Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Chise    17/03/2009    10 recensioni
"Ucciditi lontano dal mio perimetro, Potter." (Bad dreams in the night, told me i was going to lose the fight - leave behind my wuthering wuthering heights)
Smsì, non sono ancora migliorata coi sommari o_ò però sono tornata XD (vagamente.) Ah! Non tengo conto dei libri VI e VII (non credo di averlo mai fatto XD), quindi si può considerare AU! ... oppure è What If? Aiuto, ai miei tempi non c'erano tutte questi avvertimenti XD
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Sesto

Capitolo Sesto

In cui si possono trovare pugni, biscotti e tacchi rotti.

 

When I was just a baby

My mama told me

‘Son, always be a good boy,

Don’t ever play whit guns.’

But I shoot a man in Reno

Just to watch him die.

 

(Folsom Prison Blues; Johnny Cash)

 

In tutta la sua vita Castor non si era mai sentito meno posato di quel momento, la mascella irrigidita, le mani strette a pugno ed il petto che si alza ed abbassa a ritmo frenetico, la gola secca, degli insulti che volevano uscire ma si erano fermati al pomo d’Adamo formando un nodo poco piacevole, Zacharias Smith che lo guardava come se fosse un Vermicolo, e la Sala Grande ammutolita come ai vecchi tempi del QuintoPotter, dove ogni pasto era un’occasione per sentire gente che dal tavolo di Gryffindor cacciava “Voldemort!” concitati, subito seguiti da un terribile “hem hem”, impresso a fuoco nelle menti e sulle mani di un buon ottanta percento della popolazione scolastica.

Dal tavolo delle autorità una forchetta sbattè sulla porcellana dei piatti ed un turbinare di vesti annunciò a Castor che la sua ora era giunta.

- Signor Moon, io non tollero, non tollero questo comportamento! Nel mio ufficio, adesso. -

Smith riacquistò la sua normale ingessatura Huffelpuff e riguadagnò il suo tavolo, mentre Castor riprendeva a respirare più o meno normalmente nonostante un intenso dolore alle giunture, come se si stessero lentamente e dolorosamente strappando i tendini; uscì dalla Sala Grande senza guardare da nessuna parte, specialmente verso il tavolo Slytherin.

 

***

 

May he turn 21

On the base of Fort Bliss

‘Just a day’,

He said down to the flask in his fist,

‘Ain’t been sober since

Maybe october of last year’.

 

(Breathe 2 a.m.; Anna Nalick)

 

L’ufficio della McGranitt non era poi cambiato tanto rispetto a quando ci era venuto con i suoi amici, c’era solo una nuova poltrona. Voci di corridoio mormoravano che si fosse sfondata per le troppe attività notturne della Vicepreside e del Preside, ma lui sapeva che in realtà la vecchia poltrona era stata sostituita perché lui l’aveva rotta la settimana precedente in un impeto di rabbia.

- Ora tu prendi un biscotto e mi spieghi cosa sta succedendo. -

Castor si stropicciò le tempie, prendendo un biscotto al burro dalla scatola di latta che la professoressa gli porgeva. - Io, ecco, io. -

Chiaro, lineare e conciso.

La donna sospirò, poggiandosi alla scrivania e passandogli una mano tra i capelli biondi, indugiando sulla mascella in un gesto carezzevole. - Castor, è la seconda volta in una settimana che prendi a pugni Smith. Cosa succede. -

- È lui. -

- Credo che sia altro, ma che tu non voglia dirmelo. -

Minerva McGranitt non era certo una donna particolarmente dolce e comprensiva, e Castor sapeva che se avesse cercato di svicolare dalla risposta un’altra volta lei si sarebbe arrabbiata. Minerva McGranitt arrabbiata privatamente era, se possibile, ancora più terribile e temibile di Minerva McGranitt sull’orlo dell’isterismo in Sala Grande.

- Non so se posso dirtelo, però vorrei. -

Le labbra della donna fremettero.

Ahia.

