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Autore: Robigna88    29/01/2016    2 recensioni
SEQUEL DI THE FAMILY BUSINESS
Elijah ed Allison stanno insieme da poco quando John Constantine, che di solito preferisce lavorare da solo, chiede aiuto alla cacciatrice. Lei è l'unica di cui, a parte Chas e Zed, si fida a sufficienza. E' una persona che come lui conosce le atrocità di quella vita e che nonostante tutto combatte ancora. Una persona che ha molti amici e molti nemici, che ha stabilito alleanze e ha una grande abilità nel cacciare. I loro cammini si sono incrociati diverse volte per piccoli casi risolti velocemente. Stavolta però si tratterà di lavorare fianco a fianco per lungo tempo, dare vita a nuove collaborazioni e combattere nuovi e oscuri nemici. Questa collaborazione quanto minerà gli equilibri della appena nata relazione tra l'Originale elegante e la bella cacciatrice?
IL CROSSOVER COMPRENDE, OLTRE A CONSTANTINE, ANCHE SPN E TVD.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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NDA: Eh sì... Allison Morgan! Sotto anticipazioni dai prossimi capitoli.
Buona lettura, Roby.

fbtc

23.

 

 

 

 

 

NEW ORLEANS, BAYOU – UN MESE PRIMA

 

 

Allison si fece largo tra gli alberi e finalmente lo vide; proprio l’uomo che stava cercando. Jackson stava seduto sulla piccola banchina che collegava la casa in cui era cresciuto al fiume, le gambe penzoloni mentre lanciava ciottoli di legno dentro l’acqua.

La donna sospirò fermandosi un attimo, pensando bene a cosa dirgli una volta raggiunto. Sapeva che lui ed Hayley avevano litigato e il motivo era sempre lo stesso; il troppo attaccamento che l’Ibrida mostrava verso la famiglia originale.

Sosteneva che fosse perché erano la famiglia di Hope ma, considerato che se ne era andato proprio col Natale alle porte, Jackson doveva pensarla diversamente. Allison in fondo un po’ lo capiva, ne capiva la gelosia e ne comprendeva il motivo. Era una situazione così dannatamente complicata…

Guardò per qualche secondo il suo anello, poi camminò stando attenta a dove metteva i piedi, tenendo in alto il vassoio che aveva in mano.

“Hey,” gli disse quando fu abbastanza vicina. “Un piccolo aiuto sarebbe gradito.”

Lui si voltò a guardarla, gli occhi rossi e gonfi le fecero pensare che forse aveva pianto, la bottiglia che gli vide stretta al petto le fece capire che era ubriaco.

“Okay, faccio da sola” mormorò quando lui si voltò a guardare di nuovo di fronte a sé, quasi come se non l’avesse vista o peggio… non gli interessasse assolutamente.

Allison si tolse le scarpe, le poggiò in un angolo e si mise a sedere accanto a lui, aggrappandosi alla sua spalla per non perdere l’equilibrio. “È bello qui.”

Lui annuì, poi bevve un altro sorso dalla bottiglia e dopo aver deglutito gliela porse. “Ne vuoi un goccio? Ti assicuro che per un po’ ti fa scordare di ogni cosa.”

La cacciatrice sorrise, prese la bottiglia ma non bevve. Sospirò. “Grazie,” gli disse sistemandola dietro di sé. “Magari dopo…”

“Come vuoi” replicò Jackson stringendosi nelle spalle. “Che ci fai qui?”

“Ho saputo che te ne sei andato di casa la sera del Ringraziamento, dopo un brutto litigio con Hayley e… ho pensato che magari volessi parlare un po’.”

“Effettivamente,” il lupo sorrise scuotendo il capo. “Tu potresti essere la persona più adatta con cui parlare di tutta questa situazione.”

“Sono qui per questo… parlare. E ti ho anche portato un pasticcio di carne, ho saputo che nonna Mary non è in città e ho immaginato che non fossi molto bravo a cucinare.”

Lui diede un’occhiata al vassoio dietro di sé. “Grazie” le disse guardandola. “Non dovevi disturbarti.”

“È stato un piacere…”

“Tu stai bene?”

“Sì, tutto sommato sto bene.” Allison annuì spostandosi indietro i capelli, mostrando involontariamente quel bell’anello al suo dito.

“Congratulazioni!” esclamò Jackson cambiando tono, prendendole quasi con prepotenza la mano sinistra, per guardare da vicino. “Ma non farti illusioni, sposarlo non farà altro che peggiorare le cose.”

