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Autore: owll    18/03/2009    2 recensioni
La fine di Raito è giunta, Ryuk riflette sulla propria vita...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Light/Raito, Ryuuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero solo un uomo


“Ho voglia di raccontarti una storia, credo che ormai sia arrivato il momento non credi?” chiese lo Shinigami al corpo morto del suo ‘amico’, Raito. “Oh si giusto, non puoi rispondermi!... sei… andato, defunto, tra-pa-ssa-to!” scandì bene le ultime parole, poi, sghignazzò tra se chiudendogli gli occhi ancora spalancati e opachi. Il volto del ragazzo era sfigurato, fermo nell’ultimo attimo di morte, gli zigomi più appuntiti, la bava fredda che ancora gli colava dagli angoli della bocca aperta e il sangue che ricopriva ancora l’intero corpo, su quelle scale dove era morto. “… si Raito, ho una storia da raccontarti… la mia! Eh ehehehe!” il suo era un riso amaro, le parole nascondevano una lunga sofferenza, era seduto al suo fianco, e poteva osservarlo con chiarezza “… sai io… anche io un tempo ero un uomo, proprio come lo sei… OPS… lo eri tu poco fa. Ero bello, modestamente, e anche in carriera, però, ero solo un uomo, vivevo una vita dissoluta, da solo, in una vecchia casa, quella dei miei genitori, morti da tempo, beh si avevo quindici anni quando morirono, forse per questo non sono mai stato come gli altri, io ero come una piaga, cattivo e subdolo, soprattutto con i miei compagni di classe. Quando poi cominciai a lavorare, semplicemente mi chiusi in me stesso; ero capace di rubare le commissioni ai miei colleghi senza che se ne rendessero conto, così accumulavo denaro che, per la maggior parte sperperavo o ‘investivo’ in sakè e birra cinese scadente. Bevevo come una spugna ogni sera, perché solo così riuscivo ad addormentarmi, mi assopivo stremato su una delle mie poltrone più scomode e poi mi svegliavo più nervoso e più frustrato di prima. Si, puoi dirlo, facevo schifo… un po’ come te caro Raito, la tua sete di potere ti ha distrutto, dovresti vederti sai, sei proprio orribile, con tutto quel sangue uhuhuh!” riprese a sghignazzare, la situazione lo divertiva particolarmente; gli aggiustò una ciocca di capelli con le sue lunghe dita scheletriche e continuò a ridere tra se finché non calò il silenzio.
“La storia non finisce di certo così, dov’ero rimasto… oh certo, al punto in cu bevevo, certo ancora adesso bevo, ma solo sidro heheheh…” si auto elogiò per la divertente battuta e riprese “… la mia vita continuò così per molto tempo, se non fossi morto per l’incidente, per quell’auto che consumò il mio corpo sull’asfalto per mezzo chilometro, sarei morto per l’alcool, il mio fegato non avrebbe più resistito, anche perché mangiavo sempre meno giorno dopo giorno. Prima della mia fine, però, accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettato: Yukino. Lei era una mia collega, mi era anche capitato di fregarle qualche committente, lavoravamo nello stesso ufficio e non mi ero mai accorto di quanto mi ronzasse intorno fin quando poi mi resi conto che ogni  giorno mi portava qualcosa da mangiare; poi, le attenzioni crebbero, mi fotocopiava circolari che non avrei mai letto, mi passava documenti importanti e quant’altro e io non mi degnavo mai di ringraziarla ne di accennare ad un sorriso, poi un giorno… mi parlò!” un attimo di silenzio per raccogliere pensieri e sentimenti reconditi, si guardò le mani, i palmi, il dorso e ricominciò “Nessun collega mi si avvicinava, non ero un tipo amichevole e poi ero scostante con tutti, non capivo perché lei, invece, si ostinasse. No, non l’ho mai apprezzata, lei era bellissima, e solo ora me ne accorgo, all’epoca per me esistevo solo io e la bottiglia. Hahaheheheh” rise di gusto per un po’, poi scorse il suo profilo mostruoso nella pozza di sangue e si interruppe bruscamente. Osservò il corpo di Raito riverso con la schiena sulle scale, quella fioca luce che gli illuminava il volto lo trasfigurava maggiormente, non era affatto un bello spettacolo, ma divertiva Ryuk, era quella la fine che si era meritato, pensava. “Caro mio, anche tu hai avuto la tua occasione, Misa-Misa ti adorava, proprio come Yuki adorava me. Un giorno, decisi di darmi malato al lavoro, volevo stare un po’ da solo e, bere un po’, volevo disegnare qualche altra scena del fumetto che stavo scrivendo (parlava di un ubriacone ovviamente) e bere ancora. Verso il mezzo dì, sorpresa, Yukino si presentò alla