Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Schifottola    02/02/2016    5 recensioni
Kurt, nato e cresciuto a New York, vive solo con la madre, Elisabeth Calhoun, ma dopo che lei muore scopre di essere figlio di Burt Hummel, un meccanico nella cittadina di Lima in Ohio. Costretto a seguire il padre si trova catapultato in una realtà provinciale e bigotta in cui la sua omosessualità non è ben vista e crea motivo di attrito e non accettazione nella sua nuova e detestata famiglia. Un giorno incontra Blaine, un ragazzo ingestibile, spesso protagonista di episodi spiacevoli. Kurt, scoprirà che a Lima, dove la gente non fa altro che parlare, colui che ha più da dire è proprio Blaine, muto selettivo che pur non usando la parola è capace di discorsi che sanno arrivare al cuore.
Tra situazioni tragicomiche Kurt e Blaine si conoscono, stringono amicizia, si innamorano e scoprono che il passato di Lima e di Elisabeth Calhoun e la Banda, i suoi amici di gioventù, è pieno di fatti mai sopiti che influenzeranno il loro presente portando delle conseguenze sull’intera cittadina.
Genere: Commedia, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Carole Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Sebastian/Thad
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Image and video hosting by TinyPic



Kurt prima di cominciare scuola, nella settimana che forzatamente aveva avuto da star a casa, si era creato una sua routine: la mattina si alzava alle quattro e cinquanta e scendeva a fare colazione, andava a correre per quaranta minuti, evitava la colazione di famiglia con la scusa della doccia e poi il per il resto della giornata faceva compagnia a Blaine o il ragazzo a lui, dato che entrambi erano soli durante il giorno;  alla sera, gli toccava inevitabilmente la cena con gli Hummel, Arthur e Molly compresi e, infine, andava in camera sua  e prima faceva una videochiamata con Sebastian, Thad e le loro famiglie al completo e poi una telefonata a Isabelle.
Sentire sua adorata zia parlare della sua giornata in redazione  a Vogue lo calmava e un po’ gli sembrava di sentire i racconti di sua madre.
Anna è sempre la solita, nessuno meglio di lei sa anticipare cosa succederà nel campo della moda l’anno prossimo.
Le modelle del servizio della linea Vogue? Uff! Semplicemente quelle scelte non andavano bene. Avevamo espressamente chiesto ragazze di etnia indiana e ci hanno portato ragazze di colore, bellissime, ma non è quello che avevamo chiesto!
Lo sai com’è con i nuovi stilisti emergenti, sempre la solita storia! Si credono i nuovi pionieri della moda. Sono tutti convinti di creare abiti mai fatti prima, mentre in realtà potrei citare capi identici ai loro in almeno dieci collezioni di diversi marchi e anni.
Si aggrappava alle parole di Isabelle, sapevano di casa e normalità e lo facevano sentire meno sperduto e fuori posto.
Kurt non era mai stato un bugiardo, ma da quando era arrivato a Lima non aveva fatto altro che raccontare bugie ai suoi cari di New York. Nelle lunghe telefonate raccontava che andava tutto bene e che si stava ambientando, nonostante avesse delle incomprensioni soprattutto con Burt, ma le minimizzava facendo l’entusiasta, quando il suo unico desiderio era tornare alla sua vecchia vita.
 Specchio di questo suo desiderio Kurt la notte sognava quello che la sua vita era stata e ogni volta che si svegliava sentiva profonda disperazione, soprattutto per la mancanza di sua madre.
La sua fortuna però era stata di aver trovato Blaine, che in quella prima settimana a Lima era stato inconsapevolmente la sua ancora di salvezza. Senza di lui sarebbe definitivamente crollato.
A Kurt piaceva molto Blaine, lo faceva ridere con i commenti che scriveva, rivelando una personalità a tratti egocentrica e vanesia, ma anche molto altruista e divertente. Avevano ‘parlato’ moltissimo in quella settimana e lui gli aveva raccontato della sua vita a New York e dei suoi due migliori amici Sebastian e Thad, Blaine invece gli aveva scritto della vita di Lima, contornata dai suoi abitanti impiccioni, suo fratello e della profonda amicizia che lo legava a Santana e Brittany.
Kurt era rimasto sorpreso nell’apprendere che  Blaine aveva due femmine come best friend, ma ben presto dai racconti del ragazzo capì anche che Cooper non era solo un fratello maggiore, ma anche un complice perfetto, un sostegno e un grande amico.  
Blaine gli aveva raccontato molto anche del tempo in cui le loro madri erano state amiche e gli aveva mostrato le foto della Banda e molti interrogativi si erano formati nella sua mente, soprattutto si chiese perché qualcuno avesse ucciso Melanie.
Ricordava bene le storie che gli avevano raccontato Molly Hummel e Olegh Clarington e questo lo confondeva ancora di più. A sentire loro, a Lima, Melanie Anderson era considerata una persona fantastica e che anzi il problema di quella piccola comunità erano solo i Lopez, visto che la Banda si era sciolta e i Calhoun erano spariti.
 In qualche pomeriggio di quella settimana, Finn era tornato da scuola accompagnato da Noah Puckerman, il suo migliore amico, che a Kurt non era piaciuto per nulla. Il ragazzo, dopo quell’incontro a casa Anderson, non era stato molto cordiale e così, per evitare altre discussioni o episodi spiacevoli, aveva preferito passare quasi tutto il suo tempo con Blaine e a volte Brittany e Santana quando passavano da casa Anderson.
Kurt, tutto sommato,  in quella nuova routine aveva imparando ad amare i nuovi piccoli momenti della sua giornata, soprattutto la colazione insieme al bulldog. Aveva scoperto per caso che Bob ogni giorno faceva entrare dalla porta della cucina un procione femmina.
In casa non aveva detto a nessuno della sua scoperta, perché, per quanto lui fosse schizzinoso e un po’ impaurito, il procione gli piaceva soprattutto per la sua curiosità e invadenza, che l’aveva portato a battezzare l’animale con il nome di Jessica Flecher, in onore all’alterego del suo idolo Angela Lesbury.
Kurt quando aveva visto Bob aprire la sua porticina per far entrare la sua amica, forzando con il muso il perno che la bloccava e che Finn chiudeva ogni sera, era stato molto sorpreso e ancora di più lo era stato quando Jessica gli era saltata in braccio e gli aveva rubato la forchetta e aveva cominciato a mangiare la macedonia con cui lui stava facendo colazione.
Questo  aveva fatto sospettare a Kurt che Jessica avesse vissuto con degli esseri umani, ma che ormai era un’abitante del boschetto vicino casa Hummel visto che era piena di pulci (e questo lo aveva portato a buttarla per terra e a lei a risaltargli in braccio).
Per questo si era ripromesso che quando Burt gli avesse dato la libertà necessaria per muoversi da solo o Blaine si fosse rimesso abbastanza per guidare, sarebbe andato in un negozio di animali a comprare tutto il necessario per toglierle le pulci, compreso un collare per tenergliele lontane, e magari, già che c’era, anche tutto il necessario per farle un bel bagno.
 
