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Autore: Pimpi95    07/02/2016    3 recensioni
- Che fai qui Alice? Non mi farai cambiare idea perciò.. – Erina non finì la frase perché Alice le aveva mollato uno schiaffo sulla guancia.
- Stai sbagliando, sappilo. – disse Alice senza rimorsi di quello che aveva fatto.
Erina aveva la guancia rossa ma non le importava, indossò gli occhiali da sole e disse – Non essere triste per me, me la caverò. –
Erina partirà per New York, cosa succederà ai protagonisti?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arato Hisako, Erina Nakiri, Souma Yukihira, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Soma sfrecciava con la sua moto, da solo. Una corsa contro il vento che senza pietà lo attraversava, intanto i suoi pensieri gli parlavano. Lo tormentavano. Riusciva ancora a percepire il tocco delle sue labbra contro quelle di Erina. Perché ogni volta che ricordava quel bacio lo portava in una dimensione di piacere sconfinato? Eppure si era trattato solo di una cosa accidentale. Non capiva come non avesse dato di matto in presenza dei suoi amici. Si era allontanato da solo proprio perché non riusciva a dimenticare il gusto che aveva assaporato in quel momento. Era qualcosa di sublime, indescrivibile. Assolutamente divino. Fece una sosta. Si avvicinò ad un distributore di bibite automatico. Sentiva improvvisamente caldo perciò prese la prima cosa fresca che gradiva. Appoggiò la lattina sul viso “Possibile che provo qualcosa per lei?” chiese Yukihira nella sua testa. “No, non è possibile. Non può piacermi una ragazza viziata e egocentrica come Erina” si rispose autonomamente. Aprì la lattina, ma il suo cuore non gli permise di bere. Aveva difficoltà anche solo ad avvicinare la bibita alle labbra. Subito gli venne un’idea folle. Con il sapore di quel bacio intendeva ricreare lo stesso gusto, e le sperimentazioni dovevano essere fatte all’istante. Così non perse tempo e recuperò la moto per tornare in accademia e iniziare a preparare dei piatti che si avvicinassero a quel sapore. Tutti gli altri tornarono ai loro dormitori con le auto dell’ex direttore anche Hisako che aveva preferito tornare a casa con calma in macchina.
Alice non aveva preso bene la partenza di sua cugina. Aveva fatto tanto per trovarle un posto lontano da suo padre grazie all’ospitalità del dormitorio Stella Polare, ma era fallito. Aveva provato anche a fermarla prima di andare a New York però senza risultati. Si era iscritta alla Tootsuki per battere Erina ma lei era sempre occupata. Avrebbe solo voluto passare più tempo con sua cugina. Aveva paura che Azami le potesse inculcare insegnamenti sbagliati o farle del male e sapere che non poteva fare nulla la faceva stare male. Ryou era li con lei ma non era bravo con le parole di conforto perciò la strinse a sé d’istinto. Alice fu sorpresa dal suo comportamento però non protestò le faceva piacere avere una spalla su cui piangere, così rimasero a lungo abbracciati.

Arrivato al dormitorio Soma prese un po’ di alimenti dal frigo e dalle dispense per provare a cucinare qualcosa, sotto gli occhi attenti e stupefatti di Fumio.
- Che stai facendo? – domandò curiosa la donna.
- Niente di particolare. – disse sbrigativo e concentrato in quello che stava facendo.

- Come è andata con la questione di Nakiri? –

- Oh niente, è partita ma abbiamo potuto salutarla tutti. –

Fumio vide la velocità e l’impegno con cui cucinava il ragazzo ma c’era qualcosa che la irritava.

- Non consumare tutte le provviste! E poi perché ti sei messo a lavorare di punto in bianco? E’ forse accaduto qualcosa? – chiese ancora la donna sperando in una risposta che non arrivò. Quando tornarono anche tutti gli altri, Fumio domandò ai ragazzi cosa fosse successo all’aeroporto poiché trovava Yukihira piuttosto strano.

