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Autore: Robigna88    03/02/2016    2 recensioni
SEQUEL DI THE FAMILY BUSINESS
Elijah ed Allison stanno insieme da poco quando John Constantine, che di solito preferisce lavorare da solo, chiede aiuto alla cacciatrice. Lei è l'unica di cui, a parte Chas e Zed, si fida a sufficienza. E' una persona che come lui conosce le atrocità di quella vita e che nonostante tutto combatte ancora. Una persona che ha molti amici e molti nemici, che ha stabilito alleanze e ha una grande abilità nel cacciare. I loro cammini si sono incrociati diverse volte per piccoli casi risolti velocemente. Stavolta però si tratterà di lavorare fianco a fianco per lungo tempo, dare vita a nuove collaborazioni e combattere nuovi e oscuri nemici. Questa collaborazione quanto minerà gli equilibri della appena nata relazione tra l'Originale elegante e la bella cacciatrice?
IL CROSSOVER COMPRENDE, OLTRE A CONSTANTINE, ANCHE SPN E TVD.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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NDA: A chi mancavano gli outfit di Allison? Sotto ne trovate uno... quello da agente dell'FBI.
PS sì, se quello che succede ad Allison vi ricorda un po' quello che successe ad Elijah nella prima stagione avete ragione. Si tratta di un omaggio a quella che io considero una genialata ahahaha
Buona lettura :D


b

24.

 

 

 

 

 

COLORADO SPRINGS, COLORADO

 

 

Allison parcheggiò l’auto all’interno del campus e lo fece pensando che era da tanto che non usava il suo falso distintivo… o meglio uno dei tanti.

Quello che aveva usato quel giorno diceva che il suo nome era Leah Morrison, agente speciale dell’FBI. Sam invece era da un po’ l’agente Smith, ogni volta che serviva.

Fece un grosso respiro e spense la radio guardandosi intorno mentre Sam leggeva da un piccolo file che la polizia locale aveva loro fornito. Il college aveva un’aria solenne, come ogni college dovrebbe avere; novanta acri di terreno che ad Allison fecero tornare in mente i suoi pochi giorni al college in California.

Giorni che aveva accettato di trascorrere all’interno di quel campus solo per far felice Victor che desiderava per lei una vita normale quanto più possibile.

“Qui c’è scritto che il compagno di stanza della vittima si chiama Charles Davis” le disse Sam richiudendo il file e guardandola. “Credo che sia il caso di partire da lui.”

La cacciatrice annuì tirando via le chiavi e sospirò. “È la quarta vittima in due settimane Sam. Da qualunque parte decideremo di iniziare, sarà meglio fare in fretta; preferirei che il numero di morti non continuasse a crescere.”

“Già” il minore dei Winchester aprì lo sportello dell’auto. “Andiamo?”

Lei lo seguì fuori dall’abitacolo, prendendo il fascicolo che le porgeva mentre si accertava che tutto fosse al proprio posto; finto distintivo e soprattutto la pistola.

Non sapevano ancora con cosa avevano a che fare e tutto quello che la polizia era riuscita a dire loro era che i ragazzi morti erano tutti di buona famiglia e di bell’aspetto. Tutti e quattro avevano infatti grandi occhi azzurri e capelli castani; questo era bastato a far classificare, chiunque fosse l’assassino, come serial killer e per quanto avesse un senso sia Sam che Allison dubitavano che si trattasse di quello.

C’era qualcosa di misterioso in tutta quella storia ma la polizia non sapeva dove guardare, loro sì.

In auto si erano accordati su come procedere con la ricerca delle prove; uno di loro avrebbe fatto le domande mentre l’altro si sarebbe messo a cercare tracce di soprannaturale con il rilevatore e poi a ruoli invertiti avrebbero cercato sacchetti per le maledizioni.

Se non avessero trovato niente sarebbero passati al piano B anche se ancora non sapevano quale fosse.

“Stanza numero quattordici” Allison aprì il file e scorse con gli occhi le porte davanti alle quali passavano. “Lì dovremmo trovare il caro Charles.”

“Credo che la stanza quattordici si trovi sul corridoio ovest” rifletté il suo amico.

“E cioè dall’altra parte, come sempre” la donna abbozzò un sorriso. “Hai notizie di Dean e John? Chiamami pazza ma pensare a quei due che lavorano ad un caso insieme mi mette addosso un po’ di inquietudine. Potrebbero finire con lo spararsi a vicenda.”

Sam rise. “Credo che se la caveranno. Ho parlato con Dean mentre tu prendevi il caffè alla stazione di servizio… ha detto che hanno trovato i vampiri, che c’era più di quanto credessero ma che è tutto sotto controllo.”

“Magari se finiamo prima di loro potremo raggiungerli e aiutarli.”

“Nah” cercò di tagliar corto Sam. “Se la caveranno, oltretutto ho come la sensazione che anche qui ci sia più di quel che sembra. Io dico di risolvere questo caso e poi goderci qualche momento di libertà.”

