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Autore: Manu75    07/02/2016    1 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Esordisco in modo originale ringraziando EcateC per aver recensito e tutte le persone che leggono questa storia :D, grazie! Buona lettura!

ps: molto spesso l'anteprima mi da un effetto e il capitolo pubblicato un altro...così si vanno a perdere le parti scritte in corsivo o risultano poco visibili...chiedo scusa e spero che sia ugualmente comprensibile.

 

 

‘Un gelido destino’

 

Ventottesimo capitolo

 

(Finché morte non li separi – seconda parte)


Bellatrix era in piedi davanti al sofà dove Druella stava, come di consueto, semisdraiata con aria languida e sofferente.
Tuttavia vi era nello sguardo della signora Black un che di vigile, un sottofondo di fastidio che la faceva parere molto meno molle del solito.
Chiaramente la visita di sua figlia non le procurava alcun piacere.
- Domani mattina dovremo alzarci presto, per cortesia Bella, vorrei riposare almeno qualche ora, sai che la mancanza di sonno mi snerva…-
- Lo capisco, io per prima sento il bisogno di dormire- mormorò Bella che usava un tono così pacato solo ed esclusivamente con Druella – E, tuttavia, c’è una cosa che da molto tempo desidero chiederVi, madre –
Druella si agitò sul sofà ma, per una volta, parve non trovare la forza di opporsi all’imposizione posta da qualcuno.
Agitò una mano con un gesto vago che poteva significare ‘vai avanti’ e Bellatrix lo interpretò esattamente così.
- Voi e la zia Walburga mi avete detto, all’epoca, che Aloise Alderman era una fattucchiera, discendente da una dinastia di fattucchiere potenti. Molto potenti.- Bella sospirò piano, cercando di non farsi prendere dalla foga – Eppure, quando Vi parlai del modo in cui io avrei avuto la Vostra vendetta su di lei, Voi mi esortaste a non preoccuparmi e mi impediste di indossare l’amuleto che mi ero procurata a Notturn Alley proprio per evitare eventuali ritorsioni da parte sua…mi diceste che non avrebbe mai osato fare nulla di pericoloso in una casa come Malfoy Manor. Che non avrebbe mai e poi mai scagliato una maledizione in quanto, quel tipo di magia, usata da sempre dalle donne della sua famiglia, chiedeva un pesante tributo di sangue ed ella avrebbe preferito subire l’umiliazione che rischiare la vita.- man mano che procedeva nel discorso, la ragazza sentiva la rabbia crescere dentro di sé, le vene pulsavano sotto l’impeto del sangue pompato quasi con furore al suo cuore – Voi mi assicuraste che non avrei corso un reale pericolo…-
Druella ora pareva furiosa.
- Mi stai accusando di qualcosa?- sibilò, con una voce carica di veleno – Mi stai forse dicendo che ti ho esposto al pericolo?Tu ti sei offerta! Tu hai voluto vendicarti!- negli occhi della donna non c’era spazio per la tenerezza né per la gratitudine – Stupida! Ogni azione causa una reazione, ogni gesto porta ad una conseguenza! Certo che ti ho impedito di indossare un amuleto, idiota! Una fattucchiera di quella portata avrebbe avvertito subito la presenza di un oggetto simile, cosa credi? Forse ti avrebbe schermata, ma avrebbe rovinato tutto! Aloise avrebbe intuito qualcosa, avrebbe capito e si sarebbe preparata!-
Druella ora si era alzata in piedi e puntava un dito tremante contro il petto di sua figlia, con gli occhi sbarrati e dementi colmi di odio.
- Vattene! Non so che farmene di te! Aloise non è stata comunque punita: è morta, ma ha deciso lei come e quando. Non si è umiliata né prostrata! Non mi sei servita a niente, Bellatrix! Ora vattene! Via!-
Bellatrix non replicò una sola parola, travolta da quel rifiuto così crudele.
Il secondo di quella notte maledetta.
L’uomo che amava e sua madre l’avevano respinta, l’uno con gelido distacco l’altra con una furia rovente.
La ragazza girò sui tacchi e uscì senza aggiungere una parola.
Druella si risedette sul suo sofà, colma di odio e rabbia come un ragno lo è di veleno.
Non si accorse che la porta della sua stanza, che comunicava con il salotto privato, era socchiusa.

 

Mentre si dirigeva nella propria camera, Bellatrix si fermò fuori dalla stanza di Narcissa, colta dall’improvviso impulso di entrare e cercare conforto in sua sorella che restava, non poteva non ammetterlo, la persona più vicina che avesse al mondo.
Colei con la quale aveva condiviso molte cose.
Colei con la quale era stata maledetta.
Fece una smorfia per quella sua debolezza e passò oltre, entrando nella sua camera e chiudendo la porta.