- Castor, - risuonò la voce severa ed ammonitrice - tu ora mi spieghi perché di questi tempi sei così suscettibile a qualunque cosa dica il signor Smith, altrimenti io... -

Il ragazzo fece roteare le pupille, sorridendo ironico. - Tu cosa, sentiamo, mi togli dalla squadra del Gryffindor? -

- Precisamente. -

A Castor si incastrò il biscotto in gola. Cominciò a tossire, guardando spaventato la donna. - Mina! -

- Castor? -

- Non puoi! Tu desideri vedere il Gryffindor vincere quella benedetta coppa quasi più di me! -

- Non mi stai lasciando altra scelta, Castor. -

Grugnì, appoggiando l’altra metà del biscotto sulla cattedra e tenendosi la testa fra le mani. Mai, mai dare idee a Minerva McGranitt, mai; in diciassette anni era convinto di aver assimilato quella nozione, ma a quanto pareva aveva ancora parecchio da imparare sulla donna, ad esempio che sotto sotto era un po’ Slytherin pure lei. Un po’ tanto, in certi momenti, ma il più delle volte era relativamente facile gestirla privatamente.

Decise comunque di sganciare la bomba.

- Riguarda una ragazza. -

- Detto così suona molto frivolo, Castor, e spero che tu non abbia fatto a botte con un tuo compagno per questo. Ne rimarrei molto delusa. -

Il ragazzo ridacchiò, prendendo dalle mani della professoressa la metà del biscotto che aveva avanzato e mettendoselo in bocca, soppesando attentamente le parole.

Avrebbe voluto dire che non era niente di così frivolo, ma non era certo di potere. Magari, se giocava bene le sue carte, poteva passare per l’adolescente medio con gli ormoni a mille, proteggendo così la verità.

A che pro, poi.

Sempre ammesso che riuscisse a giocare bene le sue carte.

- Sì, vedi... lei sta con lui ed io sono... geloso. -

Crack, fecero il suo Orgoglio e la sua Dignità che sbriciolavano come uno di quei biscotti al burro che la Vicepreside gli porgeva ancora.

- Mh. Quindi non c’entra niente il trasferimento a Durmstrang del fratello di Atria? -

Spatash, scrick, ciack, fecero le scarpe basse di Minerva McGranitt che camminavano sopra Orgoglio e Dignità.

- Ehm. -

- Castor. - alzò gli occhi sulla donna, mentre lei gli carezzava una guancia, l’ombra di un sorriso sul suo volto. - Devi smettere di pensare che quella ragazza non si sappia difendere da sola. Non ha bisogno del cavaliere senza macchia e senza paura, ma di qualcuno a cui appoggiarsi senza nessuna apparente ragione, perché è perfino più orgogliosa di un Malfoy e di un Black messi insieme. -

Lui annuì, inclinando la testa mentre la mano della donna lo carezzava nuovamente. Certo, lo sapeva perfettamente com’era fatta Sally Anne, ormai c’era anche quasi abituato, ma non era sicuro di poter modellare se stesso sul carattere della ragazza.

- Ma vedi, lei-

- Lei sta avendo qualche problema con una... chiamiamola fuga di notizie, e Severus ha detto molto chiaramente di lasciare che se la sbrighi da sola. Come si suol dire, i panni sporchi si lavano in famiglia. -

- Sì, ma-

- Castor. Godric solo sa se tu non saresti stato perfetto nel Quattrocento, a poetare la grazie delle Madonne. L’unico problema, è che la donna tua tanto gentile e tanto onesta non pare. Te la sei scelta contorta, orgogliosa e soprattutto Slytherin. Accettane le conseguenze. - fece una breve pausa, sistemandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorridendo brevemente prima di concludere.

- Ora vai. Ti darei il permesso di passare dalle cucine a prendere da mangiare, ma sicuramente i tuoi amici ci avranno già pensato. -

Castor si alzò, chiudendo la scatola di latta e sorridendo alla donna, per poi guadagnare la porta.

- Ah, Castor. Dieci punti in meno per Gryffindor. Un altro livido su Smith e puoi dimenticarti il Quidditch. -

Gemette. Odiava la professoressa McGranitt quasi quanto amava la sua madrina Minerva.

 

 

***

 

These boots are made for walkin’

That’s just what they’ll do

One of these days this boots

Are gonna walk all over you.

