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Autore: DauntlessBadWolf    26/01/2016    3 recensioni
Secondo la mitologia greca, in origine gli umani avevano quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere Zeus li divise in due esseri distinti, condannandoli a spendere le loro vite in cerca della loro metà.
“Dopo aver servito l’ultimo cupcake Dean alzò la testa e vide uno strano ragazzo rimasto imbambolato davanti all’ingresso. Alcuni tavoli erano vuoti, ma allora perché non si metteva seduto?
Aveva per caso bisogno di un invito scritto?
Forse era uno di quelli che si aspettava che qualcuno gli mostrasse un tavolo libero. Lui non gli avrebbe mostrato un bel niente, non veniva pagato abbastanza per prendere iniziative e fare qualcosa che non fosse compreso nelle sue mansioni!”

|Soulmates!AU|
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo:Like Coffee and Donuts
Titolo capitolo: Friends with Benefits
Fandom: Supernatural
Rating: Giallo
Genere:Romantico
Avvertenze: AU, Soulmates, probabili OOC, fluff -solo per questo capitolo-
Beta: BalderMoon
Trama:Secondo la mitologia greca, in origine gli umani avevano quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere Zeus li divise in due esseri distinti, condannandoli a spendere le loro vite in cerca della loro metà.
“Dopo aver servito l’ultimo cupcake Dean alzò la testa e vide uno strano ragazzo rimasto imbambolato davanti all’ingresso. Alcuni tavoli erano vuoti, ma allora perché non si metteva seduto?
Aveva per caso bisogno di un invito scritto?
Forse era uno di quelli che si aspettava che qualcuno gli mostrasse un tavolo libero. Lui non gli avrebbe mostrato un bel niente, non veniva pagato abbastanza per prendere iniziative e fare qualcosa che non fosse compreso nelle sue mansioni!”

|Soulmates!AU|
Note: Friends with benefits, film del 2011 diretto da Will Gluck e interpretato da Mila Kunis e Justin Timberlake.
Eccomi qua, salve a tutti!
Non mi sono dimenticata della storia, tranquilli, esattamente come le serie tv ho fatto la pausa invernale, purtroppo non so dirvi con quanta frequenza aggiornerò, troppo bello aggiornare ogni primo del mese, cercherò di pubblicare una volta al mese come al solito e se magari ho più tempo potrei provare a scrivere dei piccoli capitoli /o fare uno spin -off con capitoli brevi/ su Balthazar e Benny, se vi siete persi il loro incontro correte a leggere lo scorso capitolo!
Fatemi sapere se l'idea potrebbe interessarvi ed io vedrò di azionarmi per realizzarla.
Bene, vi lascio al capitolo e ne approfitto per ringraziare tutti coloro che seguono/recensiscono/condividono la storia o solamente ne parlano con gli amici è veramente importante per me!
Buona lettura.
P.s. Il capitolo è leggermente più OOC del solito




 

Quando incontrai quello giusto
quello che ti cambierà la vita
il tuo cuore batterà,
ballerai con lui al suono di quel ritmo
finché la canzone non finirà”


