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Autore: AintAfraidToDie    19/03/2009    8 recensioni
"I was just like you, gave it my everything.
But nobody loves me and its driving me insane.
So who's the bitch now?"
Lasciami in pace, Gerard Way.
.Frerard.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Fifth Period Of Soul's Massacre
Genere: Romantico; Introspettivo; Triste
Rating: Arancione
Avvisi: Slash; OneShot
Personaggi: Frerard
Riassunto: I was just like you, gave it my everything.
But nobody loves me and its driving me insane. So who's the bitch now? Lasciami in pace, Gerard Way.


“Fifth Period Of Soul's Massacre”



I was just like you, gave it my everything.
But nobody loves me and its driving me insane.

So who's the bitch now?*



“Vaffanculo.Vaffanculo di cuore, Way.”

Potrei riassumere in una significante parola quel che ora sento necessario di dirti. Un eloquente “vaffanculo”, magari pure urlato, che esce dritto dal mio cuore. Nient'altro mi serve; non necessito di ritrovarmi davanti la tua allegra faccia per dedicarti la mia rabbia. Basta poco.  
In realtà so che vederti ancora renderebbe il tutto più difficile. Sentirmi osservato per l'ennesima volta dai tuoi occhi così infinitamente profondi, quel tuo fottuto sorriso appena accennato; piccoli accostamenti di emozioni che mi istigherebbero ad odiarti. Ma non cambierebbe nulla, neppure se riuscissi a mostrarti la mia ugola vibrante mentre urlo il mio dolore su un palco che ora come ora non divido più con te. Adesso non sei il mio vocalist, troppo occupato a recitare una parte che non ti calza a dovere. Sei un fottuto doppiogiochista, Gerard Way. Te l'ha mai detto nessuno?

Non voglio più tornare indietro sui miei passi, correrò a perdifiato avanti ed indietro per questo sentiero che da solo mi sono tracciato e, se qualcuno proverà a fermarmi, penso proprio che sprecherà inutilmente il suo tempo. Voglio continuare a pensare che se mai tu busserai di nuovo alla mia porta sarò capace di rispedirti al mittente, dalla tua cara mogliettina, che molto probabilmente ti starà aspettando nel vostro nido d'amore.
Hai fatto le tue scelte? Anche io ho fatto le mie, cazzo. Cosciente del fatto che mi pentirò di non averti più accanto, sto scacciando da tempo dalla mia testa l'idea che potrei morire dentro.
Ma cosa mi consiglieresti di fare, tu che sei così bravo nello scappare dai problemi?
Mi hai pian piano obbligato a tessere una sottile tela di disprezzo tra me e te, e non c'è cosa che possa farmi più male. Da quando abbiamo smesso di essere semplicemente noi? Adesso che non ci sei più da troppo tempo, non posso fare a meno di sentire un impellente bisogno di dimenticarti. Vorrei tu scomparissi.


... or is this how I disappear?


Sei stato unicamente tu la causante di tutto; ecco cosa mi ripeterò finché non mi sentirò adeguatamente appagato. Ormai da mesi non necessito né di obbiettività né di sensi di colpa, quindi penso che potrei smerdarti fino a far sì che la tua immagine cominci sempre di più ad assomigliare a quella del peggiore degli stronzi, ad una puttana d'eccellenza, a qualcosa di infinitamente lurido e disprezzabile.
Sei una troia splendida, Gerard. Questo l'ammetto e non lo negherò mai. E sei tu, sei sempre e solamente stato tu l'egoista e il bastardo della situazione. Sei marcio e nemmeno te ne rendi conto.


Eppure anche attaccarti non riesce a farmi stare meglio.
No, non riesco a scorticare dalla mia mente questa strana voglia di morire...


Can't find my way home,
but its through you and I know

what I'd do just to get back in his arms.


Ti amo più di ogni altra cosa, fottuto Way.


