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Autore: I love chocolate    06/02/2016    1 recensioni
In un mondo dove la magia è proibita e chiunque ne faccia utilizzo rischia il rogo per aver infranto le leggi umane e divine, il destino di un giovane mago, una volta catturato, sembra ormai segnato, ma sarà davvero così? E i suoi quattro carcerieri Athos, Porthos, Aramis e Rochefort lo condurranno davvero alla morte?
E' la prima volta che scrivo in questo fandom ma non per questogli chiedo di essere gentile ,se qualcuno volesse essere così coraggioso da lasciarmi una recensione, anzi...
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Porthos, Rochefort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Destino



Era ormai calata la notte, penso che tutti eravamo distrutti dalle continue pressioni di Rochefort per legare il mago al cavallo e trascinarlo come "l'animale che era"; Porthos, sicuramente più di tutti, era sospettoso ultimamente nei confronti del suo tanto caro amico: era successo solo qualche giorno prima, una sera, in cui lui era particolarmente ubriaco di averlo incontrato  mentre parlava in spagnolo con un uomo incappucciato, solo poche cose era riuscito a capire, tra cui "pagare il debito" e "il re" nella stessa frase, queste le conosceva essendo un esperto giocatore e non promettevano mai nulla di buono insieme. Ma quando al mattino raccontò ad Aramis e ad Athos l'accaduto, essi non gli credettero, considerandolo troppo ubriaco per distinguere la realtà e inoltre gli ripeterono diverse volte che conosceva bene quanto Rochefort odiasse gli spagnoli dopo quello che aveva sopportato, ma Porthos non era convinto. 