Dean aveva sperato fino all'ultimo secondo che la sua vista lo avesse ingannato, era impossibile che Castiel stesse dormendo fra le sue braccia, ma ogni volta che riapriva gli occhi, dopo averli chiusi pensando di svegliarsi da quell'incubo, il ragazzo era sempre lì. Come erano finiti in quella posizione?
Non era la prima volta che si svegliava abbracciato a qualcuno, ma quella era la prima volta con un uomo e la trovava una cosa alquanto strana. Si lasciò andare ad un lungo e rumoroso sospiro passandosi la mano libera fra i capelli. Abbassò di poco lo sguardo e notò che sul volto di Cas aveva iniziato a formarsi un'espressione contrariata: forse quel sospiro lo aveva infastidito?
Per quanto volesse andarsene da quel divano e fare finta che quella scena non fosse mai accaduta non riusciva a trovare il coraggio di svegliare Castiel, ogni volta che ci provava si fermava ancor prima di muovere un muscolo. Trovava rilassante ascoltare il respiro lento e regolare del ragazzo che, ancora, aveva la testa poggiata sul suo petto, forse lo stava trovando anche fin troppo rilassante perché per un istante gli balenò in testa il pensiero di lui e Cas che restavano abbracciati in quel modo tutto il giorno. Ma a cosa diavolo stava pensando?
Non aveva nessun motivo di pensare a lui in quel modo eppure la sera prima aveva provato a baciarlo e probabilmente ci sarebbe riuscito se quel rompiscatole di Balthazar avesse aspettato qualche minuto. Cosa sarebbe successo se fossero riusciti a scambiarsi quell'effusione?
Sarebbe andato tutto bene oppure Castiel lo avrebbe rifiutato e se ne sarebbe andato arrabbiato?
Insomma, il ragazzo non aveva l'aria di uno che baciava il primo che passava e probabilmente aveva azzardato troppo con quella mossa, ma non ricordava neanche perché avesse provato a baciarlo, non trovava neanche un possibile motivo per cui avrebbe dovuto farlo, sperava solo che l'altro non volesse parlarne o chiedergli perché ci avesse provato, perché se lo avesse fatto lo avrebbe negato fino alla morte!
Forse tutto quello stava accadendo perché erano anime gemelle. I suoi genitori gli avevano raccontato spesso storie su quanto fosse naturale voler fare determinate cose con la propria 'metà', ma non credeva che fossero vere o almeno non così tanto!
Stare abbracciato sul divano con lui, pensare di baciarlo per poi andare a fare colazione insieme avevano iniziato ad essere pensieri così naturali che iniziavano a spaventarlo. Doveva smetterla di farsi film mentali quando si agitava, non era una cosa buona, anche se delle volte era sicuro che avrebbe potuto vincere un Oscar con quei 'film'.
Il braccio aveva iniziato ad intorpidirsi, Castiel doveva svegliarsi e doveva farlo al più presto se non voleva avere un braccio 'addormentato' sulla coscienza. Dean fece un profondo respiro, cercando di raccogliere tutte le sue forze: doveva svegliarlo se non voleva trovarsi senza un braccio.
-Castiel, svegliati.- Disse piano cercando di non farlo spaventare.
Cas mugolò contrariato un paio di volte prima di aprire gli occhi.
Lo vide accennare un lieve sorriso. Subito si chiese se sorridesse sempre la mattina quando si svegliava e per uno strano motivo era quasi... felice di essere stato il primo a 'bearsi' di quel sorriso. Accidenti, lo aveva fatto di nuovo, aveva pensato a Castiel in quel modo e, esattamente come al pub la sera prima, aveva avuto l'impulso di baciarlo, impulso che represse subito, non voleva incasinare ancora di più le cose.
-Buon giorno, bella addormentata.- Scherzò Dean lasciandosi sfuggire una piccola risata passando la sua mano fra i capelli scuri dell'amico scompigliandoli, se possibile, ancora di più.
Il sorriso di Castiel divenne subito un broncio, ma non era lo stesso broncio che faceva sempre a lavoro quando si arrabbiava o non capiva qualcosa, sembrava quello di un bambino che non si voleva svegliare per andare a scuola. Aveva ancora la coperta che la sera prima si era appoggiato sulle gambe, solo che adesso gli arrivava fino alle spalle, l'unica cosa rimasta scoperta era la testa.
-Buon giorno.-
Lo sentì mormorare con la voce ancora impastata dal sonno mentre tentava di stropicciarsi un occhio. Dean poté lasciarsi andare ad un lungo sospiro di sollievo quando Castiel decise di alzarsi dal divano, ormai era sicuro di non averlo neanche più un braccio. Iniziò a massaggiarlo mentre alzò lo sguardo verso Cas, che adesso era in piedi davanti a lui con la coperta che sembrava essere un mantello. Era così dannatamente ridicolo, senza contare il fatto che aveva un segnaccio rosso in faccia, probabilmente mentre dormiva gli occhiali dovevano avergli lasciato il segno. Se aveva dormito con gli occhiali dove erano finiti?
Se fossero stati sul divano se ne sarebbero accorti, forse era anche per questo che aveva iniziato a guardarsi intorno leggermente allarmato. Fu allora che sentirono una voce familiarmente irritante ridere: Balthazar.
-Buon giorno ragazzi.- Cercò di dire il coinquilino di Cas tra una risata e l'altra. -Ho interrotto qualcosa?-
Dean roteò gli occhi e sbuffò, aveva fatto la stessa domanda la sera precedente sapendo benissimo che aveva interrotto 'qualcosa', quel ragazzo era Satana sceso in terra.
-Tranquillo Cassie, i tuoi occhiali sono sul tuo comodino, ieri sera te li ho tolti.-
Vide Castiel rilassarsi improvvisamente, come se la sua vita dipendesse da quegli occhiali e poi tornò nuovamente serio. -Perché non ci hai svegliato?-