Allison ritrasse la mano, poi alzò un sopracciglio. “Peggiorare quali cose?”

“Oh lo sai…” mormorò lui riafferrando la bottiglia. “Noi saremo sempre le seconde scelte. I ripieghi di quella storia d’amore che non è mai nata ma che mai morirà. Lui non ti ama, esattamente come Hayley non ama me. Siamo solo… di passaggio. Siamo un dovere.”

“Un dovere?”

“Sì… lei ha sposato me così da dare al branco protezione e stabilità, lui sposerà te perché si sente in dovere di farlo visto che hai salvato la donna che veramente ama da quella maledizione.”

Allison deglutì a vuoto. “Sei ubriaco Jackson.”

“Sto dicendo la verità e tu lo sai. Io e te siamo un impedimento. Ma tu morirai presto, Allison… e una parte del problema sarà andata.”

“Perché mi stai dicendo queste cose?” la cacciatrice si alzò. Nella sua voce roca un lieve tremore. “Sono venuta qui da amica, per offrirti una spalla su cui piangere, per portarti del cibo e assicurarmi che stessi bene e tu mi stai sputando addosso tutte queste cazzate. Non me le merito Jackson…”

L’uomo sembrò tornare in sé, con agilità si alzò e mise le mani sui fianchi. “Hai ragione,” le disse abbassando lo sguardo. “Mi dispiace… sono davvero ubriaco. Talmente ubriaco che domani probabilmente non ricorderò neppure una parola di quello che ho detto.”

“Ma io ricorderò ogni cosa” disse lei allargando le braccia. “Quindi grazie, Jackson. E vaffanculo!”

La cacciatrice si allontanò a passo svelto, recuperando le scarpe mentre lo faceva. Quando salì in auto, lontana dallo sguardo del lupo… solo allora scoppiò in lacrime. Non lo avrebbe mai ammesso, ma in fondo un po’ credeva alle sue parole.

 

 

“Allison!”

Lei sobbalzò ridestandosi dai suoi pensieri. Fissò Dean di fronte a sé e si sforzò di sorridere. “Perdonatemi, ero distratta” si scusò con i Winchester e John. “Cosa stavamo dicendo?”

I suoi tre interlocutori si scambiarono una rapida occhiata. Poi John prese la parola sperando che Dean e Sam sarebbero stati abbastanza svegli da capire al volo.

“Stavamo dicendo che visto che ci sono due diversi casi e noi siamo in quattro, potremmo dividerci e occuparci di entrambe le cose” disse.

“Sì, certo” annuì lei muovendo la forchetta all’interno della sua insalata senza mangiarne neppure un po’.

“Bene!” esclamò Constantine. “Io e Dean ci occuperemo del covo di vampiri. Tu e Sam invece vi occuperete di quelle strane morti avvenute in quel college in Colorado. Siamo tutti d’accordo?”

“Perfetto” confermò Sam, anche se aveva un’espressione confusa.

“Sì, certo” rispose nuovamente Allison, come un’automa. “E Cass, Chas e Zed?”

“Chas sta passando un po’ di tempo con sua figlia, dopo quella terribile esperienza che l’ha costretta in ospedale e Zed sta ancora esplorando tutte le stanze segrete del mulino.”

“Cass invece si sta occupando di trovare Metatron… Siamo tutti molto impegnati. Perfette api operaie” intervenne Dean prima di bere un sorso di birra.

“Se dobbiamo andare in Colorado sarà meglio che vada a dormire, così potremo partire presto domattina. Sveglia alle quattro e partenza alle cinque? Così saremo lì in tarda mattinata” la cacciatrice sorrise al suo amico Sam che ricambiò annuendo.

“Mi sembra perfetto.”

“Buonanotte allora” sussurrò lei allontanandosi, sotto lo sguardo dei tre.

Quando fu certo che non potesse sentirlo, Dean si voltò verso John. “Dove andiamo veramente?”

“A New Orleans” gli fece sapere Constantine tagliando un pezzo della sua bistecca. “È ora di capire che diavolo sta succedendo. E sarà meglio farlo in fretta, prima che si lasci morire di fame…” spiegò indicando il piatto di Allison.

Un’occhiata veloce tra i tre confermò che ognuno sapeva cosa fare.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Non ha alcun senso” mormorò Freya un’altra volta. “Se voleva ucciderla perché era gelosa di lei, perché le ha dato il suo sangue. Voglio dire, che senso ha trasformarla? Così non la allontana da Klaus ma li avvicina ancora di più.”

