli occhi risvegliando in lui una marea di emozioni. Ora cominciava un po’ di più a credere a quello che gli aveva detto Apollo. E non riusciva a dimenticare le parole di Bianca Di Angelo: “non dimenticare mai il tuo passato perché da quello dipende il tuo futuro”. Ma che cosa voleva lui per il suo futuro? In quel momento sentì un altro spiffero freddo attraversargli la schiena. Sapeva che il secondo spirito era arrivato. Respirò profondamente e si voltò.
“Jason Grace?!” il ragazzo biondo davanti a lui scoppiò a ridere, una di quelle risate che sicuramente fa impazzire le ragazze, pensò l’augure.
“Beh non so chi sia questo Jason Grace” poi gli porse la mano “Luke Castellan al tuo servizio caro Ottaviano”. E gli fece l’occhiolino.
“Guarda che sono un ragazzo”. L’altro scoppiò di nuovo a ridere. “Scusa ma le ragazze impazziscono per me anche nell’aldilà”. Ottaviano gli lanciò un’occhiataccia.
“Sei lo spirito del Natale presente vero?”
“Al tuo servizio! Andiamo?” e gli porse la mano. Ottaviano pensò che qualunque altra ragazza avrebbe pagato un bel po’ di dracme per essere al suo posto. E invece toccava a lui. Sospirò. “Andiamo”.
In un attimo si trovarono in uno dei posti che forse Ottaviano odiava di più. Il Campo Mezzosangue. Luke si guardava in giro sorridendo, in fondo quella era stata casa sua per tanto tempo. “Guarda guarda quante nuove cabine! Quel Jackson ha fatto davvero un bel lavoro!”. Ottaviano fece una faccia schifata “Io lo odio”.
“Ah beh anche io lo odiavo. Ma poi ho capito che non era così male. Alla fine volevamo la stessa cosa. Il bene di tutti i semidei, solo che abbiamo preso due strade diverse. Vedi Ottaviano, non sempre ciò che tu vuoi è sbagliato, dipende però dal sentiero che scegli di seguire”. L’augure annuì pensieroso e cominciò a guardare la neve che scendeva davanti a lui. Tutto era innevato. Ogni casa aveva delle decorazioni natalizie. Dalla casa grande proveniva una dolce musica che sembrava “Jingle Bell” e un delizioso profumino di muffin. Un numero enorme di semidei stava invadendo il Campo. C’era chi giocava a palle di neve, chi faceva a gara a costruire il pupazzo di neve più alto. Due ragazzi identici, con tanto di cappello da Babbo Natale in testa, stavano costruendo un vero e proprio fortino e sembrava che stessero progettando una catapulta che mirava dritto alle figlie di Afrodite e di Venere che si stavano scambiando consigli sulle creme che non facessero seccare la pelle. “Oh guarda i miei fratelli” esclamò Luke “Travis e Connor Stoll, sempre più bravi a progettare scherzi. Beh hanno avuto un ottimo maestro” e sorrise maligno. Quando la palla di neve gigante partì e bagnò tutte le figlie della dea della bellezza, Ottaviano si voltò per cercare di non sentire tutte quelle vocette stridule e i suoi occhi gli caddero sul pino gigante che stava all’entrata del Campo Mezzosangue. Era tutto meravigliosamente addobbato con palline di ogni genere e una serie di lucine (costruite sicuramente dalla casa di Efesto) che disegnavano a intermittenza tutti i simboli delle case. E al centro un bellissimo falò. Ad un tratto un ragazzo vestito da Babbo Natale si avvicinò correndo al falò, baciò una ragazza bionda e poi urlò “Tutti qui ragazzi o potete dire addio ai muffin con la glassa blu!”. L’augure e lo spirito si guardarono e poi sospirarono insieme “Jackson!”