 

(These Boots Are Made For Walkin’; Geri Halliwell)

 

- Io lo uccido. -

- Mhm. -

- Adesso vado lì e gli dico un paio di paroline. -

- “Avada Kedavra”? -

- Pensavo più a “Imperio” e “sali sulla torre ovest e buttati giù”. -

- Sarebbe una gran bella... caduta di stile, per il gigante buono del Gryffindor. -

Daphne spostò gli occhi dal tavolo Gryffindor, dove era appena arrivata la McGranitt, a Blaise, - Ma il “gigante buono del Gryffindor” non era il Mezzogigante Ignorante? -

Il ragazzo scrollò le spalle. - Cosa vuoi che ne sappia io di Gryffindor. Perlomeno, non ne so quanto lei. - denotando un coraggio tutto Gryffindor, nonostante le sue parole, Blaise ammiccò in direzione di Sally Anne, che stringeva convulsamente i pugni, mormorando qualcosa.

- Cara, non capisco cosa stai dicendo. -

- Crucio. Ecco cosa sto dicendo, Crucio. Magari se lo ripeto abbastanza intensamente lui si accascia su quel fottuto tavolo e nel dolore accoppa pure Potter e quell’altra testa di Schiopodo di Smith. -

Blaise inarcò un sopracciglio, servendosi un tortino di carote. - Cosa c’entra accoppare Potter? -

- C’entra che farebbe un grandissimo favore all’umanità. - si intromise Draco, rubando un gambo di sedano dal piatto di Sally Anne, troppo impegnata a lanciare sguardi di fuoco a Moon (che usciva dalla Sala Grande con la stessa verve di un gigante imbizzarrito) per accorgersi del furto.

- No, basta, questa cosa deve finire. -

- La vita di Potter? L’ho sempre sostenuto anche io. -

La ragazza si alzò di scatto, tanto che Draco credette di aver protratto troppo il consueto scambio di dolcezze su Potter.

- Tri... -

- Tri un corno, Draco, Tri sta andando ad uccidere. -

Aggirò il tavolo con grazia, camminando compostamente fino a che non fu uscita dalla Sala Grande; a quel punto, si mise a correre, battendo il record di velocità su tacchi dodici, detenuto fino a quel momento dall’adorabile Tess Steeval e conquistato a suon di Schiantesimi durante l’Ultima Battaglia, dove aveva inseguito Avery per quattro piani prima di riuscire nel suo intento. Era quasi arrivata all’altezza del dipartimento di Trasfigurazione quando le si parò davanti un uomo alto, avvolto nel nero, i capelli corvini che gli ricadevano sul viso, e lei, mentre finiva col sedere per terra per la brusca frenata, pensò che era proprio bellissimo.

Ad un’occhiata più approfondita si accorse che era Piton - ed in Piton non c’era assolutamente niente di bellissimo.

L’uomo tese una mano e la aiutò a rialzarsi. - La calma, Sally Anne, è una cosa che non ti è molto amica, di recente. -

Lei avvampò, sbattendo un piede per terra con forza. Il tacco della scarpa destra si ruppe, sbilanciandola nuovamente; sarebbe caduta se il professore non l’avesse trattenuta per un braccio. Lei lo scostò con rabbia, togliendosi le scarpe. - La calma può andare al diavolo, mi sono altamente stufata, quello deve capire con chi ha a che fare! - raccolse da terra il tacco, rialzandosi di scatto per urlare, la voce un’ottava sopra il suo normale volume caldo e suadente, - E non ti avevo detto che non volevo che si intromettesse nessuno?! -

- Infatti non si sta intromettendo nessuno, Sally Anne. -

- A parte quel cerebroleso di Moon! E non chiamarmi Sally Anne, o quant’è vero che a cena c’era il tortino di carote ti lancio addosso una fattura, al diavolo la spilla da Caposcuola! -

Aveva raggiunto una frequenza che probabilmente solo gli Snasi ed i cani riuscivano a raggiungere. Da qualche parte dietro un Velo sicuramente Sirius Black si sta facendo quattro risate, pensò distrattamente mentre cercava di riacquistare compostezza e dignità puntando le braccia sui fianchi ed alzando il mento in una fedele riproduzione della Narcissa Malfoy dei bei tempi andati, prima che confiscassero i territori di famiglia e le restituissero il marito sotto forma di grazioso involucro vuoto.

Lui inarcò un sopracciglio, arricciando le labbra in una specie di sorriso sardonico. - Che paura. Certo acquisteresti credibilità con un paio di scarpe ai piedi, ti darebbero qualche centimetro in più, ma tant’è. -

Sally Anne si sgonfiò, appoggiandosi al muro e lasciando cadere le scarpe per terra, prendendosi la testa tra le mani.

