21)I can wait forever.
Delilah
p.o.v
È
passato un mese dalla fine del tour.
Un
mese in cui Ronnie mi ha rispettata come ha promesso, non mi ha
forzato, si è
accontentato di quello che gli concedevo: baci o al limite lavori di
mano.
La
mia vita è cambiata di nuovo, Leah è tornata a
lavorare alla Fearless Record a
occuparsi dei Pierce The Veil e a vivere a San Diego, in quanto a me
sono stata
assunta dalla Epitaph e mi sono trasferita a Las Vegas.
Non
mi piace particolarmente come città, è troppo
piena di gente strana, di
giocatori d’azzardo e altri individui equivochi, solo il
fatto che ci viva
Ronnie me la rende sopportabile.
Per
ora vivo in un piccolo appartamento, ma trascorro più tempo
a villa Radke che
lì e mi sa che i prossimo mese dirò alla
proprietaria che mi trasferisco.
Lo
dovrò dire anche a mio nonno e ho un po’ paura,
potrebbe prendere uno dei suoi
leggendari fucili e mettersi a inseguire Ronnie. Ha un carattere
imprevedibile
ed è rimasto molto scottato dalla storia di mia madre,
ancora non si perdona
che abbia piantato baracca e burattini per seguire un sogno sciocco.
Oggi
comunque ho un’altra preoccupazione che mi sta facendo
guardare allo specchio
senza fare nulla da almeno un quarto d’ora. Crissy e Ronnie
hanno deciso che mi
presenteranno a Willow.
Ho
incontrato Crissy prima che questa decisione fosse presa e mi
è sembrata
diversa da come uno si immagina le modelle. Per prima cosa non parla
solo di
sé, al contrario – come ogni madre – non
fa altro che parlare di sua figlia e
dei suoi progressi. Non si pente di averla avuta, dice che la fa
sentire
completa, più adulta e responsabile, la fa stare lontana
dalle tentazioni che
circolano nel suo mondo come la droga e l’alcool.
Incredibilmente
mi ha trovato simpatica, cosa che con Leah non era successo –
mi avvisa quando
Ronnie non ci sente – e crede che sua figlia possa essere
pronta per
incontrarmi.
Forza,
Delilah!
Mi
guardo davvero allo specchio e vedo una ragazza con i capelli rosa che
indossa
un abito rosso un po’ hippie che le arriva appena sopra a
ginocchio. Mi trucco,
metto gli anfibi e una giacca di pelle, acchiappo la borsa e poi esco.
Guido
verso la villa di Ronnie, il guardiano mi fa passare con un sorriso,
ogni
giorno controlla la mia faccia e le parti visibili del mio corpo come
se si
aspettasse che un giorno o l’altro arrivassi con tatuaggio o
un piercing.
Ho
una paura folle degli aghi quindi i piercing sono esclusi, ma un
tatuaggio
potrei farmelo. Ma a cosa sto pensando?
Tra
poco incontrerò una bambina che potrebbe anche odiarmi!
Calma,
Delilah. Mi dico per l’ennesima volta, sperando che serva a
qualcosa.
So
del mitico studio che sta scrivendo Leah, potrebbe metterci un capitolo
su come
affrontare il fatto che la rockstar che ami voglia farti conoscere sua
figlia,
ma forse sarebbe poco scientifico.
No,
sembra una cosa da romanzo rosa o da fan fiction.
Che
ansia!
Parcheggio
la macchina e busso alla porta, alla villa ci sono ancora le
decorazioni di
Halloween, immagino le toglieranno a Natale. Adesso che ci penso
è quasi il
Ringraziamento e dovrei andare a trovare mio nonno.
È
Ronnie ad aprirmi la porta.
“Ciao,
Luna.
Forza,
vieni. Willow ti sta aspettando.”
Io annuisco intimorita.
“Hai
paura?”
“Un po’.”
“Oh, non preoccuparti è una brava bambina, molto
gentile e socievole.”
Entriamo in salotto e vedo una bambina di circa due anni con lunghi
capelli
neri seduta al tavolo, china su un album da colorare.
“Willow.”
La chiama sua padre.
“Sì,
papà.”
“Devo farti conoscere una persona.”
Lei scende dalla sedia e cammina incerta verso di noi, indossa un
vestitino
nero e mi sorride.
“
‘iao, io sono Willow.”
Io mi metto alla sua altezza.
“Io
mi chimo Delilah, ma se è troppo lungo puoi chiamarmi
Luna.”
“Okay, Luna.”
Mi sorride.
“
‘ei a fidazata di papà.”
