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Autore: Caarlk    03/02/2016    1 recensioni
Cassandra Wilkerson è quella ragazza che vive nell'ombra, che tu vedi ma in realtà non lo fai veramente. Sembra felice e soddisfatta della sua vita cosa che in realtà è poco vera.
Cassandra si odia; odia se stessa, odia il suo viso riflesso in uno specchio così come il suo corpo.
Qualcuno però riuscirà a farle cambiare idea.
Dominic e Joe, due ragazzi tanto diversi quanto belli che perderanno la testa per lei. Nel frattempo però, ad Atalanta il reverendo Wilkerson, padre di Cassie, sta cercando un giovane da far sposare alla figlia; tutto ciò all'oscuro della ragazza.
Ma cosa accadrebbe se il reverendo trovasse il ragazzo perfetto da far sposare a sua figlia, mentre lei dall'altra parte del mondo si è innamorata e concessa ad un altro ?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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É difficile spiegare il tuo stato d'animo quando stai partendo migliaia di chilometri lontano dalle persone che ami. Non era stata una scelta facile, ma era sicuramente la migliore. 

Vedere le persone a cui vuoi bene che ti salutano per l'ultima volta da dietro dei pannelli dell'aeroporto.. La felicità di mio padre vedendomi felice, la tristezza di mio fratello Jessie e la preoccupazione di mamma sapendomi in un altro continente. Non è facile, non rendono le cose semplici ma è giusto che io segua i miei passi e faccia le mie scelte.

Mio padre, il reverendo John, aveva fatto i salti di gioia quando avevo annunciato di voler continuare a studiare storia dell'arte e il desiderio di voler diventare archeologa. 

Erano tutti felici per quella scelta, un po' meno quando hanno saputo del trasferimento; mamma ha pianto quasi due giorni. 

In realtà non conosco molto della Francia, di Parigi in particolare; a parte la torre Eiffel, il notre dame, l'arco del trionfo e il Louvre...  Ho sempre visto Parigi nelle foto, nelle cartoline, ma mai di presenza. 
Ho sempre voluto assaporare i profumi della Francia.

E adesso eccomi qui. A Parigi. Mi ritrovo in un rinomato college a studiare storia dell'arte. Fin da piccola ho desiderato diventare come quegli uomini in TV che ritrovano pezzi di storia. Con gli anni questa passione non è andata scemandosi e adesso, mi ritrovo qui. 

Ho sempre desiderato visitare la Francia, ma non avrei mai pensato di doverci vivere e la cosa mi elettrizza, non poco.

Una cosa mi preoccupa molto, e non è la lingua; ma gli amici. Non che non avessi amici ad Atlanta, ma non ho mai avuto quel tipo di carattere da conquistare tutti con una sola parola, sono più il tipo che si mette in disparte e aspetta che sia qualcun altro a rapportarsi. Maledetta timidezza.

Odio questo lato del mio carattere perché nasconde quello che posso veramente dare ad una persona. Trovo davvero gratificante e umile aiutare chi ne ha bisogno, e questo non c'entra con il fatto che sia la figlia del rabbino. 

A prescindere dagli insegnamenti di mio padre, in casa e in chiesa, ho sempre voluto aiutare gli altri e dare il meglio di me stessa per farlo. Il problema è quando la rabbia prende il sopravvento sulla dolcezza e l'umiltà. Non riesco a tenere a freno la lingua e questo ha portato spesse volte problemi.

Entrando nella camera singola, che dovrà ospitarmi per un lungo periodo, decido di renderla più calorosa abbellendola con delle fotografie della mia famiglia. 
La fotografia, ecco, un altra grande passione.

Ho scattato la mia prima fotografia quando avevo tre anni, con la macchina fotografica di nonno Greg, fotografando il cane mentre dormiva. Da quel giorno é diventata come un ossessione. 

Poco prima di diplomarmi avevo una scelta importante da fare, venire a Parigi e studiare storia dell'arte o andare a New York e studiare fotografia. É stata la scelta più importante della mia vita, la più difficile e la più ragionata. Ma ho deciso con il cuore, e non so bene per quale ragione abbia scelto Parigi, ma eccomi qui, e non posso tirarmi indietro adesso.

Uscendo dalla stanza mi ritrovo i un corridoio affollato e che puzza di sudore. Ragazze che entrano ed escono dalle camere, borse, valigie e borsoni sparsi sul pavimento, un vero caos. 

