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Autore: Elle Douglas    02/02/2016    2 recensioni
We don’t meet people by a c c i d e n t.
They are meant to cross our path for a r e a s o n
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‘Nell’istante stesso in cui ti ho incontrata, in un caso del tutto fortuito e inaspettato, ho sentito che in te c’era qualcosa di cui avevo bisogno. Ma non era un qualcosa. Eri tu. Sin dall’inizio ho capito che tu eri una parte di me, ed e’ per questo che non ho piu’ intenzione di lasciarti andare. Io senza te sono incompleto e non voglio più esserlo.’
La ragazza non poteva credere a simili parole, a un simile sentimento tutto per lei.
Lei a cui era stato tutto negato.
Sorrise con gli occhi lucidi e il cuore che dentro il petto sembrava avere finalmente vita. Sorrise e sprofondo’ il viso nel suo petto e si ritrovo’ a sentirsi completa, dopo lunghi, estenuanti secoli.
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Seconda parte di ‘I thought I’d lost you forever.’ | Gli avvenimenti narrati avvengono dopo la 4x11.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I thought I'd lost you forever'
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Qui una piccola nota musicale per accompagnare il capitolo, dato che sostanzialmente è quello che mi ha aiutata a scriverlo. 

CAPITOLO XIII
 
 
‘Lui è qui?’ chiese Belle, incredula di fronte ai fatti che le erano stati raccontati. I cinque si erano recati in tutta fretta al banco dei pegni per avvertirla e trovare una soluzione. ‘Ma non è possibile.’
‘Pensavi davvero che non sarebbe tornato?’ fece Mary Margaret con sguardo ovvio.
‘Il pugnale. Devi consegnarcelo e riusciremo a sistemare le cose.’ Intervenne Emma muovendosi verso il bancone.
‘Il pugnale? Ma non ce l’ho io, ce l’ha Killian.’ E tutti gli sguardi vennero puntati a lui. Perché l’aveva lui e perché non aveva detto nulla? Quando l’aveva preso?
Killian si sentì spaesato. Cosa stava dicendo?
‘Chi? Io? Non vedo quel pugnale da quando gli hai detto di andarsene, la prima volta.’ Contrattaccò per togliersi quel sospetto di dosso. Belle doveva aver sognato, perché credere e far credere che ce l’avesse lui? Che intenzioni aveva?
‘Ma te l’ho dato ieri sera per metterlo al sicuro.’ Fece la bibliotecaria, più decisa.
‘Visto quanto ho lottato per liberarmi dell’Oscuro, non potrei certo dimenticare di averlo preso e poi come avrei potuto prenderlo io se ero altrove, imprigionato chissà dove da Frollo?’
David ci pensò davvero su, e annui, considerando ovvia la sua osservazione.
‘Okay, ma se non l’ho dato a te, allora…’
‘L’hai dato a Gold.’ Dedusse Emma, arrivando al nocciolo di tutto prima degli altri. Era stato intelligente nel fingersi un'altra persona per impossessarsi dell’unica cosa che poteva comprometterlo e metterlo fuori gioco. Davvero furbo, ma ora cosa si poteva fare? ‘Ha ingannato te, come ha ingannato me e tutti noi assumendo le sembianze di Killian. E’ tornato, e con lui i suoi poteri.’
‘Il tutto non avrebbe destato sospetti dato che Killian era fuori gioco.’ Vagliò Pierre.
Belle si ritrovò sconsolata in quella visione: si era preso gioco di lei. Di nuovo.
‘Pensavo che non avrebbe più potuto ingannarmi, ma ha trovato nuovamente un modo per farlo.’ Fece Belle affranta, sull’orlo di un pianto. Killian la guardò, e oltre tutto il resto, non riusciva a tollerare che quel coccodrillo continuasse a fare del male.
‘L’esilio è stata una punizione troppo leggera per lui. Avremmo dovuto colpirlo al cuore con il pugnale.’ La rabbia sembrava non abbandonarlo quel giorno e a quella notizia il suo astio non fece che peggiorare visibilmente. La voglia di trovarlo dentro di lui accresceva sempre di più.
