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Autore: NiathWantsCookies    27/01/2016    2 recensioni
'In principio lui si era rifiutato.
Chi credeva di essere, quell’idiota?
Poi ci aveva messo di mezzo il cioccolato.
E con il cioccolato non c’è da scherzare.'
[E fu così che Niath fece il suo ingresso nel fandom di Death Note. Rovinando non solo EFP, ma anche il fandom stesso. Idea geniale scriverla, non trovate?]
Genere: Angst, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello, Un po' tutti | Coppie: Matt/Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Melissa, tu non hai idea. Quello là si mette il Nintendo nella tasca posteriore dei jeans.
-E allora?
-NON È NORMALE, MELISSA. In più mi guarda come se volesse stuprarmi da un momento all’altro.
-E se volesse farlo?
- … cancella quell’espressione dalla tua faccia. Ora.
-Cosa c’è che non va nella mia rape face?
-Tutto, Melissa. Tutto.

Convincere la propria vicina di casa che dovrebbe assicurarsi che non succeda nulla, se tiene ai suoi occhi e alla sua mente poco sviluppata, è un’impresa più difficile del previsto.
E Mello lo sapeva bene.

Una volta uscito da quel posto infernale, si era catapultato sulla moto, accarezzandola come fosse il suo amore perduto, e sussurrando frasi del genere ‘tranquilla, ce ne andremo presto da qui’.
Sì, entrare in contatto con altre persone gli faceva davvero male.
A meno che non fosse Melissa –sempre che quell’essere potesse essere definito una persona.
In seguito, si era allontanato il più velocemente possibile dall’edificio, e una volta arrivato a casa, aveva preso una tavoletta di cioccolato dalle sue infinite scorte anti-Melissa, mentre rifletteva sull’accaduto nel modo più lucido che gli era consentito.
Davvero l’avevano preso per cattolico?
Rise di gusto mentre guardava il suo rosario.
‘Le probabilità che io diventi cattolico sono uguali a quelle che io diventi diabetico’.

Restò qualche giorno in isolamento –non che di solito non lo fosse, sia chiaro-, e dopo una settimana si decise a uscire dalla camera, ormai ridotta a cartacce di cioccolata per terra e vestiti sparsi ovunque.
L’ordine, Keehl, non è il tuo forte.

Uscì di casa e si diresse da Starbucks. Solo per scroccare una cioccolata calda, ovviamente.
Qualche mese prima Melissa era tornata a casa tutta pimpante e con un sorriso estremamente inquietante.
-MELLUCCIO, INDOVINA UN PO’? HO TROVATO UN LAVORO!
Dopo averle dato un calcio negli stinchi –i nomignoli di Melissa erano il male-, si informò.
Non perché gli interessasse, naturalmente. Ma quella bimba idiota un po’ troppo cresciuta aveva un bisogno di attenzioni al limite del normale, e lui al cioccolato ci teneva.
Mello, dal lavoro della vicina, ne aveva tratto beneficio: non solo poteva trascorrere qualche giornata in santa pace, ma anche mangiare gratis.
Probabilmente ne usufruiva un po’ troppo, ma la ragazza non se ne accorgeva.

Arrivato davanti alla porta, la spinse leggermente con la spalla, per poi sistemarsi di fronte al bancone.
Melissa era dietro il banco, nella sua sfavillante divisa, mentre con un sorriso estremamente inquietante –a quanto pare, non sapeva sorridere in altro modo- preparava una cioccolata.
Il biondo, una volta appoggiatosi al bancone, stava per rivolgersi alla ragazza, quando vide qualcosa che non andava decisamente bene.
Bestemmiò –era sicuro di aver appena inventato qualche imprecazione- mentre si copriva il viso con i capelli ed elaborava strategie pensando a come uscire da lì il più velocemente possibile senza farsi notare.
Aveva appena deciso quale piano di fuga adottare quando sentì qualcuno picchiettargli l’indice sulla spalla e intonare un singolare ‘Melluccio’ dal tono decisamente troppo mieloso.
-Melissa, che cazzo vuoi?
-Ti preparo una cioccolata?
-Vedo che capisci.