- Perché questa domanda? – chiese Ibusaki dirigendosi con gli altri in cucina.

Si levò un acutissimo – Eeeehhhhh – da parte di tutti.

- Come mai Yukihira sta cucinando? – si domandava Yuki.

- E perché tutti questi ingredienti? – chiese invece Ryouko.

Soma mischiava di tutto, creava pietanze una dopo l’altra senza rendersi conto del tempo che passava.

- Servitevi, non fatevi problemi. Sto sperimentando una nuova ricetta. – disse Yukihira senza accennare del bacio.

Tutti assaggiarono i piatti che Soma preparava, ma si sorpresero che ognuno era diverso.

- Sono tutti molto buoni ma che genere di ricetta stai sperimentando? Ogni piatto ha ingredienti completamente differenti. – disse Isshiki cercando di capire cosa aveva/avesse in mente di creare l’amico.

- Beh, ancora non so quale ricetta utilizzare, perciò, per trovarla, sto facendo molte prove con ogni mix di sapore che mi viene in mente. – disse stupidamente. A quelle parole cascarono tutti dalle sedie.

- Si, è ufficiale. Credo che Yukihira abbia qualcosa che non va. – disse Marui.

- Si, ma chissà cosa. – era preoccupata Megumi.

Isshiki intuiva che il problema doveva avere a che fare con Nakiri Erina, ma non ci diede troppo peso. Dopo aver mangiato tutte quelle pietanze i ragazzi non cenarono neanche per idea. Fu una giornata stancante e così andarono a dormire presto. Soma si sdraiò sul letto con l’unico pensiero “Non ci siamo. Sono ancora ben lontano da quel gusto.”
Nei corridoi della scuola, il giorno dopo, Soma fu raggiunto dal suo amico giornalista.

- Ehi, volevo darti una cosa. L’articolo del ballo mi è venuto davvero bene e anche le foto. Questa è la copia in anticipo della rivista, guarda! – disse allegro Mitsuru.

Soma ricordò il giorno del ballo, sembrava passato un secolo. Una voce alle spalle di Yukihira però lo riportò al presente.

- Yukihira Soma sei tu giusto? Ho una cosa da dirti, è importante. – disse un ragazzo con un sorriso furbetto.

Soma lo guardò indifferente.

- Hai capito cosa ho detto? – insistette.

- Sto aspettando che tu mi dica la cosa importante. – disse Yukihira senza fretta.

- Capisco quindi non ti importa che ho una foto di te e Nakiri compromettente e potrebbe sentirlo l’intera scuola. – lo provocò.

Soma capì al volo e gli diede appuntamento in un posto riservato. Mitsuru ci capiva sempre di meno, ma non volle indagare oltre. Se Soma avesse avuto bisogno di lui allora gli avrebbe volentieri dato una mano. Il ragazzo si chiamava Hitoshi, frequentava il secondo anno. Aveva in mente qualcosa. Soma e Hitoshi si fermarono a parlare in un luogo isolato dl cortile infinito dell’accademia.

- Prima di tutto vorrei vedere la prova che hai effettivamente la foto. – disse Yukihira.

- Certo è comprensibile. – sfilò dalla tasca dei pantaloni il cellulare e mostrò la foto. L’immagine era nitida e purtroppo i due erano riconoscibilissimi. Per un momento Soma si sentì a disagio guardando quell’immagine di lui e Erina molto intimi, ma aveva nella testa ancora il sorriso beffardo di Hitoshi.

- Dimmi cosa vuoi? Sembra quasi che tu mi stia minacciando. –

- Sai, devi ritenerti piuttosto fortunato che sia stato io a vedervi e non qualcun altro altrimenti a quest’ora sarebbe già stata di dominio pubblico. –

Soma lo guardò male ma continuò a lasciarlo parlare.

