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Autore: cin75    30/01/2016    7 recensioni
Dalla storia: "Avevano avuto a che fare con il Re dell’Inferno. Avevano fronteggiato più volte Lucifero in persona. Si erano azzuffati con arcangeli fuori di testa. Erano anche pronti ad un faccia a faccia con Dio dopo aver conosciuto perfino sua sorella. Ma questo....questo proprio non lo avevano messo in conto!!"
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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L’ADDIO.

Quando , insieme a Castiel, Miriam giunse nella grande sala del bunker, dove quel mistico incontro aveva avuto inizio, i due Winchester era già presenti.

Erano seduti al tavolo. Uno di fronte all’altro. Le mani conserte sul legno intarsiato. In un silenzio che pareva contemplativo. Gli sguardi che di tanto in tanto, ancora increduli e spaesati, si cercavano in una sorta di ricerca di rassicurazione.

“Dean? Sam?” li richiamò l’angelo e i due , vedendo con chi l’amico si accompagnava, scattarono in piedi.

“Miei cari, il mio tempo è giunto al termine. Questa mia devota …” disse indicando la donna che la stava ospitando. “…non può sopportare a lungo la mia presenza e io sono praticam….” ma non riuscì a finire la frase perchè ebbe un mancamento.
“Mia Signora!!” si allarmò Castiel sorreggendola delicatamente, mentre i due fratelli , comunque, accorrevano per portarle aiuto.
Dean aiutò Castiel, mentre Sam avvicinava velocemente una poltrona , così da farla sedere. I due umani, intimoriti da una tale debolezza, lasciarono che fosse l’angelo a rivolgersi a lei. “Mia Signora…stai male?!”
“Come possiamo aiutarti?!” fece Sam, mentre Dean la copriva con una coperta.
“Tranquilli, figli miei.” i rassicurò dolcemente. “Ciò che sono è troppo per questo tramite. Io sto contenendo la mia potenza e sto facendo in modo che lei non subisca alcun danno. Ma questo perenne equilibrio è decisamente arduo da mantenere. E i numerosi richiami disperati dei tuoi fratelli…” fece guardando Castiel. “…non mi aiutano!” e poi fissò lo sguardo su Dean , che dopo quella sua affermazione aveva abbassato gli occhi. “Tu…li capisci. Non è vero, Dean?” chiese curiosa di ciò che scorgeva tra i pensieri del cacciatore, che imbarazzato si ritrovò ad annuire.
“Per quanto io non nutra rispetto per alcuni di loro, posso capirli, si.”, ammise cauto. “Hanno perso loro padre e ora, di punto in bianco, si sono resi conto di aver perso anche loro madre. Si sentono soli, impauriti, abbandonati. Spaventati dall’idea di dover affrontare ciò che aspetta loro, da soli. Senza nessuna guida.” E in quelle parole sembrava aver riassunto la sua vita e quella di Sam.
“E’ dura avanzare nel buio senza una luce!” si fece avanti Sam.
“Voi non siete nel buio. Voi siete la luce l’uno dell’altro e non vi può essere buio nella luce.” li rassicurò pacatamente.

Poi , lentamente, fece capire di volersi alzare e sorretta dalle braccia di entrambi i cacciatori, mentre l’angelo allontanava da lei la poltrona, Miriam, guadagnò il suo spazio e si preparò a dire addio.

“Sam. Dolce Sam…non avere più alcun timore. Riponi fiducia nella tua forza e in chi quella forza  rafforza!” fece ricordando al giovane ciò che si erano detti e ciò che Sam le aveva confidato. Sam annuì sorridendo appena e guardando appena Dean, al suo fianco.
“Dean, mio caro caro Dean. Il tuo impavido coraggio segnerà la storia , ma ricorda… non esiste guerriero che non debba affrontare delle scelte: semplici o difficili che siano.” e anche per Dean quel monito lo riportò al loro incontro e il maggiore annuì, obbediente.
 
Poi Miriam si voltò verso Castiel e l’angelo istintivamente si genuflesse, rimanendo in ginocchio.
“Castiel, angelo del Signore. Guerriero del Paradiso. Ricorda sempre che lo sguardo di Tua Madre non ti abbandonerà mai. Compi la tua missione. Adempi al tuo destino e quando sarà il tuo tempo, fa che io possa mirare ancora la bellezza della tua fulgente Grazia, figlio mio!” fu la richiesta a cui Castiel non seppe negarsi.
“Te la riconsegnerò così come mi è stata donata!” promise con devozione.
“E sia!” esclamò lei. “L’ora dell’addio è giunta. Abbiate cura di voi, miei diletti. Perché io ho cura di voi!” fece e un attimo dopo, i tre, si ritrovarono a fissare il vuoto davanti ai loro occhi.
 
