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Autore: Manu75    04/02/2016    2 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Grazie come sempre a chi segue questa storia, a chi commenta, a chi legge, a tutte quante insomma. In questi giorni la mia pupetta si è presa l'influenza, quindi sono giorni alienanti per noi XD inoltre ci stiamo perdendo tutto ma proprio tutto il Carnevale, sigh...( a me non è mai piaciuta questa festa ma a lei, ovviamente si, e voleva vestirsi da Elsa :) mannaggia!) Spero che a voi vada meglio e che possiate divertirvi! Buon Carnevale e Buona lettura!

‘Un gelido destino’

 

Venticinquesimo capitolo

 

(Essere parte di un dramma – seconda parte)

 

Il cielo di luglio era tempestato di stelle, che rilucevano in maniera straordinaria. Una brezza notturna faceva ondeggiare dolcemente le chiome degli alberi e regalava un brivido al manto erboso.
Narcissa tremò leggermente, coperta solamente dalla leggerissima stoffa della sua camicia da notte.
I piedi nudi erano accarezzati dai fili d’erba umidi, che parevano dita sottili di creature sovrannaturali.
Le braccia d’acciaio che la immobilizzavano non le donavano calore, parevano sottrarglielo piuttosto.
Pian piano, la radura nella quale si trovavano Cissy, il misterioso uomo che la tratteneva saldamente e Bella, che era ancora profondamente inchinata, andò riempiendosi di decine e decine di figure coperte da lunghi mantelli neri.
Solo l’incredibile autocontrollo della quale era dotata impedì a Narcissa di urlare di terrore.
Le nere figure avanzavano lentamente, in silenzio, rivolgendo verso di lei le braccia sinistre sulle quali, alla luce della Luna, spiccavano degli orridi tatuaggi neri. Dei marchi.
Sembrava la materializzazione del suo incubo perché, realizzò un secondo dopo, era quello il marchio che lei non riusciva mai a distinguere chiaramente nei suoi sogni.
Un teschio che mostrava oscenamente una lingua serpentina.
La ragazza chiuse un attimo gli occhi, sperando di svegliarsi, ma sapeva che quella era la realtà e non una qualche dimensione onirica generata dalla sua mente.
- Ed eccovi qui…miei fedeli, miei cari compagni…- sussurrò nuovamente la voce di ghiaccio alle spalle di Narcissa.
Un mormorio cominciò piano piano ad estendersi tra le figure incappucciate, i cui volti erano in parte celati da maschere d’argento a forma di teschio.
Cissy poteva sentire su di sé lo sguardo di decine di occhi.
Istintivamente cercò Bellatrix ma sua sorella era sparita, inghiottita da quella folla inquietante. O mescolata ad essa, come intuì la bionda fanciulla.
Finalmente le mani che la trattenevano allentarono la presa e Narcissa si ritrovò in mezzo alla radura, nel semicerchio creato da quegli uomini e quelle donne vestite di nero.
- Come potete vedere. – disse l’uomo, che ora l’aveva liberata, superandola e portandosi a braccia aperte in mezzo ai suoi compagni – Questa sera abbiamo una graziosa ospite, vi chiedo gentilmente di trattarla con il dovuto rispetto e onore…- il riso albergava in quella voce fredda e Narcissa si chiese cosa mai potesse intendere quell’uomo per rispetto ed onore.
Lo sconosciuto si voltò e lei poté vederlo finalmente in viso.
‘E’ lui….’ pensò la ragazza, rammentando l’uomo che aveva incontrato tanto tempo fa nei corridoi di Hogwarts e che tanto l’aveva colpita ‘è senza alcun dubbio lui…gli occhi…eppure sembra in qualche modo diverso…Tom…’ pronunciò mentalmente quel nome con paura, come se potesse leggerle nel pensiero.
- Ella è la sorella di una di noi ed è una mia personalissima ospite, quindi proseguiremo il nostro incontro esattamente come doveva essere. – osservò Narcissa con uno sguardo quasi gentile, poi si voltò nuovamente verso la cerchia di quelli che, ovviamente, erano i suoi sottoposti.
‘ A cosa sto mai assistendo?’ si chiese stranita Cissy, che aveva udito certe voci e certi nomi nei discorsi sempre sussurrati di Cygnus e i suoi ospiti, ogni qual volta essi si riunivano ‘ E cosa mai c’entra Bella in tutto ciò?’
Narcissa stava immobile, tremante per il freddo, ma decisa a rimanere ferma e a non andarsene senza sua sorella.
- Vieni avanti Bella…- disse piano l’uomo dai neri capelli, allungando un braccio in attesa.
Una figura incappucciata si staccò dalle altre ed avanzò. Sotto la maschera Cissy riconobbe sua sorella.
