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Autore: Alice_Scarlettisoverated    02/02/2016    1 recensioni
E se gli dei esistessero veramente? Come sarebbero nel ventunesimo secolo? E se l'affascinante musicista di strada che ti ammicca da dietro un paio di occhiali da sole fosse uno di loro?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Apollo, Ares, Artemide, Atena
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest
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Passai gran parte della settimana successiva alla fuga di Loki sul divano del nostro appartamento di Dublino. Papà avrebbe voluto che restassi sull’Olimpo per un po’, considerando anche che la mia precedente abitazione era stata per lo più ridotta in pezzi da Ares; io avevo raccolto quei pezzi uno ad uno e li avevo rimessi insieme finché quel posto non era tornato uguale a come era prima che succedesse tutto. O quasi.
Leo si comportava più o meno come me; in effetti ci alternavamo, quando non ero io ad occupare il divano c’era lui, arrotolato come un involtino in una coperta.
-Mi do un’altra settimana di lutto, poi parto- brontolai io una sera mentre mi ingozzavo di gelato. Lui alzò la testa dalla sua ciotola di coppa alla nocciola e mi fissò; per un momento pensai che stesse per chiedermi di venire con me, ma poi annuì senza una parola e tornò a ingozzarsi. Eravamo due ragazzine alla loro prima delusione amorosa. Sapevo che Leo aveva a che fare con l’evasione di Loki, così come sapevo che aveva una cotta per lui. Quello che non sapevo, e che continuavo a non sapere, era in che rapporti si fossero lasciati l’ultima volta che si erano visti. Dal gelato e dal divano avevo ipotizzato che qualcosa non andasse. Non avevamo parlato molto a essere sinceri, eravamo troppo depressi per... lui.
  Nel mio caso specifico, si può dire che ero stata io a troncare i rapporti. O meglio, il mio ‘’troncare’’ era stata conseguenza diretta dell’essere stata ‘’troncata’’… da lui. Facciamo un salto indietro di una settimana:

