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Autore: Caarlk    06/04/2016    0 recensioni
Cassandra Wilkerson è quella ragazza che vive nell'ombra, che tu vedi ma in realtà non lo fai veramente. Sembra felice e soddisfatta della sua vita cosa che in realtà è poco vera.
Cassandra si odia; odia se stessa, odia il suo viso riflesso in uno specchio così come il suo corpo.
Qualcuno però riuscirà a farle cambiare idea.
Dominic e Joe, due ragazzi tanto diversi quanto belli che perderanno la testa per lei. Nel frattempo però, ad Atalanta il reverendo Wilkerson, padre di Cassie, sta cercando un giovane da far sposare alla figlia; tutto ciò all'oscuro della ragazza.
Ma cosa accadrebbe se il reverendo trovasse il ragazzo perfetto da far sposare a sua figlia, mentre lei dall'altra parte del mondo si è innamorata e concessa ad un altro ?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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L'imponente cattedrale si ergeva davanti i miei occhi facendomi restare a bocca aperta. 
Mai avevo visto qualcosa di più bello e antico nello stesso tempo. 

"È proprio bella, no?" Aveva detto qualcuno alla mie spalle. "Si... Davvero magnifico" 

"Come mai hai scelto proprio Parigi come luogo dove studiare" Dominic mi stava rivolgendo la parola da diversi minuti, ma io ero troppo impegnata a contemplare il Notre Dame. 
"Parigi è bella!" Risposi voltandomi nella sua direzione per poterlo, finalmente, guardare.

I suoi pozzi scuri mi stavano squadrando dalla testa ai piedi. Il suo sguardo magnetico e attraente, il naso dritto decorato da quel brillantino che luccica alla luce del sole, le folte sopracciglia che gli danno un'aria da duro, la barba e la mandibola marcata che definiscono la perfezione del suo viso. 

"L'ho scelta anche per cambiare aria.. E poi mi piace il francese" avevo risposto poco dopo, si era sicuramente accorto che lo stavo guardando. "Ma tu sei francese? Cioè, il tuo nome sembra francese ma parli benissimo la mia lingua" 

"Mio padre è americano, mia madre francese. Sono nato qui in Francia e quando avevo pochi mesi ci siamo trasferiti nella nuova casa a New York, i miei genitori sono ancora lì ma come te, ho deciso di cambiare aria e tornare dove sono nato"

"Oh vieni Cassie, devo farti assaggiare una cosa!!" Emma mi aveva travolto prendendomi sotto braccio e tirandomi, lontano da Dominic, verso una crêperia.

"Adesso ti faccio mangiare una cosa buonissima, la crêpes con il gelato!!!" Continuò ancora euforica.
"Guarda che anche in America ci sono le crêpes con il gelato..." 
"Sì ma non è come mangiarli in Francia!"

L'altro uragano, Lydia, aveva preso l'altro mio braccio e aveva iniziato a dire cose assurde e senza senso. 

"Andremo a vedere l'alta moda" "magari diventiamo modelle" "gireremo delle case di moda" "non ci perderemo nemmeno una sfilata" "Parigi è la capitale della moda!" "Ci divertiremo un mondo" 
E io cosa posso fare se non ridere? 

Mi giro verso Emma, con il sorriso sulle labbra, che mi sussurra: "è così..sembra pazza ma in realtà è solo felice di averti conosciuto!" 

Una volta dentro la crêperia , tutti ordinano qualcosa e anch'io decido di prendere, sotto consiglio di Lydia, una crêpes con gelato al cioccolato, panna e fragole. 

"Questo è il mio pranzo quindi.." Avevo sussurrato più a me stessa che agli altri 
"Sei impazzita? Dopo ci aspettano le escargot!!"  Aveva detto Aaron

"Cosa?" Dovevo avere una faccia sconvolta dato che tutti mi guardano sul punto di ridere. No, mai e poi mai avrei mangiato lumache in vita mia. "No no, non è cibo per me quello.. Preferisco il cibo dei fast food alle lumache" 

"Ehi non dire lumache! Suona brutto, si chiamano escargot e sono deliziose" 
"Davvero Aaron, spero tu stia scherzando!" Dico schifata e tutti scoppiano a ridere. 

Adesso sono confusa, che hanno da ridere? Sono davvero così buffa? Fa davvero ridere il fatto che non voglia mangiare delle lumache? 

