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Autore: RedDisposition    29/01/2016    0 recensioni
-e perché l’hai fatto allora?-
Chiese tornando a sedersi al suo fianco, Jade abbassò lo sguardo e sorrise timidamente, pensò alla risposta più semplice da dare, ma non ce ne erano perché avrebbe dovuto dare una spiegazione, così sperò semplicemente che Jesy non gliela chiedesse.
-perché non riesco a nascondere quella parte umana davanti a quei due occhi blu, non riesco a fermare le parole quando mi fissa-
Sussurrò senza guardare la ragazza, Jesy spalancò la bocca e quasi ebbe l’istinto di portarsi una mano al petto, ma cercò di frenare il suo braccio, guardò Jade con lo sguardo meno stupito possibile.
#Jerrie
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Jade Thirlwall, Jesy Nelson, Leigh-Anne Pinnock, Perrie Edwards, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

-Salve, risponde la segreteria telefonica di Perrie, ora non posso rispondere, siete pregati di lasciare un messaggio,  grazie-

Jesy sbuffò chiudendo il telefono di scatto, si passò una mano fra i capelli, si guardò un attimo allo specchio che aveva nel suo armadietto e quasi maledisse il fatto di non aver dormito. Si passò una mano fra i capelli cercando di aggiustarli, ma erano un completo disastro, schizzavano ovunque. Dal riflesso del suo specchio vide una ragazza camminare svelta con l’andatura fiera ed una borsa di Prada che sembrava essere molto pesante, si girò di scatto riconoscendo immediatamente il castano dei suoi capelli.

-Jade-

La chiamò, la ragazza si girò con un sopracciglio alzato, quando notò chi le avesse parlato sorrise leggermente, con lo sguardo di sfida.

-dimmi-

La sua voce uscì gentile, ma Jesy vi notò immediatamente qualche sfumatura di sarcasmo.

-hai visto Leigh Anne ?-

Jade scosse la testa con il suo sorriso di scherno puntato sul viso, Jesy prese un gran sospiro e convinse se stessa a non perdere la pazienza, un suo pugno e le avrebbe tolto quel naso alla francese.

-dovresti dirlo tu a me, non credi?-

Jesy spalancò gli occhi e sentì una tempia pulsarle, il tono malizioso dell’altra le fece fare un passo indietro. Jade ora sorrideva in modo gentile, come se non si fosse accorta del modo in cui aveva parlato. Jesy non capiva come una ragazza dall’aspetto tanto genuino potesse essere così meschina.

-dov’è Perrie?-

Jesy alzò un sopracciglio, si chiese come facesse Jade a conoscere la sua migliore amica, quando come un lampo di genio le venne in mente la festa di qualche giorno prima dove Jade aveva trascinato Perrie in pista.

-non lo so, abbiamo litigato, e non risponde alle mie chiamate-

Vide per un attimo lo sguardo di Jade inclinarsi e crucciò le sopracciglia.
È dispiaciuta?

-okay, ora vado che ho lezione, se incontro Leigh Anne te lo farò sapere-

Jesy sorrise riconoscente, vide lo sguardo dell’altra per un attimo addolcirsi ed un sorriso gentile spuntò sulle labbra di Jade, poi la castana le diede le spalle avviandosi in classe.

-se Perrie mi parlerà le dirò che mi hai chiesto di lei-

Vide le spalle di Jade bloccarsi e farsi tese, la ragazza strinse la tracolla fra le mani e Jesy si chiese se non avesse detto qualcosa di sbagliato.

-grazie-

Fu l’unica cosa detta da Jade, un sussurro freddo e distaccato.
 
 

-Perrie! Sei arrivata!-

Jesy le corse incontro, sentiva le labbra secche e il cuore battere forte, sapeva che non avrebbe neanche fatto pace con Perrie che avrebbero già iniziato a litigare, ma non poteva lasciare che la sua migliore amica bionda avesse qualcuno che avrebbe potuto ferirla.