-Thor, aspetta- riuscii a mormorare senza fiato. Ovviamente il Tonante non mi diede retta e continuò a baciarmi. Mi attirava a se tenendomi per i fianchi, reclamando le mie labbra quasi prepotentemente. La cosa più strana era che non mi dava fastidio… non mi dava fastidio affatto, avrei voluto poterlo baciare in eterno. Mi sentivo bene stretta tra le sue braccia, eppure…
-Thor, aspetta- sta volta misi più convinzione nella mia voce. Lui si fermò e mi fissò preoccupato: -Troppo veloce? Se vuoi possiamo…-
-Non è questo, amore mio-
Leo aveva ragione, Thor aveva davvero un sorriso abbagliante; il fatto che mi bastasse chiamarlo amore per farlo sorridere così mi dava una sensazione di onnipotenza che non avevo mai provato… e io sono una dea. Ma durò poco e la preoccupazione tornò a occupare il suo sguardo indagatore: -Cosa c’è allora, amore?-
Ora che avevo finalmente accettato i miei sentimenti per quello che erano, non potevo tenergli nascosto quello che sentivo.
-Prima di tutto, sappi che…che io…mi sono innamorata di te, Thor Odinson. O dei l’ho detto ad alta voce, non mi sembra vero-
-Dillo di nuovo- rise lui stringendomi più forte.
-Non ti esaltare playboy. Ti amo soltanto-
-Ti amo dal terzo giorno che ti ho conosciuto- rispose lui.
-Caspita, che precisione-
-Il giorno della nostra prima uscita. Cioè, in realtà me ne sono reso conto solo dopo Ares…-
-Davvero? Gelosia?-
-Non sai quanto-
-Lo sapevo!-
-Non essere troppo compiaciuta, ti amo soltanto-
Mi presi un attimo per perdermi nei suoi occhi azzurri, poi mi alzai sulle punte e lo baciai di nuovo, nel mio modo inesperto e goffo che tuttavia non sembrava dispiacergli poi tanto. Fu lui a fermarmi stavolta.
-E’ per tuo fratello?-
Rimasi pietrificata. Certo che era per Apollo, ma sentirselo chiedere così direttamente era una pugnalata.
-Scusami, sono stato indelicato-
-No- trovai la forza di rispondere –Sei stato sincero. E devo esserlo anche io. Ti ho già detto quello che provo, ma devo anche dirti quello che provo per lui-
Un’ombra passo sul suo viso ma continuò ad ascoltarmi.
-So che pensi che ciò che ha fatto sia troppo grave per essere perdonato, e non ti biasimo, in fondo è te che ha cercato di fare fuori-
-E nel farlo ha quasi ucciso anche te-
-Non volontariamente, non lo avrebbe mai fatto se avesse saputo… onestamente nemmeno io so spiegare bene come le due cose fossero collegate. Una cosa però la so: tutto quello che Apollo ha fatto, tutto quello che Apollo fa…è unicamente per proteggermi. Potrà sembrarti assurdo, ma nel suo modo di vedere le cose è così. Io e lui…Thor, per quanto io ti ami, non esiste nell’intero universo un essere a cui io tenga di più che ad Apollo-
Seguì un lungo silenzio.
-Sono proprio una stronza-
-No, sei solo sincera. Anche quando una bugia farebbe meno male, tu preferisci dire le cose come stanno. Non ci sono abituato, ecco tutto-
Gli feci un sorriso sbilenco.
-Andrai a cercarlo, non è così?- mi chiese.
-Mio fratello sarà divorato dal senso di colpa e dal disprezzo per se stesso adesso, ma ancora peggio…è completamente solo. Ho promesso secoli fa che qualunque cosa potesse accadere, non lo avrei mai lasciato da solo. Perciò si, non appena ne avrò la forza, andrò a cercarlo. Ma potrebbe volerci un po’. Non si lascerà trovare facilmente, nemmeno da me. Quell’idiota probabilmente pensa di non avere nemmeno più il diritto di farmi vedere la sua faccia da tonto…-
-E non lo avrebbe- aggiunse stizzito il Tonante.
-Amore mio…-
-Mi stai lasciando. Per andare a cercare l’uomo che ci ha quasi ucciso entrambi-
-Non sarebbe giusto costringerti ad aspettare…-
-Non sei nemmeno in collera con lui-
Dopo un minuto risposi: -Quando Orione…dopo che lui…ero così arrabbiata con Apollo. Volevo ferirlo quanto lui aveva ferito me. Volevo che soffrisse come soffrivo io. Durò secoli, finché un giorno mi decisi. Andai da lui decisa a fargli più male di quanto avesse mai provato in vita sua. Ma non appena mi guardò capì che lo provava già. Nei suoi occhi c’era lo stesso dolore che c’era nei miei. Siamo gemelli, anche le nostre emozioni si somigliano. Ciò non implica che non gliele darò di santa ragione quando lo troverò, ma…Può la luna portare rancore al sole quand’egli ogni notte muore purché lei possa respirare? -
-Se fossi un fratello bravo la metà di te…-
-Loki sarebbe già fuori di prigione?-
-Merita di essere punito. Così come Apollo. Ma…non abbandonerò mio fratello-
-E io non abbandonerò il mio. Dovessero persino condannarlo a un’eternità nel Tartaro-
-Così scegli lui-
-Se avessi scelta, non ti lascerei mai. Ma non posso chiederti di farti carico di tutto questo. Ti prego cerca di capire…-
Thor restò pensieroso, stringendomi come se temesse di vedermi svanire tra le sue braccia.
-Proprio adesso che ti avevo ritrovata…-
Mi vergogno ad ammettere che iniziai a piangere come una donnetta. Lui mi asciugò le lacrime e disse infine:
-Fa quello che ritieni giusto, divina Artemide. Ma sappi che…non potrò mai dimenticarti! Ti amerò fino alla fine del tempo stesso-
-E io amerò te, Thor, e non perché sei un dio…- sorrisi –ma perché sei un brav’uomo-
Lo baciai un’ultima volta e con non so quale forza di volontà mi separai da lui. Mentre andavo via, non osai voltarmi. Se mi fossi guardata indietro, sarei stata perduta.
 
