Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: fisio    08/02/2016    3 recensioni
Crossover scritto per il concorso a pacchetti "Dichiarati a me" indetto da Grazianaarena. Storia di tre capitoli.
[...]
Caroline si ritrova sbalzata in un universo alternativo per errore... o forse no.
Neville si strugge nel trovare una nuova guida per l'Esercito di Silente.
Luna... be' Luna fa quello che le riesce meglio: guardare oltre l'orizzonte.

Crossover: TVD x Harry Potter
Personaggi: Neville, Caroline e Luna.
Accenni di Klaroline. E Luna x Neville
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sette- terzo

Nota: ok, non c'è l'ho fatta... la storia è diventa sempre più Klaroline man mano che la scrivevo :). Ship del cuore fino alla fine. Non c'è bisogno che siate fan della coppia, ma la conoscenza del rapporto Klaus-Caroline sicuramente aiuterebbe.

Di nuovo, non betata. Fatevi un paio di bicchieri di grappa prima, aiuta!



Sette



Sei mesi prima
17 Dicembre, Biblioteca di Hogwarts

Gli squittii del piccolo elfo, Wulfry, mentre rincorreva la volpe rossa e argento riecheggiavano per tutta la biblioteca.

«Wulfry!» lo ammonì spazientito Neville, sommerso tra due colonne di libri, «se continui con tutto questo baccano prima o poi farai accorrere qualcuno! Non era qui per aiutarci?» si lamentò rivolgendosi verso le due bionde sedute un tavolo più in là, ormai divenute sinonimo di emicrania per il suo sistema nervoso.

«E infatti ci ha aiutato, Neville.» ribatté Caroline, non degnandosi nemmeno di alzare lo sguardo dal libro che aveva avanti «Siamo dentro la biblioteca. Non è colpa sua se non riusciamo a cavarne un ragno dal buco comunque.

Ok. Quella maledetta succhiasangue stava diventando intrattabile giorno dopo giorno! Erano ormai tre mesi che cercavano una soluzione al piccolo errore di “trasporto” (“non c’è stato nessun errore” era solita ribattere Luna), ma nonostante stesse leggendo un quantitativo di libri che forse non avrebbe mai pensato di raggiungere in tutta la sua vita, non erano ancora riusciti a trovare una sola spiegazione valida a tutto quello.

Lui e Caroline sembravano concordare (caso rarissimo) che ci fosse di mezzo un incantesimo andato male, dalla loro o dalla sua “parte” (questa strega Liv della Congrega Gemini di cui parlava spesso la vampira sembrava conoscere incantesimi estremamente interessanti). Luna ovviamente, immersa in Lunalandia, sosteneva come dietro ci fosse una volontà precisa di un’imprecisata entità.

«Neville,» la voce della maga in questione, avvicinatasi al suo tavolo, lo distolse dai suoi pensieri «come va il braccio? Il professore Amycus è andato giù pesante oggi a lezione di Difesa contro le Arti Oscure.» gli toccò il braccio delicatamente, come a controllare che fosse tutto a posto.

«Oh,» deglutì Neville, diventando un po’ rosso «non è nulla sul serio! Grazie alla pozione di madama Chip la frattura è subito guarita.» nel tentativo di fare un gesto di noncuranza con la mano, fece cadere un paio di libri dalla pila.

«Sei stato molto coraggioso.» constatò Luna, senza un minimo di imbarazzo, nel suo classico modo di esporre i fatti «Quel ragazzino del primo anno se la sarebbe vista molto male se non fossi intervenuto tu. Hogwarts è fortunata ad avere te di questi tempi.»

«Veramente,» balbettò Neville sulla cui fronte si sarebbe potuto ormai cuocere un uovo « io non-»

«Tra due giorni iniziano le vacanze di Natale,» cambiò di colpo discorso la maga, completamente inabile a leggere l’imbarazzo dell’amico per i complimenti «e dovremmo lasciare Hogwarts.» lanciò un’occhiata di traverso verso la vampira, ora impegnata a seguire Rouge e Wulfry su per la famosa scala che era stata l’inizio di tutti i loro guai.

«Uh,» fece insicuro il ragazzo «si. Temo proprio che mia nonna aspetti me per tagliare l’abete per il nostro albero di natale» continuò a raccontare veloce sotto lo sguardo impassabile di Luna «Non riesco proprio a capire perché la nonna si ostin-»

«Neville,» lo interruppe Luna, abbassando la voce e sedendosi anche lei sulla panca, a due centimetri di distanza da lui «non possiamo lasciarla qui sola ad Hogwarts per Natale. Sarebbe troppo deprimente!»

«Cosa?» arrancò il ragazzo mentre il suo cuore batteva a mille e il suo cervello si metteva lentamente a passo con la sua compagna di scuola «Luna! Non starai sul serio suggerendo di-» l’alzata di sopracciglia della ragazza lo bloccò, «No! È fuori discussione! Non posso portarla a casa della nonna! Come faccio a spiegare la situazione? Cosa le dico?»

«Che hai invitato un’amica per Natale» rispose Luna tranquilla;

«No! Luna, non si invitano “semplici amiche” a casa per Natale! Penserà che sia la mia ragazza! O qualcosa di peggio!»

Luna ci pensò su un attimo, meditabonda «Va bene,» concesse alla fine sorridendo «vuol dire che verrà a casa mia.»

«No!» scattò di nuovo Neville. Insomma! Lasciare Luna sola con la sanguisuga? Non serviva di certo la professoressa Cooman per prevedere che quella sarebbe stata un’accoppiata disastrosa; poteva immaginarlo benissimo: Luna in giro la notte di Natale, in cerca di strani essere dai nomi impossibili (Pallette Cornute o Ricci Baffuti), con Caroline a darle corda, dato che secondo lei tutto era possibile.

«Va bene! Dirò a mia nonna che avremo un’ospite per Natale!» sbottò di colpo.

«Davvero?» chiese la CorvoNero «Ma non avevi detto che-»

«Si lo so cosa ho detto. Le racconterò che i suoi genitori sono stati catturati dai MangiaMorte e che non sa dove andare!» e poi, in uno sprazzo di baldanza che sorprese anche lui, aggiunse «Ma tu dovrai venire a fare visita durante le feste! Non penso di potere resistere troppo a lungo da solo con quella sanguisuga.»

Luna sorrise entusiasta, ma la sua risposta fu coperta dalla voce squillante di Caroline, proveniente dall’alto

«Scusate se questa sanguisuga interrompe voi piccioncini» Neville si alzò dalla panca per vedere dove diavolo fosse;

«Ma mi sembra di aver scoperto qualcosa di molto interessante» le teste di Wulfry e Rouge fecero capolino tra le sbarre delle ringhiera, in cima la scala a chiocciola.

«Ovvero?» chiese il mago un po’ seccato;

Finalmente anche la figura di Caroline fu visibile, protesa verso il vuoto e intenta a osservare con molta attenzione qualcosa in basso:

«A quanto pare per tutto questo tempo abbiamo cercato la “porta” sbagliata»

I due maghi la guardarono confusi.

Caroline sorrise: effettivamente, nonostante la sua ossessione per i particolari, non aveva mai notato prima di allora come i motivi del mosaico sul pavimento di quella sezione non fossero affatto casuali. A sua discolpa doveva dire che dal basso nessuno avrebbe mai notato l’effetto d’insieme; scoccò un’occhiata riconoscente vero Rouge, che la stava guardando di sottecchi, furbo, come se ne sapesse molto di più che mera carta mangiucchiata e studenti poco concentrati. Lì sotto, sull’antico pavimento di pietra, i tasselli del mosaico si raggruppavano e armonizzavano a formare un unico grande disegno: quello di una porta a doppia arcata sorretta da tre bianche colonne.

«Bussate e vi sarà aperto» bisbigliò Caroline con un ghigno.


Primo giorno dopo le vacanze Natalizie
3 Gennaio, Torre dello Strapiombo, Hogwarts

«No!» l’urlo di disperazione del ragazzo sembrò rimbombare per tutta la stanza e propagarsi fino fuori il corridoio.

Caroline chiuse gli occhi, deglutendo: erano stati dei giorni quasi normali, ammesso che quella parola avesse ancora un significato nella sua vita. Aveva passato il periodo di Natale a casa di Neville, poiché, dopo la recente scoperta sul legame tra le fasi lunari e il “suo viaggio”, l’unica cosa che potesse fare era… aspettare. E in effetti il soggiorno a casa dei maghi non era risultato particolarmente spiacevole: anzi, una volta superate le diffidenze della portentosa matrona di casa, Nonna Longbottom (che ignorando la natura vampiresca dell’ospite, l’aveva accolta tra il sospettoso, in quanto potenziale ammaliatrice del povero, innocente nipotino e il sollevato, nel constatare che il suddetto nipotino non pensava solo alle piante), Caroline era caduta nel ritmo frenetico del Natale in casa di maghi.
C’era da convincere l’albero di Natale Incantato che il posto assegnatogli vicino al camino fosse il miglior angolo della casa; c’erano i soldatini schiaccianoci degli addobbi che troppo spesso bisognava separare a causa dei loro fastidiosi battibecchi e infine, c’era quel musone di Neville, perennemente con un una radiolina in mano, in cerca di una trasmissione pirata che potesse dargli notizie sul fantomatico Bambino Sopravvissuto.

