Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony
Segui la storia  |       
Autore: Everian Every    06/02/2016    1 recensioni
(Forte presenza di autori)
Diavolo, non ho idee per il titolo... bah, pazienza.
Primo: la storia è a scazzottate. Cioè, non è un torneo, ma si basa sulle scazzottate lo stesso.
Secondo: la storia è DAVVERO piena di scazzottate.
Terzo: la storia tratta di un gruppo di ragazzi, rapiti da diversi universi paralleli dallo strano individuo di nome Omino di Mai, il quale li obbliga a combattere contro il Supremo Nero per impedirgli di conquistare il mondo. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere il terribile nemico? O saranno sconfitti? E poi... Le cose saranno davvero come l'Omino vuol far credere?
Dal testo:
""è una battaglia senza speranza allora." fece notare Xurst, corrugando la fronte.
"Non ho detto questo." ribadì Gioyglory con pazienza.
"In effetti lo hai detto." la apostrofò di nuovo il rosso, fissandola con sguardo carico d'odio.
Gioyglory sospirò.
"Diciamo che l'esito è totalmente sotto il controllo di Nero." concluse infine, facendo calare un silenzio inquietante sul gruppo."
Enjoy This :D
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Si sono fermate." si lamentò Xurst, battendo un piede per terra. "Perché si sono fermate!?"
Scagliò con rabbia un dardo di ruggine nera contro un ciclope della prima fila. Il colpo saettò a velocità irragionevole, trapassando l'occhio di centinaia di Rovine, finendo nell'atmosfera e da lì scomparendo nello spazio.
"VOGLIO UCCIDERE ANCORA!" strepitò il rosso, ricoprendosi di una strana ruggine violacea. Questa sembrava avere tutte le caratteristiche della ruggine nera, tuttavia non si limitava ad assorbire ciò che la circondava. Era un vero e proprio buco nero sull'orlo del collasso!
Gioyglory, vincendo con non poca fatica la forza gravitazionale esercitata dalla ruggine ad iper massa non ancora abbastanza sviluppata per essere davvero una minaccia, gli toccò il petto e il ragazzo si calmò tutt'a un tratto, facendo svanire la ruggine innaturale.
"Non farti prendere dall'odio, Xurst. Sei tu che devi usarlo per i tuoi fini, non il contrario."
Il rosso la guardò un po' contrito, poi si accovacciò a terra, fissando il vuoto.
"Allora, Gioyglory? Che facciamo adesso?" chiese Xoen, che stava appoggiato ad uno dei pilastri della torre di cristallo, le braccia incrociate sul petto. Emanava una luce fortissima, tanto da essere paragonabile ad una stella. Non era facile guardarlo direttamente.
La donna sospirò.
Lars e Dark stavano riposando, Grim non riusciva a tornare il Victus di sempre, ma continuava a provare, rimpicciolendosi e ingrandendosi a scatti. Strange camminava avanti e indietro attendendo con impazienza.
"Dobbiamo parlare di Nero." disse infine lei, sedendosi su una maceria.
"Che altro non ci avete detto? Su, tanto sono abituato, ormai, a voi altri e ai vostri segreti dell'ultim'ora." disse l'Eon, avvicinandosi.
"Non voglio che pensiate a me come ad una disfattista, ma..." disse lei, inspirando "Non possiamo pensare di andare là sotto e vincere. Non possiamo permettercelo. Sarebbe un imperdonabile errore."
"Stai scherzando vero? Perché se mi dici che abbiamo fatto tanta strada per poi andare al suicidio di gruppo ti strozzo. Sarai una bella donna, ma giuro che ti strozzo!" esclamò Lars, alzando la testa.
"Non ho detto questo. Dico solo che non potete pensare di essere alla sua altezza."
Xurst scoppiò a ridere.
"Ragazza, di, ma hai visto, no, dico, hai visto quel cazzo che ho fatto a quei maledetti figli di puttana là fuori? Io gli spacco la testa, gli strappo le viscere, gli estraggo la spina dorsale. Paura della Paura? AH! Fa paura quanto un lecca-lecca alla menta!"