-non ora Jesy-

Sbuffò la ragazza con gli occhi mezzi chiusi, uno sbadiglio le scappò e fece correre la sua mano davanti alla bocca, Perrie si grattò fra i capelli biondi ed aprì il suo armadietto ficcandoci i libri dentro.

-ti prego, dobbiamo parlare, è importante-

La bionda sbuffò, si passò una mano sugli occhi e si guardò allo specchio, notò il rossore e la stanchezza nei suoi occhi, i capelli sparati ovunque e quella felpa enorme la faceva sembrare un involtino primavera.

-sto cercando Jade, non ho tempo-

Sbuffò la bionda, chiuse l’armadietto e cercò di superare la sua migliore amica, ma Jesy la bloccò, la tirò per un braccio e camminò svelta fino al bagno delle ragazze. Molti ragazzi si erano bloccati a guardare quella piccola scena, c’era chi sparlava, chi guardava e basta e chi non se ne fregava ed andava avanti per la propria strada.

-è proprio di Jade che voglio parlarti-

Jesy sussurrò lasciando il polso dell’amica, si guardò intorno e sperò che in nessuno dei bagni ci fosse la ragazza o qualche sua tirapiedi altrimenti sarebbe finita in un bel casino.

-è gay pure lei?-

Jesy sussultò sentendo quella frase, gli occhi freddi di Perrie quasi la congelarono sul posto, e il sorriso schietto che aveva sul viso le ricordò l’espressione che Jade aveva stampato in faccia.

-scusa, non volevo-

Perrie sospirò, i suoi occhi sembrarono sciogliersi, due ghiacciai bollenti, persino il suo sorriso meschino si sciolse
diventando un piccolo broncio triste.

-me lo meritavo-

Sussurrò Jesy abbassando lo sguardo, dopo poco lo rialzò con un leggero sorriso gentile stampato sul viso.

-cosa volevi dirmi su Jade?-

Perrie chinò la testa e attese che la sua migliore amica parlasse.

-niente, sta attenta e basta-

Si limitò a dire, forse era stata egoista, ma dopo aver trovato un attimo di tregua non le andava proprio di rovinare il tutto, e poi Jade forse con Perrie diventava diversa. Jesy conosceva la sua migliore amica, sapeva bene che non sopportava le persone che erano come l'altra si mostrava, ma sapeva anche che Perrie adorava le persone che erano l’opposto di Jade, e spesso si era ritrovata in situazioni dove la ragazza castana aveva ceduto per un attimo alla sua barriera ed i suoi occhi si erano ricoperti di un velo di dolcezza e gentilezza che non aveva mai trovato nella sua voce.
 
 
 
-ti ho dato quello che ti serviva, ora smamma bello, ho altre cose da fare-

Jade infilò i soldi nella felpa grigia che metteva solo per lavorare, si guardò intorno e sospirò cacciando fuori una nuvola di umidità. Quello doveva essere il suo ultimo cliente, dato che le sue tasche a metà pomeriggio erano piene di sacchetti ed ora erano piene di soldi. A parte un sacchetto che aveva conservato per sé. Dopo una lunga giornataccia passata nei Queens le ci voleva un momento di relax. Uscì fuori dal vicolo che ormai conosceva a memoria sbucando davanti uno dei grandi palazzi della città, vi girò intorno e camminò più svelta possibile per arrivare presto alla fermata dei pullman.
Sentiva i taxi sfrecciarle accanto, tante macchie gialle che correvano lungo le enormi strade di New York, Jade sbuffò, aspettò che il semaforo scattasse per attraversare, o meglio correre, lungo le strisce pedonali. Non poteva prendere il taxi, viveva nell’Upper East Side e se dicevi a qualcuno di vivere nel cuore di Manhattan e poi trovarti nei Queens qualche domanda se la faceva. Così Jade camminava in silenzio, con le mani strette in tasca, per paura di perdere qualche dollaro o peggio il suo sacchetto per il suo relax. Era quasi arrivata alla fermata del pullman, quando un auto si fermò alle sue spalle. Jade sussultò e si fece tesa, tolse immediatamente le mani dalle tasche, le tenne aperte e si tirò su il cappuccio per non farsi riconoscere.