 
Arthur era sempre stato un nonno presente, amava esserlo e sapeva che a Finn piaceva averlo intorno.
Il vecchio Hummel amava profondamente suo nipote più grande sin dalla prima volta che lo aveva visto. Ricordava di non aver potuto non amare quel bambino di pochi mesi con gli occhi castani che fissava il mondo con curiosità.
Finn era il suo amato nipote, ma era incuriosito anche da Kurt, solo che non riusciva a conoscerlo.  Il ragazzo da quando era arrivato a Lima si era chiuso in se stesso pieno di rabbia, soprattutto verso Burt e Carole da quando aveva scoperto come era iniziata la loro relazione e conseguentemente finito il matrimonio dei suoi genitori.
Arthur doveva ammettere che in quella settimana aveva provato un po’ di pena per suo figlio e nuora. L’atmosfera in casa era stata tesa per colpa della rabbia di Kurt e  Bob che seguiva dovunque il nuovo membro della famiglia Hummel, con gran disappunto di Finn.
Il vecchio uomo provava anche un po’ di dispiacere vedendo suo nipote più grande a sua volta costantemente arrabbiato per via del cane, ma non sapeva come dirglielo, senza farlo infuriare ancora di più, che l’animale aveva scelto come figura di riferimento Kurt perché era stato l’unico che aveva interagito realmente con lui e non si era limitato, nonostante spesso lo spingesse via, a dargli due carezze e riempirgli le ciotole di cibo.
Arthur con Molly e Finn, poi, erano stati messi al corrente dei problemi di salute di Kurt e tutti loro all’inizio erano rimasti molto confusi riguardo cosa fosse l’Atresia esofagea, ma grazie alla spiegazione di Carole tutto era diventato molto più chiaro.
 