- Se non vuoi che io pubblicizzi questa foto dovrai fare uno shokugeki con il sottoscritto. –

Soma aveva molte possibilità di vincere quindi accettò senza farsi problemi.

- Aspetta a dire di si. – Hitoshi sfoderò un altro dei suoi sorrisi.

- Di che parli? – chiese molto confuso Yukihira.

- Non avevo finito di parlare! – si agitò Hitoshi - In questo shokugeki devi fare a modo mio, ossia dovrai perdere contro di me in pubblico. –

Yukihira fu assalito dal terrore. Era costretto a perdere in una battaglia culinaria di proposito. Non poteva accettarlo così facilmente.

- Naturalmente non devi rispondermi ora, ma hai 24 ore di tempo per pensarci Yukihira Soma. Ricordati che se dovessi rifiutare le mie condizioni quella foto, quando sarà pubblicata, porterà dei guai sia a Nakiri Erina che a te. – terminò Hitoshi prima di lasciare solo Soma nella disperazione.

Qual era la scelta giusta da fare? Cos’era più importante, la foto o vincere allo shokugeki? Soma non aveva mai perso una sfida contro uno studente snob e per nulla talentuoso. Sarebbe stato considerato un perdente.

- Aaaahhhhh che devo fare!!! – si scompiglio i capelli rossi, parlando a voce abbastanza alta.

- Problemi Soma kun? – chiese gentilmente Megumi che passava di lì.

- Ah, Tadokoro chan. Nessun problema, ahahah – mentì il ragazzo, voleva nascondere il più possibile la storia del bacio perché di sicuro gli avrebbero fatto mille domande e la verità era solo uno stupido incidente.

- Anche tu hai terminato le lezioni? – domandò la ragazza.

- No, anzi ora che mi ci fai pensare ho una lezione tra cinque minuti. – disse tranquillo Soma.

- Corri allora, non vorrai rimanere fuori! – disse Megumi facendo ragionare l’amico. Soma perciò la salutò e andò via di corsa. Ogni volta che stavano insieme Megumi si divertiva sempre. La ragazza non aveva ancora avuto il coraggio di ammettere a se stessa che le piaceva Yukihira. C’era qualcosa che tuttavia la turbava. Soma non si comportava come sempre e lei voleva davvero sapere la causa di ciò. Terminate le lezioni Yukihira si fermò a riflettere sulla questione della foto. In fondo era solo una foto! No, non una semplice foto, ripensò il rosso. Se Nakamura Azami avesse saputo di quel bacio, sicuramente Soma sarebbe stato espulso e la Stella Polare in pezzi. Inoltre come padre era il peggiore, Erina sarebbe stata nei guai più di lui. Il sapore di quel bacio non riusciva a scordarlo…Soma appoggiò la schiena ad un tronco d’albero. Gli mancava quel comportamento da reginetta di Erina e poi lei lo aveva aiutato in diverse occasioni anche contro la propria volontà. Yukihira doveva farle questo favore. Per non causare problemi a lei o a lui, Soma aveva scelto di partecipare alla sfida. Camminava con la testa tra le nuvole poiché gli era già venuta un’idea di quale pietanza preparare durante lo shokugeki. Non poteva dimostrare le sue ottime abilità di cuoco, ma neanche creare i suoi esperimenti disgustosi all’inverosimile. Così optò per farsi aiutare da una ragazza che aveva conosciuto al festival del banchetto lunare, Nao Sadatsuka. Trovò Nao vicino ad un albero intenta a guardare qualcosa tramite un cannocchiale, ma Soma non diede molto peso alle azioni di stolking di Sadatsuka. Ovviamente la ragazza stava pedinando come il solito Hisako Arato che quel giorno aveva deciso di recarsi in biblioteca a fare delle ricerche. Nao la seguì sempre a una certa distanza e Soma, anche se non capiva quello che stava facendo, fece altrettanto perché doveva assolutamente parlare con Sadatsuka.

