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Autore: Bens_S    05/02/2016    1 recensioni
Sabo era un uomo vecchio, non si era ancora arreso all'incedere degli anni e continuava con il suo mestiere, il cacciatore di draghi. Sorrideva pensando a quanti soldi avrebbe guadagnato con i profitti dell'ultima commissione che gli era stata affidata, il Re in persona aveva ordinato la cattura di un drago. Finalmente avrebbe potuto godersi gli ultimi anni della sua vita senza lavorare. Quel mestiere non era per tutti e persino lui, che conosceva i segreti di quelle terre, sentiva che con la vecchiaia ogni missione si faceva sempre più pericolosa. Persino camminare per qualche chilometro iniziava ad essere complicato.
Ad interrompere il suo flusso di pensieri fu la vista di un giovane esemplare che si stava abbeverando al lago della Luna. Sabo sorrise, i giovani erano sempre i più facili da catturare.
[Quinta classificata al contest "Cavalieri dei Draghi" indetto da Najara87 e vincitrice della menzione speciale "miglior colpo di scena", partecipante al contest "The Witcher (Concorso a tema Fantasy medievale)" indetto da Deidaradanna 93"]
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Pochi giorni lontani dalla città bastavano per far dimenticare a un uomo la terribile puzza che la assediava, Sabo fece qualche profondo respiro sperando di abituarsi il prima possibile all'odore, sorrise pensando che sin da quando era giovane era sempre la stessa storia e si sorprese di non essersi ancora abituato. Le vie di Valhel erano tanto strette da far temere che il carro non riuscisse a passarci e le poche persone che vi si aggiravano, probabilmente dirette verso il mercato, si allontanavano il più velocemente possibile terrorizzate dal drago. Anche se immobile le squame specchiate confondevano terribilmente chi non era abituato a vederle, era la migliore arma che la bestia possedeva: oltre a essere una solidissima corazza, permetteva all'animale di mimetizzarsi alla perfezione.
Per un attimo Sabo si preoccupò per il drago, il ritmo del suo respiro era affannoso ed  essendo appoggiato sul suo fianco poteva chiaramente sentire il cuore pompare ancora più velocemente di prima. Il terrore dalla città e da tutte quelle persone era riconducibile alla sua condizione di vulnerabilità. Se continuava con quel ritmo il paralizzante avrebbe smesso di fare effetto prima del previsto, in ogni caso a breve sarebbe stato nelle affidabili mani di mastro Guein e non sarebbe stato un suo problema. 
L'ennesimo flebile lamento della bestia fece scoppiare a ridere Wulfrich.
"Ti sembra possibile che una creatura tanto grossa e possente, per di più nel fiore degli anni, sia intimorita da qualche persona e un po' di galline? I miei figli sarebbero sconvolti se sapessero che il possente drago del Re trema come una foglia davanti alla lavandaia!"
Sabo rise con lui e gli dette ragione, si parlava spesso di quali terribili bestie fossero i draghi. Si diceva che fossero demoni venuti sulla terra per portarvici il fuoco degli inferi e bruciare tutti i dannati prima che arrivasse la loro ora, per togliergli ogni possibilità di redenzione.
L'ennesimo lamento causò nuova ilarità tra i due uomini, se il Re avesse visto il suo nuovo acquisto in quello stato non avrebbe dato a Sabo nemmeno una moneta di bronzo. Il cacciatore ripensò con orgoglio che tra tutti gli uomini che praticavano il suo mestiere sua Maestà aveva scelto proprio lui per catturargli una preda degna della corona. 
In generale qualunque drago sarebbe andato bene, per questo Sabo non si era preoccupato molto durante la caccia e si era limitato a catturare quello nel territorio più vicino a lui. Se l'animale fosse stato giovane sarebbe stato più facilmente addestrabile e avrebbe servito la corona per più tempo, se fosse stato vecchio le dimensioni e la forza avrebbero fatto colpo, una femmina avrebbe generato dei discendenti e un maschio sarebbe stato simbolo di forza e virilità, tuttavia un giovane maschio avrebbe sicuramente fatto colpo sul Re.
Con un secco movimento Wulfrich frenò i cavalli di fronte al portone di una bottega, finalmente erano arrivati da Guein. Dopo aver bussato non poche volte un uomo particolarmente grasso e vestito umilmente venne ad aprire. Vedendo il cacciatore sorrise e lo salutò calorosamente, probabilmente il carico che portava con se' lo avrebbe fatto guadagnare molto.