‘E adesso il tuo nome sarebbe lì sopra.’ Emma cercò di farlo ragionare. Di calmarlo.
‘E’ un prezzo che avrei pagato per non vederlo più.’ Continuò Killian non demordendo. ‘Se non fosse stato per lui quel pazzo ora non sarebbe qui a far del male ad Esm e…’
‘Non arrabbiarti. Ti ho detto che troveremo un modo e lo sconfiggeremo ancora una volta.’ Gli occhi di Emma erano in quelli di Killian, intenta a rassicurarlo.
Doveva calmarsi. Così non ragionava. Così non si andava da nessuna parte.
Chiuse gli occhi e inspirò l’aria a pieni polmoni. Doveva mantenere la calma. Espirò.
‘Dobbiamo capire come.’ Pensò Mary Margaret.
‘Prima però pensiamo ad Esmeralda. Prima la salviamo, prima pensiamo a sconfiggere chi ha causato tutto questo.’ Spiegò Emma per non accavallare troppe cose insieme. Una cosa per volta per non impazzire, e la priorità andava sicuramente alla povera ragazza segregata chissà dove.
‘Vi aiuterò io.’ Intervenne Belle, risoluta. ‘Non permetterò che né Frollo, né Gold le facciano del male. Non gli permetterò di perseguire nel suo piano, e se c’è un modo per fermarlo io devo trovarlo. Esm ha già sofferto più di ogni essere umano, e credere ad un uomo che sostanzialmente voleva ridurre il suo cuore in polvere per puro egoismo… non l’accetto. Finalmente era felice, finalmente era serena.’ Disse Belle, che non riusciva a capacitarsi, non riusciva a pensare davvero a quanta malvagità l’Oscuro avesse dentro sé. Come aveva fatto ad innamorarsi, a credere che quell’uomo fosse diverso da come tutti lo vedevano? Era un assurdità. Era assurdo anche solo pensarci.
Era stata, ed era, un ingenua.
Nel mentre la bibliotecaria stava già cercando di darsi da fare muovendosi in ogni dove nella sala in cerca di qualcosa che potesse fare la differenza, che potesse aiutarli nell’impresa.
Ogni oggetto, ogni libro poteva essere una potenziale arma e Belle non voleva darsi per vinta. A muoverla in tutto questo non era solo il suo cuore d’oro ma l’affetto profondo che provava per quell’amica ritrovata. Non l’avrebbe abbandonata, gliel’aveva promesso, e così sarebbe stato.
Emma le andò incontrò e le prese le mani, intenta a fermarla. ‘Sei troppo scossa, Belle, perché non ti fermi un attimo?’
‘Non posso. Ogni attimo che passa è un attimo in più di agonia per Esm, e non posso tollerarlo. So cosa ha passato, lo sa anche Killian molto più di me, e non voglio stia dov’è un attimo in più.’
Emma la guardò dritta negli occhi, era visibilmente provata da tutte quelle informazioni ma voleva continuare a cercare. Forse per sbollirsi, forse per distrarsi dalle troppe notizie apprese e dal troppo dolore che quel ritorno e inganno le aveva arrecato.
Ognuno di noi, d’altronde, reagisce al dolore come meglio può. Ognuno ha le sue armi per difendersi e forse questo era ciò che stava facendo.
‘Okay.’ Sibilò Emma, con un mezzo sorriso, ancora preoccupata per lei ma decisa a darle corda.
Era una ragazza in gamba, e tutti lì in città lo sapevano.
Killian era fermo lì vicino a loro. Una statua di marmo non avrebbe retto il confronto. Aveva la fronte corrucciata, gli occhi fisso su un determinato punto del pavimento mentre era intento a pensare, intento a catturare ogni cosa che potesse cambiare gli avvenimenti in corso e potesse salvare Esm.