Il cioccolato, solitamente, aveva il potere di calmarlo.
Ma non in quel momento, quando vide quella fottuta testa rossa avvicinarsi pericolosamente.
Cercò di abbassare lo sguardo sulla bevanda che aveva davanti, sperando che a furia di fissarla i suoi occhi sarebbero diventati dello stesso colore, così non avrebbe più ricevuto occhiate incuriosite anche per quello, oltre che per i capelli e il suo modo di vestire e di fare.
Non era una persona che passava inosservata, Mello, e il ragazzo non aveva mai capito se la cosa gli facesse piacere o meno. A volte avrebbe semplicemente voluto sparire, o passare inosservato, essere uno tra tanti. Altre volte, avrebbe preferito che l’attenzione si concentrasse su di lui, che tutti potessero vedere quanto sapesse essere stronzo e menefreghista –e, se anche l’avessero poi odiato, non gli sarebbe importato-. Non capiva nemmeno lui il perché, spesso preferiva non pensarci e evitare di farsi complessi, perché aveva passato davvero troppo tempo a farsene, e aveva imparato che non portano a nulla di buono. E troppe volte aveva pensato al parere degli altri, e l’aveva finita ad essere un menefreghista freddo e antipatico, che stava sul cazzo a chiunque facesse l’errore di rivolgergli la parola.
E non aveva intenzione di cambiare –non di nuovo- per qualcuno conosciuto a malapena una settimana prima.

Ed era fermamente convinto di ciò, e lui era uno che rimaneva fermo nelle sue convinzioni.
Ma, prima che se ne accorgesse, i suoi occhi erano fissi in quelli del rosso; e ci stava affogando, per così dire, e non sapeva se fosse un bene o un male. Però lui –quel ragazzo di cui non sapeva pressoché nulla- gli stava sorridendo, e questo bastò a fargli sollevare quasi impercettibilmente gli angoli della bocca.
E stava pensando che quella tonalità di verde era estremamente bella, e ci stava mettendo tutto se stesso per non farsi filmini mentali.
Non riusciva a ragionare in modo totalmente lucido –quegli occhi erano la fine del mondo- ma una minuscola parte del suo cervello pensava che Melissa, da brava persona quale (non) era, avrebbe dovuto scuoterlo in malo modo e farlo tornare in sé, così il biondo avrebbe ripreso coscienza e sarebbe potuto scappare e dimenticare quel ragazzo.
Ma dato che stiamo pur sempre parlando di Melissa, e che quella ragazza non sa interpretare le situazioni, Mello sapeva che non sarebbe mai accaduto nulla di quel che sperava.
-Matt, vieni un attimo!
Cazzo.
-Oh, dovevo chiederti… Matt, mi stai ascoltando?
Nasconditi.
Si interruppe quando vide che i due ragazzi vicino a lei si stavano fissando.
-Mello, se lo guardi come se volessi sposartelo e avere dei figli con lui, è naturale che mi parta la ship.
Il biondo era tentato di prenderla a calci –se c’era una cosa che non voleva sentire, in quel momento, erano i discorsi da fan girl di Melissa-, ma si trattenne pensando che non sarebbe stato piacevole essere trascinato fuori dal locale e avere altri casini.
-Vaffanculo.
-SEI ARROSSITO. IO L’HO DETTO CHE TI PIACE.
-CHIUDI QUELLA FOGNA, BASTARDA.
-MA È VERO!
-… sapete che ci stanno guardando tutti, vero?
La voce del rosso era più bella rispetto a quel che Mello ricordava. Non che a lui importasse o avesse atteso il momento in cui l’altro avrebbe parlato, naturalmente.
Il biondo pensava che Matt fosse davvero troppo vicino, ma non aveva nessuna intenzione di allontanarsi –se Melissa avesse potuto leggergli nella mente, gli avrebbe ripetuto per l’ennesima volta che i suoi pensieri erano estremamente da gay-.
La ragazza stava continuando a parlare, ma Mello non la stava ascoltando. Era troppo, troppo occupato a osservare i capelli di Matt.
Così, quando sentì in lontananza Melissa dire “perché non venite a casa mia, domani?” pensò che avrebbe fatto decisamente meglio a prenderla a calci prima.








****Niath says****
EBBENE SÌ, SONO ANCORA VIVA –per vostra sfortuna, aggiungerei-.
E nulla, era da più di due mesi che non pubblicavo e mi sentivo in colpa. Tra l’altro ho come sveglia Bulletproof Heart E VI POSSO ASSICURARE CHE È OTTIMA PER RICORDARTI OGNI GIORNO ‘ehi, hai scritto il capitolo? No? Ti senti in colpa per questo? Mi odi? CHI SE NE FREGA :D’
… sì, le canzoni parlano. Ve lo posso assicurare. E non è assolutamente colpa della droga. No no.
Bene, ora che siamo entrati nel vivo della storia e che il blocco è passato, vi posso (quasi) assicurare che aggiornerò più spesso. Dipende solamente dalla scuola, dato che questo anno è incasinatissimo. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, gradirei tanto che lasciaste una recensione ^^
-Niath
P.S.: in questo capitolo volevo mettere TANTISSIME note personali ma ho evitato per non fare spoiler. Magari, alla fine della storia, farò un capitolo dove metterò tutte le mie note :D
   
 
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