Non servirono parole per far capire al mastro ciò che gli veniva richiesto, chiamò il suo apprendista per portare gli attrezzi. Spostare una bestia così grossa e pesante non era
 mai facile, inoltre bisognava calcolare che dovevano farla entrare in uno spazio ristretto. 
Diversi tronchi furono posizionati da sotto il carro fino al centro della bottega, facendoci scivolare sopra il drago il trasporto non sarebbe stato molto complicato ed ecco che nell'arco di un'ora erano riusciti nell'intento. 
Il negozio era piuttosto grosso e apposta zia spoglio. Su una parete erano ammassati strumenti di ogni tipo e un grosso camino acceso riscaldava l'ambiente, sopra al fuoco vi era una struttura che probabilmente veniva utilizzata per i metalli. Ogni cosa era in ordine, nel loro lavoro non potevano permettersi di perdere tempo a cercare strumenti, soprattutto quando vi era fretta. I tronchi furono velocemente riposti contro una parete, il drago da solo occupava circa due terzi del locale.
Non avevano molto tempo, nel giro di qualche ora l'effetto del paralizzante sarebbe passato e non potevano somministrargli un altra dose senza il rischio di danni permanenti. Guein afferrò due grosse lime e ne diede una al giovane Jorio, aveva lavorato su soli tre draghi ed era già più bravo di persone che lo faceva da anni.
Iniziarono a limare le squame e ad accorciarle all'attaccatura della zampa, era come se stessero seguendo una fascia che circondava l'arto. Erano delle squame terribilmente dure e nonostante l'efficacia degli attrezzi ci voleva comunque molto tempo prima che si riuscisse a vedere la pelle dell'animale. 
"Sabo, vai subito a chiamare Mastro Arrin, digli che per il suo aiuto lo pagherò bene. ah, digli di portare anche suo figlio." 
Nonostante l'apparente calma dell'uomo Sabo capì l'urgenza del compito. Se la bestia avesse avuto dei danni nessuno di loro avrebbe guadagnato una sola moneta, era importante assicurarsi di non correre il minimo rischio di fallimento. In meno di mezz'ora il cacciatore era riuscito a farli venire alla bottega, promettendo tuttavia una grossa ricompensa. 
I due nuovi arrivati si concentrarono sull'attaccatura tra la testa e il lungo collo. In poco più di due ore i quattro uomini erano riusciti a ripetere l'operazione in tutte le giunture del drago. La sua pelle era bianchissima e molto sottile, si potevano vedere i vasi sanguigni e i muscoli sottostanti. Mastro Arrin iniziò a spiegare al figlio, che aveva solo nove anni, il perché avessero faticato tanto per vedere una così misera frazione di pelle. La sua voce era dolce, il ragazzo aveva iniziato da poche settimane quel lavoro e l'uomo aveva terribilmente paura che non ne fosse all'altezza. Loro si occupavano delle bestie di nobili e sovrani, non potevano permettersi errori di distrazione, o di trascurare particolari per la paura. 
"Thio, ti avevo già spiegato a cosa servono le squame specchiate, lo ricordi? Bene, ora osserva bene questa pelle. È delicatissima, c'è una ragione anche per questo, non temere. Questa durissima corazza che lo ricopre non fa passare assolutamente nulla, lo protegge da attacchi nemici, ma non lascia passare nemmeno il vento o l'umidità, per questo la pelle è così chiara, non ha mai visto il sole. La vedi così delicata perché non le serve ulteriore protezione, però guarda cosa succede se la sfioro."
La bestia emise un lamento straziante, non vi era dolore più grande per un drago.
"Hai visto bambino mio? È molto sensibile per una ragione, pensaci bene, lui vola alto nel cielo e deve capire bene il tempo, un leggero cambio di direzione del vento o un solo grado di differenza potrebbero fare la differenza durante la caccia e quindi deve poterle sentire. Ti ricordi quello che abbiamo detto prima? La corazza è tanto spessa da non lasciare passare nulla, ma se il vento la colpisce o la temperatura sale le squame saliranno anch'esse, anche se di pochissimo, di temperatura, oppure emetteranno delle piccolissime vibrazioni causate dal vento, la pelle deve essere sufficientemente sensibile da poter cogliere questi cambiamenti."
Mastro Guein era rimasto in silenzio per tutta la durata della spiegazione, ricordava quando suo padre gli aveva fatto un discorso simile, si avvicinò al bambino e lo guardò attentamente, sembrava troppo debole per quel lavoro, tuttavia le squame le aveva limate bene.
