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Autore: Laly of the Moonlight    06/02/2016    0 recensioni
In una notte buia e tempestosa, le strade di Karyl, giovane elfa dagli occhi verdi, e Khynd, un cacciatore umano, si incroceranno casualmente tra le pareti umide di una grotta.
Una conoscenza nata in maniera accidentale, ma destinata a cambiare completamente la vita di entrambi. Per sempre.
Terza classificata al Contest “Cavalieri di Draghi” indetto da Najara87 sul forum di Efp.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Qualche mese dopo, Karyl si ritrovò a vagare per le stesse foreste in cui aveva conosciuto il cacciatore umano.
Era una splendida giornata di inizio autunno e una lieve foschia aleggiava negli strati più bassi del bosco. I raggi del Sole filtravano attraverso il manto rossastro delle foglie sovrastanti arrivando fino al terreno, creando un'atmosfera quasi surreale.
La ragazza rabbrividì leggermente, stringendo ulteriormente i lembi del mantello onde evitare i morsi gelidi della bruma che avviluppava ogni cosa nel suo candido abbraccio.
I suoni giungevano ovattati alle orecchie dell'elfa, attutiti dal pavimento di foglie morte che in quel periodo dell'anno ornava il sentiero e tutti i tratti liberi di terreno.
Tutta presa dallo spettacolo di luci e ombre, Karyl se ne stava col naso all'insù ammirando gli uccellini variopinti che gorgheggiavano placidamente nella tranquillità del luogo. Ed ecco che uno dei suoi piedi scivolò su alcune foglie umide, facendo finire la ragazza a gambe all'aria.
- Ohi ohi ohi ohi. - si mise seduta, massaggiandosi platealmente la schiena e continuando a lamentarsi.
Si rialzò in piedi, imprecando contro la propria sbadataggine e approfittò della sosta forzata per tirare fuori dalla sua bisaccia la mappa di suo padre. Le dita aumentarono la presa sulla pergamena per un momento e la tristezza si impadronì del suo volto, mentre la ragazza ripensava al genitore defunto. Scacciò via quelle brutte sensazioni e si concentrò sui segni vergati sul pezzo di carta. Secondo i suoi appunti, la grotta che l'aveva ospitata quella notte tempestosa non doveva essere molto lontana.
Ripose la mappa e si avviò lungo il sentiero, percorrendolo finché non trovò un piccolo viottolo leggermente nascosto da alcuni cespugli. Era poco più grande del letto di un ruscello montano, ma la ragazza sapeva che era ciò che stava cercando.
Percorse il tracciato per tutta la sua lunghezza, raggiungendo la caverna e trovandola, ovviamente, vuota.
“Chissà cosa mi ero aspettata di trovare...”
La ragazza guardò sconsolata l'entrata buia, mentre la tristezza si impadroniva di lei ancora una volta.
“Chissà perché desidero rivedere quell'uomo...”
Lanciò un rapido sguardo ai dintorni, poi scosse la testa, si voltò e riprese il cammino verso il luogo da cui era venuta.

Nascosto tra i cespugli che punteggiavano la radura, il cacciatore dagli occhi blu osservava la scena, divertito.
“Chi non muore si rivede...eh, Karyl?”