"Non conosci il suo potere!" gridò lei, così carica di frustrazione da farli ammutolire tutti. Strange si bloccò, dandole le spalle. Ora aveva l'attenzione di tutti.
"Parlacene, allora." la incitò con freddezza proprio Strange, sempre di spalle.
Sospirò.
"Nero è un'emozione. Non c'è nulla da fare. Non solo ha il potere di manovrare il mondo a suo piacere, che è il potere di colui che è detto capo, il mastro. Ma è anche dentro di voi. Pervade la vostra mente e il vostro essere. Non c'è immunità a questo. Potete non provare emozioni. Ma fintanto che avrete un'essenza, quindi finché esisterete, in qualsiasi modo... sarete suoi burattini. Potrebbe semplicemente prendere la vostra essenza e manipolarla, in modo da privarvi di ogni facoltà, mutandovi in oggetti inanimati. Siete come plastilina nelle sue mani. Lui potrebbe decidere di darvi la morte, e voi non potreste fare nulla per impedirglielo. Potrebbe prendere possesso della vostra mente, della vostra anima, dei vostri poteri e del vostro corpo, e voi non potreste fare nulla per fermarlo. Ora è al sessanta per cento. è al vostro stesso livello. Ma lui ha qualcosa in più rispetto a voi. Lui non può essere cambiato. Semplicemente perché è già tutto. Ogni cosa lo contiene, ogni cosa è direttamente amministrata da lui e da quelli come lui. Se lui vorrà combattere con noi, sarà solo per sfizio."
Tutti la fissavano.
"È una battaglia senza speranza allora." fece notare Xurst, corrugando la fronte.
"Non ho detto questo." ribadì Gioyglory con pazienza.
"In effetti lo hai detto." l'apostrofò di nuovo il rosso, fissandola con sguardo carico d'odio.
Gioyglory sospirò.
"Diciamo che l'esito è totalmente sotto il controllo di Nero." concluse infine, facendo calare un silenzio inquietante sul gruppo.
"Beh, non mi importa. Io devo tornare a casa. E non mi fermerà certo uno spauracchio patetico." disse duramente Strange, estraendo la chiave che con fatica aveva estratto nella Cappella e inserendola nella fessura segreta del podio del cuore di cristallo.
"Credevo non ti importasse della famiglia di Lelq." sussurrò Xoen con un tono provocatorio.
Strange lo sentì, ma lo ignorò. Lelq era pur sempre una parte importante di lui. Non poteva permettersi che per il suo dolore lui fosse indebolito.
"Se dobbiamo andare," disse ancora la donna "sarà opportuno che tutti voi attiviate le vostre carte. Quindi Dark, Strange..."
Il ragazzo pensatore non se lo fece ripetere. Il dolore alla testa, dovuto al segno maledetto che l'Omino aveva posto su di lui per limitare le sue capacità e così impedire a Nero di usarle appieno, era insopportabile. Con il potenziamento sperava di rimettersi almeno un po'.
Estrasse la sua carta e la poggiò sul petto, venendo illuminato da una intensa luce viola. Quando la luce fu svanita, la carta era scomparsa, risucchiata nell'essenza del giovane. I suoi occhi divennero rossi come il sangue e il suo corpo fu scosso da un fremito. Fece scrocchiare le ossa del corpo con piacere e si alzò, sgranchiendosi le gambe. Si sentiva bene. Benissimo. TROPPO BENE.
Al contrario Strange non fece nulla. Tutti lo guardavano e lui guardava tutti con fierezza e indifferenza.
"Non userò una patetica droga. Sono a posto così." tagliò corto quando vide che quelli non davano segno di voler muoversi senza una sua reazione.
"Se proprio ti vuoi ammazzare." disse Xoen, passandogli in parte e inserendo la seconda chiave.
Dark mise la terza senza una parola, ancora intento a saggiare i nuovi poteri. La forza che Nightmare gli aveva fatto provare non era niente paragonata a quella! Avrebbe dovuto fare un patto coi Supremi molto prima!
Le Rovine li fissavano ebeti, ondeggiando come alberi intorno alla piazza. Erano placidi, nulla a che fare con la muta furia omicida di poco prima.
