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Autore: MartinsBieber    02/02/2016    1 recensioni
Liam. Ronnie. Due adolescenti.
Una festa di Halloween che cambierà le loro vite per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Cinquantaquattresimo capitolo.



In un tranquillo pomeriggio, dopo aver fatto un po’ di compagnia a Liam nel bar, fingendomi una normale cliente – che però non perdeva occasione per scoccare qualche bacio al suo cameriere personale – me ne tornai a casa da mio fratello.
Louis era appena tornato da lavoro e se ne stava già sul divano, pronto per un sonnellino.
“ehi Ron, poco fa ha telefonato la mamma, ti saluta” mi informò, senza staccare lo sguardo dal soffitto né tanto meno alzare la testa dal cuscino.
“oh, e che ti ha detto?” gli chiesi, avvicinandomi per poi sedermi accanto a lui.
“che sta bene, finalmente” sospirò, “anche se non so fino a che punto crederle”
“perché dovrebbe mentirci?” alzai le spalle, rannicchiandomi addosso all’altro cuscino.
“per non farci preoccupare” ipotizzò lui, mordicchiandosi il labbro.
Lo fissai a lungo, notando qualcosa di strano nel suo atteggiamento. Qualcosa lo turbava, me lo sentivo.
“e tu invece, stai bene?” domandai, portando una mano sulla sua spalla.
Louis portò gli occhi su di me per qualche secondo poi li chiuse, “non direi.”
“me ne sono accorta” risposi, invitandolo a farmi più spazio vicino a lui, “che cos’hai?”
“secondo te?” borbottò, “la mia ragazza probabilmente aspetta un figlio da me ed ha poco più di diciotto anni.”
“Amy si sarà lasciata spaventare troppo da questo ritardo, sono sicura che andrà tutto bene” tentai di rassicurarlo, ma la mia voce non troppo convinta mi tradì.
Mio fratello fece una smorfia ed io stavo per controbattere ma, in quell’istante, qualcuno suonò il campanello. Aggrottai la fronte, realizzando che non poteva essere Liam che era ancora di turno al bar, poi guardai Louis che aveva la mia stessa espressione interrogativa.
“aspetti qualcuno?” gli chiesi, sbattendo le palpebre.
“no, Amy doveva uscire con sua madre oggi” spiegò lui, “vai tu ad aprire”
E detto questo riaffondò la testa nel cuscino, allungando le gambe per fare in modo che mi alzassi. Sbuffai e corsi all’ingresso, poi aprii la porta e la mia prima reazione fu spalancare la bocca. Karen era in piedi, di fronte a me, con un sorriso sinceramente affettuoso.
“ciao Ronnie, scusa se ti disturbo a casa” disse subito, “ma avevo bisogno di parlare con te.”
“va tutto bene?” le chiesi subito, cominciando già a preoccuparmi.
“sì, tranquilla” mi rassicurò notando la mia agitazione, “volevo parlarti di Liam.”
“qualcosa non va?” continuai, uscendo fuori casa dopo aver socchiuso la porta alle mie spalle. Karen iniziò a frugare nella sua borsa e, dopo qualche secondo, tirò fuori un depliant con un college irlandese. Me lo mostrò ed io rabbrividii quando mi resi conto di cosa effettivamente fosse. 
“in Irlanda?” balbettai, confusa.
“sto cercando di migliorare e non essere più il tipo di madre che si intromette negli affari del proprio figlio, ma la scorsa mattina quando ero a casa di Liam, ho trovato questo” disse, indicando il volantino che tenevo tra le mani, “mi sembrava giusto mostrartelo.”
“io non capisco cosa significa” mormorai, con voce tremolante.
“neanch’io, speravo potessi dirmelo tu” ribatté lei, “e per favore, non dire niente a Liam.”
“lui.. lui mi aveva detto che non voleva andare lontano” mi coprii il viso con le mani.
“Ronnie, mentre io e suo padre eravamo in fase di divorzio, Liam ha sofferto tanto” iniziò, “e da allora ha perso molti contatti con noi, se ne è addirittura andato di casa per vivere da solo, è sempre stato un ragazzo indipendente e con la testa sulle spalle, non faceva altro che ripeterci che da grande se ne sarebbe andato da Londra, e sono sicura che l’unico motivo per cui non l’abbia ancora fatto sei tu.”