- Questa sera hai voluto farci una sorpresa e un dono, Bella…- disse l’uomo, sorridendole, mentre la bruna ragazza chinava la testa, in attesa.
Temendo che volesse punirla, Narcissa si lanciò avanti ed afferrò il braccio di quello che, ora ne era certa, doveva essere il famoso e grandemente ammirato, anche da Cygnus, Lord Voldemort.
- Mio Signore!- sussurrò, inchinandosi ai suoi piedi – Mia sorella non ha colpa. Io l’ho seguita di nascosto, ella non sapeva…-
Un mormorio sempre più forte si levò dalla folla. Un mormorio indignato. Come osava quella mocciosa mettere le mani addosso al Signore Oscuro?
Allora, una seconda figura lasciò il gruppo e si diresse a passo spedito verso il terzetto al centro della scena.
- Mio Sig…- cominciò a dire, ma un’altra voce sovrastò quella dello sconosciuto.
- Sfacciata e temeraria come te, Bella!- disse un uomo, poco lontano da Bellatrix .- E altrettanto affascinante, oserei dire!- il tono era insolente e volgare e gli occhi, sotto la maschera, vagavano sulla figura di Cissy coperta solo dall’impalpabile camicia da notte.
- Evan..!- l’uomo che per primo si era staccato del resto del gruppo e che ora era in prossimità di Lord Voldemort e delle due ragazze, interruppe seccamente e con ira le parole dell’altro, che ghignò soddisfatto.
Narcissa sgranò gli occhi udendo quel suono ma rimase chinata nella propria posizione, con la mano che sfiorava la tunica nera dell’Oscuro Signore.
Aveva riconosciuto anche quella voce.
- Oh…mio caro amico…- sussurrò Lord Voldemort, rivolto all’uomo che ora, dopo averli raggiunti, si era inchinato al suo cospetto – Alzati, questa sera sembra davvero una riunione speciale, non trovi?-
Narcissa sentiva il proprio cuore battere veloce ma non osava alzare la testa.
Possibile che quell’uomo fosse chi pensava lei? Possibile che la voce che aveva appena udito appartenesse proprio a chi credeva appartenesse? Non poteva essersi sbagliata?
- Si, mio Signore. Ogni incontro, ogni riunione al Vostro cospetto è degna di essere chiamata speciale…-
Voldemort gettò indietro la testa e scoppiò a ridere di cuore. Una risata che ricordava lo scroscio gelido di una cascata.
- Astuto come sempre, mio caro…che prontezza, che intuito…mi compiaccio davvero! – la risata si spense lentamente e lui prese delicatamente la mano di Cissy con la propria e la invitò ad alzarsi, accompagnandola poi al fianco di Bella.
Narcissa scoccò un’occhiata alla sorella, che era pallida sotto la maschera ma che non le rivolse nemmeno uno sguardo; allora rivolse il proprio sguardo all’uomo che si era staccato dal gruppo e che continuava a stare chino dinnanzi a loro.
Figura snella ed elegante, una ciocca di lunghi capelli biondi che sfuggiva al cappuccio, la bocca sottile e il mento aguzzo…Lucius, senza alcun dubbio. Ma le era bastata già la voce per riconoscerlo, non aveva avuto bisogno d’altro Narcissa.
- Lucius…- chiamò infatti l’Oscuro Signore – Alzati, qui siamo tra amici, questo è un momento di gioia. Alzati e vai accanto a quelle due belle fanciulle, vicino alla nostra ospite.-
Lucius si alzò lentamente e poi, mantenendo sempre il capo chino, avanzò e si portò al fianco di Narcissa.
Lei poteva intuirne il profilo. Sembrava furioso e, allo stesso tempo, sollevato. Ma non la degnò di uno sguardo nemmeno lui.
Da dietro giunse un sussurro. Era l’altro uomo, quello sfacciato.
- Ma che bel bocconcino…non mi dirai, Lucius, che è proprio lei la ragazzina di cui ho tanto sentito parlare? Non mi sembra così bambina, dopotutto…-
Lucius rimase impassibile, ma Cissy notò la sua mascella contrarsi.
- Che c’è, non posso congratularmi? Non posso dire la mia?- continuò l’altro, che evidentemente si divertiva a provocare e godeva alla vista della rabbia che cresceva dentro Lucius – Non capisco perché prima te la sei presa, ho solo detto che somiglia a sua sorella e spero proprio che le somigli da ogni punto di vista…almeno lo spero per me…- concluse, ridacchiando.
Bellatrix impallidì ulteriormente sotto la maschera e Narcissa comprese ciò che l’uomo intendeva dire.
Si voltò di scatto e lo fulminò con lo sguardo, al punto che avrebbe quasi potuto strappargli la maschera.
- Come osi!- gli sibilò, cercando di non alzare la voce - Parli come un lurido babbano, non azzardarti nemmeno a sfiorarci, non rivolgerci la parola, noi siamo dei veri purosangue! Razza di sanguesporco da quattro soldi!-