Castiel era un po' arrabbiato con il suo coinquilino, come aveva potuto farlo dormire tutta la notte abbracciato a Dean?
Non aveva pensato alle conseguenze che quell'azione avrebbe potuto portare?
A che scopo poi, cosa pensava avessero potuto fare insieme?
Erano colleghi, lavoravano nella stessa caffetteria, e si erano semplicemente addormentati sul divano mentre stavano vedendo un film, niente sarebbe potuto essere più innocente. Poi non si sarebbero mai ritrovati su quel divano se Balthazar fosse tornato prima a casa con il coinquilino di Dean.
-Sembravate dormire così bene, non volevo svegliarvi.-
Cas sapeva bene che quella era una scusa, sapeva bene che quando faceva in quel modo era perché 'ho visto che c'è qualcosa fra te e quel tipo, così ho pensato di accelerare le cose', non sarebbe stata la prima volta che capitava. Come si poteva provare interesse verso una persona che si conosceva appena?
A Cas non importava niente se Dean era la sua anima gemella, sarebbe potuto essere anche il principe di Scozia per quanto gli interessava, ma lui non avrebbe mai cambiato idea. Dean era un estraneo per lui e lo sarebbe rimasto fin quando lui non avrebbe deciso altrimenti.
Si massaggiò le tempie pensando a quanto gli facesse male la schiena, non era stata una bella idea dormire sul divano, sopratutto in quella posizione. Come sarebbe riuscito ad andare a lezione?
Era distrutto, si sarebbe sicuramente addormentato, ma non poteva saltare quella lezione e poi non poteva lasciare Alfie da solo, (io metterei un punto) perché il suo collega doveva sempre incasinargli la giornata in quel modo?
Non ricordava di aver firmato un contratto dove lo autorizzava a rovinargli ogni singola giornata della sua vita e adesso che ci pensava la sua macchina era ancora rotta. Iniziava veramente a credere che Dio ce l'avesse con lui.
Mosse qualche passo in direzione del suo coinquilino quando sentì Dean alzarsi dal divano e schiarirsi la voce. Forse non era stato carino andarsene in quel modo senza dire neanche una parola.
-Puoi sederti in cucina...Balthazar preparerà la colazione.-
Non era il turno di Balthazar, ma visto il guaio in cui lo aveva cacciato doveva rimediare in qualche modo.

 

“Anima Gemella:
2 n. una connessione fra persone affini
che non può essere spiegata a parole”