- Non... è così ingiusto, Severus. Ora so che mi dirai che la giustizia è un carnevale ai lati della strada, ma semplicemente non è giusto. Carlisle non se lo merita, e vaffanculo, tutto quello che dovevo fare era stare zitta e proteggerlo, e ci sono riuscita proprio bene! Dio, come mi sento Gryffindor. -

- Ti senti fedele come un cane e stupida come un Potter? -

- No, incapace di tenere un segreto. -

Severus si appoggiò al muro accanto a lei, richiamando a sé con la magia la scarpa rotta e sistemandola, - Non ti seguo. -

- Beh, pensa cosa sarebbe successo se la Weasley si fosse tenuta per sé le sue beghe sentimentali senza bisogno di spiattellarle a Sua Eccellenza Fatta Di Oscurità. - sputacchiò fuori quel nome, scimmiottando la parlantina di Bellatrix Lestrange. - A quest’ora la Camera dei Segreti sarebbe ancora intatta, con buona pace di quella povera creatura che è stata prima accecata e a cui poi hanno cavato i denti, pensando che fosse una cosa carina da fare. -

L’uomo inarcò un sopracciglio.

- Per non parlare di quel benedetto Esercito della Salvezza o come diavolo si chiamava, era così segreto che nell’arco di dieci minuti sapevano tutto perfino a Volgograd. Santo Salazar, Justin Finch-Fletchey è venuto a chiedere a me se volevo unirmi! -

Le sopracciglia inarcate divennero due. - Questa non la sapevo, non hai detto niente. -

- Sì, beh, approvavo ma non avevo certo bisogno di Potter per farmi insegnare a lanciare un Incanto Patronus, lo sai benissimo. -

L’uomo annuì. - Ti sei calmata? -

- Sì. Ma voglio ancora uccidere Moon. -

- E Smith? -

Stava quasi per rispondere “chi?” ma qualcosa dentro di lei le disse che era meglio tacere e riformulare con più attenzione la risposta. - Smith non mi ha fatto niente. -

- Non vorrei dover ripetere il colorito epiteto che ti ha rivolto, Atria. -

- Smith non mi ha fatto niente. Parla tanto ma appena mi incrocia per i corridoi gira dall’altra parte terrorizzato. Quelli come lui me li mangio a colazione. -

Severus scosse la testa schifato, - Huffelpuff. E Moon cosa ti ha fatto? -

Sally Anne lo fissò dritto negli occhi. - Lo sai benissimo. Non intendo fargliela passare liscia. -

- Stai attenta, Tria. È molto ben... protetto, come sai. Tua madre non me lo perdonerebbe mai, se ti espellessero. -

- So giocare, Severus, e molto bene, anche. -

L’uomo sorrise apertamente, - Lo sa bene anche Pansy Parkinson. -

 

***

 

When the storm arrives

Would you be seen with me?

 

(You Know My Name; Chris Cornell)

 

Harry pensava che i tempi in cui si era ritrovato a giocare al Piccolo Investigatore fossero finiti, o almeno sperava che con la fine della Guerra nessuno avrebbe avuto più niente da tramare.

- Stanne fuori, Parkinson, se non vuoi che ti capiti qualcosa di molto doloroso. -

Harry evidentemente si sbagliava. Chiuse con delicatezza il libro, avvicinandosi allo scaffale dieci del reparto di Erbologia, dal quale proveniva la voce, le orecchie tese.

- Non ho paura di te, Greengrass. - una breve risatina di scherno; provò a sporgersi, ma purtroppo un volume di almeno mille pagine sull’assenzio gli toglieva la visuale in qualunque modo si mettesse.

- Fai male. -

- Oh, taci! Cosa vuoi saperne, tu? -

- Ne so più di quanto tu immagini. Credi che non ti abbia vista infilare le mani nelle mutande di Smith? Coinvolgere un Huffelpuff, che mossa subdola, perfino per te. Di solito il tuo genere sono le bestie feroci, non gli agnellini. -

Harry inarcò un sopracciglio, mentre le sue cellule grigie si mettevano in movimento per cercare di collegare le parole delle due a quello che gli aveva detto Castor, ovvero che Smith avrebbe dovuto smetterla di parlare così di --- e poi Ron era entrato in Sala Comune sventolando in aria la sciarpa dei Cannoni di Chudley ed una piccola radiolina, dicendo che la partita stava per cominciare.