“e io gli ho già detto che l’ultima cosa che vorrei è impedirgli di realizzare i suoi sogni” abbassai lo sguardo, “lo lascerò libero di seguire la sua strada, anche se questa potrebbe non coincidere con la mia.”
Karen mi guardò con approvazione, quasi commossa, poi si riappropriò del volantino che mi aveva mostrato e socchiuse gli occhi.
“sei proprio una brava ragazza” annuì, “sono sicura che Liam non sia tanto sciocco da permettersi di perderti.”
Non riuscii a dire altro, mi limitai a sorriderle forzatamente, ancora scossa da quel pezzo di carta che mi aveva mostrato.
Karen ricambiò il sorriso poi tornò sui suoi passi, allontanandosi prima di scomparire dietro il viale. 
La mattina seguente, camminavo pensierosa con Amy nel cortile della scuola, dirigendomi verso l’uscita finché non intravidi una macchina nera e familiare parcheggiata aldilà della strada.
Dopo ben cinque ore di lezione avevo la vista appannata e confusa, ma sperai vivamente che si trattasse dell’auto di Liam, che non vedevo dal giorno prima. Chiusi gli occhi a fessura per vedere meglio, fermandomi di colpo quando vidi Louis aprire lo sportello. Avevo quasi dimenticato che quei due avevano una macchina piuttosto simile.
“che ci fai lui qui?” chiesi ad Amy sperando ne sapesse più di me. Lei, al mio fianco, non smetteva di sorridere entusiasta. 
“ho una sorpresa, per entrambi” mi sussurrò all’orecchio, prima di correre verso il suo ragazzo. Louis spalancò le braccia e poi le strinse attorno a lei, non appena gli si fosse spalmata addosso. Li vidi abbracciarsi e baciarsi e non potei fare a meno di provare invidia.
“allora, che sta succedendo qui?” chiesi impaziente, quando li raggiunsi dall’altra parte della strada. 
“devo dirvi una cosa” annunciò Amy, seria.
Il sorriso di Louis scomparve, sostituito da un’espressione ansiosa e pallida.
“tesoro, scordati di fare l’amore per almeno cinque giorni” ridacchiò lei, esplodendo.
Io feci un sospiro di sollievo e mio fratello spalancò la bocca, “non ci credo, ti è tornato?”
Amy annuì e sorrise, “sì, merda, sì! Oddio, non sono mai stata così felice di avere il ciclo.”
Io scoppiai a ridere quando – per poco – non vidi Louis svenire dalla gioia.
“che vi serva da lezione” li guardai con aria minacciosa, “siate più attenti.”
“vado subito a fare scorta di preservativi” promise Louis, incrociando le dita.
Risi di nuovo ed Amy fece lo stesso, “sarebbe la cosa più bella del mondo, per me, aspettare un bambino da te” ammise, “solo che preferirei accadesse tra qualche anno, tutto qui.”
I due si avvicinarono di nuovo per poi scambiarsi un lungo e dolce bacio alla quale mi sciolsi.
Poi, però, sobbalzai quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla.
Mi voltai di scatto per lo spavento e mi rilassai quando vidi Liam – in tutta la sua bellezza – dietro di me.
“ciao piccola” mi disse, portando il braccio attorno alla mia vita.
“ehi” mormorai, “da dove spunti fuori?”
“il prof ci ha tenuti più a lungo per darci dei consigli sull’esame di maturità a cui evidentemente non manca ancora molto” sbuffò, “e tra un’ora devo essere al bar, perciò stiamo un po’ insieme durante questa pausa?”
Annuii e, dopo aver salutato Amy e Louis, mi incamminai con Liam verso casa sua.
Non parlai molto durante il tragitto, lui probabilmente se ne accorse infatti non la smetteva di lanciarmi occhiate premurose e confuse.
“hai fame? mangi qualcosa?” mi chiese dopo aver fatto entrare le chiavi nella serratura della porta, aprendo la porta del suo appartamento.
Io scossi la testa, seguendolo dentro per poi sedermi su uno sgabello in cucina.