E così mi ero presa un paio di settimane di stasi completa prima di guardare avanti, ad un presente senza Thor e senza mio fratello, e a un futuro incerto. Il lunedì mattina successivo decisi che non potevo rimandare oltre. Salutai Leo sulla porta, apprezzando il fatto che si sforzasse di essere forte anche lui.
-Detesto il lunedì- brontolò semplicemente, tirando su col naso.
-Lo riporterò indietro, vedrai-
-Voi stupidi dei avete una concezione del tempo diversa. Potrei essere vecchio e rachitico quando lo troverai-
-Ehi, guardami Leonida Yang- gli alzai il viso con una mano sotto il mento -Tu sei l’umano più strano e più eccezionale che io abbia mai conosciuto in duemila anni. E sei il mio migliore amico-
-Anche tu sei la mia migliore amica-
Restammo così, con il cuore in mano, per un paio di secondi, poi ci abbracciammo scoppiando in lacrime, come facevamo sempre.
-Ti terrò aggiornato, e verrò a trovarti spesso-
-Promettimelo-
-Te lo prometto. Tu non metterti nei guai, prometti-
-Lo prometto-
-Avevi le dita incrociate-
-Non è vero. E poi lo sai che il pericolo è il mio mestiere-
-Mi mancheranno le tue battute sceme-
Ci disincastrammo controvoglia.
-Abbi cura di te-
-Anche tu-
Non avrei mai pensato che mi sarebbe dispiaciuto tanto separarmi da un mortale, ma mentre scendevo in strada piansi di nuovo. Dei, quanto piangevo in quei giorni! Ne avrei avuto abbastanza per un millennio. Aprì la porta e mi ritrovai davanti una muraglia umana bionda.
-Che diavolo ci fai qui!?-
-Volevi partite senza salutarmi, peste?- disse Thor con un sorriso sfolgorante.
-Pensavo sarebbe stato più semplice…- mormorai. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e avevo il cuore a mille. L’amore è un bastardo.
-Beh, sai cosa sarebbe ancora più facile?- disse lui prendendomi per mano e trascinandomi davanti a una Volvo V40 parcheggiata nel vialetto –Venire con te-
Strabuzzai gli occhi e rimasi a bocca aperta. Lui si fece una grossa risata e spiegò: -Visto che il mio fratellino è riuscito a scappare, con l’aiuto di qualcuno, sospetto- lanciò un’occhiata divertita alla finestra del mio appartamento -ho deciso di ritrovarlo-
Non riuscivo a decidere se volevo togliergli quel sorriso dalla faccia con un pugno o con un bacio.
-Quindi stiamo partendo insieme per una ricerca collettiva di fratelli perduti?-
-Più o meno, amore mio-
-Con una Volvo-
-Non lo sai che i caproni sono superati?-
Decisi per il bacio. In effetti, gli saltai addosso, ma questi sono dettagli.
-Amore, se vuoi veramente partire oggi, smetti di muovere le anche così, il mio autocontrollo fa schifo- rise contro le mie labbra lui, ma percepivo una nota intimidatoria nella sua voce roca. I sedili posteriori della volvo sembravano comodi… Iniziai a baciargli il collo, per tutta risposta lui mi stinse il sedere. Poi siccome mi è sempre piaciuto giocare col fuoco, lo mordicchiai. Pessima idea perché volevo davvero partire quel giorno. Mi ritrovai sbattuta sul cofano della volvo con Thor che cercava di strapparmi di dosso la maglietta. Ero piuttosto sicura che in Irlanda ci fosse ancora il reato di atti osceni in luogo pubblico, ed ero la dea ‘’vergine’’ per eccellenza…ero.
-No, no, no- si fermò all’improvviso Thor. Lui, Thor. Si fermò. Con la mia maglietta a brandelli stretta in pugno e il viso nascosto nei miei capelli.
-No?- chiesi leggermente allibita.
-Ho promesso a me stesso che la nostra prima volta insieme sarebbe stata speciale… e non vorrei rovinare la mia nuova macchina-
-Tieni più alla macchina? Ci siamo appena messi insieme e siamo già a questo punto?-
-Sarebbe un peccato romperla, e credimi finirei per romperla- poi aggiunse, con un sorriso, come dire, semplicemente peccaminoso –non ho né la forza né l’intenzione di trattenermi con te-
-Ok- risposi con gli occhi socchiusi e le ginocchia molli.
-Lo sto davvero facendo anche per Loki, sai- mi disse rimettendomi a terra –Oltre al fatto che sono completamente pazzo di te, intendo-
-Abbastanza pazzo da girare mezzo mondo pur di stare con me intendi?-
Mi accomodai sul sedile del passeggero, senza prendermi la briga di infilarmi un’altra maglietta. Voleva aspettare? Va bene. Gli avrei reso le cose facili? Assolutamente no. Lo guardai divertita mentre sbagliò tre volte di fila ad allacciarsi la cintura, il tutto cercando di evitare insistentemente di guardare nella mia direzione, o in quella delle mie tette. Il mio buon senso d’altro canto era annebbiato dall’improvvisa consapevolezza della perfezione del profilo del suo naso, così mi protesi in avanti e lo baciai di nuovo, allacciandogli finalmente la cintura e sussurrando: -Anche io sono completamente pazza di te-
 
