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Autore: Manu75    08/02/2016    1 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Buona lettura! ^_^

 

‘Un gelido destino’

 

Ventinovesimo capitolo

 

(Finché morte non li separi – ultima parte)

 

Narcissa si sentiva davvero male e si chiedeva come mai, ogni volta che tentava di fare un gesto ribelle o clamoroso, la situazione le sfuggiva di mano e le si ritorceva, immancabilmente, contro.
Il suo orgoglio gridava vendetta per la magra figura che stava facendo davanti a Lucius, ma il suo cuore invece godeva della situazione perché, finalmente, si trovava da sola con lui, come anelava da molto tempo, e quindi sperava di fare chiarezza nei propri, confusi, sentimenti.
- Coraggio siediti!- le ordinò, seccato.
Cissy finse di non udire il tono imperativo usato dal ragazzo e, in preda alla fortissima nausea, fu ben lieta di ubbidire senza protestare, togliendosi i lunghi guanti di raso con mani tremanti.
- Ecco – borbottò lui, un pochino più gentile – Se tu fossi sempre così docile non ti cacceresti nei guai e non ci cacceresti me, soprattutto…- concluse, rabbuiandosi di nuovo.
Gettando alle ortiche tutti i buoni propositi, Nacissa scattò nuovamente in piedi, pronta a replicare duramente ma, ancora una volta, il destino le si ritorse contro e , per il suo stomaco già sottosopra, quel movimento brusco fu troppo.
Dopo un paio di secondi la ragazza si ritrovò a fissare, colma di orrore, la chiazza maleodorante che ora sfigurava il bel tappeto orientale a cui sua madre teneva molto.
Lacrime di vergogna le luccicavano negli occhi ma, invece di piangere, Cissy diede sfogo a tutta la rabbia, la tensione, la paura accumulata negli ultimi giorni, dopo la terribile esperienza vissuta nella radura di Weirwater.
Il suo cuore era già dimenticato.
- E’ tutta colpa tua!- esclamò, riuscendo a non gridare, ma con un tono di voce che rasentava l’isteria – Solo tua! Tu mi porti sempre a fare delle cose estreme, tu e solo tu! Da quando sei entrato nella mia vita è un guaio dietro l’altro! – un profondo senso di ingiustizia la dominava in quel momento – Non è andato più nulla come doveva andare! Tu rimproveri a me di cacciarmi nei guai? Tu, che sei giunto ad uccidere un uomo solo per compiacerne un altro!- ecco: lo aveva detto. Aveva giurato di non menzionare più quel terribile evento, ma l’aveva fatto e ora si sentiva svuotata.
E in colpa.
Lucius aveva il volto di granito e solo allora, osservandolo da vicino, si accorse di quanto il giovane fosse mutato; di quanto il suo volto, sempre altero e sprezzante, si fosse indurito.
La rabbia si placò, così come si era destata: in un istante.
I due ragazzi si fissarono a lungo guardandosi veramente, per la prima volta, come non avevano mai fatto prima.
Cissy sentiva il proprio cuore martellare in profondità.
‘Ora mi dirà che vuole rompere il fidanzamento…’ sussurrò a se stessa e una moltitudine di sentimenti le si agitarono dentro.
Paura, dolore, sgomento…sollievo.
Quell’ultimo sentimento così timido e ,allo stesso tempo, così vivido le tolse il fiato.
Lei amava Lucius, non voleva perderlo! Non era forse così?
- Mio padre – esordì il ragazzo, con voce calma e composta, strappandola bruscamente ai suoi pensieri – Mi ha detto di chiederti se desideri passare le tue ultime settimane di vacanza a Malfoy Manor. -
Narcissa non se lo aspettava e sbatté le palpebre, confusa.
Lucius inarcò un sopracciglio.
- Pensaci- continuò poi - Basta che ci mandi un gufo, Malfoy Manor ha stanze per ogni notte dell’anno, sarai la benvenuta…Evanesco!- l’ultima parola, detta quasi con rabbia, fece sobbalzare Cissy e si rese conto che lui aveva pulito il tappeto solo quando sentì il rumore della porta che si richiudeva dolcemente.
Lucius era uscito, lasciandola sola.