~

“Pronto?”
“Mikes, scusa. Ti ho svegliato?”
“Ciao, Frankie! No, figurati. A che cosa devo questa tua chiamata?”
“Beh, volevo avvertirti che... cioè, io e Jam ci sposiamo.”
“Cosa?! Frank, ma quand-”
“L'abbiamo deciso da poco, è una cosa un po' improvvisata.”
“Capisco... ma va tutto bene?”
“Tutto apposto. Senti, ora devo staccare però mi chiedevo se magari tu potresti... ?”
“Beh, certo. Lo dico io a Gee, non ti preoccupare.”
“Grazie, Mikes.”
“Di nulla, amico.”


~

Solo adesso mi rendo conto di come io abbia passato i miei ultimi giorni; aspettando una tua telefonata, o qualsiasi altra cosa che mi avrebbe fatto capire che almeno un po' te ne importava.
Sto vivendo con la consapevolezza che in conclusione non te n'è mai fottuto niente di quel noi che di conseguenza esisteva solo nella mia testa. Eppure ci ho sempre stupidamente creduto, Gee.
Mi sto per sposare, sto per portare all'altare una donna che da anni mi sopporta, che mi ama incondizionatamente. E non è il fatto che quel che sto facendo è solo una ripicca nei tuoi confronti a farmi stare male; assolutamente no! Ciò che mi sta facendo maledettamente soffrire è non averti vicino a me, adesso. Sono proprio un figlio di puttana, ecco.


... e penso che a mia madre chiederò perdono un altro giorno.


Lo sai che domani mi sposerò e stanotte passerò la mia intera notte di addio al celibato in completa solitudine, guardando film horror di bassissima qualità alla televisione e mangiando caramelle gommose fino a sentirmi male? Anche pensandoti, ovvio. Credo che sarà la mia attività principale.
Sei il mio chiodo fisso, e nemmeno il pensiero della mia futura moglie in balia di uno strip club per sole donne riesce a sortirmi rabbia o disgusto.
Mi chiedo se tu sia contento di come mi hai ridotto, Gerard. Mi hai sempre disprezzato così tanto oppure è stata tua moglie a farti divenire sofferto nei miei confronti? Le mie sono ormai solamente parole dettate da quel fottuto sentimento chiamato gelosia.
Questa è invidia verso la tua donna e basta, rendetene conto e cerca di non avere pena di me.
Alla fin fine sono semplicemente umano, non credi?


I'm just a man, I'm not a hero.


Dlin dlon. Il suono quotidiano del campanello mi sveglia dai miei pensieri riavvolgendomi in un attimo nel triste mondo chiamato realtà. Estremamente stravaccato sul divano a cinque posti color verde acido che tutti i giorni raccoglie il mio corpo in sovrappeso, mi domando abbastanza sconvolto e scazzato chi cavolo possa suonare alla porta targata Iero alle undici e mezzo di sera.
Qualche idiota in cerca di rogne?

Mi alzo stancamente dall'imbottitura della sedia; addosso solo un paio di boxer grigi comprati in non so quale discount ed una maglietta alquanto vecchiotta dei Misfits. Con adeguata lentezza e barcollando un bel po' mi costringo ad andare ad aprire la porta, anche solo per osservare e di conseguenza frantumare la faccia di merda che ha avuto il coraggio di venire a rompere le palle a quest'ora di notte in casa mia. Apro l'uscio in maniera graduale, preparandomi fisicamente allo sferrare un bel pungo, ma lo richiudo con uno scatto quando mi ritrovo davanti due occhi dal colore indefinibile che mi scrutano con insistenza. Quegli stessi occhi per cui vivo.
“Frank, che cazzo fai. Apri, santiddio.”
Che diavolo ci fai alla porta di casa mia, Gerard Arthur Way?  
Dovresti per un attimo prendere fiato, chiudere quell'assurda boccaccia che ti ritrovi e pensarci su.  Anche se ti conosco, anche se so quanto tu sia spesso fottutamente impulsivo. Sono totalmente consapevole del fatto che raramente riesci a renderti conto delle tue stesse azioni; eppure penso proprio di meritarmi una soluzione per tutto questo, sai?

