Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Xion92    25/01/2016    5 recensioni
Introduzione breve: se immaginate un sequel di TMM pubblicato su Shonen Jump invece che su Nakayoshi, probabilmente verrebbe fuori qualcosa di simile.
Introduzione lunga: Un'ipotetica seconda serie, in cui il tema serio di fondo è l'integralismo religioso e il nemico principale è un alieno, Flan, intenzionato a portare a termine la missione fallita nella serie precedente. E' suddivisa in tre parti:
I. In questa parte c'è il "lancio" della trama, del nemico principale, l'iniziale e provvisoria sconfitta di gran parte dei personaggi, l'approfondimento della relazione tra Ichigo e Masaya, fino alla nascita della loro figlia;
II. Questa parte serve allo sviluppo e all'approfondimento del personaggio della figlia di Ichigo, Angel, la sua crescita fisica e in parte psicologica, la sua relazione con i suoi nonni e col figlio di Flan, i suoi primi combattimenti in singolo;
III. Il "cuore" della storia. Torna il cast canon e i temi tornano ad essere quelli tipici di TMM mescolati a quelli di uno shonen di formazione: spirito di squadra, onore, crescita psicologica, combattimenti contro vari boss, potenziamenti.
Coppie presenti: Ichigo/Masaya, Retasu/Ryou.
Nota: rating modificato da giallo a arancione principalmente a causa del capitolo 78, molto crudo e violento.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 37 - Fraintendimenti


I sette guerrieri erano immobili, inchiodati ai loro posti, così come il mostro di fronte a loro. Per esperienza, sapevano tutti che quel grosso ragno non avrebbe scagliato il primo attacco finché loro fossero rimasti fermi. Infatti il chimero, non vedendo nulla in movimento, non faceva che dondolarsi sul posto ed agitare pigramente le zampe appuntite.
“Allora”, comunicò Mew Ichigo in un bisbiglio agli altri “non abbiamo idea dei suoi punti deboli. L’unica cosa che possiamo fare è lanciare i nostri attacchi e vedere come reagisce. D’accordo?”
Gli altri sei annuirono.
“Allora pronti. Attacchiamo!” gridò allora la leader, e tutti quanti scattarono dal loro posto, facendo un salto. Il chimero, appena percepì il movimento degli avversari, agitò una zampa verso di loro, ma li mancò.
Ognuno dei sette guerrieri si mise in un punto diverso del tetto, circondando il mostro. Mew Pudding lanciò il suo attacco per prima:
“Ribbon Puring Ring Inferno!” e lanciò un fascio di luce gialla che quando ebbe toccato il bersaglio si trasformò come in un budino paralizzante. Ma durò solo per un secondo, e il chimero se ne liberò quasi subito.
“No, l’avversario è troppo grande per poter rimanere dentro l’attacco di Mew Pudding!” esclamò lei.
“Forza, vediamo se a noi andrà meglio!” incitò allora Mew Mint. Provò a lanciargli un Ribbon Mint Echo,  ma il ragnone, lesto, parò l’attacco in tempo con una delle zampe anteriori.
Il Cavaliere Blu si scagliò contro di lui, cercando di prenderlo dal fianco, però le zampe anteriori del ragno erano molto lunghe, così, mettendo una di esse di traverso, riuscì a parare il suo colpo di spada. Mew Zakuro cercò di bloccargliene una con il suo Ribbon Zakuro Spear, ma il mostro usò l’altra libera per liberarsi della frusta.
A questo punto mancavano solo tre Mew Mew. Mew Ichigo, Mew Lettuce e Mew Angel cercarono ognuna di lanciargli il proprio attacco, ma semplicemente questi non ebbero effetto.
“Presto, ritiriamoci sul tetto di quel palazzo là, dobbiamo decidere una strategia!” comandò la leader.
Subito tutti risposero al comando e si rifugiarono sul tetto di un palazzo più in là. Il ragno per fortuna non sembrava essere capace di saltare, così non li seguì e rimase dov’era.
“Ho un’idea” propose Mew Mint. “Volerò sopra quel mostro per vedere se ha un punto debole dall’alto.”
Spiccò il volo e rimase sospesa per un po’ sopra il chimero, fuori dalla portata delle sue grinfie. Meno di un minuto dopo era di ritorno.
“Cos’hai scoperto?” le chiese Mew Lettuce, apprensiva.