 

Il ricevimento stava avviandosi alla sua naturale conclusione e tutti aspettavano di poter salutare gli sposi e poter ammirare da vicino la bellezza di Bellatrix, che era stata incredibilmente composta e formale per tutta la sera.
Rodolphus si era astenuto dal bere, almeno per quella volta, forse troppo abbagliato dalla sua bella moglie che ogni tanto occhieggiava con sguardo vorace e impaurito allo stesso tempo.
Evan stava sorseggiando l’ennesimo drink, immerso nei suoi cupi pensieri e incapace di staccare gli occhi dalla sposa, fonte di indescrivibile tormento e desiderio per lui.
Ad un certo punto della serata aveva visto Lucius uscire, da solo, dal salotto nel quale si era infilato con l’altra sorella Black e, dopo un po’, ne era uscita anche lei alquanto sconvolta.
Evan non aveva resistito, si era recato da Lucius per complimentarsi di aver trovato un così piacevole modo di farle passare la sbornia, ma lo sguardo gelido del suo amico l’aveva convinto a battere in ritirata.
Era stato tentato di andare a tormentare un pochino Narcissa, che aveva tutta la sua incondizionata ammirazione tra l’altro, ma si era sentito poco in vena e così aveva continuato a bere.
Ora, vedendo che Bella si trovava insperatamente da sola non resistette e si portò, un pochino traballante, vicino a lei.
- Posso baciare questa splendida sposa?- chiese, parandolesi di fronte e tagliandole ogni via di fuga.
- Lasciami passare…- sibilò la ragazza, tra i denti – Io e mio marito dobbiamo fare gli ultimi convenevoli e poi dobbiamo andare a casa…-
Evan fece una smorfia.
- Non mi dirai che ti sei già calata nei panni di Mrs. Lestrange, vero?- la derise.
Lei gli scoccò un’occhiata furiosa, ma il giovane ora non sorrideva più.
- Sei incredibilmente bella. Un sogno.- le mormorò Evan, con voce improvvisamente carezzevole – Qualcosa di troppo bello per essere parte di questo lurido, schifoso, mondo-
Bellatrix rimase spiazzata e non seppe cosa rispondere. I suoi occhi scuri espressero qualcosa, per un secondo, ma poi tornarono quelli di sempre.
Quelle parole lei anelava sentirle dire da qualcun altro, inutile ingannare se stessa o chiunque altro.
- Credo che anche mio marito sia della tua stessa opinione…- gli rispose con cattiveria intenzionale, cancellando ogni intimità, ogni dolcezza di quel momento – Ora tocca a lui assaporare la gioia di amarmi, tu hai già dato Evan, mi spiace.-
L’espressione seria e dolce del ragazzo si trasformò in una smorfia.
- Come non detto dolcezza!- disse, ostentando la solita aria da sbruffone – Ma non credo che il buon, vecchio Roddy saprà soddisfarti!Nel caso sai dove abito. – le fece l’occhiolino e si allontanò.
Bellatrix lo seguì con lo sguardo, poi si avvicinò a Rodolphus.
- Andiamo – gli sussurrò, con tono di comando - Voglio andare a casa! -
Lui balbettò qualcosa ma lei non stette ad ascoltarlo, lo precedette e andò a salutare gli ultimi ospiti rimasti.

 

Narcissa sperava vivamente di avere un’aria presentabile quando si avvicinò ad Abraxas per salutarlo.
Lui l’accolse con il consueto calore, evidentemente pieno di ammirazione.
Cissy si rasserenò e gli sorrise.
- La ringrazio per il Suo invito a passare le vacanze a Malfoy Manor – gli disse, prima che lui si congedasse – Ne parlerò con mio padre, ma spero di essere vostra ospite. – in realtà, non sapeva nemmeno lei se ciò che aveva appena detto corrispondeva al vero oppure no.
Non era certa di voler passare tanti giorni accanto a Lucius.
Abraxas parve sinceramente sorpreso e un tantino spiazzato.
- Oh..- sussurrò, non trovando le parole .- C-certo il mio invito…Naturalmente, mi auguro che Malfoy Manor possa accogliere un’ospite così graziosa. Aspetterò tue notizie allora!-
Ripresosi le sorrise per poi allontanarsi.
Una volta ricongiuntosi con suo figlio, Abraxas gli lanciò un’occhiata penetrante, ma non disse nulla.
Ben presto la casa dei Black fu completamente vuota, tranne che per gli Elfi domestici, Dorothy, Druella, Cygnus e Narcissa.