Castiel si era recato nella sua camera da letto per darsi una sistemata, non sopportava l'idea di mostrarsi al mondo, in questo caso a Dean, ancora assonnato e mezzo addormentato. Decise di indossare una semplice maglietta grigia e un paio di jeans, se non ricordava male quello era il giorno di riposo del locale di Ellen, quindi poteva optare anche per un abbigliamento più casual, all'Università nessuno lo avrebbe giudicato considerando che c'era chi si vestiva peggio. Prese gli occhiali e se li mise, prima di uscire si sarebbe messo le lenti, ma per ora preferiva stare il più comodo possibile.
Sulla strada per la cucina si imbatté in Céline o, come preferiva chiamarla lui, Titanic, il che era strano visto che a quell'ora, di solito, era sempre addormentata sul letto di Balthazar o almeno così credeva visto che la mattina non era mai in giro. Si piegò per concedere qualche grattino alla gatta quando, improvvisamente, sentì un forte odore di caffè provenire dalla cucina. Il caffè di Balthazar non aveva mai un odore così buono, cosa ci aveva messo per farlo profumare così tanto?
A quanto pare Titanic non gradì molto le attenzioni visto che si allontanò quasi subito, così si alzò da terra e riprese a camminare verso la cucina. Man mano che si avvicina all'odore di caffè si aggiungevano altri odori uno più buono dell'altro. Castiel sapeva che il suo coinquilino cucina bene, ma non credeva così bene. Accennò istintivamente un leggerissimo sorriso, a dire il vero increspò un po' le labbra quindi non sapeva se si poteva definire veramente sorriso. Appena varcò la porta della cucina dove la tavola era apparecchiata per la colazione si disse “Ha fatto in fretta” dopo di ché prese posto a sedere.
-Il caffè oggi ha un odore buonissimo.-
Ammise Cas iniziando a versane un po' nella sua tazza. Generalmente non era una persona che dispensava complimenti, ma quella mattina Balthazar aveva fatto proprio un buon lavoro.
-Sono contento che ti piaccia il caffè.-
Quella non era la voce di Balth. Castiel si girò verso i fornelli e vide Dean tenere in mano un piatto pieno di frittelle. Lo vide avvicinarsi al tavolo e prendere posto accanto a lui poggiando il piatto sul tavolo. Lui aveva cucinato quelle frittelle e fatto il caffè?
A giudicare dall'espressione compiaciuta sul suo volto la sua ipotesi non doveva essere sbagliata.
-Hai avvertito Benny?- Chiese non perché gli importasse veramente, ma perché odiava i momenti di silenzio con Dean e poi l'ultima volta che in cui erano stati in silenzio si erano quasi baciati.
-Gli ho mandato un messaggio.- Rispose l'altro versandosi un bicchiere di succo. -E' grande e grosso, vivrà una mattinata senza di me.- E si lasciò sfuggire una risata.
Cas non capì il perché l'altro stesse ridendo, ma preferì non esternare il suo pensiero. -Bene.- Si limitò a rispondere.
Appena Balthazar varcò la soglia della cucina si guadagnò uno sguardo poco rassicurante. Era ancora arrabbiato con lui, avrebbe dovuto svegliarli e non lasciarli dormire sul divano come se fossero stati una coppietta al loro primo appuntamento!
Nonostante tutto Balth si mise seduto al suo solito posto e versandosi il caffè disse -Cassie mi ha detto che curiosavi fra i miei DVD l'altra sera.-
Castiel desiderò sparire, perché Balthazar doveva metterlo sembra in imbarazzo?

Dean rise, quasi contento del fatto che Castiel avesse parlato di lui con il suo coinquilino, anche se sperava di essere ricordato per altro e non per il essere il guardone di DVD.
-Sì, sono stato attirato da alcuni titoli ...particolari.- Si sforzò di non ricordare la sua terribile esperienza con il porno musical, per cui non aveva ancora il coraggio di guardare Benny negli occhi.
-Come il Rocky Horror?- Chiese Cas prima di infilarsi un boccone di frittella in bocca.
-Esatto.-
-Quello è il musical preferito di Castiel, sai?- Aggiunse Balthazar ridendo.
Si voltò verso Cas chiedendosi come facesse a piacergli una cosa di quel genere. Insomma, aveva l'aria di essere una persona abbastanza ingessata e quel musical era come dire...molto particolare, non era certo un genere che gli avrebbe attribuito, sopratutto non dopo aver sentito quella cameriera gemere e cantare allo stesso tempo: quel suono perseguiterà i suoi peggiori incubi per molti anni a venire.
Il resto della colazione passò nel modo più tranquillo possibile, Balthazar si era messo a spiegargli la trama di un sacco di musical, in particolar modo si soffermò su i Miserabili che a quanto pare non parlava solo di persone povere, come aveva pensato la prima volta che aveva visto la custodia del DVD, ma anche della rivoluzione francese. Comunque sia non è che gli interessassero molto tutte quelle chiacchiere inutili, guardare musical era infondo alla lista della sue cose da fare.

 

“Le anime gemelle sono le persone che
fanno uscire il meglio di te.
Non sono perfette,
ma per te lo saranno sempre”