“Ehi Kurt, sei emozionato per il tuo primo giorno di scuola?” L’anziano staccò per un secondo gli occhi dalla strada e li puntò verso il nipote, che guardava con una punta disgusto o forse di noia il panorama semplice e lineare di Lima.
“Ero emozionato il primo giorno di settembre alla Fiorello, mi rifiuto di esserlo al McKinley.”
Arthur sentì tutta la frustrazione del nipote e cercò di essere gioviale per alzargli l’animo.
“Lo so che non è la stessa cosa dell’altra tua scuola, ma sono sicuro che ti piacerà. ”
“Almeno non sono a casa. A proposito, grazie per accompagnarmi.”
“Non devi ringraziarmi, mi piace e lo faccio volentieri e continuerò a farlo fintanto ti farà piacere. Oggi il giro lo facciamo lungo così ti faccio vedere un po’ di Lima, ma domani ti accorgerai che in macchina è giusto una decina di minuti di strada.”
Arthur si sentì soddisfatto quando con la coda dell’occhio si accorse del primo sorriso del ragazzo.
“Ovviamente Kurt se vuoi ti ci porto anche quando Finn non ha gli allenamenti.”
“Finn mi ha già detto che non può mai perché tutti i giorni prende Quinn... da quanto ho capito le squadre di cheerleading e football hanno allenamento gli stessi giorni e alle stesse ore e di conseguenza i giorni liberi... non che io ci tenessi ad andare con Finn, comunque...”
Arthur la sera prima era stato chiamato da Burt che gli aveva chiesto di accompagnare Kurt in quei primi giorni, visto i problemi di rapporto che stavano attraversando in famiglia.
“Sai, a nessuno piace fare il terzo incomodo.”
“Non è solo quello... è che non credo di piacere a Quinn.”
“È una cara ragazza.”
“Cattolica praticante è il sinonimo di Quinn Fabray.” Sbuffò Kurt, guardando  la nuova strada dove erano appena svoltati.
“Beh già.” Arthur sapeva come era religiosa la fidanzata del nipote e si immaginava che non avesse preso bene la questione dell’omosessualità di Kurt e questo onestamente non gli faceva molto piacere.
“Lo so che non sembra la più simpatica, ma ha la capacità di stimolare Finn ad impegnarsi a scuola e Burt e Molly la amano molto.”
“Certo, gli sembra di avere la nuora perfetta... anch’io la troverò un giorno...  solo con un cucù in mezzo alle gambe.”
Arthur scoppiò a ridere in maniera fragorosa, tanto che non riusciva più a guidare e dovette accostare la macchina al lato.
“Con un cucù. Kurt sei tremendo.”
Nonno e nipote per la prima volta si trovarono entrambi a ridere e l’anziano fu felice di vedere quella nuova espressione sulla faccia del ragazzo.
Arthur dopo poco si ricompose e si immise di nuovo in strada.
“Posso dirtelo un segreto Kurt? Una cosa che rimanga tra noi.”
 