Ed eccoli sfrecciare verso l’orizzonte, due ultra millenari innamorati a bordo di un fuori strada svedese. Ah, gli etero. Per loro è sempre tutto più facile. Non fraintendete, ero felicissimo per loro. Quando Thor mi aveva detto che Artemide lo aveva mollato per fare la martire volevo prenderla a schiaffi. Per fortuna lo avevo involontariamente aiutato a trovare il pretesto giusto per seguirla. Tra loro due non so davvero chi sia il più scemo a volte. Io in quel momento avrei dato qualsiasi cosa per stare con la persona che amavo…
Quando scomparvero dietro l’angolo voltai le spalle alla finestra e…
-Ciao nerd-
-CRISTO!-
-Un tipo simpatico, anche se non si è mai fatto vivo a quella sfida che gli lanciò Thor…-
-Che diavolo ci fai qui?!- urlai al gatto nero appollaiato sul tavolo della cucina.
-Ho realizzato di non averti ancora ringraziato per avermi aiutato a scappare- e con un balzo aggraziato scese dal tavolo trasformandosi nella sua versione umana.
-Di nuovo ciao, nerd- mi disse con uno strano sorriso smagliante.
-Loki, sei impazzito? Non puoi venire qui! Sarà uno dei primi posti in cui verranno a cercarti, dovresti nasconderti, che ne so, in Paraguay, o un altro di quei pianeti dell’albero del mondo e simili…-
-Senza contare che se mi trovano qui sapranno della tua complicità nell’evasione-
-Oh cazzo! Non ci avevo pensato! Merda!-
-Ti preoccupi più per me che per te stesso- commentò lui con tono disinvolto, come se mi stesse prendendo in giro, ma il modo in cui mi guardava…
-Sta tranquillo, so come nascondermi da Heimdall. Non mi troveranno a meno che non sia io a volerlo…E non permetterò che tu passi dei guai per causa mia-
-Oh- mi colse alla sprovvista. All’improvviso notai quanto si fosse avvicinato a me senza che me ne accorgessi. Lo guardai in viso sperando di capire cosa gli passasse nella testa, ma lui distolse lo sguardo.
-Non è una cosa che faccio spesso…ok, non lo faccio mai, ma questa volta…ecco, voglio…voglio essere sincero con te, Leo-
Il silenzio.
-Ok, è chiaro che non sei in te, ti senti la febbre? Agli dei può venire la febbre?-
-Sono serio nerd! Ho apprezzato davvero, davvero molto quello che hai fatto per me…-
Continuò ad avvicinarsi finché non mi ritrovai bloccato tra il muro della nostra nuova cucina e il suo corpo snello. Non mi ero mai accorto di quanto fosse alto, mi superava quasi di tutta la testa…
-Che cos’è che vuoi dirmi Loki?-
-Primo, grazie, secondo…- mi fissò a lungo, aprendo e chiudendo la bocca senza riuscire a emettere un suono. Non lo avevo mai visto restare senza parole. Poi all’improvviso una strana luce gli illuminò gli occhi.
-Oh, al diavolo- mormorò, e si lanciò su di me. Le sue mani imprigionarono il mio viso mentre le sue labbra si posavano quasi brutalmente sulle mie. Fui scosso da un tremito, e non solo perché quelle labbra erano gelide… Durò solo un paio di secondi, poi Loki si separò da me con il respiro un po’ smorzato. Non aggiunse altro, non diede voce ai sentimenti che cercava di esprimere con le sue azioni… Pensai divertito che Loki sembrava fisiologicamente impossibilitato a dire la verità. Non avrei dovuto indugiare in quel torpore in cui restammo languidamente, a pochi centimetri di distanza, respirando la stessa aria. Qualcosa in me, forse l’istinto sopito di sopravvivenza, stava cercando di mettermi in guardia, di ricordarmi quanto avessi sofferto…Ma commisi l’errore di guardarlo negli occhi. Con una mano afferrai il suo braccio, l’altra la immersi nei suoi capelli, e di nuovo annullai la distanza tra di noi. Un mugolio imbarazzante mi uscì dalla gola e lo sentì ghignare contro le mie labbra. Parve essere il solo incentivo di cui avesse bisogno; il momento dopo infatti mi ritrovai spinto insistentemente verso la mia camera. In cinque secondi ero steso sul letto con Loki a cavalcioni sopra di me intento a spogliarsi.
-Ok, quindi…ok, sta succedendo…-
-Te la senti nerd?- mi sorrise gettando via la tunica. La vista del suo petto nudo ridusse notevolmente le mia capacità mentali, togliendomi qualsiasi facoltà di locuzione. Riprendemmo a baciarci, e la sua foga quasi mi tolse il respiro. Lo allontanai un momento per riprendere fiato e di nuovo commisi l’errore di guardarlo negli occhi. Non so perché, mi tornò in mente un libro che avevo letto una volta, una frase in particolare…
-Se si trasforma il demone in eroe, il demone è soddisfatto?- ripetei ad alta voce, sorprendendo sia Loki che me stesso. Il suo viso si fece serio e inclinò la testa di lato, come a soppesarmi. Forse si stava chiedendo fino a che punto poteva permettersi di giocare con me prima che raggiungessi il punto di rottura. O forse gli piacevo davvero e stava pensando a come convincermi di quanto fosse cambiato.
-Ci sono cose dentro ognuno di noi che non possiamo mai permetterci di liberare-
Non chiarì i miei dubbi e non fece tacere il ronzio ammonitore nella mia testa, ma giustificai quella paura dicendomi che era dovuta al fatto che fosse la mia prima volta… che fosse l’atto in se e non la persona con cui lo stavo compiendo a turbarmi tanto. Pensai a quanto si sarebbe arrabbiata Artemide, o forse in questo momento lei stava facendo esattamente lo stesso con l’altro fratello…
 Loki si piegò su di me: -Smetti di pensare- sussurrò baciandomi, sta volta dolcemente, appassionato, come si fa prima di una pugnalata al petto…
La mia risoluzione, le mie paure, il mio stesso essere si annullò in quel bacio. Avrebbe potuto fare di me ciò che voleva, in quel momento non esistevo che in funzione sua…
Perdonami, Artemide riuscii solo a pensare. Non sono mai riuscito a resistere a questi suoi dannati occhi verdi…
 