-Jade?-

Stava per fare un altro passo, ma quella voce timida la bloccò, la castana sorrise immediatamente, si tolse il cappuccio e si girò verso l’auto che si era fermata.

-Perrie-

La bionda teneva un braccio sul tettuccio dell’auto, l’altro era poggiato sullo sportello aperto e sbucava fuori solo la testa e mezzo petto, la Range Rover era accesa ed i fari erano puntati sulla strada, data la sera imminente, il sole stava per sparire dietro i grattacieli e Jade si chiese se il tempo si fosse fermato quando aveva fissato quegli occhi azzurri.

-vuoi un passaggio?-

Chiese timida la bionda, Jade le sorrise, uno di quei sorrisi che non lasciava mai a nessuno, annuì velocemente, e fece qualche passo verso l’auto di Perrie, prima di ricordare cos’aveva in tasca. Si fermò di botto spalancando gli occhi.

-non voglio disturbare, prendo il pullman-

Diede le spalle a Perrie e camminò svelta verso uno di quei veicoli in servizio, sentì le ruote della Range Rover girare lungo l’asfalto ed attecchire al suolo durante le frenate, sbuffò e si riscaldò le mani, odiava quando a New York improvvisamente faceva freddo, come se all’improvviso  la città avesse avuto un calo di zuccheri.

-fa freddo e non credo un pullman sia qualcosa per una ragazza, io ho i riscaldamenti e questo è un cubicolo sicuro-

Sussultò sentendo di nuovo la voce di Perrie, scosse la testa sorridendo, forse avrebbe potuto accettare, del resto non era difficile nascondere qualche dollaro.

-non siamo sicure che sia un cubicolo sicuro questo, potresti abusare di me-

Perrie scoppiò a ridere e guardò Jade che si era avvicinata al finestrino, lo abbassò di poco, giusto il necessario per poterla guardare negli occhi senza il vetro di mezzo.

-io sono un angioletto, piuttosto sei tu quella che dovrebbe spaventarmi-

Jade chinò la testa leggermente di lato, si passò una mano lungo le spalle infreddolita, quando cercò di riscaldarsi le mani nella felpa il rumore della carta che si accartoccia le fece spalancare gli occhi.
Addio relax.

-perché dovrei spaventarti?-

Perrie non rispose, continuò a sorriderle facendole cenno di entrare in macchina. Jade annuì e veloce, con le converse che strusciavano sul marciapiedi umido, entrò in auto sentendo i sensi intorpidirsi al calore che il riscaldamento aveva regalato al cubicolo.

-sei la ragazza più stronza della scuola e ti ho visto nei Queens, cos’altro devo sapere? Che vivi nel Bronx? Lì credo che potrei spaventarmi sul serio-

Jade abbassò lo sguardo, sospirò cercando di mantenere un’aria indifferente, anche se i suoi occhi erano colpevoli per qualcosa che Perrie neanche l’aveva accusata.

-vivo a Manhattan-

Si limitò a dire fredda, Perrie la guardò crucciando le sopracciglia, quel tono così distaccato l’aveva sorpresa, sapeva Jade come veniva considerata ma lei non l’aveva trovata in quel modo. Era sempre stata gentile.

-allora ti accompagno a Manhattan o dovunque tu, ghiacciolo, voglia andare-

Jade cercò di contenere un sorriso al suo soprannome, di solito quando Leigh Anne la chiamava in quel modo alzava gli occhi al cielo e sbuffava, ma ogni cosa che faceva Perrie le sembrava totalmente diversa.

-voglio tornare a casa, sono stanca-

Jade sospirò poggiando la testa al sedile e sospirando, sentì l’odore di Perrie inondarle le narici e spalancò gli occhi di botto.