Castiel si era congedato nella sua stanza lasciandolo solo con Balthazar che non la finiva più di parlare di teatro e cose affini, per un momento si ritrovò a pensare che sarebbe andato d'amore e d'accordo con Benny che parlava solo di teatro e filosofia. Delle volte si chiedeva come facessero ad essere amici visto che a lui non interessavano quelle cose. Aveva pensato un paio di volte di infilzare la mano del coinquilino di Cas con una forchetta, forse così la avrebbe smesso di gettare chiacchiere al vento come se interessassero veramente a qualcuno.
Si sentì sollevato quando Castiel tornò da loro, almeno non sarebbe più stato costretto ad ascoltare il Balthazar Show . Il ragazzo indossava il cappotto, la tracolla e si era tolto gli occhiali, dove stava andando?
Certamente non da Ellen, quello era il giorno di chiusura del locale.
-Sto andando a lezione.- Disse sistemandosi lo zaino.
-Ti do un passaggio, tanto devo andare in quella direzione.-
Mentì alzandosi in piedi e muovendo qualche passo verso Cas.
Lui non doveva andare verso l'Università, ma dalla parte opposta, quando il locale di Ellen era chiuso lavorava a tempo perso nell'officina di un amico di suo padre, ma ci aveva preso gusto a scarrozzare Castiel in giro per la città, era diventato la sua auto di cortesia.
-
No.- Rispose secco il ragazzo. -Andrò in autobus.-
Preferì non insistere per il momento e così lo lasciò uscire senza troppe storie e poco dopo lasciò la casa anche a lui per recarsi all'officina.


Una volta salito in macchina abbassò di poco il finestrino e accese la radio. Nonostante il cielo fosse coperto da qualche nuvola il sole era caldo e sembrava una bella giornata, ciò mise di buon umore Dean che iniziò a cantare il motivetto della canzone che stavano passando alla radio pur non sapendo neanche una parola.
Era quasi arrivato a metà della stradina quando vide Castiel. Si avvicinò, per quanto passibile, al marciapiede dove il ragazzo camminava, iniziò procedere a passo d'uomo e abbassò del tutto il finestrino.
-Sicuro di non volere un passaggio?-
Vide Cas irrigidirsi subito , forse non era stata una buona idea prenderlo alle spalle in quel modo, ma all'inizio gli era sembrata una cosa carina e divertente anche se sembrava essere il classico cliché dei film che sua madre amava vedere in tv, non che lui li conoscesse, sia chiaro. Il suo collega non si fermò e continuò a camminare. Ormai far salire il ragazzo sulla sua macchina era diventata una sfida e allo stesso tempo un gioco divertente.
-Passi spesso da queste parti?-
-Dean, per favore...- Lo sentì borbottare. Se non altro era riuscito ad attirare la sua attenzione, anche se per farlo aveva dovuto sfoderare la frase più abusata di sempre. Comunque sia Castiel si fermò e lui fece lo stesso.
-Sai, qui vicino abita un mio collega, un tipo serio, capelli scuri, credo tu lo abbia visto da queste parti.- Continuò cercando di non scoppiare a ridere vedendo che l'espressione di Cas che si faceva man mano sempre più confusa. Tra poco avrebbe iniziato a fumargli il cervello se si fosse concentrato ancora un po'. -Non gli piace molto farsi dare i passaggi, anche se ad offrirglieli sono io, secondo te perché?-
Forse l'altro aveva capito lo scherzo perché lo vide accennare un piccolissimo sorriso. Sperava davvero che adesso gli reggesse il gioco.
-Non so, magari gli piace camminare.-
-Ne dubito, non ha l'aria di uno a cui piace sudare.-
-Davvero?-
Castiel mosse qualche passo in avanti avvicinandosi alla macchina.
-Sì e poi non credo che gli piacerebbe fare mezza città a piedi.-
Dean si lasciò andare ad una breve risata.
-Magari ha cambiato idea e vuole provare a camminare per mezza città.-
-Non ci credo neanche se è lui a dirmelo.-
Si lasciò sfuggire nuovamente una risata, mentre Cas aveva allargato leggermente il suo sorriso e subito Dean si chiese se mai lo avrebbe rivisto sorridere come quando si era appena svegliato quella mattina, era stato un sorriso così innocente che quasi stonava sul volto del ragazzo, ma era stato felice di vederlo.
-Dovresti imparare a credergli, allora.-
-Dai, Cas, fatti dare un passaggio.-
Dean si sentiva quasi in dovere a offrigli un passaggio; si era offerto di riparargli l'auto ed era palese che si stesse offrendo anche come 'auto di cortesia', anche perché Bobby non gli avrebbe mai permesso di prendere una macchina dalla rimessa per darla a un totale estraneo.
Vide Castiel cambiare espressione: era tornato serio, pensieroso, probabilmente era indeciso sul da farsi, ma dopo tutto gli stava offrendo un semplice passaggio fino all'Università non capiva il motivo di tuta quella titubanza, aveva per caso paura che approfittasse della storia delle anime gemelle per saltargli addosso?
Sinceramente, aveva avuto un sacco di occasioni per farlo, ma non era nel suo stile e ci teneva ad essere onesto con Castiel, anche se questo voleva dire aspettare per affrontare il discorso.
Vide Cas riprendere a camminare e, per un secondo, pensò che non sarebbe salito in macchina, ma quando lo sportello dell'Impala si aprì scricchiolando come sempre, il suo cuore si alleggerì all'improvviso. Stava diventando esattamente come quelle ragazzine nei film di sua madre e detestava questa cosa!
Velocemente mise in moto, quasi avesse paura che l'altro potesse cambiare idea improvvisamente e decidesse di scendere dalla macchina.
Di tanto in tanto buttava un'occhiata al suo passeggero. Teneva la testa poggiata al finestrino e, adagiata sulle gambe, aveva la sua tracolla che portava ovunque. Perché non si lasciava un po' andare?