L’uomo non sembrò prendersela ed emise un piccolo fischio di ammirazione.
- …Bella e orgogliosa…- le disse, mimando il gesto di lanciarle un bacio.
- Rosier!-
Di colpo l’uomo impallidì e, dopo un attimo in cui cercò di ricomporsi, si fece avanti.
- Si, mio Signore…- mormorò, con un tono di voce deferente.
- Non starai infastidendo la mia ospite, vero?- gli chiese calmo Lord Voldemort.
- No, mio Signore…non oserei…- gli rispose l’altro, scornato.
Cissy ridacchiò dentro di sé. Quel Evan Rosier aveva perduto completamente il suo tono da sbruffone.
Lord Voldemort, l’Oscuro Signore, era davvero come aveva sentito dire.
Era potente e incuteva timore e rispetto, proprio come doveva essere il più grande mago vivente, come egli veniva definito.
Cygnus e tutti i suoi amici, persino il pacato Abraxas, ne parlavano come di un eroe, un essere venuto al mondo per ridare l’orgoglio e tutti i diritti ai maghi. Ai purosangue.
- Bene, allora va e taci, comportati come si conviene ad un mago dal sangue puro. Il tuo Signore deve parlare, e non tollera essere interrotto…-
Rosier mormorò qualcosa e si ritirò, ponendosi a fianco di Lucius. Sembrava sollevato, conscio di aver scampato una spiacevole punizione.
- Ebbene!- proclamò con voce chiara l’Oscuro Signore – Eccovi qui, tutti…vi ho chiamato e voi siete venuti,  come sempre! Il Vostro Signore vorrebbe compiacersi, vorrebbe gioire e parlare con voi del nostro futuro, della gloria che ci attende. – la voce suonava chiara e giungeva ben distinta in tutta la radura, senza bisogno che Voldemort alzasse la voce – Eppure questa sera non può essere così…-
Le ultime parole gelarono la piccola folla radunata intorno al Signore Oscuro, le figure incappucciate sembrarono stringersi le une alle altre e cercare  quasi di nascondersi.
Narcissa avvertì il cambiamento di atmosfera e scoccò uno sguardo a Lucius.
Era rigido e la mascella restava contratta. Persino Evan Rosier sembrava terribilmente teso.
Scoccò allora uno sguardo a Bellatrix e ciò che vide la lasciò di stucco.
Sua sorella osserva Lord Voldemort, che si muoveva come un primo attore sotto il riflettore della Luna, con sguardo rapito e sognante. Gli occhi scuri non lo abbandonavano e, in essi, Cissy vi lesse qualcosa che la sconvolse.
- E’ così!-la voce dura di Voldemort riscosse Narcissa, che riportò l’attenzione su di lui -…La colpa aleggia tra di voi, miei diletti! Sento il suo olezzo, sento il suo fetido odore giungere fino a me…la vergogna, l’inganno, sento che un cuore ora sta battendo più veloce degli altri, posso vedere il sudore scendere lungo il collo del traditore. Posso specchiarmi nelle pupille dilatate di chi sa di avere violato il sacro giuramento, di avere sporcato il marchio che dovrebbe portare con orgoglio!-
Improvvisamente Lord Voldemort allungò un braccio e, senza che apparentemente avesse fatto nulla, un vento impetuoso scosse la nera folla e, come incatenato da fili invisibili, uno degli uomini incappucciati venne catturato e trascinato al centro della radura, davanti all’Oscuro Signore.
-…Nooooooo…- urlava l’uomo, dibattendosi e perdendo così la maschera che indossava - …Noooo…non ho fatto nulla, lo giuro!!!-
Narcissa era a pochi passi dal punto in cui l’uomo si agitava in terra e poteva vederne bene il volto. Aveva una quarantina d’anni e il suo viso era madido di sudore. Sembrava folle di terrore.
-…Kenneth…- mormorò Voldemort, fissando il volto dell’uomo, che continuava a scalciare cercando di rimettersi in piedi - …Non giurare, non mentire davanti al tuo Signore, io so quello che hai fatto…- poi si rivolse nuovamente alla folla – Incontri segreti, miei compagni…tresche, ordite contro di me! Contro di voi! Chiacchierate amichevoli con…Albus Silente!- quest’ultimo nome venne quasi sputato, come se fosse veleno, e da tutti i presenti si sollevarono grida di condanna, insulti o anche semplicemente versi animaleschi di furore.
Narcissa comprese, con un brivido, di stare assistendo ad un vero e proprio processo collettivo. Un processo sommario.
-…Noooo!...- continuava ad urlare Kenneth, che sembrava incapace di dire qualcos’altro.
Lord Voldemort lo sovrastava e l’uomo tentava disperatamente di rimettersi in piedi, ma vanamente. L’incantesimo del quale era vittima lo teneva relegato nella stessa posizione di una tartaruga costretta a stare sul guscio: una tartaruga condannata a morire.
