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Autore: HarleyHearts    03/02/2016    1 recensioni
Lyla ha sempre avuto una vita normale, come tante sue coetanee ventitreenni.
Viveva con la madre e la sorellina minore, in una piccola casetta a schiera a Washington, e divideva le sue giornate tra l’Università e i migliori amici Rebekka e Robert. Andava tutto bene nella sua quotidiana monotonia.
Almeno, era così prima di incontrare in ospedale il nuovo medico pediatra Ciel O’Konnor; 27 anni di pure bellezza canadese, e un passato traumatico alle spalle.
Da quel giorno, da quel lieve sfioramento di mani, tutto è cambiato drasticamente.
L’esistenza di un mondo che credeva impossibile, una guerra sanguinosa che durava da decenni, creature straordinarie... persino Alpha; tutte cose che travolgeranno la sua vita, come un fiume in piena.
Prima storia della serie “Diversi, Simili ed Uguali”
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 6
Capitolo 6
Una giornata non tanto pessima.


- Lyla, sei sicura che non vuoi che salga con te? Non mi piace l'idea che tu rimanga da sola finchè non torna Shannon con tua sorella -
Lyla scosse ripetutamente la testa.
- Stai tranquillo, Robbie. Non sono più una bambina di 3 anni; posso stare a casa da sola tranquillamente. Se dovesse succedere qualcosa ti chiamo, ed ora muoviti se no farai tardi a lavoro -
Robert si lasciò sfuggire una smorfia.
" Già... il lavoro. Me ne ero scordato " pensò dando un'occhiata al display del telefonino per controllare l'ora.
- Vai, se no la signora Laster ti dovrà fare una bella strigliata. Povera donna! Quante pene le dai! - continuò a scherzare l'amica.
- Non è vero, tesoro! - mise il broncio - Io sono un ragazzo modello! - si pavoneggiò.
Lyla rise - Va bene. "ragazzo modello". Ti chiamo dopo. Ciao -
In risposta Robert le fece una linguaccia, come un bambino piccolo, e non appena sparì dietro al portone mise in moto la smart color giallo canarino. Più e più volte Lyla e Beki lo avevano esplicitamente preso per il curo per il colore acceso della sua macchina.
Gli dicevano che andava in giro con la macchina di Tweety, ma a lui piaceva.
Washigton era piena di macchine grigie e tristi, una vera palla! Almeno lui, nel suo piccolo, dava un po' di vivacità con la sua piccola smart.
Il pensiero di Robert ritornò agli avvenimenti di prima, nel ristorante giapponese.
Non aveva mai incontrato in vita sua un ragazzo così insistente come quell'orso tatuato.
Certo, lui aveva messo su un teatrino di quelli per fargli capire che non era interessato abbastanza ridicolo, ma si era ritrovato con le spalle al muro.
Alberich... che razza di nome era Alberich, poi.
Se doveva essere oggettivo, Robert lo trovava decisamente attraente (anche se quella tipologia di maschio non gli era mai garbata tanto) ma parlando con lui aveva avvertito delle strane sensazioni.
In un primo momento aveva avuto paura; una paura mischiata ad eccitazione. Ed era stato proprio questo insieme di sensazioni che lo aveva spaventato tanto da portarlo a rifiutarlo.
In pochi minuti si trovò davanti alla piccola insegna del "Honey Star", un piccolo locale che faceva sia tavola calda che fredda. Il locale era in perfetto stile anni '50, ed ogni volta che vi entrava gli sembrava di essere finito in Grease.
La proprietaria, la signora Laster, era una simpatica signorotta sulla cinquantina, tutta curve, dai particolari capellii color rosso Ferrari e dai modi sempre allegri e pimpanti(1).
Lo spirito di una quindicenne rinchiuso nel corpo di una cinquantenne.
Robert aveva iniziato a lavorare lì da un paio di anni, più o meno da quando aveva iniziato l'università.
La paga era buona (a confronto di quelle offerte mediamente per dei lavori part-time), riusciva a pagare bene l'affitto e le bollette, e si trovava a suo agio. Cosa poteva volere di più?
Certo, molte volte c'era della clientela fastidiosa (nonostante si trovassere nel 2015 c'era ancora gente che si lamentava delle persone omosessuali) ma riusciva bene o male a tollerarli.
- Oh oh! Eccoti arrivato, Robert! Su su, corri a metterti la divisa, caro. Summer(2) si sta facendo in 6 per stare dietro a tutti i tavoli. Oh oh! - esclamò allegra la proprietaria, riprendendo quasi subit a saltellare in giro per la sala.
" No, non è per niente una persona normale " pensò il ragazzo, scuotendo la testa divertito per poi dirigersi nello spogliatoio per infilarsi la divisa.


