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Autore: Skyrim fan_1999    29/01/2016    2 recensioni
Un ragazzo depresso, scappato da Cyrodiil, ridotto a bere come un ubriacone alla giumenta bardata per affogare il dolore della perdita, offre per caso una birra ad una ragazza sedutagli accanto, non sapendo che sarà proprio lei a cambiargli la vita e a fargli ritrovare la voglia di vivere.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dovahkiin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dragonsreach. Un castello di suggestiva bellezza e di una profonda storia.

Si diceva che fosse stato chiamato così poiché costruito con lo scopo di rinchiudervi dentro un drago. Si diceva anche che vi era stato davvero rinchiuso un drago, Numinex, catturato dall'eroe simbolo di Whiterun, Olaf Occhio Solo.

La sua storia era nota a molti. In famiglia, mio nonno era quello che la conosceva meglio, e me la raccontava ogni sera, accanto al fuoco ardente nel camino, quando ero piccolo. Poi crebbi, e persi molta della 'magia' che vi era nel sentire le sue storie.

Quanto mi mancava adesso.

Arrivai a Dragonsreach quando ormai in città non vi era più quasi nessuno. Evidentemente erano tutti già dentro il castello. Mostrai alla guardia che non avevo armi, oggetti pericolosi, né la famosa "scarpa che produce danni da fuoco" (Francamente non credevo neanche esistesse un oggetto del genere), e potei così entrare.

L'interno era perfino più bello di quanto avessi mai immaginato.

Un grande atrio tutto tappezzato di striscioni delle più svariate tinte, ognuno riportante un simbolo collegato a Whiterun, come ad esempio il cavallo rappresentato nello stemma, il simbolo dell'imperatore Titus Mede, il Verdorato presente nella piazzetta vicino Dragonsreach, simbolo di kynareth. Mi parve di vedere anche il drago d'argento, simbolo del sangue di drago.

Ai lati dell'atrio vi erano animali imbalsamati come Tigri, Orsi, Lupi dei ghiacci e Alci, ognuno con un colore di pelo stupefacente. E in fondo alla sala, il trono in dello Jarl, con sopra il teschio di Numinex, appeso al muro.

Il tutto veniva completato dalla gente, così viva e colorata da sembrare ad una festa piuttosto che ad un banchetto.

Un'atmosfera felice che non vedevo da tanto tempo.

Mi guardai un pò in giro, cercando qualcosa da fare. Trovai per la sala parecchie tavole, lunghissime e imbandite di tutto e di più.

<< Non ti conosco! Sei nuovo da queste parti? >> Mi chiese una voce profonda, facendomi quasi sobbalzare.

Mi voltai quasi di scatto, e mi ritrovai davanti una figura imponente:

Un Nord molto robusto, il cui solo avambraccio era visibilmente più grosso della mia coscia. Il suo viso era piuttosto normale per i Nord: tratti adulti, maschili, segnati da intemperie, battaglie e chi più ne ha più ne metta. Portava i capelli sciolti e lunghi, color pece, e una corta barba a decorare il suo volto.

Curiosamente, era vestito con un'armatura d'acciaio dorata, decorata di tutto punto e splendente come una gemma. Infine, dettaglio che notai quasi subito, era decisamente alto, pure per gli standard Nord, dal momento che gli arrivavo sì e no alla bocca o poco sopra (ed io ero decisamente alto per gli standard imperiali).

<< Ehm... Sì... insomma, sono perlopiù di passaggio. >> risposi leggermente intimorito da quella figura imponente.

<< È un peccato! È sempre un piacere vedere facce nuove a Whiterun, specialmente da quando è tornata la pace! >> rispose lui, con un tono di voce cordiale e benevolo.

Da come ne parlavano tutti, il ritorno dei draghi in una Skyrim già martoriata dalla guerra civile doveva essere stata una minaccia come non se ne vedevano da tempo, paragonabile alla crisi dell'Oblivion. E non faticavo a crederlo, dopo aver visto come Helgen era stata ricostruita da zero proprio a causa dei draghi.

E non era neanche passato troppo tempo da quegli avvenimenti. In cuor mio, ero sinceramente sorpreso della capacità di terre come quelle di tornare alla normalità, dopo tutto ciò che avevano passato. In particolar modo Whiterun.

