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Autore: AlexTheOgre    03/02/2016    0 recensioni
Nella vita non mi è mai mancato nulla, mi sono sempre mostrata una ragazza solare e gentile, anche se sotto sotto ero un po’ annoiata. Ero circondata da amici e persone che speravano solo il mio bene, ma poi non fu più così. Solitamente gli stessi errori non si fanno due volte, e se non ne hai mai commessi, tendi proprio ad evitarli, sempre se avrai una seconda possibilità. Io l’ho avuta, mi è stata regalata una seconda vita dove ho sbagliato tutto.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Tengo salda l’arma in mano, ho fatto molta autodifesa, ma erano tutti corsi a meno libera, non armata. Non so nemmeno da dove partire! Mi giro verso Myla che si limita ad inclinare l’arma per parare i colpi e mi si avvicina «Ho esperienza con l’arco, la spada l’ho vista solo in mano di altri ma è qualcosa di simile a questo» inizia a ruotare il polso e l’arma «tu limitati a schivare i colpi» mi consiglia, ed io la prendo alla lettera. Schivo fendenti tirati per lo più alla cieca da gente imbranata quanto me. Mi accorgo poi che nessuno ha la guardia salda, e come potrebbero avere una guardia alta in una situazione simile?! Perciò ora le opzioni sono due. Faccio come mi ha detto Myla, e resto in quiete o passo all’attacco? Cosa potrei mai scegliere se non la strada più difficile? Non finisco di riordinare i pensieri, vengo interrotta da un ragazzo. Ha le lacrime agli occhi e un’espressione indescrivibile a parole, quella di qualcuno che confonde l’illusione con la realtà e non sa più come tornare indietro. Ruoto il polso come mi aveva mostrato Myla, e l’arma segue i miei movimenti, come fosse un prolungamento del braccio. Paro i suoi fendenti improvvisati e scorgo ancora quel difetto. Le braccia tese ed entrambe le mani intorno all’elsa, le gambe erette e parallele. Adesso attacco mi costringo. Tira indietro le braccia e le riporta alla stessa posizione di prima con far monotono, immagino quante volte avrà ripetuto quest’attacco. Con più forza che velocità i due pezzi di legno si scontrano e una delle metà d’entrambe vola chissà dove. Approfitto di quell’istante in cui lui è concentrato su quel che gli è rimasto in mano per applicare le mie conoscenze in fatto di ‘’autodifesa’’. Piego le ginocchia e resto in punta di piedi, con un piccolo movimento sposto i fianchi a destra, e come una molla li faccio tornare a sinistra a gamba tesa ruotando il piede. Il ragazzo, colpito alla tempia cade a terra senza dar cenno di alzarsi. Sento applaudire qualcuno alle mie spalle. Mi giro, ma per fortuna si tratta solo di una guardia che, a quanto pare, mi sta lodando. «Però ci sai fare» sta parlando con me? Mi guardo intorno, non c’è nessun’altro in piedi oltre a me «Parlo con te ragazzina» ha perso il sorriso, ma lo ritrova piuttosto velocemente «Muoviti, tra poco c’è lezione nel cortile principale» detto questo gira i tacchi e sparisce. Sono l’ultima rimasta in piedi? Se è così, dov’è Myla?! Questo gioco sembra sin troppo reale, ho l’ansia che sale anche se so che è tutto un gioco, ed è solo questo che continuo a ripetermi è un gioco, è solo un gioco! Un rumore sordo parte dalla parte opposta a dove cerco io. Fra una catasta di tavoli rotti abbandonati in un angolo esce fuori una ragazza, non troppo alta, bruna con occhi blu. Tiro un sospiro di sollievo «Cosa ci facevi lì? Mi hai fatto prendere un colpo!» le urlo correndole in contro. Mi butta subito le braccia al collo «Ho voluto regalarti la vittoria, hai bisogno delle basi, io invece no. E poi non volevo combattere contro di te» sorride e sento sparire tutta la preoccupazione. Mi reco in cortile come mi è stato indicato dalla guardia e vedo un istruttore al centro di un gruppo di gente più bassa di lui di minimo dieci centimetri. Il piano è: come va va. Myla si unirà al gruppo degli sconfitti, e poi ci incontreremo domani al piccolo parco del mio paese (perciò nella realtà), mentre io mi sorbisco le urla di questo tipo che si crede tanto più forte di noi ma che non ce ne ha ancora dato prova. Non fa altro che ruotare un dito al cielo ogni volta che accenna l’argomento della magia. «Spero siate pronti per domani. Vi voglio tutti qua alle cinque in punto, chiaro?!» «Di mattina?» si azzarda a dire uno «Sì, di mattina. Ma tu non ci sarai» fa un cenno con la mano e due guardie lo sollevano da terra. Così, ora siamo in undici. Mi tolgo tuta e casco, non ci penso due volte prima di sprofondare nel morbidissimo materasso. La giornata è appena cominciata, è l’una e mezza. Che dovrei fare ora? Potrei giocare un altro po’ coi videogame, oppure potrei passar tutto il pomeriggio a dormire. Ho deciso: Buonanotte! «Alex!» urla mia madre, come no detto… «Cosa c’è?!» non ricevo alcuna risposta, ecco come fanno le madri, ti chiamano, non ti rispondono e ti costringono a scendere per vedere cosa succede. «Hanno suonato alla porta vai a vedere chi è» è in cucina e, giustamente, mentre lei è intenta a lavare i piatti che, per colpa di papà che ha distrutto la lavastoviglie nel vano tentativo di aggiustarla, è costretta a lavare a mano. Apro la porta e sulla soglia aspettano due mie compagne di classe. Silvia e Federica il compito d’inglese! Come ho fatto a dimenticarlo?! Le faccio cenno d’entrare, ormai sanno come funziona, si tolgono il giubbotto e lo appendono all’appendiabiti lasciando le scarpe all’entrata. Con le mani avvolte in un panno, mamma sbuca fuori dalla cucina «Oh, siete voi. Accomodatevi» Riassunto di tutto il pomeriggio: compiti a non finire! Giornata finita e sogni invasi di vocaboli e pronunce inglesi.
   
 
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