Io arrossisco.
“Perspicace.”
Commento sottovoce, non c’è dubbio è la
figlia di Ronnie.
Io
guardo il mio ragazzo interrogativa, cosa le devo rispondere?”
“Sì, è la mia fidanzata.”
Lei si porta un dito sotto il mento.
“Adescio
che hai la fidazata orrai eno ene a Will?”
“No,
tesoro. Ti vorrò sempre bene e anche Luna ti
vorrà bene.
Papà
ci sarà sempre per la sua principessa.”
Lei sorride e mi guarda di nuovo.
“
‘apelli rosa! Apelli rosa! Belli!”
“Grazie, Willow.
Ah,
proposito. Ho portato una cosa per te.”
Estraggo
una scatola da una borsetta di plastica e gliela porgo.
Lei
si illumina.
“È
Elsa!”
“Elsa?”
“È
una delle protagoniste di “Frozen”,
Ronnie.”
“Oh,
il cartone.”
“Arda
che bella!”
Lei
agita la barbie con le fattezze della regina di Arendelle, Ronnie la
prende in
mano, guarda i capelli biondi raccolti in una treccia, il vestito
azzurro con
un lungo mantello di pizzo le scarpette trasparenti.
“È
bella, cosa devi dire a Luna?”
“Grazie, Luna!
Papà,
uando Will è grande può aere un vestito
così?”
“Ci
penseremo. Facciamo merenda?”
Lei annuisce e mette via il suo album e le matite, l’hanno
educata bene, io da
piccola lasciavo giocattoli ovunque.
Ronnie
arriva con un piatto di panini con sopra una crema marrone che non
sembra
nutella.
Willow
si siede con Elsa, la barbie, accanto a lei.
“La
merenda preferita della mia principessa, pane e marmellata di
marroni!”
“Che sarebbero?”
“Frutti simili alle castagne.”
“Ah!”
Prendo
una fetta e la addento, non è male!
Alla
fine facciamo tutti il pieno di pane e marmellata, finito Ronnie
sparecchia e
mi lascia da sola con sua figlia.
“Erché
ti piace il mio papà?”
“Perché è una persona buona e gentile
quando vuole.
Lei annuisce.
“Ia
Leah ha fatto ace con il uo aico?”
Io alzo un sopracciglio.
“Alto,
con capellino.”
Ah, Mike!
“Sì,
hanno fatto pace e si sono addirittura fidanzati.”
Lei si rattrista un attimo.
“Ma
viene ancora a trovare Will? A Will iaccono i uoi estiti
neri!”
Oddio! Una piccola dark!
“Se
papà vuole.”
“Cosa deve volere papà?”
Chiede Ronnie.
“Che
Leah venga ancora a trovarla, le piacciono i suoi vestiti
neri.”
“Lo so. Sì, Willow.
Un
giorno di questi la chiamo e le dico di venire.
Adesso
ti va di andare al parco?”
“Sììì!”
“Allora
vai a metterti il cappotto.”
Lei corre nell’ingresso e si mette un cappottino nero.
“Hai
cresciuto una piccola Mercoledì Addams.”
“Lo so, già prima che conoscesse Leah amava il
nero, ma da quando l’ha vista e
ha visto che i grandi si possono vestire anche solo di nero vuole solo
vestiti
neri.
Crissy
sta cercando di fargliela passare, ma è come parlare con il
muro.”
Io
ridacchio.
La
bambina torna da noi.
“Papà!
Le scarpe!”
Lui
prende un paio di mini anfibi e li mette alla figlia, poi usciamo tutti
e tre.
Per
ora sta andando bene.
Arriviamo
al parco per trovarlo deserto.
Forse
tutte le altre mamme hanno deciso che oggi fa troppo freddo per
portarci i
figli e Willow è un po’ delusa, ma lo nasconde
bene.
Sale
sullo scivolo e sulle altalene e sembra divertirsi soprattutto quando
il suo
papà la spinge in alto e può idealmente toccare
il cielo con i suoi piedini.
Urla
felice e gli chiede di spingere più forte, Ronnie un
po’ le dà retta un po’ no,
se spingesse troppo forte finirebbe per farle il giro completo con
conseguenze
disastrose.
Una
volta un mio amico di New York mi ha assecondata e mi sono fatta un
male della
Madonna, mi sono rotta una gamba e per mesi ho girato con il gesso e le
stampelle.
Credulona
sin da piccola.
“Papà,
mi aooio!”
Urla
Willow, lui si guarda intorno, ma nessun bambino è arrivato.