 

Era già passata la mezzanotte, quando Narcissa rammentò di aver dimenticato i suoi guanti nel salotto.
Si era appena ritirata in camera sua e fu tentata di chiamare Dorothy ma poi scosse la testa, agitando i lunghi capelli che ora portava sciolti e, con un sospiro, scese al piano di sotto e si infilò nella piccola stanza adiacente al grande salone.
Individuò i guanti e li raccolse, posando la candela che le faceva luce, poi si voltò e dovette trattenere un grido.
Druella era a pochi centimetri da lei, in piedi, che la fissava con i suoi occhi scuri resi ancora più inquietanti dalla luce fioca della stanza.
- Mamma!- esclamò, portandosi una mano sul cuore.
Druella non le rispose e si limitò a fissarla.
Dopo qualche istante di quell’esame così attento, Cissy iniziò a sentirsi a disagio.
- Allora buonan..- cominciò a dire ma Druella la interruppe.
- Ho visto che hai confidenza con Lucius Malfoy – le disse in tono serio e prese a girarle attorno, scrutandola – Molta confidenza. Mi pare che lui sia piuttosto incline nei tuoi confronti. Ha molte attenzioni per te.- e fece un gesto vago verso il tappeto.
Le dita di Narcissa si contrassero sul raso dei guanti.
Sua madre aveva assistito a tutta la scena svoltasi, tra lei e Lucius, quella sera e l’istinto le sussurrava che qualcosa, in ciò che aveva visto, non le garbava molto.
- Lui mi pare davvero molto sollecito – proseguì Druella – Ricevere un invito a Malfoy Manor non è cosa di tutti i giorni. – finalmente si fermò, dando fine a quell’inquietante girotondo attorno alla figuretta di sua figlia, che tanto ricordava la macabra danza di uno squalo intorno alla sua preda.
Narcissa desiderò non essere mai uscita dalla propria stanza.
Non aveva praticamente alcun tipo di legame con sua madre e la soggezione che di solito le incuteva, in quel momento, rasentava il terrore.
Druella era spaventosa.
Solo l’incredibile autocontrollo della ragazza le impedì di muovere un muscolo o di precipitarsi fuori da quel salotto.
Come se avesse intuito i pensieri di Narcissa, la donna le artigliò il braccio, con la sua mano dalle dita nervose.
- Naturalmente tu accetterai. – le disse poi, come se la questione fosse già chiusa – Non voglio vederti mai più esitare a quel modo né comportarti con il giovane Malfoy come ti ho vista fare oggi, in maniera così sconveniente e così controproducente -
- Ma, io..- tentò di replicare la ragazza, ma l’ultima parola si spense in un gemito perché le unghie affilate di sua madre le si erano conficcate nella carne.
- Niente ma – sibilò Druella – Avrebbe dovuto esserci Bellatrix al tuo posto, ma poco importa! Perché mai credi che Abraxas Malfoy ti abbia preferito a tua sorella?- le disse poi, incendiandosi di un’euforia perversa – Per i tuoi modi? Per la tua dolcezza? Perché sei fine e intelligente? No, bambina, no! Per il tuo aspetto! Per la tua bellezza, solo per quello!- ora gli occhi di Druella erano sgranati e colmi di trionfo – Perché sei uguale a me! Proprio così, Abraxas Malfoy mi ha sempre amata! Avrebbe voluto sposarmi ma Cygnus lo precedette nella sua proposta e mio padre accettò!Io avrei dovuto essere Mrs. Malfoy, la padrona di Malfoy Manor!Ma, per colpa di tuo padre, mi ritrovai rinchiusa a Weirwater con un uomo freddo come il ghiaccio e incapace di darmi un figlio maschio!-