“Vattene, Way. Non voglio né vederti né parlarti.” cerco di assumere un tono autoritario, una voce che da dietro questa sottile porta di legno d'acero possa risultare almeno un po' seria. So che i miei sforzi risultano vani; non sono tanto imbecille da non riuscire a capire che il suono uscito dalla mia bocca è palesemente incrinato dal mio respiro affannato. Ho incrociato i tuoi occhi per meno di cinque secondi e solo questo è riuscito ad incasinarmi l'anima. Mi distruggi.
“Da quando sei diventato un fottuto bambino capriccioso, Iero?!”
Credo di riuscire perfettamente ad immaginare l'espressione padrona sul tuo volto, in questo preciso istante. Nasino all'insù contratto in una smorfia indispettita, sguardo leggermente corrucciato e quei tuoi capelli finalmente di nuovo lunghi spettinati, inevitabilmente in balia del vento.
Perché non sono io il fottuto bambino capriccioso, tesoro. Non lo sono mai stato.
E mi chiedo come tu non faccia a capire che queste tue esclamazioni acute non fanno altro che confermare la mia affermazione. A volte sei proprio infantile.

Non ti rispondo.  Non ho più fiato in gola; me l'hai tolto semplicemente guardandomi, credo.
Ti sento pesantemente sospirare, davanti al mio silenzio. Poi un sussurro fioco.
“Dio, ti prego Frankie. Apri questa porta... ho bisogno di vederti.”
No, Way. Perché sei sempre così bravo ad abbindolarmi? M'illudevo, in una mia immaginaria convinzione, che grazie a questa tua prolungata assenza il potere che hai sempre esercitato su di me si fosse almeno un po' affievolito. Stupidamente mi sbagliavo. Come se fossi un robotico servo rispondo subito al suono della tua voce, aprendo di scatto la porta ed accorgendomi dopo poco dell'azione precedentemente fatta. Che diavolo mi succede? La tua figura mi spiazza.
Seppur siano passati anni dalla nostra prima convivenza musicale, ancora non mi sono abituato a guardati; ogni giorno con te è come se fosse il primo. Il tuo corpo, ogni parte del tuo fottuto corpo, mi uccide. Odio quando sei struccato, mi sembri ancora più ingenuo ed innocente di sempre. Stranamente - ironia della sorte, forse - oggi nemmeno un filo di fondotinta o di matita sul tuo volto. Fanculo ancora, Way.


I'm in the basement, you're in the sky.


Mi lanci improvvisamente un'occhiata soddisfatta, osservando il mio fisico completamente bloccato davanti al tuo. Ecco i piccoli sprazzi di malizia del vero Gerard; il Gerard che si compiace davanti all'ennesima prova che sì, sono fottutamente e allegramente sottoposto al suo volere.
Ti fiondi su di me, spingendomi velocemente addossato al muro del corridoio. Chiudi la porta principale con uno slancio, provocando di conseguenza un forte “bum!” che riesce a discostarmi quasi del tutto dai miei assurdi quanto monotoni pensieri.
Adesso però sono i tuoi occhi l'unica cosa in cui mi costringo ad affondare.
"Frankie...” sapresti spiegarmi per quale fottuto motivo il mio nome assume un significato diverso quando è pronunciato dalla tua bocca?
Riesci a sussurrare sillabe comunissime trasformandole in sinfonia, e questa cosa mi manda davvero in tilt. Quanto vorrei che l'unico nome da te sempre dettato fosse il mio.
Il mio cervello sta cominciando lentamente a liquefarsi, mentre vai ad abbracciarmi le spalle, uno di quegli abbracci che tanto amo. Il nostro inusuale accostamento di braccia e ossi che riescono a riscaldarmi l'anima; vorrei sprofondare e perdere i sensi adesso.
"Frankie... mi manchi terribilmente.”
Sussulto rumorosamente, quando sento queste tue parole morirmi a ridosso della clavicola. Il mio corpo trema, ma tu sembri non farci caso Cos'ha appena detto, quest'uomo?
"Gee... Cristo Santo." discosti il viso dalla mia pelle tatuata, lanciandomi un'occhiata sorpresa. Cos'è che riesce a turbarti, il mio tono duro oppure la vibrazione del mio fisico? Il mio corpo e la mia anima necessitano di te, ma il primo ti vuole ed il secondo ti scaccia.
Quale dei due vincerà, Gee? Perché sono stanco, stanco di te e dell'effetto che mi fai.
Sto per cascare e non me ne importa nulla.
Ma ciò che assassina il mio cuore è sapere che tu nemmeno te ne accorgi...  