“Ho notato una cosa interessante”, spiegò lei. “Il collo di quella creatura è molto stretto. Un colpo ben assestato dovrebbe riuscire a staccargli la testa dal tronco. Bisogna mirare al collo. È quello il suo punto debole.”
“Benissimo!” si complimentò la capo. “Allora adesso dovremmo trovare una strategia in base a questo.”
Mew Zakuro intervenne per dire la sua: “potremmo fare così: il Cavaliere Blu, Mew Angel ed io ci terremo pronti, visto che siamo gli unici ad avere armi da taglio. Mew Ichigo, Mew pudding e Mew Mint distrarranno quel mostro, e quando sarà il momento giusto noi tre attaccheremo insiem…”
Ma non fece in tempo a finire di spiegare il suo piano che Mew Ichigo sentì come uno spostamento d’aria di fianco a sé. Guardò: Mew Angel, senza aspettare il suo ordine, si era staccata dal suo posto ed era saltata ad arma sguainata verso il nemico, a orecchie abbassate e denti scoperti.
“No! Dobbiamo attaccare insieme!” le gridò dietro Mew Ichigo.
Mew Angel non la sentì. Già il suo sangue ribolliva per l’eccitazione che le stava procurando la lotta. Adesso che era venuta a conoscenza del punto debole dell’avversario non le riuscì più di stare ferma al suo posto. Senza stare a badare alla direzione che aveva preso, si diresse verso il ragno standogli proprio di fronte, così per lui fu facilissimo mettere una zampa di traverso per bloccarla. Mew Angel, atterrata sul suo artiglio, non si allontanò da lui, ma cercò di conficcargli l’Angel Whistle nella zampa per fargliela abbassare.
“Esibizionista…” commentò Mew Mint, alzando un sopracciglio con sarcasmo.
“Quella stupida… ragazzi, andiamo, dobbiamo distrarre quel mostro!” comandò Mew Ichigo.
Tutti quanti cercarono di saltare verso il chimero per distrarlo, ma lui inizialmente nemmeno sembrò accorgersi dei loro tentativi. Soltanto dopo un po’, infastidito dai loro tentativi, agitando violentamente le zampe li allontanò da sé, rischiando di ferirli tutti in modo grave. Intanto Mew Angel non si era mossa dal suo posto, ancora cercava di ferire la zampa del mostro.
“Mew Angel, per carità!” le gridò il Cavaliere Blu. “Non stargli così vicino, sei troppo esposta lì!”
Non ebbe quasi il tempo di finire la frase: il ragno sollevò l’altra zampa libera e diede un graffio sulla schiena scoperta della sua avversaria, che con un grido di dolore si staccò dal suo appiglio e cadde giù. Nonostante il male atroce, riuscì a girarsi a mezz’aria e atterrò goffamente sul tetto, col dorso coperto di sangue.
“Incosciente, che pensavi di poter fare?” la riprese Mew Ichigo, andandole vicino. “Riesci a stare in piedi?”
“Sì… non è niente” ansimò la Mew Mew nera.
“Allora hai sentito il piano, no? Si attacca insieme, hai capito? Tu, Cavaliere Blu, Mew Zakuro, state pronti! Noi quattro rimanenti lo distrarremo. Pronti… via!”
Finalmente tutti e sette scattarono allo stesso momento. Mew Ichigo, Mew Mint, Mew Lettuce e Mew Pudding corsero verso il mostro, infilandosi sotto il suo corpo e cercando di colpirlo da sotto. Il ragno, infastidito, chinò la testa per cercare di scovare quelle quattro pulci, esponendo ancora di più il collo.
“Ora! Andiamo!” gridò il Cavaliere Blu. Lui e le due Mew Mew rimanenti saltarono sopra il mostro e, quando furono proprio sopra il collo, Mew Zakuro lanciò dall’alto un Ribbon Zakuro Spear, e il Cavaliere Blu e Mew Angel si slanciarono in picchiata verso il bersaglio, lei conficcando la punta del pugnale, lui dando un fendente con la spada. Pochi secondi e la testa del ragno si staccò dal corpo. In un attimo il chimero si dissolse e un piccolo alieno para-para si staccò da un innocuo ragnetto.