Pansy Parkinson mormorò qualcosa che lui non riuscì a cogliere, poi emise un gemito strozzato, e ci fu un rumore di qualcosa che va a cozzare contro qualcosa d’altro. Harry provò a sporgersi, ma fece cadere un paio di libri, così si acquattò dietro lo scaffale, pregando che Daphne Greengrass non guardasse in basso, perché altrimenti l’avrebbe sicuramente individuato, e lui e non era pronto a morire per mano di una donna, anche se Ginny c’era arrivata vicino parecchie volte.

La ragazza scandagliò con lo sguardo la Biblioteca, mentre la Parkinson emetteva un altro lamento addolorato.

- Stalle lontana, Parkinson. Stalle lontana e vedi di fingerti molto, molto sofferente e dispiaciuta, perché quando lei casualmente scoprirà chi è che le sta aizzando contro Smith, allora vorrà uccidere quella persona, e forse solo la sua pietà potrà salvarti. Sempre ammesso che riesca ancora a provarne per te. -

Harry rimase in silenzio, il cuore che batteva a tremila, mentre Daphne si allontanava dallo scaffale; Pansy Parkinson la seguì un minuto dopo, massaggiandosi il collo, sul quale spiccavano segni rossi - di dita, notò Harry con una punta di stupore - e mormorando qualcosa di incomprensibile.

Si passò una mano fra i capelli, inspirando; stava succedendo qualcosa, qualcosa di grosso, e tutto portava a credere che non fossero coinvolti solo gli Slytherin, bensì anche i Gryffindor - non che la cosa lo stupisse, però, loro erano sempre coinvolti - e perfino gli Huffelpuff. Harry non sapeva di cosa si trattasse ma decise che la soluzione era la stessa di sempre.

Avrebbe indagato.

 

 

 

 

 

 

Scusate il ritardo dell’aggiornamento ma è un periodo terribile >_> almeno è un capitolo lungo e pieno di cose XD

 

fleacartasi: i capitoli dove non succede nulla sono sempre i migliori (anche perchè da questo mi sono ampiamente complicata la vita XD) Comunque Salazar è un buontempone (???), non so dei suoi trascorsi amorosi XD il quadro c’era nella versione originale, non so se te lo ricordi ;O; comunque (e 2) ho trovato il modo di salvare le foto, ora devo solo riupparle (sè ciao). (L)

 

Arisu Kon: beh, il Gianicolo è stato profetico! XD Blaise è il paladino di grandi e piccini (;

 

Faust_Lee_Gahan: sigh povero Blaise! E povero Mondo (??? Non lo so, so solo che ci sto mettendo una vita a rispondere alle recensioni e devo studiare) :****

 

Soul: io? Certo che sono logorroica XD comunque... boh, auguri di Saint Patrick? XD

 

Azzusam: certo che ti tratto bene Draco, tranquilla (; e Sally Anne è forte, non temere!11!! XD

 

Booboo: ok, sappi che la risposta al tuo commento mi impedirà di studiare e quindi per colpa tua domani prenderò un brutto voto in crucco. Btw. Di dove sei? *_* poi. Sto gongolando in maniera assurda, sappilo XD comunque per il formato concordo, in Italia gli si dà poca importanza... solo che io amo il formato delle mie fic. Ci ho messo anni per trovarne uno che mi soddisfacesse e non credo di essere disposta a cambiarlo, spiacente u_u’ saltare una riga tra un paragrafo e l’altro non mi piace, e poi sul mio pc c’è una bella visualizzazione (forse perchè questo portatile ha delle misure assurde, ma tant’è), è ordinato. Quindi grazie per il consiglio ma temo dovrò ostinatamente restare con questo formato XD Per quanto riguarda i complimenti non posso che inchinarmi e ringraziare perchè questa fic è molto importante per me e vedere l’accoglienza è semplicemente meraviglioso! Però da questo capitolo ho inserito il complotto, sob! XD Anche se resta comunque la quotidianità, alla quale non potrei mai rinunciare - solo che andava fatto qualcosa perchè il tutto stava diventando monotono. Beh, in sostanza ti ringrazio tanto per avermi fatta gongolare e accetto la proposta di ripopolare il Mondo XD Un bacione :*

 

 

A domenica!! (Spero)

 

 

 

 

 

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Chise