- Robby? Mi fai 4 caffè lisci e 2 cappuccini per il tavolo 9? -
- Certo, Sum. Arrivano subito! - confermò il ragazzo mettendo in moto la macchina per il caffè.
- Non ne posso più! - si lamentò lei, appoggiandosi al bancone ed incrociando le braccia - Sono già le 5 del pomeriggio e continua ad arrivare gente! Sembrano non finire più! -
Summer lavorava al Honey Star da quasi 6 mesi. Era una ragazza molto simpatica ed energica, anche se si lamentava quasi sempre per qualsiasi cosa a parere di Robert. Si era trasferita in quella città momentaneamente per completare i suoi studi universitari.
Non ha mai detto a nessuno del lavoro in che facoltà studiasse, e nessuno aveva mai fatto domande. Compreso Robert.
Sarebbe stato alquanto complicato spiegare a degli umani che lei frequentava la facoltà di giurisprudenza per mostri. Sarebbe stato davvero complicato.
Preparata l'ordinazione per la bionda Robert, dando le spalle al bancone, incominciò a pulire il piano di lavoro opposto con uno straccio.
"Ancora un'oretta e posso tornare a casa" pensò sereno il castano.
Era talmente preso dai suoi pensieri che non si rese minimamente conto di un ragazzo, che si era appena seduto al bancone aspettando che il cameriere di girasse per poter ordinare qualcosa.
Per Alberich era stata una giornata davvero pessima quella. Non solo aveva ricevuto un due di picche dal suo futuro (ed ignaro) compagno; ma passando per quella strada, gli si era bucata la ruota posteriore della mote e, dovendo aspettare che arrivasse il mio amico Tom con il furgoncino, era entrato in quel ridicolo bar per bere qualcosa.
Una vera giornata di merda.
Iniziò a tamburellare, con fare nervoso, le dita sulla superficie lucida del banco, attendendo che il cameriere lo notasse e gli chiedesse cosa gradisse; ma il ragazzo non sembrava essere in alcun modo interessato a voltarsi nella sua direzione.
- Ehi, scusa? Io vorrei ordinare - fece sgarbato, cercando di attirare l'attenzione del ragazzo.
Robert si sentì congelare dentro.
" Eh no!" pensò " Questo si chiama stalking, per Dio!"
- Lo sai che quello che stai facendo è legalmente punibile dalla legge? - chiese il castano voltandosi infastidito, appoggiando una mano sul bancone e l'altra sul fianco.
Robert era alquanto scocciato e non riusciva a credere che quel ragazzo fosse tanto insistente da seguirlo fino a lavoro.
Anche Alberich era sconvolto; non si sarebbe mai sognato di incontrare il suo futuro compagno così presto di nuovo.
Comprendeva il suo fastidio. Oggettivamente a chiunque sarebbe sembrato che lui l'avesse seguito o pedinato, ma invece no. Era stato proprio il destino a farli rincontrare così presto.
Era questo che pensava Alberich: il destino gli aveva appena dato una seconda possibilità e lui non se la sarebbe mai e poi fatta scappare una seconda volta.
Doveva fare con calma e cercare di non essere troppo irruente ed insistente per non farlo spaventare. No, assolutamente.
- Non sapevo lavorassi qua - disse con sincerità. Alzò una mano ed indicando fuori continuò - Alla mia mota, qualla là fuori, si è bucata una ruota e sto aspettando un mio amico che mi venga a prendere con il suo pick-up -
Robert alzò un sopracciglio scettico, ed incrociò le braccia al petto - E tu pensi davvero che io ci creda? - chiese.
Alberich sospirò pesantemente e si passò una mano sul viso. Quella sì che era una dura prova per i suoi nervi.
- Puoi anche non credermi se non vuoi ... - iniziò puntando gli occhi grigi in quelli di Rob - Io sono stato sincero e ho la coscienza pulita -
Con quella affermazione Robert si sentì punto nel vivo.
- Mi stai dando del bugiardo? - chiese andando subito sulla difensiva.
Quella era sua caratteristica: avere la coda di paglia era uno dei (tanti) difetti del povero castano.
Sul volto di Alberich nacque un piccolo sorriso - Non mi sono permesso di dire niente del genere -
Il ragazzo castano davanti a lui in quel momento gli parve più tenero che mai.
Un piccolo pulcino arrabbiato che stava arruffando le penne.
Abbassò lo sguardo sulla targhetta in metallo attaccata alla divisa, e finalmente scoprì il nome della persona che sarebbe stata destinata ad amare per sempre: Robert.
- Senti... lo so che mi sono comportato in modo alquanto sgarbato al ristorante - Robert iniziò subito ad ascoltarlo curioso. Voleva sapere dove voleva andare a parare - Con la mia testardaggine ed insistenza ho rovinato il pranco a te, alla tua amica e ai miei fratelli -
" Stop! " pensò Robert, in un momento di lucidità " Fratelli? Erano tutti e tre fratelli? Quindi il dottorino non ha preso per il culo Lyla.."
- Ti volevo chiedere scusa -
Per Alberich, che era stato abituato a non scusarsi quasi mai, pronunciare quelle parole gli erano costate uno sforzo immane.
Voleva sistemare le cose con quel ragazzo.
Robert lesse negli occhi del corvino una pura sincerità e si sentì leggermente in colpa per come si era comportato nei suoi confronti.
Tutta la sua rabbia ed ostilità erano sparite nell'esatto momento in cui aveva incrociato i suoi occhi, per bene.
Prima, nel ristorante, aveva evitato di fissarlo dritto negli occhi e ciò l'aveva fatto per il senso di paura che lo aveva attanagliato all'inizio con lui.
Avevano un taglio affilato ed erano una perfetta metà tra il grigio e l'azzurro ghiaccio. Un colore talmente intenso che Robert aveva potuto ammirare solo nei film o nelle foto modificate al computer. Non credeva che potesse esistere un essere vivente con un colore d'occhi simile.
- Anch'io... mi dovrei scusare con te - confessò Robert, grattandosi imbarazzato il capo - Mi sono comportato anch'io male, e in modo irragionevole. Le scuse sono reciproche -
Alberich era sconvolto, dalla gioia.
Non era tutto perduto.
Forse la sua giornataccia si sarebbe rivelata, alla fin fine, non tanto male come aveva creduto all'inizio.