"Mi odi così tanto, Frank?” uno sguardo da cucciolo indifeso ed infinitamente dolce si affaccia sul tuo volto, mentre vai a stringermi un po' più stretto. Mi domando se questa sia un'innocente insicurezza o semplicemente l'ennesimo modo per deviare il discorso.
Fottuto faccino tenero e fottuta vicinanza col tuo corpo. Potrei collassare seduta stante, e ammetto che l'idea mi pare quasi allettante.
Vorrei urlarti che no, non ti odio, ma che ogni volta che ti vedo le mie certezze se ne vanno a fare in culo. Sai, è molto semplice dedicare le proprie bestemmie ad un poster attaccato al muro con protagonista la tua faccia, ma averti qui accanto a me fa tutto un altro effetto.
Chissà se tu provi lo stesso. “Quanto vorrei saperti odiare... Gee, mi distruggi.”
"Frank... io no-”
"Hush, hunny. Io non voglio le tue scuse, non voglio che nulla esca dalla tua bocca. Ogni cosa che dici continua a far aumentare il vuoto che mi porto dentro. Quanto ti amo non lo so nemmeno io...
Ed ecco l'ennesima prova che Frank Iero è un codardo.
Perché no, non ce la faccio a staccarti da me e mandarti via. Questo sbilenco e melenso discorso che mi è appena uscito dalle labbra con un non nulla è riuscito a farmi capire che mai avrò la forza di dirti quel che veramente penso; forse per paura di farti del male, forse per timore di farmi del male.

Sono fottutamente pazzo, e la mia malattia mentale si chiama Gerard.
Dottore, esiste la cura?


Now you wait. Like a drug, like the change in the pain.
It goes on for so long.


"Frankie...”
"Basta. Basta ti prego.” con un quasi inudibile sussurro mi costringo a lasciarmi andare al corso degli eventi, abbandonandomi del tutto al calore del tuo abbraccio. Riesco a smontare la tensione portando le mie braccia a stringere lievemente la tua schiena, mentre le tue candide mani continuano a tenermi stretto per le spalle.
"Santiddio, volevo fare l'incazzato almeno oggi ma sono veramente un incapace...” un risolino isterico si affaccia alla mia bocca mentre mormoro in maniera quasi incomprensibile, baciandoti lievemente una guancia. “Mi spieghi come cazzo fai a manipolarmi come fossi un burattino?”
Ti sento soffocare qualche parola al mio orecchio, prendendo poi possesso delle mie mani ed andandole a far combaciare al tuo sedere. Quella parte del tuo fisico che io ritengo estremamente eccitante, e tu lo sai.
"E se per una volta... per questa volta, fossi tu a trattarmi come una bambola?” soffi sensuale, premendo lentamente il tuo corpo addossato al mio. “Uhm, sì, sono la tua bambola ora. Ti va?
Enfatizzi con estrema lussuria tutte le parole che compongono la frase da te appena pronunciata, leccandoti a scatto le labbra. Sì, perché Gerard è ovviamente questo tipo di persona. La gente lo venera, leggendo i testi delle sue canzoni potrebbe arrivare a pensare che sia un depresso, qualcuno che ha sofferto tanto nella sua esistenza - ma no, Gerard può anche esser stato male, ma la sua è quasi del tutto una condizione mentale. Chi non lo conosce non può saper quanto bastardo e cinico possa essere. Mi sono ritrovato ad amare un individuo involontariamente lunatico, estremamente egoista ed  incapace di capire i sentimenti degli altri. Che sfiga del cazzo.

