'Why can't I say that I'm in love, I wanna shout it from the rooftops I wish that it could be like that Why can't we be like that Cos' I'm yours' 'Why can't we be like that, Wish we could be like that...' Le ultime note uscirono quasi a fatica dalla mia bocca. Guardai l'angelo dagli occhioni azzurro cielo mentre cantavo le ultime due frasi di Secret Love Song e mi chiesi se lei avesse capito, se avesse realmente recepito il mio messaggio. Quelle parole erano cosí vere per me, era ciò che provavo ma che dovevo assolutamente nascondere. E l'unico modo che avevo per esprimere ciò che sentivo era cantare, perché nessuno avrebbe potuto capire, nessuno tranne lei. Lei che con i suoi acuti mi provocava brividi ovunque, lei che aveva un sorriso che avrebbe potuto illuminare un'intera città, lei che era un angelo, ma non il mio angelo. Facemmo un inchino al pubblico per gli applausi, era bello essere acclamati da un'intera arena come l'O2 di Londra. Ma l'unica cosa su cui ero concentrata era la mano di Perrie intrecciata alla mia. Nulla scatenava in me emozioni piú forti di quella stretta, quel dolce e semplice legame. E dovevo accontentarmi, perché non potevo ambire a nient'altro. 'Momenti rubati che rubiamo appena le tende cadono' diceva la canzone, 'ma non sarà mai abbastanza'. E infatti per me non sarebbe mai bastato, volevo di piú. Volevo essere il centro della sua vita, come lei era il mio. Volevo svegliarmi al suono del suo 'buongiorno' e addormentarmi sentendomi augurare una tenera 'buonanotte' dalla ragazza che mi ero accorta di amare, che dovevo guardare in faccia ogni giorno, alla quale non potevo dire ciò che sentivo, ciò che provavo, perché sarebbe stato sbagliato. Ormai sembrava tutto sbagliato. Persino amare una persona era diventato sbagliato, e questo mi logorava dentro. Ma continuai a mostrare il mio sorriso finché fu necessario, finché non fui a casa, sola con me stessa e i miei stupidi sentimenti. 'Voglio solo urlare fino a quando la mia voce si romperà' era la frase di I love you che avevo scritto proprio in un momento come quello, quando volevo gridare e lasciare che le lacrime scendessero vorticose lungo le mie guance arrossate per lo sfogo. E sapevo che la mia unica medicina era anche il mio veleno piú letale. Sole lei con il dolce suono della sua voce avrebbe potuto lavare via quelle lacrime, solo lei che aveva la capacità di rendermi felice senza rendersene conto. A volte mi ero chiesta se anche lei provasse lo stesso, se anche lei come me piangesse una volta tornata a casa, se soffrisse perché non poteva amare la persona di cui era innamorata. Ma ero consapevole che le mie erano solo supposizioni, non avrei mai saputo la verità. Quando si lasciò con il suo ragazzo, non dovrei dirlo, ma ho creduto che un portone si stesse aprendo per me, un'opportunità magari di legarmi a lei come avrei voluto. Ma chi volevo prendere in giro? Se non le avessi confessato ciò che provavo non sarebbe cambiato nulla. Le incertezze e i dubbi, ormai ci convivevo perché ero troppo spaventata per rivelarmi alla luce del sole, troppo impaurita di non essere accettata e di rovinare tutto. Sisters before misters. Era questa la nostra regola, e avevo deciso che avrei messo davanti la 'Perrie sister' piuttosto che la 'Perrie miss'. Per il male mio, ma per il bene del gruppo.