“Se
vuoi posso giocare io con te.”
Le dico sorridendo, lei mi sorride.
Insieme
entriamo nel recinto della sabbia e cominciamo a scavare, lei continua
a
parlare per conto suo raccontando storie di principesse e principi, di
battaglie.
Alla
fine costruiamo qualcosa di simile a un castello che le strappa rida
entusiaste.
“Papà,
papà! Arda che ello!”
“È
davvero bello, Willow.
Mettetevi
in posa che v faccio una foto.”
Lei mi salta in braccio e Ronnie scatta.
“Ah,
le mie principesse sono uscite benissimo!”
Willow
prende in mano lo smartphone, guarda la foto e sorride.
“Bella!”
La
guardo anche io ed in effetti siamo uscite bene.
“Bella, Ronnie.”
“Sono belli i soggetti.
Willow,
inizia a fare freddo e si sta facendo tardi, mettiti il cappotto, per
favore.”
Lei annuisce e si mette il suo cappottino nero.
“Adesso
andiamo dalla mamma.”
“A bene.”
Saliamo in macchina e Ronnie guida fino alla casa di Crissy, lei ci sta
aspettando sul portico.
“Vi
siete divertiti?”
Ci chiede.
“Sì,
mi ha peso Elsa! E ab-abbiamo ato un castelo.”
Lei le mostra la bambola.
“Ma
davvero? Sono felice per te, piccola.
Adesso
saluta papà e Delilah che andiamo a vedere Frozen
insieme.”
Lei
annuisce.
“Ciao,
papà.
Ciao,
Luna.”
Ci
abbraccia e dà a entrambi un bacio sulla guancia, poi entra
con sua madre che
ci saluta con un cenno sorridendo.
“Bene,
adesso cosa facciamo?”
Chiedo io.
“Uhm,
abbiamo la casa libera.”
“Ci vediamo Frozen?”
Lui mi guarda allibito e io scoppio a ridere.
“Scherzavo,
Ronnie. Non fare quella faccia.”
“Ah, bene.”
Entriamo in macchina e lui canticchia durante il viaggio di ritorno.
“È
andata bene, sei piaciuta a Willow.”
“Oh, sono così felice!”
Dico entrando n casa sua e attaccando la mia giacca al gancio dietro la
porta.
Sto
per dire qualcos’altro, ma lui mi zittisce con un bacio di
quelli appassionati.
“Era
da tutto il pomeriggio che aspettavo questo momento, stai benissimo con
quel
vestito.”
Mi dice sulle mie labbra.
“Sei
un bravo papà a non averlo fatto davanti a Willow.”
“Non voglio che mi chieda da dove arrivino i bambini,
spiegarglielo è compito
di Crissy.”
Mi bacia ancora e ancora, con passione crescente, poi mi solleva da
terra e io
allaccio le mie gambe attorno al bacino.
Con
un passo un po’ malfermo mi porta nella camera degli ospiti
che c’è al primo
piano e mi fa stendere sul letto. Biascica qualcosa a Dimitri dal
citofono
interno e poi chiude la porta a chiave.
In
un attimo è sopra di me e ci stiamo baciando, le nostre
lingue lottano, si
rincorrono e poi si attorcigliano. Le mie mani giocano con i suoi
capelli, le
sue cercano di salire sulle mie cosce.
Senza
dire niente mi tolgo il vestito e rimango in intimo, lui si toglie la
maglia e
si butta di nuovo su di me. Mi bacia leggermente la bocca e poi scende
con una
scia di baci al mento e alla mascella, per poi soffermarsi sul collo.
Io
gemo leggermente mentre mi lascia un paio di succhiotti, per non essere
da meno
gliene lascio un paio anche io e gli accarezzo il petto ampio e tatuato.
“Ti
piace, eh?”
“Non
lo so. Convincimi che sia meglio di Frozen.”
Lui ghigna e comincia a massaggiarmi il seno da sopra il reggiseno, io
gemo più
forte e quando lui me lo toglie inarco la schiena per facilitargli il
lavoro.
Una volta tolto l’indumento inizia a succhiare e a baciare i
miei seni
facendomi gemere, le mie mani sono aggrappate ai suoi capelli e lo
guidano.
“Frozen
o Ronnie?”
“Fr-frozen.”
Lui scende e mia accarezza la pancia, poi con un gesto fulmineo mi
toglie le
mutandine e infila prima un dito, poi due e infine anche la lingua.
Riesce
a farmi arrivare all’orgasmo anche solo così.
“Adesso?”
“Ronnie.”
