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Autore: Altair13Sirio    29/01/2016    2 recensioni
Ib è cresciuta. Non è più una bambina ingenua che segue gli sconosciuti nelle mostre d'arte; adesso è una adulta, con dei sogni sul proprio futuro e delle passioni che la fanno sentire viva, ma anche tormentata da incubi e sensi di colpa.
Dopo la fuga dal Mondo di Guertena, la bambina ha trovato nell'arte del vecchio Maestro qualcosa di più di un passatempo: l'arte è diventata parte integrale della sua vita e con questa è cresciuta, vedendo in Weiss Guertena un modello da imitare e a cui ispirarsi.
Al suo fedele amico Garry, Ib chiederà un regalo molto particolare per il suo diciottesimo compleanno... E conoscerà una persona speciale...
Genere: Horror, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garry, Ib, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Ib scese dall’automobile e richiuse lo sportello in fretta. Garry la rimproverò dicendole di aspettare. Le disse che era pericoloso essere così irruenti, soprattutto in un posto grande come quello, dove le automobili sfrecciavano nelle strade e nessuno si fermava per i pedoni. Lei era dal lato del marciapiede, ma Garry non si sentiva sicuro in ogni caso, e le disse che nelle grandi città come quella i rapimenti erano all’ordine del giorno. Era evidente che fosse nervoso
<< Ma io non sono una bambina, Garry! >> Disse raggiante la ragazza saltellando dall’eccitazione.
Comincio ad avere dei dubbi al riguardo… Fu il pensiero di Garry a quella vista. Batté le mani per attirare la sua attenzione e calmarla. << D’accordo, Ib. Ora stammi vicino e non ti allontanare. Nella galleria non andartene in giro da sola e non toccare niente, intesi? >> Parlò come una guida turistica che elencava le regole di un museo.
Ib continuava a ridacchiare, a canticchiare e a non dare ascolto a Garry, cosa che lo fece infastidire.
<< Dico sul serio, ragazzina! >> Esclamò quello assumendo una posa contratta per buttarla sul comico.
Ib si volto ridacchiando, mostrando però di aver capito con un piccolo cenno. << Forza Garry. >> Disse ammiccando. << Andiamo a fare i biglietti! >> Stava già partendo per raggiungere il museo.
Garry le rivolse uno sguardo incredulo, poi si grattò dietro la testa e sospirò abbattuto. Cercò di prendere tempo dicendo che avrebbe voluto fumare una sigaretta prima di entrare; Ib sbuffò scocciata e si appoggiò alla macchina. Garry, poco distante da lei, mise una mano in tasca e ne tirò fuori un pacchetto di sigarette; era mezzo vuoto. Ne prese una e lo rinfilò nella tasca, poi mise la mano nell'altra tasca del cappotto e prese l’accendino. Si ricordò di quando aveva usato quell’accendino, tanto tempo fa, per bruciare il quadro di Mary, la bambina incontrata nel Mondo di Guertena; lei era un quadro come tutti gli altri che avevano incontrato nella galleria, ma a differenza di quei ritratti di donne anonime, sembrava avere qualcosa di speciale… Aveva qualcosa in più di loro, come se potesse riuscire a provare emozioni umane… Era solo una bambina, ma aveva cercato di ucciderlo con una spatola da pittore! Non era una bambina come le altre: era capace di cose che un adulto non sarebbe riuscito a fare. Non distingueva il bene dal male…
Garry si fermò un attimo a fissare la sigaretta che teneva tra le dita, chiedendosi perché quella ragazzina incontrata nel Mondo di Guertena fosse diversa dagli altri quadri: alcuni nemmeno si muovevano, altri avevano la capacità di muoversi, di respirare, ma non parlavano… Erano semplicemente inespressivi e seguivano solo un obiettivo senza pensarci. Non come Mary: lei era più sofisticata. Possibile che il pittore avesse impiegato più cura nel suo ritratto, tanto da conferirle una personalità propria?
Quando Garry sentì un borbottio proveniente da Ib accanto a lui, che lo stava fissando con occhi torvi e spazientita, capì di essersi soffermato sulla sigaretta un po’ troppo. Sorrise imbarazzato e la accese. Era incredibile come semplicemente afferrando quell’accendino la sua mente lo avesse portato a pensare a Mary e agli altri quadri di Guertena, così lontano dal presente
 E ora stava per incontrarli di nuovo; e in più adesso ce n’erano di altri, quelli che né lui né Ib avevano mai visto.