«Tu non puoi capire» le aveva detto un giorno, lugubre «Harry è il nostro Eroe. Senza di lui siamo spacciati!»

Caroline era solita rimbrottarlo, ripetergli che la guerra non era vinta da eroi, ma in quel momento, mentre si inginocchiava di fianco al ragazzo a carponi per terra, la vampira non potette fare a meno di chiedersi se quel maledetto Bambino Sopravvissuto fosse in grado di essere più lungimirante di loro due.

«Luna è stata porta via, Neville. Mi dispiace tanto.» aveva annunciato Seamus appena messo piede dentro l’aula di musica abbandonata.

Avevano passato il giorno dopo Natale insieme; Luna si era materializzata a casa Longbottom con il mantello pieno di biscotti dal dubbio aspetto e Caroline aveva intimato a Neville, con uno sguardo tagliente, di assaggiarli e complimentarsi (“Davvero, Neville?” avrebbe detto quella stessa sera prima di andare a letto “Insieme a lezioni di difesa devo darti anche un paio di dritte su come essere romantici!”). Avevano mangiato la torta ai quattro caramello (di cui si doveva far dare assolutamente la ricetta), bevuto whisky incendiario, appena nonna Longbottom era caduta assopita sul divano, e giocato agli scacchi magici (Neville le aveva anche insegnato come utilizzare la bacchetta sullo scacchiere).
In combutta con Nike, il suo fedele lupacchiotto, inoltre era riuscita a spingere Neville e Luna sotto un rametto di vischio e il suo sorriso si era allargato da un orecchio all’altro quando Neville aveva finalmente dato un timido bacio a fior di labbra alla bionda maga (Ok, forse aver raccontato a Luna che un bacio era l’unico modo per non essere morsa dai suoi “Nargilli”, non era stata proprio una mossa onesta… ma dopo tutto era stato per una buona causa!).

Perché non ci avevano pensato prima, si rimproverò Caroline mentre metteva una mano sulla spalla di Neville, incoraggiante. Perché non era mai venuto ad entrambi il pensiero che, dato le ultime persecuzioni dei MangiaMorte, Luna potesse essere un bersaglio facile?

Lei e Neville non avevano utilizzato il solito treno per tornare ad Hogwarts, pensando che, in un ambiente così piccolo, sarebbe stato più difficile non dare nell’occhio e il mago li aveva smaterializzati ai bordi della Foresta Proibita. Con la velocità di Caroline era stato un attimo raggiungere il castello.

Pensavano di aver previsto tutto; ma a quanto pare non era proprio così.

Alzò lo sguardo verso Seamus, rimasto lì impalato sulla soglia da quando aveva portato la funesta notizia; il ragazzo, subito prima delle vacanze aveva preso a partecipare alle “sessioni di allenamento” di Caroline e Neville, ma l’unica cosa che gli era stata detta a mo’ di spiegazione sulla nuova ragazza era il suo status di “clandestina”. Particolare che in confronto a MangiaMorte in possesso di Hogwarts, le continue persecuzioni dei Sangue Sporco e le notizie sempre più funeste, doveva essere sembrato il più normale di tutti al giovane Grifodondoro.

«Eravamo a due ore dell’arrivo a Hogwarts» stava spiegando il ragazzo con voce rotta «e tutto di un colpo hanno fatto fermare il treno. Evidentemente l’hanno orchestrata apposta affinché gli altri professori non assistessero alla scena.»

Caroline percepì Neville digrignare i denti e i suoi muscoli tremare;

«Luna era nel mio scompartimento. Sono arrivati in tre… tre MangiaMorte… le hanno intimato di seguirli. Ti giuro Neville, io e Roger abbiamo tentato di intervenire, ma ci hanno lanciato contro uno stupeficium ancora prima che sfoderassimo la bacchetta. E Luna prima di andare via con loro ci ha sgridato, dicendo che il coraggio non dev’essere sinonimo di idiozia. Io-»

L’urlo di rabbia di Neville lo paralizzò su posto. L’amico si tirò su in piedi di scatto, sbalzando di lato Caroline, e urlò:

«Carrow! Maledetto!» iniziò a marciare verso l’uscita della stanza, bacchetta in mano, rosso per la collera «Carrow!» ululò di nuovo, scaraventando via una sedia «Ti faccio vedere io di che colore è il sangue puro! Carrow!»

Seamus intuendo le sue intenzioni, andare a cercare Amycus o Alecto, si mise tra lui e la porta proprio un attimo prima che Neville agguantasse la maniglia.

«Neville, amico. Ragiona! Non puoi andare a sfidare i MangiaMorte!»

«Oh ma io non voglio sfidarli» fece il mago con una risata quasi da pazzo «Io voglio ucciderli con le mie stesse mani!»

Per fortuna Caroline venne in aiuto di Seamus, prendendo per un braccio Neville e spingendolo indietro, lontano dall’ingresso:

«Neville! Seamus ha ragione! Anche se uccidess-» un incantesimo la colpì in pieno petto e lei indietreggiò, meravigliata.

«Togliti di mezzo!» ruggì il mago alzando di nuovo la bacchetta contro di lei «Hanno preso Luna! A quest’ora potrebbe essere già mor-»

«No!» urlò a sua volta la vampira «Non è morta!»

«Apri gli occhi!» berciò Neville, tentando di sorpassarla e ringhiando quando la vampira gli si parò di nuovo davanti;

«Sono MangiaMorte, Caroline! Non l’hanno di certo presa per fare una passeggiata!» lanciò un altro incantesimo e Caroline iniziò a surriscaldarsi a sua volta:

«Ragiona razza di idiota! Luna è una Puro Sangue!» quando Neville mosse di nuovo la bacchetta, schivò il colpo e scattò in avanti per colpirlo con un pugno «Non ha senso che la prendano di punto in bianco per giustiziarla! Lo hai detto anche tu! Sono viscidi! E codardi!»

Neville parò il calcio che gli stava per arrivare in pieno volto e fece per buttarla a terra, ma Caroline fu più veloce di lui e approfittò del momentum per farlo franare con una sforbiciata di gambe, bloccandolo sul freddo pavimento:

«Ascoltami!» gridò «Ascoltami ti dico!» Neville smise si divincolarsi, ansante «Luna non è morta! Ci sarà sicuramente un motivo dietro! E noi lo scopriremo! Ma ti posso assicurare una cosa…» attese che Neville la guardasse negli occhi per poi dire, letale «loro la pagheranno molto cara.»

Un cenno del capo del ragazzo sancì il loro patto.


Un giorno prima dell’inizio della vacanze Natalizie
18 Dicembre, Biblioteca di Hogwarts

“Bussate e vi sarà aperto” aveva pensato?

Ingenua. Chiaramente stava dimenticando come nulla in quel posto della malora fosse semplice! Perfino riuscire a bilanciare l’acqua calda nella stupida doccia incantata (l’ustione sul collo di quella mattina ne era testimone!).
L’indomani sarebbero dovuti partire per passare le vacanze di Natale a casa di Neville e nulla stava andando come sperava, a cominciare da quel maledetto mosaico del pavimento che oltre a fare bella mostra dei suoi colori, sembrava non volerne sapere di collaborare.
Era sicurissima che il disegno della porta con le tre colonne non fosse affatto casuale, ma finora quei maledetti tasselli si erano dimostrai apatici a qualsiasi incantesimo, parola magica o minaccia borbottata tra i denti.

Il giungere di Neville e Luna nella sezione della biblioteca in cui si era rintanata, arrestò la serie di occhiate incazzose con cui la vampira stava fissando le pietre.

«Mi spiace Caroline» esordì Neville buttandosi su una sedia, esausto «abbiamo interrogato tutti i fantasmi esistenti nella scuola: nessuno è a conoscenza di strani portali segreti.»

«Ma deve esserci un nesso tra questo mosaico, il libro che avete trovato voi e le colonne! Un nesso che potrebbe aiutarmi a ritornare a casa mia!». Si sedette a terra, imbronciata, premendo il tacco delle sue scarpette di vernice contro una piccola concavità del pavimento, dove sembravano mancare alcuni tasselli colorati. Rivolse la sua attenzione verso Luna, intenta a controllare per l’ennesima volta il maledetto libro “Cronache delle Tre Colonne”; appoggiata la schiena a terra, mani incrociate sotto la nuca, si lamentò:

«Ormai potremmo ripetere a memoria quelle pagine, Luna! Se fossi in te non mi arrovellerei troppo la testa su noiosi racconti di individui schiavi dei loro istinti più bassi. Cioè, la storia del “vivere senza limiti” non regge! Immagino che i cavalieri della Temperanza avessero il loro bel da fare a-»

Si interruppe quando sentì lo stridere di una sedia alla sua destra e si puntellò su di un gomito per osservare Neville che, balzato in piedi come colpito da una scossa, ora stava guardando prima lei e poi Luna, esterrefatto.

«Aspetta un attimo.» esordì, avvicinandosi a Luna «Tu hai letto questo libro?» chiese rivolgendosi a Caroline che ora lo guardava con un’espressione scettica.

«Si…» fece la vampira non capendo dove volesse andare a parare.

