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Autore: pandina    02/02/2016    6 recensioni
4 Giorni d'Arte.
4 giorni tra musica, libri, dipinti e poesie, tutto targato CaptainSwan.
Non c'è un limite di tempo, l'unica clausola è quella di scrivere 4 racconti, in cui i nostri Emma e Hook siano i protagonisti.
Si può scegliere il titolo, che sarà il vostro prompt, di una poesia, un libro, un quadro e una canzone e da questo componete la vostra flash fic o one shot.
Liberiamo la fantasia!
Ideata da CSgroup. (Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu’spirate , Pandina e Persefone 83)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Second day: book      Tatjana e Alexander di Paullina Simmons

 

Tatiana inciampò sul gradino e per poco non cadde. S'inginocchiò accanto ad Alexander e fece quello che credeva non avrebbe più fatto nella sua vita.
Lo toccò.
Lui aveva del sangue raggrumato sui capelli e sul viso ed era incatenato.La guardò senza parlare. ….............."E' incatenato. Non si preoccupi. Vada,per favore,e faccia in fretta. Ci sono molti altri prigionieri."La sua mano era su Alexander. Non appena Karolic fu uscito. Tatiana gli premette la fronte contro la testa."Dio,non può essere vero", gli sussurrò."Non puoi essere tu.Sono morta e tu mi aspetti sull'altra sponda della vita."
"Ti ho aspettato sull'altra sponda della vita",disse lui tremando. “

 

“Dove accidenti siamo?? Che razza di posto è questo??” La domanda di Robin restò sospesa mentre racchiudeva esattamente quello che tutti gli altri si stavano domandando.

Dove diavolo erano finiti?!?

Erano tre giorni che camminavano senza una meta precisa in questa sorta di nuova Storybrook,completamente stravolta e capovolta.

Senza sole, senza erba, senza fiori.

Tra cumuli di macerie , lapidi e cimiteri.

Avevano chiesto in giro, ma le persone erano sfuggenti, timorose .

Solo un ragazzo, si era dimostrato più socievole degli altri, forse perchè avevano un obbiettivo in comune: ritrovare qualcuno in quell'inferno.

Herk, così si chiamava, lo avevano incontrato quando si erano recati al porto, con la mera illusione di trovarvi Hook.

Emma stava chiedendo ad ogni persona che incontrava, senza ottenere nessuna risposta utile, quando da dietro un mucchio di funi, sbucò fuori, questo ragazzone, che a differenza di tutti, sorrideva!

Un sorriso, un vero sorriso!

La Swan si presentò e lui le diede la mano stringendola con parecchia forza. Iniziarono a parlare, ben presto raggiunti dagli altri, così scoprirono che anche Herk era in realtà ”vivo” e sceso negli inferi grazie ad alcune conoscenze altolocate , parole del giovane, perchè doveva ritrovare una persona a lui molto cara.

E proprio grazie a lui ora erano in quel luogo, L'Anticamera, così era chiamato.

Herk aveva spiegato loro, che solitamente gli ultimi arrivati sostavano per un po' lì per farsi le ossa su ciò che sarebbe stata la loro vita nell' Underworld.

Certo che se quello era farsi le ossa, non avrebbero certo avuto problemi nel soggiornare laggiù.

Sembrava di essere in una cantina: pareti di pietra che trasudavano rivoli di umidità.

Nessuna finestra, l'unica fonte luminosa erano torce che, a giudicare dall'odore, erano alimentate a zolfo. Emanavano una luce azzurrina, che rendeva il luogo ancor più tetro.

C'era gente raggomitolata a terra, come se dormissero, altri sembravano sul punto di subire un esecuzione, le spalle alle pareti ,il viso atterrito e davanti a loro altre persone, almeno così sembravano, ma era difficile identificarle dato che portavano un lungo pastrano con un cappuccio nero calato sul volto, non impugnavano armi, ma intonavano una sorta di litania funebre in una lingua sconosciuta.

Altri ciondolavano con lo sguardo vacuo e altri ancora ridevano sguaiatamente, di un riso quasi isterico, avvinghiati tra loro come a formare un mucchio informe di corpi.

David , Robin, Snow, Regina , Henry ,persino Gold non eranosolo esterrefatti , ma quasi nauseati da quel luogo.

Emma sentiva la testa pesante e il cuore stretto in una morsa.

L' Anticamera era agghiacciante , non per la paura , ma per il senso di angosciosa attesa che quegli uomini e quelle donne sembravano avere.

Ma non doveva perdere di vista il motivo per cui erano lì: cercare Killian.

Si divisero, stringendo gli occhi per abituarsi a quella quasi oscurità.

Girovagarono in mezzo ai corpi , non senza un pizzico d' inquietudine.

Henry era rimasto con sua madre, sapeva che dietro lo sguardo duro che aveva assunto da quando erano arrivati nell' Underworld, era in realtà la più fragile tra loro, almeno emotivamente.

L'aveva sentita , quando di notte si alzava furtiva e allontanandosi da tutti, parlava al vento, parlava lui , a Hook. Ogni santa notte gli chiedeva perdono, mille e mille volte.