“Certo.” Kurt aveva deciso quella mattina che di certo la persona che preferiva della famiglia Hummel era l’anziano zoppo che lo stava portando a scuola, suo nonno. Gli faceva ancora strano pensare a lui in quei termini.
“A me Quinn piace come ragazza, è innegabile che è carina... però mi sarebbe piaciuto che Finn si fosse messo con qualcuno più energico come Santana Lopez, anche se a Molly non è mai piaciuta. ”
“Davvero?”
“Sì. Vedi... Finn da piccolo aveva un carattere molto debole e Burt e Carole, consci di questo, hanno sempre deciso di tenerlo lontano da bambini troppo irruenti, ma secondo me hanno sbagliato. Dovevano fargli fare le ossa. Infatti non è un caso che ora che è al liceo Finn non vinca mai una battaglia contro persone capaci di argomentare e rispondere a tono.”
Kurt ragionò sulle parole dell’anziano e decise che quella doveva essere una buona spiegazione dell’origine del carattere fastidioso e petulante di Finn. Presto però gli tornarono in mente i racconti di Olegh Clarinton, così chiese:
“Non è che Burt ha tenuto lontano Finn da Santana per quello che era successo tra Luis Lopez e mia madre?”
Arthur sospirò e scosse la testa, ma prima di rispondere passò con attenzione l’incrocio che aveva davanti, attento a non tagliare la strada a nessuna macchina.
“Tuo padre in realtà non è mai andato molto d’accordo con Luis e non è certo una questione di essere l’ex di tua madre o di Carole.”
“Di Carole?”
“Sono usciti solo qualche mese insieme quando avevano quindici o sedici anni.”
Nella macchina per un po’ cadde un silenzio meditabondo e poi l’anziano riprese a parlare.
“Posso essere del tutto sincero con te, Kurt? Senza che ti arrabbi o ci rimani male?”
“Non posso prometterlo del tutto.” Ammise il ragazzo sinceramente, intuendo vagamente la direzione di tutto il discorso.
“Tuo padre mi ha detto che qualche giorno fa avete discusso su come lui e Carole si sono messi insieme. Sappi che quando successe io mi arrabbiai molto con lui. Non perché si era innamorato di Carole, ma per come aveva trattato tua madre. Gli dissi che, prima di intraprendere qualsiasi cosa, avrebbe dovuto essere onesto. ”
“Lui non lo ha fatto.” Rispose con un po’ di astio Kurt, ma riuscì a celare la sua reale rabbia.
“Non mi stupii quando tua madre se ne andò e fece dirigere il divorzio solo tramite avvocati, senza nemmeno voler più vedere mio figlio. All’epoca pensai che fosse giusto e non la incolpai mai e dentro di me le augurai il meglio, però cambia molte cose ora so che ci sei tu nel quadro degli eventi.”
“Non voglio sentire cose negative sulla mia mamma.” Disse subito sulla difensiva Kurt e Arthur si rese conto una volta di più di come fosse ancora un po’ bambino quel ragazzo.
“Non voglio dire cose cattive, calmati.- lo rassicurò con il suo tono dolce.- voglio solo essere onesto con te e farti conoscere un po’ dei miei pensieri per darti un altro punto di vista in questa faccenda.”
“Okay.”
Arthur aspettò qualche secondo che Kurt fosse davvero calmo e che il semaforo in cui si erano fermati diventasse verde.
“Non so se Burt te lo ha detto, ma soffre di Oligozoospermia Severa, cioè bassa concentrazione di spermatozoi. Lui è praticamente sterile. Nemmeno un’operazione ha potuto aiutarlo.”
“Non me lo ha detto- Il ragazzo guardò stordito l’anziano- ma lui la sapeva questa cosa quando stava con mia madre?”
“No l’ha scoperto dopo... quando ha provato a dare un fratellino a Finn.”
“Ah.”
“Guarda che provò anche con tua madre a fare un figlio e già allora dopo mesi si stranì di non esserci riuscito, ma poi arrivò Carole e tutto passò in secondo piano fino a quando Finn ebbe cinque anni.”
“Cioè quando voleva allargare la famiglia.”
“Esatto. Per lui scoprire di non essere in grado di poter avere figli fu un brutto colpo. Averne uno suo era uno dei suoi più grandi desideri... in realtà lo fu anche per Carole che voleva dare a Finn un collegamento reale e tangibile con Burt.”
Kurt dovette ammettere che conoscendo quelle cose un po’ si sentiva dispiaciuto per Burt, ma questo non cancellava tutta la situazione.
“Quindi, quando qualche settimana fa abbiamo scoperto la tua esistenza, mi sono arrabbiato con tua madre... ma ho anche capito che quando i tuoi genitori si sono mollati hanno gestito la faccenda con  troppa facilità  e troppa rabbia. Però conoscendoti credo di aver intuito molte cose nuove su tua madre...”
“Che cosa?” chiese Kurt un po’ timoroso.
“Che non ti ha tenuto lontano da Lima e da Burt solo per rabbia... forse all’inizio ma poi no... anche se non la giustifica del tutto. - l’anziano di voltò verso Kurt e con tono dolce aggiunse- Però ragazzo, questo non deve interessare a te. Le discussioni che noi adulti abbiamo con tua madre, soprattutto Burt, sono solo nostre e dobbiamo noi trovare la pace con lei e ti assicuro che succederà. ”
“E se non  dovesse succedere?”
“Succederà. Qui non ci sono i cattivi dei film che sono senz’anima, ma solo persone piene difetti, stupidi rancori e segreti che ormai devono essere affrontati per andare aventi in questo presente. E quando succederà conoscerai la tua mamma dagli occhi del mio goffo figlio e tuo irruento padre.”
Kurt era molto colpito dal modo dolce e tenue di spiegare di Arthur e dovette ammettere che era riuscito ad esprimere i suoi sentimenti negativi senza offenderlo o denigrare la sua mamma, cosa che invece suo padre fino a quel momento non era riuscito.
Si accorse di sentirsi confortevole a parlare con lui, anche se lo conosceva davvero poco.
“Non credo che mi piacerà sentire Burt raccontarmi della mamma...”
L’uomo sorrise .
“Hai ragione, potrebbe non piacerti, ma sono sicuro che quando succederà tu e quel testone troverete un po’ di pace entrambi.”
Arthur parcheggiò la macchina davanti al McKinley e mise una mano sul braccio del nipote per attirare la sua attenzione, che ebbe subito.
“Comunque Kurt  volevo dirti che aver saputo che sei gay non ha spento il mio entusiasmo e la voglia di conoscerti ed entrar a far parte della tua vita. Sappi che quando porterai a casa la futura nuora con un bel cucù in mezzo alle gambe io sarò molto felice.”
“Ma Arthur!”
 
 
 
Fate largo popolo, il Re è tornato!
Blaine camminò fieramente tra i corridoi del McKinley con il collare, il giubbotto letterman e gli occhiali da sole; sorridendo come un divo  alle persone che lo guardavano, soprattutto alle ragazze che sospettava che avessero una cotta per lui.
 
