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Autore: siriopg    26/01/2016    1 recensioni
Callie e Arizona in una storia diversa dalla serie tv.
"Ho bisogno di andar via da qui, ho voglia di andare in un posto e sentirmi libera. Libera di fare quello che mi pare. Libera di non essere l’attrice famosa e circondata da fan impazziti."
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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LIBERA 6 Sentimmo bussare alla porta.
“Vado io, vado io, vado io, disse Arizona correndo.
“Ok, vai tu.”
“Buongiorno, non siamo ancora pronte ma quasi. Ci aspetta qui?.”
Ormai curiosa, andai alla porta.
“Callie alzati e inizia a prepararti, è arrivato…
“Sono qui Arizona e…. chi è arrivato?” le domandai all’orecchio bisbigliando.
“Lui sarà il nostro autista e guida, non conoscendo l’isola ho richiesto qualcuno esperto.”
“No aspetta, che? Non saremo sole?.”
“Dai Callie, poche storie, preparati mentre io faccio il caffè al volo.”
“Arizona fuori è buio, dove vuoi andare?.”
“Smetti di parlare e muoviti, ti dò 5 minuti.”
Mi cambiai velocemente, bevvi il caffè al volo ed ero pronta. Arizona era già in giardino ad aspettarmi.
“Ma come cavolo fai?” le dissi prendendo il mio posto nel sedile posteriore.
“Tieni mi disse, ti ho portato una tazza di caffè, bevilo con calma e ti prego, non ti addormentare.”
“Certo che no Arizona. Tu per sicurezza, parla, parla tanto. Sappiamo come si chiama la nostra guida?.”
“Guarda che capisce la nostra lingua, non iniziare a fare le tue solite figuracce. Si chiama Simon.”
“Non male davvero, dissi sottovoce. Notevole direi.”
Arizona si voltò, mi fece capire che aveva sentito e si rigirò scrollando la testa. Il panorama esterno era bellissimo e dopo molti km, arrivammo alla Baia di S. Clara. Simon si congedò da noi per due ore.
“Wow, guarda che meraviglia questo posto, dissi, sediamoci in quei lettini in riva al mare. Qui serve un brindisi.”
“E una bella colazione, tu ordina io ti aspetto qui.”
Tra bagni, brindisi e spuntini, le due ore volarono via. Simon puntuale era poco lontano ad aspettarci.
“L’idea di questa giornata e di Simon merita un 10 e lode” le dissi ripiegando il telo.
“Lo so, almeno non avremo il problema di perderci o di guidare un po’ alticce” disse.
“Esatto!. Dai andiamo.”
Simon ci portò in un’altra piccola baia ma questa era un po’ meno frequentata e senza bar. Con i teli in mano iniziammo a correre e tutte e due entrammo in acqua facendo un baccano infernale.
“Mamma mia Arizona, passare la vigilia di Natale in questo modo è favoloso.”
“E’ fantastico davvero.”
Notai Simon usare la mia macchina fotografica.
“Che sta facendo?” chiesi tra il sorpreso e il turbato.
“Foto Callie, questa giornata doveva essere immortalata per sempre. Mi piace tenere le foto come ricordo.”
“C’è qualcosa a cui non hai pensato?.”
“Mmmmm vediamo, NO!. Ora arriverà anche il pranzo, Simon è andato a prenderlo in un ristorante qui vicino.”
“Fa che sia pesce” dissi quasi pregando.
“Certo che sarà pesce, a Cuba che vuoi mangiare?.”
“Lo sapevo che avevo fatto bene e portarti con me.”
“E te ne sei accorta solo ora?.”
“Beh, diciamo che quando mi vizi così, ti adoro ancora di più.”
Uscimmo dall’acqua e ci asciugammo al sole. Come programmato, Simon ci portò il pranzo, un plaid e delle birre ghiacciate.
“Ho una fame pazzesca” dissi prendendo un gamberetto dal vassoio.
“Vero, diciamo che non stiamo mangiando il modo salutare in questi giorni. Solo un pasto decente fin’ora, due con questo.”
“Già.”
“Stasera se torniamo presto si va ad aspettare il Natale in qualche locale.”
“No Callie, la giornata finirà tardi ma la cena la faremo in un bel localino caratteristico.”
“Hai pensato a tutto a quanto vedo?.”
“Sì, sono super organizzata altrimenti la mia vita sarebbe un disastro totale. L’organizzazione è tutto.”
“E ci credo, con un marito e tre figlio non è semplice far combaciare tutto.”
“Eh già. Che buoni questi spiedini, davvero gustosi.”
“E’ tutto buonissimo.”