Era consapevole del peso che schiacciava il petto di sua madre,il senso di colpa che non la lasciava mai.

Emma era grata al figlio, che le stava costantemente a fianco, quasi fosse lui l'adulto e lei la ragazzina da consolare.

E forse in quel momento era davvero così.

Il tempo in quel luogo era relativo, non ci si rendeva conto se a passare fossero i minuti o le ore, ma il ragazzo ad un certo punto le toccò il braccio.

“Mamma, non credo Killian sia qui...” disse piano. La bionda lo guardò , ancora un po', solo un'altro po',pensò lei.

“Resta qui Henry, arriverò fino a quella parete e poi tornerò indietro.” rispose lei.

Gli sorrise, ma era un sorriso spento, stanco, il figlio annuì e si sedette a terra.

Emma pensò a quanto fosse fortunata.

Henry la amava, la supportava e cercava di aiutarla in ogni modo possibile.

Forse, se fosse stata una donna diversa, si sarebbe accontentata di ciò che aveva: due genitori e un figlio che le volevano bene... ma a lei questo, non bastava più.

Ora che sapeva che cosa volesse dire amare davvero una persona.

Un amore, forte, maturato attraverso le avversità, cresciuto lentamente.

Adesso che aveva conosciuto un uomo come Killian.

E fu in quel momento, proprio mentre il suo nome ancora una volta le attraversava la mente, che lo vide.

Le dava le spalle e si stava allontanando verso il fondo , di quella stanza buia.

Emma si fece largo tra le povere anime ammassate, senza perderlo di vista, con il cuore che le batteva come un tamburo nel petto.

Lui svoltò in un cunicolo e per un istante sfuggì al suo sguardo

No! No! Ti prego aspettami! Aspettami!

La sua mente già stava pensando come fare per ritrovarlo, quando se lo ritrovò davanti e quasi gli sbattè contro.

Lui era ancora voltato, verso il fondo buio di quel lungo corridoio.

La mano di Emma , si avvicinò tremante alla schiena dell'uomo e le dita sfiorarono appena la pelle nera della giacca.

Lui sussultò sentendosi toccato e si voltò di scatto.

L'azzurro e il verde dei loro occhi si mescolarono.

“Emma...” La voce di Hook uscì in un soffio, lo sguardo incatenato a quello di lei.

E Emma fece ciò che pensò non fosse più possibile fare: lo toccò.

Appoggiò le dita tremanti sul suo petto, tra le pieghe della giacca e i bottoni della camicia.

“Ti ho cercato tanto...” non era nemmeno sicura di cosa dirgli, sapeva solo che averlo davanti era l'unica cosa che le importasse in quel momento.

“Per carità Emma! Per l'amor di Dio che ci fai tu qui...? Sei... sei forse...” negli occhi di lui passò un lampo di disperazione.

“No! Sono viva! Sono venuta a riportarti indietro.” lentamente piegò le labbra in un debole sorriso.

Lui coprì la mano, ancora appoggiata al suo petto, con la sua.

Non era fredda come Emma temeva!

Sentiva la sua forza attraverso la pelle.

“Va via! Torna a casa, ti prego!” Killian la supplicò ad occhi chiusi.

“Non posso. Casa è il posto dove tieni il tuo cuore, ed il mio è con te. “ Allora lui tornò a guardarla, riempiendosi mente e anima, con il viso tanto amato di lei.

La bionda gli sfiorò lo zigomo, il naso, il sopracciglio, per poi scendere di nuovo verso la bocca.

“Io ti aspettavo, sapevo che era impossibile , ma non potevo impedire al mio cuore di sperare di rivederti” La voce di Hook era un bisbiglio.

“ Ho attraversato la sponda della vita per arrivare da te. “

Come un film a rallentatore ,le braccia dell'uno scivolarono lentamente attorno al corpo dell'altra, stringendosi.

Non era l'abbraccio disperato di due sopravvissuti, ma la forza salda di una speranza che si stava realizzando.


Ciao a tutti!
Lo so , sono diventata una tartaruga nel pubblicare gli aggiornamenti, mi ci vorrebbero giorni da 28 ore.... sigh..... comunque alla fine arrivo!
Non so se avete letto i libri di Paulina Simmons , dedicati a Tatjana ed Alexander? Sono tre volumi : Il Cavaliere d'inverno, Tatjana e Alexander e Il Giardino d'estate.  Raccontano la vita di questa coppia che s'incontra nella leningrado ( attuale San Pietroburgo) assediata dai nazisti nel 1941.
Fino alla guerra di Corea. E' una storia emotivamente intensa e drammatica, ma anche piena di speranza: Tatjana  non smetterà mai di cercare Alexander nemmeno quando lui è dato per morto ed Alexander non smetterà mai di lottare per lei, per il loro amore ed inseguito per loro figlio.
Insomma ho pensato che ben si adattasse ai CaptainSwan.
Spero che questo assaggio di come potrebbero incontrarsi Emma e Killian nell'Underword , vi piaccia, io personalmente non vedo l'ora che ricominci la stagione proprio per godermi questo momento.
Un abbraccio e alla prossima
Gra

 

 

  
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