mia porta… chissà poi come facesse a sapere dove abitavo… beh i misteri della vita. Era bellissima Raito, con quella sua pelle bianchissima e le labbra rosse come ciliegie, i capelli neri e dritti come spaghetti le incorniciavano il viso, quello che mi colpì di più erano i suoi grandi occhi color nocciola che mi sorridevano, ma ero davvero uno straccio e me ne fregai; in sostanza la trattai male per tutto il tempo che rimase da me, in fondo ero ubriaco no? Hahauhauhauhauha!” questi slanci di riso erano davvero frequenti, si divertiva a raccontare le proprie disgrazie quanto quelle degli altri, pur non avendo bisogno di riprendere fiato si fermò, scosse la testa, diede un morso alla sua ultima mela giornaliera e riprese a parlare “Mi preparò da mangiare, mi raccontò qualcosa di se che ora non ricordo, anche perché ero fatto dalla testa ai piedi, dormii tutto il pomeriggio, e quando mi svegliai lei era ancora lì, non capivo se facesse finta di non capire o cos’altro, in fondo io non le davo corda, non le rispondevo, fatto sta che rimase anche per la cena, preparata da lei, questa volta senza dire una parola e senza farmi alcuna domanda, forse era meglio così, meglio non sapere niente e di certo io non le avrei risposto. Mangiai solo un piatto, lei altrettanto, aspettò finché non tornai lucido e cioè quando riuscii a trovare di nuovo la bottiglia a quel punto mi fermò… mi disse che mi amava ahahaha… cioè amava un lurido ubriacone, approfittatore ed ipocrita. Fu in quel momento che la mia mente partorì una delle idee più sporche che avevo mai osato pensare: la baciai e lei divenne la mia adoratrice personale, smisi di bere solo in sua presenza per mantenere le apparenze, facevo finta di essere quello che non ero proprio come te con Misachan, ti ha amato e ti ama ancora, pensa che tu sia ancora vivo che sciocca illusa ahahaha!...” questa volta continuò senza fermarsi, un fantasma attraversò il giallo languore delle sue pupille “Passammo ogni notte insieme, io rendevo viva ogni mia perversa fantasia e lei continuava ad amarmi, a questo punto penserai che poté cambiarmi, ma non fu così, morii pochi mesi dopo quel bacio. Uscivo da casa sua quando quell’auto mi prese a tutta velocità, morii all’istante e mi ritrovai nel mondo degli Shinigami. Lì il tempo scorre diversamente, ho avuto più di tre secoli per riflettere sulla mia vita, o meglio su quello che ero stato in vita (pur essendo passati su questa terra pochi mesi), arrivai alla conclusione che era stata un vero fallimento; tutto questo però accadde dopo il mio ultimo atto da stupido essere umano. Appena vidi com’ero diventato la mia rabbia si riversò su Yukino…” Ryuk prese il suo Death Note, lo sfogliò per un po’ rendendosi conto di aver ucciso davvero molta gente e che l’ultimo nome scritto risaltava particolarmente rispetto agli altri, quello di Raito “… non conosco mio padre, cioè il mio creatore shinigami…” riprese “… forse non sai che noi shinigami veniamo creati da altri e a  nostra volta possiamo ricrearne, basta girare il Death Note al contrario e scrivere il nome del prescelto sull’ultima pagina” dicendolo lo fece e lì vi era scritto un solo nome “… potrei aggiungerne anche un altro, ma non credo tu te lo meriti Raito, certo saresti un ottimo Shinigami, ma…!” sospirò “Il primo nome che scrissi fu quello di Yukino, egoista fino in fondo vero? Lei è ancora bellissima, ma avrebbe potuto avere una lunga vita davanti a se, trovare un nuovo amore, avere tanti bambini, diventare qualcuno, e invece ora si è innamorata di un essere  umano e questo la porterà alla sua inevitabile fine, perché non la ucciderà mai quando arriverà la sua ora… si hai capito bene… Yukino ora prende il nome di Rem e ama Misa fino al punto di autodistruggersi” Ryuk guardò ancora una volta Raito, riflettendo sulla scelta che stava per fare poi continuò “… sono certo che, proprio per il mio spiccato egoismo, la ucciderò poco prima, per non privarmi della presenza dell’unica persona che mi abbia mai amato e che a mia volta credo di amare, si… la amo, è così, sono un Dio della Morte, vado contro il mio principio di esistenza, questo mi fa pensare che probabilmente questo amore sia solo puro egoismo e attaccamento a qualcosa di irreale!” detto ciò prese la piuma e scrisse sulla pagina sotto il nome di Yukino Umaki, ‘Yagami Raito - causa del trapasso: conti in sospeso’ infilò i suoi lunghi artigli nel cranio del ragazzo e attese…
  
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