«E posso chiedere in che lingua lo hai letto?»

«Uh!» si accigliò Caroline, continuando a non comprendere il senso «Cosa è? Il quiz delle domande ovvie? In inglese ovviamente, Neville. Guarda che anche nel mio mondo esistono le differenti lingue Indoeuropee; mi sembrava che avessimo già affrontato questo argomento un paio di sett-»

«No! Non capisci!» Neville sfilò di mano il libro alla CorvoNero e iniziò a sfogliare le pagine febbrilmente «Io vedo Rune Antiche! Luna…» esitò, aggrottando la fronte.

«Sassi Canterini» intervenne Luna, per nulla turbata.

La vampira però non li stava più seguendo. Di fatti dalla posizione in cui era, stesa per terra, si rese conto che quel libro, anzi la copertina di quel libro, da quell’angolazione aveva un qualcosa di familiare. Un particolare familiare. Inclinò ancora di più la testa per osservare meglio la figura di leone sul dorso della manoscritto: sembrava che le stesse sorridendo con un ghigno diabolico… per quanto non fosse difficile la parvenza di diabolicità con quelle corna taurine e denti aguzzi che si intravedevano tra le fauci reggenti l’anello di rame.

Love, ti svelerò un segreto,” risuonò nella sua testa una voce profonda e maledettamente sexy “hai più chances che io ti apra porta se usi l’apposito batti-porta, piuttosto che il rude tempestare di pugni del mio uscio di casa.”

E quel battente dorato dalle antiche forme leonine era sicuramente qualcosa difficile da dimenticare, vero Caroline? Benedetta la fastidiosa tracotanza di quell’infuriante Ibrido spocchioso (non che avesse l’intenzione di dirlo mai ad alta voce). Sorrise, sentendo l’eccitazione montargli nel petto: non poteva credere che tra tutte, proprio le stupide parole dell’Ibrido Originale le sarebbero tornate utili.
Come se fosse un puzzle cui tutti tasselli stavano andando al loro posto, la sua attenzione venne attirata dal “buco” in cui il suo piedi stava sfregando la punta.

«Luna! Neville!» scattò in piedi di colpo, facendo sobbalzare i due maghi; senza dare spiegazioni piombò su di loro, strappando il libro dalle mani di Neville.

«Ma cosa?» iniziò il ragazzo, per poi agitarsi quando vide cosa la vampira stava per fare «No, Caroline! Non si danneggiano i libri della bibl-»

Il rumore di carta strappata spezzò le sue parole; Caroline fece un gridolino di soddisfazione quando strinse tra le sue mani la base su cui poggiava la testa del leone. Ignorando le proteste del mago, che ora stava fissando, desolato, il grosso strappo sul dorso del libro, come se sperasse di rimetterlo a posto solo con la forza del suo sguardo, Caroline tornò verso il centro del mosaico, dov’era il buco tra i tasselli e ghignò, inginocchiandosi: «Spero proprio che lo stupido Ibrido avesse ragione» e così dicendo, inserì la base dell’oggetto (batti-porta se le sue teorie erano azzeccate) dentro lo spazio circolare.
Passarono un paio di secondi, tra il silenzio assoluto della stanza. Caroline deglutì un paio di volte e si passò la lingua sulle labbra secche, già pronta con fievoli parole di scuse, quando un rumore simile a legno che si piegava lentamente la bloccò. Si guardò velocemente intorno per localizzare l’origine del rumore e focalizzò la sua attenzione sulla scala a chiocciola… che stava lentamente… separandosi?

I tre ragazzi si scambiarono ammutoliti un’occhiata poiché davanti a loro la spirale della scala si divise in due metà, spostando gli scaffali in cui era incastrata e rivelando l’ingresso di un buio passaggio.

«Merlino!» esclamò Neville, pallido «C’è sul serio un passaggio segreto!»

«Come sarebbe a dire “sul serio”? Ovvio che avevo ragione!» ribatté Caroline già intenta a studiare il nuovo ingresso. «Allora si va?» chiese agli altri e due, notando che Luna aveva già incantato la sua bacchetta affinché facesse luce.

Neville alzò anche la sua bacchetta, mormorando “Lumos” e sospirò:

«Speriamo solo che Salazar non avesse costruito una seconda Camera dei Segreti dove allevare le sue bestiacce.»


7 Aprile
Torre dello Strapiombo, Hogwarts

«Luna sta bene!»

L’urlo eccitato aveva bloccato Caroline un attimo prima di affondare il suo pugno nello stomaco di Seamus.

Dopo l’arresto illegale di Luna, i giorni a Hogwarts erano diventati molto più frenetici e la sfibrante opposizione contro i MangiaMorte stava assumendo dei contorni molto più sanguinosi. Neville tirava le file di tutti gli studenti desiderosi di ribellarsi agli schifosi seguaci del Signore Oscuro, mentre Caroline si preoccupava, agendo dell’ombra, di fare da “rete di sicurezza” quando la situazione si faceva troppo pericolosa. In questo modo, per un “colpo di fortuna” i sostenitori interni dei MangiaMorte (quasi tutti con i colori della casa verde e argento) non riuscivano più a perpetuare spedizioni punitive nei confronti degli appartenenti alle altra case, Amycus e Alecto continuavano a incappare negli indicenti più strani (ancora non riuscivano a spiegarsi come l’armatura del corridoio al terzo piano avesse tentato più volte di decapitarli) e le cruente punizioni sembravano scivolare come acqua sulle vittime designate.

Caroline si girò a guardare Neville, intento a fissare , con un sorriso che non gli vedeva da settimane, qualcosa nel palmo della sua mano. Quando Seamus tentò di approfittare del momento per colpirla con un incantesimo (Iacto), gli pestò un piede senza nemmeno guardarlo in faccia e lo buttò per terra, commentando:
«Se fossi uno dei vostri professori, direi “dieci punti in meno al Grifondoro”. Pessimo, Seamus: se vuoi attaccare da così vicino un essere sovrannaturale, devi essere sicuro di essere veloce con quella bacchetta. Potrei ripetere perfettamente tutti i movimenti che hai fatto con la mano!»

Il Grifondoro a terra si limitò a emettere un grugnito, palpandosi una spalla.

«Hai avuto notizie di Luna?» chiese finalmente la vampira, sbriciando oltre la spalla di Neville per vedere cosa stesse fissando con tanta gioia.

«È un galeone incantato.» spiegò il mago, entusiasta «Ce ne serviamo per mandarci messaggi all’interno dell’Armata di Silente. «Luna mi ha appena mandato un messaggio! È viva! Ed è al sicuro dai MangiaMorte!»

Caroline sorrise a sua volta, prendendogli la moneta dalle mani e saltellando allegra «Davvero? È meraviglioso! Presto, scriviamole che siamo tanto felici che stia bene. E che tu la ami! E che dovrete per forza invitarmi al vostro matrimonio!»

Neville si bloccò di sasso, mandando un’occhiata imbarazzata verso Seamus ancora per terra, il quale si limitò a ghignare, intento ad accarezzare distrattamente le lunghe piume nere di Nike.

«Caroline!» la sgridò, riprendendosi il galeone con stizza «non dire sciocchezze! Con questa guerra di mezzo non è proprio il momento di pensare a queste fantasticherie!»

«Ti sbagli,» la vampira si impossessò della sua bacchetta, tutta contenta «è proprio perché siamo ogni giorno sommersi da brutte notizie che ti dovresti concentrare sulle cose belle!» agitò con noncuranza la mano mentre spiegava il concetto «Tipo: è stupido aspettare il momento giusto, perché stai sicuro che non ci sarà mai il momento giusto! Se i battiti del tuo cuore accelerano al pronunciare solo il suo nome, se senti di essere invincibile quando sei con lei, be’ ti dico: vai, buttati! Non c’è nulla da aspettare!»

Si fermò di botto quando si accorse che entrambi i maghi la stavano fissando sopracciglia alzate, come se non sapessero cosa pensare del suo discorso.

«Sono con te, sorella!» disse Seamus dopo un po’, tirandosi su in piedi «Scommetto che queste tue sagge parole sono strettamente legate a un amore impossibile lasciato nel non-so-dove-posto da cui tu vieni! Ehi, se vuoi ci sono io qui a consolarti!»

«Cosa?» inveì Caroline, surriscaldandosi «io non ho nessun amore imp-» nel suo gesticolare, la bacchetta di Neville in qualche modo, per qualche ragione, emise un bagliore rosso e Seamus, in un riflesso automatico, evocò “Protego”, ma la sequenza degli eventi fu alquanto fraintesa da un quarto spettatore.

Il lupacchiotto dalle maestose ali nere, Nike, che sorvegliava la scena con occhi attenti, orecchie in su, scambiò il tentativo di difesa di Seamus per un attacco contro la sua protetta (dopotutto non gli era stato dato il comando “immotus”) e si gettò contro la gamba del ragazzo.

«No, Nike!» gridarono in coro Neville e Caroline, mentre l’urlo di Seamus avrebbe sicuramente fatto accorrere qualcuno dai piani di sotto, se solo non fosse stato per l’incantesimo silenziatore che il Grifondoro aveva buttato sulla stanza fin dall’inizio.