Karyl ripercorse la strada che aveva fatto all'andata, giungendo alla cittadina poche ore prima del tramonto, quando il Sole colorava di rosso le mura bianche e il mare su cui si affacciava il piccolo porticciolo, prima di sparire dietro le alte cime montuose ad Ovest. Guardando verso l'orizzonte, la sua attenzione venne catturata da una vista piuttosto insolita: due velieri erano ancorati nelle vicinanze del porto, poiché troppo grossi per poter attraccare direttamente alla banchina. Le imbarcazioni erano di legno scuro, i boccaporti dei cannoni vuoti come orbite prive di occhi.
Non erano navi elfiche e non erano soliti ricevere visitatori dal mare, quindi la ragazza si chiedeva chi potessero essere le persone sbarcate.
I pochi elfi che si trovavano sul pontile non sembravano preoccupati o intimoriti dai nuovi venuti, eppure Karyl aveva un brutto presentimento.
Con un peso opprimente a livello del petto, la ragazza si diresse a passo spedito verso la costruzione più imponente della città, il palazzo del governatore, in cui abitava insieme alla madre.
Ivi giunta, una delle cameriere la informò dell'arrivo di un ricco mercante dall'Ovest, invitato dalla Duchessa sua madre per un banchetto di benvenuto, come esigeva la tradizione ospitalità elfica. L'elfa dagli occhi verdi sospirò al pensiero di doversi sorbire una cena completa di etichetta e bon ton. Sconsolata, si avviò verso le proprie stanze, dove un buon bagno caldo levò di dosso il sudore e parte dei pensieri negativi che affliggevano il suo animo.
Uscì dalla vasca rilassata e di umore decisamente migliore, ma la vista dell'abito, disteso sul letto, le fece storcere la bocca.
Odiava quel tipo di vestiti, il corpetto le stringeva sulla vita e sul petto, rendendole difficile anche il semplice respirare, mentre la gonna rischiava di farla inciampare più spesso di quanto non succedesse normalmente.
Una volta pronta inspirò profondamente, uscì dalla propria stanza, scese le scale e si avviò verso la sala da pranzo, da cui proveniva un sonoro vociare.
Aprendo la porta si ritrovò davanti una tavolata piuttosto ricca, sia di portate che di ospiti. Al suo arrivo tutti quanti si voltarono verso di lei, mentre la madre si alzava in piedi sorridendo.
- Oh, mia cara, finalmente sei tornata. Lascia che ti presenti il signor Rivok, un mercante che viene dalle terre dell'Ovest. -
- Oh, quindi voi dovete essere Karyl, la figlia della Duchessa Silwing. È un piacere fare la vostra conoscenza, Altezza. -
- Il piacere è mio, Signore. -
Senza aggiungere altro, la ragazza avanzò a testa alta fino ad arrivare alla tavola imbandita e sedette alla destra della madre. Da quella posizione ebbe modo di osservare meglio l'uomo presentatole come Rivok, che stava esattamente di fronte a lei. Durante la cena sostenne piacevolmente la conversazione con i nuovi arrivati, onde scoprire qualcosa in più sul loro conto, senza però sembrare indiscreta.
Il suo intuito da guerriera, infatti, le diceva che quell'uomo aveva qualcosa di strano, ragion per cui lo tenne d'occhio durante tutta la cena, fingendosi interessata alle sue chiacchiere.
Arrivati al dolce, la ragazza aveva ottenuto molte informazioni sull'ospite: oltre al nome, aveva rivelato essere un ricco mercante intento a tracciare una nuova rotta per il commercio di beni preziosi come spezie, sale e tessuti. Nel tentativo di scoprire un nuovo itinerario, più economico e breve, stava cercando piccole cittadine portuali come quella per permettere alle proprie navi uno scalo sicuro in cui rifornirsi di cibo e acqua dolce in cambio di parte delle merci trasportate.
L'uomo si affrettò inoltre ad aggiungere che già altre città avevano accettato questo semplice ma vantaggioso accordo.
Eppure, Karyl non era del tutto convinta della proposta fatta dal loro ospite.
L'uomo sosteneva di essere un semplice mercante, ma il suo corpo diceva ben altro. Sotto i raffinati vestiti in tessuto damascato, risaltava infatti un fisico che sembrava temprato da una vita di guerra, più che da quella di un semplice marinaio.
Aveva un atteggiamento guardingo, i suoi occhi guizzavano spesso da un lato all'altro della stanza, senza apparente motivo: i tratti distintivi di chi è abituato a guardarsi le spalle.
Tratti che la ragazza conosceva molto bene.

Alla morte del marito, la Duchessa Silwing decise di occuparsi soltanto delle faccende burocratiche, lasciando le incombenze militari al Capitano Litharas.
Karyl, dal canto suo, chiese ed ottenne la possibilità di studiare scherma insieme alle truppe militari che un tempo erano sotto il comando di suo padre.
I soldati furono ben contenti dell'interessamento della figlia del precedente Comandante, dato che quello nuovo non era di loro gradimento: era un uomo meschino e spregevole, che amava comandare dalle retrovie piuttosto che combattere in prima linea.
Durante il suo addestramento, la ragazza ebbe la possibilità di vedere più di una volta i corpi dei propri compagni di sesso maschile temprati dalle battaglie e dagli allenamenti quotidiani, per questo poteva dire con certezza che l'uomo presentatosi come Rivok aveva molto in comune con i guerrieri, ma ben poco da spartire con i mercanti.