 

“(...) ciascuno di noi, in quanto è stato tagliato
come si fa con le sogliole, è la metà, il contrassegno,
di un singolo essere; e naturalmente ciascuno
cerca il contrassegno di sé stesso (...)”


La giornata di Castiel passò lentamente come la precedente, del resto. Gli piaceva Storia del Cinema, era la sua materia preferita, ma quel giorno non era riuscito a seguire neanche un minuto della lezione; era troppo impegnato a riflettere sugli avvenimenti della sera precedente e di quella stessa mattina. Stava ripensando a Dean e al fatto che si erano ritrovati a pochi centimetri di distanza e Dio solo sapeva cosa sarebbe potuto accadere se Balthazar non fosse arrivato. In più ieri sera si erano addormentati sul divano e si erano abbracciati! Doveva sicuramente essere un qualche scherzo del destino. Sollevò, di poco, la manica sinistra della sua maglia e iniziò ad osservare l'orribile storpiatura del suo nome. Era tutta colpa di quello scarabocchio se la sua vita stava dando a rotoli e era anche colpa di Balthazar che gli aveva procurato quel colloquio alla tavola calda di Ellen. Lui non credeva nelle anime gemelle, sin da bambino la trovava una cosa stupida e priva di alcun senso logico, ma forse la pensava così perché era sicuro che non che non l'avrebbe mai incontrata, ma adesso tutto era diverso, aveva incontrato Dean e prima o poi sarebbero stati costretti a parlare della cosa. Pensò che forse si sarebbe dovuto sentire fortunato per essere riuscito ad incontrate la sua metà, alcune persone fantasticavano quell'incontro per tutta la loro vita senza però riuscire a realizzarlo. Forse avrebbe dovuto chiedere un parere a qualcuno, ma a chi?
Balthazar era da escludere, lo avrebbe spinto fra le braccia di Dean senza pensarci due volte, e non era sicuro che Alfie avrebbe potuto capire il suo problema. Forse avrebbe dovuto chiamare Gabriel, ma non sapeva quanto suo fratello gli sarebbe potuto essere d'aiuto.
Si coprì velocemente il polso quando sentì tutti i suoi colleghi alzarsi dai propri posti discutendo della lezione che si era appena tenuta. Nonostante la voglia fosse diventata meno evidente da quando aveva incontrato Dean ancora si vergognava un po' a mostrarla in giro, dopotutto il suo nome era stato storpiato in Asstiel non era certo qualcosa di cui andare orgogliosi.