-è la tua auto questa?-

Chiese curiosa, Perrie scosse la testa mettendo una marcia e fermandosi allo stop.

-è di Jesy, ma lei ha il suo scooter così io prendo la sua auto-

Jade annuì passandosi una mano fra i capelli.

-tu e Jesy condividete le auto?-

Perrie sorrise quando sentì il tono stranito dell’amica, fece spallucce e si passò una mano fra i capelli biondi.

-io e Jesy siamo coinquiline-

Jade spalancò gli occhi ed annuì, si spiegò l’amicizia profonda fra le due, nonostante Perrie non avesse legato con nessuno in almeno tre anni.

-perché non vivi con i tuoi genitori?-

Perrie sospirò e strinse il volante fra le mani, non era mai stato facile parlare del motivo per cui aveva dovuto mollare tutto ed andare via dalla sua tranquilla ed educata Londra.

-mia madre vive con il suo nuovo compagno, e io non voglio averci niente  a che fare con lui, così ho cercato degli annunci in rete e ho trovato Jesy. Se proprio te lo stai chiedendo, ci siamo trasferite perché dopo il divorzio mia madre ha voluto andare via da Londra, a causa dei ricordi, ed è venuta a vivere qui, con Ben-

Jade le sorrise dolcemente, le posò una mano su una spalla e le lasciò  una piccola carezza con il pollice, prima di spostarle i capelli dal collo. Quando la punta delle dita di Jade sfiorò la pelle di Perrie, la bionda sentì un tremito percorrerle le gambe ed entrarle nei polmoni, tanto che il suo respiro divenne tremolante.

-ti manca Londra?-

Perrie guardò gli occhi brillanti dell’altra e sorrise abbassando lo sguardo.

-mi manca quello che facevo a Londra, le mie amiche, il tè alle cinque e la tranquillità. Qui invece è quasi mezza notte e
tutti stanno ancora in strada-

Jade sorrise e guardò davanti a sé, il via vai di auto nelle strade era appena iniziato e non sarebbe finito fino alla mattina dopo.
New York, la città che non dorme mai.

-è un bel cambiamento passare da Londra a questo-

Perrie annuì sospirando, schiacciò più forte l’acceleratore, poco dopo il paesaggio costeggiato da palazzi e vecchie fabbriche si trasformò in un ponte, tutto illuminato e con il nero notturno del fiume Hudson che creava inquietudine e allo stesso tempo ti donava la sensazione di essere infinito.
 

-dopo Central Park ti basta girare alla prima a sinistra e l’ultimo palazzo è il mio-

Perrie distolse un attimo lo sguardo dalla strada per guardare Jade, durante tutto il viaggio avevano parlato di tutto e la bionda pensò che quello che dicevano della sua Jade non era affatto vero, forse parlavano di qualcun'altra Jade, ma non della sua.
La sua Jade.
Sorrise quando la vide gesticolare mentre spiegava qual’era la strada giusta da prendere.

-abiti una strada prima della mia-

Jade le sorrise alzando un sopracciglio. Si chiese come fosse possibile non aver mai incontrato quell’angelo biondo per quasi tre anni, le sembrava una cosa impossibile, insomma New York poteva essere grande quanto voleva ma le persone sono quelle, non di certo altre.

-almeno non dovrai fare il giro del mondo solo per accompagnarmi-

Perrie sorrise facendo spallucce, accese la freccia e svoltò a sinistra, avevano superato Central Park che a quell’ora era solo un insieme di alberi illuminati di tanto in tanto da qualche lampione.

-ora vai a casa anche tu?-

Jade guardò il profilo di Perrie illuminato dalle luci al neon della strada, la ragazza annuì leggermente e poi si girò a guardare l’amica.

-si, dopo una serata a Brooklyn ho proprio bisogno di stare a casa con la mia migliore amica, anche se quest’ultima è ad una cena-

Jade la fissò con lo sguardo strano, Perrie quasi credette fosse contrariato, stava per parlare, ed aggiungere altro quando Jade le sorrise leggermente.