Ad un tratto si misero a vibrare, quelle con la bocca la aprirono e lanciarono stridii orribili che pervasero l'aria, rimbombati dai muri degli edifici mezzi distrutti.
Il terreno si illuminò, accecandoli tutti.
Quando la luce si fu placata, si ritrovarono in una sala dalla volta altissima. Era enorme. Ci sarebbero stati diecimila kaiju lì dentro, e anche belli larghi.
Il soffitto era tanto alto da essere invisibile.
In mezzo alla sala dalle pareti liscie e grigie, illuminata da una luce fioca proveniente da chissà dove, si ergeva un portale alto cento metri almeno. Lars lo fissò cupo e gli si accosto, poggiando le mani sulle ante, mentre Xoen e Strange vi camminavano intorno, constatando come non portasse da nessuna parte.
Era una porta priva di senso.
Subito Strange pensò a Discord. Il sentimento di nostalgia di Lelq per quel serpentone lo invase, ma non lo diede a vedere.
Il gigante di acqua e fuoco spinse con tutte le sue forze, ma l'ingresso non si mosse di un millimetro. Anche Dark cercò di aiutare.
Con il suo nuovo potere, fu uno scherzo per lui trasformarsi proprio in un super-kaiju dalla forza devastante, ma il portale restò immobile.
Grim e Xurst lo colpirono con due getti uno di ruggine e uno di energia nera, ma, nonostante i loro poteri facessero si che ogni cosa venisse distrutta dai loro attacchi, la pietra semplice e insignificante con cui quel coso era costruito restò intatta.
Era uno sberleffo, una presa in giro alla loro forza. Erano diventati dei, e non sapevano aprire un cavolo di portale? Uno smacco imperdonabile da aggiungere alla lista di motivi per voler picchiare Nero.
Gioyglory si avvicinò alla porta e tutti si allontanarono, percependo una strana energia provenire da lei.
Le bastò sfiorare il portale. E questo si aprì. Ma non si aprì ne in avanti ne indietro. Le ante semplicemente svanirono. La donna sorrise, svanendo con loro.
Tutti restarono immobili.
"Sei riuscito ad ingannarci tutti, eh?" mormorò lei poco prima di scomparire del tutto.
"..."
"..."
"..."
"Aspetta, cosa?" esclamò sbalordito Xurst fissando il punto in cui lei era svanita.
"Diavolo, non me lo aspettavo." fece Strange lievemente basito.
Lars era sconvolto. Guardava con gli occhi sbarrati il terreno, senza muovere un muscolo.
"No..." mormorò.
"Ehy, amico, che ti prende?" chiese con il vocione reso più grave dalla stazza Dark.
"NO!" gridò Lars, emettendo un flutto di fiamme che investì tutti i presenti.
Solo Strange ne risentì, ma Xoen prontamente lo difese con una barriera.
"Diavolo." commentò Strange. Non era in grado di resistere ad una fiammella? Era scocciato da quei potenziamenti!
"NO NO NO NO!" Lars continuava a gridare, con Darksaurus che cercava di trattenerlo, senza molti risultati, visto che quando cercava di toccarlo, quello lo respingeva.
Muovendosi scompostamente, il gigante elementale oltrepassò il portale con un gomito, svanendo a sua volta.
Tutti ammutolirono. Dark tornò normale. Aveva una buffissima espressione di sorpresa in volto.
"E ma è un vizio!" esclamò, allargando le braccia.
"Già. Già. Chi va adesso?" chiese spazientita una voce alle loro spalle.
Tutti si voltarono. Davanti a loro c'era l'Omino di mai che li fissava con interesse, come se stesse guardando un film molto intrigante. Aveva anche i pop corn in mano. Il piede batteva sul terreno mostrando la sua fretta.
"Tu!" disse con aria truce Xurst, avvicinandoglisi.
"Io!" disse l'Omino.
"Io ti..." il rosso fece per colpirlo, ma il ragazzo schioccò le dita e li fece tutti attrarre verso il portale da un risucchio poderoso.
"Non c'è tempo! Non c'è tempo!" gridò loro mentre uno dopo l'altro venivano fatti scomparire dentro il passaggio inutile.
Si ritrovarono tutti nella stessa sala. Forse addirittura ingrandita.