«Nike!» ripeté Caroline acchiappandolo per la collottola «Lupacchiotto dispettoso! Quante volte ti ho detto che non devi attaccare senza il mio permesso! E il fatto che accetti solo ordini in latino non è una buona scusa!»

«Caroline,» la richiamò Neville, impegnato nel tamponare la ferita di Seamus con un lembo del suo mantello «continuare a chiamare “lupacchiotto” quell’essere mi sembra un po’ ridicolo. Ormai ha le stesse dimensioni di Jacky, il rottweiler della famiglia babbana che abita vicino a mia nonna! Forse dovremmo procurarci un guinzaglio!»

«Uh! Neville! Non diciamo sciocchezze! Nike non è pericoloso! È solo giovane! E sicuram-» la fiera difesa della vampira fu bloccata dal tono preoccupato del mago.

«C’è qualcosa che non va. La parte intorno al morso si sta gonfiando! Cosa diamine succede? Caroline??» si agitò Neville, mentre Seamus, riverso per terra, sembrava stare per scivolare in uno stato di incoscienza. Afferrò la bacchetta è iniziò a mormorare febbrilmente qualche incantesimo.

Caroline posò Nike su una delle poltrone lì vicino e si abbassò per scrutarlo all’altezza dei suoi vispi occhi ambrati.
«Nike?» bisbigliò «Che cosa hai fatto?» come se il lupo capisse perfettamente le sue parole, aprì la bocca in una parvenza di sorriso canzonatorio, e fu in quel preciso momento che la vampira si accorse di lunghe e sproporzionate zanne.
«Oh santo cielo!» esclamò, portandosi una mano sulle labbra.

Zanne. Lunghe zanne affilate mostranti sulla punta delle piccole goccioline gialle. Perché la cosa le sembrava così familiare??

Era un essere per metà lupo, dalle inquietanti iridi dorate, dotato di pericolose zanne… avvelenate?

«Oh cielo!» ripeté, lasciando andare di fretta Nike e precipitatosi affianco a Neville, senza dare spiegazioni, affondò i canini nel polso e costrinse Seamus a ingoiare un paio di gocce di sangue.

«Caroline» protestò Neville «non avevamo detto che avresti limitato le guarigioni vampiresche solo alle emergenze? Sonco sicuro che madame Chip è in grado di-»

«Non c’è tempo! A quanto pare Nike è entrato in quella che possiamo chiamare “pubertà degli Ybris”. Ha sviluppato delle zanne avvelenate!»

«Cosa?» inorridì il ragazzo voltandosi a guardare Nike, solo ora pienamente conscio della pericolosità di quell’essere.

«Si!» continuò a borbottare più a se stessa che altro «Davvero? Avrei dovuto capirlo fin dall’inizio! È un lupo, sembra ossessionato da me e si chiama Nike! Era ovvio che ci fosse anche il veleno nel pacchetto! Praticamente potrebbe essere lo spirito guida di quel tracotante Ibr-»

«Caroline?» venne interrotta dalla voce incerta di Neville; la fissò negli occhi e, per la prima volta da quando si conoscevano, non arrossì «Sono contento che tu sia rimasta ad aiutarci. Senza di te non ce l’avrei mai fatta ad-»

«Prima di tutto: finché Luna non torna, sono bloccata qui, dato che è l’unica a saper armeggiare con quell’affare. Quindi non è che io abbia fatto chissà quale scelta altruista.» sorrise «In secondo luogo: tu avevi già la stoffa del guerriero. “Coraggio e Sangue”. Ricordi? Di questo è fatto il tuo corpo!»

Prima che Neville avesse tempo di rispondere, la voce rauca di Seamus si intromise nel discorso:

«Sangue…. Sangue!» aggrottò la fronte «Mi hai fatto bere il tuo sangue!» il panico nella sua voce cresceva ad ogni parola.

Caroline sospirò, abbozzando un sorriso verso l’altro mago, in cerca del permesso.

«Va bene» concesse lui, inclinandosi indietro, gomiti sul pavimento «Ma per favore non ci andare troppo pesante. Temo che il povero Seamus a furia di essere soggiogato a dimenticare certi particolari si stia rincretinendo del tutto.

«Si, vacci piano!» convenne lo stesso Seamus, con grande sorpresa degli altri due «Qualsiasi cosa tu mi faccia, finché continuerai ad essere nella nostra squadra e mi insegnerai come fregare quei schifosi MangiaMorte, per me va bene.» ghignò «Dopotutto non sarai di certo la creatura più strana che ci è capitato di vedere dopo gli ultimi sette anni di attentati contro Harry Potter!»

Il suo ghignò si allargò ancora di più quando Neville lo riprese “Seamus!” e Caroline gli porse la mano in un “highfive” di approvazione.


Un giorno prima dell’inizio della vacanze Natalizie
18 Dicembre, Biblioteca di Hogwarts

Una stanza da letto. Alla fine dei buio e umido passaggio nascosto dalla scala a chiocciola, c’era una semplice stanza da letto.

Enorme. Spoglia. Antica.

Erano stati questi i primi aggettivi passati per la testa della vampira.

Un pesante letto a baldacchino torreggiava nel centro; gli unici altri oggetti di mobilio erano uno scrittoio in quercia finemente decorato, uno scaffale pieno di libri e pergamene che prendeva tutta la parete opposta e una grossa sedia coperta da pellicce di animali vicino al camino. Per il resto, ai muri erano appesi in bella mostra un gran quantitativo di armi: spade, lance e scudi in ferro battuto. Sembrava l’alcova di un… cavaliere.

Subito dopo Caroline registrò due cose:
uno: per quanto la stanza sembrasse deserta, il camino era acceso.
Due: ad angolo con l’unica finestra c’era un’altra porticina a doppia anta.

«Neville, Luna» bisbigliò per richiamare l’attenzione dei due facendo un passo in avanti, in direzione della finestra. Mise un dito sulle labbra a mo’ di monito e in un guizzo balenò davanti quella porta, spalcando le due imposte:

«Chiunque tu sia, è poco carino nascondersi dagli ospiti!» berciò, canini in piena mostra, ma si ritrovò a fissare gli anelli di una cotta di maglia, fissata al muro tramite due ganci. In basso giacevano un elmo argentato, dei guanti di spesso cuoio, dei cosciali e una serie di altri oggetti che, attingendo agli opachi ricordi del suo prima anno di superiori (cosa? Non tutti i professori di storia erano fighi come Alaric) fecero dedurre a Caroline di trovarsi di fronte a un’armatura medievale.

La sua attenzione fu attirata da un oggetto ovoidale, molto simile a un pallone da rugby, che si intravedeva al di sotto di un mantello nero.
«Ok,» sbuffò la vampira voltandosi verso i due maghi «ho appena minacciato una specie di cabina armadio primordiale. Sembra che non ci sia nessuno qui. Grandioso! Sono vicino casa tanto quanto lo ero mezz’ora fa!»

Neville osservò con circospezione il camino, sentenziando: «È un fuoco incantato!»

«Perfetto» commentò Caroline, sarcastica, in piena modalità bisbetica, incapace di prendere bene una delusione «il tizio che viveva qui sapeva usare la magia. Non è una novità perfino per me, Neville.»

Il suo acido repertorio di commenti fu interrotto da Luna che, avvicinatasi allo scrittoio, fece scorrere il coperchio in su, generando un forte stridio.

«Oh,» la sentirono dire con il suo solito tono trasognato «In effetti un altro libro mi sembra la cosa più logica.»

Due paia di occhi la fissarono, confusi, ma la maga sembrò non farci caso:

«Cronache dei Cavalieri: Il loro viaggio» e nel dire questo, sollevò dal piano dello scrittoio un pesante libro dalla copertina di cuoio nero. Mostrava le stesse incisioni viste nell’altro tomo, ma questa volta il dorso era ricoperto da piccoli cristalli verdi che Caroline, grazie alla sua ossessione per le pietre, riconobbe subito come malachite.

«Oh, no!» fu Neville questa volta a lamentarsi «Un altro libro! Multilingua anche questo scommetto!»

«Già!» convenne la vampira andandosi ad accomodare sull’unica sedia della stanza. «Mai una soluzione che venga servita su un piatto d’argento. Neville, prego mettiti comodo, per terra o su quel letto ammuffito. Dato che domani mattina dobbiamo partire presto, temo proprio che ci aspetti una lunghissima notte di lettura. Luna, » sorrise facendole spazio sulla sedia «direi proprio che il primo giro tocca a te, dato che sei sempre tu a scovare questi libri assurdi. Speriamo solo di trovare quello che stiamo cercando.»

E in effetti qualcosa trovarono: il libro raccontava dei Cavalieri dell’Ordine delle Tre Colonne e di come essi potessero essere uomini, maghi, elfi o anche giganti. Qualsiasi creatura poteva far parte dell’Ordine, se accettava la “chiamata” ed era libero di scegliere la sua fazione: Sapienza, Coraggio o Temperanza.

Chiamata?” avevano ripetuto in coro Neville e Caroline.

Si chiamata. Vi era un’altra figura enigmatica: l’Occhio dell’Invisibile, il consigliere dell’ordine che aveva la capacità di individuare i potenziali Cavalieri, in quanto dotata del dono di guardare oltre la linea dell’orizzonte.