Rimanemmo ancora un po’ lì per poi prendere il cammino verso un altro posto spettacolare. Questa volta Simon ci portò in un villaggio dove affittavano delle imbarcazioni per raggiungere delle piccolissime isolette poco lontano. La padrona della nostra era una donna, sulla quarantina e mi fece molto piacere. Simon venne con noi e ci fece da traduttore. Si chiamava Regla, era rimasta vedova da un po’ e aveva due figli adolescenti. Un maschio e una femmina. Quel lavoro le serviva per mandare avanti la famiglia. Era gentile e molto riservata. La vita non era stata molto fortunata per lei. Visitammo l’isola, incantate da tale bellezza. Spiagge favolose e una vegetazione super. Simon faceva le foto e noi ce la spassavamo alla grande. Ancora un tuffo, ancora un favoloso posto che non si poteva scordare. Con l’aiuto di Simon parlammo un po’ con Regla, ci raccontò la sua vita, le sue giornate e di quanto era dura per lei mandare avanti la famiglia. I suoi figli non studiavano per poterla aiutare in tutti i modi possibili. Quando ci chiese delle nostre vite, rimanemmo perplesse. Le nostre vite, in confronto alla sua, erano straordinarie. Ovviamente non ci conosceva, non avevano la televisione ma fu felice di ascoltare i nostri racconti. Le lasciammo una buona mancia e la salutammo quasi con dispiacere. Io forse più di Arizona. A me aveva catturato il cuore. Aveva gli occhi tristi ma non si dava per vinta. Lottava per avere una vita decente per lei e per i suoi figli. Tornammo alla macchina che il sole stava tramontando. Feci delle foto al villaggio, ad Arizona con Regla e lei la scattò a me con lei. Mai avrei dimenticato quella donna. Chiesi a Simon di prendere un recapito per poterla raggiungere tornate a Seattle. L’ultima tappa fu un favoloso ristorante lungo mare, completamente immerso e scavato nella roccia, non aveva ne tavoli ne sedie ma semplicemente dei tappeti poggiati sulla sabbia. Avevamo prenotato e ci accomodammo. Simon ci lasciò di nuovo sole.
“Mamma mia cos’è questo posto!” dissi, un vero paradiso terrestre.”
“Vero, Simon è stato bravo davvero. Non si può venire a Cuba senza averlo provato.”
Non ordinammo nulla, il cibo arrivava a ruota man mano che si finiva il vassoio. Ad un certo punto, arrivò un tipo in bermuda e canottiera e ci cucinò il pesce alla griglia proprio davanti a noi. Era sbalorditivo, usava coltelli e mestoli in modo sublime. Era divertentissimo. Ero felice. Anche se non sarebbe durato molto, mi sentivo libera. La mia mente era libera, la mia anima era libera. Dopo aver scolato una bottiglia di vino, mi alzai e andai a cantare con il piccolo gruppetto di musicisti. Oramai ovunque andavamo, trovavo il modo di cantare qualcosa. Io cantavo e loro mi venivano dietro come meglio potevano, seguivano semplicemente il mio ritmo. Mi stavo divertendo da morire. Anche Arizona faceva la sua solita parte, cercava di coinvolgere gli altri ospiti a tenere il ritmo con le mani. Mamma mia se stavo bene!. Allo scoccare della mezzanotte, ci offrirono dello spumante e festeggiammo il Natale.
“Auguri Arizona” le dissi andandole incontro e abbracciandola.
“Anche a te, Buon Natale Callie.”
Mi rattristai per dieci secondi, giusto il tempo di essere richiamata tra i musicisti per cantare ancora. Con il flute in mano, ripresi lo show. Ancora una volta, finimmo la serata tardissimo. Rientrammo al nostro villaggio, passate le quattro di mattina. Stanchissime ma felici. Salutammo e ringraziammo Simon con grandi abbracci e anche a lui lasciammo una cospicua mancia. Non per sentirci superiori a lui ma perché aveva fatto davvero un buon lavoro. Entrammo in casa.
“Arizona?” chiamai.
“Sì?.”
“Tieni, questo è per te, di nuovo Buon Natale.”
“Callie, non dovevi. Grazie. E’ un piccolo pensiero, il regalo vero è rimasto a Seattle.”
Lo scartò tutta eccitata, era il quadretto che avevo comprato qualche giorno prima.
“E’ bellissimo.”
“E’ un piccolo ricordo di questa vacanza. E’ stato dipinto a mano dal tizio sulla piazzetta” spiegai.
“Ahhhhh quindi anche tu hai fatto shopping!. Però anche io ho qualcosa per te. Volevo aspettare il nostro risveglio ma a quanto vedo tu e le regole non andate molto d’accordo.”
“Tu il regalo me lo hai già fatto Arizona, questa vacanza è il più bel dono che potessi farmi.”
Mi diede un piccolo pacchetto incartato alla meglio.
“Anche il mio è un semplice pensiero, giusto per non rimanere senza scartare niente.”
Era un braccialetto fatto con piccole conchiglie e sassolini colorati.
“Grazieeeee, dissi abbracciandola. E’ bellissimo.”
Felici come due bambini, andammo a dormire, esauste, sfinite, cotte ma felici.
   
 
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