- La mia clemenza, la mia generosità!- arringava intanto l’Oscuro Signore, come il più abile degli avvocati – La vostra amicizia, la nostra lotta!Tutto ciò che noi sogniamo, tutto ciò a cui ambiamo, tutto è stato ripudiato per sentimenti quali paura, vigliaccheria, ingordigia…il vil denaro ha mosso quest’uomo!Le promesse comode del Ministero! Il nostro grande disegno preso e gettato come se fosse letame!-
Nonostante la tensione, Cissy non poteva fare a meno di essere ammaliata da quell’uomo. Il suo modo di parlare, di muovere le mani, il suo sguardo.
Sbirciò nuovamente Bellatrix che sembrava totalmente soggiogata e non staccava gli occhi un solo istante dalla figura snella, vestita di nero, che si muoveva elegantemente al centro di quel palcoscenico naturale offerto dagli alberi secolari.
Alla fine Voldemort tacque, e passò qualche istante di reale e immobile silenzio.
Poi, egli si volse verso il gruppetto composto da Evan Rosier, Lucius, Narcissa e Bellatrix.
I suoi occhi indugiarono un istante di più sul volto pallido della bionda ragazza, strettasi inconsapevolmente al mantello del giovane Malfoy.
-…Lucius…-
Mormorò solo quella parola il Signore Oscuro e poi allungò lievemente il braccio, invitando il ragazzo a raggiungerlo.
Narcissa sollevò il volto di scatto, a guardare il bel profilo del suo promesso appena celato dalla leggera maschera, e vide una goccia di sudore scendere lentamente dalla tempia di lui, fino all’incavo del collo.
Il respiro di Lucius si era fatto più corto e le labbra erano pallide.
Rosier gli lanciò uno sguardo di pura e autentica compassione.
-…Va..sai che non puoi sottrarti…- gli sussurrò, in maniera quasi impercettibile.
Lo sguardo di Lucius saettò un attimo sul viso di Cissy, che lo fissava con gli occhi sgranati.
Lord Voldemort attendeva e Kenneth sembrava aver perduto ogni energia e si dibatteva sempre meno.
A Narcissa ricordava un pesce preso nella rete, che perde la propria forza vitale istante dopo istante.
Lucius sembrava indeciso e i secondi passavano, allora l’Oscuro Signore si avvicinò lentamente e sorrise amabilmente.
- Fai attendere il tuo Signore?- sussurrò, posando una mano sulla spalla di Narcissa e attirandola a sé gradualmente, fino ad avvolgerla sotto il proprio mantello.
Gli occhi del giovane ebbero un guizzo, mentre osservava il pallido volto della ragazza emergere dalle pieghe del mantello, che pareva un nero sudario.
Narcissa non capì mai bene come, ma intuì che Lord Voldemort voleva che Lucius facesse qualcosa. Qualcosa di terribile e che, se il giovane si fosse rifiutato, ne sarebbe andata di mezzo lei, la sua stessa vita.
Così raddrizzò la testa e si mostrò tranquilla, celando l’espressione spaventata che sapeva bene di avere sul volto.
I due ragazzi si fissarono per qualche istante, poi Lucius sfoderò la bacchetta e si diresse a passo deciso verso il centro della radura. Verso Kenneth.
Quando arrivò in prossimità dall’uomo disteso in terra, divaricò leggermente le gambe e puntò la sua arma.
-…No…ti prego…- lo pregò l’altro.
Accadde in un attimo.
Lord Voldemort girò il volto di Narcissa verso di sé, in modo che non potesse vedere la scena, e incatenò gli occhi grigi della ragazza ai propri.
Cissy non seppe mai perché l’avesse fatto. Per risparmiarle quella vista? Impossibile. Molto più probabilmente per poter studiare l’orrore sul volto di lei.
- Avada Kedavra!- declamò in tono chiaro Lucius.
Cissy sentì dietro di sé una forza mostruosa che sembrò piombare dal cielo e, con gli occhi sgranati, osservò la potente luce verde riflettersi negli occhi del Signore Oscuro.
Un istante dopo era tutto finito.
Lord Voldemort le sorrise e la lasciò andare; lei rimase dov’era, senza avere il coraggio di voltarsi.
Sentì un mantello scivolarle sulle spalle e si rese conto di stare tremando.
- Su, era un traditore…non c’era altra via…- le sussurrò Evan Rosier con tono impacciato, studiando il volto pallido e sconvolto della ragazza.
Poi sopraggiunse Lucius che, con un solo sguardo, allontanò l’altro ragazzo.
- E’ ora di andare a casa. Non dovresti essere qui.- le disse, asciutto.
C’era qualcosa in quella voce….rimprovero? Rabbia? Cosa? Narcissa non riusciva a capirlo.
E lei cosa provava? Lucius aveva appena ucciso un uomo.