“Film a noleggio, pizza e birra?”

“Esattamente quello che stavo pensando” il cacciatore si fermò e indicò una porta con un dito. “Quattordici, ci siamo” disse mentre bussava.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Sam dice che Allison ha chiesto come ce la stiamo cavando, ma è riuscito a cambiare argomento prima che potesse chiedere di più” Dean posò il suo cellulare poi sospirò raggiungendo gli altri. “Odio mentirle e odio soprattutto il fatto che alla fine mi scopra sempre.”

John accennò un sorriso, tirò un’altra boccata dalla sigaretta e sospirò versandosi dello scotch. “Quindi c’è una profezia” mormorò voltandosi per essere di nuovo faccia a faccia con i suoi interlocutori.

“Sì” rispose Freya, fissando lo sguardo su suo fratello Elijah.

Vederlo così fragile, così teso, così triste… le spezzò il cuore e le fece provare tanta rabbia nei confronti di Klaus.

“E questa profezia” prese la parola Dean. “Quanto è grave Elijah?”

“Parecchio, temo” l’Originale si mise in piedi e guardò fuori dalla finestra. “Secondo la profezia io, Klaus e Rebekah verremo uccisi uno da un amico, uno da qualcuno della famiglia e uno da un nemico. Non sapevamo chi fossero queste tre minacce, ma poi… poi io l’ho scoperto.”

“E Allison è una delle minacce?”

“Allison è l’unica minaccia; amica, nemica… parte della famiglia.”

Il maggiore dei Winchester sgranò gli occhi, poi scosse il capo abbozzando un sorriso mentre si metteva a sedere. “È ridicolo, Allison non è vostra nemica. Chiunque ti abbia detto che si tratta di lei deve aver sbagliato.”

“Allison” disse John riempiendosi di nuovo il bicchiere. “è una cacciatrice del soprannaturale. Non farebbe mai loro del male ma è, effettivamente, una nemica per definizione.”

Calò il silenzio per qualche secondo, poi Dean parlò di nuovo. “Tutto questo è assurdo” riflettè ad alta voce. “Pur essendo una cacciatrice non farebbe mai nulla che possa farvi male e non posso credere che tu l’abbia mandata via per questo, è…”

“Io l’ho pregata di restare!” esclamò Elijah interrompendolo. Quando si voltò nei suoi occhi calmi c’era un fuoco di rabbia che bruciava. “L’ho pregata, ma ha detto che non era il caso di correre nessun rischio e se ne è andata.”

“Beh forse avresti dovuto sforzarti un po’ di più per fermarla,” replicò Dean rimettendosi in piedi. “Forse se avessi insistito avrebbe cambiato idea e sarebbe rimasta. Guardati…” gli disse. “Hai un aspetto di merda e lei sta messa peggio di te e per cosa? Per una stupida profezia? Noi siamo il Team Free Will, fanculo le profezie e i piani che il destino ha per noi. Noi il nostro futuro ce lo costruiamo.”

Seguì un altro minuto di silenzio. Un silenzio fatto di sguardi feroci tra Dean ed Elijah, poi l’Originale si voltò verso sua sorella, come se cercasse in quello sguardo familiare una consolazione, un consiglio.

Lei sorrise, si alzò e lo raggiunse mettendosi accanto a lui.

“Io la amo” sussurrò infine Elijah. “Ma non è facile come credete. Rimanete pure quanto volete, ma questo discorso finisce qui.”

Dean scosse il capo mentre l’Originale lasciava la stanza. John invece si accese una sigaretta sospirando amaramente.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Charles era stato un mezzo buco nell’acqua, tutto quello che era stato in grado di dire loro era che il suo amico David, la vittima, non aveva nemici. Era ben voluto da tutti e aveva un enorme successo con le ragazze… così aveva detto.

C’è una tizia però aveva aggiunto subito dopo. Si chiama Tiffany e ha una cotta per lui. Lo perseguitava, lo seguiva ovunque. All’inizio lui credeva che fosse divertente ma poi la ragazza è diventata inquietante e così lui le ha detto di stargli alla larga perché non gli interessava.

Il ragazzo aveva detto di aver raccontato di lei anche alla polizia, ma una rapida occhiata al rapporto aveva messo in luce che i poliziotti non avevano considerato l’informazione come rilevante perché non ce n’era traccia sul file che avevano fornito loro.

D’altronde, pensò Allison fermandosi davanti alla porta di Tiffany, dopo aver lasciato Sam a concludere con Charles, chi mai sospetterebbe di una giovane ragazza con una cotta non corrisposta?  Le morti erano troppo violente, non poteva essere opera di una giovanissima donna.

La cacciatrice bussò e rimase in attesa, quando la porta si aprì, qualcosa sembrò scattarle dentro ma la mise a tacere.