"Vedi la loro perfezione ragazzo? Non puoi mettere a confronto il nostro corpo con il loro, sono le bestie degli Dei. Nel momento in cui li cacciamo o li ammaestriamo diveniamo superiori a loro e ciò è incredibile. Non vivremo tanto quanto loro, ne' avremo mai un corpo indistruttibile come questo, ma nel momento in cui li sottomettiamo per un solo istante diventiamo forti quanto delle divinità. Guardalo e beati della sua paura, lui ti teme perché ora sei il più forte."
Mentre parlava Guein si era allontanato e aveva iniziato a prendere delle lunghe catene, il bambino si accorse che indossava dei guanti molto spessi, probabilmente perché l'intero lato di esse era ricoperto da minuscole lame. Con diverse pinze legò ogni catena in corrispondenza delle fasce di pelle scoperta. Ogni lama distava poco più di due millimetri dal derma del drago, in questo modo quando l'effetto del paralizzante sarebbe passato non avrebbe comunque potuto muoversi. Qualunque azione, seppur minima, avrebbe fatto toccare la pelle con le lame e il dolore sarebbe stato insopportabile.
Thio si mise a tremare dalla paura quando vide il padre afferrare il muso del drago e aprirgli le fauci a forza, il terrore aumentò ancora di più quando Mastro Guein infilò la mano, ricoperta da una strana sostanza marrone, all'interno di esse. Il bambino non voleva mostrare a suo padre la sua paura, non sarebbe stato fiero di lui altrimenti, ma non riuscì a trattenere due grossi lacrimoni. Si voltò verso Sabo e l'apprendista, di cui ignorava il nome,  per vedere se anche loro erano impauriti quanto lui. Lo guardavano e ridacchiavano, erano riusciti a trovare qualcuno più impaurito del drago.
Il padre, accortosi dello strano comportamento dei due uomini, riprese a parlare. Non voleva che suo figlio si disonorasse in quella maniera.
"Ora stiamo ricoprendo di oli e fanghi la parte finale della mandibola di questo ragazzone, in questo modo non gli sarà possibile fare la scintilla che gli permetterebbe di sputare fuoco. Credo che per almeno tre settimane non sarà in grado di abbrustolire nemmeno un pollo."
Compiuta anche quest'operazione il bambino vide il padre avvicinarsi al cacciatore, che aveva già preparato un sacchetto pieno di monete, e sorrise nel prenderlo. Salutò con un gesto i presenti e andò via insieme al figlio senza nemmeno controllare che i soldi fossero giusti. Nel loro lavoro non era possibile truffare gli altri poiché erano troppo importanti. Le voci si spargevano il fretta e in caso di necessità se ci si fosse ritrovati soli la propria vita sarebbe stata a rischio.
Intanto Mastro Guein non si era preso un solo istante per riposarsi, aveva iniziato a far fondere il ferro in un piccolo contenitore sopra al grosso fuoco. Bisognava fare in modo che si capisse a prima vista che non era un comune drago ma la bestia del Re. 
Quando il metallo ebbe raggiunto il punto di fusione chiamò il giovane Jorio in modo che lo aiutasse. 
Sabo si allontanò senza salutare, era meglio non disturbarli in momenti tanto delicati.
Mastro Guein aveva spiegato più volte il procedimento al ragazzo ma aveva paura non fosse sufficientemente bravo. Mentre versava, molto lentamente, il ferro fuso su una delle squame della coscia osservò attentamente il giovane impedire ad esso, con strumenti appositi, di colare e poi con un martello modellarla per definire e migliorare la forma dove vi erano imperfezioni. Era un passaggio molto importante, se più squame si fossero saldate le une alle altre il movimento dell'arto sarebbe stato compromesso.  Quando Mastro Guein fu soddisfatto, fece spostare il ragazzo di una trentina di centimetri, era importante non lavorare mai a due squame vicine consecutivamente. La prima non sarebbe stata ancora fredda e maneggiando gli strumenti si rischiava di rovinarla urtandola per sbaglio, inoltre il rischio che si saldassero aumentava esponenzialmente. Jorio guardò per un lungo istante il drago, probabilmente il veleno stava smettendo di fare effetto proprio in quel momento. Sperò con tutto se' stesso che non si muovesse, avrebbe potuto farlo sbagliare.
  
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