“Sei un tale esibizionista!” sbuffò Santana infastidita dietro di lui, accanto a Brittany.
‘Non sono un esibizionista! Non vi ho voluto vicino perché se no mi avreste rovinato il mio ritorno in questo luogo triste e desolato.’
“Sannie è la sua entrata trionfale, se la merita tutta.”
‘Britt dopo quello che hai detto, col potere che mi sono auto conferito, ti eleggo regina delle mie groupie.’
“Non lo difendere o il suo ego un giorno di questi esploderà.”
‘Ehi, il mio non è ego, ma enorme autostima.’
“Non è vero- commentò Brittany divertita- se lui ha un grande ego, quello di Rachel cos’è?”
“Su questo hai un punto.”
‘Infatti Santana, quello della Berry si chiama egocentrismo con deliri di onnipotenza.’
I tre ragazzi erano quasi arrivati agli armadietti quando sentirono...
“BLAINEEEE.” Tina urlare a squarciagola.
‘Eh no!’ Blaine istintivamente si mise a correre verso i gabinetti, per chiudersi a chiave in un cubicolo.
“Non correre che ti fai male!”gridò esasperata Santana.
‘Col cazzo che mi faccio prendere da quella pazza!... AHIA’
 
 
Kurt si prese un  momento per studiare l’edificio scolastico, gli sembrava la classica scuola da telefilm con i suoi mattoni rossi e gli infissi gialli.
Pensò che fosse inutile indugiare oltre e con malavoglia si avviò all’entrata.
Notò vagamente che c’era qualche studente che lo fissava, ma non ci diede troppo peso e salì le scalette in mezzo alla calca di studenti. Appena entrato diede uno sguardo al corridoio, trovandolo anonimo come se lo era aspettato.
Sospirò e cominciò a camminare cercando di capire dove fosse la segreteria per avere l’orario delle lezioni, tutte obbligatorie come era di prassi nel primo anno scolastico.
Un fastidio ormai famigliare si impossessò di lui, pensando che alla vecchia scuola si sarebbe diretto, come ogni lunedì mattina, alla lezione di Dizione del suo curriculum, Dramma.
 
“Ehi Kurt Hummel!”
Al suono del suo nome Kurt si  voltò e vide Puckerman con altri tre ragazzi con la giacca della scuola, tutti piazzati e con in mano con un bicchiere da bibita.
Un orribile sensazione si fece largo in lui, soprattutto notando gli sguardi di tutti gli altri studenti.
“Che c’è?”
“Calmo straniero- disse uno dei ragazzi, l’unico di colore – vogliamo solo darti il benvenuto al McKinley.”
“Molto gentili, ma io sono un tipo solitario e faccio da solo. Grazie.”
Kurt cercò di superare il gruppo ma, Noah lo afferrò per un braccio e con malagrazia lo mando a sbattere contro un armadietto, facendogli sbattere la faccia.
 
 
“Blaine esci, Tina è andata. L’ha portata via Sam.” Santana batté il pugno contro la porta del gabinetto.
Ecco! Nemmeno la visione mattutina del culo di mr Evans ho potuto giovare... tutto per colpa di quella banshee.
“Brittany che stai facendo!?”
“Sto scattando una foto a quel murales, è così bello!”
Non ci sono murales...
“Ma lo devi fare ora?” chiese Santana cercando di forzare la porta dove era chiuso Blaine, che non voleva uscire.
“Certo che sì! San quando ci ricapita di entrare nel bagno dei maschi.”
Aspetta... questo è il mio regno e di tutti i maschietti! Anche se siete mie amiche qui dentro siete solo invasori in gonnella! Questa è guerra.
“Oh io ci sono venuta un sacco di volte a fare sesso con Puck, proprio nel bagno in cui è chiuso il cretino.”
Blaine si guardò intorno tra lo schifato e lo sconsolato e infine sbuffò.
Ecco ora mi tocca pisciare su tutte le pareti per disinfettare questo schifo...
“Cretino guarda che stai per arrivare in ritardo a lezione.”
“San non riesco a prendere tutto il murales.” Si lagnò Brittany e Santana si voltò esasperata a fissare il “disegno” in questione.
Nel bagno cadde un lungo silenzio.
Blaine incuriosito aprì la porta e si mise a fianco a Santana  e ridacchiò.
“Tesoro- disse dolce la latina- quello non è un murales, ma un avvertimento tra i ragazzi.”
“Perché dovrebbe esserlo?”
“Perché Britt la  frase “nessuno faccia il filo a Suzy Pepper o verrà perseguitato” è come dire: Ehi guarda lì c’è una buca in mezzo alla strada se non la eviti ti puoi fare molto male. Hai capito ora?”
‘Suzy Pepper... quanti bei ricordi...per fortuna era ubriaca e anche io...però i suoi baci me li ricordo benissimo, indimenticabile il suo apparecchio ... aspetta... chi è lo sfigato che ha invitato Pepper a quella festa?’
Ma San, Suzy è una ragazza dolcissima, l’ho anche invitata ad una festa una volta.
‘Allora è colpa tua se ho baciato il suo apparecchio.’
“Allora sei stata tu!-esclamò Santana incredula verso la bionda- lo sai che Blaine gli ha fatto la visita approfondita della cavità orale?”
“Non sapevo volessi diventare dentista.”
Neanche io…
Blaine e Brittany si misero a ridacchiare in maniera complice e la latina alzò gli occhi al cielo infastidita.
“Sentite io vado a lezione. Vi aspetto ad economia domestica.”
Fanculo Figgins che mi ha punito con quella materia... imparerai la calma, diceva lui... ho solo imparato che Britt in cucina è un pericolo... rischio più io la vita dei poliziotti di Lima.
“Ora andiamo San, però prima fotografo il murales... Blaine mettiti vicino al nome di Suzy e fai un cuore.”
Santana osservò qualche secondo i due amici e poi se ne uscì.
 