Cosa?” aveva commentato la vampira attonita, fissando, occhi spalancati, Luna.

Il consigliere presenziava a tutte le riunioni del Triumvirato, ovvero i rappresentati massi delle Tre Colonne, e aiutava nell’organizzare il massivo gruppo di esseri che facevano parte dell’Ordine. Il loro compito principale era bilanciare il mondo umano e il mondo magico, puntando all’armonia tra tutti i popoli. Non tutti i cavalieri usavano la spada per adempiere alla loro missione; i cavalieri della Sapienza confidavano nella forza delle parole; quelli della Temperanza nella forza di spirito e quelli del Coraggio, be’ si, loro nella spada.
Finché, purtroppo, un funesto evento fece sgretolare le Tre Colonne; nell’anno 977 d.C. il Triumvirato era composto da un uomo, Nicholas di Soissons, Cavaliere del Coraggio; una maga, Giselle di Aquisgrana, Cavaliere della Sapienza e un leprechaun, Darby Dorric, Cavaliere del Temperanza.
Nicholas, da quanto riportato dal libro, era il più valoroso e fiero dei Cavalieri del Coraggio visti fino ad allora ed era profondamente innamorato di una fata, Lotte, l’Occhio dell’Invisibile corrente del Triumvirato.
Chiunque conoscesse Lotte, sapeva anche della sua relazione con Nicholas e nessuno con un po’ di sale in zucca avrebbe anche solo osato pensare di toccare la fata. Nessuno tranne gli stolti nemici.
Durante uno scontro contro le Bestie degli Abissi, delle creature viziose che si nutrivano di carne umana e che sterminavano senza pietà interi villaggi, Lotte venne uccisa selvaggiamente da una di queste.

Oh!” aveva interrotto di nuovo Caroline “sempre detto che le storie d’amore dei libri fanno schifo! Finiscono tutte male!

L’autore del libro non sapeva per certo del perché la consigliera del Triumvirato si trovasse nel luogo della battaglia, ma ipotizzava che Lotte stesse cercando di avvertire Nicholas e le sue truppe di cavalieri a riguardo di un’alleanza pericolosa tra le Bestie e i Licantropi delle Montagne Brulle.
Il dolore provato da Nicholas ben presto si tramutò in odio e consequenzialmente del fervente coraggio del cavaliere, non restò che la rabbia. Una profonda e cieca rabbia: il cavaliere e le sue truppe trucidarono senza pietà le Bestie degli Abissi, senza distinzione di sesso, età o effettivamente colpevolezza. E poi, per suo ordine, passarono alla caccia dei Licantropi; tutti i licantropi, che fossero stati in combutta con le Bestie o meno.
Fu l'inizio di una lenta e inesorabile discesa.
Chiaramente Nicholas non stava più agendo secondo i principi delle Tre Colonne e soprattutto, l’Ordine annoverava, tra le sue numerose file, dei Licantropi stessi; che non presero affatto bene la persecuzione della loro specie. Lotte cruente iniziarono a verificarsi all’intero dell’Ordine e a nulla servirono i tentativi di Giselle e Darby di riportare Nicholas alla ragione. Il Leprechaun in un atto disperato, commise l’unica cosa che un membro del Triumvirato non avrebbe mai dovuto fare: uccise Nicholas, un suo pari.
Gisele, atterrita dagli eventi scelse ritirarsi in esilio in un’isola sperduta dell’Oceano Indiano.
Darby, temendo ripercussioni da parte dei cavalieri del Coraggio, scappò via in un nascondiglio segreto, e dell’Ordine delle Tre Colonne non rimase che cenere. E le sue memorie.
I libri delle “Cronache” per l’appunto.

Oh Merlino!” aveva esclamato Neville a questo punto “è questo! Il nascondiglio di Darby è dentro la… biblioteca di Hogwarts?”

Già. Infatti nel libro, Darby raccontava di come si fosse rifugiato in una casetta sopra un’enorme scogliera, lambita dal Lago Nero. Lì aveva passato dieci anni in solitudine, divorato dal senso di colpa per il suo una volta amico, consapevole di come, in un attimo di debolezza, avesse ritenuto più importante tentare di salvare l’Ordine piuttosto che l’anima persa di Nicholas. Le sue giornate passavano tra la scrittura delle sue memorie e l’esplorazione della vicina foresta. Finché il suo isolamento venne interrotto dall’arrivo sulla collina di quattro maghi, desiderosi di erigere una scuola per giovani maghi.

Anno 993 d.C. - Darby scriveva – la scuola è stata completata. È venuta su davvero spettacolare; sono sicuro che sarebbe piaciuta anche a Nicholas e Gisele.
Godric, il mago più audace dei quattro, ha rispettato il nostro patto e ha permesso che io continuassi a vivere su questa collina, nascosto da tutti, in cambio del terreno su cui si erige la scuola. Oggi sono arrivati i primi studenti; sono pochi, ma così vitali e pieni di speranza che mi riportano indietro a giorni felici, quando io e il mio amico non avevamo smarrito la strada. Mi piace osservare queste giovani menti di nascosto, mentre girovago per il castello. Sono un toccasana per la mia povera vecchia anima tormentata.
Purtroppo sento il mio corpo indebolirsi di giorno in giorno e penso che la giusta Signora con la mannaia stia per venirmi a prendere. Ho deciso di andarmene senza salutare, dato che i cavalieri caduti in disgrazia come me non meritano conforto nella morte. Proprio come lo è stato per Nicholas. Sigillerò questa stanza e i segreti che nasconde con quel poco di magia che ancora mi rimane e poi mi trascinerò ai bordi del Lago Nero. Lì aspetterò che il freddo abbraccio delle acque mi porti a rincontrare il mio vecchio amico, Cavaliere del Coraggio. E quando gli sarò di fronte chiederò il suo perdono. E gli porterò anche una speranza: che un giorno, uno di questi giovani maghi
veda oltre l’orizzonte. E ricostruisca quello che noi abbiamo così faticosamente creato e miseramente distrutto.
In fede
Darby Dorric
Cavaliere Della Temperanza e ultimo membro vivente del Triumvirato dell’Ordine delle Tre Colonne.


«Wow» commentò Caroline dopo un po’ di silenzio; osservò di nuovo tutta la stanza e per qualche ragione ora le sembrava di percepire un’aura di tristezza. Neville, durante il racconto, si era appollaiato meditabondo, sul davanzale della finestra, e ora stava rimuginando su qualcosa:

«Sai,» disse infine «penso che questa armatura sia appartenuta a Nicholas, il cavaliere che usava la spada. Immagino che gli servisse come memento.»

«Un po’ macabro,» convenne la vampira affiancandolo «ma credo che tu abbia ragione. E credo anche che la speranza di questo Darby sia stata appena esaudita.»

Il magò le indirizzò un’occhiata interrogativa;

«Ma si.» continuò Caroline, serissima, mentre sfiorava distrattamente gli anelli della maglia di cotta. «“Vedere oltre L’orizzonte”. Mi sembra chiaro come il sole. Tra noi tre c’è chiaramente uno in grado di farlo, e piccolo indizio, non sei tu.» terminò con un ghigno, indicando con la testa la maga seduta ancora allo scrittoio.

«Che?» ripeté Neville attonito, alzandosi in piedi «Luna? Non mi dirai che credi sul serio a-» si interruppe per fermare la mano di Caroline che stava per toccare il misterioso oggetto dalla forma ovoidale «Non si tocca un oggetto che potenzialmente può essere legato alla magia dei Leprechauns!»

«Uh! A questo credi e alla roba dei cavalieri no?» ribatté la vampira, incrociando le mani davanti al petto bellicosa.

«Non è la stessa cosa! I Leprechauns esistono anche adesso!» fece frustrato Neville «Luna! Avanti, diglielo anche tu! Non ha senso quello che dice! È impossibile!»

La maga interpellata si limitò ad alzare brevemente gli occhi dal libro, per commentare:
«Non sono mai stata una consigliera, in effetti. Ma mio padre dice sempre che finché non hai provato la parola “impossibile” è per gli schiocchi.» e ritornò a immergersi nella lettura.

«Già! Sei uno sciocco, Neville» frecciò subito Caroline, trionfante «Luna, con tutte le creature che è in grado di vedere è sicuramente quella roba, Occhio Invisibile»

«Occhio dell’Invisibile» la corresse automaticamente Luna;

«Grazie.» fece un inchino l’altra bionda «Mentre tu» si rivolse di nuovo a Neville, severa «sei un cavaliere del Coraggio!»

«È ridicolo!» sbottò il mago, sempre più agitato «Luna, Caroline. Smettetela di dire assurdità! Io non posso essere assolutamente uno dei cavalieri. Ammesso che esistano!»

«Ma quanto puoi essere tonto, Neville?» sbuffò la vampira, provandosi uno dei guanti di cuoio «Sei un Grifondoro, quindi per definizione coraggioso. Stai guidando i tuoi compagni contro i MangiaMorte. In più Luna, Occhio dell’Indivisibile, ti ha detto più volte che non c’è capo migliore di te per l’Armata di Silente.»