. Nonostante tutto Luke stava sorridendo “Tipico di Percy comportarsi così”. A Ottaviano sembrò che il suo accompagnatore mormorasse qualcosa come “Continua a prenderti cura di Annabeth, testa d’alghe” ma non volle approfondire. Poi un altro ragazzo un po’ più giovane di Percy arrivò dal falò. Lui era completamente vestito da renna, andò a battere un cinque a Percy e poi esclamò “Chi vuole essere riscaldato dalla renna più sexy e superfantastica del mondo?”. Ottaviano scosse la testa. “Valdez, tipico”. Nonostante tutto, l’augure sentiva che un’atmosfera quasi magica in quel posto. Sentiva che in fondo chiunque sarebbe stato ben accetto. Forse persino lui. In un attimo si sentì incredibilmente solo. Vedeva tutti lì riuniti intorno al falò: chi abbracciava la sua ragazza, chi stava in mezzo agli amici, tutti stavano sorridendo. Sembravano proprio una famiglia. E lui si sentì la pecora nera di turno. La rabbia gli montò nel petto. “Che cosa ci faccio qui?!” sbottò contro Luke “Volete umiliarmi ancora di più facendomi sentire una persona inutile? Guardali! Non hanno bisogno di me!”. Luke lo guardò. Era stranamente serio. Si rifletteva anche troppo in quell’augure dai capelli biondi per permettergli che facesse la sua stessa fine. Da quel che sapeva aveva già rischiato parecchio. “Perché non ci avviciniamo?”.
La serata stava procedendo nel migliore dei modi. Perfino Nico di Angelo sorrideva ascoltando gli aneddoti che Chirone stava raccontando, mentre Will lo stringeva nel suo maglione con disegni natalizi. Ad un certo punto Percy guardò l’orologio e urlò saltellando come un elfo: “Mezzanotte! Buon Natale gente! Tutti ai regali!” e si mise a correre come un pazzo verso il pino di Thalia, mentre Annabeth gli urlava dietro di evitare di scivolare giù per la collina come l’anno prima. Solo a quel punto Ottaviano si accorse che sotto l’abete era pieno di regali, ce n’era una montagna enorme, tutti di diversi colori e forme ma l’effetto totale era meraviglioso. Ad ogni pacchetto era attaccato un biglietto con destinatario e mittente, in questo modo non si perdeva tempo a consegnare tutti i regali, ma si posavano sotto l’albero e il diretto interessato li avrebbe trovati. Un intero stuolo di semidei stava circondando l’albero e pian piano alcuni di loro si staccavano dal gruppo per tornare al falò con tra le braccia un bel numero di pacchi. Le scene che ne seguirono strapparono un sorriso a Ottaviano. Ovunque si vedevano abbracci, baci, risate e pacche sulle spalle. Quel momento emanava gioia in abbondanza. Poi a Ottaviano venne un dubbio. Si voltò di scatto e corse verso il pino. Dopotutto anche lui era stato invitato a quella festa. “Lo sapevo” gridò rivolto a Luke “Guarda! Non è rimasto nessun regalo! Nessuno ha pensato a me”. Poi si accigliò. “D’altronde, cos’altro potevo aspettarmi”. Luke lo guardava, poi guardò l’albero e sorrise “Io controllerei meglio fossi in te”. “Cosa vuoi che controlli quando so benissimo che...” l’augure si interruppe attirato da un luccichio che proveniva proprio da sotto le fronde dell’albero. Un pacchetto era rimasto abbandonato. Ottaviano lo prese in mano e lesse il biglietto. “Per Ottaviano da Rachel”. Sbatté le palpebre un paio di volte incredulo. Quella ragazza con i ricci infuocati sempre fuori posto e la giacca sporca di tempera si era ricordato di lui. Aveva pensato a lui. Era sbalordito. Poi la vide. Si stava avvicinando all’albero ed era come se cercasse qualcosa. Si morse le labbra e se ne andò con aria delusa. “Cosa cercava? Anche