Dovevo essermi appisolato, perché un attimo prima ero deliziosamente dolorante ed esausto e il momento dopo Loki era in piedi e si rivestiva silenziosamente.
-Te ne vai di già?-
-Sono un latitante, tesoro- disse piegandosi a darmi un bacetto sulla guancia.
-Non chiamarmi ‘’tesoro’’-
Ridacchiò della mia espressione irritata.
-Dove andrai?- chiesi, suonando un po’ troppo come una fidanzatina ansiosa.
-Forse in Paraguay, chi lo sa…ma verrò a trovarti spesso-
-Sarà meglio per te-
-Sei insaziabile, tesoro-
Divenni rosso come un peperone e mi sentì sul punto di morire d’imbarazzo. Loki rise di nuovo carezzandomi i capelli: -Vorrei restare e farti arrossire più spesso-
-Ma non puoi…-
-Il mondo è un palcoscenico e tutti noi abbiamo una parte da recitare. La mia è una parte triste-
-Sei sexy quando parafrasi Shakespeare-
-E tu sei deliziosamente brillante-
-Sai, se ti annoiassi- proposi io cercando di fare gli occhi dolci –potresti, in quel tuo modo eccezionalmente contorto e indiretto, dare una mano ad Artemide a trovare Apollo-
-Artemide che adesso per puro caso è insieme a mio fratello… I tuoi sforzi per la mia felicità sono commoventi nerd-
-Ecco continua a chiamarmi così. E’ molto più sincero. E comunque potresti anche passare a me le informazioni finché a tuo fratello non verrà più voglia di prenderti a calci non appena ti vede-
-Cosa che avverrebbe molto più in fretta se la tua amica seguisse il tuo esempio e si decidesse ad aprire le gambe-
-Mi hai dato della puttanella per caso?-
-Non ti farei mai un simile torto, nerd-
Ci coccolammo e prendemmo in giro per un altro po’, ma alla fine Loki si alzò mesto.
-Tornerò davvero-
-Disse il dio delle bugie- lo punzecchiai io. Lui mi fece un sorriso triste, si chinò un’ultima volta e mi baciò sussurrando: -Non con te, non più-
Mi concentrai sui suoi occhi verdi cercando di imprimerli nella mia mente, e non mi resi quasi conto che avevano già cominciato a sparire. In uno sprazzo di luce Loki se ne andò, lasciandomi a fissare il soffitto col cuore pesante. Non avevo la minima intenzione di alzarmi dal letto, mi chiedevo se ne avrei mai avuta, ora che ero da solo e senza nulla di particolare da fare. Non avevo mai capito quanto fosse scialba la mia vita senza quegli strani dei a complicarmela. Forse avrei potuto cominciare a comportarmi da persona normale…
Il mio cellulare vibrò dal comodino su cui l’avevo abbandonato. Erano circa cinque passi di distanza dal mio letto… ma se fosse stata Artemide? Se fosse stato Loki? Mi alzai, presi il cellulare e tornai a letto nell’arco di un peto secondo. Nuovo messaggio da numero sconosciuto. Feci scorrere un dito sul display e lessi:

Quando hai finito di farti sbattere dal tuo amichetto ci terrei a ricordarti che il tuo addestramento non è ancora finito. ALZA IL CULO E FAI 50 FLESSIONI. Ci vediamo domani mattina alle 6.00. Se non avrai fatto le flessioni, LO SAPRO’. Atena ti saluta.

Avevo detto persona normale? Beh vidi l’ultimo barlume di normalità volare fuori dalla finestra in quel momento. Non c’era bisogno di interrogarsi su chi fosse il mittente, ma mi salvai immediatamente il numero.
A: AllenatoreStronzo
Come fai a sapere di Loki?
 
Da: AllenatoreStronzo
Nello stesso modo in cui so che ti conviene cambiare il nome con cui mi hai salvato in rubrica
 
A: AresE’ilPiùFigo
Lo hai detto a qualcuno?
 
Da: AresE’ilPiùFigo
Affari di Asgard. No es problema mio. Fai le flessioni
 
A: AresE’ilPiùFigo
Gracias suppongos. Possiamo ridurre da 50 a 20?
 
Da: AresE’ilPiùFigo
No
 
A: AresE’ilPiùFigo
Ti voglio bene anche io <3
 
Da: AresE’ilPiùFigo
Domani ti farò rimpiangere tutte le strane posizioni che hai provato <3
 
Quanto odio Ares. È proprio uno stronzo. Ma in fondo, molto in fondo, ma proprio in fondo in fondo… un po’ mi piace, stronzaggine e tutto. Mi rotolai fuori dal letto, puntai i piedi e cominciai: -Uno…duuuue…due e mezzo..!-

 
   
 
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