“Ronnie, devi mangiare” insistette lui, aprendo il frigorifero per poi bere una strana bibita gassata.
“non ho fame” ripetei, rigida. Liam mi guardò perplesso e, dopo essersi lisciato la t-shirt nera aderente, mi si avvicinò. Si appoggiò su uno sgabello accanto al mio e mi tirò a sé, costringendomi a sedermi sulle sue gambe. 
“stai bene?” mormorò, sfiorando con le labbra il mio collo.
Annuii con la testa, continuando a non dire una parola.
Lui allontanò la bocca da quella parte sensibile del mio corpo per guardarmi meglio negli occhi, “non è vero, che cos’hai?”
“perché vuoi andare in Irlanda?” chiesi subito, senza giri di parole, “insomma, capisco che ti avevo detto che sarei stata contenta se te ne fossi andato al college nelle vicinanze, ma non avrei mai pensato all’Irlanda, cioè.”
“e tu come lo sai?” borbottò, serrando la mascella.
Mi alzai da sopra di lui e cominciai a camminare avanti e indietro nervosamente, “non ha importanza come lo so, è la verità?”
“non voglio andare al college in Irlanda, se è questo che pensi” puntualizzò.
“e allora perché avevi quel volantino con l’indirizzo di un college irlandese?” sbuffai.
“perché avevo in mente di andare a trovare Andy, lui sta studiando lì!” sbottò, interrompendo e spezzando qualsiasi paranoia che mi ero creata nelle ultime ore.
“oh” fu tutto ciò che mi uscì dalla bocca.
“già, oh” ripeté deluso, “perché pensi sempre al peggio e con quel tono accusatorio?”
“perché ho paura di perderti” guardai a terra, “questa storia del college mi sta facendo andare fuori di testa, e lo so che sono io ad essere pazza e fuori dal normale, me ne rendo conto.”
Dopo quella risposta, balzò in piedi e mi si avvicinò. Si posizionò di fronte a me, evidenziando la nostra evidente differenza d’altezza, guardandomi dall’alto. Prese il mio viso tra le mani e, dopo avermi rivolto un rassicurante sorriso, mi baciò con dolcezza.
Rimasi impassibile a quel gesto, lasciando che le sue labbra morbide approfondissero il contatto con le mie. 
“sei più tranquilla, adesso?” mi chiese, a pochi centimetri di distanza dal mio viso.
“direi di sì” annuii, ricambiando il sorriso, e sfiorando la punta del suo naso con il mio.
Appoggiai la fronte contro la sua e lo accarezzai, toccando con le dita la sua barbetta tagliata da poco.
“perché vuoi andare a trovare Andy?” gli chiesi, ad un tratto.
“lui me lo ha proposto, e mi ha inviato quel volantino per spiegarmi il posto” rispose.
“e hai tempo? insomma, tra il bar e le altre cose..” farfugliai, speranzosa.
“sarà solo per il weekend e sì, credo di aver tempo” annuì con decisione.
“bene” commentai, non del tutto convinta. 
Liam aveva quella strana capacità di leggermi nel pensiero, così sorrise e mi guardò divertito.
“qualcosa mi dice che non ne sei molto entusiasta” ridacchiò, prendendomi in giro.
“diciamo che l’idea di te e Andy, insieme a combinare guai lontani chilometri da qui, non è proprio il massimo della felicità per me” alzai le spalle, “ma pazienza, non voglio essere una di quelle fidanzate ossessive che vietano le cose al proprio ragazzo.”
Lui sfoderò un sorriso ancora più grande, “ed io non voglio essere uno di quei fidanzati che lasciano la propria ragazza da sola per andare a divertirsi con gli amici.”
Rimasi in silenzio, cercando di capire dove volesse arrivare.
“quindi, ti andrebbe di venire con me?” propose, “un viaggio in Irlanda, anche se per soli due giorni, ci farà bene, non credi?”
Io lo guardai a bocca aperta e, in tutta risposta, lo abbracciai forte.
“beh, lo prendo per un sì” sorrise, avvolgendomi tra le sue braccia.



 


 
 
***
 

saaaalve!
eccomi di nuovo qui,
che ve ne pare del capitolo? :)
un bacio e alla prossima 
xx
-marty.


 


 
  
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