lei non ha ricevuto regali?” chiese il ragazzo. Lo spirito gli rispose. “Di regali ne ha ricevuti, ma forse se ne aspettava uno da una persona particolare. Dopotutto lei ti aveva già offerto qualcosa un po’ di anni fa”. A Ottaviano tornò in mente la piccola bambina infagottata nel cappotto rosa con in mano un bicchiere di cioccolata, poi la ragazza che aveva incontrato sulla cima dell’Empire State Building e infine l’espressione delusa di un attimo prima. Senti un nodo allo stomaco. Il senso di colpa lo attanagliava. “Credo che sia ora di andare” disse Luke. “Aspetta! Voglio sentire che cosa dicono!” e si avvicinò al gruppo dei sette della profezia, ai quali si erano aggiunti Calypso, Reyna; Nico e Will. Stavano parlando dei regali che avevano ricevuto. Ad un certo punto Percy guardò Reyna e le chiese “Alla fine il tuo amico augure non è venuto vero?”. Reyna si passò una mano sugli occhi. “Lascia perdere. Sarei stata in ansia per tutta la sera, non sai mai cosa aspettarti da lui, specialmente adesso che è tornato”. “Magari stavolta ha tentato di corrompere gli elfi di Babbo Natale per conquistare il mondo”. Tutti risero alla battuta di Jason. Ottaviano strinse i pugni. Si stavano prendendo gioco di lui. “Ragazzi” esordì Hazel con la voce calma “Non è carino prendersi gioco delle persone assenti, specialmente la notte di Natale”. “La piccola Hazel ha ragione” esclamò Leo ignorando le occhiatacce di Frank e Calypso, “secondo me quell’augure è un po’ strano, su questo non ci sono dubbi, ma forse ha solo bisogno di qualcuno che lo scrolli e gli dica che il mondo non è così brutto come crede e che la smetta di avere manie di controllo, ma pensi a divertirsi un po’. Forse non sarebbe nemmeno tanto male”. Percy annuì convinto. “Me lo metto tra i buoni propositi per il nuovo anno. Schiaffa il cinque Valdez”. Annabeth sospirò guardando il suo ragazzo. “E se non volesse ascoltarvi?”. Percy fece spallucce e le sorrise “Almeno ci avremo provato”. Ottaviano li fissava. Sentiva una serie di emozioni contrastanti dentro di sé. Jackson e Valdez erano le ultime due persone da cui si aspettava di sentire quelle parole. Forse avevano ragione loro, forse non era sempre il mondo che andava contro di lui, ma a volte era anche lui che andava contro il mondo. Sentì una mano che si posava sulla spalla. “Dobbiamo andare” disse Luke, gli sorrise un ultima volta e gli fece l’occhiolino, poi scomparve. Ottaviano fu avvolto dalla nebbia. “Luke!” chiamò ma nessuno rispose. “Cosa sta succedendo?” chiese ma ancora silenzio. Poi la nebbia si diradò. Ottaviano era ancora al Campo Mezzosangue, ma aveva una sensazione strana. Gli sembrava che ci fosse qualcosa di diverso. Era di nuovo chiaramente Natale. Un gruppo di semidei gli passò davanti, Ottaviano li guardò ma non aveva la minima idea di chi fossero. “Mi devo essere perso qualche novellino” borbottò. “Forse non sono loro a essere nuovi, sei tu ad essere vecchio”. Ottaviano si voltò di scatto e trattenne a stento un urlo. Davanti a lui c’erano le tre Parche.

Angolo autrice:
Salve a tutti! E così siamo arrivati al terzo capitolo: Ottaviano sta cominciando a vedere le cose e le persone da un altro punto di vista! Spero che la storia continui a piacervi, ringrazio ancora tutte le persone che l'hanno letta e messa tra le seguite/preferite/ricordate, siete fantastiche!
A presto,
hopeless_fangirl
   
 
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