Inspirò il fumo dalla sigaretta e lo soffiò via. Guardò l’enorme museo bianco che si stagliava di fronte a loro, dalla quale Ib era rapita. C’era una larga scalinata che portava all’entrata, dove sette colonne sorreggevano un portico centrale, sotto la quale c’era un portone socchiuso, e vicino ad esso, una cabina dove stava una signorina un po’ annoiata. Sulla facciata del museo c’erano grandi finestre a sbarre che inquietarono Garry; non avrebbe mai voluto rimanere bloccato lì in caso i quadri e le sculture avessero dovuto cominciare a muoversi per i corridoi.
<< Solo qualche minuto. >> Disse Garry a Ib per farla calmare. La ragazza stava esplodendo dall'impazienza.
Garry girò un po’ la testa a destra e a sinistra, guardando la gente che passava veloce sul marciapiede, ignorandoli e tirando dritto senza neanche alzare lo sguardo. Pensò che la cosa brutta delle grandi città fosse questa: la solitudine. Lui era un tipo riservato, e non gli piaceva quando gli altri ficcavano il naso nei suoi affari, ma a volte pensava che in città del genere la gente si sentisse troppo sola…
<< Tu dici che ci sarà molta gente? >> Chiese Garry. Non riusciva a pensare di dover rimanere lì da solo con Ib in mezzo a tutte quelle opere inquietanti. Ib girò la testa verso Garry e lo guardò insicura.
<< Il museo è aperto da poco, quindi ci sarà ancora parecchia gente… >> Alzò lo sguardo un po’ abbattuta. << Ma non vedo nessuno da qui… >> Quello era un altro segnale della ragazza per far capire a Garry di voler entrare.
Garry tirò di nuovo dalla sigaretta. << Devi mettere in conto il fatto che Guertena non sia un pittore molto famoso. I suoi quadri sono per la maggior parte sconosciuti. >> Ib si girò di scatto e cominciò ad alzare la voce.
<< Ma i suoi più grandi quadri sono conosciuti in tutto il mondo! Abisso del Profondo, La Donna in Rosso, Mondo Fabbricato, e il suo Autoritratto sono famosissimi! >> Disse infastidita contando sulle dita i nomi dei quadri.
<< Certo. >> Disse Garry cercando di farle abbassare un po’ la voce. << Ha anche saputo come rendersi interessante… Ritrarre in modo distorto ciò che dà la vita è… >> Guardò Ib accanto a sé. << Furbo. >> Disse sorridendo semplicemente.
<< Guertena non voleva niente! >> Ribatté Ib con tono di chi non la dà vinta. << La sua arte è un modo per esprimere i suoi pensieri, i suoi sogni e le sue paure. Non dipingeva per soldi. Guertena ha sempre vissuto nella povertà! >> Disse in tono saccente.
<< Doveva essere una persona complicata… >> Disse Garry togliendo la sigaretta dalla bocca e guardandola con indifferenza. Si spinse in avanti, alzò una gamba e schiacciò la sigaretta contro il tacco della scarpa per spegnerla, poi la buttò in un cestino dei rifiuti lì vicino. << Andiamo o vuoi restare ad ammirare la facciata del museo? >> Chiese in tono di sfida.
Ib ridacchiò e lo raggiunse con un salto. Salirono le scale in pochi secondi e raggiunsero l’entrata rapidamente, destando l’attenzione della ragazza nella cabina che li accolse con un sorriso smagliante.
<< Benvenuti nel mondo di Guertena, signori. >> Disse la ragazza con tono amichevole.
<< Due biglietti. >> Disse Garry appoggiando un braccio al bancone. << Uno intero e uno ridotto. >> Si voltò verso Ib con un sorrisetto, che si allargò quando la vide sbuffare.
<< Ehi! >> Sbottò infastidita la ragazza.
<< Sto scherzando! >> Rise Garry allargando le braccia e tornando a guardare la signorina nella cabina, che aveva assunto un sorriso più sincero, questa volta.
<< Siete fratelli? >> Chiese la ragazza sorridendo mentre strappava un biglietto da un rotolo che aveva lì accanto. Garry la guardò sorpreso. << Scusate… Forse sono troppo impicciona… >> Si scusò la ragazza abbassando lo sguardo e arrossendo di colpo.
Garry scosse la testa. << Non è questo: è curioso che ci abbia scambiati per fratelli. >> Prese il biglietto che le diede la ragazza e lo diede a Ib. << Siamo solo dei buoni amici da tanto tempo… Lei ha compiuto diciotto anni da poco, e desiderava davvero tanto venire a visitare questa mostra, quindi… >> Lasciò a metà la frase, sapendo di aver fatto intendere la situazione.