Così, quando l'uomo si congedò, dichiarando una grande stanchezza dovuta al lungo viaggio, Karyl decise di seguirlo di nascosto.
Con la scusa di un gran mal di testa, la ragazza prese congedo dalla madre e si rifugiò in camera sua. Buttò sul letto tutti i vestiti che indossava, sostituendoli con abiti scuri e comodi. Come tocco finale, si gettò sulle spalle un mantello con cappuccio, in modo da coprire i lineamenti femminili ed il volto.
Silenziosa come un gatto, sgusciò fuori dalla stanza, per poi uscire senza far rumore da una delle finestre del piano terra della Reggia della madre, incamminandosi per le vie silenziose della cittadina. Sapeva che l'uomo si era diretto ad uno dei due vascelli per riposare, anche se non sapeva quale. Decise quindi di prendere una scorciatoia, giungendo al porto appena in tempo per vedere la scialuppa dei marinai staccarsi dalla banchina fiocamente illuminata, dirigendo la prora verso la nave più grande, ancorata sulla sinistra e più lontano rispetto all'altra.
Attese nell'ombra, osservando la scialuppa accostarsi alla grossa imbarcazione di legno reso ancora più scuro dall'oscurità. Dal parapetto della nave venne gettata una scala di corda, per permettere a tutti di salire a bordo e godersi una buona notte di sonno.
La ragazza attese ancora, finché non notò varie luci cominciare ad illuminare la cabina del capitano, situata sotto il castello di poppa.
Fu solo in quel momento che iniziò ad elaborare un piano per poter ottenere nuove e preziose informazioni.
Si tolse il mantello ed entrò in acqua da una spiaggetta poco lontana, poco più che una laguna piena di giunchi e sterpaglia, l'ideale per non essere scoperta. Nuotando lentamente e sotto il pelo dell'acqua, giunse alla chiglia della nave.
Nonostante la temperatura non fosse elevata, le finestre vennero comunque aperte per dare aria alla camera, impregnata della puzza di chiuso e sudore. Grazie a questa piccola disattenzione da parte dei forestieri, Karyl ebbe modo di sentire le voci di due uomini, impegnati in una conversazione piuttosto fitta.
Uno dei due si muoveva parecchio, facendo cigolare le assi del pavimento della stanza, impedendo così alla piccola spia di seguire il discorso nei dettagli. Alle orecchie della ragazza giunsero soltanto dei frammenti di discorso, piuttosto oscuri per di più.
- Sì, ne sono consapevole, tuttavia... -
- Non c'è di che preoccuparsi...dovrai avere pazienza... -
- Gli uomini ai valichi... -
La ragazza trattenne il fiato.
Uomini ai valichi?
In quel momento, le finestre della cabina vennero chiuse e la luce spenta. Karyl capì che non avrebbe più sentito nulla per quella sera, quindi tornò indietro, sulla terraferma. Uscì dall'acqua in mezzo alle canne, tenendo la schiena curva onde non essere vista. Stillante d'acqua, guadagnò la riva, per poi sedersi sulla spiaggia semi-nascosta, rimuginando su quanto aveva scoperto e attendendo che gli abiti smettessero di gocciolare.
“Hanno parlato di uomini ai valichi...ma in città nessuno parla di intrusi o di nomadi accampati vicino alle montagne! Il che significa che se sanno qualcosa non hanno avvertito né mia madre né il Capitano delle guardie.
Ammettiamo che non sappiano chi sono questi forestieri. Per quale motivo se hanno un'informazione del genere non hanno detto niente a nessuno?
No...è chiaro che sanno chi sono questi uomini...ma qual è il loro obiettivo, allora? Devo vederci chiaro...devo andare a controllare. Partirò domattina dicendo che andrò a fare un'escursione e che starò via qualche giorno, nessuno si insospettirà.”
Con questi pensieri, la ragazza riprese la via di casa, rientrò furtiva al palazzo, chiudendosi poi la porta di camera sua alle spalle.

  
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