Di colpo però mi ricordai di non saper nulla sul tizio che mi aveva parlato.

<< Ma tu chi sei? >> gli chiesi.

<< Io? Il mio nome è Farkas, membro dei Compagni di Whiterun! Avrai certamente sentito parlare di noi! >>

Eccome se ne avevo sentito parlare. Chi non aveva sentito parlare dei Compagni, la controparte Nord della gilda dei guerrieri di Cyrodiil. Un gruppo che poteva risolvere qualsiasi problema "se la paga era buona".

Uno squillo di tromba interruppe quell'inaspettata conversazione.

Tutti interruppero le loro attività e si girarono verso la fonte del rumore, un uomo Imperiale di altezza media, con una faccia affabile e un pò avanti con l'età, con dei grigi capelli che gli formavano come una mezzaluna attorno al capo, lasciando la cima della testa quasi scoperta.

Più tardi sarei venuto a sapere che quello era Proventus Avenicci, il sovrintendente di Dragonsreach.

Tutta l'attenzione della sala era su di lui. Si prese qualche attimo per schiarirsi la voce, e cominciò con voce esperta, solenne:

<< Benvenuti, cittadini del Whiterun e illustri ospiti che da ogni dove si sono voluti dirigere qui, a festeggiare una donna prossima al grande passo! Qui, nel cuore di Skyrim! >>

L'ultima frase, in particolare, incitò una scrosciante pioggia di applausi. In un certo senso era vero; Whiterun era il centro di Skyrim.

Proventus riprese << Questa sera, quella donna desidera salutare l'intero feudo. Ella di sposerà a breve a Solitude, la grande capitale di Skyrim, a cui saranno invitate più un migliaio di persone! Una donna di gran cuore e gran nobiltà (in entrambi i sensi), che ha a cuore anche l'ultimo cittadino di Tamriel! Cugina dell'imperatore Titus Mede II, Qui, in questa splendida serata: Vittoria Vici! >> Concluse il discorso, lasciando l'attenzione a colei che aveva appena nominato, che fece la sua apparizione subito dopo, da una scalinata qualche metro accanto al trono.

Avevo già visto diverse volte Vittoria Vici, a Cyrodiil, per cui sapevo già il suo aspetto, ma quella sera mi sorprese: Era più bella del solito.

A cominciare dalla pettinatura regale, di stampo Cyrodilico, che intrecciava finemente i suoi lunghi capelli neri. Il suo viso era dolce e delicato come quello di una ragazzina, tanto da domandarmi quale fosse la sua vera età, essendo cugina di un'imperatore più che cinquantenne.

Un lungo e sinuoso vestito di delicata seta blu imperiale le scendeva dolcemente sul corpo e sui fianchi, risaltando le sue forme aggraziate e femminili.

Mi chiedevo chi era il fortunato che si sarebbe sposato con una donna così bella, che con passo elegante e andatura regale si metteva davanti a tutti gli invitati.

<< Buonasera a tutti, cittadini di Whiterun e di Skyrim. >> cominciò con voce lieve, soave << Ringrazio profondamente chiunque abbia deciso di presentarsi a questo banchetto speciale. Il mio sposo sarà qui a momenti per unirsi a noi in questa serata, e anche lui è molto felice di essere qui a porgere i suoi più sinceri saluti a tutti voi. >>.

Continuò ad articolare qualche frase su colui che sarebbe diventato suo marito, di quanto lo amava e di quanto sarà contento di conoscere lo Jarl Balgruf il grande, i nobili della corte << E, ovviamente, più di tutti desidera conoscere la donna che ha reso possibile tutto questo. Colei che innumerevoli volte ha reso grandi servigi a tutta Tamriel e che mai ringraziaremo abbastanza. Colei che, in via del tutto eccezionale, ha deciso di presentarsi stasera per questa speciale occasione. Cole...! >>

Il suo discorso venne interrotto dall'arrivo dello Jarl Balgruf, vestito in una elegante armatura di cuoio blu e oro che poche volte avevo visto, ma chiaramente di stile Cyrodilico.

