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Autore: Veni Vidi Jackie    25/01/2016    1 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seneca è irriconoscibile.
Con i (pochi) capelli sudati riversi sulla fronte, si dimena cercando di staccare con le mani le sbarre di ferro che lo imprigionano nella cella. Osservandolo, devo dire che mi fa proprio pena. Non avrei mai immaginato di vederlo ridotto così. Per di più urla in latino e sputa, cercando di colpire i poliziotti seduti ad una scrivania a qualche metro di fronte alla sua cella.
- Jack! - grida Angelus non appena mi vede. Sono appena arrivato nell'edificio e il padre di Andy è seduto alla scrivania con un suo collega, che mi guarda con gli occhi stretti.
- Angelus, come stai? -
- Io bene, ma la domanda la dovrei fare io a te. Ti ricordo che sei scappato da un ospedale. -
Le immagini della mia fuga rocambolesca mi tornano in mente, mentre io tento di scacciarle.
- Sì, in effetti non è stata un'idea molto intelligente...il mio amico? -
Angelus si alza in piedi e me lo indica. Lucio, che mi si accorge di me solo ora, gesticola nella mia direzione e mi fa cenno di avvicinarsi.
- Che non succeda mai più – mi ammonisce il padre di Andy. In realtà non so se si stia riferendo a Seneca o alla mia fuga dall'ospedale. Poi si avvia verso la cella, estrae un mazzo di chiavi e apre la porta di ferro.
Seneca corre fuori e mi salta in braccio. Rischio quasi di cadere, se Angelus non mi sorreggesse. Lo ringrazio ed esco dalla stazione di polizia, mentre Seneca si sistema le vesti malconce e si annusa le ascelle.
- Brutto posto questa “prigione” - commenta con disgusto
- Non ti dovevi mettere nei guai – gli rinfaccio. Lui fa spallucce e, non appena vede Roy nella sua armatura su Balio, resta a bocca aperta.
- E...e lui chi é? - domanda, sconcerato
- Lui è il mio amico Roy. Roy, questo è Lucio. -
Roy si abbassa dal cavallo a stringere la mano di Seneca, che ricambia con titubanza. Non appena lo informo che dobbiamo tornare a casa proprio su Balio, Lucio diventa tutto paonazzo.
- Torniamo a casa...con lui? - chiede, indicando con disprezzo il mio amico
- Qualche problema? - domanda Roy con aria di sfida
- No, assolutamente...-
Aiuto Seneca a salire sul cavallo, poi salgo pure io. Roy si mantiene sul lato destro della strada, attento ad evitare biciclette e pedoni. Io sono seduto dietro Lucio, che a sua volta si trova alle spalle di Roy. Ogni tanto vedo Seneca che guarda con curiosità l'armatura del nostro cavaliere, ci si specchia e poi la tocca. Questi Romani...
- Fermo! - grido
Roy tira di scatto le redini e Balio si ferma, nitrendo di irritazione.
- Che c'è? - chiede Roy.
Mi giro indietro: credo di aver visto una persona...ah, sì! Eccola là! Vedo salire su un'auto la stessa bambina che era sdraiata sul letto di fianco al mio all'ospedale. Sembra in gran forma, ha una stampella in mano ma sembra in grado di camminare piuttosto bene. La saluto con la mano e lei, vedendomi, corre da me. Balio comincia a infastidirsi per quella sosta e inizia a fare strani suoni con il naso.
- Calmo, vecchio mio! Calmo! - lo tranquillizza Roy. La bambina si tiene a debita distanza dal cavallo e si avvicina a me. Il suo viso arriva a malapena all'altezza del mio piede, che ciondola sul fianco di Balio.
- Ciao! - la saluto
- Ciao, come stai? -
- Mi sono del tutto ripreso e sto benissimo, grazie. Tu? -
La bambina mi indica la sua macchina, dove una donna la sta aspettando al posto di guida.
- Sto andando ad una partita di pallavolo con mia mamma. - Ricordandomi quanto ci tenesse a quello sport, le sorrido. Sono felice che sia in grado di riprendere l'attività sportiva già da ora.
- Bravissima! Sapevo ci saresti riuscita! -
Lei mi sorride e, sentendo la sua mamma suonare il clacson, mi saluta di nuovo e corre da lei. Le auguro tutto il bene.
Do una pacca sulla spalla di Roy e proseguiamo il nostro percorso.
  
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