I
You
got
it, you got it
some kind of magic.
Hypnotic, hypnotic,
you leaving me breathless…
( I caught myself – Paramore )
Era consapevole del fatto che camminare sotto una
nevicata non era un’azione del tutto salutare, anzi…Ma
del resto non aveva molte alternative:l’ultimo autobus per la
zona est della città - dove si trovava il suo appartamento -
le era passato
davanti proprio nell’istante in cui era giunta alla fermata,
e le sue finanze
non le permettevano l’uso di un taxi.
Mentre proseguiva per la strada deserta – fatta eccezione
delle macchine che stavano ferme a causa del traffico -,
maledì mentalmente la
sua presunta migliore amica Roxy, che le aveva mandato un messaggio
un’ora
prima dicendo “ Vieni immediatamente a casa, è
URGENTE! Non puoi non venire. Ti
voglio qui entro le 6 e mezzo. E niente storie per favore. A dopo
”.
considerato che il messaggio le era arrivato solo alle sei e ora erano
quasi le
sette, si rese conto di essere in leggero ritardo. Giustificato, ma pur
sempre
in ritardo. E lei detestava essere in ritardo. E detestava anche la
neve, con tutto quel bianco.
Finalmente, tra la nebbia leggera che era scesa in
città, intravide il palazzo dove stava
l’appartamento delle sue amiche. Il suo
umore tornò per un attimo sereno, rincuorata dal fatto che
almeno era arrivata
a casa e che, per fortuna, quella pessima giornata stava per
concludersi.
Ovviamente, in cuor suo, sapeva benissimo che la
parte migliore – o peggiore – della giornata doveva
ancora arrivare. Sentiva dentro
di sé che la sua dose quotidiana di sfortuna non si era
ancora esaurita, ma
stava, invece, per esplodere con un gran finale, come uno spettacolo
pirotecnico. Giusto per chiudere in bellezza.
Tirò fuori dalla tasca le chiavi del palazzo e
aprì
in fretta e furia il portoncino in legno ridipinto di nero,
richiudendolo poi
alle sue spalle. Lasciò andare un sospiro di sollievo, visto
che ora era al
riparo dalla neve.
Si voltò di scatto verso le scale, ma qualcosa – o
meglio
qualcuno – le impedì di proseguire.
<< Ehy! >> esclamò dopo aver
sbattuto
contro il braccio di qualcuno.
<< Ooops, ehm, scusa Violet…Eheheh!Non ti ho
visto…Tutto okay? >>
Riconobbe al volo quella voce. E soprattutto quella
risatina che, in quel momento, le risultava piuttosto irritante.
Già lo
immaginava, tutto sorridente, con i suoi lunghi capelli lisci che
svolazzavano
da tutte le parti e la solita chitarra in spalla all’interno
della custodia rigorosamente
nera.
<< Jack. >> disse senza nemmeno
sollevare lo sguardo << Dovevo immaginare che fossi tu.
Nessun altro in
questo palazzo potrebbe girare agitando le braccia di qua e di
là come se nulla
fosse. >>
<< Eheheh! Già…>>
Solo in quel momento notò dietro le spalle del coinquilino
la figura seminascosta di qualcun altro. Allungò il collo e
vide finalmente i
modo chiaro un ragazzo.
E proprio mentre si apprestava a guardarlo in
faccia nel tentativo di riconoscerlo, incrociò il suo
sguardo…e il suo cuore si
dimenticò, per un solo istante, che doveva
battere.
E i suoi occhi, terribilmente ipnotizzati da quelli
chiari del ragazzo, sembravano non volerne sapere di cambiare
l’oggetto dell’accurata
osservazione, mentre la schiena veniva percorsa da un brivido inspiegabilmente piacevole.
Il suo cervello, momentaneamente in pausa, si
riprese di colpo, ricordandole che non si fissano le persone,
soprattutto se loro
vedono che le stai fissando, e cominciò ad elaborare come al
solito strani
pensieri in merito alle farfalle che volavano allegramente
all’altezza del suo
stomaco.