Stando attenta a non inciampare su qualcosa, vado verso la sala comune. Al centro della stanza quattro grandi divani, che formano un quadrato, occupano la maggior parte dello spazio, più a destra diversi tavolini con delle sedie dove poter studiare o leggere un libro, a sinistra invece, delle grandi finestre che illuminano tutta la stanza facendola sembrare più grande e accogliente, nonostante le pareti rosse.

Uscendo dal dormitorio, a pochi chilometri di distanza da lì, si trova la caffetteria. Entrando l'odore del caffè mi inebria le narici e ne ordino subito uno. 

Seduta nel mio tavolino, con accanto il caffè e un libro fantasy, riesco quasi a stare bene, come se fossi a casa. D'un tratto qualcuno sbatte con il piede sulla mia borsa, adagiata sul pavimento, e cade di peso a terra 

"Oh mio Dio!" Esclamo alzandomi e aiutandolo "Stai bene?" Dico "Oh... Si... Ehm.. To...tout .." "Eh sì sto bene. Il tuo francese un po' meno" il ragazzo si alza e mi sorride 

"Oh.. Si.. Sono arrivata adesso e non sono molto pratica.. Un momento.. Non sei francese?"
"Mio padre é americano ed è per questo che parlo due lingue" 

Restiamo qualche minuto a guardarci e poi, goffamente, lo invito a sedersi al tavolo con me. 

"Oh che distratto scusami, io sono Aaron" dice porgendomi la mano "Cassie" rispondo sorridendo

Aaron é un bel ragazzo, occhi azzurri, labbra carnose e capelli biondo cenere. 

"Quindi Cassie, dimmi.. Da dove vieni?" La sua voce è dolce e suadente allo stesso tempo, é rilassante. "Vengo da Atlanta" rispondo sorridendo "E cosa ti ha portato a lasciare Atlanta per venire a Parigi?" "Sono venuta per studiare. Studio storia dell'arte alla school of art americana" lui sgrana gli occhi e sorride, un sorriso che mi mette ansia. 

"Che c'è? Non sei un pazzo stalker stupratore che vuole uccidermi adesso che sa dove abito... Vero?" Domando un po' incerta; lui mi guarda e sbuffa a ridere. Cos'ha da ridere?

"Non sono uno stalker stupratore e non voglio ucciderti, ma sai credo proprio che ci vedremo spesso... Anch'io vivo dove vivi tu" risponde dopo aver smesso di ridere.

Rimango sorpresa da questa notizia. Ebbene la prima persona che conosco a Parigi parla la mia stessa lingua ed è anche lui alunno della school of art.. C'è sicuramente qualcosa che non va, io e la fortuna non siamo mai state amiche. 

"Davvero? Wow! Sei la prima persona che conosco! Cosa studi?" 

"Studio arte però vorrei diventare uno scultore, e comunque essendo la prima persona che conosci mi sento in dovere di pagare questo caffè e accompagnarti al dormitorio" 
"Cosa? Nono, pago io io caffè ma accetto volentieri l'invito da accompagnatore" rispondo alzandomi di scatto prendendo la borsa per andare a pagare. 

Una volta usciti fuori, il vento di settembre ci accoglie facendo svolazzare i miei capelli. Chiacchierando e parlando del più e del meno, in poco tempo arriviamo al dormitorio, nella sala comune. 

"AARON" sentiamo qualcuno urlare il nome del ragazzo al mio fianco, quando quest'ultimo viene investito da una ragazza che gli salta addosso "Lydia!" Risponde lui abbracciandola.

In quel momento, in quell'istante, la solitudine e la tristezza s'impossessano di me lasciandomi un vuoto nel petto, sento le lacrime salire e quasi scoppio, scappo. Corro nella mia camera e inizio a piangere come una bambina. 

Mi mancano i miei genitori, i miei amici, mio fratello, i miei nonni, la mia camera. È passato soltanto un giorno da quando sono arrivata qui e sento già la mancanza di tutti.. Come posso restare a vivere qui?

Il giorno dopo è l'unico giorno libero che ci rimane prima dell'inizio delle lezioni. Dopo aver fatto una veloce doccia, decido di uscire per fare colazione in caffetteria. 

L'aria di Parigi è meravigliosa, lo stile parigino, l'odore dei croissant appena sfornati, il grigio delle nuvole. Tutto è fantastico.

Una volta dentro la caffetteria, ordino un caffè e un croissant e mi accomodo su un tavolino posizionato in un angolo, prendo il libro dalla borsa e inizio a mangiare. 