Masha gli svolazzò vicino per assorbirlo ed eliminarlo, ma poco prima che lo facesse una voce forte e chiara si udì dal ciondolo della leader: “fermi, non dovete distruggere quell’alieno! Dite a Masha di catturarlo soltanto e di portarcelo, lo dobbiamo analizzare!” Era Ryou.
A Mew Ichigo vennero in mente tante domande e perplessità da fare al suo capo, ma non c’era tempo in quel momento: il robottino stava per divorare quel mostricciattolo.
“Shirogane! Accidenti a te! Perché non ce l’hai detto prima?!” si irritò. “Come faccio a fermare Masha, adesso? Ormai lo sta per mangiare!”
“Ci pensa Mew Pudding!” gridò eccitata la Mew Mew più piccola, e spiccò un salto verso il robottino che stava ormai per divorare l’alieno. Quando gli fu vicino, lo afferrò per la coda e lo tirò giù, mentre Masha cominciò a sbattere le alucce nel tentativo di liberarsi.
Quando Mew Pudding fu tornata a terra con quella specie di peluche tra le mani, la sua padrona gli disse: “Masha, devi solo catturare quell’alieno e portarlo a Shirogane e Akasaka-san, non mangiarlo. Capito?”
“Capito! Capito!” rispose lui, volò di nuovo verso la medusa che si stava allontanando, la catturò e svolazzò via.
I sette guerrieri tirarono un sospiro di sollievo per lo scontro andato tutto sommato bene, poi Mew Angel, dalla cui ferita colava ancora sangue, si sentì in dovere di dire qualcosa, e cominciò, a disagio: “io… ehm…”
Mew Ichigo si voltò a guardarla rabbiosa e lanciò un ringhio: “non hai niente da dire?”
La nuova arrivata abbassò le orecchie e fece un passo indietro: “mi dispiace… non so davvero cosa mi abbia preso…”
Ma la leader non ne ebbe nessuna pena: “guarda che ferita ti sei fatta! E te la sei fatta solo per colpa tua! Quel mostro poteva anche ammazzarti! Ci hai messi tutti nei guai col tuo comportamento!”
Mew Angel non ebbe il coraggio di sostenere il suo sguardo: “io… non sono capace di combattere in gruppo… ho sempre fatto tutto da sola nella mia vita…” cercò di giustificarsi.
“Non ha importanza!” la interruppe la leader. “Qui se non combattiamo tutti insieme non abbiamo nessuna speranza di vincere. Mi sembrava che fosse chiaro, o no?”
Mew Angel non rispose, e guardò di sottecchi gli altri membri del team in cerca di un po’ di sostegno. Ma, benché nessuno di loro avesse detto una parola contro di lei, i loro sguardi erano duri. Tutti la guardavano severi e con aria di rimprovero, persino il Cavaliere Blu.
“E tu avevi intenzione, appena arrivata qui, di portarci nel tuo tempo e combattere direttamente Flan insieme a noi quando non hai nemmeno le conoscenze basilari del lavoro in squadra? Mi immagino come sarebbe andata… saremmo morti tutti” aggiunse Mew Ichigo semplicemente.
Mew Angel alzò appena la testa e guardò quasi implorante lo sguardo duro della capo, ma la sua sgridata era finita.
Mew Ichigo si voltò verso gli altri: “forza, torniamo indietro”, e fece per incamminarsi verso il bordo del palazzo, con le altre guerriere pronte a seguirla e la nuova arrivata, ancora mogia e con gli occhi bassi.
Il Cavaliere Blu però si parò davanti alla capo e la guardò con un certo disappunto: “va bene, Mew Ichigo, la sfuriata gliel’hai fatta, e hai fatto bene, ma non ti sei accorta che la sua ferita sta ancora gocciolando? Non le chiedi nemmeno se sta meglio?”
Appena udì quelle parole, subito Mew Angel raddrizzò le spalle e orientò le orecchie in avanti, decisa a non mostrarsi debole di fronte a quello che doveva essere suo padre.
Mew Ichigo comprese allora di avere esagerato: trascurare la salute di una propria compagna di squadra non doveva essere fatto, mai, anche se questa aveva fatto uno sbaglio grave. Quindi, sentendosi un po’ in colpa, le chiese:
“ti fa ancora male la schiena? Vuoi che aspettiamo un po’ prima di ripartire?”
“No, leader”, rispose subito Mew Angel. “Questo non è niente, credimi.”