Cosa potevano fare? Dov’era? Cosa gli stava facendo quell’uomo? So cosa ha passato… aveva detto Belle e fu quello a sbloccarlo, a catturare la sua attenzione e ad indicargli la strada da percorrere, pensò. I suoi occhi fulminei catturarono Belle, oltre il bancone.
‘Sai cosa sta passando anche ora…’ sibilò il pirata con lo sguardo fisso su di lei. Tutti lo guardarono non capendo a chi si stesse riferendo davvero. Stava pensando ad alta voce o si riferiva a qualcuno di loro?
‘Cosa… con chi parli?’ chiese Belle guardandolo stranita.
‘Con te. Tu ci sei passata, tu sai cosa vuol dire perdere se stessi e non ricordarsi chi sei.’ Le fece intuire. ‘Quando sono arrivato qui. Quando sono arrivato, ricordi? Ti ho sparato al confine e tu hai dimenticato chi eri, credevi di essere un'altra persona e non ricordavi più nulla del coccodrillo.’
‘Già…’ osservò Belle ripensandoci. Come poteva esserle sfuggito?
‘L’avevi fatto per vendetta contro il tuo nemico. Dicesti che avevi colpito il suo cuore e che Belle era il suo nascondiglio.’ Asserì Emma sottolineando gli eventi.
‘Aye.’ Annui il pirata. ‘E’ come se lui ti stesse ripagando con la stessa moneta. E’ come se lui stesse facendo lo stesso servendosi di un altro.’ Continuò la salvatrice.
‘L’Oscuro non dimentica. L’Oscuro trova sempre un modo per vendicarsi.’ I pensieri di Mary Margaret furono i pensieri di tutti in quel momento. 
‘Cosa ha fatto? Cosa hai fatto per riavere la memoria e ricordarti chi sei?’ il tono disperato di Killian era più accentuato. Era l’unica cosa a cui poteva aggrapparsi per riportarla indietro. Riportarla da lui, ecco perché riponeva tanta fiducia in quella risposta.
Il pirata pendeva letteralmente dalle labbra della bibliotecaria attendendo una sua risposta.
Belle, ora sotto l’attenzione di tutti, strizzò gli occhi come chi è in cerca di qualcosa, di un evento che possa riportare in vita la speranza. Era da tempo che non pensava seriamente a quel periodo.
‘In quel periodo molti hanno cercato di farmi tornare la memoria. Non ricordavo nulla, e non ricordavo nemmeno il mio nome, infatti continuavo a non comprendere perché mi chiamassero tutti Belle. Ero confusa, spaventata e disorientata perché non ricordavo nulla e non sapevo nemmeno chi fossi e non capivo perché tanto interesse da parte di quell’uomo che mi perseguitava. Sentivo di avere un passato con lui, ma non sentivo assolutamente nulla di ciò che era stato.’
‘E come hai fatto, come si è sbloccato tutto?’ chiese Hook, fremendo.
‘E’ venuto da me.’ Disse David guardando tutti. ‘Gold è venuto da me a chiedermi di aiutarlo a far riemergere la vecchia Belle da ciò che Regina le aveva fatto credere.’
‘Cosa gli hai suggerito allora?’ quelle informazioni date poco a poco lo stavano snervando parecchio.
‘Gli ho suggerito… di mostrargli l’uomo di cui si era innamorata.’
L’uomo di cui si era innamorata? Doveva portarla nuovamente sulla Jolly Roger, farle rivivere i suoi ricordi? Far finta di rapirla? Cosa significava? Quella soluzione lo confondeva ancora di più ora.
Chi era l’uomo di cui si era innamorata? Cosa doveva fare esattamente?
‘Quindi cosa dovrei fare?’ Killian non si aspettava la sua voce in capitolo, forse perché tra tutti nemmeno considerava fosse tra loro.
Forse perché dopotutto lui non aveva mai creduto che lui fosse il suo vero amore. Dopotutto cosa aveva detto Frollo? Era stato eliminato così facilmente dalla sua memoria che come osava farsi avanti decantandosi come quello che avrebbe risolto tutto? Killian non l’accettava.