<< E’ carino… >> Disse la signorina fermandosi a fissare Garry con uno sguardo strano. Scosse la testa un po’ confusa e sorrise imbarazzata. << Il fatto che le abbiate fatto questo regalo, intendo… >> Si sbrigò a spiegarsi.
Ib ridacchiò dietro le spalle di Garry. Il ragazzo colpiva i cuori di parecchie ragazze ogni giorno. Non ci fece caso e continuò a sorridere. << Quant’è? >> Chiese mantenendo il sorriso per rassicurare la ragazza facendole capire che non c’era nessun problema.
Dopo aver pagato i biglietti, Garry e Ib entrarono nel museo con lei che lo teneva da un braccio e lui che camminava a testa alta e con una mano in tasca.
<< Devi fare colpo anche quando non siamo a casa? >> Chiese scherzosa Ib. Garry fece un sorriso storto.
<< Non è colpa mia se sono incredibilmente attraente! >> Disse abbassando lo sguardo verso Ib e stringendola a sé. La ragazza ridacchiò; si voltò a guardare un attimo il portone socchiuso dietro di sé.
<< Comunque quella ragazza era carina… Potresti chiederle il numero di telefono. >> Sorrise di nuovo.
<< Se non fossimo a cento chilometri da casa sta’ sicura che ci proverei. >> Disse guardando avanti. In realtà non lo avrebbe fatto nemmeno se quella ragazza fosse stata la sua vicina di casa. In nove anni che si conoscevano, Ib non lo aveva mai visto con una ragazza al suo fianco, a parte lei; Garry era sempre stato circondato da ragazze sognanti che avrebbero voluto tanto portarselo via e nasconderlo come se fosse stato un prigioniero, ma lui le aveva sempre respinte, come se non fosse interessato a nessuna. Aveva continuato a prendersi cura di Ib come un fratello andando avanti e indietro da casa sua a quella di lei. Era molto solo, e questo impensieriva Ib

Nella sala d’entrata c’era un bancone di legno dietro alla quale stava un uomo di mezza età vestito elegantemente. Fece un piccolo cenno quando li vide e si avvicinò di più al bancone, su cui c’era un registro aperto e una penna stilografica poggiata su un supporto a spirale. Prese gentilmente la penna e gli disse:<< Per regolamento sono tenuto ad annotare i vostri nomi e a controllare i vostri biglietti. Spero che siate comprensivi. >>
<< Certo. >> Disse Garry prendendo il suo biglietto e porgendolo all’uomo. << Il mio nome è Garry. >> Disse mentre l’uomo controllava il biglietto. Glielo restituì sorridendo e annotò il nome sul registro. Ib diede il suo biglietto all’uomo e Garry parlò per lei. << E lei è Ib. >>
<< La signorina è maggiorenne? >> Chiese l’uomo esaminando il biglietto prima di scrivere il nome sul registro.
Garry annuì. << Sì. Da ieri. >>
L’uomo si rialzò dal registro e restituì il biglietto sorridendo. << Complimenti, allora! >> Disse con un sorriso. Ib annuì leggermente prendendo il biglietto con mani tremanti e si avviò verso la porta che portava finalmente nella galleria, lasciando confuso Garry, che si ritrovò a correrle dietro.
<< Che ti è preso? >> Le chiese allibito. << Hai completamente ignorato quell’uomo! >>
<< Mi sento a disagio quando un uomo come quello mi guarda a quel modo… >> Mormorò Ib cercando di ristabilire il respiro. Aprì la porta e la richiuse alle sue spalle senza preoccuparsi di accompagnarla.
<< Che cosa aveva? A me è sembrato normalissimo… >> Disse guardando dietro di sé per un istante, nonostante la porta fosse chiusa.
<< Un uomo molto più vecchio di me che mi guarda e mi fa i complimenti per aver compiuto diciotto anni nonostante non lo abbia mai visto prima ti sembra normale? >> Sbottò sottovoce Ib irritata.
<< Solitamente si fanno gli auguri a chi compie gli anni! >> Ribatté Garry trattenendo un sorriso incredulo. << E poi perché ti crea problemi che sia molto più grande di te? Non è successo niente! E’ stato come scambiare qualche parola con tuo padre… >>
<< E’ vecchio! >> Esclamò Ib fermandosi e guardando Garry negli occhi.