«È assurdo» continuò a ripetere il ragazzo come un disco rotto «Io non…. Harry Potter…»

«Oh cielo! Che si fotta Harry Potter!» berciò vampira senza ritegno, provocando un “Caroline, non è molto carino” da parte di Luna.

«Stammi a sentire!» si innervosì Neville;

«No, tu stammi, Grifone dei miei stivali!» Caroline si sfilò il guanto tirandoglielo contro «Tutta questa storia assurda del Bambino Sopravvissuto, destinato a salvare il mondo magico non ha senso!» presa dalla foga del momento, si dimenticò del monito di Neville e afferrò tra le mani l’oggetto misterioso.

«No, Caroline» tentò di fermarla di nuovo il mago, sporgendosi goffamente anche lui dentro l’armadio, con l’unico risultato che ora due paia di mani stavano afferrando l’oggetto di pietra.

Il fuoco del camino si spense di colpo e la stanza rimase completamente al buio;

«Caroline!» ruggì Neville mentre la vampira si prodigava in una serie di scuse. Sentirono un “crack” provenire direttamente dall’oggetto tra loro mani, ed entrambi lasciarono lesti la presa.

“Illumino” sentirono pronunciare la voce di Luna e le fiaccole ai muri si accesero con una grande fiammata.

Due cose apparirono subito evidenti appena i ragazzi furono di nuovo in grado di vedere:
uno: quel coso era un uovo. Un grosso uovo che ora giaceva per terra, aperto in due metà e terribilmente vuoto.
Due: c’era qualcosa che si agitava sotto il mantello, nel fondo dell’armadio. Un qualcosa che stava anche emettendo piccoli rumori minacciosi.

Neville tirò fuori la bacchetta, un’ espressione tesa sul volto: «È proprio una fortuna che tu sappia sempre come peggiorare la situazione! Ci mancava solo far schiudere delle uova millenarie, questa notte!»

«Ehi!» si difese la vampira «Non facevo a sapere che fosse un uovo? E in tutta onestà non-» si bloccò quando due occhi la fissarono tra le pieghe del mantello. Due occhi color ambra. Caroline iniziò a sudare freddo: non poteva essere, vero? Quasi senza pensarci si abbassò sulle ginocchia, in modo da essere alla stessa altezza di quei occhi e allungò lentamente una mano, senza badare alle proteste di Neville. Dopo un paio di secondi un musetto peloso annusò le sue dita; e due orecchie a punta fecero capolino, finché la figura di un piccolo lupo nero e dal petto candido come la neve non emerse completamente dall’armadio.

«Allora non sono estinti completamente.» commentò Luna avvicinandosi a Neville «È un cucciolo di Ybris!»

«Prego?» chiese Caroline mentre con movimenti lenti cercava di avvicinarsi ancora di più al piccolo animale.

«Si, un Ybris. Sono i guardiani dei cavalieri. Forse il povero Darby aveva pensato di preservare un uovo, sperando che prima o poi qualcuno lo facesse schiudere.» Luna osservò con interesse il piccolo lupo aggiungendo «Sembra che sia un cucciolo di lupo-corvo. Un tipo di Ybris molto feroce, secondo la lista dell’altro libro.»

«Corvo?» ripeté Caroline riuscendo a prendere finalmente in braccio l’animale, che aveva iniziato a mordicchiare con impegno il suo dito.

«Guarda sulla sua schiena.» indicò la maga «vedi queste piccole protuberanze nascoste dai peli? Penso proprio che siano ali. Le svilupperà con il tempo.»

«Ok fermi tutti!» si intromise Neville che fino al quel momento era stato in silenzio, bacchetta sempre in mano, attento ad ogni mossa della creatura. «So già cosa state pensando: la risposta è no! Non poteremo questa specie di chimera dentro la scuola! Già abbiamo il nostro bel da fare a nascondere Caroline!»

«Sbaglio o mi hai appena messo allo stesso livello di una chimera?!» si infuriò la citata vampira.

«No.» deglutì Neville, cercando, supplichevole, l’appoggio di Luna «Siate realiste! Non possiamo nascondere un incrocio tra lupo e corvo nei dormitori!»

«E cosa proponi di fare?» si informò, sospettosa Caroline.

«Lasciamolo nelle Foresta Proibit-»

«Neville!» fecero in coro le due bionde «Ok,» proseguì la vampira «sei ufficialmente estromesso dall’avere potere di voto su questo lupacchiotto!»

«Lupacchiotto? Caroline!» tentò di ribattere il mago, ma l’altra non lo stava già più ascoltando, tutta intenta a vezzeggiare il cucciolo.

«Be’, almeno il libro riportava il vero.» sentenziò Luna raccogliendo i pezzi dell’uovo; elaborò il pensiero quando si accorse dello sguardo accigliato di Neville «L’uovo di un Ybris si schiude solo quando viene toccato da un cavaliere. È un legame magico tra custode e custodito.»

«Eh?» si meravigliò il Grifondoro «Intendi dire che Caroline è sul serio un Cavaliere?»

«No, Neville.» sorrise Luna, conservando i pezzi dell’uovo dentro l’armadio e voltandosi a guardarlo negli occhi «Voglio dire che tutti e due avete toccato l’uovo prima che si schiudesse.»


Presente
Porte di Hogwarts

“Harry Potter è morto” annuncia una voce carica di soddisfazione, rompendo il silenzio della scuola, seguita da un coro di urla eccitate e giubilanti.

“No! No! Harry!” il grido straziato di parecchi studenti fa deglutire Caroline. Si avvicina lentamente anche lei agli enormi cancelli di Hogwarts, dove nello spiazzo immediatamente antecedente si è raccolto un nutrito gruppo di persone dal mantello nero, guidati dalla figura fiera e altezzosa di Lord Voldermort.

Ecco lì finalmente il grande nemico; Colui che non dev’essere nominato; il Signore Oscuro.
Caroline l’osserva, attenta: ha una lunga veste nera, le dita scheletriche e una pelle così bianca e sottile che il suo volto sembra piuttosto un teschio grottesco. Di fianco a lei avverte Neville emettere un lamento soffocato e si volta ad osservarlo, preoccupata.

«Neville,» bisbiglia mettendogli una mano sulla spalla «Va tutto bene. Non è ancora finita.» lo scuote lievemente per dare forza alle sua parole.

Neville si strofina via con forza una lacrima che gli sta colando, prepotente, sul viso e dice:

«Harry è morto, Caroline. La profezia… diceva che solo uno dei due poteva rimanere in vita. Non capisci? Ha vinto lui!»

«No!» lo interrompe la vampira, scuotendolo più forte, mentre Lord Voldermort continua a parlare due file di persone più là «Non ha vinto! Io… Luna… Te! Tutta questa gente! Non è ancora finita!»

«Caroline,» Neville si guarda in torno sconsolato, occhi rossi «Se nemmeno Silente è stato in grado di batterlo, come possiamo sperare di fare noi qualcosa…»

«Ascoltami bene, Grifone!» Caroline lo fissò negli occhi «Batteremo quel bastardo! Chiaro? Dovessi far venire qui un Male più Grosso e Grande di lui! E credimi, lui è il mostro di cui sono fatti tutti gli incubi!»

Si interrompe, quando il suo cervello registra che in lontananza, di fronte alla folla dei MangiaMorte, una testa bionda sta parlando, senza mostrare la minima paura (ma quando mai Luna ha mai mostrato l’emozione giusta al momento giusto?)

«Noi non siamo degli illusi.» stava dicendo, fiera «Sei tu che non hai mai capito!»

«Luna!» urla Neville, e liberandosi veloce dalla mano di Caroline, si precipita a raggiungere la ragazza mentre la vampira valuta febbrilmente tutte le opzioni: cosa fare?

Vede Lord Voldermort alzare la sua bacchetta, ghigno crudele sul volto e Caroline intuisce che non seguirà nulla di buono; tenta di scattare in difesa dei suoi amici (perché dopo tutte quelle settimane di allenamenti, scoperte e anche momenti divertenti, come fare a non considerarli amici?), ma con suo sommo orrore si accorge di non potersi muovere. Si guarda intorno frenetica, in cerca di Seamus affinché l’aiuti, quando un bagliore verde richiama la sua attenzione sul campo di battaglia.

«No!» urla così forte da sentire la gola bruciare; i suoi occhi sono fissi sul corpo senza vita di Luna, riverso per terra ai piedi di Lord Voldermort. Grosse lacrime le cadono giù lungo le guance; guarda, impotente, Neville accasciarsi su di Luna e cullare disperato il suo volto tra le mani.

Lord Voldermort ride soddisfatto e i canini della vampira escono fuori automaticamente. Urla con tutto il fiato che hai in gola “Voldermort”, ma il mago sembra non sentirla.

Perché nessuno sta facendo nulla? Perché sono tutti fermi come delle statuine?

«Nike!» chiama Caroline, quasi pazza per il dolore e l’ansia «Nike! Difendi Neville!» il lupacchiotto accorre finalmente al suo fianco, scodinzolando festoso ma c’è qualcosa che non va: dove sono le sue ali?

«Tutto questo non ha senso.» mormora Caroline, la fitta in corrispondenza del suo petto ritorna a farle male e stringe gli occhi per un secondo.

“Caroline” le pare di sentire la voce preoccupata di Neville.