"Aaron sei un cretino!" Aveva detto Emma dandogli un leggero pugno sulla spalla. "Stai tranquilla Cassie noi non mangiamo escargot."
 Oh beh, meglio così perché avrei sicuramente deciso di digiunare anche una settimana intera, ma mai e poi mai avrei messo in bocca quella viscida e molle lumaca cucinata con il ragù. Mai! 

"Già Cassie" continuava Dominic "Non mangiamo le escargot con il ragù e basta, di solito le facciamo mettere sulla pizza! Danno un sapore spettacolare!!"

"Guardate che se è uno scherzo non è divertente.... Potrei tornare subito a casa per questo!" Risposi ridendo nervosamente, mente tutti gli altri invece ridevamo di gusto e Aaron e Dominic si davano il batti cinque. 

"Stanno scherzando. Non li mangiano né in un piatto ne sulla pizza! Le mangiano con la crêpes!" Aveva aggiunto Lydia facendo ridere tutti un'altra volta. Questa volta risi anch'io perché so che infondo scherzano... Spero!

Finalmente il cameriere si avvicina a noi e dopo qualche sorriso e dei numerosi e calorosi "merci" da parte di ognuno di noi, iniziamo a mangiare. 

Tiro un sospiro di sollievo quando mi accorgo che non ci sono lumache nelle crêpes dei miei amici e mi prendo in giro da sola per averci anche solo creduto, che stupida. 
Esco il cellulare dalla tasca del mio giubbotto e subito scatto una foto al piatto.

"Non dirmi che tu sei una di quelle che fotografa ogni cosa e la pubblica sui social con tutti quegli hashtag e cose varie...." Aveva detto Dominic 
"No, non pubblico ogni cosa però faccio tante foto... La fotografia era l'altro mio indirizzo in alternativa alla school of art "

"COSA??" Quasi perdo l'udito per l'acuto di Lydia. "Davvero? Cioè tu sei tipo... una fotografa?" 

"Fotografa è un parolone però qualcosa di simile.. Perché? È strano?" 

"Dio no! È..Wow! È davvero figo! Beh sai in realtà io ho un sogno nel cassetto...."

"Eccola..." Aveva detto Aaron 
"Ci risiamo" disse Dominic continuando 
"Ancora con questa storia?" Aveva aggiunto per ultima Emma 

"Diciamo che è un desiderio che ho da quando sono piccola... Ho sempre desiderato fare la modella, anche essere pittrice è sempre stato il mio sogno, ma mi piaceva immaginarmi sulla copertina delle riviste più IN oppure in una sfilata di alta moda, magari di Versace o di Roberto Cavalli o di qualunque altro stilita italiano famoso! Ho provato a mandare qualche mio book ma vengono tutti rifiutati per la scarsità delle foto.."

"Oh ma non c'è problema, posso farti io qualche foto se vuoi" risposi sorridendo.  

"Cosa? Davvero? Lo faresti per me?" Lydia è davvero euforica "Si.." Un altro urlo mi invade l'orecchio destro e mi sento stritolare, quasi mi soffoca con questo abbraccio. "Grazie, grazie, grazie!!!!! So già che diventeremo grandi amiche noi due!!!" 

"Oh certo Lydia! Diventa amica con Cassie solo perché ti farà delle foto!" Aveva aggiunto Aaron quando Lydia si era calmata e si era di nuovo seduta nella sua sedia. 
"Cos'è sei geloso? Anche tu sei mio amico e non mi hai mai fatto una foto!" Aveva risposto a tono lei "E poi non sono amica con Cassie solo per le foto, mi sembra che lo ero anche prima di sapere della sua vita segreta da fotografa" 

"Ma io non ho una vita segreta da fotografa" dissi ridendo. "Oh beh, hai capito cosa voglio dire!"

L'uragano Lydia ci aveva fatto divertire tutto il giorno. Avevamo passato una giornata meravigliosa, girando per Parigi, mangiando crêpes e ridendo.

Credo di essere stata davvero fortunata a conoscere delle persone come loro, gentili e cordiali sin dal primo momento, premurosi e accoglienti, simpatici e allegri e chi più ne ha ne metta! 

Siamo tornati nel dormitorio verso le sei del pomeriggio e decisi di lasciare tutti per stare un po' sola nella mia camera dopo una calda e rilassante doccia.