Non accettava la sua presenza in città. Non accettava la sua presenza in quel negozio tra loro, e più di ogni altra cosa non l’accettava accanto a lei.
Come poteva credere che fosse lui quello che doveva salvarla? Il pirata guardò basso il pavimento, per calmarsi, per stemperare quella rabbia che irrompeva nel suo corpo.
Esmeralda. E’ lei l’obbiettivo. E’ a lei che devo concentrare tutto me stesso. Solo a lei. Un lungo respiro e via.
‘Fermi tutti un attimo.’ Belle richiamò la loro attenzione che ormai stava divagando fuori dai cardini principali. ‘Esm non ne ha bisogno. Lei ricorda già chi è, sa di chiamarsi Esmeralda, sa di aver passato tutto ciò che ha in realtà ha passato, ma in maniera errata. Bisogna solo riportare i suoi ricordi sulla via principale. Lei è ancora lì dentro, bisogna solo riportarla indietro.’
Infatti, non era nelle stesse condizioni di Belle. Lei era ancora lì e doveva tornare a ciò che era. Ma come? Sembrava un rebus senza fine.
Non era una cosa: un vaso a cui dovevi rimettere insieme i cocci, lei era come un binario. Doveva solo ritrovare la retta via verso ciò che era.
Ma riportarla indietro… come se fosse facile.
Come se già non ci avesse provato prima. Come si fa a riportare indietro qualcuno che è tenuta segregata altrove? Qualcuno a cui è stato rimosso la parte vitale del proprio essere? Qualcuno che ha persino dimenticato i suoi legami più forti? Killian si sforzò di pensare. Perché non ricordava nulla del posto in cui era stato? Perché non riusciva ad essere utile nell’unica cosa in cui poteva esserlo?
Cercò di proferir parola quando Belle esclamò: ‘La pozione.’ E gli occhi le brillarono di una luce intensa, nuova mentre grondante di speranza si recò sul retrò del negozio in cerca di qualcosa. Tutti si chiesero cosa le fosse preso.
‘Belle?’ fece Mary Margaret abbandonando gli altri e raggiungendola. Belle era un razzo che si muoveva e dimenava da un angolo all’altro del retro senza sosta. Sembrava cercare in ogni dove qualcosa che aveva perso.
‘Belle cosa cerchi?’
‘La pozione.’ Fece lei non fermandosi nemmeno a constatare chi era. Nel frattempo gli altri, sentendo il frastuono che proveniva dalla stanza, le raggiunsero.
‘Belle, che pozione?’
Belle non rispose alla domanda di Pierre, troppo concentrata sui suoi pensieri ora per prestare attenzione ai presenti. Poi, ad un tratto, si fermò esausta mettendo le mani sui fianchi. Doveva fare mente locale. Dove l’aveva vista l’ultima volta? Gold l’aveva conservata. Lo ricordava come se fosse ieri che ne era rimasta un bel po’ nella boccetta, e non poteva essere svanita nel nulla a meno che… Belle si voltò verso i presenti che la guardavano senza capire cosa l’avesse animata così tanto.
Erano lì in cerca di spiegazioni e tutti sembravano avere un enorme punto interrogativo sulla testa.
‘La pozione deve averla presa lui.’ Dedusse. ‘Ma certo che sì, ha studiato tutti nei minimi dettagli per vendicarsi per bene.’
‘Di che pozione parli, Belle?’ fece Emma mettendosi davanti a lei.
‘La pozione della fata turchina. E’ stata lei a riportarmi indietro quando ero Lacey. E’ stata lei a farmi ricordare chi sono. Rumple mi ha dato una pozione azzurra su cui aveva lavorato lei per uno dei nani che aveva attraversato il confine e che era nelle mie stesse condizioni. Ne era rimasta un po’, lo ricordo ma ora non c’è più.’
‘Era impossibile che ci lasciasse una via di scampo.’ evinse la salvatrice comprendendo lo stato di Belle.