Gemo,
poi lo faccio stendere e gli tolgo i jeans e i boxer, ormai in eccesso.
La mia
mano si muove sul suo membro facendolo grugnire, ma questa volta mi
fermo prima
che possa venire.
Lui
mi guarda senza capire e io mi stendo.
“Posso?”
“Puoi.”
Si mette il preservativo ed entra in me con una spinta che fa sospirare
entrambi. Inizia a muoversi a volte piano, a volte forte fino a quando
entrambi
non raggiungiamo l’orgasmo e lui crolla su di me ansimante e
sudato.
“Bello,
vero?
Mi chiede.
“Sì,
grazie per avermi aspettato.”
Gli sussurro nell’orecchio prima che lui si stenda accanto a
me attirandomi sul
suo petto.
Ci
addormentiamo così, stretti uno all’altra.
Molto
romantico, peccato che non duri molto.
Mi
sembra di aver appena appoggiato la testa sul suo petto quando da
lontano sento
qualcuno che lo chiama, ma chi?
Sono
mezza addormentata e non capisco un cavolo di quello che sta
succedendo, so
solo ce sento qualcuno chiama Ronnie sempre più forte fino a
farmi svegliare.
Sento
dei passi che si avvicinano e poi qualcuno bussa furiosamente alla
porta.
“Aspettati
qualcuno?”
Chiedo confusa al mio ragazzo.
“No,
ma chi rompe i coglioni?”
Si alza, si infila un paio di boxer facendomi arrossire alla vista del
suo
corpo nudo.
Io
mi avvolgo stretta nelle lenzuola, lui apre la porta e quasi riceve un
pugno in
faccia da Jacky, io urlo, facendo rimbalzare il chitarrista.
“Oh,
Cristo! Delilah, mi dispiace!”
“Chiudi
la porta, cazzo!”
Urlo
io.
Mi
rivesto sempre più rossa e quando esco dalla stanza seguita
da Ronnie ormai
perfettamente vestito anche lui.
Il
chitarrista ci aspetta seduto sul divano, sembra parecchio a disagio.
“Scusate
se ho interrotto qualcosa.
Delilah,
scusa se ti ho vista mezza nuda.
Ronnie,
scusa se ho visto la tua ragazza mezza nuda.”
“Ti perdono solo perché stai per diventare padre e
so che non tradiresti mai
Asia.!
“Grazie.”
“Come mai sei qui?”
Gli chiede il mio ragazzo.
“Come
mai non sei venuto oggi?”
“Venuto dove?”
Ronnie mi sembra abbastanza confuso.
“Oggi
avevi detto che saresti venuto a darmi una mano a sistemare la camera
per il
bambino.”
“Jacky, è domani il giorno in cui devo venire a
darti una mano.”
“Domani?”
Questa volta è il chitarrista a essere confuso.
“Jacky,
hai il jetlag o qualche problema con il calendario?”
“No, cioè, boh.
Non
è oggi?”
“No, oggi è il giorno in cui Willow sta da me e il
giorno in cui doveva
incontrare Delilah per la prima volta. È impossibile che ti
abbia detto oggi.”
Lui si gratta un attimo la testa.
“Sì,
mi sai che hai ragione.
Scusate
l’interruzione.”
“Di niente. Ormai è ora di cena, ti fermi a
mangiare?”
“Dio ti benedica, Radke.”
“Jacky,
stai bene?”
Gli chiedo io.
“Hai
una faccia strana, tipo allucinata.
Fammi
controllare che tu non abbia preso qualche droga.”
Mi
alzo, ma lui si sposta.
“No,
è che c’è a casa il padre di Asia e non
gli piaccio. Penso digerirà meglio la
notizia della gravidanza se io non starò fra i
piedi.”
“Ok.”
Ordiamo
tre pizze, mentre stiamo per iniziare a mangiare qualcuno a irruzione
in casa.
Ma è diventato un vizio?
Un
uomo punta un dito verso Ronnie.
“Tu
hai messo incinta mia figlia.”
“No, sono stato io.”
Lo corregge automaticamente Jacky.
“Oh,
scusa. Dicevo?
Tu
hai messo incinta mia figlia e a me le rockstar non piacciono. Ormai
però è
fatta e non posso farci nulla, vedi di trattarla bene o –
giuro su Dio – ti faccio
pentire di essere nato e non scherzo.
Trattala
b e n e !”
“Sì,
lo farò. Non si preoccupi.”
Lui gli rivolge un’occhiataccia, non pienamente convinto
delle sue parole, ma
poi se ne va.
Non
ci si annoia mai a stare con una rockstar.