<< Non te lo devi sposare! >> Sbottò Garry allargando le braccia di scatto; non riusciva a credere che stesse avendo quella discussione con Ib. << Ti ha chiesto il tuo nome, non ti ha abbordata in una discoteca offrendoti una bevanda! >> Esclamò Garry sul punto di scoppiare per l’incredulità. Le tirò una frecciatina per punzecchiarla. << E poi anche io sono molto più grande di te… >>
<< Solo dieci anni! >> Sbottò Ib alzano un dito.
<< Undici! >> La incalzò Garry alzando a sua volta l’indice. Le rivolse un sorrisetto furbo come per dirle di aver vinto.
Ib cercò di sostenere lo sguardo di Garry, ma non ci riuscì e le sfuggì una risata. << Lasciamo perdere… >> Disse coprendosi la bocca con una mano e andando avanti. << Godiamoci questa mostra. >> Garry annuì e la seguì, lasciandosi alle spalle l'arrabbiatura di prima.
Davanti a loro si apriva una grande sala piena di opere del Maestro Guertena che mandarono la giovane Ib in estasi. C’erano sculture e dipinti, tutti ordinati in modo da comporre un complicato disegno astratto, per rendere più interessante la mostra; in un incavo di una colonna c’era appeso un quadro che Garry conosceva molto bene: L’Uomo Appeso, quel quadro che aveva dato loro la combinazione per aprire la porta nel Mondo di Guertena, tanto tempo fa…
Nella galleria c’erano diverse persone, ma non quante Ib si sarebbe immaginata; c’era poca gente, nonostante Guertena fosse un ottimo artista e quella fosse la sua più grande mostra. Sembrava che al pubblico non interessasse molto la sua arte…
Al centro di una sala grande, su di una pedana stavano le statue Morte dell’Individuo. Ib aveva ascoltato il parere di uno sconosciuto su quell'opera, nove anni prima: diceva che secondo lui quell’opera, che presentava tre manichini vestiti con abiti da donna e privi della testa, significava che la vita dell’individuo era nel viso di ognuno, e che senza quello l’individuo era morto. Ib non sapeva chi fosse quell’uomo, ma era un’ipotesi parecchio interessante; doveva trattarsi di una persona molto intelligente… A quei tempi lei aveva risposto che le statue le trasmettevano solo paura, e così era stato, nel Mondo di Guertena. Che cosa faceva più paura di una statua priva di testa che tentava di ucciderti?
Nella sala non c’erano solo Morte dell’Individuo, comunque; su una parete c’era Un Inferno Ben Intenzionato. Quel quadro era piuttosto oscuro agli occhi di Ib quanto a quelli di Garry. Sembrava mostrare una persona – una donna dall’abbigliamento, forse – che sgridava un bambino seduto di fronte a una specie di tastiera. L’approssimazione dei soggetti dava a Garry il malditesta, quindi aveva deciso di evitare di farsi altre domande su quel dipinto, mentre Ib aveva immaginato che si trattasse davvero di una donna, anzi una madre, che sgridava suo figlio per aver fatto qualcosa che non doveva fare, anche se con delle buone intenzioni; questo, almeno, avrebbe giustificato il titolo dell’opera…
Attorno a Morte dell’Individuo c’erano anche Posto Riservato, quello strano divano su cui si era seduta Ib nel Mondo di Guertena, prima di venire attaccati dai quadri, e all’entrata della sala, ai due lati del corridoio, c’erano a destra la Mano Destra della Sposa Benedetta, assieme allo Sposo Benedetto, e a sinistra la Mano Sinistra della Sposa Benedetta, assieme alla Sposa Benedetta. Ib pensò che fosse una cattiva idea separare quei due

C’era Scintillio di Cristalli di Stelle accanto al Posto Riservato, e L’Albero che Aggiusta il Palato era dall’altro lato; quel buffo albero fatto con lunghi fili colorati a simboleggiare le foglie faceva sorridere Ib ogni volta che lo vedeva; e Scintillio di Cristalli di Stelle era davvero un’opera complicata: si trattava di due banconi di cristallo; Ib li aveva scambiati per delle panche su cui sedersi, la prima volta che aveva visitato la mostra.
Fusione era non molto lontano da queste opere; Ib pensò che quel titolo fosse molto adatto all’opera in questione: un essere dalle sembianze umane sul punto di sciogliersi, appariva grottesco e inquietante, ma Ib rimaneva sempre affascinata dall’idea…
<< Vuoi andare a vedere un’altra stanza? >> Chiese Garry sorridendo. Ib annuì sorridendo, ma prima di uscire si bloccò fissando qualcosa in un angolo, lontano da tutti.