Era arrivata l'ora di pranzo e nella fretta di uscire di casa aveva dimenticato di prendere il pranzo, non sarebbe successo niente se per una volta avesse saltato un pasto, così aveva optato per avvantaggiarsi nello studio e si era recando in biblioteca alla ricerca di qualche libro che gli sarebbe potuto essere d'aiuto. Dopo aver trovato quello che stava cercando, un libricino abbastanza piccolo sull'arte contemporanea, si mise seduto sulla gradinata davanti alla biblioteca iniziando a sfogliarlo, dentro faceva troppo caldo così ne approfittò per sedersi fuori.
-Cassie.-
Si sentì chiamare. Solo una persona lo chiama in quel modo: Balthazar. Perché era venuto?
-Alfie mi ha detto che eri in biblioteca.- Iniziò il suo coinquilino sedendosi accanto a lui. -Ti ho portato il pranzo.- Detto questo il ragazzo gli allungò una bustina di plastica. Era stato un gesto strano persino per Balth; da quando si conoscevano non gli aveva mai portato il pranzo, cosa c'era di diverso questa volta?
Decise, comunque, di non porsi troppe domande. Aveva fame e il suo coinquilino gli aveva portato il pranzo, meglio per lui. Estrasse il porta vivande dalla busta e con molta delusione notò che si trattava di una semplice macedonia...doveva immaginarselo, dopo tutto il pranzo glielo aveva preparato Balthazar.
-Come è andata con Benny?- Chiese Castiel prima di mangiare un boccone di macedonia. Voleva sapere cosa era successo con il coinquilino di Dean e sopratutto come avevano affrontato il discorso Anime Gemelle. Forse avrebbe potuto attingere qualcosa dall'esperienza del ragazzo.
-Abbiamo parlato e nient'altro.- Rispose Balth stiracchiandosi appena. -Siamo giunti alla conclusione che non siamo fatti per stare insieme in quel senso. Tu, invece?-
-Io cosa?-
-Tu e Dean sembrate molto affiatati.-
Cas continuò a mangiare qualche boccone prima di rispondere: davvero sembravano così affiatati?
-Siamo solo colleghi di lavoro.- Ed è quello che sarebbero rimasti, anche se ormai era sempre più evidente il fatto che fosse difficile mantenere quel tipo di rapporto e la riprova l'avevano avuta quella mattina, sul divano.

-Se fossi in te proverei a buttarmi, sai?-


“Un giorno incontrerai qualcuno
che lascerà un marchio indelebile sulla tua anima”


Non credeva di averlo fatto, lui non era mai così precipitoso, prima di fare una cosa contemplava sempre le conseguenze a cui quella azione lo avrebbero portato, ma dopo che Balthazar se ne era andato non ci aveva pensato due volte a prendere il telefono a mandare un messaggio a Dean. Si erano scambiati i numeri di telefono in caso avessero dovuto cambiare i turni a lavoro, non credeva l'avrebbe mai utilizzato per mandargli un semplice messaggio. Il testo diceva:


“Ti va di bere qualcosa?”

 

In fondo, si disse, gli stava solo riproponendo l'invito del giorno prima.

Dean gli rispose quasi subito con:

“Ci vediamo fra venti minuti fuori dall'Università”


Si era appoggiato alla cancellata e stava distrattamente guardando il telefono, quando da lontano intravide l'inconfondibile Impala nera di Dean, mise il cellulare in tasca e una volta che la macchina si fermò, salì. Come immaginava la radio era accesa e probabilmente era sulla stessa stazione radio della sera scorsa, quella che trasmetteva solo Rock Classico. I finestrini erano entrambi aperti anche se nell'abitacolo si sentiva un forte odore di olio per motori.

-Scusa l'odore, stavo lavorando, mi sono lavato le mani, ma l'odore è restato.- Disse Dean lasciandosi sfuggire una risata poco prima di rimettere in modo la macchina.
-Avresti dovuto usare il sapone.-
Rispose serio Castiel iniziando, come al suo solito, a guardare fuori dal finestrino.
-Non ho avuto molto tempo, visto che qualcuno era impaziente di bere qualcosa.-
Continuò a scherzare.
Neanche lui sapeva perché gli aveva mandato quel messaggio, era tutta colpa di Balthazar che gli aveva detto di buttarsi e lui come uno stupido lo aveva ascoltato. Sperava davvero che l'altro fosse troppo impegnato in altre faccende per rispondergli e invece si era sbagliato.
La strada che Dean aveva imboccato li stava conducendo fuori città, ma là,che lui sapesse, non c'erano bar dove andare a bere.
-Dove stiamo andando?-
Smise di guardare fuori e rivolse, per la prima volta da quando era salito in macchina, lo sguardo verso il suo collega che accennò subito un sorriso.
-Alla rimessa dove lavoro, non ho ancora finito il mio turno e poi stavo lavorando alla tua macchina.- Abbassò ancora un po' il suo finestrino. -Ho pensato di portarti là almeno puoi dirmi se ci sono altre cose che non vanno.-

La rimessa dove Dean lavorava insieme a Bobby, che doveva essere un caro amico di suo padre, sembrava essere abbastanza mal ridotta e, immediatamente accanto, affacciata su una strada deserta, si erigeva la casa del capo di Dean, Castiel si stava chiedendo come potesse avere dei clienti in un luogo sperduto come quello, ma forse era meglio non fare troppe domande, infondo non era affar suo sapere come quell'uomo si procurasse un lavoro, l'unica cosa che gli interessava era riavere la sua macchina in modo da evitare di dover accettare passaggi da Dean.