Ogni parola che usciva da quella bocca colpiva Narcissa come se fosse una pietra aguzza.
Cominciò a divincolarsi ma Druella le bloccò anche l’altro braccio, con la forza dei nervi che solo i folli possiedono.
- Ma non è ancora tutto perduto! Abraxas vede in te la ragazza che sono stata! Ho visto come ti culla con gli occhi!Diventa la moglie di Lucius e poi Abraxas sarà in tuo potere Narcissa! Così regalerai a tua madre ciò che le spetta!-
Narcissa non poteva credere a ciò che le sue orecchie stavano udendo.
Lacrime di rabbia e disgusto solcarono il suo viso.
Quella era sua madre? Quel mostro indemoniato?
Ma in fondo l’aveva sempre saputo.
Ripensò al volto sorridente di Andromeda e poi a quello sofferente di Bellatrix.
Poteva quasi sentire il corpo tremante e sudato di sua sorella contro il suo, poteva ancora vedere l’ultimo sorriso della fanciullezza che le aveva regalato.
Morse con tutta la forza che aveva la mano di Druella, la quale si spostò urlando di dolore e rabbia.
- Non credere di fare con me come hai fatto con Bella!- le disse poi, scansandosi e allontanandosi – Io non mi abbasserò mai ad un simile livello per soddisfare le tue smanie!-
Druella si massaggiò la mano e fissò sua figlia.
- Narcissa! – mormorò in tono lamentoso, cambiando strategia – Tua madre vuole solo il tuo bene, il massimo per te! Ho visto l’incertezza nei tuoi occhi e ho sentito l’indecisione nelle tue parole! Tu devi sposare Lucius, non infangare il buon nome dei Black! Non getterai la vergogna sulla nostra famiglia, vero?  Non farai disperare tua madre, dimmi di no!-
Il volto di Cissy si storse in un sorriso colmo di disprezzo.
- Ora mi parli di amore materno, di doveri, di diritti!- le disse con voce calma, avendo la netta sensazione di fare le veci di Bellatrix – Ora parli di onore e rispetto!Dopo l’indifferenza che mi hai dimostrato, dopo il gelo di cui ci hai fatto dono, dopo l’aridità con cui hai evitato di crescerci; lasciando che una buona e povera strega, dal cuore grande ma dallo scarso intelletto, ricoprisse il tuo ruolo e ci desse l’unico sentore di un qualche amore materno!-
Druella non disse una parola, l’espressione implorante e sofferente di già ingoiata da un freddo distacco.
- Mi parli di famiglia? Del buon nome dei Black?- proseguì Narcissa, che sentiva ardere dentro di sé una furia che non aveva mai provato contro nessuno.
Al confronto ogni scaramuccia con Bella, con Lucius o con chiunque altro era ben poca cosa.
Quelli, dunque, erano l’odio e il ribrezzo?
– Risparmiami certi falsi discorsi!- proseguì, con voce ferma e decisa - Tu che hai gettato tua figlia, la sola che avesse avuto la sfortuna di amarti, tra le braccia di un uomo solamente per il tuo desiderio di vendetta; tu che ora hai il coraggio di implorarmi di sedurre il padre di Lucius tradendo, non solo il mio fidanzato ma il mio stesso padre e, soprattutto, tradendo il rispetto che ho di me stessa.-
Riprese fiato, respirando a fondo.
- Mi fai schifo. Tu non sei mia madre, non lo sei mai stata né mai lo sarai, né tanto meno lo sei mai stata per le mie sorelle! Per quel che mi riguarda non sei nulla.Ora io vado a dormire e tu mi farai la cortesia di non rivolgermi più la parola, perché non abbiamo più nulla da dirci-
Narcissa si voltò, pronta a lasciare la stanza.
- Che tu sia maledetta…- sibilò Druella.