Note:
(1): La signora Laster è la cugina della signora Delfina di "My little mermaid". Chi ha letto la storia può già intuire qualcosina ;)
(2): sì, Summer Lightwood. Un altro personaggio legato alla serie di "My little love". La figlia di Sophie Evans ed Alec Lightwood.





Angolo della mente malata:
Buon salve mie caramelle al caffè :3
Come state?
Finalmente sono riuscita ad aggiornare qualcosa T.T Sono felice. Le mie settimane sembrano peggiorare di giorno in giorno ... sono disperata >.<
Devo ancora aggiornare due mie storie (e non so quando troverò il tempo per scrivere O.O) più finire di preparare il primo capitolo del seguito di "My little mermaid" per questo week-end. Ce la posso fare, dai..
Che dire? Cosa pensate del capitolino? Vi piacciono Alb e Robbie? :3
Vi anticipo già che il prossimo capitolo sarà sempre dedicato a questa coppietta, e dall'8 si riprende con Lyla (e con un bel colpo di scena ihihihihi *ride con fare malvagio in un angolo poco illuminato della stanza*)
Fatemi sapere quello che pensate con un bel commentino <3
Io vi saluto e vi mando un bacino zuccheroso
- Harley ;*

Ci tengo a ringraziare:
1 - Desyree92 [Contatta]
2 - elindor02 [Contatta]
3 - fantasygirlblack96 [Contatta]
4 - harrymyhero [Contatta]
5 - mekiki [Contatta]
che hanno messo la storia tra le seguite :3
1 - CloveRavenclaw39 [Contatta]
che ha messo la storia tra le ricordate :3
1 - Nakioto [Contatta]
che ha messo la storia tra le preferite <3
Ve se ama 'na cifra <3 <3



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