 
“Non sei contento di tutti questi bei ragazzi che ti sono attorno?”
Kurt si teneva la faccia dove aveva preso la botta, mentre guardava rabbioso i ragazzi che lo avevano accerchiato e che ridevano.
“Cos’è? Non sai parlare?”
“Io so parlare.”
Il gruppo scoppiò a ridere e uno disse:
“Ehi ragazzi avete sentito che ha anche la voce da frocio?”
“Lo deve prendere nel culo parecchio per parlare così.” Esclamò un altro.
Di nuovo risate, sempre più sguaiate.
Kurt sentì il petto bruciare di rabbia sempre più forte. Non poteva credere di essere bersaglio di un atto così crudele.
Sua madre se l’avesse saputo si sarebbe arrabbiata e...
Il ragazzo si diede dello stupido a fare un pensiero del genere, sua madre, in quella battaglia e quelle future, non sarebbe più stata al suo fianco.
Era solo.
In tutti quei giorni gli era mancata da impazzire, ma il rendersi conto che non c’era più la sua presenza confortante alle sue spalle in una situazione come quella era spaventoso, anche se lei gli aveva insegnato a essere forte davanti ad ogni ostacolo.
 “Non ci trovo niente da ridere.”
“Ohhhh il piccoletto si sta arrabbiando.” Rise Puckerman e il ragazzo di colore aggiunse:
“Si vede che il pivello è nuovo e non sa come vanno le cose qui dentro.”
Kurt si disse che non doveva essere debole, sua madre per lui non lo era mai stata, così si erse in tutta la sua piccola altezza e incrociò le braccia al petto.
“Le cose qui dentro dovrebbero andare come dappertutto e non ci dovrebbero essere queste scene patetiche e puzzolenti.”
“Puzzolenti?-domandò uno dei ragazzi, uno dei più grossi di stazza.- tu senti puzza Jason?”
“Sì Dave, c’è puzza di finocchio.”
“Io veramente parlavo di sudore-disse Kurt- non è certo una bella giacca della scuola che serve a nascondere il non saper fare una doccia.”
Nel corridoio per qualche secondo scese un silenzio incredulo sia tra i ragazzi che accerchiavano Kurt e sia tra quelli che guardavano la scena.
Il primo a riprendersi fu Azimio che scoppiò a ridere e che alzò il bicchiere che teneva in mano.
“Così sgarbato e pensare che noi volevamo solo darti il benvenuto.”
“Il migliore mai ricevuto, grazie. Ora se vi fate da parte io... ”
Kurt non riuscì a finire la frase che sentì una sensazione gelata e umida.
“Ma siete impazziti!?” gridò a tutto volume dopo qualche secondo, quando capì che gli avevano rovesciato a dosso della granita.
“Benvenuto frocio Hummel!” gridò uno dei ragazzi e tutti scoppiarono a ridere.
“Io vado dal preside e mi pagate la pulizia dei miei vestiti!”
I ragazzi risero ancora di più.
“Hai sentito Azimio? La pulce vuole andare dal preside e farci pagare la lavanderia.”
Azimio rise con forza e diede una spinta a Kurt facendolo di nuovo a sbattere contro gli armadietti.
“Che paura che mi fai, signorinella.”
“Vedremo se sarete così sbruffoni, dopo che sarò stato dal preside, vi denuncerò alla polizia per atti di bullismo e omofobia! E se questo non vi placherà vi denuncerò alle associazioni L.G.B.T. e farò uscire un caso a livello Nazionale! E poi vedremo chi riderà quando vorrete iscrivervi all’università!”urlò Kurt, ormai più rosso della granita alla fragola che gli colava dai vestiti.
Il corridoio per qualche secondo divenne silenzioso e per la prima volta Kurt vide sul volto dei ragazzi che lo stavano maltrattando una scintilla di paura.
 