 Come dicevo, quindi, era ormai sera, ci eravamo fermati in una piccola radura nel bosco, ben nascosta, il prigioniero era stato saldamente legato ad un albero, mentre Aramis era stato il primo a fare il turno di guardia.  
Il moschettiere era riuscito a resistere a malapena due ore, ma poi, preso dalla curiosità, si avvicinò a quell'albero con un coltello in mano e molto lentamente tolse il sacco di juta e il bavaglio ma rimase sconvolto alla vista. Quello che si trovò al di sotto era solo un ragazzo,   meno di vent'anni, viso magro, quasi scavato dalla fame, eppure quando aprì gli occhi, rivelò uno sguardo pieno di forza in contrasto con la debolezza del suo corpo. Il ragazzo osservò prima Aramis, poi il coltello rivolto al suo collo e di nuovo il moschettiere con quello sguardo minaccioso, senza osare, però, ancora parlare; fu a quel punto che anche Porthos si svegliò. Questo si avvicinò e gli altri due, scioccato da ciò che l'amico aveva fatto, una violazione così diretta degli ordini era molto strana da parte sua.  
Nel frattempo i due erano troppo presi da quel colloquio per fare caso a lui. 
<< Ora ti farò delle domande>> disse Aramis con voce ferma e minacciosa << a cui tu dovrai rispondere senza né aggiungere altro né fare un minimo movimento sospetto. Ti avverto se tenterai di fare un incantesimo me ne accorgerò e le conseguenze saranno gravi. Capito? >> non ricevendo risposta continuò 
<< Prima di tutto, voglio sapere come ti chiami e quanti anni hai >> il ragazzo sembrò confuso e meravigliato per un secondo di quelle domanda, ma poi con tono di sfida e occhi iniettati d'odio rispose: 
<< Non vedo come ti possa interessare. Inoltre per quanto riguarda le condizioni ,che hai messo, per me non hanno alcun senso, in quanto non posso muovermi perché i tuoi stessi compagni mi hanno legato a quest'albero, ne comunque avrei la forza di evocare la mia magia senza restarci secco e credimi non mi interessi così tanto da rischiare la vita per recarti fastidio.>> Aramis a quella risposta rimase inflessibile, lasciò cadere il sacco e la benda a terra e si allontanò senza prestare attenzione all'amico andando a coricarsi dove prima Porthos dormiva.  
Il moschettiere rimasto in piedi si avvicinò al falò, dove qualche ora prima avevano mangiato e afferrò una pentola, non c'era molto dentro, un paio di cucchiai di zuppa al massimo, ciononostante la portò verso il prigioniero e gliene diede un po' senza che lui tentasse nemmeno di sottrarsi.Era talmente affamato che, probabilmente anche se fosse stato veleno, l' avrebbe mangiato allo stesso modo senza battere ciglio.Solo una volta finito gli avanzi, con uno sguardo dubbioso e con parole incerte, chiese in un sussurro 
<< Perché l'hai fatto? >>  
<< Ti aspettano lunghe giornate e non parlo di questo viaggio. Acquistare un po' di forze certo non può farti male  >> il ragazzo sorrise a queste parole con leggera amarezza  
<< Mi sento come un tacchino ingrassato per il macello >> Porthos non rispose all'osservazione, poi afferrando il sacco e il bavaglio disse 
<< Lo sai che te li devo rimettere vero? >> A un cenno di assenso dell'altro si avvicinò, ma proprio in quel momento anche Athos si svegliò. L'uomo osservò la scena intorno a lui con stupore, ma passato questo,si avvicinò ai due dicendo  
<< Lascia, ormai è inutile, se avesse voluto lanciare un incantesimo, lo avrebbe già fatto e non posso escludere che non sia andata così. Comunque ora è tardi, quindi che prenda un po' d'aria. Ora però torniamo a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata.Porthos se vuoi posso montare io la guardia >>  
<< Non preoccuparti amico. Tu già ieri te ne sei occupato, ora riposa un po', sveglierò io tutti all'alba  >> e con un cenno del capo, Athos tornò a dormire così come il ragazzo. Porthos, invece, si andò a sedere accanto ad Aramis, intuendo che l'amico doveva essere ancora sveglio e attendendo che tutti gli altri fossero profondamente addormentati, gli domandò 
<< Perché l'hai fatto? >> il moschettiere si mostrò leggermente meravigliato per essere stato smascherato dal suo finto sonno,  ma in fondo, avrebbe dovuto sapere quanto Porthos lo conosceva bene.Si mise seduto in modo da poter conversare più comodamente e rispose 
<< Non riesco a fare a meno di guardarlo e vedere in lui Marsac >> si interruppe un secondo, viso contratto dalla forza avvolgente di ricordi tanto dolorosi, ma poi con un po' di fatica continuò a parlare<< anche lui era un mago lo sai? È così che ci ha salvato, ma è dovuto scappare per non essere giustiziato. Non era giusto! Non aveva fatto altro che salvarmi la vita! ma se fosse stato preso, sarebbe stato anche lui condannato a morte. E ora Porthos guardalo anche tu, non è che un ragazzo, non ha nemmeno vent'anni! Che male può aver fatto al mondo, tanto da dover essere giustiziato?  A parte il fatto di essere nato con dei poteri che altri non hanno, mentre tutto intorno brulica di ladri, stupratori e assassini impuniti. Ciò che volevo era sapere e sapendo capire perché quest'ignoranza mi sta uccidendo>> Porthos non sapeva cosa dire alla confessione dell'amico, non l'aveva mai visto in questo stato, a tal punto sconvolto dal dolore che non riusciva quasi a trattenere le lacrime al pensiero del caro amico morto, ma dopo qualche secondo disse con non poco sforzo qualche parola  
<< Non c'è una spiegazione, abbiamo scelto di diventare moschettieri del re, di seguire tutti i suoi ordini, non importa dove conducano, persino alla morte. Purtroppo Aramis non spetta a noi decidere cosa è giusto, l'unica cosa che possiamo fare, è rendere confortevole per quel ragazzino quest'ultimo viaggio a Parigi e una volta lì pregare che sarà giudicato nel modo più imparziale possibile. Ora, però, non ti interrogare su questi argomenti, dormi un po',resterò io di guardia fino all'alba >> 

 

Note dell'autrice 

Ciao a tutti quelli che sono arrivati fino a questo secondo capitolo, spero tanto vi sia piaciuto! Alla fine ho aggiornato un po' prima di quanto credevo complici anche quattro giorni di reclusione forzata per febbre... 
Avevo solo una piccola nota da fare per quanto riguarda questo capitolo, per quanto riguarda la storia di Marsac penso di distaccarmi un po' dalla serie della BBC, ma risulterà tutto più chiaro più avanti...almeno spero... 
Ci tenevo a dire che se qualcuno volesse le recensioni anche se negative sono sempre ben accette e volevo ringraziare devil_smile per aver recensito il primo capitolo e LadyStarKiller98 e LadyRhaenys_Tangaryen per avermi aiutato a correggere questa storia. 

  
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