Solo che il portale non c'era più. Al suo posto si innalzava, grande quanto una montagna, una gigantesca meridiana. L'ombra proiettata dall'ago sulla sua cima stava per raggiungere il numero zero.
"Io" esordì Strange "ho smesso di capirci qualcosa dieci minuti fa."
Era successo tutto così in fretta da non permettere loro di rendersi conto che qualcosa stava davvero accadendo.
Era stato come un sogno. Tutto, dal loro arrivo in quel mondo morto, al loro ingresso nella Cripta, tutto era passato come un brutto incubo di cui già ricordavano poco o niente. E quel luogo strano, ancora più tetro, in effetti, di quello da cui forse erano partiti, sembrava ai loro occhi come un riflesso in uno specchio c'acqua, increspato e incerto.
Davanti alla meridiana stava Nero. Dava loro le spalle e fissava la gigantesca scultura. Sembrava non averli notati. I capelli color sabbia si muovevano come mossi da una corrente d'acqua dolce e leggera. Stringeva tra le mani l'elsa della spada senza lama che aveva rubato a Gioyglory.
Dall'altro lato della camera oscura, lontanissimo viste le dimensioni del posto, si scorgeva una figura scura, anche se non si poteva capire chi fosse e cosa stesse facendo.
"È già morto!" ringhiò Xurst, lanciandosi all'attacco.
Ricoprì la mano con della ruggine normale, poi con ruggine nera, infine con ruggine violacea. Una trivella gigante aveva sostituito la gran parte del suo arto.
Corse silenzioso e letale, percorrendo in pochi secondi le centinaia di metri che lo separavano dal bersaglio.
Il colpo fu parato con un clangore assordante.
Da cosa non si poteva sapere, perché non c'era nulla tra la punta della trivella e la testa del Supremo.
"Perché vi ostinate a provarci nel modo sbagliato, zuzzurelloni?" commentò con tono sfottente Nero, voltando appena il capo per poter vedere Xurst. L'occhio destro era quasi del tutto trasformato nella runa che caratterizzava quei demoni, ma ancora le linee si confondevano tra di loro, rendendo il disegno impreciso e liquido.
"E perché tu ti ostini a NON MORIRE!?" gridò Xurst, facendo esplodere la trivella. I frammenti di ruggine si impiantarono ovunque, corrodendo il terreno e facendo nascere una piccola foresta di grappoli letali.
Ma Nero non era più lì.
"Ops, ti ho fatto sbagliare! Potrai mai perdonarmi?" chiese sempre più provocatorio.
Gli diede un tocco lieve con due dita sulla guancia.
"Non lo sai che io sto utilizzando tutti i vostri poteri decuplicati, in questo momento?"
Una pressione fortissima si manifestò sulla guancia del rosso, facendogli letteralmente saltare in aria la testa, che si rigenerò.
"E sai che a me non me ne frega un cazzo?" ringhiò, girandosi e tirandogli un calcio coperto di ruggine sul costato.
Nero si piegò a molla senza smettere di sorridere. Però la ruggine non lo contaminò. Al contrario, la gamba viola e nera di Xurst si incrinò, frantumandosi e rigenerandosi a velocità impressionante.
"Ma che peccato." commentò dispiaciuto il Supremo, che, una mano dietro la schiena, usò l'altra per tagliare a metà il ragazzo, scagliando per la potenza del colpo le due parti lontano un centinaio di metri.
Il rosso ruggì di rabbia, rigenerandosi sia dalla metà superiore del corpo, sia da quella inferiore, creando due nuovi Xurst.
Uno dei due si ricoprì di ruggine nera e si scagliò contro Nero. A grandi falcate gli si avvicinò sempre di più, mentre il metallo di cui era fatto cambiava colore, diventava più fluido e flessibile, lo faceva sentire più forte, più agile, più feroce. L'altro lo imitò facendo un giro più ampio per accerchiare il bersaglio.
Due mostri viola, simili a spezzoni di una montagna frastagliata, si pararono davanti al demone sorridente, e lo infilzarono senza pietà, creando grappoli di ruggine che si espansero nel suo corpo fino a farlo diventare una statua violacea.
Ma Nero non era così facile da sconfiggere. Nero era forte. Era arrogante. Era testardo!