La scultura di una grande rosa rossa piena di petali dall’aspetto vivo, il cui stelo formava una spirale; le spine erano grandi e inquietanti, ma la vista del fiore rassicurava l'animo. Era l’Incarnazione dello Spirito, e se ne stava in un angolino, ignorata da tutti. Ib si diresse da quella parte come spinta da una forza misteriosa, guardando la rosa con occhi sognanti; si sporse al vetro che teneva lontano il pubblico dalle opere e chiese:<< Garry… >> Garry era accanto a lei. << Perché questa rosa… Questa bellissima scultura non è ammirata da tutti nel pieno della sua bellezza? >>
Garry la guardò con tristezza, conoscendo il significato dell'opera. << Non lo so, Ib… >> Mormorò. Ib sembrava davvero triste per quel fatto. Quella rosa era stata la sua vita, nel Mondo di Guertena, quindi per lei era una cosa bellissima, da preservare e di cui avere cura, ma tutti quanti passavano senza neanche guardarla, senza apprezzarne la bellezza e la grazia… Era un po' come la vita stessa: gli uomini correvano senza fermarsi un attimo a godere di quello che gli era stato concesso, senza vedere la verità, e rimpiangendo di non averlo fatto una volta arrivati al termine del viaggio

<< E’ una scultura così bella… E la gente non gli dà nessuna importanza. >> Mormorò la ragazza continuando a fissare la rosa. Garry le posò una mano sulla spalla.
<< Andiamo avanti, Ib. Ci sono ancora un sacco di opere da vedere… Se non possono capire la vera importanza, è inutile provare a fargliela comprendere… Non possono sapere. >> Disse tirandola con sé fuori dalla stanza. Ed era vero: non si poteva tentare di spiegare cosa fosse veramente quella rosa a una persona che non aveva mai visto quello che loro avevano visto
… Lasciarono così l’Incarnazione dello Spirito, da sola, in un angolino, ignorata dalla maggior parte dei visitatori.
La sala che raggiunsero era piena di colonne su cui erano appesi molti quadri di Guertena, come il Giocoliere, uno dei quadri di maggior valore di Guertena, essendo uno dei pochi che rappresentavano persone reali. C’era anche La Tua Oscura Figura, il dipinto del viso di un gatto nero, visto per metà, che sembrava scrutare l’osservatore con curiosità.  Accanto a questo c’era Preoccupazione, un altro quadro che rappresentava solo un particolare: l’occhio inquietante di una persona, che riusciva ad opprimere chiunque lo osservasse. Sembrava che quei due quadri fossero stati messi vicino di proposito

La galleria era piena di dipinti che Ib conosceva benissimo, ma che non aveva potuto ammirare con attenzione la prima volta, e così tentò di trattenersi il più possibile quella volta.
In fondo a un corridoio era posta La Donna in Rosso, uno dei quadri più famosi di Guertena, e lungo il corridoio vi erano le altre versioni del dipinto. Guertena non dipingeva mai persone reali, e quel quadro era uno di quelli alla quale, dopo averlo realizzato, il Maestro doveva essersene affezionato, decidendo di ridipingere quel busto di donna dai capelli lunghi e lo sguardo ammaliante, il sorriso enigmatico, con un abito di diverso colore: prima rosso, divenne poi blu, poi giallo e poi verde. A Ib piaceva molto la versione rossa del quadro, secondo lei più profondo e significativo. Mentre si avvicinava all’ultimo dipinto guardava tutti gli altri, ma solo quello lì la faceva incantare, la lasciava stupita e rapiva la sua mente, che si fermava a fissare gli occhi rossi e profondi della donna ritratta in esso, che la ammaliavano e inquietavano allo stesso tempo. Lo stesso colore dei suoi occhi e lo stesso effetto del suo sguardo sulla gente…
C’erano tantissimi dei quadri di Guertena all’esposizione, Ib sapeva già che si sarebbe divertita un mondo, passando l’intera giornata a vagare per quelle sale, ammirando quelle meravigliose opere… Garry forse si sarebbe annoiato, ma avrebbe mantenuto la bocca chiusa per non rattristare la ragazza…
A un certo punto i due ragazzi raggiunsero una zona dove vi erano raggruppati parecchi visitatori; fissavano tutti una guida che, davanti a un nastro rosso, parlava a voce alta, gesticolando e indicando una cornice dietro di sé; la tela era strappata, ma accanto alla guida c'era un leggio con sopra una copia cartacea dell'opera.