- Ehilà, Sadatsuka Nao! Come va? – le appoggiò una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione. La ragazza si girò con il cannocchiale ancora sugli occhi finché non riconobbe Yukihira.

- Stavi andando in libreria? Senti vorrei parlarti di una cosa. – disse cordialmente il ragazzo.

- A proposito di parlare anche io avrei da discutere una cosa con te. Ho visto che tu e Hisako onee-sama siete saliti sulla stessa moto l’altro giorno. Come mai? Stavo pensando quale maledizione inviarti. –

- Cosa? – chiese perplesso il ragazzo – Beh, era una situazione difficile. Per arrivare in tempo all’aeroporto a salutare Nakiri avevo pensato di darle un passaggio in moto. Tutto qua. –

- Ah capisco, allora va bene – si rincuorò Nao – Avevi qualcosa da chiedermi? – domandò poi la ragazza che intanto si avvicinava alla finestrella della biblioteca per spiare Hisako.

- Si, avrei bisogno di un consiglio per una ricetta disgustosamente raffinata. Proprio come le prepari tu. –

Nao si voltò verso Soma interessata – Sul serio? Beh allora certo che ti do una mano. – disse volenterosa. Trascorsero il tempo a pensare ad una ricetta che poteva essere utile a Soma.

Hisako intanto riuscì a trovare tutti i libri di cui aveva bisogno e li prese in prestito per consultarli al meglio. Era sempre in pensiero per Erina, non le aveva ancora telefonato. Si diresse verso l’uscita e vide la cosa più strana che avesse mai visto. Soma parlava amichevolmente con Sadatsuka Nao? Si stropicciò gli occhi per capire se fosse una visione o meno, ma non era un sogno. “Come mai Sadatsuka e Yukihira andavano d’accordo, ma soprattutto quando si erano conosciuti?” pensò Arato sempre più confusa, ma alla fine cedette e non indagò oltre. Le sembrava tutto così assurdo e surreale così tornò a casa.

Erina era stanca gli occhi sembravano chiudersi contro la sua volontà. Aveva lavorato troppo. Era il quinto giorno che trascorreva nella grande mela. Una bella città, ma troppi impegni. Con gli occhi chiusi i pensieri le scivolarono di mente, ma una cosa non la lasciava riposare tranquilla. Il pensiero assillante di quel bacio. Soma lo aveva raccontato ai suoi amici?Cosa avrebbe pensato Hisako se avesse saputo l’accaduto?
Perché si preoccupava così tanto? In fondo era stato un incidente e lei non provava nulla di romantico verso Soma, allora perché si faceva così tanti problemi? Non aveva telefonato a Hisako in quei giorni, le mancava, ma non poteva farci niente. Il lavoro con suo padre e la questione del bacio, di cui non voleva parlare, le mettevano ansia e stress.
Anche senza forze si ricordò di aver ricevuto un pacco da suo nonno. Lo aprì e ci trovò il nuovo numero del giornalino della scuola.
In prima pagina c’era la foto di Soma con Hitoshi che lo sfida a uno shokugeki. Ecco, anche la rivista gli ricordava di Yukihira e di quanto fosse impulsivo, ma Erina si domandava piuttosto come mai suo nonno le avesse inviato quel giornale.


Quella sera alla Tootsuki invece Soma aveva appena perso lo shokugeki di proposito con HItoshi e tutti i suoi amici lo tempestarono di domande per scoprire la causa. Soma non poteva aver perso sul serio, pensavano gli altri spingendo Yukihira a confessare della foto.


Erina si buttò sul letto, dentro di se si chiedeva cosa stesse succedendo all’accademia e cosa pensava Soma del loro bacio.
Lo squillo del suo cellulare la colse di sorpresa. Quando vide il numero e la persona che la stava chiamando ebbe un po’ di esitazione a rispondere. Era Hisako.
Doveva mentirle sul bacio? E se lo avesse già scoperto cosa avrebbe dovuto dirle?
   
 
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