 

“Se per baciarti dovessi poi andare all'Inferno, lo farei.
Così potrò poi vantarmi con i diavoli
di aver visto il Paradiso senza mai entrarci”


Bobby si era rivelato essere un uomo dai modi di fare abbastanza cordiali, anche se il suo aspetto esteriore e le sue movenze potevano tradire quell'aspetto del suo carattere. Quando Dean li aveva presentati si era guadagnato una sua occhiata indagatrice che lo mise un po' a disagio.
Gli fecero posare le sue cose sul divano rosso che si trovava al centro del salotto della disordinata casa di Bobby: c'erano libri ovunque, sulle librerie, ormai stracolme, sul tavolino in salotto e addirittura sul pavimento! Le mensole erano piene di cimeli che sembravano molto antichi e alle pareti era appese un sacco di foto ingiallite dal tempo.

L'uomo gli aveva offerto un birra e lui aveva accettato senza pensarci un attimo, tanto quella era diventata la giornate del tutto può accadere.

Seguì Dean all'esterno dell'abitazione fino alla rimessa dove stava finendo di riparare la sua auto.
-Era un problema alla batteria, ma ho risolto, dovrebbe andare bene, ora.-
Dean iniziò ad elencare una serie di nomi strani che, con molta probabilità, dovevano essere i pezzi che aveva sostituito nella sua macchina, ma, a dirla tutta, Castiel non ci capiva niente di meccanica, non sapeva neanche da che parte farsi per cambiare le gomme.
-Comunque, dovresti ringraziarmi: l'ho rimessa a nuovo.- Continuò il suo collega riprendendo ad armeggiare all'interno del cofano della sua auto.
-Grazie, Dean.-
Rispose Cas accennando un lieve sorriso prima di bere l'ultimo sorso di birra. Era strano dirlo, ma si stava divertendo alla rimessa. Gli piaceva ascoltare Dean parlare dei vari pezzi con cui stava lavorando e gli piaceva vederlo contorcersi nelle posizioni più improbabili per raggiungere le varie chiavi e cacciaviti che aveva sparso ovunque. Dopo tutto non aveva fatto così male a mandargli quel messaggio.
Lo sentì sospirare e poco dopo 'riemerse' dal cofano dell'auto, aveva le mani nere come la pece tanto che si macchiò la fronte di nero nel vano tentativo di asciugarsi il sudore. Castiel si lasciò sfuggire una lieve risata e afferrò un panno lì vicino e si avvicinò a Dean per pulirgli la fronte.

Quello fu un gesto inaspettato che sorprese molto Dean. Castiel sembrava essere così rilassato, aveva addirittura riso ed era sicuro di non esserselo immaginato, se per farlo rilassare un po' avesse dovuto sporcarsi con l'olio per motori lo avrebbe fatto più spesso. La faccia del suo collega, mentre gli stava pulendo la fronte, era così concentrata da far invidia a quella di un bambino, sembrava veramente ostinato a voler rimuovere qualsiasi residuo, ma se avesse continuato in quel modo gli avrebbe portato via la pelle.
-Calmo, tigre.- Disse afferrandogli il polso della mano con cui teneva il panno per poi abbassarlo lentamente.
Erano di nuovo vicini, esattamente come la sera prima, adesso nessuno avrebbe potuto disturbarli. Bobby era uscito per fare delle commissioni e c'erano soltanto loro due.
Dean si avvicinò lentamente al volto di Castiel che, proprio come era successo nel locale, si era irrigidito tanto che sembrava aver smesso, addirittura, di respirare.
Sempre lentamente Dean, finalmente, raggiunse le labbra del ragazzo baciandolo.

 

 

 

   
 
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