Il pomeriggio seguente c’era molta agitazione in casa. Gli Elfi domestici avevano lavorato sin dal mattino presto, fino allo sfinimento, per far si che ogni cosa fosse splendente ed in ordine.
Il grande salone delle feste era stato riaperto dopo molto tempo e fervevano gli ultimi preparativi.
Le nozze Lestrange/Black erano l’evento mondano dell’anno e al ricevimento avrebbero partecipato persino due anziani membri del Wizengamot e un ministro.
Nella sua camera Bellatrix subiva, con insospettabile calma, le attenzioni di Dorothy che le acconciava i capelli e le sistemava il vestito.
Alla fine nella stanza rimasero solo Narcissa e Bella, a fissarsi attraverso lo specchio con sul volto un’espressione uguale che le faceva parere incredibilmente simili.
Bellatrix era splendida nel vestito color avorio che le lasciava nude le spalle e ne esaltava la carnagione dorata, gli occhi scuri e i lucidi capelli neri.
Cissy pareva una delicata bambola di porcellana nel vestito color lavanda dalle spalline sottili, che metteva in risalto il bel collo e i biondi capelli, donando ai suoi occhi grigi riflessi violetti.
Due sorelle così belle. Due sorelle così tristi.
- Ebbene- disse Bella, nel suo solito tono indisponente – E' ora che mi muova, non si può cominciare senza la protagonista! -
Narcissa avrebbe voluto dire qualcosa ma nessun suono uscì dalla sua bocca.
Bellatrix si alzò e fece per superarla ma un tremito improvviso e convulso la colse, facendola vacillare.
- Bella!- esclamò Cissy e afferrò la sorella la quale nascose il volto, madido di sudore, nella piega del suo collo .
Narcissa sentì che tremava contro di lei e avvertì l’urgente desiderio di piangere.
- Fuggi!- si sentì esclamare – Scappa! Vattene da qui! Nessuno può obbligarti a farlo!-
Narcissa sentiva il cuore galopparle in petto e, per un glorioso attimo, credette che sua sorella l’avrebbe ascoltata ma Bella si staccò dal suo abbraccio convulso e le lanciò un sorriso.
Un sorriso che la fece sembrare di nuovo la bambina che era stata e che Cissy aveva tanto amato.
Fu solo un istante.
Un attimo dopo la ragazza si trovò sola nella stanza, con nelle orecchie il suono dello strascico di Bellatrix che si allontanava nel corridoio.

 

Quando le bacchette dei due sposi e del Ministro di cerimonia si incrociarono per la terza volta, una lingua di fuoco azzurrino di levò e avvolse le mani di Bellatrix e Rodolphus, per poi sparire e lasciare all’anulare destro dei due ragazzi un sottile cerchio d’oro rosso, simbolo del matrimonio e dell’unione delle due casate.
Nel momento in cui gli anelli fecero la loro comparsa gli occhi di Narcissa e Lucius si cercarono e si trovarono attraverso la stanza, restando incatenati per diversi secondi.
Lui distolse lo sguardo per primo e Cissy si lasciò sfuggire un sospiro.

 

Il contrasto tra i novelli marito e moglie era stridente.
Bellatrix era magnifica e pareva un fiore di magnolia, fiera e superba.
Rodolphus la fissava con gli occhi fuori dalle orbite, come se non potesse convincersi che tanta meraviglia fosse diventata sua e, non appena poté, l’afferrò per le spalle nude e la baciò goffamente.
Narcissa distolse lo sguardo, incapace di sopportare la vista di quelle mani tozze sulla pelle perfetta di sua sorella.
Il suo pensiero non poté non rivolgersi a Rubinia, che avrebbe dovuto essere la, al posto di Bella.
Cygnus rimase impassibile, mentre i Signori Lestrange aveva più o meno la stessa espressione del loro figliolo: increduli davanti a tanta fortuna.
Druella nascondeva il volto sotto una fitta veletta.
Poco più in la, Walburga Black osservava la scena altera e severa, era una donna imponente che destava molta soggezione.
Non era capace di slanci affettuosi Walburga, era dura e inflessibile, ma Bellatrix riscuoteva le sue simpatie ed era di certo la sua nipote preferita, quindi la donna osservava con sufficiente compiacimento la scena.
Vi erano moltissime famiglie di purosangue, ma anche moltissimi assenti eccellenti.
Come i Crouch, ad esempio.
Alla fine il ricevimento di nozze ebbe inizio.