La ragazza che le fu davanti era una minuta figura dai capelli ricci e crespi, profondi occhi scuri e l’apparecchio ai denti; aveva l’aria della perfetta secchiona… come venivano definiti i tipi come lei.

“Sei tu Tiffany?” le chiese sorridendo.

L’altra annuì quasi timidamente. “Sono io, lei chi è?”

“Sono l’agente Leah Morrison, FBI” si presentò Allison mostrandole il finto distintivo. “Mi chiedevo se potessi rispondere a qualche domanda su David, il ragazzo morto qualche giorno fa.”

“Non lo conoscevo” rispose Tiffany stringendo la presa intorno alla maniglia della porta.

“Sul serio? Perché il suo compagno di stanza sostiene che tu avevi una cotta per lui ma che purtroppo non eri ricambiata e così avete litigato. È vero?”

“No, non lo è. Ora se vuole scusarmi devo tornare a studiare e…”

“Hey ascolta,” disse Allison cercando di apparire meno formale e più rilassata. “Conosco i tipi come David. Sono carini ma sono anche dei grandi stronzi. Anche a me hanno spezzato spesso il cuore.”

“Sul serio?” replicò l’altra. “Con quel viso stupendo che si ritrova e i suoi capelli lucenti e quel corpo da paura le hanno spezzato il cuore? Ne dubito.”

La cacciatrice alzò un sopracciglio, poi indietreggiò poco quando Tiffany le prese una mano.

“Non c’entro con quegli omicidi, ma se lo chiede a me… direi che tutti quei tizi se la sono cercata. Buona giornata, agente.”

La ragazza le lasciò la mano, poi rientrò nella sua stanza e le sbatté la porta in faccia. Allison pensò che lei c’entrava senza dubbio, ma pensò anche che insistere in quel momento era inutile e sconveniente considerando che non sapeva esattamente con cosa avesse a che fare.

Prese il suo telefono per mandare un messaggio a Sam ma le cadde di mano quasi subito, un mal di testa terribile la costrinse a fermarsi e poggiarsi al muro. Non era solo dolore, c’era dell’altro… delle immagini.

Quello che vide fu Elijah baciare Hayley, piangere per la sua morte, sospirare di sollievo alla scoperta che invece era ancora viva ed era un ibrido invincibile. Vide flash di momenti tra loro, poi vide Gia. Era stretta al suo uomo che la toccava e accarezzava.

“Cazzo” gemette lasciandosi scivolare a terra, scuotendo il capo energicamente come per scuotere via quei pensieri.

“Allison!” urlò Sam raggiungendola, inginocchiandosi a terra. “Che cosa è successo?”

Lei fece un grosso respiro, riprendendo il controllo. “Non lo so. Credo che la ragazza mi abbia fatto qualcosa ma…” un gemito di dolore bloccò il flusso delle sue parole e con urgenza si alzò la manica della giacca scoprendo una grande bruciatura che si schiarì trasformandosi in un nome. Poi un’altra sull’addome e un’altra ancora e un’altra ancora e un’ultima volta… poi tutto sembrò fermarsi.

“Cosa sono questi nomi?” chiese Sam guardandola.

Allison li riconobbe tutti e trattenendo a stento le lacrime guardò il suo amico. “Chiama John” gli disse. “Credo che ci servirà il suo aiuto.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Capisco… portala qui. Se si tratta davvero di quel che credo questo è l’unico posto in cui posso aiutarla. Guida in fretta Sam.”

John riattaccò, poi raggiunse il salone dove Dean stava salutando Freya ed Elijah pronto a ripartire. “Temo che la nostra partenza sia rimandata” annunciò mettendo le mani in tasca. “Allison e Sam ci stanno raggiungendo proprio adesso.”

Dean allargò le braccia. “E che ne è stato del piano non dire ad Allison dove andiamo?”

“Cosa è successo?” chiese Elijah avanzando verso di lui. “Allison sta bene?”

La sua voce tremava e Constantine pensò che gli faceva un po’ effetto vedere un essere tanto potente ora tanto fragile.

“No!” esclamò. “Ma niente che un piccolo incantesimo non possa sistemare. Ho detto a Sam di portarla qui perché voglio che tu veda cosa succede e perché avrò bisogno del tuo aiuto.”

“Dove si trova?” chiese l’Originale. “La raggiungerò in auto…”

“Saranno qui tra qualche ora,” lo interruppe John. “Non c’è niente che tu possa fare per lei adesso. Ma potresti trovarmi alcuni oggetti che mi serviranno.”

“Di cosa hai bisogno?”

John accennò un sorriso. “Ti sembrerà una richiesta strana, ma ti spiegherò tutto” gli disse. “Spero che ti piaccia conservare i regali delle tue amanti, perché avrò bisogno di un oggetto appartenente ad ognuna nelle donne che hai amato.”

“Oh no…” mormorò Freya. “Ti prego, dimmi che non  è quello che penso.”

L’uomo sospirò. “Temo di sì. Quindi mettiamoci al lavoro.”


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