Accompagnato dal suo Huscarlo, un Elfa scura da capelli rossi con indosso un'armatura d'acciaio, si avvicinò a Vittoria e le disse qualcosa nell'orecchio, così che solo lei sentisse.

La vidi ascoltare in silenzio, per poi strabuzzare gli occhi e mettersi una mano sulla bocca, come se avesse sentito qualcosa di terribile. Si ridiede un contegno ricordandosi di essere sotto gli occhi di tutti, compresi i miei. Fu Balgruf a parlare, non appena la donna si calmò:

<< Purtroppo il Thane di Whiterun non può presentarsi stasera! Ha avuto un grave imprevisto e perciò ritarderà il suo ritorno a Skyrim. Non temete, sta bene, e sarà qui tra un paio di giorni. Godetevi il banchetto! >> disse con un tono che convinse tutti, eccetto me.

La reazione di Vittoria era fin troppo allarmata per trattarsi di in semplice 'imprevisto'. Non ebbi il tempo di rimuginarci sopra, poiché notai una piccola ombra muoversi nell'oscurità dei piani alti, nel grande balcone interno, che dal lato destro si affacciava su tutta la sala. Non appena riconobbi la figura, il mio cuore perse un battito.

 

Un altro assassino della confraternita oscura.

 

Per un attimo rimasi paralizzato nel vederlo confondersi abilmente nell'oscurità, con l'armatura nera e rossa, come un'ombra che silenziosa attraversa il buio.

Per un attimo pensai che puntasse a me, che mi avessero trovato, che sarei stato di nuovo attaccato, stavolta senza la possibilità di difendermi, essendo disarmato. Ma bastò che voltasse leggermente il capo in una specifica direzione per capire chi voleva colpire.

Vittoria Vici! Lei era il bersaglio!

Svelto cominciai a pensare:

 

sicuramente non potevo urlare a tutti che c'era un assassino della confraternita nel palazzo. Nella migliore delle ipotesi, l'assassino avrebbe sentito e si sarebbe defilato prima che io potessi dire 'Ba', sarei stato bollato come bugiardo e rinchiuso nelle segrete per aver rovinato la festa.

 

Non potevo neanche avvertire Vittoria Vici, poiché sotto gli occhi dell'assassino, che si sarebbe insospettito se mi avesse visto parlare con lei in modo sospetto e sarebbe scappato non appena avvertite le guardie.

 

E certamente non potevo neanche avvertire le guardie di persona. Avrebbero dovuto chiedere ordini dal comandante, insospettendo l'assassino e facendolo scappare.

 

La soluzione a quanto pare era una sola: avrei dovuto fermarlo io. Da solo. E subito.

Mi diressi furtivamente verso la porta da cui era passata Vittoria Vici, notando che vi erano due guardie a sorvegliarla.

" Merda! " pensai. Questo complicava le cose. Mi arrovellai qualche attimo per escogitare un diversivo che le allontanasse dalla porta, finché non mi venne un'idea.

Mi confusi un pò nel gruppo vicino alle tavole, e non un massiccio Nord mi passò accanto, gli feci di nascosto lo sgambetto, facendolo crollare sul pavimento in legno.

Svelto, lasciai al mio posto un ragazzo redguard che, come gli altri, venne preso alla sprovvista dall'improvvisa caduta del signore.

Quest'ultimo si rialzò, irritato, e vedendo il redguard accanto alla sua gamba destra (quella da cui aveva subito lo sgambetto) fece un semplice 2+2.

<< Ehi! Brutto Idiota! Perché mi hai fatto lo sgambetto?! >> gli gridò in faccia, arrabbiato

<< M-Ma... Non sono stato io, signore... È stato il... >> tentò di giustificarsi, troppo tardi. Io mi ero già rimpiattato dietro una delle colonne di legno.

<< Il Chi? Io ho visto solo te vicino alla mia gamba! >> continuò lui << Vorresti negare di essere stato tu?! >>

<< V-vi prego... calmatevi. >> implorò il ragazzo, intimorito da quel tronco d'albero che avrebbe potuto spaccare li i denti da un momento all'altro

<< Te lo do io il calmatevi!! >> << Ehi, Ehi!! >> l'intervento delle guardie fu puntuale come mi aspettavo.