Cissy si voltò, con un sorriso amaro sulle labbra, osservando il volto contorto dalla rabbia di sua madre.
- …Lo sono già…- mormorò, con una voce colma di mestizia, e lasciò la stanza.
Druella emise un singulto di rabbia e frustrazione.
Quella piccola sgualdrina di certo sarebbe andata a parlare con Cygnus e lui le avrebbe creduto! Druella sapeva bene quanto poco suo marito la stimasse e quanto invece desse credito a quella ragazzina.
Cominciò a passeggiare in cerchio per la stanza, frugando nella sua mente alla ricerca di una strategia.
- Così dunque hai sempre fatto…- mormorò una voce alle sue spalle, facendola sobbalzare.
Fu il turno di Druella a spaventarsi.
Si voltò e vide Cygnus poco distante, che la guardava con una curiosa espressione sul suo volto austero.
Sembrava sereno.
- Cosa hai detto?- gli chiese lei, sulla difensiva.
- Ho detto che dobbiamo proprio brindare alle nozze di nostra figlia, no? Come va fatto!- lui agitò una bacchetta e comparvero una bottiglia e due bicchieri.
Versò il contenuto in entrambi e ne porse uno a sua moglie.
- Al futuro radioso dei Black!- disse lui e bevve un sorso.
Druella lo imitò, distratta da altri pensieri.
Lui la osservò ingerire due lunghi sorsi.
- Dunque, stavo dicendo – disse poi, avvicinandosi a lei – Mi pare di capire che è così che hai sempre fatto. -
- Cosa?- gli chiese Druella continuando a sorseggiare la sua bevanda.
- Parlo di ciò che ho appena udito – le spiegò lui con un tono amabile – Di ciò che hai detto a Narcissa…-
Druella si bloccò inorridita e fece cadere il bicchiere ormai vuoto.
- Non è come pensi…- cercò di spiegare, mentre la sua mente lavorava frenetica alla ricerca di una via di uscita.
- Oh, si che lo è- le disse lui – Lo è sempre stato. Credi che io non sappia cosa sei?- le disse poi e il suo tono mutò repentinamente – Credi che non sappia che sei una pazza, una lurida vipera, una poco di buono? Che sputi odio addosso al tuo stesso sangue, che trami, che ordisci contro la tua famiglia?-
Ora il disprezzo era palese nella voce e sul viso dell’uomo.
- Credi che io non abbia scoperto ciò che hai fatto fare a Bellatrix, con quel buono a nulla di Alderman? Credi che non sappia che l’hai sporcata senza alcun rimpianto? E poi…- e qui, il volto di Cygnus divenne spaventoso.
Druella non si sentiva più le gambe dal tanto terrore che provava, avvertiva uno strano formicolio alle braccia e la lingua era secca.
- Andromeda…- disse Cygnus, con l’odio mescolato alla disperazione più profonda – Credi che non sappia che l’hai fatta fuggire? Pensi che io abbia, per un solo istante, creduto che sia stato quell’elfo domestico ? Per chi mi hai preso?- si avvicinò ancora a sua moglie – Mi hai tolto l’unica cosa bella che mi avevi dato! L’unica, la sola gioia della mia vita! La mia Andromeda! – ora la voce di lui era piena di pianto e di dolore – E ora avresti voluto che anche Cissy si sporcasse, diventasse come te! Ma lei no! – Cygnus vibrava di orgoglio adesso – Lei è una vera Black, forte, decisa! Non è come te, né lo sarà mai, ma tu non potrai accertartene di persona, mi dispiace. Non posso permettere che tu semini ancora il tuo seme della follia.-
- Cosa significa..?- sussurrò Druella, ma non poté proseguire perché, improvvisamente, la vista le si offuscò e le gambe si irrigidirono, riuscì a malapena a raggiungere il sofà, prima di crollarvi sopra a peso morto.
- Che succede?!- urlò spaventata, mentre il cuore le impazziva in petto.
Cygnus si avvicinò a lei e la sovrastò, fissandola senza pietà.
- Faccio come te, Druella – le disse gelido – Penso all’onore dei Black ed elimino la feccia. Dovresti prestare più attenzione a quello che bevi…-
-..Veleno…?- sussurrò lei, guardandolo con orripilata sorpresa.
- Il bello è che non lascerà traccia nel tuo corpo e tutti penseranno solo che la povera, malata, fragile Druella Black è morta, forse travolta dall’emozione del matrimonio di sua figlia. – sorrise beffardo – Ora ti lascio sola, moglie mia. Sola con l’unica persona che hai amato in vita tua: te stessa. Se Aloise Alderman ha potuto scegliere come e quando morire… oh si, ho sentito ogni singola parola della tua conversazione con Bella…tu non avrai questo privilegio, mia cara. Come tu stessa hai detto, ogni azione porta ad una reazione, no? Morirai come una comune delinquente, com’è giusto che sia. Ringrazia che ti lascio almeno il cordoglio e il rimpianto del resto del mondo, anche se dubito che qualcuno potrà davvero mai rimpiangerti. La vendetta è qualcosa di dolce davvero, moglie mia. Tu mi hai tolto la cosa che amavo di più e ora io tolgo a te ciò che ami di più: la tua vita. Addio! –
Si voltò e lasciò la stanza, senza più degnarla di uno sguardo.
Druella avrebbe voluto replicare, ma la mente stava scivolando inesorabilmente verso l’oblio.
Improvvisamente, nel suo ultimo barlume di coscienza, provò l’impulso di gridare, gridare dall’orrore perché, tra i tendaggi della stanza, alla luce tremolante dell’ultima candela che stava spegnendosi, fu certa di scorgere la figura di Aloise Alderman che la guardava e sorrideva beffarda.
Il terrore fu tale che il suo cuore si fermò, prima ancora che il veleno facesse del tutto il suo corso.
 

FINE VENTINOVESIMO CAPITOLO

  
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