Elijah annuì, ma in realtà aveva sentito poco o nulla di quello che sua sorella aveva detto. Teneva gli occhi fermi su Camille che ancora, dopo tre settimane, faticava ad abituarsi al suo nuovo status da vampiro.

Povera donna, la capiva… non era semplice, soprattutto per un’anima fragile e sensibile come la sua.

Pensò che forse non era stata una buona idea raccontare di Allison e del suo collegamento alla profezia proprio quando Klaus era così infuriato per quello che era successo alla sua pura e innocente Camille, ma non se l’era sentita di tenerglielo nascosto ancora, soprattutto perché la sua bella cacciatrice non aveva tutti i torti quando aveva detto che era meglio che lo sentisse da uno di loro e non da Lucien o Tristan… o peggio ancora Aurora.

Tuttavia, anche lui aveva avuto ragione quando aveva sostenuto con fervore che Niklaus non l’avrebbe presa bene e infatti, da quando tutta la verità era venuta fuori, il suo Ibrido fratello non aveva fatto altro che lanciare velate minacce nei confronti di quella che prima considerava sua amica.

Dio… quanto gli mancava quella voce graffiata, il tocco di quelle mani piccole e morbide.

“Elijah, non mi stai ascoltando…” gli disse sua sorella poggiandogli una mano sul braccio.

Lui le sorrise. “Non ha importanza perché l’abbia fatto, l’importante è che Camille non sia morta. Avresti dovuto vedere il viso di Niklaus quando ha riaperto gli occhi tra le sue braccia. Era… felice.”

Freya guardò verso la cucina, dove Klaus e Cami stavano parlando. “E che mi dici della tua felicità? Non è giusto che tu debba rinunciare alla donna che ami solo perché nostro fratello è un paranoico. Allison non ci farebbe mai del male.”

“La mia felicità è troppo complicata. Niklaus non teme solo per ciò che dice la profezia, incolpa Allison per quello che è successo a Camille. Se lei non fosse stata così… vicina a noi, Tristan e la sua allegra combriccola non sarebbero dovuti tornare nelle nostre vite perché non ci sarebbe stata una minaccia, e Aurora non avrebbe sfogato la sua gelosia sulla donna di cui è innamorato.”

“È una follia…” sussurrò la strega.

Elijah stava per dirle che sì, lo era; ma qualcosa in cucina attirò la sua attenzione. Camille si stava preparando una tisana che aveva un odore… particolare.

“Camille” le disse raggiungendola, sotto lo sguardo curioso di Klaus. “Cos’è questa tisana?”

“Ehm…è una miscela di erbe che mi ha dato Allison contro il mal di testa. Non ci credevo all’inizio, ma funziona davvero ed è anche in grado di rilassarmi e ora come ora ne ho davvero bisogno.”

Il vampiro originale le prese di mano la tazza e la annusò. “La bevi da molto?”

“Da qualche mese…”

“Da quando Tristan e compagni sono arrivati in città?”

“Sì, più o meno credo di sì” la bionda annuì guardando Freya che era rimasta sulla soglia della porta. “Perché me lo chiedi?”

Elijah sorrise, poi avvicinò la tazza al naso di Niklaus. “Annusa…”

L’Ibrido lo fece, poi corrugò la fronte ed infine sembrò capire ogni cosa. “C’è odore di sangue.”

“Che vuol dire?” chiese Camille. “Che mi ha dato una miscela di erbe miste e sangue da bere?”

“Allison Morgan…” Freya sorrise mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni.

“Ti ha fatto bere sangue di vampiro senza che tu lo sapessi e ha iniziato quando Tristan è arrivato in città perché sapeva che con lui in giro il pericolo sarebbe stato maggiore per te... che per ferire me avrebbero potuto prendere di mira te. Voleva che in qualche modo fossi protetta” spiegò Klaus annuendo appena. “Se non avessi avuto il sangue di vampiro in circolo quando sei morta, saresti rimasta morta.”

“Mi ha salvato la vita… più o meno” ragionò Camille, prima che un sorriso le colorasse il viso.

“L’ha fatto!” esclamò Elijah, gli occhi rossi di lacrime. “Lo ha fatto” ripeté posando la tazza.

Quando si voltò per lasciare la stanza, John Constantine e Dean Winchester gli furono davanti.

“Amici!” esclamò John accendendosi una sigaretta camminando verso di loro. “Quanto tempo” aggiunse mettendo le mani nelle tasche.

 


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