 
Santana uscì dal bagno e cominciò a camminare pigramente verso la classe, ma si bloccò quando sentì delle urla concitate e rabbiose. Pensò che fosse Zizes che se la fosse presa da capo con Puck per qualcosa, ormai era la regola.
“Che palle ora mi tocca fare il giro. Oggi non ho voglia di rischiare la vita e poi se finisco in un'altra rissa con lei, Figgins ha detto che chiama i miei...”
Fece un altro paio di passi, ma sentì urlare una voce che decisamente non era quella di Puck o di Lauren.
 
“...E se questo non vi placherà vi denuncerò alle associazioni L.G.B.T. e farò uscire un caso a livello nazionale e poi vedremo chi riderà quando vorrete iscrivervi all’università!”
 
La latina riconobbe la voce di Kurt, che con quel timbro così esile era impossibile non riconoscerlo.
“Mi faccio gli affari miei...”
 
Non andrai alla polizia, razza di checca!”Santana sentì la voce di Puck e poi quella di Dave e Azimio in contemporanea urlare:
Non osare minacciarci, frocio!
 
A quegli epiteti la latina sentì qualcosa contorcersi nelle sue viscere, ma soprattutto una forte rabbia verso la stupidità di Puck e Finn, che grazie alla sua bocca aveva scatenato quegli eventi.
“Giuro che appena ti trovo finnocenza ti stacco le palle e le corde vocali. ”
Santana si voltò e prese a correre in direzione delle voci ignorando la sua vocina interiore che le urlava di farsi gli affari propri.
 
 
 
“Ritira quello che hai detto o sarà peggio.” Dave sbatté di nuovo Kurt all’armadietto, che aveva il volto coperto dal sangue che gli era uscito copiosamente dal naso.
“No!”
“Sbattilo con più forza Karofsky.”urlò Jason.
Dave lo fece e Kurt sentì un dolore atroce al naso.
“Allora?”
“Ho detto no! Siete voi che dovete finirla!”Kurt ormai sentiva la testa dolergli per colpa di tutte le botte che stava ricevendo, ma non voleva mollare. Provò a divincolarsi per l’ennesima volta senza risultati.
 
 
“Blaine ora metti una mano tra i capelli, mentre con l’altra tocca il murales e mi raccomando... aria ispirata.”
Come faccio a sembrare ispirato con il collare!?
Il ragazzo si indicò il collo e Brittany scrollò le spalle.
“Fai il broncio, almeno.”
 
Non andrai alla polizia, razza di checca!
Non osare minacciarci, frocio!
“Siete voi i primi che avete minacciato!”
 
“Blaine credo che qualcuno stia per iniziare una rissa. ” constatò Brittany con tranquillità.
Senza di me!? Mi assento una settimana da scuola e guarda cosa succede.
Il kicker senza aspettare si mise a correre, ma dopo due passi sentì come una scossa alla schiena che lo bloccò, così riprese a passo svelto, seguito da Brittany che divertita cominciò a riprenderlo.
“Sembri un miniponi con un’ala rotta.”
Io sono più cazzuto dei miniponi.
 