Mew Ichigo la guardò attentamente per capire se stesse dicendo il vero, ma non c’era traccia di dolore sul viso della sua compagna.
“Va bene, allora andiamo”, acconsentì, e tutti e sette ripartirono di corsa verso la base.
Mentre correvano, Mew Angel si sforzava di tenersi al passo con gli altri, ma allo stesso tempo si teneva un po’ più indietro, con la testa bassa. Mew Lettuce, che faceva sempre caso allo stato d’animo dei suoi amici, se ne accorse e, dato che il risentimento le era passato, rallentò un po’ per affiancarsi a lei. Vide che, se aveva gli occhi abbattuti, non era perché sentiva male alla schiena, ma perché era rimasta male per la sfuriata della loro capo.
“Mew Angel” provò a dirle “non essere triste per prima. Ichigo perde spesso la pazienza, ma si calma in fretta. Vedrai che quando saremo arrivati a casa, già si sarà scordata tutto”.
Mew Angel sollevò appena la testa, vergognosa. “Grazie, ma non è per quello. È che… scusami… vi ho messo tutti nei guai.”
“Ah, è questo”, capì Mew Lettuce. “Non preoccuparti. Tutti quanti abbiamo delle cose che non sappiamo fare bene. Io, per esempio, fino a neanche un anno fa, ero sempre maltrattata da chi consideravo amici, e solo da poco ho iniziato a trovare la forza di impormi. Se tu ancora non sai combattere in gruppo, imparerai. Perché poi dovresti scusarti proprio con me? Ieri sera mi hai salvata. Se non ci fossi stata tu, Flan mi avrebbe pugnalato alla schiena”, concluse con un sorriso.
Mew Angel trovò finalmente il coraggio di guardarla. “Allora non ce l’hai con me?”
“No di certo”, la rassicurò Mew Lettuce. “Mi raccomando, appena arriviamo medicati subito quella ferita.”
“Oh… certo!” sorrise infine anche Mew Angel. Quella ragazza iniziava a piacerle, benché la conoscesse ancora così poco.

Arrivarono al Caffè che ormai era ora di pranzo. Tutti e sette scesero giù nel sotterraneo, dove i loro due capi li stavano aspettando. Masha stava ancora tenendo stretto il piccolo alieno catturato poco prima, ed aveva collegati a sé alcuni fili che portavano fino al computer. Sullo schermo erano scritti una quantità di dati incomprensibili. Appena i sette guerrieri, tornati normali, furono entrati, Keiichiro e Ryou si distolsero dal loro lavoro e li guardarono.
“Allora, com’è andata?” chiese l’uomo più grande.
Ichigo indicò la nuova arrivata. “Angel si è fatta male.”
Ryou allora chiese alla ragazza mora: “che ti sei fatta?”
“Il chimero mi ha graffiata alla schiena, boss”, le rispose lei.
“Fa’ vedere”, la esortò lui, e le andò vicino per controllare la ferita. “Hai tutta la camicia sporca di sangue. Va’ subito di sopra a lavarti e disinfettarti.”
Angel annuì e fece per andarsene, ma Ryou la richiamò. “Aspetta un attimo. Prima vi daremo delle comunicazioni alla svelta. Ma prima, Ichigo, fammi un rapporto del combattimento.”
“Allora”, rispose la capo dei guerrieri. “È andata abbastanza bene. Abbiamo elaborato un piano per poter vincere, non è stato un chimero facile. Però Angel deve imparare a combattere insieme a noi. Si è ferita alla schiena perché non mi è stata a sentire.”
Ryou guardò Angel accigliato. “Cominciamo bene, eh, Angel?”
La ragazza abbassò appena gli occhi, mortificata.
“Beh, non importa adesso. Imparerà”, chiuse il discorso Ryou. “Ben fatto, ragazzi, per il resto.”
“Piuttosto”, intervenne Minto “perché avete voluto che Masha vi portasse quell’alieno invece di lasciarglielo mangiare?”
“Ci stavo arrivando. Keiichiro, spiegaglielo tu”, disse Ryou voltandosi verso il suo tutore.
“D’accordo. Sentite…” cominciò l’uomo più grande. “Analizzando col computer i dati del chimero che avete combattuto, abbiamo notato che è un po’ diverso dagli altri contro cui avete lottato in precedenza.”
“Ma come?” interruppe Bu-ling. “Era esattamente uguale agli altri!”