-giusto, Leigh stasera doveva uscire con Jesy-

Perrie spalancò la bocca e solo dopo qualche secondo Jade si rese conto del disastro che aveva appena fatto, spalancò gli occhi e si portò una mano davanti alla bocca, Perrie urlò e quasi le saltò addosso come per estorcerle la verità, ma si contenne fermando la macchina proprio fuori la casa della ragazza.

-non sapevi che quelle due stessero insieme vero?-

Perrie scosse la testa e deglutì, spense i motori e si guardò intorno, il palazzo di Jade era fatto di marmo, con più di tre piani, il portiere teneva la cabina chiusa, evidentemente era andato già a dormire, quasi a tutti i piani le luci erano spente e per quello Perrie era sicura che gli inquilini fossero usciti e non andati a dormire. Jade stava per aprire la portiera, quando Perrie rimise in moto la su auto, si bloccò fissando la ragazza. Perrie teneva i denti stretti e le mani serrate intorno al volante.

-Perrie che succede?-

Chiese cauta fissando gli occhi stanchi della bionda.

-ho bisogno di sapere alcune cose che Jesy non mi dirà mai-

Jade alzò un sopracciglio e la fissò confusa, sentì il cigolio delle ruote, e si passò una mano fra i capelli mentre con l’altra prendeva un braccio dell’altra fra le mani.

 -che significa?- 

Perrie si girò verso di lei, si schiarì la voce e si passò una mano fra i capelli biondi.

-chiama tua madre, stasera dormi da un’amica-

Jade la fissò leggermente confusa, ma lo stesso compose il numero sul cellulare e mandò un messaggio a sua madre.
 
 

-Jesy non è ancora tornata, il suo cappotto non c’è appeso all’attaccapanni-

Osservò la bionda, Jade entrò leggermente nervosa, con le mani nelle tasche che stringevano i dollari.

-qui dentro fa sempre caldo, se vuoi togliti la felpa, fa come se fossi a casa tua-

Jade annuì silenziosa, si sfilò via la sua felpa e la posò delicatamente sull’attaccapanni, strinse gli occhi in una preghiera muta, sperò che nessuno notasse il contenuto delle sue tasche. La maglietta nera a mezze maniche che vi sbucò sotto le andava leggermente stretta sul petto, era corta e le scopriva la pancia olivastra. Perrie fissò i lineamenti dei muscoli appena accennati della ragazza e quasi dovette trattenersi dallo spalancare la bocca.

-perché ti coprivi con quella felpa?-

Chiese sotto shock, non potè trattenersi dallo spalancare la bocca, e quando Jade rise ed i suoi addominali si fecero tesi Perrie ebbe l’istinto di allungare una mano in avanti per accarezzarle la pelle.

-fa freddo a New York, Pez-

La ragazza che dopo la risata sembrava essersi sciolta si sedette con eleganza sul divano nero di pelle che Jesy aveva scelto accuratamente. Perrie aveva sorriso sentendo quel soprannome, era arrossita però quando si era resa conto che stava ancora fissando la bellezza che quella ragazza poteva celare e donare anche con un semplice sguardo.

-allora cos’è che dovremmo fare? Cioè le amiche normali durante i pigiama party guardano dei film e condividono i pop corn-

Perrie sorrise annuendo, si sedette accanto alla ragazza, incrociò le gambe e si ritrovò faccia a faccia con quegli occhi tanto brillanti.

-prima del film vorrei sapere tutto quello che sai su Jesy-

Jade alzò un sopracciglio accavallò le gambe e non potè non notare gli occhi di Perrie fissarsi sul suo movimento. Si lasciò scappare un sorriso malizioso, ma poi scosse la testa e sospirò.

-non sono una stalker-

Perrie sorrise annuendo, cadde all’indietro sdraiandosi sul suo divano, si mise in posizione fetale con una mano che andava a sostenere la testa.