‘Non aveva altra scelta…’ si disse, sapendo che era la verità ‘ Se tu non fossi stata qui, forse…’
Si voltò verso il giovane, voleva scusarsi, voleva dirgli che non avrebbe mai più interferito, che capiva.
Ma non disse mai nulla.
Voltandosi, lo sguardo venne irresistibilmente attratto dal corpo senza vita di Kenneth e, con orrore, vide che la manica sinistra gli era stata sollevata: un mago incappucciato si era chinato sul povero corpo ed ora, con la punta della bacchetta, stava letteralmente bruciando la pelle dove era inciso il Marchio Nero.
Fu troppo.
Senza dire una parola, Narcissa scivolò lentamente verso Lucius e perse i sensi. Il buio calò su di lei e non seppe più nulla.


Poco lontano, nascosta dagli alberi più fitti, una figura coperta completamente da un lungo mantello bianco osservava la scena.
Improvvisamente si inchinò e rimase in attesa.
- Mi compiaccio…- sussurrò Lord Voldemort, che era giunto dinnanzi all’esile figura - La tua vista è lunga, sapevo che potevo fidarmi…-
- E’ un privilegio per me…- rispose la figura incappucciata, con un strana voce arrochita – I traditori debbono essere puniti…il sangue va lavato via con altro sangue…esisto per servirti, mio Signore…-
- E così deve essere!- approvò l’Oscuro Signore – Ora puoi ritirarti.-
-Si, mio Signore…- sussurrò con devozione la bianca figura, rialzandosi lentamente, ma Lord Voldemort era già scomparso e lei si trovava nuovamente sola.
Mosse un passo e osservò la radura poco lontana, che pian piano andava svuotandosi.
Gli occhi si soffermarono sul terzetto composto da Lucius, che teneva in braccio Narcissa priva di sensi, e da Bellatrix.
I tre si smaterializzarono e scomparvero.
La misteriosa figura si morse le labbra e poi sollevò entrambe le braccia al cielo, come se stesse comunicando con la volta celeste. Nel compiere quel gesto, le esili braccia si scoprirono e misero in mostra il Marchio Nero. Ma non solo, tutta la pelle era coperta da fitti tatuaggi, che sembravano avvolgere le braccia come un unico, lungo, serpente nero.
Dopo qualche istante, passato in quella silenziosa ma intensa conversazione svolta con chissà chi, la figura svanì e sulla radura ormai vuota si spensero i riflettori e calò il sipario.
Lo spettacolo era terminato.


FINE VENTICINQUESIMO CAPITOLO

  
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