<< Questo dipinto fu l’ultimo del Maestro, prima della sua scomparsa. Purtroppo un incendio lo ha quasi cancellato del tutto, e oggi abbiamo a disposizione solo poche copie. Rappresentava una bambina di circa nove anni con grandi occhi blu e lunghi capelli biondi, la sua espressione è fissa in un leggero sorriso che ispira fiducia e amicizia, come una vera bambina di nove anni, in fondo. Indossava un vestito lungo verde, colore che indica spensieratezza e libertà, caratteristiche della vita di una bambina di quell’età…>>
<< Bugie! >> Gridò una voce femminile nella sala. Tutti si voltarono a guardare Ib, sudata e provata. Quello che aveva detto la guida l’aveva terrorizzata. Persino Garry la guardava con occhi stupiti.
La guida era esterrefatta, e anche un po’ spaventata. << Come, scusi? >> Chiese, pensando o sperando di non aver compreso bene. Ib la fissava con occhi furiosi; aveva capito bene quello che la ragazza voleva dire, purtroppo.
Nella mente di Ib in quel momento stava avvenendo un complesso processo che nemmeno lei sapeva spiegare. << Mary non era libera, né spensierata! State tutti fraintendendo il vero significato delle opere del Maestro! >> Li accusò puntandogli contro l’indice come se avessero commesso un grave crimine. Detto questo si voltò e si allontanò da lì con grandi falcate, lasciando al centro della scena Garry, che indietreggiò imbarazzato, incerto sul da farsi.
Dopo quella scenata il ragazzo perse di vista la ragazza, e la ritrovò accucciata in un angolo, nascosta da tutti, poco distante dal gigantesco quadro "Mondo Fabbricato". Si avvicinò lentamente e scoprì che stava piangendo, o quasi…
<< Ehi… >> Cercò di chiamarla lui assumendo un’espressione compassionevole.
Ib si asciugò le lacrime e mantenne lo sguardo basso. << Non c’è bisogno che tu mi guardi con quegli occhi. >> Garry non la stava fissando in nessun modo in particolare; si abbassò alla sua altezza e le spostò le mani per rivelare il suo viso.
<< Hai ragione tu. Loro non sanno la verità su questi dipinti, ma è inutile provare a dirglielo; non ci crederebbero. >> Disse apprensivo cercando di calmarla.
<< Non ce la faccio… >> Mormorò Ib alzando lo sguardo. << Non ce la faccio a continuare così… >>
Garry si guardò intorno confuso. Mise una mano in tasca e ne tirò fuori il fazzoletto di pizzo con sopra ricamato il nome di Ib. << Me lo avevi dato prima di arrivare qui, ricordi? >> Disse mostrandoglielo. Poi, lentamente, si mise ad asciugarle le lacrime. << Quel posto in cui siamo stati… >> Mormorò cercando di non farle male agli occhi. << Era triste. I suoi abitanti erano tristi e avrebbe reso tristi anche noi, se non fossimo usciti da lì. >>
<< Mi ricordo Mary… >> Mormorò debolmente Ib. << Era buona… E noi abbiamo… >>
<< Mary voleva prendere il nostro posto in questo mondo reale, così da poter diventare umana e… Vera. >> La precedette Garry serio. << Era come quegli altri quadri che cercavano di prenderci le nostre rose e strapparne tutti i petali senza motivo. >> Sospirò tirando indietro la mano con il fazzoletto. << Solo un po’ più complicato… >>
<< Era diversa… >> Disse Ib trattenendo altre lacrime. Avevano raggiunto la stessa conclusione.
<< Era come gli altri, solo che agiva diversamente. Ecco tutto. >> Rispose Garry cercando di far capire a Ib che non doveva rattristarsi per quello. << Il suo desiderio di vivere una vita vera era più che legittimo, ma il modo in cui raggiungerla… >> Garry si alzò aggiustandosi i pantaloni. << Siamo vivi e stiamo bene, Ib. Questo è importante. >>
Ib annuì sconsolata e si fece aiutare per rialzarsi. << Però non ce la faccio… >> Mormorò abbattuta. Garry non aveva ancora capito di cosa parlasse. << Non ce la faccio a vagare per queste sale; quando siamo arrivati qui pensavo che fosse solo la mia immaginazione, che sarebbe passato nel giro di pochi minuti, ma poi mi sono resa conto che più andavo avanti, più mi sentivo osservata. >> Garry la guardò confuso. << Non osservata dai visitatori, ma dai quadri! >> Disse scuotendo la testa. << Mi guardavano, inespressivi ma furiosi, odiandomi perché ero riuscita ad uscire da quel mondo in cui loro erano intrappolati. E… >> Si interruppe cercando di trovare le parole. << Non ce la faccio a sopportare questo… >> Garry la guardava allibito. << Ti prego Garry… >> Lo supplicò avvicinandosi a lui. << Andiamo via… >>
Garry era stupito. << Ma… Volevi venire qui a tutti i costi, adori l’arte di Guertena, quindi perché andarsene via così presto…? >> Garry aveva capito che Ib si sentisse a disagio, ma pensava che non ci sarebbero stati problemi. << Vedrai che la tua sensazione passerà non appena avrai visto i quadri nell’altra sala! >> La prese da una mano e la fece rialzare. La ragazza si alzò con riluttanza e gli rivolse uno sguardo di supplica. Garry rispose con un sorriso rassicurante.