‘Che possiamo fare, allora?’ pierre era intento a trovare una soluzione. Non poteva darla vinta a quel malvagio, non l’avrebbe fatto. ‘Non si può creare nuovamente?’
Un lampo di genio attraversò l’animo della bibliotecaria. ‘E’ ciò che faremo!’ annunciò. ‘Dobbiamo andare da lei, dalla fata turchina. Faremo ricreare la pozione e salveremo Esm.’
 
Belle era subito partita in quarta a quell’idea, e insieme a lei, Pierre e Will erano andati al suo seguito mentre Ray e Ruby li avevano raggiunti poco dopo sul posto. Si erano ripromessi di chiamarsi a vicenda in caso ci fossero state novità importanti. Belle aveva annuito ed era sparita oltre la porta con i due uomini.
‘Cosa faremo noi ora?’ aveva chiesto Mary Margaret intenta a rendersi utile.
‘Come ha detto Belle, cercheremo di creare un incantesimo di localizzazione. Tutte le istruzioni sono sul libro di Regina. Se ci rechiamo alla sua cripta troveremo anche tutti gli ingredienti per crearlo.’ Disse Emma cercando di darsi da fare il prima possibile. ‘Dovremmo creare un incantesimo più forte del solito, perciò tu, Hook, nel frattempo dovrai trovare qualcosa che appartiene ad Esmeralda e portarmela. Qualcosa di forte. Sai come funziona!’ impartì la donna autoritaria.
Hook annui, intento già a metter piede fuori. David andò con lui.
‘Con Frollo che ti ha già preso una volta, non vorrei ci riprovasse.’ Chiarii davanti allo sguardo stralunato del pirata che non poté fare a meno di chiedersi perché lo seguisse.
‘Okay.’ Rispose Killian camminandogli davanti e noncurante di chi gli fosse dietro. Certo gli sembrava strano dopo quello che aveva appena sentito, ma poco importava ora.
Il pirata camminava a passo svelto per la strada mentre David a passo più sostenuto correva per tenergli il passo.
‘Hook, aspettami. Se ti perdo d’occhio a poco sarà servito il fatto che ti sto seguendo.’
‘Sai dove sto andando, quindi anche se resti indietro saprai dove trovarmi!’ asserì il pirata senza guardarlo.
‘Potrebbe succedere qualsiasi cosa da qui all’alloggio di Grannys, e che faremmo poi? Ci ha già provato una volta d’altronde e poi a cosa sarà servito che io ti sia venuto dietro?’ continuò il principe.
‘Non credo sia tanto stupido! E il fatto che tu abbia voluto seguirmi è stata una scelta tua e non mia, quindi se vuoi stare al passo bene altrimenti non è un mio problema. Non adesso, almeno.’ Il pirata si fermò giusto il tempo per fronteggiarlo e chiarire come sarebbero andate le cose durante quel tragitto, in quello scambio che lo stava snervando.
Per lui il principe poteva anche restare lì o raggiungere gli altri. Non importava.
Nulla importava quando il suo obiettivo era qualcosa di ancora più vitale e prezioso. Non avrebbe perso nemmeno un secondo per tenere il passo lento e calcolato di David e camminargli al fianco.
‘Ehi!’ fece il principe raggiungendo e strattonandolo per la giacca di pelle nera con l’intento di farlo girare. Lo sguardo scontroso del pirata che riemergeva gli si parò davanti. ‘Ehi, so quanto tieni a lei, okay? E mi dispiace che tu abbia sentito quelle cose, ma tu ti rendi conto che è ciò che Frollo voleva? Metterci contro per trarne vittoria. Ha fatto lo stesso con Pierre per farlo cadere. Forse è per questo che ora ce l’hai con me, ma sono qui a fare la mia parte per salvarla.’
‘Frollo sa bene come sfruttare le menti altrui, è ciò che ha fatto ad Esmeralda se non ricordi male, ma non preoccuparti di questo. Ciò che ha detto sul tuo conto è l’ultima cosa che mi sta sfiorando i pensieri, ora.’