Passarono alcuni minuti in cui non seppero che dire o fare.
Forse, solo in quel momento, le loro menti si resero conto di ciò che era effettivamente accaduto e con chi avevano avuto a che fare.
“Mio Dio…” esalò Sam. “…ditemi che è successo sul serio!”
“Non siamo morti. Non stiamo dormendo o sognando. Ritengo assurdo che anche se così fosse,  avremmo fatto lo stesso sogno nello stesso momento, Sammy! Quindi, si. È successo sul serio!” fu la spiegazione alquanto contorta che riuscì a dare Dean che parlava e fissava lo spazio vuoto davanti a loro.
“Beh! allora la cosa mi terrorizza!” ammise pensieroso il giovane.
“Non deve!” si fece avanti Castiel. “E non deve spaventare neanche te, Dean. Quante volte mi hai detto che ogni tanto qualcosa di bello capita anche a noi. Lei è qualcosa di bello!!” fece con pacata enfasi. “Ci ha chiesto di andare avanti. Di portare a termine il nostro compito per il bene del Paradiso e per quello dell’umanità e io intendo adempiere a questa missione.” concluse deciso.

Dean lo guardò serio e poi guardò il fratello al suo fianco. Ammiccò appena e poi sorrise.
“Beh!! non ti prenderai tutto il merito angioletto!!”, scherzò ironico. “Andiamo, abbiamo un lavoro da portare a termine!” e così dicendo, mise una mano sulla spalle dell’amico e lo invitò a seguirlo.
“Un attimo!!” li fermò Sam. “Castiel dacci un minuto!” fece rivolto all’angelo che proseguì da solo.
“Che c’è?” chiese curioso Dean.
“No, niente. Tranquillo. È solo….solo una cosa che mi…mi passa per la mente adesso.”
“Sputa il rospo, Sammy!” lo incoraggio al suo solito modo.
“Ascolta, so che eri piccolo quando la mamma è morta…” iniziò mostrando , forse, imbarazzo, per quello che stava per chiedere.
“Sì, avevo 4 anni, lo sai. Perché?” domandò perplesso.
“Sai! Mi chiedevo se comunque tu avessi dei ricordi di lei….insomma se ti ricordi di qualche volta che lei…non so, magari è mancata di casa per qualche giorno, o a volte solo una notte…” mise insieme come domanda.
“Oddio, Sam!!” fece frustrato Dean, che non aveva ricordi chiari in merito. “Non che io ricordi tutto. Ne è passato di tempo, ma per quello che posso rammentare…..ho solo in mente un paio di volte in cui la mamma mancò di casa, lasciandomi con papà. Ma , con tutta la buona volontà, non saprei dirtene il motivo.” Ammise ancora confuso da quella strana richiesta.  “Ma perché questa domanda?” chiese vedendo lo sguardo quasi incredulo o forse sconvolto del minore.
“Cosa?”
“Perchè questa domanda ?” ripetè curioso.
“No..è che….insomma…ripensavo a quello che ha detto lei , prima di andare via e a quello che le hai risposto riguardo gli angeli e il vedersi all’improvviso senza ….madre..” cercò di mettere insieme come risposta plausibile.
 
Quindi era vero? Poteva essere vero?
Sua madre Mary, era ancora una cacciatrice quando diceva di non esserlo. Quella vita in cui si erano ritrovati a vivere  loro malgrado era una sorta di corpo dei Marines?
Cacciatore una volta, cacciatore per sempre. Una vita alla Semper Fidelis!!
 
Sapeva che un giorno avrebbe confessato a Dean ciò che Miriam gli aveva così sottilmente rivelato. Ma ora, erano già abbastanza confusi e ancora sconcertati da ciò che avevano appena vissuto.
“Stai bene, Sammy?!” chiese premuroso Dean, afferrandolo per un braccio, quando lo vide un attimo confuso.
“Sì..sì…sto bene. Tu stai bene, Dean?!”
“Alla grande, fratellino.”
“Ok! Allora come hai detto tu: andiamo, abbiamo un lavoro da fare!!” lo incoraggiò.
 
L’amore di una madre gli era stato portato via all’inizio delle loro giovani e innocenti vite. L’amore di un'altra madre era andato in loro aiuto nel momento più oscuro della loro vita.
Ora , nel segreto delle loro menti e dei loro cuori, i due fratelli, speravano ardentemente, che alla fine di quella vita, l’amore di quelle due madri, li avrebbe condotti finalmente alla pace.
 
   
 
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