Devo
piantarla di pensare cretinate, disse a se
stessa, i colpi di fulmine non esistono.
Anche se si
tratta di un bel ragazzo che sembra avere un ché di magico.
<< Ehm, dove vai…cioè, andate
>> disse
accennando all’amico rimasto dietro << a
quest’ora? >>
<< Oh, si va a suonare! Era ora
finalmente…Vuoi
venire a vederci? >>
<< No, non credo…Roxy mi terrà in
casa oggi. Sono
sua prigioniera. >>
<< Eheheh! Addirittura?!
Vabbè…Sarà per la
prossima volta allora.>>
<< Si, sarà per la prossima. >>
Ci fu una pausa di silenzio, poi Jack riprese a
parlare. Troppo egocentrico per stare
zitto?!
<<
Ooops, che
stronzo…Non ti ho presentato lui.
Trey, muoviti e vieni qui. >>
Dall’angolo più buio dell’ingresso una
figura
altrettanto scura si mosse nella sua direzione. A dire il vero la
figura non
era poi così scura, visto il colore castano chiaro dei
capelli e la pelle
chiara del volto, ma i jeans neri e il giubbotto in pelle torchiato
anche
quello nero offuscavano anche quel poco di luce che restava.
Con passo lento e tranquillo, si diresse fino agli
altri due.
<< Trey, lei è Violetta.
>> disse quasi ridendo.
Violet sbuffò mentre allungava una mano verso
quella del ragazzo davanti a lei. << Grazie Jack.
Comunque, >>
disse poi rivolgendosi all’altro << non sono Violetta. Sono Violet. >>
<< Violet suona meglio. Trey. >> fece
accennando un sorriso, mentre stringeva saldamente la mano della
ragazza.
<< Eheheh, ora sei viola sul serio
cara…Comunque
è ora di andare. Ci si vede Violetta. >>
aggiunse alla fine lui andando
verso la porta. Trey lo seguì a ruota.
<< Certo Jack. Come no. >> . Poi
incrociò per la seconda volta lo sguardo di Trey.
<< Ciao.>> disse
quasi sottovoce, mentre le guance si tingevano di rosso.
<< Cia…>> sentì lei a
malapena. Poi il
portone si richiuse impedendole di continuare a guardarlo.
<< Grazie per il “bentornata” Roxy.
No no, figurati!
Ho perso l’ultimo autobus e sono dovuta arrivare fin qui
sotto una bella
nevicata anticipata, ma ne è valsa assolutamente
la pena.>>
<< Sei venuta qui a piedi con la neve?! Ah,
bèh, ora capisco…>>
Violet si buttò sul divano del soggiorno, mentre
l’amica
le ronzava attorno agitando i suoi lucenti capelli color bronzo e
fissandola
con gli occhietti straordinariamente azzurri.
<< Esco con Alex!>> disse tutta
entusiasta.
Violet si voltò lentamente, infuriata come non mai
e incredibilmente stupita. << Tutto qui? Mi fai dannare
solo per dirmi
solo questo? Oltretutto io odio Alex! >>
<< Tu odi tutti, veramente…>>
fece l’altra
senza perdere il suo entusiasmo.
Rivoltata da tutta quell’allegria, decise di
lasciar perdere la sua migliore amica, che era ormai persa in un mondo
tutto
suo.
<< Sono contenta, ma ora vado a farmi una
bella doccia. Ah, prima ho incontrato Jack con un amico…un
certo Trey. Mai sentito?
>>
<< Trey?! Mmh, no…Com’è?
>>
Insoddisfatta dalla risposta proseguì verso il
bagno. << Vediamo…Ha due occhi, un
naso…ah, si, anche la bocca e un paio
di gambe. Forse pure le braccia, ma non ho prestato attenzione.
>>
<< Simpatica! >>
Ma lei era già andata. E in mente aveva solo il
nero. Uno splendido nero lucente.