 
“Dave dagli un pugno e poi lo gettiamolo nel cassonetto.” Ordinò Azimio.
Karofsky alzò il pugno e Kurt lo fissò negli occhi gelidi, voleva essere in qualche modo forte, ma in realtà aveva solo paura.
Appena vide il pugno partire chiuse gli occhi pronto all’impatto, ma non arrivò mai e invece sentì un verso di puro dolore, la presa ai suoi vestiti allentarsi e una voce rabbiosa urlare:
“Ma siete impazziti, razza di caproni!?”
Kurt appena aprì gli occhi vide  Karofsky chinato su se stesso, che si teneva le mani sulle parti intime, e Santana sferrare al ragazzo un calcio nelle costole che lo fece cadere del tutto.
“Santana, tesoro.” Provò Puck, che come tutti presenti era attonito, ma la ragazza si voltò come un diavolo e prese ad urlare.
“Stai zitto Noah! Cosa cazzo stai facendo con questi trogloditi? Davvero sei così cavernicolo da attaccare mister arcobaleni?”
Kurt, mentre cercava di arginare il sangue che usciva dal naso e dai tagli sulla faccia, pensò che era stato chiamato in molti modi, ma mai mister arcobaleni e lo avrebbe quasi trovato divertente se non fosse stato per la situazione..
“Ehi piccola, ma lo sai qual è la mia posizione...”
“Ah la posizione... mi pare sensato picchiare a sangue una persona appena arrivata. Sai che ti dico idiota? Io ti mollo e ti lascio tutto a quel facocero di Zizes.”
“Santana me la paghi questa.” Disse Dave, mentre Jason si era chinato ad aiutarlo.
“Per così poco mi molli?” chiese Noah incredulo.
“Così poco!?-chiesero in coro asincrono Santana e Kurt  e poi la ragazza aggiunse - Ti mollo perché ti comporti da pecorone e parli con questi idioti.”
“Loro sono i miei compagni di squadra.”
“Puck, loro sono gli idioti che hanno bullizzato Chandler e che gli hanno rotto il braccio solo perché era gay!”
Kurt a quelle parole guardò i giocatori  davanti a lui che quasi sorrisero orgogliosi, tranne Puck che ancora scuoteva la testa fissando la latina.
 “Ehi Lopez – disse Azimio con un sorriso divertito.- noi non siamo stati e poi non ci sono prove per quello che dici. Nessuno ha mai potuto dimostrarlo.”
“Chandler vi ha incolpato.”
“Quello era un dannato bugiardo.” Urlò Karofsky furioso, ancora a terra dolorante.
“Certo e io anche mi sto inventando quello che sta succedendo ora! Ahi- sbuffò Kurt mentre si toccava il naso- infatti mi sono picchiato e sporcato di granita da solo.”
“Zitto!” Azimio  avanzò minaccioso verso il ragazzo gay e Santana si mise di mezzo.
Nel corridoio le persone che assistevano alla scena trattennero il respiro, quella era la lotta dell’anno che Jacob Ben Israel si stava perdendo. Santana Lopez, Dave Karofsky, Noah Puckerman e Azimio Adams erano tra le persone più in alto nella scala sociale della scuola e tutti notoriamente degli attaccabrighe della peggiore specie.
“Chandler bugiardo?- La latina sorrise con sarcasmo ignorando il commento di Kurt  - guarda caso arriva un  nuovo ragazzo gay e nemmeno mette piede a scuola e voi subito gli rovesciate granita e lo maltrattate... ”
“Lopez lo sai che qui è questione di scelte.-Disse Azimio avvicinandosi con fare minaccioso verso di lei cercando di farla arretrare, ma lei non si mosse- Non credo che giovi alla tua posizione difendere questo frocio.”
“Io sono il vice capitano delle cheerleader. –rispose velenosa-  Sapete come la Sylvester si arrabbia se qualcuno tocca o provoca danni alla sua squadra. La mia posizione è a posto è la vostra che non lo sarà quando la coach saprà che mi avete toccato... sai Azimio?”
“Noi non lo abbiamo fatto.”
Santana sorrise e si voltò verso Kurt, gli prese un cumulo di granita dai capelli, attenta a  non sporcarsi col sangue del ragazzo, se la spalmò addosso e poi si voltò verso il gruppo con un sorrisetto trionfante.
“E questa come la spiegherete alla Sylvester? Allora Adams?”
“Lo diremo che sei stata tu.” Disse Jason e la latina rise fintamente divertita e ripeté le parole che Azimio aveva usato per la situazione di Chandler:
“Io? Io non sono stata e poi non ci sono prove per quello che dite.”
Kurt fissò incredulo Santana e improvvisamente ebbe quasi la sensazione di rivivere la storia che gli era stata raccontata su sua madre e il dottor Lopez, solo con i cognomi invertiti.
“Brutta stron-”Azimio non riuscì a finire la frase che gli arrivò in testa uno zaino e una voce disse:
“Lascia stare la mia amica.”
“Brittany stanne fuori.” urlò la latina e  Kurt aggiunse furioso:
“Io comunque vi denuncio tutti!”
“Non sono un’esperta di risse- disse Brittany con estrema calma- ma sai Kurt non credo che sia la cosa migliore da dire ora. E poi nei film il personaggio che dice frasi come questa finisce sempre male. ”
 “Oh Dio... oltre Pierce sta arrivando  anche Anderson...” mormorò qualcuno degli “spettatori” vedendo il ragazzo camminare svelto con i pugni alzati.
E quindi?...oh! Dave è mezzo a terra...
Blaine ignorando i battibecchi accelerò il passo, spostò con malagrazia alcune persone,  prese Dave Karofsky per la collottola che lo fissò sorpreso e...
Di’ ciao al tuo Re, sfigato.’ Gli diede con tutta la forza una testata e poi divenne tutto nero e l’ultima cosa che sentì furono le voci di Santana e Kurt gridare in coro:
“Blaineeee!”
Ho vinto! Adrianooooooooo!

Fine prima parte...

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Schifottola