Avrai capito anche solo una fottuta cosa di tutto quello che ti ho appena detto?
Mi domando e mi rispondo da solo; quasi certamente no, questi tuoi discorsi non mi danno modo di pensare in altra maniera. Ogni giorno che passa la mia idea di te peggiora, eppure non posso fare a meno di necessitarti.
Vorrei possedere abbastanza coraggio per poterti spingere il tuo corpo lontano dal mio, urlarti insulti dietro e sbatterti fuori casa. Magari salutarti con la manina, sussurrando un “bye bye Gee”.
Ma no, cazzo. Quel tuo sguardo malizioso, il tuo fiato sul mio collo... tutto questo mi lascia capire che anche per questa volta rimarrò sotto il tuo controllo. Mi chiedo come io faccia ad amare un essere tanto subdolo. Non capisci, non riesci a capire che ogni tuo respiro riesce a trafiggermi lo sterno. Starò ancora al tuo gioco, Gee. Ma riuscirò mai ad arrendermi all'idea che tu non sei mio?


Because we were the light in the tunnel...


Mi avvicino al tuo viso, facendo finalmente combaciare le nostre labbra in un bacio casto.
Qualcosa di relativamente soffice, un veloce contatto di morbidezza che sprizza malizia da tutti i pori. “Sei la mia barbie, Gee?” adesso sto fingendo, indosso una maschera del tutto formata da bugie e da un cinque per cento di sensualità.
Questa  faccia che tu stai amando tanto non mi appartiene, lo sai?
Un tempo riuscivi a capirmi, un tempo riuscivi ad amarmi. La nostra complicità è svanita alla stessa velocità in cui i miei urli sono del tutto scomparsi dalle nostre nuove fottute canzoni.
Questa cosa riesce a spaventarmi; se te lo dicessi mi rideresti in faccia. Eppure vorrei aprirti il mio cuore ancora per un'ultima volta, prima di metterlo in un forziere blindato ed abbandonarlo chissà dove nell'oceano.
"Certo, honey.” gemi ancora qualche sciocca frasetta sui miei capelli oleosi, andando poi con uno scatto a premere la mia bocca sulla tua. Sussulto appena davanti a questa tua azione non so perché inaspettata, per poi infilarti rudemente almeno mezzo metro di lingua in gola. Ti esploro la cavità orale, mentre sento il tuo corpo lievemente annasparmi addosso.
"Fr-ank...” mi stacco un attimo, quasi incerto davanti alla tua espressione soffocata.
Alterno momenti di tormento a scatti di ira, me ne rendo perfettamente conto.
Ma adesso non posso fare a meno di pensare che da oggi in poi non mi lascerò intimidire dal tuo faccino timido, non avrò più pena di te. Non questa volta, non ora che dentro me riesco ad avvertire un focoso vulcano pronto ad esplodere. C'è qualcosa nella mia anima che mi tormenta, ed urlare in un microfono non riesce più a portarmi sollievo. Voglio farti del male, Gerard.
Anche se non riuscirò mai ad intaccare la tua anima, anche se non sarò mai abbastanza cattivo.
Ti amo troppo, ecco a che fottuta conclusione sono arrivato. Fanculo.


... but without you, I'm nothing.


"Sei la mia bambola, non puoi rimangiarti le parole. Stai zitto, Gee.”
Provi a mugolare qualcos'altro, mentre vado a ribaltare le nostre posizioni. Il corridoio di casa mia non è un bel posto in cui farlo, ma penso che mi accontenterò.
Le mure fredde, la posizione scomoda. Tutto ciò è quel che noi non siamo mai stati, eppure l'idea di lasciarti andare per spostarci in un altra stanza non mi tocca per nulla. Penso che mi sbatterò il tuo corpicino qui, proprio accanto all'intonaco rovinato. È questo quello che vuoi, Gee?