Mentre i due, allontanandosi ingenuamente dalla porta, separavano i due è cercavano di far calmare il Nord, io mi intrufolai furtivamente nell'entrata ai piani superiori, perfettamente non visto.

O almeno così credevo.

Com'era prevedibile, tutte le guardie erano rimaste in sala a sorvegliare il banchetto. Mi ci vollero poco più di venti secondi per trovare la strada per arrivare al balcone interno destro, dove vi era l'assassino. L'unica cosa che mi separava dall'affrontarlo era la porta, che mi apprestavo ad aprire.

Improvvisamente, però, venni aggredito alle spalle e buttato a terra in meno di un istante. Prima che mi rendessi conto di ciò che era successo, una lama color verde acqua mi venne puntata sulla gola.

<< Chi sei, in nome di Talos?! Che ci fai qui?! >> Mi intimò con voce minacciosa chi mi aveva bloccato a terra:

Era una donna, una Nord, a giudicare dalla corporatura piuttosto atletica, dai capelli corvini che incorniciavano un viso di matura bellezza, con una carnagione lattea e delicata, labbra rosse come il tramonto, e occhi azzurri come il cielo che inizia a essere rischiarato dall'alba.

A giudicare dal suo viso, piuttosto giovane, era all'incirca una mia coetanea, forse qualche anno più vecchia.

Di una cosa potevo essere certo: Aveva una forza fisica notevole, visto come con una mano premutami sul petto mi teneva con la schiena a terra, mentre restando seduta a cavalcioni sul bacino mi impediva qualsiasi movimento della parte inferiore del corpo, ad eccezione delle gambe.

 

<< E-e-ehi, aspetta! Calma! Posso spiegare! >> le dissi non appena ebbi fatto mente locale. La donna tacque, facendomi capire che per lo meno mi ascoltava. << Ascolta, abbiamo pochissimo tempo a disposizione! Oltre questa porta c'è un assassino della confraternita oscura che vuole uccidere Vittoria Vici, e ci riuscirà se non lo fermiamo! Dobbiamo fermarlo, subito! >>

La Nord ci pensò su qualche secondo, prima di alzarsi in piedi e lasciando alzare me. Non appena avvicinai la mano alla porta, mi porse una spada corta, di acciaio nanico, con una lama affilata lunga circa una quarantina di centimetri.

La presi delicatamente, ringraziandola educatamente, ed aprii la porta.

 

Il rumore che fece la porta aprendosi fu leggerissimo, ma più che sufficiente ad avvisare l'assassino della nostra presenza, accovacciato in una posizione furtiva nelle ombre. Si voltò immediatamente verso di noi, con in mano un arco imperiale in cui aveva incoccata una freccia in ebano, puntata su Vittoria Vici, che abbassò. Eravamo arrivati giusto in tempo.

Ripose in un istante l'arco, sfoderando un lungo coltellaccio, di cui non riconobbi né il materiale né il tipo.

La donna Nord tenne stretta la spada, e così feci io con la spada corta.

L'assassino non diceva una parola, attendeva che fossimo noi a fare la prima mossa.

<< Assassino! >> Cominciò la Nord << Hai cercato di commettere un grave crimine contro Skyrim e la sua gente, tentando l'omicidio della cugina dell'imperatore, Vittoria Vici! Cos'hai da dire in tua difesa? >> Rimasi in silenzio qualche manciata di secondi, attendendo la risposta dell'individuo.

<< Niente di personale. >> disse semplicemente, per poi prendere una piccola fiaschetta blu scuro e lanciarla inaspettatamente ai nostri piedi.

Non appena la fiaschetta si ruppe, una spessa cortina di fuma si levò intorno a noi, prendendoci alla sprovvista. Non avevo mai visto pozioni del genere.

Sentii i passi dell'assassino. Stava correndo. Pochi istanti e ci sarebbe passato accanto, scappando.

Non appena vidi la sua sagoma che cercava di passare in mezzo al fumo a gran velocità, svelto lo afferrai, lanciandoci poi entrambi fuori dalla cortina, tentando poi di tenerlo fermo.