‘Ma nutri del rancore e lo sento, e non è ciò di cui abbiamo bisogno ora.’
‘Concentriamoci sull’obiettivo principale ora: Esmeralda. E’ a lei che dobbiamo pensare, al resto penseremo dopo.’
‘Non possiamo salvarla se c’è rancore tra noi, Killian, e lo sai. Avresti paura delle mie azioni e non ti fidi di me in questo momento, puoi negarlo?’
‘Assolutamente no!’ asserì il pirata, dandogli ciò che stava cercando mentre inflessibile continuava a camminare senza fermarsi.
‘Pensi che io non abbia paura? Che solo perché sono un eroe non ne abbia il diritto? So quanto significa quella ragazza per te e sì, mi è sfiorato in mente il pensiero che tu possa far soffrire Emma per lei. E’ lecito penso. Puoi farmene una colpa?’
‘E allora preferiresti che lasciassi le cose come stanno? Che se ne occupi Frollo e elimini il problema, il di più che affligge i tuoi pensieri?’
‘So che non è bello sentirsi dire questo, ma hai attraversato un periodo oscuro, ti sei impregnato di oscurità, sai che questi pensieri possono capitare…’
‘Allora nel tuo pensiero oscuro che ti è vacillato in mente, anche solo per un istante, preferiresti che lasciassi perdere? Preferiresti che lasciassi Esm con quello psicopatico e vivessi la mia vita!'
'Non è ciò che sto dicendo!' controbatté il principe facendo valere i suoi principi che tornavano a galla e contrastavano quella versione malsana e contorta che si era creata in lui e che ora era lui stesso a ripudiare.
Come aveva potuto pensare una cosa del genere? C’era già cascato una volta e si era ripromesso che non sarebbe più accaduto. Poteva biasimare il pirata ora, quindi per quella espressione di puro sdegno che gli stava dedicando ora che si era voltato? Fosse stato lui al suo posto… anzi ci era già stato, si riconosceva in tutto ciò che rappresentava e lo compativa.
'E allora cosa intendi?!' Chiese il pirata adirandosi il doppio di quanto fosse lecito, mentre stringeva i pugni per non far qualcosa di troppo avventato di cui poi si sarebbe pentito. Quell’oscurità l’aveva abbandonata ma era in momenti come quelli che tentava di riemergere. Era a quei momenti di rabbia furente che quell’oscurità latente si aggrappava e resisterle, respingerla era ancora un dolore fisico per Killian Jones.
‘Non lo so.’ Fece David implorando il suo perdono. ‘Non so cosa mi sia passato per la testa, e ti chiedo scusa.’ Gli occhi del pirata si chiusero, intenti a riordinare le idee e a ritrovare la pace in mezzo a quel caos mentale: Non era il momento.
Non era il momento di sbottare, né di sbraitare, né di inveire contro nessuno. Esmeralda aveva bisogno di lui, e quello importava più di ogni altra cosa.
Il suo obiettivo restava lei anche in mezzo alla tempesta più funesta. Lei era il suo punto di riferimento. La sua ancora. Il suo mare, e i pirati si sa quanto appartengano al mare e nello stesso modo Killian Jones apparteneva ad Esmeralda in un modo che ancora non era del tutto chiaro ma che avrebbe compreso meglio più avanti.
Quando dopo pochi minuti David si ritrovò davanti al vascello del pirata restò stranito: ‘Pensavo dovessimo andare da Grannys, non è lì che alloggia Esmeralda? Che ci facciamo qui?’
Killian scosse la testa mentre saliva sulla sua imponente nave che aveva riavuto indietro con gentile concessione dalla strega del mare.
‘Esm ha lì solo gli indumenti e le cose che appartengono a ciò che è ora, ma per un incantesimo di localizzazione forte bisogna trovare qualcosa di più forte che segni il legame e la persona da localizzare.’ Espose il pirata nel frattempo che i due si erano introdotti a bordo.
‘E questo oggetto o indumento sarebbe…’ fece David attendendo risposta.
