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Autore: Siamo_infiniti    06/02/2016    2 recensioni
Il moro posò la fronte contro la sua spalla nuda, con le grandi mani gli accarezzò la schiena e lo strinse a sé, annuendo brevemente, più volte.
Sapeva quanto suo fratello avesse ragione, quanto non si sbagliasse. Era sempre stato così, quando si erano allontanati, poi si erano riavvicinati, erano capaci di farsi del male, [...] ma era difficile condividere tutto, aria compresa, sebbene indispensabile per la loro sopravvivenza.
“Devi guardare le cose positivamente” fece Bill a voce bassa contro il suo orecchio “[...] Ma non posso nemmeno scappare da te, amore, anche tu sei una mia responsabilità ed io voglio che tu lo sia per tutta la vita, adesso ho capito cosa voglio, ho capito che voglio amarti senza riserva, senza esclusione di colpi, voglio solo te, e Dio, [...] Camille non conta niente, per me[...]”
“Lo giuri?” sussurrò Tom, insicuro.
“Oh, Tom” borbottò Bill fingendosi esausto, “ti sto giurando il mio amore eterno da mezzora, come fai ad essere così ottuso?
Dal Capitolo 14
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
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Capitolo Venti – Lass mich allein*

 

Tom osservava da lontano suo fratello seduto al tavolo, la penna tra le dita lunghe e un foglio scarabocchiato davanti a sé, l'aria concentrata. Accanto al foglio, una coca-cola e una pizza riscaldata.

Da quando il moro si era allontanato per fare una veloce doccia, la pizza si era dimezzata e ciò fece sentire Tom molto meglio; difatti, il nodo in fondo al suo stomaco si era piacevolmente sciolto.

In quei giorni di vacanza, Bill stava riprendendo colorito e sembrava felice.

Ma cosa gli sarebbe successo una volta tornati a casa? Tom aveva spento il cellulare nel momento in cui aveva messo piede nella casa affittata per la loro vacanza perchè tutto ciò di cui aveva bisogno era lì, con lui: Bill.

Stavano passando dell'ottimo tempo assieme, Bill si sentiva amato e coccolato e Tom rilassato. Facevano l'amore, lunghe passeggiate, componevano musica e testi. Inoltre, Tom si dilettava in cucina per preparare qualsiasi cosa potesse piacere a Bill e una volta aveva anche provato a cucinare da zero la pizza, ma poi si era sporcato con la farina e questo aveva fatto scoppiare a ridere Bill, ma ridere davvero tanto, come Tom non lo vedeva da mesi. Per colpa sua, ovviamente.

Cosa dici, scongelo gli hamburger di soia?, aveva domandato Bill, le braccia conserte, il corpo appoggiato allo stipite della porta della cucina e un sorrisetto sulle labbra.

Tom, sporco di farina e le mani in un qualcosa che avrebbe dovuto somigliare ad un impasto, aveva alzato la testa ed era in quel momento che Bill era scoppiato a ridere così forte da tenersi la pancia.

Cos'hai da ridere, eh?, aveva borbottato avvicinandoglisi ed aveva ascoltato qualche parola sconnessa tra le risata tu, pizza, bambino, pasticcione, Nicole, farina.

A quel punto, intuendo che suo fratello non stava facendo altro che prenderlo in giro, gli aveva passato un dito sul naso, sporcandolo a sua volta. Una volta cominciata una lotta a colpi di farina, avevano finito per fare l'amore e beh, niente pizza fatta in casa dallo chef Tom Kaulitz.

Bill alzò gli occhi dal foglio, un pezzetto di pizza surgelata ancora in mano e un sorrisetto sulle labbra: si sentiva bene…molto bene. Sapeva che tutto sarebbe finito nel momento in cui avrebbero rimesso piede a casa ma il solo aver visto Tom spegnere il cellulare lo aveva reso felice.

Si passò una mano tra i capelli e guardò il gemello che nel frattempo gli si era avvicinato, le mani sulle sue spalle e gli occhi sulle parole a penna.

“Hai scritto un sacco” commentò Tom piegando un po’ le gambe per posare il mento sulla sua spalla, le mani adesso intrecciate sul suo ventre.

“Sì” rispose orgoglioso Bill voltando il viso in maniera di baciarlo sulla guancia “stare un po’ lontano dalla solita vita fa bene, a quanto pare”

“Non posso che essere d’accordo. Però penso che ora tu abbia bisogno di un bel massaggio e magari di fare l’amore con me fino a stasera…” propose quindi il moro, le labbra contro il suo orecchio, la pelle morbida e profumata.

Bill lasciò andare un risolino alzandosi e prendendogli la mano, guidandolo verso la camera da letto.

Sarebbe stato bello se fosse rimasto tutto così.

 

*

 

Adesso che chiudeva la sua valigia con rabbia, Bill capiva che il paradiso no, non esisteva. Era scoppiato, all’improvviso, desiderando ardentemente prendere a ceffoni il suo fottuto gemello, tirargli la prima cosa che gli capitava tra le mani.

“Bill, per favore…” continuava a ripetere Tom, seguendolo come un’ombra, cercando in parte di nascondersi dai movimenti nervosi e irosi del fratello che da lunghi minuti non parlava.