Ib si rassegnò a dover continuare con la visita, pur sapendo che ogni singolo dipinto in quella galleria le avrebbe ricordato il mondo che aveva tanto cercato di dimenticare. Ma mentre i due cercavano di raggiungere le sale che avevano lasciato dietro di sé, tutti i loro visitatori e le loro opere esposte sembrarono sparire. Ib non avrebbe voluto dire niente riguardo a quella inquietudine crescente in lei, ma si sentiva davvero come se stesse per succedere qualcosa di brutto, e anche Garry cominciava a dubitare della propria sicurezza.
<< Garry… >> Chiese infine Ib dubbiosa. << Devo andare in bagno… >>
La scusa del bagno serviva a controllare che ci fossero altre persone nella galleria; sicuramente ci sarebbe stato qualcuno nei bagni, Ib sarebbe entrata, si sarebbe sciacquata la faccia dopo essere stata rincuorata dalla vista di qualche ragazza come lei nel bagno delle donne, e poi sarebbe uscita per continuare il giro della mostra con Garry. Sarebbe andato tutto bene.
<< Il bagno… Dovrebbe essere di qua! >> Disse Garry indicando un corridoio prima di imboccarlo. Quando ebbero raggiunto una piccola porticina che conduceva a un antibagno prima di dividersi in due tra donne e uomini, Garry schioccò le dita e indicò la porta. << Eccolo qua. Bagno! >>
Ib scostò leggermente la porta e si voltò verso Garry, rivolgendogli uno sguardo stanco. << Faccio in un attimo… >> Disse sperando che si trattasse davvero di un attimo.
<< Ma certo. >> Rispose lui sorridendo. << Io ti aspetto qua. >>
Così Ib chiuse la porta dietro di sé, senza nascondere un'espressione preoccupata sul volto. Garry si appoggiò con la schiena al muro e si mise a fischiettare durante l’attesa; in fondo quella visita non si era rivelata tanto brutta come aveva pensato all’inizio… Non era molto entusiasta di andare alla mostra, ma Ib aveva davvero insistito tanto, sembrava che il suo sogno potesse avverarsi lì, quindi Garry aveva deciso di andare; in fondo che sarebbe potuto accadere? L’unico imprevisto erano stati i sentimenti della ragazza, che aveva avuto un cedimento: i suoi nervi dovevano essere tesi come corde di violino, forse aveva portato con sé il peso della colpa di aver distrutto Mary in quel mondo da essersi distrutta dentro, fino a quel momento, quando non aveva più potuto sopportare gli sguardi dei quadri addosso a sé… Su una cosa aveva ragione, però: quei quadri avevano davvero uno sguardo inquietante.
Era tutto a posto, sarebbero tornati dalla guida a chiedere scusa e avrebbero ripreso la loro visita alla mostra, magari riposandosi un po’ prima di riprendere ad ammirare quei capolavori che Ib avrebbe sicuramente apprezzato…
Erano passati alcuni minuti e Garry non aveva visto passare nessuno da lì; sembrava che in quel corridoio non passasse molta gente, forse perché effettivamente non c’erano opere da visitare, si trattava solo della strada per i bagni, e evidentemente nessuno ne aveva bisogno… Però la cosa lo inquietava un po’. Ib era entrata da parecchio, ormai, e non sembrava avere intenzione di uscire, ma perché? Stava davvero tanto male? Se avesse avuto bisogno di qualcosa avrebbe potuto chiedere a Garry, si sarebbe occupato di tutto lui. Ma era preoccupato senza sapere niente in quel momento, quindi sperò che la ragazza potesse comprendere la sua irriverenza e mise la mano sulla maniglia della porta dei bagni per aprirla; era preoccupato per lei.