- Buonasera!-
La voce calda e gentile di Abraxas colse di sorpresa Narcissa, che si voltò con un sorriso spontaneo sulle labbra.
Gli piaceva quell’uomo, del quale ricordava così vividamente il primo incontro.
- Buonasera – gli disse, con le guance accese e l’espressione timida.
- Ogni volta che ti vedo sei sempre più bella e sempre più simile a tua madre!- le disse lui, facendole un lieve baciamano molto galante.
Parlarono per un po’ e poi lui si allontanò unendosi a Cygnus e agli altri uomini, che in un angolo parevano immersi in una fitta conversazione. Lucius era in mezzo a loro.
Narcissa osservò gli altri invitati, rimpiangendo l’assenza di Regulus e stupendosi di quella di Sirius.
Bellatrix era circondata da molte delle signore invitate e Walburga le stava al fianco come se fosse la madre della sposa.
Rodolphus era poco distante e accettava sgraziatamente i complimenti degli ospiti.
Druella era sparita.
- Ma che bel fiore che abbiamo qui…-
Sussurrò una voce vicina a Cissy, la quale si ritrovò in mano un bicchiere colmo di un liquido rosa.
Le dita si contrassero sul delicato cristallo del calice.
Conosceva quella voce, visto che l’aveva udita solo poche sere fa, nel parco di Weirwater.
Narcissa si voltò lentamente e fissò lo sguardo sul giovane alto, dai capelli castani, che le sorrideva canzonatorio.
- Devo dire che, vista alla luce del giorno…o del pomeriggio, che dir si voglia, sei ancora più bella mia bionda streghetta…- le disse Evan Rosier - Anche se io ti preferivo in camicia da notte!- le fece l’occhietto, buttando giù un sorso della propria bevanda.
- Non bevi?- le chiese poi, notando che lei era rimasta immobile – Non è veleno! Al massimo potrebbe essere una pozione d’amore. Suvvia, non mi guardare con quegli occhioni severi, preferirei vederti sfoderare le unghie come sai fare così bene!- le si avvicinò sfrontatamente al viso – Mia gattina dagli occhi di ghiaccio!-
Non poté terminare la frase che una mano gli piombò sulla spalla, per poi tirarlo indietro bruscamente.
- Evan…- mormorò la voce annoiata e strascicata di Lucius – Possibile che tu debba essere sempre così detestabilmente volgare e inopportuno?-
Evan alzò gli occhi al cielo con un’espressione esasperata molto comica, prima di voltarsi verso il biondo Malfoy.
- Possibile che tu debba essere sempre così sofisticato, elegante, altero e dannatamente inopportuno?- gli rispose, finendo in un unico sorso il proprio liquore.
- Sei ubriaco…- gli disse Lucius, sorridendogli.
- Sei un rompiscatole…- gli rispose Evan, altrettanto sorridente.
Lucius spostò allora lo sguardo su Narcissa, lasciandolo scivolare lentamente dai capelli raccolti, al bel collo bianco, fino a sondarla in profondità.
- Vattene, io e Evan dobbiamo parlare.- le disse poi, risalendo fino al viso di lei.
- Fino a prova contraria sono a casa mia, nel mio salone dei ricevimenti, e non in una radura! – sibilò la ragazza, con il volto acceso a causa dell’esame a cui lui l’aveva sottoposta, sentendosi furiosa – E questo è il matrimonio di mia sorella, non una specie di party di bifolchi incappucciati, quindi non me ne vado da nessuna parte, mio caro! – non sapeva nemmeno lei perché si sentiva così arrabbiata ma, sotto gli occhi increduli di Lucius e quelli deliziati di Evan, buttò giù tutto d’un fiato il contenuto del suo bicchiere.
Si pentì subito di quello che aveva fatto perché, non l’avrebbe mai pensato, Evan le aveva offerto una bevanda alcolica.
Tossì e sbuffò per un attimo, sentendo il liquido incendiarle la gola e gli occhi riempirsi di lacrime.
Il bicchiere le scivolò di mano, andando ad infrangersi al suolo, nonostante il tappeto che ne attutì il colpo.
- Tutto bene?- le disse Evan, ridacchiando di gusto – Mi sa che non sei abituata…e mi sa anche che rischi di vomitare su questo bel tappeto!- sembrava decisamente divertito.
Il sorriso gli si spense però, quando vide l’espressione furente di Lucius.
- Suvvia Lu-Lu – gli disse, dandogli una pacchetta sulla spalla – Lascia che sia io svezzarla almeno in questo!-
Narcissa non si sentiva più la lingua e avrebbe voluto poter mettere il volto in un catino di acqua fredda, ma si sentiva così male che riusciva solo a star la con la mano sulla bocca e gli occhi colmi di lacrime.
Lo stomaco faceva le capriole, con tutto il suo contenuto che minacciava davvero di ricomparire poco elegantemente.
Lucius imprecò tra i denti e l’afferrò per un braccio, trascinandola via.
Evan smise di sorridere e prese un altro bicchiere, bevendone il contenuto tutto d’un fiato.
I suoi occhi si soffermarono su Bellatrix e Rodolphus, circondati da un gruppetto di invitati.
- Che spreco…- mormorò con una smorfia, lo sguardo fisso sulla bella sposa, poi i suoi occhi seguirono Lucius e Narcissa che si allontanavano – Altro spreco…- mormorò con un sospiro, mentre i due ragazzi sparivano dietro una porta laterale.

FINE VENTOTTESIMO CAPITOLO

  
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