Il suo viso era rosso, le mani gli tremavano e sembrava che si stesse trattenendo dall’urlare come un ossesso. Cosa lo stesse legando ancora alla lucidità?

“Bill, non è come pensi…”

Nulla.

“Tu” si voltò quindi il biondo, il dito puntato verso il suo “sei un bastardo” ringhiò, la voce vibrante “ed io non voglio vederti mai più. Fuori dalla mia maledettissima vita!”

Continuando a buttare vestiti dentro la valigia, con la cattiveria che avrebbe voluto usare per prendere a pugni il fratello.

Inganno, fottuto inganno, disillusione, ipocrisia.

Bill era arrivato ad un punto di non ritorno, non ce la faceva davvero più. Aveva stretto i denti per lunghi mesi, per non dire anni, ma quando poche ore prima Tom aveva acceso nuovamente il suo cellulare e si era messo a mandare messaggi, Bill aveva capito che era l’ora di smettere di farsi prendere per il culo.

Tom aveva l’amante, Tom scopava con Anis. E allora, che se lo tenesse, il suo Anis.

“Bill, ascolta, io…”

“No!” sibilò il biondo parandoglisi davanti, qualche centimetro in più di altezza “Io non voglio più sentire una parola dalla tua bocca, Tom. Ho sputato sangue per te, ti ho giustificato, ti ho sempre amato, sono rimasto invisibile ai tuoi occhi per anni, ho avuto il peggio di te, gli scarti e appena ti sei svegliato e hai deciso che mi amavi io non mi sono tirato indietro, ho chiuso gli occhi, ho finto di non vedere, ho finto che non mi importasse, ho finto di non sentire l’odore di sesso che emanavi, l’odore di un altro, o quel che è peggio, ho fatto finta di non vedere i tuoi occhi pieni di amore verso una persona che non ero io. Adesso basta, Tom. Io ti amo, ti amo così tanto che non sai quanto mi stiano costando queste parole, ti amo così tanto che...” scosse il capo, incapace di continuare, sentiva il cuore pesante, che batteva all’impazzata e, con una certa –sadica- soddisfazione, che anche Tom stava soffrendo ma no, non gli avrebbe permesso di tornare e chiedergli perdono.

Ed ottenerlo.

Con il cellulare in mano, Bill compose il numero del servizio taxi, prenotandone uno che sarebbe arrivato dopo pochi minuti, mentre Tom come un’anima in pena –beh, lo era davvero- lo seguiva continuando a scusarsi, a dirgli che sarebbe cambiato.

“Mesi fa, Tom, mi hai detto che ti saresti impegnato per essere un uomo migliore, ma evidentemente stai ancora cercando di crescere. Io ti amo, te lo ripeto, ma tu devi decidere se passare la tua via con me o con Anis. Ricordati bene chi dei due ti ha fatto del male, Tom, se io o lui.”

Tom lo osservò mettersi la giacca, acchiappare il suo borsone, lo guardò prendere quella decisione che da troppo aveva rinviato, che sperava che Bill non prendesse mai, ma aveva tirato la corda così tanto…e lo aveva perso.

“Chiuderò con lui, Bill, te lo giuro, ma non te ne andare…io ti amo.”

Lo vide scuotere ancora una volta la testa, un piccolo sulle labbra che tanto amava. Come una piccola speranza allungò una mano verso la sua e gliela sfiorò.

“Non dubito del fatto che tu mi ami, Tom, non puoi non amarmi, io sono te e tu sei me, ma adesso  ho anche bisogno che me lo dimostri, non posso più accontentarmi delle parole.”

Il moro strinse forte la sua mano, gli occhi ambrati adesso lucidi.

“Cerca di capire chi dei due ami di più. Io ho bisogno di tempo” completò chiudendosi la porta alle spalle e salendo velocemente sul taxi, parcheggiato in fondo al vialetto.

Rimase solo, Tom, in quella casa adesso troppo grande per lui.

L’aveva perso per sempre?

 

***

 

Lass mich allein* à Lasciami solo (Vergiss michBushido https://www.youtube.com/watch?v=NJOIR0slR_c )

 

Angolino!

Sono sparita e sì, chiedo scusa, sono imperdonabile, sono stati due mesi intensi, mi sono laureata, mi sono ripresa un po’ della mia vita e ho avuto poco tempo di scrivere. La trama della storia è tutta nella mia tesra, devo solo riuscire a scriverla senza renderla troppo frettolosa o troppo stupida. Finirò, lo prometto.

Insomma, il nostro Bill è scoppiato, finalmente, ma ho come l’impressione che –proprio come me- abbia lasciato un piccolo spiraglio aperto, di questa porta che anziché chiusa parrebbe socchiusa. Quale è il destino dei gemelli, cosa succederà quando Tom scoprirà di aver buttato via la propria felicità con Bill per Anis, che è fidanzato e quasi padre?

In tutto questo, vorrei ringraziare un po’ EFP, un po’ la mia storia, un po’ i lettori, per avermi fatto incontrare la dolce Chiara, con la quale ho instaurato un bel rapporto nelle ultime settimane, con la quale ci siamo consolate a vicenda e fatte qualche risata :) Grazie ;)

Recensite e ditemi cosa ne pensate e come secondo voi dovrebbero comportarsi i gemelli.

Un bacio,

M

 

  
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