Una volta stesa sul letto mi ritrovo a pensare a quanto io sia fortunata, ho la fortuna di avere una famiglia, anche se adesso è lontana da me, che mi ama e non mi ha mai fatto mancare nulla; ho la fortuna di avere un fratello premuroso e dolce che farebbe di tutto pur di vedermi felice, ho la fortuna di avere degli amici ad Atlanta che mi vogliono bene nonostante abbia deciso di prendere un aereo che mi ha portato dall'altra parte dell'oceano, ho la fortuna di poter studiare a Parigi, cosa che non tutti possono fare, e adesso ho avuto la fortuna di conoscere delle persone magnifiche.

Forse la mia vita non è un completo disastro come ho sempre pensato. 
Fino a poco tempo fa non avrei mai pensato di avere degli amici così alla moda e strepitosamente e schifosamente belli , ma questo non significa che io sia da buttare confronto a loro...Diciamo però che sono quasi passabile... 

Ecco il mio più grande problema: l'insicurezza. 

Non mi vedo mai abbastanza per niente; mai abbastanza bella, mai abbastanza alla moda, mai abbastanza, mai all'altezza.

Nessuno mi ha mai voluto e ho sempre pensato che fosse dovuto al fatto che mio padre fosse il reverendo, invece quando mio padre ha quasi "mollato la presa" su di me, nessun ragazzo si è comunque interessato ed è stato allora che ho capito di non essere abbastanza. 
Spesse volte mi imbarazza stare nella stessa stanza con tante persone, ragazze specialmente, sono tutte così belle, alte e magre... Non che io sia bassa e grassa, diciamo che la mia statura è più o meno normale per la mia età ma i chili di troppo si fanno sentire, sopratutto sui fianchi. 

Carol, la mia migliore amica ad Atlanta, ha sempre detto che sono fisicamente perfetta, io non credo che sia così. Ho spesse volte preso delle pillole per dimagrire, all'insaputa dei miei genitori ovviamente, ho fatto diete su diete e allentamento fisico fino allo sfinimento, ma non ho visto nessun risultato. Spesso e volentieri evito di pranzare o cenare proprio per riuscire a "mantenere" la linea o magari riuscire a perdere qualche chilo, ma questo ha procurato parecchi problemi nell'ultimo periodo. 

La mia famiglia e Carol hanno scoperto questa cosa e hanno provato molte volte ad aiutarmi senza nessun risultato. Io non credo di essere malata, io credo soltanto di avere qualche chilo di troppo e saltando qualche pasto magari riesco a buttarlo via.. 

Una volta mi capitò di abbuffarmi di dolciumi, dio quanto mi sentii in colpa quel giorno..
Mi chiusi in bagno e vomitai tutto quello che avevo mangiato, ogni singola caloria e zucchero che il mio corpo aveva ingerito finì nel fondo del water della mia camera. 
E quella non fu né la prima né l'ultima volta. 

Mi capita ancora oggi di mettermi due dita in gola e vomitare tutto quello che ho mangiato. 
Il problema è che ormai non lo faccio soltanto quando mangio troppo, lo faccio quando qualcuno a cui tengo mi delude, lo faccio quando sono arrabbiata, per punirmi. 

Punirmi, questa è la parola giusta. 
Mi punisco perché non riesco a contenermi quando mangio, mi punisco perché non mi vedo bella, mi punisco perché odio il mio corpo, mi punisco perché tutte le persone a cui tengo alla fine vanno via. È sempre stato così, prima o poi tutti si stancano di me. 

Senza nemmeno accorgermene sento le guance bagnate, il pianto è l'unico mio amico in tutta questa situazione. Mi ritrovo spesso chiusa nella mia camera a piangere, magari anche senza nessun valido motivo ma è qualcosa che riesce a farmi calmare e sfogare, sopratutto dopo aver vomitato. 

Mi addormento così, con delle lacrime amare che solcano le mie guance e con il ricordo dei miei genitori che mi abbracciano poco prima di salire sull'aereo per la Francia. 

Quando apro gli occhi, guardo la sveglia e noto di essere in anticipo, cosa davvero strana da parte mia, decido di alzarmi, anche se la voglia è pari a zero, e dopo una veloce doccia mi vesto ed esco andando dritta verso la caffetteria. 

Preso il caffè e un croissant e mi dirigo verso l'edificio dove si terranno le lezioni per tutto l'anno scolastico e inizio a cercare la mia classe.
  
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