-io e Jesy non andiamo d’accordo-

Sentì l’altra sussurrare ed alzò un sopracciglio, cercò di chiedere qualcosa, ma sentì la testa dell’altra poggiarsi sul retro della sua coscia, poco distante dalla sua mano.

-lei è una di quelle persone che sa cosa sono capace di fare, non ci conoscevamo per la nostra simpatia prima di sapere quello che ha con Leigh Anne-

Jade mosse leggermente la testa e i suoi capelli andarono a finire fra le dita di Perrie, la bionda sentì la morbidezza e la delicatezza di quei capelli attorcigliarsi intorno alle sue dita, quando iniziò a giocherellarci.

-come l’hai scoperto?-

Sussurrò Perrie, parlavano piano e a bassa voce, come se avessero quel tipo di atmosfera che non può essere distrutta. Jade alzò la testa e le sorrise, le battè un pacca sul ginocchio e Perrie la fissò confusa.

-fammi spazio-

Perrie sorrise ed immediatamente si fece piccola per far entrare la ragazza al suo fianco.

-io e Leigh abitiamo una il piano sopra l’altra, i miei non ci sono mai, così parecchie sere sto con la sua famiglia, una volta neanche i suoi c’erano e volevo farle una sorpresa, così sono andata a casa sua, e con le chiavi di riserva nascoste sotto il tappeto ho aperto la porta. Ho camminato lungo tutta la casa con la speranza di trovarla lì, speravo che ci fosse perché altrimenti avrei passato una nottata da sola,e dio solo sa quanto odio essere sola. Comunque l’ultima stanza che mi era rimasta era la sua, così con calma sono andata lì, ho aperto la porta e BOOM! ORRORE!-

Perrie scoppiò a ridere fra i capelli dell’altra, Jade sorrise sentendo il braccio della bionda circondarla. La sua mano che sfiorava quella di Perrie le fece sentire uno strano rumore che partiva dallo stomaco.

-continua!-

Perrie soffocò l’ennesima risata nel cuscino, Jade scosse la testa e pensò che avrebbe persino inventato un continuo se Perrie avesse continuato a ridere in quel modo.

-Lee e Jesy si stavano baciando con dolcezza e non saprei cos’altro descrivere dato che la troppa dolcezza in quel momento mi aveva fatto salire i conati-

Altra risata di Perrie, seguita da una carezza meno leggera sulla mano di Jade.

-ricordo che chiesi scusa e chiusi la porta, poi corsi all’ascensore e tornai a casa mia. Solo il giorno dopo Leigh Anne venne a spiegarmi tutto. Non dormii quella notte! Ero troppo nauseata!-

Jade lanciò uno sguardo a Perrie che, poggiata sul suo petto, stava ancora sorridendo. Ora le loro mani erano intrecciate e nessuna delle due sembrava essersene accorta. Jade fece cadere il suo sguardo sul viso dell’altra e le sorrise come fosse stata una madre amorevole. Fu una stretta più forte alla sua mano che la fece risvegliare, guardò la mano chiara dell’altra intrecciata alla sua e spalancò gli occhi, con delicatezza provò a sciogliere il contatto con le mani dell’altra e la sentì sospirare alle sue spalle. Perrie creò una specie di sbuffo e si portò una mano sotto la testa. La castana alzò un sopracciglio, si mise in posizione fetale, verso la bionda e la guardò confusa. Il suo viso era molto vicino a quello dell’altra, quasi sentiva il respiro profondo dell’altra batterle contro le guance, gli occhi azzurri nascosti dalle palpebre fecero capire a Jade che la sua amica bionda si era addormentata sul divano e che se lei si fosse alzata di conseguenza Perrie si sarebbe svegliata, le sorrise spostandole un ciuffo ribelle dal viso, si girò dandole le spalle e si mise comoda. Si era quasi addormentata quando sentì il braccio di Perrie racchiuderla in un abbraccio possessivo.


 
  
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