Zakuro le mise una mano sulla spalla. “Bu-ling, stiamo a sentire.”
“Sì, di potenza e caratteristiche sembra esattamente come gli altri”, continuò Keiichiro. “Ma, analizzando i dati di quel piccolo alieno al computer, abbiamo notato che ha un DNA molto particolare. Sembra che faccia parte di una sottospecie diversa dagli alieni parassiti usati da Pie e dai suoi. Adesso dobbiamo ancora analizzarlo per bene, quindi di più non possiamo dirvi.”
“Quindi”, intervenne Masaya “pensate che potrebbe darci delle informazioni utili contro i nostri nuovi nemici?”
“Ancora non lo sappiamo. Ma potrebbe essere, sì”, confermò Keiichiro.
I membri della squadra si guardarono con aria interrogativa.
“Bene. Non c’è altro”, chiuse il discorso Ryou. “È ora di pranzo, potete tornare a casa. Ci vediamo qui alle due e mezzo per iniziare il lavoro. Angel, vai su a lavarti, che se goccioli sul pavimento poi ci tocca pulire.”
Angel lo guardò imbronciata e fece per andarsene al piano di sopra.
“Angel!” sentì la voce di Masaya che la chiamava, quando aveva fatto solo pochi gradini. Subito si fermò e tornò giù di corsa, attenta a quello che il ragazzo le aveva da dire.
“Sei sicura che non sia grave? Vuoi che ti accompagni in ospedale, giusto per star tranquilli?” le chiese preoccupato.
La ragazza si sentì come un tuffo al cuore nel sentire che gli importava di lei, ma fece finta di niente.
“No, veramente, non è nulla. In passato mi sono procurata ferite molto peggiori di questa. Però grazie”, rispose, senza osare guardarlo negli occhi. Poi andò al piano superiore per darsi una lavata.
Ichigo guardò il suo ragazzo con una certa inquietudine: era evidente che Angel stava bene e che le sarebbe bastato disinfettare la ferita per riprendersi, allora perché lui aveva avuto quella premura nei suoi confronti? Chiedendole addirittura se le occorresse andare in ospedale? Oltretutto, Masaya l’aveva seguita con lo sguardo finché lei non era scomparsa dalla loro vista. Non era che lui… no, Ichigo si rifiutava di volerci credere. Però… però, se lui si fosse veramente innamorato di Angel? Cosa avrebbe fatto Ichigo, a quel punto? Appena ebbe realizzato questa possibilità, la ragazza iniziò a sentirsi l’animo in tumulto. E se veramente lui non l’avesse voluta più? Se le avesse preferito Angel? Sentì a quel punto una voce, che sembrava venire da molto lontano:
“pronto?! Se ci sei batti un colpo!”
Era Ryou. Ichigo si riscosse, come se lui l’avesse risvegliata all’improvviso. Il suo capo non solo la stava chiamando a voce, ma le stava anche agitando la mano davanti agli occhi, con un’espressione vagamente esasperata.
“Cosa?!” esclamò lei.
Ryou si mise le mani sui fianchi. “Insomma, mi vuoi rispondere o no quando ti parlo? È mezz’ora che ti sto chiamando! Tra te e quell’altra non so chi sia peggio!”
Ichigo scosse la testa, per riprendersi. “Stavo, ehm… pensando”, cercò di giustificarsi.
“Non voglio sapere a cosa”, sospirò Ryou. “Vi stavo dicendo: la riunione è finita. Andate a casa a mangiare e alle due tornate qua. Tutto chiaro?”
“È vero, dobbiamo andare, è veramente tardissimo! Quante faccende Bu-ling deve ancora fare! Per lei non è mai domenica!” esclamò freneticamente la più piccola, salendo di corsa le scale. Gli altri, meno Keiichiro e Ryou, la seguirono e uscirono dal locale, ognuno diretto a casa propria.
Masaya, come al solito, si offrì di accompagnare la sua ragazza a casa, che accettò con un certo incupimento nello sguardo. Il ragazzo si accorse subito che c’era qualcosa che non andava.
“Ichigo, cos’hai? Hai i brutti pensieri?” cercò di indagare.
Lei deglutì, incerta. “Sì…”
“E su cosa? Pensi alla battaglia che abbiamo avuto prima? Non devi preoccuparti per Angel, vedrai che imparerà a combattere insieme a noi.”