Stava già cominciando a chiedere scusa alla ragazza per essere entrato, ma si rese conto che la porta fosse bloccata. Cosa? Tirò con gentilezza, magari qualcuno la stava tenendo dall’altro lato, ma quando capì che quella porta non si sarebbe mossa cominciò a tirare con forza con entrambe le mani. Strattonava la maniglia ogni volta con più foga di prima, sperando che fosse semplicemente bloccata, sperando che non fosse chiusa… Erano due cose diverse.
Garry finì per tirare la maniglia con entrambe le mani, mentre con un piede si spingeva dal muro per cercare di aprire la porta, ma niente; avrebbe voluto sfondare la porta, ma qualcosa lo distrasse, costringendolo a concentrarsi su quello che stava accadendo attorno a lui.
Il corridoio non era più bianco e luminoso come prima; le pareti erano diventate blu scuro, e non c’erano fonti di luce naturali, nonostante il corridoio fosse visibile, anche se immerso nell’ombra. Un'altra caratteristica che prima il ragazzo non aveva notato era che adesso quel corridoio appariva senza fine, e dei suoni confusi provenivano dall’oscurità in fondo ad esso.
<< No… >> Mormorò terrorizzato, temendo che fosse successo ciò che temeva. Dei cigolii e dei sospiri provenivano dal buio, Garry sapeva di essere in pericolo, sentiva una strana sensazione nel petto e un brivido gli percorse la colonna vertebrale. Quando furono illuminate, vide nel corridoio delle statue senza testa e abbigliate con vestiti dai colori sgargianti che si avvicinavano a passi incerti e con le braccia alzate verso di lui: erano Morte dell’Individuo, e come adesso, anche in passato lo avevano seguito desiderose della sua vita.
Garry fece un passo indietro. Guardò prima le statue, poi la porta del bagno chiusa e poi di nuovo le statue. Aprì la bocca a metà quando vide la statua al centro accelerare il passo. << Ah…! >> Quella poi scattò rapidamente verso di lui allungando una mano con l’intenzione di afferrarlo. << MALEDIZIONE! >> Gridò spostandosi di lato e abbassando la testa, sperando di schivare l’attacco. Si girò verso la statua, che sembrò infastidita dal fatto di aver mancato il suo bersaglio e la spinse con un piede verso la porta, facendogliela sfondare. << Ib! Vieni via da qui! >> Urlò non appena vide il legno cedere. Si avvicinò a ciò che restava della porta, ma scoprì di non poter andare da nessuna parte: dove doveva esserci il bagno, c’era solo un muro di cemento ben compatto che sembrava essere sempre stato lì. No!
Garry sentì qualcosa stringergli la caviglia e abbassò lo sguardo vedendo che la statua che aveva spinto contro la porta era ancora lì; girò la testa e avvistò le altre statue corrergli incontro. Trattenne un’imprecazione e strattonò forte la gamba, liberandosi dalla presa della statua, che si dimenò per afferrarlo di nuovo. A quel punto Garry si mise a correre senza pensare a dove stesse andando, desiderando solo di allontanarsi da lì.
Furono pochi istanti, ma Garry sentì come se avesse corso per ore. Quando si fermò dopo aver girato diversi angoli e dopo essere entrato in una grande stanza apparentemente vuota, il ragazzo si concesse una pausa, piegandosi sulle ginocchia e riprendendo fiato ansimando pesantemente. Non poteva essere vero, non poteva essere accaduto di nuovo.
Ib era sparita, significava che era ancora nel mondo normale oppure che era stata portata da un’altra parte? Quelle statue sembravano essere interessate solo a lui, ma avrebbero potuto mettersi alla ricerca anche di lei. E cosa avrebbe fatto da sola, Ib? Piccola com’era, non sarebbe mai riuscita a sfuggire in eterno a quei mostri. Ma era cresciuta, Ib non era più una bambina; continuava a dimenticarselo! E, diversamente da quegli esseri senza cervello, Ib era intelligente, molto più di tanti altri adulti, e poteva ingannare facilmente quei mostri. Ma era pericoloso…
Garry alzò lo sguardo avvistando qualcosa in fondo alla sala: c’era una scritta sul muro, realizzata in caratteri grossi, ma difficile da leggere a distanza. Si avvicinò e si rese conto che quello che era stato usato per scriverla non era del semplice inchiostro rosso.
 
BENVENUTO NEL MONDO DI GUERTENA
   
 
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