«Sono qui!» riapre gli occhi di scatto, agitandosi con tutte le forze che ha in corpo «Neville togliti di lì!»

Il mago però non sembra affatto avercela con lei: è di nuovo in piedi davanti al Lord Voldermort e gli sta urlando, livido di rabbia : «Che tu possa marcire all’inferno! Ti darò la caccia fino alla fine del mondo!», alza la bacchetta pronto per lanciare una maledizione, ma Lord Voldermort lo blocca con un semplice schiocco di polso e gli dice:

«Che tu sia di esempio a tutti quelli che oseranno continuare a opporsi contro di me!»

La sua bacchetta, con sommo orrore di Caroline, si tramuta in una spada, che lui affonda senza pietà nel petto di Neville.

«Neville!» urla a squarcia gola la vampira; improvvisamente si rende conto che può finalmente muoversi di nuovo e come un fulmine, raggiunge il ragazzo un attimo prima che cada a terra, in una pozza di sangue.

«Neville!» urla di nuovo «Neville ti prego resisti! Tieni gli occhi aperti! Neville!» si morde con forza il polso e lo posa sulle sue labbra «Avanti! Bevi!» ma il ragazzo chiude gli occhi, esausto.

«Caroline,» mormora «forse dovresti iniziare a preoccuparti di meno cosa pensano gli altri. Sai?»

«Cosa?» bisbiglia Caroline tra le lacrime «Neville costa stai dicendo?»

«Si,» continua lui «cosa ti importa se i tuoi amici non approveranno le tue scelte? È la tua vita. Rischi da qui a mille anni di ritrovarti solo con paio di pessimi amici e un sacco di rimpianti. Vai da lui. Presentati alla sua porta.»

«Neville,» si passa la lingua sulle labbra «stai morendo. Non sei in te.»

«Ancora non lo hai capito?» chiede il mago, riaprendo gli occhi con un sorriso triste.

«Cosa?» balbetta Caroline, accorgendosi solo ora che intorno al loro non c’è più nessuno. Sono soli davanti le porte di Hogwarts. «Ma… io… non capisco.»

Nike sbuca fuori da qualche parte e si mette a leccare le lacrime sul suo viso.

«Nike non è più un lupacchiotto, Caroline» cambia discorso il mago;

«Per me sarà sempre un lupacchiotto» risponde automaticamente la vampira. Per poi spalancare gli occhi e fissare stupita Nike.

«Ci stai arrivando, finalmente.» fa paziente Neville e per la prima volta Caroline pensa che per essere stato trafitto con una spada da una parte all’altra… ha ancora parecchio fiato in corpo. «Nike ha sei mesi ormai, Caroline. Non è più un cucciolo. Ricordi? Ha azzannato Seamus; gli erano già uscite le zanne avvelenate in Aprile. E le ali gli si erano sviluppate da Gennaio.»

«Io… non…» inizia lentamente lei, ma si blocca:

“Sei sicura che non sia sul serio parente dell’altro tuo ibrido?”

Non era stata la domanda che le aveva fatto Neville a riguardo di Nike, quando si era risvegliata nella Camera delle Necessità? C’era qualcosa in quel commento che le era sembrato stonato all’epoca, senza riuscire però a definirlo: lei non aveva mai parlato con Neville del suo Ibrido. Mai. Con Luna al massimo, nel dormitorio prima di andare a letto o quando si erano ubriacate con whisky incendiario subito dopo Natale, ma tassativamente lontano dalle orecchie di Neville.


"Non sai che fatica abbiamo fatto nel tentare di rimetterti apposto la spalla. Meno male che qui il vecchio Seamus sa qualcosa di rimedi babbani" Lei era un vampiro... non aveva assolutamente bisogno di "rimedi babbani" per guarire.

“Roma, Parigi, Tokyo... l’unica cosa che deve fare è chiedere.”
Non erano state queste le parole di Neville nemmeno un paio di ore fa? E non le erano sembrate così terribilmente familiari? Un’offerta fatta dall’Ibrido Originale, quando per lei non era altro che il Grosso e Grande lupo cattivo?

“E una volta lì risolverai il malinteso che c’è tra te e il tuo Ibrido?”
Le aveva chiesto Luna in biblioteca quella notte stessa; ma lei non le aveva mai detto della promessa che aveva estorto all'Ibrido in cambio della sua confessione .

Nike piccolo come un cucciolo. Le continue fitte al petto. Cosa stava succedendo?

Caroline torna a guardare Neville, ammutolita.

«Non hai ancora capito?» ripete Neville, triste «Stai morendo, Caroline. Tutto questo non è reale. Non è mai stato reale.»


“No aspetta!” sente risuonare nelle sue orecchie.

[…]

Sei

Il giovane mago avanza un passo verso di lei, bacchetta tesa in avanti e urla a pieni polmoni “Protego” mentre alla sue spalle sente risuonare un boato. Voltarsi per capire cosa stia succedendo è chiaramente una pessima idea, quindi fa l’unica mossa possibile in quel frangente: raggiungendo finalmente Neville lo afferra per un lembo del mantello e lo trascina via.
L’urlo soffocato di Neville “No! Aspetta!” si perde nel ronzio quasi assordante di un qualcosa (anzi più di uno) che si avvicina.

[…]

Sette

Riesce a infilarsi nella maledetta porta nell’attimo stesso in cui avverte un dolore lancinante alla spalla e subito dopo qualcosa sembra squarciale il petto. Lei e Neville cadono a terra con un tonfo e ha solo il tempo di sentire la porta sbattere dietro di lei prima che un’oscurità appiccicosa si impossessi del suo corpo.

Sette

Sette

Sette



La vampira sbatte un paio di volte le palpebre. La pallida luce dell’alba illumina la stanza delle Necessità; ha tanta sete e sente i canini premere contro le gengive, desiderosi di affondare in qualche tenero collo.

«Neville?» chiama insicura; il ragazzo, addormentato su una branda poco più lontano, si desta di soprassalto. La guarda spaventato e poi si precipita al suo capezzale.

«Caroline,» fa prendendole una mano «sei finalmente sveglia. Sei stata non cosciente per ben tre giorni di seguito. Ho cercato di farti bere un po’ del mio sangue, ma non riuscivi a inghiottire.»

La vampira cerca di muoversi, ma un dolore atroce in corrispondenza del petto la blocca. Trattiene un lamento a denti stretti e fa un respiro profondo «Nike?»

«È con Seamus. Sono andati alla Testa di Porco per chiedere aiuto al vecchio Aberforth. Sono tre giorni che stiamo cercando un incantesimo in grado di guarirti. Quel maledetto maiale di Amycus ti ha colpito con i pezzi della bacchetta di sua sorella.»

La bacchetta che lei stessa aveva spezzato in due, ricordò Caroline con un sorriso debole. A volte il fato aveva un terribile senso dell’umorismo.

«Non ho mai visto questo tipo di maledizione» stava continuando a spiegare Neville «è come se i pezzi di legno della bacchetta si fossero divisi in tanti proiettili; uno ti ha colpito in mezzo le scapole ed è penetrato fino a toccare il cuore. Abbiamo cercato sia io che Seamus di estrarlo in qualche modo, ma qualsiasi cosa facciamo…» esitò, incupendosi « sembra spingerlo più in profondità.»

«Neville,» gli sorride debole Caroline «Sto morendo?»

«No!» nega violentemente il mago, scuotendo la testa «Seamus! Aberforth! Lui è il fratello di Silente! Saprà sicuram-»

«Neville» ripete lei, un po’ più debolmente; si sente tanto stanca e ha tanto voglia di dormire un altro po’. «Tu non sei un codardo. Per il Grifondoro e per l’Ordine delle Tre Colonne. Dimmi la verità.»

«Io non sono un cavaliere!» fa Neville quasi automaticamente, rialzando la testa. Per poi deglutire quando fissa Caroline negli occhi «Stai morendo, Caroline» indica le vene scure che corrono lungo il dorso della sua mano «Quella maledetta scheggia ti sta avvelenando a poco a poco.»

«E già. Il legno e i vampiri non vanno molto d’accordo.»

Chiude gli occhi brevemente, per poi aprirli di scatto come colta da un’illuminazione:

«I MangiaMorte! Harry Potter!» Neville la guarda dubbioso, non comprendendo questo suo improvviso interesse per il Bambino Sopravvisuto;
«Devi promettermi tre cose Neville. Giurarmelo sulla tua testa!»

«Non mi dici prima cosa?» prova a scherzare lui, ma il suo sorriso sembra più una smorfia «Dimmi, Caroline. Qualsiasi cosa.»

La vampira ghigna soddisfatta:
«Punto uno: non ti arrendere mai Neville. Mai. Neanche se Harry Potter dovesse morire.» quando Neville fa per controbattere, lo fulmina con lo sguardo «Dicevo, so che secondo una vecchia profezia ammuffita, lui è il prescelto e tu sembri crederci più di tutti, ma ti ripeto per l’ultima volta: la battaglia non è vinta da fantomatici prescelti. Tutto il discorso delle Tre Colonne non ti ha fatto suonare un campanello? Ci sono le persone. E ci sono le scelte delle persone. Ognuno può diventare l’eroe della propria storia, Neville. E tu sei un condottiero nato.»