Ichigo alzò gli occhi al cielo. Angel, sempre Angel. Perché adesso Masaya si metteva a parlarle di lei? Allora era vero che quella ragazza nuova gli interessava.
“Aoyama-kun… sì, sto pensando ad Angel, ma non per questo. Insomma… perché prima ti sei offerto di accompagnarla in ospedale?” gli chiese lei, con voce ansiosa.
Masaya non si aspettava questa domanda. “Come perché? Aveva una brutta ferita alla schiena, che colava sangue. Mi è sembrata la cosa più giusta chiederglielo.”
“Sì, ma… lei aveva già detto che non era niente di grave, e tu gliel’hai chiesto comunque” insisté Ichigo. “Insomma… stiamo insieme da mesi, io e te, puoi dirmi la verità. Cosa pensi di Angel? Cosa provi quando la guardi?”
Masaya capì immediatamente cosa intendeva. Ichigo era imparanoiata. Ancora era convinta che lui avrebbe potuto lasciarla per Angel. Si fermò e la trattenne con le braccia.
“Ichigo, ti sto parlando seriamente. Puoi fidarti di quello che ti dico. Io non provo interesse per quella ragazza, neanche minimo. Ma stai scherzando? Pensi veramente che io possa smettere di amarti per una che ho conosciuto soltanto ieri? Credi che io sia superficiale fino a questo punto?” le chiese, guardandola dritto negli occhi.
Lei si morse il labbro inferiore. “No, Aoyama-kun, scusa… non intendevo dire questo. Non penso assolutamente questo di te. E se mi dici così, io mi fido. Però ecco, il dubbio mi era venuto. Mi sei sembrato molto ben disposto verso di lei, anche se non la conosci. Perché?”
Lui le lasciò le spalle e ci pensò. Perché? Non lo sapeva nemmeno lui. Sapeva solo che aveva quella strana sensazione, riguardo Angel, che non sembrava volerlo abbandonare. Decise di dare una risposta alla sua ragazza, anche se in apparenza sembrava ridicola.
“È che… ho questa sensazione su di lei, ecco. Non chiedermi il motivo, ma io ho l’impressione che lei abbia qualcosa di te. A volte, quando la guardo, mi vieni in mente tu. Ma non fraintendere”, aggiunse subito quando vide l’espressione attonita di Ichigo. “Non sto dicendo che provo qualcosa per lei. È solo questo, che mi sembra di rivederti in lei, e quindi mi viene da trattarla di conseguenza. E ti ripeto, non saprei spiegarti il perché. Lo so che è stupido ed assurdo, ma è così.”
Il ragazzo sperò che quella spiegazione un po’ raffazzonata le potesse bastare, ma l’espressione di Ichigo non mutava. Il suo sguardo era tremulo, ed era evidente che avrebbe voluto ribattere, ma non ci riusciva. Allora, subito, la avvolse in un abbraccio e se la strinse contro il petto.
“Ichigo, io ti amo. Tu lo sai che io ti amo più di chiunque altro. Te l’ho dimostrato tante volte. Veramente stai mettendo in dubbio quello che provo per te?” le chiese, stringendola così forte da aver quasi paura di farle male.
E la sentì rispondere, quasi in un soffio: “no, Aoyama-kun… hai ragione.”
Allora lui insisté: “ti ho mai fatto del male, ti ho mai fatta soffrire, da quando ci conosciamo? Pensi che il mio amore per te sia una cosa passeggera? Contro Profondo Blu, io mi sono sacrificato per te, tu ti sei sacrificata per me. E pensi che tutto questo possa venire cancellato dalla prima che capita?”
Sentì le dita della ragazza stringersi attorno alle pieghe della sua maglia. “Mi dispiace, Aoyama-kun… non sto pensando questo di te, davvero.”
Faceva fatica a parlare. Quasi singhiozzava, mentre teneva il viso premuto contro di lui. Provava un terribile senso di colpa per aver messo in dubbio i sentimenti del suo fidanzato.