La ruggine iniziò a ribollire come fosse lava e ad ondeggiare. Mentre i due Xurst iniziavano a rimpicciolire, a tornare normali, il corpo del Supremo si ingrandì, diventando un mostruoso essere ghignante, con un occhio viola scuro e uno bianco come neve.
Alzò una mano.
I due ragazzi avevano ancora le mani imprigionate nel suo corpo da quella ruggine che stava espandendosi dai piedi di Nero su tutto il terreno circostante. Si stavano trasformando a loro volta in statue, ma non per loro volere, bensì per il potere soverchiante del mostro che li fissava schernendoli.
Li avrebbe risucchiati nel suo corpo come una cellula che si ciba di batteri più piccoli e si fortifica, se Xoen non fosse intervenuto.
Colpì il fianco del mostro con una spallata. L'onda di energia che si propagò fece sbattere il Supremo contro la titanica meridiana di roccia, crepandone la superficie. Una pioggia di polveri e detriti coprì il nemico, precludendolo alla vista.
"Presta più attenzione, Xurst. Dobbiamo combatterlo insieme." lo ammonì l'Eon, mentre gli altri li raggiungevano di corsa.
"Dannazione... Ha preso il controllo della mia ruggine..." mormorò il rosso riprendendo fiato.
"Già, e chissà che altro può fare adesso. Non voglio pensare a quando sarà del tutto libero." commentò Lars, che era tornato a dimensione normale. Era bizzarro, visto così per intero e non solo di scorcio come quando era gigante. Lingue di fuoco e flutti idrici avviluppavano un piccolo nucleo rosato nel suo petto che pulsava e emetteva a sua volta una fiamma e una cascata che si univano al resto dell'organismo. I suoi occhi mutavano colore costantemente, sicché era davvero difficile guardarli direttamente senza provare un po' di nausea.
"Io invece vorrei vederlo al massimo della forma. Fin'ora mi sta un po' deludendo." rispose Darksaurus, generando una gigantesca ascia dietro di sé che afferrò con entrambe le mani. Anche lui era tornato normale. Dopo l'esperienza delle Rovine, si era capito che essere grossi significava essere un bersaglio facile. In quel momento serviva rapidità.
"Bene. Ora. Come lo battiamo?" cambiò discorso Strange, notando che Nero si stava già rigenerando. Avevano poco tempo per discutere.
"Ho tentato di eliminarlo, ma pare che nemmeno una distorsione spazio temporale riesca a fargli qualcosa." si intromise Grim, con quel suo tono così spento e privo di emozioni da sembrare... morto.
Xoen annuì, guardando il Supremo avvicinarsi. Il suo corpo stava emettendo uno strano fumo bianco.
"Allora?" gridò Nero quando fu abbastanza vicino "Che facciamo? Stiamo qui a girarci i pollici? ATTACCATEMI!"
Il demone strinse saldamente la spada senza lama che gli era comparsa in mano in quel momento e fece per piantarla a terra. Una vampata viola e bianca si dipanò dalla guardia crociata, impiantandosi nel terreno e generando così un violento terremoto che fece spaccare in mille pezzi il pavimento.
Il gruppo si vide messo in difficoltà, con la mancanza di equilibrio derivante da quell'attacco.
Quando il terremoto si sopì, Nero si sfilò con un ampio gesto il soprabito oscuro e lo poggiò sull'elsa, ancora sollevata dalla fiamma. Si sfilò i guanti bianchi e li fece svanire, per poi tirarsi fin sopra i gomiti le maniche della leggera camicia bianca. Si sfilò la cravatta bordeaux e la appese alla giacca a tre code.
La sua pelle si ricoprì di una fitta ragnatela di linee da cui fuoriusciva il fantomatico fumo bianco. Anche il viso si crepò, e l'occhio destro, viola, si stabilizzò su una figura geometrica simile alla quintessenza dei Supremi, ma non ancora completa.
Si scrocchiò le dita e piegò la testa di lato.
Senza giacca, cravatta e cappello a cilindro sembrava decisamente più pericoloso.
E nessuno sapeva perché.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony / Vai alla pagina dell'autore: Everian Every