Neville fa un lungo sospiro, come a farsi coraggio e commenta: «Va bene, Caroline. Giuro che non mi arrenderò mai finché avrò anche il più piccolo fiato in corpo.»

«È questo lo spirito giusto!» ridacchia la vampira, ma è subito soffocata da un colpo di tosse «Punto due,» gracchia «Rimarrai vivo! E chiederai a Luna di sposarti appena tutto questo delirio sarà finito. Ed è meglio per te che sia una dichiarazione spettacolare o verrò a tormentarti come fantasma per il resto delle tue notti!»
Sorride soddisfatta quando il rossore sul volto di Neville si propaga fino alle orecchie: «E se dice di no?», chiede dimentico del tutto della prima parte “rimarrai vivo.”

«Non lo farà.» risponde subito lei con tono sicuro. Un cenno del capo del mago le fa intendere che anche il secondo patto è fatto.

«Tre: quando rivedrai Luna, gentilmente chiedile di recuperare un oggetto nella tasca dei pantoni che indossavo quando sono piombata la prima volta qui. Dovrebbe essere ancora nel dormitorio.»

«Vuoi che lo… mettiamo insieme a te?» domanda Neville, sentendosi bruciare un groppo in gola.

«Vorrei che fosse restituito al suo legittimo proprietario, in qualche modo.» spiega e un’ombra le passa sul volto «Sai gli è caduto durante il nostro ultimo… incontro.» sorride malinconica «Gli era caduto per terra e io ho pensato di tenerlo con me… pianificavo di ridarglielo la prossima volte che ci saremmo incontrati… tra un centinaio di anni. Contavo nell'avere tutto il tempo di questo mondo.»

«Era una persona a cui tenevi?» chiede Neville, ma la sua voce si fa sempre più distante.

«All’inizio l’odiavo. Era il grosso e grande Ibrido Cattivo. Lo ritenevo capace solo di cose terribili; ma con me… be’ mi ha mostrato in diverse occasioni la sua umanità; mi ha messo al primo posto. Non era mai successo prima, sai. Mi rendo conto solo ora che avrei dovuto apprezzare di più i suoi goffi atti di generosità, perché almeno con me, o piuttosto per me, cercava di combattere la sua natura di mostro. Sfortunatamente ero troppo preoccupata del giudizio degli altri per fare quello che desideravo veramente.» La sua voce si fa sempre più fioca e le sue palpebre pesanti.

«E cosa volevi veramente?» chiede Neville in un bisbiglio, piegando la testa vicinissima alla sua bocca.

«Andare via con lui.» mormora Caroline. «Ho sonno, Neville»

«Dormi.» le sussurra lui mentre una lacrima solca il suo viso e le stringe la mano tra le sue «prometto che rimarrò qui con te.»


Un mese dopo
Biblioteca di Hogwarts
Tregua tra i MangiaMorte e gli occupanti del Castello

Solo la luce di due candele illumina la silenziosa biblioteca. In un angolo remoto, nascosto da parecchi scaffali, due persone vegliano un bianco sarcofago di legno. Luna seduta ai piedi della bara accarezza, pensierosa, la testa pelosa di Nike, che a sua volta sorveglia quella grossa scatola con occhi attenti.

Neville appena finito di chiudere il coperchio, tira su col naso, fissando un punto imprecisato della parete davanti a loro.

«Luna» fa a bassa voce «la Luna è al suo ultimo quarto. Se non apri ora il portale dovremmo aspettare la prossima fase… e vorrei tanto rimandare il suo… corpo indietro prima del prossimo scontro con i MangiaMorte.»

«Temi che nessuno di noi sopravviva e che Caroline rimanga qui, dimenticata da tutti.» asserisce Luna lapidaria solo come lei sa esserlo.

«Noi… non moriremo.» dice con foga Neville, ma non può fare a meno di distogliere lo sguardo. «Voglio solo essere sicuro di portare a termine l’ultima promessa.»

Luna si alza senza dire niente; afferra un libro dalla sua borsa, quello ritrovato nella stanza nascosta del Leprechaun, Darby, e lo apre in una pagina in particolare. Per il Grifondoro è solo una vecchia illustrazione delle fasi lunari, ma per una come Luna, capace di vedere oltre la linea dell’orizzonte, è la chiave che stavano cecando dal primo giorno in cui Caroline era piombata nelle loro vite.

Sorride malinconica: «Si, penso che lui sia il più adatto.» dice convita più a se stessa che altro, omettendo spiegazioni.

Sfiora il libro con una mano e una familiare brezza inizia a soffiare nella sala; un liquido rosso, comparso dal nulla, lambisce i loro piedi.

«Luna, mi raccomando: niente esplosioni questa volta» si premunisce Neville.

«Tranquillo Neville.» lo rassicura lei, «sarà tutto finito in un battibaleno» e accompagna queste parole intingendo la punta della bacchetta nel liquido rosso.

Il bagliore che li investe coglie Neville impreparato, dato che l’incantesimo Theca, pronto sulla punta della lingua, non può niente a difesa dei loro occhi accecati.

Dopo pochi secondi, nemmeno il tempo di riaprire le palpebre, il ringhio di Nike lo fa mettere sull’attenti: le persone in quella sala sono appenda diventate tre. Lì a pochi passi dalla bara, la figura minacciosa di un uomo li fissa con uno sguardo raggelante: vestito di nero di tutto punto, capelli color del grano e occhi di un profondo blu cobalto, sembra la personificazione di un angelo della morte.
Finché i suoi occhi non si iniettano di sangue e le sue iridi diventano ambrate; dalla sua bocca scendono due affilate zanne e il mago capisce che quello è sul serio l’angelo della morte.

«Dove diavolo sono?» chiede, anzi ringhia l’individuo, in posizione di attacco.

Neville agisce d’istinto: con un colpo veloce della bacchetta, Incarceramus, lo blocca un attimo prima che scatti verso di lui (e ormai non era diventato un esperto di come bloccare esseri sovrannaturali, grazie allo sfibrante allenamento di Caroline?)

«Stai calmo.» cerca di rabbonirlo Neville, come se si stesse rivolgendo a un animale impazzito «Noi non vogliamo farti del male.»

«Ti posso assicurare che sarò io a fare a voi due molto male, se non mi liberi immediatamente, amico» dà uno strattone alle catene, senza ottenere però alcun effetto.

«Sono incantate.» spiega Neville «Caroline mi ha sempre detto che le corde normali non posso fare nulla contro-»

«Cosa hai detto?» l’individuo cessa completamente ogni tentativo di forzare i ceppi alle braccia. «Caroline?» ripete in un sussurro.

Luna, fino ad allora spettatrice silenziosa della scena, si avvicina a Neville e gli mette una mano sulla spalla, a mo’ di incoraggiamento.

Il ragazzo deglutisce e fissa l’essere minaccioso, che nel frattempo ha ripreso le sembianze normali.

«Lei voleva ridare questo» mostra il palmo della sua mano «al suo legittimo proprietario. Mi ha raccontato che questo… amico lo aveva perso durante il loro ultimo incontro.»

L’angelo della morte fissa attonito l’oggetto nella mano del ragazzo: è una zanna ingiallita di lupo alla cui base era stato fatto un foro.

«Ma quello è il mio talismano!» si lascia sfuggire suo malgrado, toccandosi automaticamente le collane al suo collo, «Non lo vedevo dall’ultima volta che sono stato… a Mystic Fall.» si blocca di colpo, spalancando gli occhi. Solo in quel momento sembra registrare appieno la presenza di una bara a pochi passi da lui.

«Ragazzino,» ringhia e Nike si mette sull’attenti, non impaurito ma nemmeno ostile «hai dieci secondi per raccontarmi tutto, prima che io spazzi via ogni singola anima che abita questo posto.»

“Benone” pensa Neville, mandando uno sguardo risentito verso Luna, colpevole a suo giudizio di aver scelto il peggio del peggio.

Nelle sue orecchie però risuonano le parole di Caroline:

“perché almeno con me, o piuttosto per me, cercava di combattere la sua natura di mostro”

insieme al racconto di Darby:

“Il dolore provato da Nicholas ben presto si tramutò in odio e consequenzialmente del fervente coraggio del cavaliere, non restò che la rabbia”

e ha come l’impressione che i MangiaMorte si siano appena guadagnati una terribile e cruenta sentenza di morte.

Si lascia sfuggire un sorriso.

Che la storia abbia (re)inizio.



Fine



Nota: ok... mettete via i forconi e le torce. :) La frase da me scelta è stata "Stai per morire", ergo dovevo far morire uno dei due... certo ci ho messo un plot twist alla fine, ma forse lo si era intuito già dal titolo. Comunque, con l'ultima scena ho inserito una piccola speranza: sicuramente Klaus non lascerà mai le cose come stanno. Almeno nella mia testa :)
Inoltre: i nomi Nicholas e Lotte, usati per il racconto del Leprechaun non sono affatto casuali. Piccolo indizio: il corrispettivo femminile di Caroline in francese. ;)

Vorrei fare un grande ringraziamento a CinziaD, che con le sue recensioni, mi accende sempre un po' di più la fiammella dello scrivere :) .Grazie di cuore.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: fisio