Il ragazzo le passò le dita sulla guancia. “No, non piangere. Non è successo niente, sta tranquilla. Però, d’ora in poi, non mettere più in dubbio quello che provo per te. Perché nella mia vita non ho fatto altro che mentire e a fingere di essere quello che non sono con tutte le persone che mi circondano, e quando non ti conoscevo bene l’ho fatto anche con te, è vero. Ma una cosa è certa, Ichigo: dal momento che mi sono innamorato di te, tutto quello che ti ho detto è vero. Da lì in poi, non ti ho mai mentito. Tu per me sei tutto. E il mio amore per te non si può spezzare. Nessuno, mai, potrà farlo.”
Al sentire quelle parole, Ichigo, sentendosi finalmente rassicurata, sollevò il viso ed annuì, con gli occhi un po’ arrossati. Lui abbassò la testa, cercando le sue labbra, e quando le ebbe trovate provò un grande piacere sentendo lei ricambiare quel bacio quasi con la stessa passione che ci stava mettendo lui. Rimasero abbracciati a baciarsi per qualche altro minuto, senza badare agli sguardi della gente, e con lui che le teneva coperta la testa col braccio per evitare che qualcuno potesse vederle le orecchie.

Ryou, avuto finalmente un attimo di respiro, aveva lasciato Keiichiro un momento nello studio a continuare i suoi studi sul DNA, ed era andato nella sala a sedersi a uno dei tavolini, leggendo il quotidiano di quel giorno, giusto per rilassarsi un attimo. A un certo punto, mentre era immerso nella lettura, sentì un forte rumore sopra la sua testa, come se qualcuno stesse dando delle pedate al pavimento.
“Boss! Vieni su a dirmi qual è il disinfettante! Ci sono troppe bottigliette e non riesco a leggerle tutte!” si sentì gridare dal piano di sopra.
Ryou distolse lo sguardo dal giornale e volse lo sguardo al soffitto, con un misto di incredulità ed esasperazione.
“Non è possibile…” gemette, quasi lasciando cadere la testa sul tavolo. Si trascinò svogliatamente al piano di sopra e raggiunse Angel, che lo aspettava in cima alle scale con circa una decina di bottigliette tra le braccia e un’espressione vagamente confusa. Gliene prese una dalle mani e le indicò i caratteri sull’etichetta.
“Vedi? Il disinfettante è questo qua. Con questi tre kanji qua. Tutto chiaro? Ora fammi il piacere di fare quello che devi fare e di smetterla di urlare come un’invasata!”
La afferrò per le spalle senza tanti complimenti, la spinse dentro il bagno e chiuse la porta.
Fece per tornare di sotto, ma la voce della ragazza da dentro la stanza lo costrinse a fermarsi di nuovo.
“Ehi, dove vai?! Come faccio a lavarmi, se non c’è neanche un secchio d’acqua?!”
Cercando di mantenere la calma, il ragazzo le gridò di rimando: “non hai bisogno del secchio. Gira la manopola di fianco al lavandino e l’acqua viene giù da sola.”
Subito arrivò la risposta di Angel: “Boss!”
“Cosa?!”
“Cos’è il lavandino?” chiese lei, con tono interrogativo.
“Signore, salvami tu…” riuscì solo a commentare il povero Ryou, aprendo la porta ed entrando.
Un quarto d’ora dopo, l’uomo più grande sentì i passi del più giovane scendere le scale in modo strascicato, ed uscì dallo studio per vedere cosa stesse succedendo.
“Qualcosa non va, Ryou?” gli chiese, preoccupato.
“Guarda, non lo so, dimmelo tu. Le ho dovuto spiegare per filo e per segno come funziona il bagno. Non aveva idea di niente, di niente, ti dico, sai cosa vuol dire niente? Le ho mostrato come si apre il rubinetto, ha spalancato gli occhi come se avesse visto un miracolo e si è messa a farmi domande cretine del tipo ‘ma l’acqua da dove arriva?’ ‘Come fa a scorrere via così?’ ‘Dove portano quei tubi?’ ‘Ma veramente si può decidere se farla venire fredda o calda?’. Non la finiva più. Quando le ho fatto vedere come si tira lo sciacquone del water, appena ha sentito lo scroscio dell’acqua è quasi scappata via. Come con i bambini piccoli tocca fare. È solo un giorno che è qua ed io già non ce la faccio più. Per quanti mesi ce la dovremo tenere?” chiese il ragazzo più giovane, senza sapere se essere arrabbiato o disperato.
E Keiichiro gli diede la risposta che non avrebbe mai voluto sentirsi dire: “fin quando Flan non sarà sconfitto, suppongo.”

   
 
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