<< Oh, col cazzo che scappi!! >> esclamai mettendomi sopra di lui, e colpendolo in faccia con l'elsa della spada << Avevo in mente semplicemente di fermarti dall'uccidere Vittoria Vici! ma ora che ci penso, questa è un opportunità d'oro! Ora rispondi a un po' di domandine! >> gli intimai posandogli la lama nanica sulla gola.

<< Chi ha commissionato l'omicidio della mia famiglia? Perché lo ha fatto? Come avete fatto a seguire i miei spostamenti fino a Skyrim? >>

<< Questa non è semplicemente una questione di “ commissionare un omicidio “ . La morte di tuo Alessandro Mauritus e quella di Vittoria Vici sono solo dei passaggi di un grande progetto! Qualcosa di molto più grande di me e te! >> disse lui.

<< Cosa vuoi dire?! La morte di mio padre e quella di Vittoria sono collegate?! Come? Parla!! >>

<< Ti ho già detto anche troppo! Arrangiati!! >>

E prima che potessi controbattere, l'assassino mi colpì in piena faccia con un pugno, e subito allontanò la lama dalla gola, levandomi poi di dosso.

Mi rialzai in fretta tentando di colpirlo, ma egli schivò facilmente l'affondo, e afferrandomi saldamente il braccio nel mentre, mi sbatté sulla ringhiera in legno del balcone talmente forte da farmela spaccare, rischiando di fare un volo di almeno trenta metri giù nel salone.

Fortunatamente fui abbastanza rapido da afferrare il bordo del balcone, rimanendo appeso. Prima che l'assassino potesse finirmi, la Nord lo bloccò da dietro cercando di tagliarli la gola con la spada.

Mentre i due lottavano, e io tentavo di ritornare su, i pezzi della ringhiera in legno spaccati precipitarono nel salone ferendo alcuni degli invitati, e soprattutto facendo puntare tutti gli occhi della sala su di noi, mandando tutti nel panico:

 

<< PER I NOV... Voglio dire, OTTO! PER GLI OTTO!! >>

 

<< Ma che succede lassù?! >>

 

<< Ma quello è un assassino della confraternita oscura!! >>

 

<< Qualcuno intervenga!! >>

 

Anche lo Jarl Barlgruf e Vittoria Vici erano shockati, ma il primo prese in mano la situazione, gridando ordini alle guardie della festa:

 

<< Guardie!! Andate lassù, immediatamente!! >>

 

<< Sissignore!! >>

 

E mentre un folto gruppo di guardie veniva da noi in fretta e furia, io ero riuscito a risalire quasi del tutto, riuscendo a vedere la lotta tra la donna Nord e l'assassino.

Egli era riuscito a liberarsi dalla presa della donna, e dopo aver sguainato il coltellaccio misterioso intraprese un breve duello con lei.

Dopo pochi colpi parati con facilità dalla Nord, il risultato fu più chiaro del sole: l'assassino venne in breve tempo ferito gravemente alla mano, disarmato, e colpito con un calcione in mezzo alle gambe che lo fece indietreggiare fino alla balconata rotta, e un altro che lo fece volare di sotto. Lo evitai giusto in tempo.

Pochi secondi e sentii un tonfo, e un Crack! .

Cadendo, l'assassino aveva spaccato una delle tavole, morendo.

Le guardie arrivarono subito dopo, soccorrendoci.

Nessuno di noi due aveva una sola ferita, ma poco alla volta la testa cominciò a farmi male, a girare, pulsare, la vista mi si fece sempre più sfocata, e senza che me ne accorgessi... svenni.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autore (il primo in assoluto che faccio XD, yay): Wow, era da un'eternità che non aggiornavo questa Fanfic (sarà qualcosa tipo 5-6 mesi). Sono terribilmente dispiaciuto di aver fatto aspettare così tanto. Un'agenda costantemente piena, molti capitoli ancora da preparare, e un momentaneo quanto proverbiale “blocco dello scrittore” mi hanno tenuto lontano dalla storia.

D'ora in poi cercherò di essere un po' più regolare nella pubblicazione dei capitoli (e, se proprio faccio ritardo, di non far più aspettare così tanto).

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate voglia di lasciare qualche recensione.

A presto ;)

   
 
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