E mi ritrovo con evidente tristezza a pensare che so come tutto questo finirà. Ci baceremo finché non ci consumeremo a vicenda; ed allora penserò che mi piacerebbe morire con le tue labbra appiccicate alle mie. A volte la tua bocca sa davvero di veleno, ma continuerò a baciarti ancora, ancora e ancora, con la tua lingua a ridosso della mia in un intreccio articolato e quasi inagibile, il tuo sapore dolce amaro completamente stampato nell'apparato del gusto ed un leggero formicolio alle gengive sanguinati. Mi mordi sempre; quasi come se tu fossi un feroce animale affamato della mia carne, quasi come se la cosa che ti premesse di più fosse farmi del male.
Poi ti leverò i pantaloni con un'occhiata maliziosa, mi spoglierai con frenesia e ci ritroveremo semplicemente nudi. Il tuo corpo perfetto completamente circuito dal mio fisico, il tuo viso arrossato e la voglia liquida nei miei occhi che me li spegnerà del tutto.
M'implorerai e non saprò dirti di no. Non ho mai saputo dirti di no.
Ed è da tempo che va avanti questo tuo giochetto, eppure m'illudevo; m'illudevo con false parole che tutt'ora galleggiano ritmicamente nella mia mente. I tuoi gemiti e i tuoi ansimi vorrebbero stordirmi ancora, ma stanotte non glielo permetterò. Mi sto rassegnando, Gee.

You are a lie, and I am the liar.


Non mi appartieni. Credo proprio che prima o poi me ne renderò completamente conto e, te lo giuro, potrei morirne. Molto probabilmente il mio cuore stanco si fermerebbe, ed io smetterei di vivere in mezzo ad un inutile quanto schifoso amplesso. Perché questo è soltanto del fottuto sesso, sesso che tu mi costringi a fare per compiacerti. E, quando entrerò nel tuo corpo, le lacrime non usciranno dai tuoi occhi, ma dai miei.


Credimi, quando ti urlo che ti amo. Credimi, quando ti urlo che sei la mia vita.

Credimi, quando ti urlo che te ne devi andare.


Perché sei tu, soltanto tu il carnefice che sta attuando da troppo tempo il massacro della mia anima.


"This face means nothing, these hands hold nothing.
I'm here, this heart is yours.
Our love never dies.


Fischiettavo nel tuo orecchio, quando ancora dormivamo tutte le notti insieme in un unico letto e facevamo l'amore appena potevamo. Sempre sfiancati, sudati e sporchi. Eppure felici.
Canticchiavo, mentre tu sorridevi. E questo mi bastava, sai?


Adesso penso che se mai vorrò morire, resterò accanto a te e t'implorerò di non abbandonarmi.
Però ora permettimi di andarmene, per favore.



Owari



Note:

 *Canzoni i cui pezzi modificati e non fanno da colonna portante della fic: “5th Period Massacre” by LeATHERMOUTH - “My Way Home is Through You” by My Chemical Romance - “Welcome to the Black Parade” by My Chemical Romance - “English Summer Rain” by Placebo - “Cellar Door” by Escape the Fate - “Tunnel” by The Used - “Without You I'm Nothing” by Placebo - “My Love Note Has Gone Flat” by LeATHERMOUTH - “Bodysnatchers 4 Ever” by LeATHERMOUTH  

Doveva essere una Lemon... ma non ce l'ho fatta, la mia parte pudica ha vinto ed ecco questo troiaio T.T Scritto quasi interamente con sottofondo di Frankie cattivo mode:on, si può quindi capire la vena bastarda ed incazzosa che questa fiction distintamente ha. Un Iero stufo di tutto, della sua vita e di ciò che ha combinato. Stufo dell'amore profondo che prova, che lo uccide giorno dopo giorno, ma che non riesce a estirpare. Un Frank che mi assomiglia molto, un Frank che stimo. Forse è per questo motivo che questa fic, seppur non mi piaccia più di tanto, me la sento molto vicina. In questa storia c'è molto di me, diciamo.

Beh, che dire oltre. Spero vi possa piacere, yeye. La dedico, come mio solito, a due persone speciali: Twinna mia, che lei per me c'è e ci sarà per sempre, lo so; ed alla mia donna collegamentare, Sory. Due grandi donne potenti e fighe. U_U

Me lo lasciate un commentino, vero?



AintAfraidToDie
 
  
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