Killian si recò nella sua stanza, e dalla sua scrivania estrasse un piccolo scrigno custodito e chiuso meticolosamente a chiave. David pensò al contenuto che potesse avere dato quel tale riserbo e quasi si ritrovò a curiosare nell’attesa di scoprirlo. Killian si sfilò l’uncino quasi con un gesto automatico e dall’altra parte di esso né spuntò fuori una chiave.
Lo stupore prese posto sul viso dell’ingenuo spettatore che non si aspettava una simile ingegneria. Killian sorrise compiaciuto.
Lasciava sempre tutti a bocca aperta per quel particolare.
Quando lo scrigno si aprì Killian ne estrasse un bendaggio. Niente di sfarzoso o di prezioso, niente di appariscente ma una semplice e inutile stoffa senza alcun valore monetario. Killian lo prese in mano e lo rimirò quasi come se dinanzi avesse un qualcosa di inestimabile valore, quasi come se fosse una pietra preziosa degna di essere custodita in tal modo.
Questo era ciò che custodivano i pirati? Dove erano allora tutti i gioielli e le cose preziose di cui si raccontava nelle storie di tutti i tempi? Nessuno sapeva che quella stoffa, per quanto logora e vecchia fosse, aveva una storia a sé che Killian non aveva mai lasciato andare perché era l’unica cosa che gli restava di lei, l’unica cosa che ancora le era rimasta accanto nei secoli quando credeva di averla perduta per sempre.
Era con quella che l’aveva medicata la prima volta quando l’aveva sciolta dalle corde. Era con quella che lei gli aveva parlato per la prima volta.
‘Tutto qui? E’ questo che permetterà la localizzazione? Una stoffa?’
‘Ha più valore di quanto tu creda.’ Disse Killian legandosela alla mano quasi come un promemoria di cose passate, mentre richiudeva lo scrigno e s’incamminava verso l’uscita dal vascello.
Quel misero pezzo di stoffa aveva segnato il loro vero primo incontro, la fiducia l’uno nell’altro, la loro amicizia, quel senso di famiglia che si era instaurato e quell’amore forte e indissolubile che li avrebbe legati e stretti nei secoli seguenti. Quella benda era l’oggetto più forte che avesse per localizzarla e riaverla tra le braccia.
Killian affidò ad esso tutti i suoi pensieri e le sue speranze mentre nella tasca della giacca continuava a stringerla dentro ad un pugno chiuso. L’aveva sempre fatto, e ora più di prima ne sentiva il bisogno. E poi ogni volta averlo tra le mani cambiava le cose, cambiava il suo umore.
Killian senti la rabbia e il rancore abbandonarlo per lasciare spazio ad emozione ben più serena ora, ma comunque agitata per il da farsi.
‘Le mie intenzioni, con Esmeralda, non erano malvagie e ciò che ha detto Frollo è vero, lo ammetto, ma voglio davvero salvare Esm perché sono un eroe ed è ciò che ho sempre fatto.’ Disse David interponendosi nei suoi pensieri e risvegliandolo mentre, quasi come un automa, continuava a camminare senza destare troppa attenzione a ciò che aveva intorno.
‘Quindi è per questo che lo fai? Non perché ritieni sia giusto salvarla ma perché sei un eroe?’ controbatté Killian.
‘Sai che non intendevo dire questo, certo che voglio salvarla a prescindere dal mio essere un eroe. Ne ha passate tante e merita di essere felice.’
‘Ma hai paura che la sua felicità sia con me, è per questo che sei stato titubante a riguardo, ed è per questo che Frollo ha fatto leva su questo.’
‘Senti, vedo quanto è importante per te. Quanto tieni a lei e quanto inevitabilmente siete legati, ma mettiti nei miei panni. Avete un trascorso e un legame più forte di qualsiasi altra cosa, quasi privo di confronto. Come pensi possa sentirmi come padre? E’ normale che abbia paura per mia figlia.’