Si sta bene in caffetteria, c'è confusione ma ognuno si fa i fatti propri, l'odore del caffè e dei croissant riempie tutto il locale e i riscaldamenti alleviano il rossore delle guance, formatosi per via del vento freddo.

"Cassie" non appena sento il mio nome alzo il viso per vedere chi chiama. Poco dopo ricordo che sono in Francia e non conosco nessuno a parte il ragazzo di ieri, Aaron.

Per l'appunto, quest'ultimo si dirige con passo svelto verso il mio tavolo. 
"Mademoiselle Cassie, perché siete fuggita ieri sera? Non vi ho più visto dopo l'arrivo della mia amica Lydia" senza chiedere il permesso aveva preso posto davanti a me 
"Monsieur Aaron, non stavo molto bene e scusami se sono andata via senza salutare.."

"Non preoccuparti" dice mentre prende il mio croissant e gli dà un morso "A proposito, stanno arrivando dei miei amici, che frequentano anche loro il college, gli ho detto di vederci qui.. Così te li farò conoscere!" Conclude dando un altro morso "Aaron!" Lo rimprovero

"Io però quello volevo mangiarlo" dico indicando un pezzetto del croissant rimasto. "Chiaro.. Sei venuta per mangiare.. Vado a prenderne altri" dice alzandosi e andandoli a prendere.

Ritorna poco dopo seguito da due ragazze, sono more e alte, si avvicinano ridendo verso il tavolo, una volta giunti si siedono e mi porgono la mano, una è Lydia la ragazza che della sera prima; capelli castani e occhi del medesimo colore. L'altra si chiama Emma, é mora anche lei ed ha gli occhi verdi ed é parigina. 

"Come mai frequenti una scuola americana?" Domandi curiosa "Per la lingua.. Ormai devo dire che parlo benissimo la vostra lingua, quasi meglio della mia!" Risponde lei sorridendo

É bello, nell'aria c'è odore di amicizia, come se conoscessi questi ragazzi da tempo quando in realtà li conosco da pochissimo. Mi sembra di essere a casa circondata dai miei amici Carol, Andrew, Joy e Alex.

Dovrei smettere di pensare ad Atlanta, riuscirò ad avere nuovi amici ed imparerò a sentirmi a casa. Si, farò di Parigi la mia nuova casa.

"Aaron ci ha parlato di te ieri! Sei nuova, sola e non parli bene francese, che dici di andare a fare un giro per Parigi oggi?" Domanda sorridente Lydia "Si dai, è una bellissima idea" esclama eccitata Emma. "Va bene" rispondo sorridente. 

"Oh eccolo finalmente!" Esclama ad un certo punto Aaron interrompendo la conversazione di noi donne. Spunta da dietro un tavolino un ragazzo. Sussulto appena lo vedo.

 È bello, ha la carnagione olivastra, folte sopracciglia scure così come la barba, occhi scuri magnetici, rosa labbra carnose, un piercing al naso e capelli quasi biondi, probabilmente tinti. 

"Dom!" Urla Aaron sventolando una mano per farsi vedere. Dopo uno sguardo veloce il ragazzo si avvicina al tavolo. 

Calma Cassie, calma. Non è il primo bel ragazzo che vedi, che succede?

Il ragazzo una volta giunto al tavolo, e abbraccia le due ragazze e saluta Aaron con delle pacche sulla schiena, poi mi fissa. 

"Monsieur De la croix, lei è la nostra nuova amica Cassie" dice Aaron notando il mio imbarazzo. Il ragazzo mi porge la mano e sorridendo risponde "È un piacere conoscerti Cassie, io sono Dominic" 

Credo che sia il ragazzo più bello e attraente che abbia mai visto. Ha qualcosa di misterioso e affascinante; soltanto guardandolo meglio riesco ad intravedere dei tatuaggi sulla mano sinistra. 

"Abbiamo deciso di andare a fare un giro per far vedere la città a Cassie, vieni con noi?" Chiede Lydia al ragazzo che, dopo essersi seduto accanto l'amico, aveva addentato un croissant. Si volta verso Lydia e, per evitare di parlare con la bocca piena, annuisce per poi continuare a parlare con Aaron. 

Credo che mi piacerà Parigi, credo che farò di questo luogo casa mia. 






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Salve a tutti! 
Il cognome di Dominic, che sarebbe "DE LA CROIX" si legge "DE LA CRUA".
  
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