‘Non farei mai del male ad Emma, pensavo l’avessi capito ormai, ma non per questo lascerò fuori Esm dalla mia vita. Non posso, non è vita senza di lei nonostante tu la veda ancora come un’intralcio.’
David scosse la testa, intento a lasciare che il pirata capisse le sue totali buone intenzioni, ora.
‘Un po’, ma non eviterei di salvarla per questo. Non lo merita, e come per tutti in questa città voglio che abbia la serenità e il lieto fine che si merita, quindi ora vediamo di sbrigarci e andiamo a prenderla! Non perdiamo tempo.’  E una mano si posò sulla spalla del pirata intenta a dargli forza.
Killian annuì.
Erano pronti.
 
[…]
 
Arriviamo subito. Era l’eco della voce di Emma che aveva attraversato la cripta ed era arrivato dritto nel petto di Killian quando arrivò a destinazione con David. Ciò che gli si parò davanti appena arrivò di fronte agli occhi della Salvatrice non gli fece presagire nulla di buono, e per un momento l’aria, la terra, il tempo parve fermarsi in funzione di quel momento.
‘Che è successo?’ fu David ad esprimere la domanda che impotente e inetta se ne stava tra le corde vocali di Killian senza il coraggio di uscire.
Lo sguardo di Emma balenò prima sul volto del padre, poi in tutta fretta sul volto di Hook che implorante gli chiedeva di annullare quel sentore negativo che gli attanagliava il respiro in una morsa. Emma gli andò incontro mentre in tutta fretta si apprestò a sistemare il telefono nella tasca posteriore dei jeans.
‘Era Belle.’ Disse, scura in volto e con sguardo fisso su Killian. Lui la guardava impaziente, mentre dentro il cuore decelerava sempre di più nell’attesa. ‘Hanno trovato Esmeralda.’ Annunciò.
L’espressione non mutava.
Le avevano dato la pozione? Era tornata se stessa? Doveva tirare un respiro di sollievo? E allora perché Emma continuava ad essere cupa? Non riusciva a spiegarselo. Qualcosa era andato storto? O magari gli presentava quell’espressione perché era stato Pierre a salvarla e non sapeva come dirglielo perché sapeva quando poco accettava quell’uomo? Era vero, ma se fosse stato in grado di salvare Esm e riportarla in sé l’avrebbe solo ringraziato. Ciò che egli voleva era solo la sua Esm indietro ed era pronto a riabbracciarla.
Quei secondi parvero anni!
‘E sta bene? Ci sono riusciti?’ chiese provando un sorriso. Voleva che le cose fossero andate bene e chissà se un sorriso avrebbe aiutato le cose.
‘Belle è lì, di fronte a lei, con gli altri.’ Un minuto pari ad un eternità che continuava a protrarsi più del dovuto. Emma gli prese la mano. ‘Sono al confine. Frollo è intento ad oltrepassarlo. Con lei.’ Annunciò ponendo fine a quell’agonia e dando inizio a quella rabbia mista alla paura che in Killian si ridestò più violenta del solito.

 
ANGOLO AUTRICE:
Scusate per l’immensa attesa che vi ho fatto patire, cari lettori, ma in quest’ultimo periodo ho avuto meno tempo del solito.
Finalmente, però, ora sono riuscita a pubblicare!
Ho inserito alcuni frammenti dall’episodio 4x16 giusto per darvi un idea di dove sono con la trama e perché ci stava benissimo come riallacciamento. Ora tutti si sono mobilitati per salvare Esm, ognuno di loro sta cercando e cerca di fare qualcosa per salvarla da Frollo e manca davvero poco alle battute finali, devo solo decidere come e quanto voglio continuare.
Io spero come sempre che mi diate pareri a riguardo per capire dove sto andando a parare e se tutto ciò vi entusiasma.
Io spero come sempre che vi piaccia tutto ciò che scrivo e ringrazio tutti coloro che dedicano del tempo alla mia storia e mi supportano costantemente. Grazie mille.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.

xoxo
- Elle.
   
 
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